Dopo il Tribunale del Lavoro di Pordenone, anche quello di Venezia sostiene che l’aggiornamento professionale dei docenti va accordato pure ai precari: esprimendo parere favorevole rispetto al ricorso presentato lo scorso settembre da una supplente annuale a cui non è stata mai assegnata la Carta del docente, il giudice operante nel capoluogo veneto ha assegnato tre annualità della card del docente, per complessivi 1.500 euro, ricordando che “la previsione che limita la platea dei destinatari ai soli assunti a tempo indeterminato è stata recentemente ritenuta contraria ai precetti costituzionali dal Consiglio di Stato (v. sentenza 1842/2022), venendo a creare un’ingiustificata discriminazione tra i docenti di ruolo, la cui formazione è obbligatoria, permanente e strutturale, e i docenti non di ruolo, per i quali non vi sarebbe alcun sostegno economico alla formazione”.
Il Tribunale di Venezia, inoltre, ha spiegato, citando il Consiglio di Stato, che “un tale sistema” di aggiornamento degli insegnanti “collide con i precetti costituzionali degli artt. 3, 35 e 97 Cost., sia per la discriminazione che introduce a danno dei docenti non di ruolo (resa palese dalla mancata erogazione di uno strumento che possa supportare le attività volte alla loro formazione e dargli pari chances rispetto agli altri docenti di aggiornare la loro preparazione), sia, ancor di più, per la lesione del principio di buon andamento della P.A.”. Ricorrerebbe in particolare un contrasto “con l’esigenza del sistema scolastico di far sì che sia tutto il personale docente (e non certo esclusivamente quello di ruolo) a poter conseguire un livello adeguato di aggiornamento professionale e di formazione, affinché sia garantita la qualità dell’insegnamento complessivo fornito agli studenti”.
“Presentare ricorso al giudice del lavoro, attraverso i legali Anief per recuperare la Carta del docente – dice Marcello Pacifico, presidente Anief - significa intraprendere un percorso di giustizia che ha trovato accoglimento, nel maggio scorso, anche in sede di Corte di Giustizia europea. Non possiamo che invitare caldamente tutti coloro che hanno svolto almeno cinque mesi di servizio svolto in una annualità scolastica a presentare in tribunale la richiesta di non essere discriminati o considerati lavoratori di serie B solo perché supplenti. I docenti, come pure gli educatori sui quali si è espressa favorevolmente la Corte di Cassazione, hanno quindi facoltà di rivolgersi al giudice sia singolarmente sia presentando ricorso in modalità collettiva”, conclude Pacifico.
LA SENTENZA
Nelle conclusioni della sentenza, “il giudice definitivamente pronunciando così provvede: 1) In accoglimento del ricorso, dichiara il diritto della ricorrente al beneficio di cui all’art. 1, comma 121, legge n. 107 del 2015, per gli anni scolastici 2017/18, 2019/20 e 2020/21, usufruendo dell’importo di € 500 annui tramite “Carta elettronica” e condanna il Ministero dell’Istruzione all’adozione d’ogni atto necessario per consentirne il godimento nei termini di cui alla parte motiva; 2) Condanna il Ministero dell’Istruzione resistente alla rifusione delle spese di lite che liquida in € 1.000,00 per compensi di avvocato, oltre rimborso forfettario del 15%, IVA e CPA, come per legge, con distrazione in favore dei procuratori della ricorrente dichiaratisi anticipatari. Venezia, all’udienza del 08/03/2023”.
CARTA DEL DOCENTE: COME RECUPERARLA
Il sindacato si rivolge a tutti gli insegnanti di ogni ordine e grado precari dal 2016 perché presentino ricorso al giudice del lavoro, attraverso i legali Anief, per farsi assegnare i 500 euro annui della carta del docente: potranno in questo modo recuperare integralmente la somma. È possibile visionare video guida, più modalità di adesione al ricorso e scheda rilevazione dati.
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