Le assunzioni dei docenti precari non si sbloccano: in attesa che l’Unione europea si esprima sulle stabilizzazioni da Gps, anche da disciplina, l’unica certezza è che il Governo italiano ha preso un impegno sempre con l’UE, nell’ambito dei progetti del Pnrr, per assumere 70 mila insegnanti entro il 2024. “Ma i tempi non ci sarebbero – osserva la stampa specializzata - e dunque la strada di un concorso riservato ai precari con 3 anni di servizio resta l’unica via per rispettare gli impegni del Pnrr. Le ipotesi, tuttavia, sono diverse visti i tempi strettissimi”. Inoltre, alcune “fonti parlamentari vicine al Ministero dell’istruzione riferiscono che una delle proposte a cui si potrebbe lavorare sarebbe quella di assumere subito circa 20 mila nuovi insegnanti già a settembre 2023. Si tratterebbe di assumere questi supplenti con 3 anni di servizio a tempo determinato e, dopo un anno e una prova finale da superare, trasformare il contratto in assunzioni a tempo indeterminato”. Mentre “Il concorso riservato sarebbe destinato ai docenti già abilitati e agli specializzati sul sostegno che si trovano nelle graduatorie delle Gps”.
Anief ritiene che l’unica strada per uscire dalla supplentite crescente, che quest’anno ha prodotto un altro invidiabile record, con oltre 240mila assegnati nel 35% dei casi a precari con oltre 45 anni di età, è quella di reintrodurre il doppio canale di reclutamento e cambiare la fase transitoria che porterà alle nuove assunzioni del 2025, come previsto dalla Legge n. 79 del 29 giugno 2022. “Le emergenze – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - non si combattono con comportamenti ordinari. Abbiamo le graduatorie dell'ultimo concorso ordinario, che stanno per scadere con tantissimi idonei che potrebbero essere assunti, come abbiamo anche tanti partecipanti al concorso Straordinario bis, che sono stati esclusi solo per il numero esiguo di posti banditi. Inoltre, ci sono molti candidati che sono stati assunti con riserva, ma rischiano il licenziamento perché il giudice nel merito non ha dato loro ragione, ma la scuola nel frattempo li ha valutati e li ha ritenuti meritevoli di entrare nei ruoli”.
“Occorre poi avviare subito il bando di concorso abilitante con ammissione libera dei docenti supplenti con 24 mesi servizio. E anche l’ottava edizione del Tfa sostegno, con il numero programmato che deve rispondere alle effettive esigenze, almeno 65 mila posti. E tali risposte vanno inserite nel nuovo decreto legge sul reclutamento, il Pnrr quater. Perché – continua Pacifico – bisogna finirla con il ‘divide et impera’: è la prima regola per vincere la precarietà tra i docenti supplenti della scuola italiana e deve essere ancora combattuta. Altrimenti non facciamo che ampliare la ‘guerra tra poveri’ aspiranti docenti, artatamente alimentata dalla politica e dal sindacato negli ultimi vent'anni. Con i docenti precari suddivisi in categorie in lotta per durante del contratto (annuale, 30 giugno o breve e saltuaria); luogo di conseguimento di abilitazione o specializzazione (Italia o Europa); graduatoria di assunzione (merito, permanenti, GaE, Gps, Med, solo per citarne alcune); tipologia concorsuale (ordinaria, riservata, semplificata, straordinaria); disciplina di insegnamento (curricolare o di sostegno); titolo di studio (laurea o diploma di maturità)”.
“Noi, come Anief – spiega ancora il suo presidente nazionale - siamo l'unico sindacato della scuola che da 15 anni non si è piegato alla logica autolesionista che penalizza contemporaneamente, con i precari, gli studenti e la scuola tutta. La verità è che la guerra non si deve fare tra precari, ma con tutti i candidati alle immissioni in ruolo e sempre contro ogni discriminazione”, conclude il sindacalista autonomo. Nell’ultimo decennio abbiamo riscritto la storia contro norme e contratti ingiusti, irrispettosi del diritto comunitario. Oggi non esiste giudice nazionale, fino alla Cassazione, che non riconosca scatti di anzianità; mensilità estive; risarcimento danni; ricostruzione di carriera; retribuzione professione docenti; contributo individuale accessorio per gli Ata; ferie non godute; primo gradone stipendiale; carta docenti anche ai precari. Sono migliaia di euro di risarcimenti che si possono richiedere allo Stato. Procediamo con il ritmo di 200 mila euro recuperati a settimana. E aumentano sempre di più grazie ai ricorsi gratuiti e vincenti rigorosamente ‘targati’ Anief”, conclude Pacifico.
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