Come annunciato dall’Anief, presto da Bruxelles arriverà la risposta sul quesito posto dal ministero dell’Istruzione italiano sulle modifiche da apportare nel corso della fase transitoria per i supplenti storici, prevedendo anche immissioni in ruolo da Gps previa apposita formazione dei precari individuati: il parere dei tecnici UE dovrebbe pervenire nel week end, al massimo entro lunedì prossimo, La “stretta” sui tempi delle risposte dell’Unione europea viene confermata anche dalla convocazione dei sindacati, da parte del ministero dell’Istruzione e del Merito, per martedì 7 febbraio.
“Siamo stati convocati per martedì prossimo dall’Ufficio di Gabinetto del Ministero – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - dopo il richiesto confronto con la Commissione europea. Quel tavolo di confronto per noi dell’Anief rappresenterà l'occasione anche per proporre di inserire nell'eventuale testo di modifica del PNRR una serie di norme finalizzate a modificare tutta la gestione della fase transitoria, rispetto anche agli ordini del giorno approvati al Decreto quater ed emendamenti segnalati al voto al Milleproroghe da Fratelli d’Italia e Lega: sono il numero programmato per il Tfa sostegno, la validità dei titoli conseguiti all’estero, le graduatorie concorso ordonario e strardinario bis, la stabilizzazione dei docenti di religione cattolica e degli educatori, la validità ai fini del contratto a tempo indeterminato di tutti i contratti sottoscritti con riserva, la definizione di una nuova formazione iniziale più equa”
LE RICHIESTE DEL MINISTERO SUL RECLUTAMENTO TRANSITORIO
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito – scrive oggi Orizzonte Scuola - sta proponendo un piano per il reclutamento dei docenti precari per il 2023. Il Ministero sta chiedendo alla Commissione Europea di posticipare al 2025 l’entrata in vigore del nuovo sistema di reclutamento, fissato, al momento, al 2024. Il piano proposto riguarda l’assunzione di docenti precari dalle attuali graduatorie, le GPS, attraverso percorsi formativi e prove per soddisfare gli standard richiesti. Quest’anno ci sarà una nuova fase transitoria che consentirà di assumere a tempo determinato nel 2023/24 e poi a tempo indeterminato nel 2024/25 i docenti presenti nelle graduatorie provinciali. Gli insegnanti precari che verranno chiamati come supplenti avranno un contratto a tempo determinato che fungerà anche come anno di tirocinio e formazione per completare i Crediti formativi universitari mancanti. Dopo l’anno, ai fini dell’immissione in ruolo, dovranno superare una prova scritta e orale.
Tale soluzione sarebbe l’unico modo per immettere in ruolo un numero considerevole di docenti. Il target fissato dalla riforma del PNRR è 70.000 entro il 2024, ma con il meccanismo attuale, non sarà possibile raggiungere l’obiettivo. Pertanto, lo spostamento di un anno della scadenza e questa nuova formula per la stabilizzazione dei precari sarebbe una soluzione se ottenesse l’approvazione della Commissione europea e verrà inserita in un decreto legge PNRR che dovrebbe essere approvato entro il 10 febbraio. A quanto pare però la commissione UE dovrebbe anche decidere sulla questione vincoli di mobilità. Secondo l’Unione Europea, il vincolo di mobilità è cruciale per la continuità didattica e, di conseguenza, per la qualità del sistema scolastico. La Commissione UE sostiene che l’obbligo di restare nella stessa sede è un punto fondamentale del progetto di riforma del reclutamento degli insegnanti. Questa riforma è alimentata dai fondi europei e quindi il blocco triennale dei trasferimenti è parte integrante del pacchetto e non può essere cancellato.
COSA CHIEDE L’ANIEF SUL RECLUTAMENTO
Anief sostiene che tanti precari della scuola debbano essere assorbiti: sono i supplenti chiamati su posti vacanti da GAE prima e GPS a seguire. E il doppio canale di reclutamento rimane la vera soluzione per cancellare l'abuso dei contratti a termine che l’UE condanna dalla fine degli anni Novanta. Per questo motivo, Anief dice no ai nuovi concorsi per i precari e che, invece, di tornare al vecchio doppio canale di reclutamento, con l'utilizzo delle GPS di entrambe le fasce in ogni occasione in cui le GAE risultino esaurite. È l’unico modo per avere tutti gli insegnanti in cattedra e coprire le 70 mila immissioni in ruolo promesse a Bruxelles.
L’Ufficio legislativo Anief, inoltre, sta lavorando ad una proposta che risponda ai rilievi di European Union sulla necessità di orientare le risorse del PNRR a una specifica formazione iniziale per diventare insegnante, alla procedura di infrazione attivata dallo stesso organismo e alla denuncia di Anief accolta dalle istituzioni europee (Comitato europeo dei diritti sociali e Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa) sull'abuso dei contratti a termine da parte dello Stato italiano nei confronti degli insegnanti.
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