Nello stesso giorno in cui il Presidente della Repubblica affida il nuovo Governo alla coalizione di destra che ha vinto le elezioni politiche, scadono le domande di pensione del personale docente e Ata della scuola. Entro il 21 ottobre, scrive oggi la stampa specializzata, andavano presentate le domande – sempre sul sito ministeriale Polis Istanze online - anche le revoche per le istanze di pensionamento già inviate. Per i dirigenti scolastici la scadenza è fissata al 28 febbraio 2023. Le domande presentate avranno effetto dal 1° settembre 2023. Il sindacato Anief ricorda a chi sta per prendere in mano la politica del Paese che senza un intervento normativo tra poco più di due mesi si tornerà alla Legge Fornero, poiché spariscono Quota 100 e a fine 2022 anche Quota 102.
“Non può essere ‘Opzione Uomo’ la soluzione – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – con la pensione anticipata a 58-59 anni di età, almeno 35 di contributi e ricalcolo dell’assegno tutto contributivo, come già accade con ‘Opzione Donna’: è una possibilità che comporta una penalità importante sull’assegno pensionistico che andrà a percepire: si può arrivare a perdere il 30-40%. Come si fa a rinunciare fino a 600 euro al mese e ricevere un assegno di pensione attorno ai mille euro, dopo una vita di lavoro? Chiediamo rispetto per i lavoratori della scuola: svolgono una professione logorante, dovrebbero avere tutti la deroga come accade con i dipendenti delle forze armate. Docenti e Ata con 35-38 anni di contributi devono potere quindi andare in pensione prima e senza penalità”, conclude Pacifico.
Anief ricorda che lo scorso anno la Commissione Lavori gravosi ha collocato stabilmente la professione delle maestre della scuola primaria nella lista di quelle che hanno diritto al prepensionamento, dopo averlo fatto in passato per le maestre dell’Infanzia: ma è tutto il lavoro scolastico logorante, tutti i docenti e Ata devono avere diritto all’anticipo pensionistico: quindi a lasciare il servizio a 62-63 anni di età, se in possesso di almeno 36 anni di contributi e senza particolari penalizzazioni. Anief, in convenzione con Cedan, conferma anche per quest’anno l’assistenza e il supporto specializzato per l’invio delle domande di pensionamento: è possibile contattare via web la sede Anief più vicina.
LE DOMANDE DI PENSIONE: TIPI E MODALITÀ
I requisiti:
- pensione di vecchiaia (Art. 24, commi 6 e 7 della Legge n.214/2011): d’ufficio 67 anni al 31 agosto 2023, a domanda
67 anni al 31 dicembre 2023. Anzianità contributiva minima di 20 anni;
- pensione di vecchiaia – Art. 1, commi da 147 a 153 della legge 27 dicembre 2017, n. 205: a domanda 66 anni e 7 mesi al 31 dicembre 2023. Anzianità contributiva minima di 30 anni al 31 agosto 2023
- pensione anticipata: entro il 31 dicembre 2023 per le donne anzianità contributiva minima di 41 anni e 10 mesi, per gli uomini 42 anni e 10 mesi
- opzione donna: al 31 dicembre 2021 anzianità contributiva di 35 anni + 58 anni maturati
- quota 100 e 102: entro il 31 dicembre 2021 anzianità contributiva minima di 38 anni +62 anni; entro il 31 dicembre
2022 anzianità contributiva minima di 38 anni + 64 anni.
I Dirigenti Scolastici, il personale docente (ivi compresi gli insegnanti di religione cattolica), educativo ed ATA di ruolo utilizzano, esclusivamente, la procedura web POLIS “istanze on line”, relativa alle domande di cessazione, disponibile sul sito internet del Ministero. Al personale in servizio all’estero è consentito presentare l’istanza all’Ufficio territorialmente competente in formato analogico o digitale, al di fuori della piattaforma POLIS.
Il personale delle province di Trento, Bolzano ed Aosta, presenta le domande direttamente alla sede scolastica di servizio/titolarità, che provvederà ad inoltrarle ai competenti Uffici territoriali.
Le domande di trattenimento in servizio devono essere presentate all’Ufficio territorialmente competente in formato analogico o digitale, al di fuori della piattaforma POLIS, entro il termine del 21 ottobre 2022.
LA PROPOSTA DI ANIEF
Anief chiede, quindi, “una ‘finestra’ ad hoc, assieme anche alla conversione gratuita in contributi della formazione universitaria, come pure rivendicato più volte di recente dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico. Per il sindacato basterebbe adottare gli stessi parametri di accesso alla pensione previsti per i lavoratori delle forze armate, permettendo al personale della scuola, uomini compresi, di lasciare in ogni caso il lavoro a 62 anni e senza tagli all’assegno di quiescenza. “Anche l’allargamento dell’Ape Sociale a tutti i dipendenti della scuola, potrebbe essere un passo importante – spiega ancora Pacifico – e comunque non si tratterebbe di nessuna concessione, visto l’alto numero di casi di insegnanti sottoposti a burnout e a patologie invalidanti dovute allo stress da lavoro prolungato e senza nemmeno il dovuto riconoscimento del rischio biologico, invece previsto per altre professioni anche del comparto pubblico. Occorre quindi una deroga vera: ‘Opzione Donna’ ed ora anche ‘Uomo’ comporta un prezzo da pagare a dir poco ingiusto”.
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