(ANSA) - ROMA, 2 AGO - "Si sta preparando il terreno al più grande licenziamento di dipendenti pubblici della storia della Repubblica italiana, avallando un concorso straordinario, voluto dai parlamentari delle Commissioni Cultura e Lavoro, che metterà in palio un numero di cattedre irrisorie, appena 12 mila a fronte di oltre 50 mila diplomati magistrali che lavorano stabilmente e ancora più laureati in Scienze della formazione primaria abbandonati al loro destino, con il risultato di scatenare una concorrenza spietata tra i docenti e costringere tutti gli esclusi al rivolgersi al tribunale per avere giustizia". Lo rileva in una nota l'Anief. "Si sta certificando - osserva Marcello Pacifico - il licenziamento dal prossimo 30 giugno di tanti maestri che già erano stati assorbiti nei ruoli delle Stato, a cui si vanno ad aggiungere altri 43 mila docenti della scuola dell'infanzia e primaria che hanno sottoscritto un contratto annuale da GaE. E poi ci sono tutti gli altri abilitati. Pensare di risolvere tutto questo - conclude - con un 'concorsino' per 12 mila posti, appare l'ennesima manovra da fumo negli occhi". (ANSA).
Eurosofia ha curato la preparazione per la prova preselettiva del Concorso a Dirigente Scolastico, con una metodologia vincente che ha consentito al 75% dei nostri iscritti di superare la prima fase del concorso.
10 incontri via webinar da tre ore ciascuno con correzione e restituzione della simulazione. Con l’ausilio della nostra equipe di formatori, abbiamo già programmato ed attivato il nuovo corso per la preparazione alla prova scritta.
Il corso, in linea con la formula che si è rivelata estremamente efficace, sarà articolato in 10 incontri, in modalità webinar, da tre ore ciascuno.
Durante ogni incontro i corsisti risolveranno una prova (che verterà sulle materie d'esame di cui all'art. 10, comma 2, del decreto ministeriale), della durata di 150 minuti, articolata in cinque quesiti a risposta aperta e due quesiti in lingua inglese.
Il formatore consegnerà il compito e ciascun corsista, in maniera autonoma e comodamente da casa sua, potrà compilare la prova, in seguito fornirà indicazioni e suggerimenti utili alla risoluzione del compito proposto durante ogni incontro.
I webinar saranno curati dal Prof. Rosario Gianni Leone, ex Provveditore agli Studi di Palermo e di Trapani, che dal 1981 si occupa di formazione del personale docente ed amministrativo ed attualmente è professore a contratto presso l'Università di Palermo.
A supporto della preparazione specialistica, inoltre, Eurosofia propone anche webinar tematici per acquisire maggiori competenze nelle tecnologie informatiche e della comunicazione, nella Lingua inglese e francese.
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ROMA, 22 LUG - Sul tema del "precariato eterno forse siamo alla svolta: arriva un emendamento M5S-Lega per cancellare la norma ignobile che stoppa i precari dopo 36 mesi": lo rileva in una nota l'Anief. "La presentazione dell'emendamento, sostenuta dai due partiti che compongono la maggioranza dell'attuale esecutivo, è stata accolta con soddisfazione da parte del sindacato Anief, il quale non è un caso che a sua volta - viene evidenziato - abbia predisposto proprio in questi giorni una richiesta analoga ai parlamentari, all'interno del pacchetto emendamenti allo stesso decreto Dignità che martedì prossimo, 24 luglio, arriverà in Aula". "Approvare la cancellazione del comma 131 della Legge 107/2015 è una tappa fondamentale - afferma Marcello Pacifico di Anief-Cisal - perché il governo precedente è riuscito nell'impresa di ribaltare quanto indicato dai giudici di Strasburgo nel 2014, quando la Corte di Giustizia Europea stabilì che i 36 mesi di servizio svolto vanno considerati come soglia d'accesso e non come motivo di respingimento dalla stabilizzazione". (ANSA).
Roma, 21 lug. (askanews) - "Non c'è pace per i diplomati magistrale, non c`è pace: fuori dalle graduatorie ad esaurimento e senza indennizzo di disoccupazione", avverte l'Anief.
Il sindacato spiega che "gli uffici competenti non avrebbero comunicato all`Inps nei tempi previsti le informazioni riguardanti i contributi versati dai docenti a partire dal primo gennaio 2018". E "questa situazione, che riguarda tutti i docenti, diventa ancor più problematica per tutti quei docenti diplomati magistrali, licenziati o estromessi dalle Gae per effetto della sentenza del Consiglio di Stato del dicembre scorso". Anief quindi "si appella alle istituzioni preposte, a cui chiede di superare il prima possibile i problemi che stanno mettendo in crisi non solo la professionalità ma anche la dignità di tanti maestri che da anni e anni portano avanti il loro preziosissimo lavoro formativo ed ora vengono messi alla porta, pure senza sussidi. È chiaro che se gli indennizzi non dovessero essere sbloccati a breve, ci attiveremo perché ciò avvenga intervenendo nelle opportune sedi legali".
ROMA, 15 LUG - Il 23 luglio si svolgerà la prova preselettiva nazionale per il concorso a presidi, primo atto che entro un anno dovrebbe decidere quali degli oltre 36 mila partecipanti meritano di passare dalla docenza alla dirigenza scolastica. "In mezzo, prima che si concludano le operazioni dell'atteso concorso e la formazione degli idonei, per la prima volta condotta dallo stesso Miur, bisogna affrontare un altro anno scolastico. Il quale si caratterizzerà per un numero di reggenze record: alle attuali 1.400 scuole autonome senza capo d'istituto, si aggiungeranno almeno altri 300 pensionamenti, che però non potranno essere coperti con il turn over perché le graduatorie dei vecchi idonei sono nel frattempo pressoché esaurite", ricorda il sindacato Anief, secondo il quale sarebbe utile riaprire, col decreto 'Dignità', presto all'esame delle Camere per essere convertito in legge, il corso riservato ai ricorrenti della selezione 2011: centinaia di docenti esclusi da una norma della Legge 107/2015 che, nel prevedere la procedura riservata per il reclutamento, vi ha ammesso i ricorrenti del concorso 2004 o quelli del 2011 solo se destinatari di un provvedimento di primo grado favorevole. L'Anief ha chiesto, invece, di estendere l'accesso al concorso riservato a tutti i ricorrenti". Del caso si occuperà la Corte Costituzionale il prossimo 20 novembre. Secondo Marcello Pacifico, leader di Anief, questa operazione "darebbe giustizia a tanti candidati presidi rimasti fuori senza motivo e scongiurerebbe anche il rischio di lasciare allo sbando migliaia di scuole, che si ritroverebbero con un preside costretto a dividersi tra più istituti autonomi e un alto numero di plessi distanti anche decine e decine di chilometri uno dall'altro". (ANSA).
ROMA, 13 LUG - Entro il prossimo 13 settembre il Governo italiano è chiamato a rispondere alle richieste formulate ai giudici europei dai legali del sindacato Anief che difende numerosi dei circa 50 mila maestri con diploma abilitante, conseguito prima del 2002, che sono stati espulsi dalle Graduatorie ad esaurimento in virtù proprio di una sentenza del dicembre 2017 del Consiglio di Stato. A renderlo noto è lo stesso sindacato il quale riferisce che il Consiglio d'Europa ha respinto le osservazioni sulla mancata legittimazione ad agire. In sostanza il governo italiano sarà chiamato a rispondere alle richieste formulate dai giudici europei sulla violazione di una serie di articoli della direttiva comunitaria sul precariato e della Carta sociale europea. Intanto il Decreto Dignità ha stabilito di concedere 120 giorni di tempo all'amministrazione per ottemperare alle sentenze di merito dei tribunali e 60 giorni al Parlamento per decidere il da farsi. Il decreto infatti, una volta pubblicato, dovrà entro 60 giorni essere convertito dalle Camere e prevede che gli uffici scolastici regionali abbiano altri 120 giorni per ottemperare alla sentenza. Dunque licenziamenti e lo stop alle immissioni in ruolo sono solo rinviati per 4 mesi, in attesa di una soluzione definitiva, che dovrebbe portare la maestre senza laurea ad affrontare un probabile concorso. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): "L'apertura del Consiglio d'Europa - spiega Marcello Pacifico, leader Anief - conferma che la nostra tesi è corretta e va perseguita. E che espellere gli insegnanti dalle Graduatorie ad esaurimento esporrebbe lo Stato Italiano a un'ulteriore procedura d'infrazione comunitaria per l'evidente assenza di misure di prevenzione e di sanzione dell'abuso dei contratti a termine. Il nostro Governo si è invece sempre opposto al confronto". (ANSA).
ROMA, 12 LUG - "Ben venga la selezione per nuovi presidi, ma Bussetti ha dimenticato di dire che ci sono 500 dirigenti scolastici che rischiano il licenziamento per colpa di una norma sulla Buona Scuola che ha discriminato tanti colleghi docenti aspiranti allo stesso ruolo superiore: la Legge 107/15 potrebbe avere peccato di illegittimità nel prevedere una procedura riservata per il reclutamento rivolto ai soli ricorrenti del concorso 2004 o a quelli del 2011 se destinatari di un provvedimento di primo grado favorevole. A verificare questa ipotesi, che secondo l'Anief è verosimile, sarà la Corte Costituzionale il prossimo 20 novembre. Per questo motivo Anief chiede una modifica al Decreto Legge Dignità". Lo afferma in una nota il sindacato. "Serve subito un corso-concorso per i ricorrenti 2011, proprio per non rischiare seriamente di travolgere la precedente procedura selettiva attraverso il prossimo parere della Consulta - spiega il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico -. In questo caso, coprire le 1.700 reggenze attuali, che supereranno quota 2mila a settembre a seguito dei pensionamenti e del mancato turn over, si rivelerà un'operazione inefficace, perché comunque rimarranno da coprire tanti posti che nel frattempo i giudici di rango superiore avranno di nuovo liberato. Noi abbiamo fatto di tutto per evitare che il contenzioso arrivasse alla Consulta, salvaguardando le immissioni in ruolo avvenute senza pregiudicare l'indizione del nuovo concorso, ma i nostri docenti ricorrenti hanno pieno diritto di ottenere una sessione di concorso a loro riservata. Se questo non si farà, ancora una volta la colpa sarà tutta di un'amministrazione centrale che non sa adeguare le norme alle richieste legittime di chi opera nella scuola". (ANSA).
ROMA, 11 LUG - "Riteniamo inconcepibile che, a fronte di un incremento progressivo dei requisiti richiesti dallo Stato per andare in pensione, si debba assistere anche al ricalcolo in negativo dell'Inps che sta bloccando migliaia di insegnanti. Se il Ministro Bussetti vuole tenere fede ai suoi impegni, non può dichiarare che il meccanismo adattato dall'Inps è questo e non si può fare niente: i requisiti per andare in pensione sono gli stessi e, quindi, prescindono dalla stanza e dal palazzo che li va a ratificare". Lo afferma Marcello Pacifico dell'Anief Cisal intervenendo sulla vicenda dei pensionamenti nella scuola. "Bussetti si faccia sentire, invece di elogiare ad ogni occasione il lavoro dell'Inps e del suo presidente Tito Boeri: perché spetta al Ministro dell'Istruzione tutelare i suoi dipendenti, ancora di più laddove risultano vittime sacrificali di un cavillo-beffa. Non costringa il sindacato, anche stavolta, a raccogliere le carte per portarle in tribunale, dove per fortuna i diritti non cambiano a seconda di chi li valuta", continua Pacifico. Secondo alcuni calcoli, i docenti costretti a lavorare un anno di più sarebbero circa 5mila. (ANSA).
Si comunica che per tutta la settimana le pratiche NASPI verranno raccolte presso la sede legale ANIEF - "Studio RUSSO", piazza Don Bosco 1/B dalle ore 8:30 alle ore 18:30.
Milano, 7 lug. (askanews) - "I docenti italiani lavorano di più ma lo stipendio annuo è sotto di 10mila euro rispetto alla media Ue. Se ci si ferma alle ore di lezione settimanali, queste in Italia sono superiori alla media europea sia nella scuola primaria (22 contro 19,6) che nella secondaria superiore (18 contro 16,3) e uguali nella secondaria inferiore (18 contro 18,1)". Lo denuncia l'associazione sindacale Anief.
"Per renderci conto di quanto sia enorme il gap tra i compensi annui percepiti dai nostri docenti e quelli europei - scrive in una nota - basta citare qualche esempio: alla primaria i nostri maestri prendono ad inizio carriera appena 22.903 euro, a fronte dei 32.648 dei maestri olandesi oppure dei 38.214 euro dei colleghi tedeschi; a fine carriera ai nostri docenti delle ex elementari vanno soltanto 33.740 euro (meno di quello che prendono in Germania appena assunti in ruolo), mentre in Olanda portano a casa oltre 48mila euro e i tedeschi arrivano a 51.371 euro. Se si guarda ai docenti di medie e superiori, il divario è ancora più grande. Basta dire che mentre gli insegnanti della secondaria di secondo grado con 35 anni e oltre di anzianità di servizio debbono accontentarsi di 38.745 euro lordi, quelli che operano in Olanda sfiorano i 61mila e i tedeschi i 64mila".
"Pure la media generale, comprendente tutti i docenti dei vari cicli scolastici - prosegue l'Anief - risulta impietosa: in tutti e tre i cicli scolastici, infatti, ai nostri docenti mancano circa 10mila euro per stare in linea con gli altri Paesi del vecchio Continente. Anief ricorda che il risultato raggiunto dai sindacati Confederali, firmatari dell`accordo sui mini-aumenti e sugli arretrati ancora più ridicoli, assegnati dopo un blocco quasi decennale, non ha scalfito minimamente un disavanzo che è sempre più insopportabile, oltre che ingiusto".
"Per questi motivi - afferma Marcello Pacifico (Anief-Cisal) - il nostro sindacato si siederà al tavolo delle trattative, appena sarà ratificata la rappresentanza sindacale raggiunta con il rinnovo delle Rsu dello scorso marzo, con uno preciso obiettivo: salvaguardare gli aumenti già corrisposti, sbloccare l`indennità di vacanza contrattuale, in modo da agganciare gli stipendi almeno al costo della vita, sempre tenendo conto dell`indice previsionale legato all`Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato su base europea pari all`1,4%".
ROMA, 7 LUG - I docenti italiani lavorano di più ma lo stipendio annuo è sotto di 10mila euro rispetto alla media Ue. E' quanto denuncia l'associazione sindacale Anief, spiegando che "se ci si ferma alle ore di lezione settimanali, queste in Italia sono superiori alla media europea sia nella scuola primaria (22 contro 19,6) che nella secondaria superiore (18 contro 16,3) e uguali nella secondaria inferiore (18 contro 18,1). Per renderci conto di quanto sia enorme il gap tra i compensi annui percepiti dai nostri docenti e quelli europei, basta citare qualche esempio: alla primaria i nostri maestri prendono ad inizio carriera appena 22.903 euro, a fronte dei 32.648 dei maestri olandesi oppure dei 38.214 euro dei colleghi tedeschi; a fine carriera ai nostri docenti delle ex elementari vanno soltanto 33.740 euro (meno di quello che prendono in Germania appena assunti in ruolo), mentre in Olanda portano a casa oltre 48mila euro e i tedeschi arrivano a 51.371 euro". "Se si guarda ai docenti di medie e superiori - prosegue la nota - il divario è ancora più grande. Basta dire che mentre gli insegnanti della secondaria di secondo grado con 35 anni e oltre di anzianità di servizio debbono accontentarsi di 38.745 euro lordi, quelli che operano in Olanda sfiorano i 61mila e i tedeschi i 64mila. Pure la media generale, comprendente tutti i docenti dei vari cicli scolastici, risultano impietose: in tutti e tre i cicli scolastici, infatti, ai nostri docenti mancano circa 10mila euro per stare in linea con gli altri Paesi del vecchio Continente". Anief ricorda che il "risultato raggiunto dai sindacati Confederali, firmatari dell'accordo sui mini-aumenti e sugli arretrati ancora più ridicoli, assegnati dopo un blocco quasi decennale, non ha scalfito minimamente un disavanzo che è sempre più insopportabile, oltre che ingiusto". "Per questi motivi - scrive Marcello Pacifico (Anief-Cisal) - il nostro sindacato si siederà al tavolo delle trattative, appena sarà ratificata la rappresentanza sindacale raggiunta con il rinnovo delle Rsu dello scorso marzo, con uno preciso obiettivo: salvaguardare gli aumenti già corrisposti, sbloccare l'indennità di vacanza contrattuale, in modo da agganciare gli stipendi almeno al costo della vita, sempre tenendo conto dell'indice previsionale legato all'Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato su base europea pari all'1,4%". (ANSA).
ROMA, 3 LUG - "Dopo un silenzio imbarazzante sulla vicenda, il Ministero dell'Istruzione, attraverso il Consiglio dei Ministri, riesuma un articolo di legge di 22 anni fa (art. 14 d.l. 669/96) per dare tempo al Parlamento di riscrivere il nuovo processo di formazione iniziale e reclutamento degli insegnanti e rispondere alle denunce inoltrate da Anief al Consiglio d'Europa e alla Cedu, oltre che la Risoluzione 242 del 31 maggio dello stesso Parlamento europeo sui contratti a termine. Anief lancia un appello ai parlamentari: riaprite le GaE, confermate nei ruoli i neo-assunti e assumete su tutti i posti vacanti e disponibili". Lo rende noto l'Anief in una nota. "Il nostro sindacato è pronto a dare battaglia tra le Commissioni Istruzione di Camera e Senato per risolvere il problema della precarietà", afferma Marcello Pacifico di Anief-Cisal. "I prossimi quattro mesi saranno importanti per andare a convertire le norme nazionali in leggi rispettose del diritto comunitario come da noi interpretato e anche come inteso da tutti i Paesi aderenti all'Ue. Per questi motivi chiederemo di riaprire le GaE a tutto il personale abilitato, di reclutare i docenti non abilitati con 36 mesi di servizio in assenza di altri candidati e di confermare in ruolo i neo-assunti in ogni ordine e grado". (ANSA).
ROMA, 27 GIU - L'Anief plaude alla decisione di cancellare la chiamata diretta degli insegnanti. "La decisione di introdurre un modello di scelta del personale di stampo privato in un contesto pubblico si è rivelata inutile, poco praticabile e per di più immotivata, perché - afferma Marcello Pacifico - per scegliere dei docenti già formati e graduati in base ai titoli e servizi svolti, non c'era alcuna esigenza di selezione. Basterebbe ricordare che in Italia per diventare oggi insegnante occorre intraprendere un percorso universitario lungo ben otto anni. La norma avrebbe voluto fare assegnare alle scuole le professionalità di cui avevano bisogno, ma poi nella realtà è risultato tutto pasticciato, perché in mancanza di linee guida univoche, ci siamo ritrovati con adozioni troppo diversificate e quindi discriminanti". Inoltre il cosiddetto "'potenziamento' degli istituti - osserva ancora Pacifico - è stato assegnato prima della scelta delle scuole nel Piano dell'offerta formativa triennale e comunque, spesso, anche in contrasto con il bisogno delle scuole. Infine, quando la chiamata diretta è andata deserta, le scuole hanno ricevuto insegnanti assegnati d'ufficio dagli Uffici scolastici regionali. Senza contare il fatto che il nostro sindacato ha ancora pendente una questione pregiudiziale di costituzionalità al Tar Lazio". (ANSA).
ROMA, 26 GIU - Gli aumenti dell'ultimo triennio nel mondo della scuola "dovevano avere tutt'altra portata, mediamente del triplo rispetto a quelli accordati: a fronte dello 0,36% per il 2016, l'1,09% dell'anno scorso e del 3,48% del 2018, gli incrementi da applicare dovevano essere rispettivamente del 4,26%, del 4,66% e del 5,51%". A mettere a punto i numeri è l'ufficio studi del sindacato Anief dopo la relazione odierna della procura generale della Corte dei conti nella requisitoria sul giudizio relativo al rendiconto generale dello Stato relativamente al personale della scuola. Per Marcello Pacifico, leader di Anief-Cisal, "le questioni messe in risalto oggi dalla Corte dei Conti devono essere da monito per i nostri governanti, perché partono da un organismo super partes che opera per lo Stato. La mancanza di cambiamento, registrata dalla Corte, è significativa di come il sistema organizzativo della scuola risulti purtroppo bloccato, tendente al trascinarsi piuttosto che all'innovazione. Costringere centinaia di migliaia di docenti e Ata a rimanere in servizio loro malgrado, dopo decenni di lavoro svolto a stretto contatto con gli alunni, rappresenta una scelta che alla lunga costerà molto cara al sistema Paese". (ANSA).
ROMA, 23 GIU - Il Miur ha pubblicato un decreto, il DM 506, "che disciplina le operazioni di inserimento nelle Graduatorie ad esaurimento alla vecchia maniera: niente reinserimento per gli esclusi e passaggio dalla quarta a terza fascia; graduatorie precluse anche per i laureati in Scienze della formazione primaria col vecchio ordinamento; aggiornamento vietato, infine, per tutti coloro che, pur stando già nelle Graduatorie ad esaurimento, sono interessati a far valere i nuovi titoli e servizi maturati negli ultimi quattro anni oppure hanno intenzione di cambiare provincia di appartenenza per ritrovarsi con maggiori chance di essere assunti anche a tempo indeterminato". Ad affermarlo è il sindacato Anief, secondo il quale "il Miur continua a sbagliare" e che ha già impugnato il provvedimento. (ANSA).