C’è delusione per la decisione del ministero dell’Istruzione di assegnare l’indennità per premiare la continuità didattica con una “mancia” pari a50 euro: Anief ha sin da subito puntualizzata che anziché un premio per chi rinuncia al diritto alla mobilità, sarebbe stato molto più sensato procedere al riconoscimento di indennità di trasferta giornaliera per chi presta servizio lontano dal proprio comune di residenza. Oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, torna sull’argomento sostenendo che “quella norma va cambiata, perché per ristorare chi lavora lontano dalla propria residenza bisogna prevedere un assegno di almeno 3 mila euro, proprio per fare fronte alle spese e ai costi del lavoro. Certo, i soldi, ancora di più in questo frangente storico-economico particolarmente difficile, fanno sempre comodo ma la “mancia” di 50 euro annunciata qualche giorno fa dall’amministrazione ai sindacati è quasi offensiva. E cerchiamo di essere corretti anche con le argomentazioni, perchè c’entra niente con tutto questo la continuità didattica. La verità – conclude Pacifico – è che la norma va cambiata”
Il giovane sindacato ricorda che il Decreto Legge 36 del 30 aprile scorso, poi convertito nella L. 79/22, ha previsto che una quota di 30 milioni di euro - nelle more dell'aggiornamento contrattuale - venisse riservata alla valorizzazione del personale docente che garantisca l'interesse dei propri alunni e studenti alla continuità didattica, in particolare a coloro che prestano servizio in zone caratterizzate da rischio di spopolamento e da valori degli indicatori di status sociale, economico e culturale e di abbandono precoce dei banchi di scuola.
Secondo Anief risulta quindi discutibile la tempistica di discutere a luglio 2022 un decreto che avrà efficacia a giugno 2023, quando, presumibilmente, le risorse saranno state ridistribuite dal contratto e si pongono quindi questioni di legittimità. L’attribuzione del beneficio - che, segnaliamo, esclude coloro che sono sottoposti al vincolo triennale e che evidentemente non potevano sapere di quanto dispone il decreto quando hanno chiesto e ottenuto mobilità negli anni precedenti – mette dunque in atto evidenti discriminazioni. Tutto ciò conferma ulteriormente che i vincoli sulla mobilità costituiscono un’inutile invasione di campo della politica su una materia di competenza negoziale e rimane il fatto che i vincoli alla mobilità continuano a comprimere un diritto come quello alla mobilità e al ricongiungimento familiare del personale della scuola.
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31 luglio 2022
Ufficio Stampa Anief
www.anief.org
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