Incredibile, ma vero: il ministero dell’Istruzione ci ha detto a settembre di avere messo in cattedra tutti i docenti dal primo giorno di scuola, solo che adesso, a sei mesi di distanza, si scopre che ci sono province dove l’assegnazione di contratti annuali a tempo determinato, con scadenza 31 agosto o 30 giugno 2023, risulta ancora in corso. Accade ad esempio a Matera, dove si continuano ad assegnare dalle Graduatorie provinciali per le supplenze. Ma anche in tante scuole che, in ordine sparso, continuano a convocare per pemsupplenze da GPS e, dove esaurite, da graduatorie di istituto. Come è possibile che a metà febbraio debbano ancora essere collocati su cattedra i supplenti annuali? Con chi hanno svolto le lezioni negli ultimi 150 giorni gli alunni?
“L’organizzazione spaventosamente carente della scuola italiana – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è rappresentata al meglio da questo vero e proprio supplizio in atto sulle supplenze annuali, che continuano ad essere assegnate a quasi sei mesi dall’inizio dell’anno scolastico. Questo è il rovinoso effetto della mancata immissione in ruolo dalla prima e seconda fascia Gps su tutte le discipline d’insegnamento. La verità è che senza il doppio canale di reclutamento si sta andando in un vicolo cieco, che produce sempre più cattedre vacanti e difficoltà di coprirle con personale”.
“Qualche settimana fa – continua il leader del giovane sindacato - questa modalità risolutiva sul reclutamento, almeno da adottare nella fase transitoria 2023-2024, è stata presa in finalmente in considerazione anche dal ministero dell’Istruzione, che ha chiesto un parere della Commissione Ue proprio su nostra esplicita richiesta. Del resto, Anief porta avanti questa linea da anni, da quando le GPS ancora non esistevano. La risposta dei Bruxelles deve ancora arrivare, noi attendiamo fiduciosi, come pure il sollecito sulla deroga ai vincoli della mobilità, sull’organico aggiuntivo (negato dopo due anni consecutivi che era stato accordato anche con 70 mila unità di docenti e Ata. Come pure attendiamo risposte sull’allargamento delle graduatorie di più concorsi e degli assunti con riserva tornati a fare i supplenti. Non meravigliamoci – conclude Pacifico – se poi Svimez denuncia che ci ritroviamo con Un paese e due scuole: anche da queste mancate operazioni dipende il livello dell’offerta formativa prodotta nei nostri istituti scolastici”.
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