Cos’altro debbono argomentare i giudici per ribadire che il legislatore ha sbagliato ad escludere i precari dalla somministrazione automatica annuale della Carta del Docente? Anche il tribunale Grosseto, dove si sono rivolti i legali Anief per difendere una docente che dopo tre supplenze annuali non ha ricevuto un euro per la formazione professionale, ha ricordato l’ampia giurisprudenza sul tema assegnando all’insegnante i 1.500 euro indebitamente sottratti dall’amministrazione.
Nello specifico, il giudice del lavoro di Grosseto ha ricordato, nella sentenza, che il Consiglio di Stato con la sentenza n. 1842/22 del 16/3/2022, “ha sconfessato l'impianto ministeriale, che costituisce il portato di un sistema di formazione a “doppia trazione”: quella tra docenti di ruolo, la cui formazione è obbligatoria, permanente e strutturale, e quindi sostenuta sotto il profilo economico con l’erogazione della Carta, e quella dei docenti non di ruolo, per i quali non vi sarebbe alcuna obbligatorietà e, dunque, alcun sostegno economico”. Il medesimo giudice ha ricordato anche che la Corte di Giustizia europea, in risposta alla causa C-450/2021, “a seguito del rinvio pregiudiziale del Tribunale di Vercelli” ha stabilito che “la Carta docente sembra far parte delle “condizioni di impiego” ai sensi della clausola 4, punto 1, perché essa «è versata al fine di sostenere la formazione continua dei docenti, la quale è obbligatoria tanto per il personale a tempo indeterminato quanto per quello impiegato a tempo determinato presso il Ministero»”.
Inoltre, sullo stesso tema “si è pronunciato il Tribunale di Torino, con la sentenza n. 515/2022 del 24.03.2022 resa in fattispecie analoga alla presente e, ancora più recentemente, il Tribunale di Gorizia, con sentenza n. 91/2022 del 22.11.2022. Numerose sono inoltre le pronunce di merito che si stanno formando sulla questione astratta di principio relativa all'illegittimità della disparità di trattamento postulala in via teorica, per quanto sottesa, dalla normativa interna tra personale assunto a tempo indeterminato e personale precario. In tale contesto, giova nondimeno ricordare che tale linea interpretativa, che equipara anche con riferimento alla Carta Docenti la posizione dei docenti non di ruolo a quella dei docenti di ruolo, appare conforme anche ai principi affermati costantemente dalla Corte di Giustizia Europea e, a seguire dalla nostra giurisprudenza, anche di legittimità, in relazione ad altra nota questione concernete il riconoscimento del servizio c.d. pre-ruolo svolto dai docenti precari nel periodo antecedente la stabilizzazione. Così, ad esempio, la Corte di Cassazione, con la nota sentenza n. 31149/2019”.
Infine, anche il Governo in carica con il “Decreto Salva-Infrazioni”, all'articolo 15, comma 1”, ha cos’ disposto: “All’articolo 1, comma 121, primo periodo, della legge 13 luglio 2015, n. 107, dopo le parole "del docente di ruolo" sono aggiunte le parole "e del docente con contratto di supplenza annuale su posto vacante e disponibile". Per ultimo, di recente la Corte di Cassazione ha allargato la fruizione della Carta a tutti i docenti con contratto fino al termine delle lezioni.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “ fare ricorso gratuito con Anief per recuperare fino a 3.000 euro di risarcimento per mancata la assegnazione della Carta del docente appare sempre più un atto logico: riteniamo che è assai difficile sovvertire i pareri, peraltro motivati in modo inequivocabile, in successione del Consiglio di Stato, con la sentenza n. 1842/22 del 16/3/2022, della Corte di Giustizia europea, in risposta alla causa C-450/2021, e anche della Corte di Cassazione. Come pure degli oltre 15mila tribunali che solo Anief ha sollecitato ottenendo risposte favorevoli ai precari palesemente discriminati dalla Legge 107 del 2015”.
LE CONCLUSIONI DELLA SENTENZA DI GROSSETO
P.Q.M.
Il Tribunale, definitivamente pronunciando sulla domanda proposta, XXXXX XXXXX, disattesa ogni contraria istanza ed eccezione, così provvede:
- accerta e dichiara il diritto di parte ricorrente al beneficio di cui all’art. 1, comma 121, legge n. 107 del 2015, per l’anno scolastico 2020/2021, 2021/2022 e 2022/2023 e, per l’effetto,
- condanna il Ministero dell’istruzione all’adozione d’ogni atto necessario per consentirne il godimento;
- condanna il Ministero resistente al pagamento delle spese di lite, che liquida in euro 700 per compensi di avvocato, oltre spese generali, IVA e CPA come per legge, da distrarsi a favore degli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Giovanni Rinaldi, Leonardo Tovoli e Nicola Zampieri, dichiaratisi antistatari.
Grosseto, 7 febbraio 2024
Il Giudice
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