“La prestazione del docente precario è sovrapponibile a quella del docente di ruolo, divenendo discriminatorio, e quindi illegittimo, il differente trattamento rispetto a quest’ultimo”: lo scrive il tribunale di Vicenza condannando il ministero dell’Istruzione e del Merito a risarcire con 3.000 euro un insegnante che ha presentato ricorso con Anief dopo essersi reso conto della mancata assegnazione della card per l’aggiornamento tra il 2018 e il 2024.
Il giudice del lavoro ha ricordato che sulla questione si è espressa nel 2022 la Corte di Giustizia europea, con l’ordinanza della VI Sezione del 18 maggio 2022, soffermandosi poi sulla più recente decisione della Corte di Cassazione intervenuta sul punto ai sensi dell’art. 363 - ter c.p.c. con la sentenza 29961/23, la quale ha evidenziato che c’è un “obbligazione pecuniaria di pagamento, e come tale il ritardato adempimento comporta l’obbligo di corrispondere” la somma annuale anche ai precari.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ritiene che “presentarericorso con Anief per avere i 500 euro della Carta del docente illegittimamente sottratti ai precari è un atto di buon senso che si sta sistematicamente traducendo nel recupero del maltolto. Se la Corte di Giustizia europea, con l’ordinanza della VI Sezione del 18 maggio 2022, il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 1842/2022, e adesso sarebbe bene che tutti i precari danneggiati raccolgano i frutti della vittoria giudiziaria presentando ricorso per gli ultimi 5 anni di supplenze svolti senza ricevere la Carta docente”.
LE CONCLUSIONI DELLA SENTENZA DI VICENZA
P.Q.M.
Il Giudice del Lavoro, definitivamente pronunciando, ogni contraria o diversa istanza e deduzione disattesa o assorbita:
- condanna il Ministero resistente a costituire in favore della parte ricorrente XXXX XXX, con le modalità e le funzionalità di cui agli artt. 2, 5, 6 e 8 del DPCM 28 novembre 2016 (GU n. 281 del 1-12-2016), la Carta elettronica per l'aggiornamento e la formazione del docente delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado di cui all’art. 1, co. 121, Legge 107/2015, con accredito/assegnazione sulla detta Carta della somma pari a complessivi € 3.000,00, oltre alla maggior somma tra interessi e rivalutazione dal dovuto al saldo, da spendersi non oltre il 24° mese decorrente dalla data di costituzione della Carta stessa;
- condanna parte resistente alla rifusione delle spese di lite sostenute dalla parte ricorrente a tale titolo liquidando la complessiva somma di € 600,00, oltre a spese generali ed accessori di legge (iva e cpa), con distrazione in favore dei difensori antistatari.
Vicenza, 04/04/2024
Il Giudice
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