La scuola domani si ferma contro precarietà, discriminazione e abuso dei contratti: il sindacato Anief ha proclamato lo sciopero nazionale per l’intera giornata del 15 novembre riguardante tutto il personale docente, Ata ed educativo, a tempo indeterminato e a tempo determinato delle 8.200 istituzioni scolastiche e educative italiane.
Il sindacato si ribella alla mancata risposta dello Stato italiano sull'abuso dei contratti a termine, 25 anni dopo la direttiva europea 70/99 che chiede ai Paesi membri di assumere i precari dopo 36 mesi di supplenze. Le altre richieste che Anief fa al Governo sono quelle di rinnovare il sistema di reclutamento per immettere in ruolo su tutti i posti disponibili, assumere in ruolo gli idonei dei concorsi, spostare nell’organico di diritto tutti i posti in organico di fatto e in deroga. Domani sono previste le seguenti manifestazioni di piazza e un corteo di studenti. In occasione della manifestazione degli idonei una delegazione Anief, alle 14.30, sarà presente nei luoghi autorizzati dalla questura per la manifestazione.
“Diciamo basta – dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – a mezzo milione di supplenti con più di 36 mesi di servizio svolto che continuano a essere ignorati per le stabilizzazioni, come invece dovrebbe fare ogni stato membro dell’Unione Europea. Chiediamo dignità e rispetto per queste persone, attraverso il pieno recepimento della normativa europea per tutto il personale scolastico, come pure la parità di trattamento economica e giuridica con scatti anzianità, ricostruzione di carriera, ferie, assenze, salario accessorio, welfare, formazione anche per i supplenti. Inoltre, va reintrodotto il doppio canale di reclutamento specifico e certo (con stabilizzazioni da Graduatorie di merito, GaE e GPS) con assunzione quindi degli idonei di tutti i concorsi, anche del PNRR 2023, e dei precari storici, inclusi i partecipanti ai concorsi straordinari. Infine, chiediamo l’indennità di incarico dopo 3 anni di servizio e di sede disagiata, per chi lavora fuori sede, con tariffe agevolate per trasporti, buoni pasto e trasferte”.
LO SCIOPERO
La protesta arriva a 11 anni dalla prima sentenza della Corte di giustizia europea, la nota Mascolo del 2014, a 4 anni dalla denuncia accolta dal Comitato europeo dei diritti sociali: Anief chiama in piazza chi sostiene la richiesta di modifica del piano di assunzioni in ruolo e dello stanziamento di specifiche risorse contrattuali per prevenire l'abuso dei contratti a termine, al fine di attuare il principio di non discriminazione e sanzionare tale abuso senza ricorrere sempre ai tribunali. Lo sciopero Anief, dunque, vuole sollecitare l'attuale Governo ad accelerare il confronto con la Commissione europea per potere rispondere anche al deferimento del nostro Paese in Corte di giustizia Ue per il mancato recepimento della normativa europea sui contratti a temine (procedura di infrazione 4231/2014) e modificare quanto concordato dal precedente Governo in tema di immissioni in ruolo.
LE RICHIESTE DEL SINDACATO
Anief è convinta che bisogna stabilizzare gli idonei dei precedenti concorsi come quelli dell'ultimo concorso PNRR per non disperdere risorse già selezionate dallo Stato e stabilizzare con il doppio canale anche i precari delle GaE e delle GPS, nella garanzia del rispetto del merito per non disperdere l'esperienza dimostrata in anni di sevizio. Anief ritiene, inoltre, che, come si è visto dalla gestione dell'ultimo concorso PNRR, è assurdo non riconoscere il diritto degli idonei a non essere assunti in ruolo o riconosciuti abilitati, come è assurdo rispetto a 400 mila precari con più di tre anni di servizio continuare a chiamarli per le supplenze spesso con contratti in scadenza 30 giugno, per pagargli lo stesso stipendio senza avanzamento di carriera e risparmiare le mensilità estive, minando la continuità didattica.
Il giovane sindacato lancia quindi un appello a tutto il personale della scuola, a partire da quello precario, perché aderisca alla protesta di domani e possa liberamente manifestare l'esigenza di maggior rispetto e dignità, unitamente al personale di ruolo che è stato precario e merita sicuramente giustizia. “Con il 25% del personale assunto a tempo determinato, il 50% su posti di sostegno, con il blocco sistematico del tun over (70%) del personale ATA – conclude Pacifico - si continuano a violare le regole basilari sulla dignità del lavoro stesso, unico caso in Europa, e si incentiva anche il gap generazionale, piuttosto che ridurlo, tra discenti e docenti con gravi ripercussioni sugli assegni di pensione”.
LA LOCANDINA DELLO SCIOPERO
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