Rassegna stampa

www.governarelascuola.it – 22 settembre 2012
“Buona e cattiva digitalizzazione”
░ Riportiamo le considerazioni di Pietro Perziani, il direttore del periodico digitale “Governare la scuola”.
… Il 18 settembre al MIUR è stato firmato un “accordo operativo” tra il Ministro Profumo e 11 regioni italiane (Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Marche, Piemonte, Umbria). Gli accordi prevedono un cofinanziamento tra MIUR e singola Regione per la realizzazione di una pluralità di iniziative, a seconda delle diverse esigenze, quali le LIM, le Cl@2.0 o le Scuole@2.0 in Toscana, ad esempio, sono stati stanziati due milioni e mezzo di euro. I fondi serviranno sia per l'acquisto degli strumenti informatici che per la formazione del personale. Un plauso alle 11 regioni; domanda: e le altre ? Questa è “buona digitalizzazione”, tutto il contrario di quello che è stato chiamato il registro digitale, classico esempio dell’effetto annuncio. Fermo quanto finora detto sulla mancanza di risorse, la ristrettezza dei tempi, le difficoltà di realizzazione, la domanda vera è: come garantire la sicurezza e la privacy, nella compilazione da parte dei docenti e nell’accesso da parte dei genitori ? Molto più semplicemente: a cosa serve? Non sarebbe più pratico informare le famiglie in modo regolare, magari via e-mail? Il gioco vale la candela ?

www.orizzontescuola.it – 23 settembre 2012
“Se questo concorso s’ha da fare… Almeno siano ben fatte !”
░ Riportiamo alcuni passaggi di un lungo articolo del prestigioso pedagogista Maurizio Tiriticco.
… Non si comprende perché e come possano essere proposti quesiti di questo tipo, in considerazione del fatto che i concorrenti da “testare” sono soggetti laureati i quali, dopo anni e anni di studio e di elaborazione intellettuale, non possono non possedere abilità logiche. Dubitarne è folle! Il Miur che ha la governance della scuola e dell’università dubita dei loro prodotti? A meno che non vengano proposti i “giochini” della Settimana enigmistica o quelli che ritroviamo in centinaia di pubblicazioni dedicate. In effetti, le librerie sono piene di manualetti finalizzati a misurare le proprie capacità intellettive, in cui si propongono quesiti a volte cervellotici, “indovinelli”, cerchietti e triangolini, disegnini vari, tutti stralciati dai test che in genere si adottano per misurare il Qi, sempre ammesso che sia possibile misurare l’intelligenza, se è poi vero che non ne esiste una sola. Sono “giochini” che, com’è noto, creano sempre mille difficoltà anche a un severo e preparatissimo professionista. Io non ne azzecco mai uno, quindi… se mi presentassi alla prima prova preselettiva, sarei rigorosamente bocciato!
… Non si comprende come e perché un laureato non debba essere in grado di comprendere un testo…. Se poi si tratterà di un testo letterario (siamo sempre malati di petrarchismo), ci sarà da ridere se qualcuno penserà che una sua lettura sia riconducibile a una interpretazione univoca e oggettiva! Basta un Papè Satan per bocciare tutti i candidati insegnanti!
Come sarà possibile verificare se un soggetto è in grado di utilizzare con successo un PC, o meglio di possedere una sufficiente competenza informatica (competenza, cioè saper fare) – come sto facendo io in questo momento, scrivendo, anche se con criteri molto elementari – solo se è in grado di rispondere a 10 quesiti? E se non so chi sono Papert o Turing o Von Neumann, cosa sono l’algebra di Boole o l’Eniac o l’Ai o una Cpu, qualcuno può dire che la mia competenza informatica di primo livello, quella che si deve richiedere ad ogni insegnante oggi, non esiste?
… C’è poi la questione tempo: è sufficiente un minuto a quesito per rispondere? Se i quesiti puntano solo sulla memoria di dati e informazioni, la risposta è sì. Ma se i quesiti implicano un minimo di ragionamento (quesiti di logica) e di interrogazione del testo (la sua comprensione), un minuto a quesito è insufficiente… A meno che la scelta complessiva effettuata dal Miur sia proprio quella di sparare nel mucchio – come si suol dire – e “privilegiare” i soggetti che potremmo definire più intuitivi e “far fuori” quelli più analitici. La prova scritta consiste in una prova semistrutturata con griglia nazionale di valutazione…. Com’è noto al docimologo, in caso di risposte aperte, è opportuno predisporre per ciascun quesito la cosiddetta “risposta criterio”, cioè una sorta di facsimile della risposta attesa onde evitare disparità di trattamento misurativo. Il che è possibile nel caso di quesiti semplici, ma nel caso di quesiti complessi, aperti poi a incursioni anche pluridisciplinari, formulare una “risposta criterio” si presenterà estremamente difficoltoso. D’altra parte, il non formularla darà adito a verifiche inficiate di un alto tasso di soggettività! Già prevedo che due correttori si esprimeranno diversamente di fronte alla stessa prova! E allora? Dove andrà a finire l’oggettività di una prova semistrutturata? La prova orale… Mi chiedo: che cosa significa lezione simulata? … E’ bene che chi apprende sappia che nel corso della vita si troverà spesso di fronte a “informazioni discendenti” (relazioni, conferenze, discorsi, dissertazioni, arringhe, comizi, allocuzioni, ecc), che occorre seguire, comprendere, coglierne i concetti fondanti e via dicendo. Ma la lezione non deve assolutamente costituire l’unica forma di rapporto linguistico/comunicativo con gli alunni. Da anni si insiste, ad esempio, sulla attività laboratoriale e su mille altre forme di coinvolgimento degli alunni che non sto qui a ricordare. Il secondo errore concettuale è quello di simulazione: se c’è qualcosa di estraneo ad una corretta e produttiva interazione, e non solo tra i docenti e gli alunni… è proprio quello della simulazione! A meno che non si parli dei giochi di simulazione che sono un’altra cosa rispetto alla simulazione tout court. Per non dire poi che non c’è nulla di più falso che simulare – o fingere – di svolgere una lezione che riguarderebbe alunni in età evolutiva di fronte ad adulti che non devono apprendere e comprendere, ma giudicare! Insomma la lezione simulata contribuirà a sollecitare nei concorrenti conoscenze, atteggiamenti e comportamenti che sono proprio quelli che non dovranno mai assumere con i loro alunni! A meno che non si voglia persistere ad oltranza con la scuola verbosa e nozionistica che da almeno mezzo secolo stiamo combattendo! Altro passaggio infelice è quello relativo alle “competenze di trasmissione delle discipline di insegnamento”. Una disciplina non si trasmette! Non è un telegiornale! Non è un insieme di informazioni che vengono “trasmesse” senza poi verificare se sono state “ricevute” o meno! La stessa teoria della comunicazione rifiuta ormai questo modello…. Di fatto il nostro Miur propone ai suoi insegnanti la didattica delle prove oggettive e della lezione !

Latecnicadellascuola.it – 23 settembre 2012
“Nuove regole per le convenzioni di cassa”
░ Le scuole dovranno seguire regole precise e minuziose per individuare l'Istituto Cassiere a cui affidare l'incarico. (Di Reginaldo Palermo).
Con una nota del 20 settembre il Miur fornisce alle istituzioni scolastiche norme analitiche e dettagliate sullo schema delle convenzioni di cassa che le scuole stesse dovranno quanto prima sottoscrivere per adeguarsi alle norme contenute nella legge 135 del 2012. La nota (quasi 50 pagine) contiene diversi allegati: uno schema di convenzione, un capitolato tecnico, lo schema di offerta economica e, per finire, persino una precisa tabella per le modalità del calcolo del punteggio spettante a ciascuna offerta…. Intanto bisogna ricordare che a metà novembre le scuole dovranno trasferire alla Tesoreria Unica tutti i fondi disponibili sul proprio conto corrente bancario sul quale rimarranno davvero pochi spiccioli. Senza dimenticare che a partire dal prossimo gennaio alle scuole non verranno più assegnate le risorse per le retribuzioni dei supplenti che verranno gestite direttamente dai Servizi del Tesoro….

www.lastampa.it – 24 settembre 2012
“Prof italiani nel mirino “Pubblicazioni inutili”
░ L’accusa è che scrivano su riviste di scarsa qualità; lo fanno per acquisire il punteggio utile a fare carriera negli atenei.
Secondo voi «Yacht Capital» è una rivista di un certo peso nel mondo della ricerca scientifica internazionale? E «Etruria Oggi?» E «Suinicoltura»? La risposta è fin troppo ovvia ma l’università italiana - già non troppo quotata nel mondo - è oggetto di scherno sul web da quando il sito Roars ha dato uno sguardo un po’ approfondito alla lista delle riviste scientifiche sulle quali i docenti pubblicano i loro lavori per i settori non bibliometrici, vale a dire scienze umane e sociali, pubblicata dall’Anvur, l’Agenzia prevista dalla riforma Gelmini dell’università per mettere a punto il sistema di valutazione del mondo universitario e della ricerca. … Andrea Graziosi, uno degli «Alti esperti di valutazione» dell’Anvur, ha provato a difendere sul sito Roars il lavoro suo e degli altri che hanno compilato l’elenco: «Facile fare dell’ironia, ma c’è da piangere. Quel che vedete è quanto è stato immesso per anni da tantissimi professori e ricercatori italiani delle scienze umane e sociali nelle banche dati del Cineca, anzi la sua parte migliore (per questo c’è da piangere ancora di più). Almeno per l’area 11, quella di cui rispondo, le Società e il Gruppo di Lavoro hanno infatti ripulito le liste, e credo che abbiano tagliato quasi il 50% delle “riviste” su cui dicono di aver pubblicato. Aggiungo che sulla base di queste pubblicazioni molte università hanno distribuito i soldi ai dipartimenti per anni». Forse anche su questo sarebbe utile un approfondimento.

www.latecnicadellascuola.it – 24 settembre 2012
“I rischi etici che potrebbero arrivare dall'espletamento del concorso a cattedra”
░ La prova di selezione sarà somministrata a professionisti che operano da diversi anni come docenti. E se venissero bocciati? (di Lucio Ficara).
… In questi giorni ci sono state diverse manifestazioni contro il bando di questo concorso…. Oltre al dibattere sull’opportunità o meno di bandire questo concorso, bisognerebbe fare una seria analisi sui forti rischi etici che potrebbero determinarsi con l’espletamento del concorso a cattedra. Si potrebbe verificare, anzi si verificherà certamente, che qualche docente, che insegna da molti anni nella scuola pubblica, risponda male a diverse domande di area logico-deduttiva, e che quindi risulti escluso dal concorso. Ma questo comporterebbe non soltanto l’esclusione da un concorso, ma la certificazione che mandiamo ad insegnare nelle classi dei nostri figli, persone che non posseggono abilità logico-deduttive. Il rischio etico a cui facciamo riferimento è quello che l’amministrazione ha utilizzato in modo reiterato negli anni personale a tempo determinato che oggi scopriamo non possedere facoltà logico-deduttive, procurando danni irreparabili. Secondo voi è etico da parte di un’Amministrazione seria, scoprire, dopo lustri di carriera come docente, che un professore non ha abilità logico-deduttive? Noi francamente pensiamo di no. Siamo convinti che questo tipo di concorso possa andare bene per chi non ha avuto esperienze didattiche e quindi deve essere valutato per comprendere se possiede oppure no certe abilità.
Non è etico invece misurare le abilità logico deduttive di persone che hanno un’esperienza lavorativa consolidata ed una carriera ben avviata.

Retescuole – 26 settembre 2012
“Caro Profumo, il concorso è pubblico o riservato?”
░ Riportiamo l’articolato, fondamentale, quesito posto da Pino Patroncini
Chi sa di scuola e di pubblico impiego sa che esistono concorsi pubblici e concorsi riservati. Normalmente quelli pubblici, come prescrive l’articolo 97 della Costituzione, che ne fa una questione di oggettività e di eguaglianza dei cittadini nell’accesso agli incarichi pubblici, sono aperti a tutti, cioè a chiunque voglia parteciparvi, posto, naturalmente, che abbia i requisiti legali (titolo di studio appropriato, fedina penale pulita , rispetto dei limiti minimi e massimi di età, cittadinanza una volta italiana oggi europea ecc.). I concorsi riservati sono normalmente riservati a personale che appartiene già alla medesima amministrazione e voglia o passare da una qualifica ad un’altra o, essendo precario, passare a tempo indeterminato…. Il concorso che viene bandito oggi dovrebbe essere pubblico, ma in realtà non lo è. Non lo è, non tanto perché dovrebbe essere riservato ai soli abilitati: la legge è cambiata nel 1998 ed ha aggiunto un requisito in più, cosa spiacevole per molti, ma fino a qui legale, dal momento che da allora in poi il percorso universitario avrebbe dovuto chiudersi, per chi intendesse dedicarsi all’insegnamento, con un’appendice abilitante. La cosa tuttavia è stata bloccata alcuni anni fa per la scuola secondaria, e non per la primaria e la scuola dell’infanzia, come se niente fosse, senza rendersi conto dei disguidi che si creavano nonché delle disparità di trattamento tra i due gradi di scuola. Risultato: sono esclusi tutti coloro che si sono laureati senza poter partecipare da alcuni anni a questa parte a questa appendice abilitante che non c’era più, mentre sono inclusi tutti coloro che, pur non essendo abilitati, si erano laureati prima della legge (cioè fino al 1998) o che erano già in corso di laurea (cioè fino al 2002 se il corso era quadriennale o al 2003 se era quinquennale), ivi compresi per la scuola elementare e materna i diplomati iscritti all’istituto magistrale fin dall’anno scolastico 1997-98 (compresi eventuali ripetenti terminanti oltre il 2002). Già questo la dice lunga sulla correttezza della dizione “concorso pubblico”, oltre che sulla caratterizzazione giovanile di questo concorso che vedrà tra un paio d’anni (tanto ci vorrà svolgerlo) entrare in ruolo “giovani” laureati al minimo trentasettenni, sempre che riescano a “soffiare” spietatamente il posto ai loro colleghi ultraquarantenni ancora precari, alla faccia del preteso ringiovanimento della categoria, oltre che della solidarietà sociale. Ma, a parte ciò, il concorso non è pubblico innanzi tutto perché il bando – si badi bene, il bando, non una legge o un decreto delegato – prevede che non possano parteciparvi coloro che occupano già un posto a tempo indeterminato nella scuola statale. Cioè non può parteciparvi un bidello o un lavoratore delle segreterie scolastiche che si sia laureato per tempo ma che finora non abbia avuto la fortuna di entrare nell’insegnamento, può invece parteciparvi qualsiasi altro lavoratore pubblico e privato. Non può parteciparvi un maestro elementare che, poniamo laureato in lettere o matematica, voglia tentare di entrare nella scuola secondaria. Non può parteciparvi un insegnante di lettere di un istituto tecnico o professionale che voglia andare insegnare lettere con latino in un liceo. Naturalmente invece può parteciparvi un insegnante a tempo indeterminato della scuola privata. … - diciamola giusta - per “evitare gente più vecchia “ si mettono “pezze” che sono peggiori del buco. Talmente peggiori che questa da sola, portata davanti ai TAR, è in grado di produrre il blocco del concorso stesso. E poi ci sono le altre misure contraddittorie che potremmo definire minori. Il bando continua a parlare di una prova pre-selettiva. Ora, se non mi ingannano la logica e la linguistica (ah, lo strutturalismo!) , il prefisso “pre” vuol dire prima. Prima di che ? Prima del concorso. E quindi è una prova extra - concorso, tesi avvalorata dal fatto che il concorso prevede di norma due prove, una scritta e una orale. Allora al concorso non parteciperanno tutti ma coloro che avranno superato una pre-selezione e quindi non tutti coloro che hanno titolo per legge a parteciparvi, ma coloro che hanno titolo a parteciparvi ad libitum dell’amministrazione, che stabilirà pre-selezioni più o meno difficili a seconda delle bisogna, anche se in base a un criterio oggettivo quanto si vuole. Si aggiunga che la legge a cui si ispira il concorso (decreto legislativo 460/1998)prevedeva che potessero partecipare al concorso, in caso di numeri di ammissione inferiori al triplo dei posti messi a concorso ( e qui – tanto per complicarci ulteriormente la vita- sarebbe interessante capire se prima o dopo la pre-selezione), anche i laureati successivi al 2002-2003. Ma chi ha scritto il bando questa clausola scritta nella legge l’ha dimenticata nella penna, pur sapendo che nelle recenti preselezioni dei TFA la spietata legge della selezione ha creato più di un caso in tal senso, costringendo l’amministrazione a cancellare intere serie di quesiti per salvare la situazione. Ecco dunque altri potenziali esclusi che potrebbero legge alla mano rivendicare l’inclusione almeno potenziale. Un’altra disparità di trattamento: come si è già detto, per i diplomati dell’istituto magistrale è previsto che l’anno di riferimento per l’accesso non sia solo quello finale 2002-03 ma anche quello iniziale 1997-98, in altre parole salvaguardando gli eventuali ripetenti nel percorso scolastico, ma la stessa cosa non è prevista per i fuori corso dell’università iscritti nel 1997-98. E’ una disparità prevista nella legge del 1998 e stavolta non è colpa di chi ha steso il bando, ma è pur sempre una disparità che potrebbe persino comportare l’incostituzionalità del D.Lvo 460/98. Infine l’ultima esclusione contenuta nella legge stessa: tra i non abilitati non tutti coloro che supereranno il concorso, cioè l’esame, saranno abilitati, ma solo coloro che vinceranno cattedra e saranno assunti. E’ una cosa ridicola che il titolo professionale non dipenda dalla prova d’esame e neppure, badate, dal superamento del periodo di prova, ma dalla casualità, tutt’altro che improbabile, della assunzione. Tutt’altro che improbabile perché, per fare un esempio, con 6 posti di matematica e scienze messi a concorso in Liguria e 68 in Sicilia è pressochè sicuro che un risultato più alto non darà luogo ad abilitazione a Genova mentre uno più basso lo darà a Palermo. Ed anche questo mi pare assai poco costituzionale. Sono sicuro che queste obiezioni sono state più volte sollevate ed anche da più parti. Ma ho l’impressione che nei corridoi del Ministero ed anche in quelle del Parlamento, visto che un Decreto legislativo supera controlli parlamentari, si siano fatte le spallucce di fronte a queste obiezioni. Allora però non lamentiamoci se l’amministrazione di questo paese la debbono fare i Giudici e non i Ministri e i Parlamentari!

www.larepubblica.it – 26 settembre 2012
“Straniero un alunno su dieci “Per loro pochissime iniziative e i docenti li sceglie la Curia”
░ Gli studenti non cristiani triplicati dal 2001. E le confessioni reclamano nuovi programmi
Cattolici, ortodossi, protestanti e giovani musulmani. La scuola italiana è “politeista”. Tra i banchi si moltiplicano le nazionalità e le religioni professate. Tutta colpa dei “nuovi italiani”: quell’esercito di 755.939 figli di immigrati che frequentano regolarmente gli istituti scolastici del nostro Paese. Per questo le altre confessioni chiedono che dall’ora di religione si passi all’ora di storia delle religioni.
La scuola multietnica è fotografata dai numeri: su poco meno di otto milioni di studenti, nell’anno scolastico 2011/2012 sono 755.939 gli alunni con cittadinanza non italiana (quest’anno dovrebbero sfiorare il tetto degli 800mila). Di questi, il 44,2 per cento è nato in Italia (334.284). Una crescita costante: basta pensare che dieci anni fa gli studenti d’origine straniera si fermavano a quota 196mila.
Da dove vengono? In testa i romeni (126mila), seguiti da albanesi, marocchini, cinesi e moldavi. Di che religione sono? Più difficile saperlo. Stando ai dati del dossier Caritas-Migrantes, tra i quasi cinque milioni di immigrati residenti in Italia, il 53,9 per cento è cristiano (in gran parte ortodosso), il 32,9% è musulmano, il 2,6% induista, l’1,9% buddista, lo 0,1% ebreo, il 4,3% ateo. Una proporzione che stando
al dossier può reggere anche tra i banchi di scuola… Di fronte a una scuola multiconfessionale, l’ora di religione “parla” ancora solo cattolico… E i musulmani che cosa dicono? «L’ora di religione è figlia del Concordato — risponde Izzeddin Elzir, presidente dell’Ucoii (Unione comunità islamiche d’Italia) — noi chiediamo che accanto a questo diritto acquisito si faccia un’ora di dialogo interreligioso, per far conoscere ai nostri bambini le culture, non solo religiose, di tutti quanti. Perché la diversità è una ricchezza che non andrebbe cancellata».

Corriere della sera – 27 settembre 2012
“Religione, Profumo si corregge «Non voglio cambiare le norme»”
░ Assicura: «non penso certo a cambiare norme o patti, tantomeno a fine legislatura, quando rifletto ad alta voce» su come l'Italia e dunque la scuola italiana possa fare i conti con la mutata realtà.
Non se lo aspettava tanto clamore, il ministro Profumo, per le sue dichiarazioni sull'opportunità di rivedere i programmi di religione. La polemica, partita in sordina venerdì, è scoppiata ieri dopo reiterate dichiarazioni sul tema da parte del ministro. E ieri, in una lettera inviata al filosofo cattolico Giovanni Reale pubblicata da Il Messaggero, il titolare di Viale Trastevere smorza i toni parlando di «valutazioni personali», «interpretazioni fantasiose», «cortocircuiti della cronaca più spicciola». Ma soprattutto assicura: «non penso certo a cambiare norme o patti, tantomeno a fine legislatura, quando rifletto ad alta voce» su come l'Italia e dunque la scuola italiana possa fare i conti con la mutata realtà. Parole che dovrebbero rassicurare, soprattutto le alte sfere ecclesiastiche. L'Avvenire, il quotidiano dei vescovi, ieri in un articolo, eloquentemente titolato «Il ministro sbaglia tema», parla di «nuovo fuoco sorprendentemente aperto contro l'insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica, cioè statale e paritaria». E rimprovera a Profumo — già al centro di un editoriale per la faccenda del concorso a cattedra — una «sorprendente poca dimestichezza "tecnica" con il tema». Polemico anche Giuseppe Fioroni, esponente del Pd e cattolico convinto. «Se per evitare di confrontarsi con i danni fatti finora alla scuola italiana dai tagli si butta sempre la palla in tribuna non si risolve nulla» ha ammonito l'ex ministro dell'Istruzione, rivolgendo un invito al suo successore: «Anziché cambiare l'ora di religione, che è materia concordataria, il ministro Profumo deve dare le risorse necessarie a far funzionare l'ora alternativa, che già esiste ma che gli istituti non riescono a rendere operativa». Decisa stroncatura nelle file del Pdl. «Si legga il concordato» suggerisce il senatore Franco Asciutti, capogruppo pdl della commissione Istruzione del Senato, mentre promette barricate Alessandro Bertoldi, presidente nazionale studenti Pdl-Vis studentesca. Nella lettera a Reale, Profumo chiarisce tuttavia il suo pensiero. Racconta di aver incontrato, visitando tante scuole in tutta Italia, un'Italia multietnica e multiculturale. «Il nostro Paese è al centro di un Mediterraneo in tumultuosa evoluzione politica e spirituale, da sempre crocevia di fedi e popoli, che da qualche tempo cerca un diverso equilibrio tra di esse e tra di essi. Sono dinamiche — scrive il ministro — che ci toccano da vicino, mi sono detto guardando le nuove classi della scuola italiana, dove questo essere crocevia è divenuto infine realtà. Conoscere questo nuovo mondo, e cercare di capirne i processi di trasformazione mi sembra essenziale per i nuovi italiani tanto quanto saper far di conto, saper scrivere nella nostra bellissima lingua, conoscerne una straniera e avere una cultura civica e costituzionale pronta per la cittadinanza». E questa esigenza — conclude — «non ha nulla a che fare né con un relativismo culturale in spregio alle nostre radici né con la riproposizione di un multiculturalismo così ideologico da essere stato accantonato anche nella civilissima Gran Bretagna dove fu per la prima volta introdotto».

 

Il Fatto Quotidiano – 15 settembre 2012
“I nostri bambini sono tutti uguali”
░ Assistenza e sostegno ai bambini disabili, nelle grandi città.
A Milano i genitori di bambini con disabilità hanno trovato un’amara sorpresa al suono della prima campanella scolastica: le ore di sostegno ai propri figli sono state dimezzate. A Roma per 420 ragazzi la scuola comincerà più tardi, perché al momento gli insegnanti di sostegno non ci sono neppure. Le motivazioni sono articolate, ma si possono sintetizzare in tre parole: mancano i soldi. Un insegnante di sostegno costa, a seconda dei Comuni, dai 15 ai 19 euro l’ora. Di cui, circa 6 euro vanno al docente, il resto alle cooperative che gestiscono il servizio. A Milano il Comune sostiene di non aver operato alcun taglio, che il budget assegnato era e resta di 4,4 milioni di euro, ma di aver dovuto innalzare la retribuzione oraria a 18 euro e che questo ha comportato una riduzione del monte ore del 2%. I presidi delle scuole parlano però di cifre ben più pesanti, con famiglie che si sono viste ridurre il sostegno al proprio figlio anche del 50%..... Quali sono le altre voci di spesa non rivedibili di fronte alla necessità di fornire assistenza per una normale frequenza scolastica a bambini uguali a tutti gli altri nel diritto di apprendere per non parlare di quello, altrettanto fondamentale, di frequentare i propri compagni tra i banchi, in cortile, durante le normali attività scolastiche?

www.governare lascuola.it – 16 settembre 2012
“Le novità della legge 135/2012 in materia di contrattazione”
░ Pietro Perziani, direttore del periodico digitale, si sofferma su una novità introdotta in materia di relazioni sindacali: l’”esame congiunto”.
L’art.5, comma 2 del D.Lgs 165/2011 risulta così riformulato:“Nell’ambito delle leggi e degli atti organizzativi di cui all’articolo 2, comma 1, le determinazioni per l’organizzazione degli uffici e le misure inerenti alla gestione dei rapporti di lavoro sono assunte in via esclusiva dagli organi preposti alla gestione con la capacità e i poteri del privato datore di lavoro, fatti salvi la sola informazione ai sindacati per le determinazioni relative all’organizzazione degli uffici ovvero, limitatamente alle misure riguardanti i rapporti di lavoro, l’esame congiunto, ove previsti nei contratti di cui all’articolo 9. Rientrano, in particolare, nell’esercizio dei poteri dirigenziali le misure inerenti la gestione delle risorse umane nel rispetto del principio di pari opportunità nonché la direzione, l’organizzazione del lavoro nell’ambito degli uffici”. L’innovazione attiene a quello che viene definito “esame congiunto”; naturalmente, nulla viene innovato rispetto alle riserve di legge e alle prerogative dirigenziali, l’innovazione è nell’informazione alle OO.SS. Le materie di informazione sindacale vengo suddivise in:
- misure attinenti all’organizzazione degli uffici; anche qui, niente viene innovato, rimane le semplice informazione; - misure attinenti ai rapporti di lavoro; come già accennato, la novità sta qui, viene introdotta la possibilità dell’esame congiunto, ove previsto dai contratti. Ma cos’è quest’esame congiunto? Per prima cosa, va detto che non si tratta certo di una novità nelle relazioni del comparto scuola; era previsto addirittura nel primo CCNL 1994-1997, all’art. 8, rubricato appunto “Esame”: “Ciascuno dei soggetti di cui all'articolo 6, ricevuta l'informazione, ai sensi dell'art. 7, può chiedere, in forma scritta, un incontro, al rispettivo livello di contrattazione, per l'esame in particolare delle seguenti materie… Dell'esito dell'esame è redatto verbale dal quale risultino le posizioni delle parti nelle materie oggetto dell'esame. Resta ferma l'autonoma determinazione definitiva e la responsabilità dei dirigenti nelle stesse materie. Durante il periodo in cui si svolge l'esame gli organi dell'amministrazione scolastica non adottano provvedimenti unilaterali nelle materie oggetto dell'esame e le organizzazioni sindacali che vi partecipano non assumono sulle stesse iniziative conflittuali”. Successivamente, la procedura di esame è stata chiamata concertazione o partecipazione ed rimasta sempre presente nell’ordinamento, come una delle modalità delle relazioni sindacali… Recentemente, la concertazione è stata però messa sotto accusa a livello politico ed è stata fortemente ridimensionata dal D.Lgs 150/2009, poiché spesso si è trasformata in cogestione, che è ben altra cosa, o in un potere di veto da parte del sindacato. Nel comparto scuola le OO.SS. hanno seguito un’altra strada: allargare sempre di più gli spazi di contrattazione, per cui la concertazione diventava inutile o quasi… A questo stato di cose ha reagito la Riforma Brunetta, che ha ristretto gli spazi di contrattazione; dopo la riforma, però, c’è stato il blocco dei contratti e si è così creato un vuoto, perché non è stato possibile ridefinire in sede contrattuale le materie e le procedure di concertazione, diventate di nuovo molto importanti…. l’esame congiunto altro non è che la concertazione, che è prevista dal vigente CCNL di comparto; è vero che a livello di istituzione scolastica non sono regolamentate le procedure, ma le parti le possono definire di comune accordo… nella recente Rivista abbiamo riportato anche una bozza di intesa a seguito di concertazione sulle materie inerenti il rapporto di lavoro, che non sono più oggetto di contrattazione, ma che sicuramente possono esere oggetto di concertazione, oggi possiamo dire oggetto di esame congiunto ed eventualmente di intesa tra le parti.

www.Press-in – Redattore Sociale – 17 settembre 2012
“Sicilia, ore di sostegno dimezzate e alunni disabili in "classi pollaio"
░ Nel numero 2309 Anno IV, il servizio digitale del Comune di Venezia riporta una segnalazione del Sindacato Famiglie Italiane diverse Abilità.
Ore di sostegno dimezzate e “classi pollaio” con alunni disabili gravi: sono solo alcuni dei problemi con cui si apre quest'anno scolastico in Sicilia, stando alla denuncia di SFIDA…. Nelle scuole di ogni ordine e grado di tutta la provincia di Messina, infatti, “ci sono molti alunni che, nonostante la connotazione di gravità, hanno le ore di sostegno dimezzate (anche con solo 6 ore di sostegno settimanale a fronte delle 18 richieste e dovute)”. Non solo: “si sono formate classi o sezioni di scuola dell’infanzia con trenta alunni dove sono inseriti anche tre alunni con connotazione di gravità e con le ore di sostegno dimezzate”. Il sindacato punta quindi il dito contro l'Ufficio scolastico provinciale, che “continua ad alienare diritti costituzionali, ignorando il ruolo istituzionale che dovrebbe contraddistinguerlo nel proprio operare”…

www.ScuolaOggi.org – 17 settembre 2012
“Scuola primaria e nuove Indicazioni: idee per ri-partire".
░ L’autorevole valutazione del pedagogista, Giancarlo Cerini. Il testo -che riportiamo in parte - è tratto da una pubblicazione non in commercio, sulle parole chiave delle Indicazioni/2012. Il testo non è in commercio e può essere richiesto al Cidi di Forlì Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
La scuola di base, in particolare la scuola dell’infanzia ed elementare, è una struttura portante della qualità dell’educazione pubblica in Italia. C’è una storia gloriosa alle spalle, con i miti fondativi della scuola materna statale del 1968, la nascita popolare del tempo pieno nel 1971, i programmi “bruneriani” del 1985, la stagione felice della pluralità docente (1990), dove tutti hanno avuto la sensazione di crescere come persone e come professionisti. Non è stato solo un mito, ci sono dati ed evidenze che attestano la qualità della nostra scuola primaria… Certamente le vicende di questi ultimi anni hanno messo a dura prova la scuola elementare. Ci sono delle ferite ancora aperte, come quella dell'anticipo, che fa trapelare un'idea precocemente performativa che “porta via” i tempi di crescita ai bambini. Spesso prevale una semplificazione nei discorsi pubblici che brucia ogni argomentazione: pensiamo a come è stato difficile far fronte alle emergenze del ritorno al maestro unico, alla scomparsa della compresenza, al ritorno del voto in decimi (Legge 169/2008)…. La scuola primaria è la scuola degli alfabeti, anzi della lingua che ci fa uguali; rappresenta la nuova e vecchia frontiera della cittadinanza (il “pane e grammatica” come mission della scuola elementare nell’ottocento). Il compito della prima scuola risiede nell’alfabetizzazione: strumentale, funzionale, culturale. Ma gli alfabeti oggi sono un mix di vecchi e nuovi alfabeti, naturali, personali, tecnologici…. Nelle Indicazioni/2012 si insiste su una più sicura padronanza degli strumenti alfabetici di base. Si vogliono saperi “essenziali”, si esplora il “core curriculum”, ma questo non può significare il ritorno ad una vecchia gerarchia delle materie (quelle importanti e quelle accessorie), quanto piuttosto a dare la priorità ad alcune competenze fondamentali, come il saper ascoltare, parlare, descrivere, raccontare, argomentare, fare ipotesi, comunicare. E questo si fa attraverso una buona organizzazione del lavoro in classe, superando la scorciatoia dell’insegnamento tutto “frontale”, facendo dialogare tra di loro le discipline, mettendo al centro della vita d’aula la partecipazione costruttiva dei ragazzi. Sono valori già presenti nel testo del 2007, che vengono ripresi nella versione del 2012.
La vera novità è rappresentata dalla diffusione degli istituti comprensivi, con l’emergere del tema del curricolo verticale. La riscrittura delle Indicazioni (dal profilo del 14enne da condividere insieme fino agli assetti “in verticale” delle discipline) si ispira fortemente a questi principi, non in omaggio ad un generico concetto di continuità, ma per la convinzione che una maggiore coerenza (compattezza, progressione, unitarietà) del percorso dai 3 ai 14 anni possa consentire di migliorare i livelli di formazione per tutti…. Nella scuola elementare si era costruito un modello originale, il team docente. Dove ha funzionato e dove non è stato sottoposto allo stress della frammentazione e della discontinuità (non sempre colpa del Ministero…) si è rivelato un efficace modello di collaborazione professionale. La comparsa di ulteriori specialisti (lingua straniera, religione, motoria, musica, tecnologie, ecc.) è avvenuta con una logica aggiuntiva ed oggi subisce i contraccolpi dei “tagli”. Occorre immaginare team semplici, che gradualmente si arricchiscono e che si avvalgono, nella dimensione del plesso o dell’istituto di una rete di figure specialistiche con competenze da mettere a disposizione della scuola (formazione in servizio, laboratori, compresenze mirate, tutoraggio, valutazione, ecc.) senza inseguire modelli orari a ”cattedra”. Sarebbe questa l’idea vincente di un organico funzionale di istituto (Legge 35/2012) da vivere come arricchimento complessivo della comunità professionale, che può dare un tono alto alla scuola primaria e favorire l’incontro con la scuola media…. Il testo delle Indicazioni/2012 è un buon “pre-testo” per ri-dirci tutto questo. Ci sono motivazioni forti, nobili, difendibili, che possono ri-appassionare gli insegnanti, i dirigenti, il personale, coloro che fanno funzionare questa scuola tutti i giorni. Possono e sono in grado anche di farla crescere, di farla vivere, di trasformare la comunità professionale in una comunità educativa che continui ad essere apprezzata dai genitori e al centro della nostra società.

www.ScuolaOggi.org – 18 settembre 2012
“Se la classe è numerosa, a rischio sicurezza di allievi e docenti”.
░ Il Piano generale di edilizia scolastica, previsto dal decreto 81/09, con l’individuazione delle scuole alle quali estendere il meccanismo dei nuovi limiti degli alunni per classe. La notizia è adesso, però, che con un decreto interministeriale firmato dai ministri Profumo-Passera-Grilli, sono stati sbloccati 116 milioni per l’edilizia scolastica. E’ stato il ministro Profumo a dare la notizia, parlando in audizione alla Camera, nello stesso giorno in cui Cittadinanzattiva ha presentato il suo rapporto sullo stato in cui versano le scuole.
Dopo la deroga per il 2009/10 sulla formazione delle classi ancora coi vecchi parametri, prima il Tar del Lazio, con sentenza n.552/11 e successivamente il Consiglio di Stato che accoglieva per la prima volta una class-action intentata dal Codacons contro una pubblica Amministrazione, davano torto all’ex ministro Gelmini. L’aumento del numero degli alunni per classe, rientrava nel piano di “razionalizzazione” (alias tagli) del nostro sistema scolastico, deciso con la L.133/08 dal duo Tremonti-Gelmini. … Mentre si aumentavano gli alunni per classe, rimanevano inalterati tutti i vincoli in materia di norme tecniche di edilizia scolastica, DM del 18.12.75 e la normativa antincendio di cui al DM degli Interni del 26.8.92. Sia l’uno che l’altro decreto convergono sul mantenimento del numero di 25 alunni per classe come norma generale, cui deve fare riscontro, nell’obbligo mq.1,80 di spazio minimo per allievo e mq.1,96 nella secondaria superiore. Eventuali deroghe devono essere certificate anche in via provvisoria dai vigili del fuoco… Col DM 81/09 i parametri sono stati innalzati come segue: Infanzia min.18(+3) max.30,Primaria min.15(+5) max 27(+2),Media min.18(+3)max 30(+1) Superiori min.27(+7) max 30(+1). In organico di fatto può succedere che per mantenere lo stesso numero di classi previste in organico di diritto si applichi un ulteriore aumento fino al 10%, vale a dire due/tre alunni in più che possono aggiungersi ai valori massimi!!!

www.Tuttoscuola.org – 20 settembre 2012
“Il giorno del merito, venerdì 21/9 iniziativa di protesta dei precari”
░ L’iniziativa è organizzata dai coordinamenti precari della Flc Cgil in occasione della manifestazione nazionale indetta dai precari della scuola per il 22 settembre a Roma. L’ANIEF è solidale con i precari e si è unita alla manifestazione del giorno 22, prima della quale, in mattinata a Roma, ha tenuto un seminario di aggiornamento. Osserviamo, con soddisfazione, che l’appello alla partecipazione lanciato dai promotori è stato accolto da più parti – qui, citiamo l’adesione della CGIL.
Con presìdi davanti alle prefetture e alle Regioni, assemblee aperte ed eventi serali venerdì prossimo 21 settembre in molte città italiane i lavoratori precari della conoscenza, delle scuole, delle università, degli enti di ricerca, dei conservatori e delle accademie celebreranno 'Il giorno del merito', un'iniziativa con cui vogliono ricordare "i meriti e i diritti acquisiti di un'intera generazione di docenti e ATA, le competenze e le conoscenze, le esperienze e i progetti per una scuola migliore, di qualità". L'iniziativa è organizzata dai coordinamenti precari della Flc Cgil in occasione della manifestazione nazionale indetta dai precari della scuola per il 22 settembre a Roma. "Il Governo trincerandosi dietro i richiami al merito e ai giovani - dice la Flc Cgil - come è noto vuole bandire un concorso nella scuola, dimenticando il merito e i diritti di quanti finora hanno vinto concorsi, superato selezioni e si sono formati dentro e fuori dalle aule scolastiche. Il concorso e le selezioni pubbliche sono l'unica forma di reclutamento prevista dalla Costituzione, ma non devono essere funzionali a quelli che sembrano i prodromi della campagna elettorale: il lavoro svolto con passione in questi anni dal personale scolastico, la professionalità acquisita nell'attesa dell'agognata assunzione a tempo indeterminato, non può essere sacrificato sull'altare di uno spot pre-elettorale".

Latecnicadellascuola.it – 21 settembre 2012
“Contrattazione di istituto: con quali risorse e con quali Rsu?”
░ Non c'è pace per la contrattazione di istituto. Nessuna certezza né sui fondi disponibili e neppure sulle Rsu titolate a sedere al tavolo della trattativa. Parecchi i nodi da sciogliere.
In molte scuole, fra mille incertezze, sta prendendo avvio la contrattazione di istituto. … Intanto c’è il problema delle risorse finanziarie disponibili per la contrattazione. C’è chi sostiene che il calcolo delle risorse è semplicissimo: basta prendere in considerazione i parametri già utilizzati lo scorso anno, tenendo ovviamente conto dei nuovi dati relativi all’anno scolastico 2012/2013 (numero delle sedi scolastiche, organici e così via). Ma a raffreddare le certezze ci ha già pensato il Ministero che nei giorni scorsi, incontrando i sindacati, ha sottolineato che per ora sulle risorse non c’è nessuna certezza dal momento che si sta discutendo di utilizzare una parte del fondo di istituto per garantire gli scatti stipendiali del personale scolastico, bloccati per legge…. A tutto questo si aggiunge un altro problema. Quali sono le Rsu titolate a intervenire nella contrattazione nelle scuole che in qualche modo sono state toccate dal dimensionamento ? La soluzione sembra relativamente semplice per quelle scuole che hanno comunque mantenuta intatta la propria denominazione e il relativo codice meccanografico: le Rsu non cambiano rispetto allo scorso anno, fatte salve eventuali decadenze per trasferimenti o per altri motivi. Se queste scuole hanno inglobato nuove sedi dove erano in servizio RSU di altra istituzione scolastica, potrebbe essere ragionevole concordare sul fatto che anche queste ultime Rsu partecipino alla contrattazione.
Molto diverso è il caso delle scuole nate il 1° settembre 2012 (nuovi istituti comprensivi, soprattutto). Le organizzazioni sindacali tendono a sostenere che in questo caso hanno titolo a partecipare tutte le Rsu delle scuole pre-esistenti, ma questa interpretazione appare alquanto dubbia. Più legittima appare l’altra ipotesi: in queste scuole si dovrebbero rinnovare al più presto le rappresentanze sindacali….

www.larepubblica.it - 21 settembre 2012
“La scuola riconquista i ragazzi: scatta il piano anti-dispersione”
░ Il ministro Barca e il sottosegretario Rossi-Doria annunciano 25 milioni per il Sud.
Per una volta, è Scampia che battezza un "cantiere" nazionale: quello della coesione sociale, della scuola più avanzata che si allea con il terzo settore e mette alla porta i propri fallimenti per recuperare generazioni di «abbandonati», dentro o fuori le aule, anche molto lontano da queste piazze di spaccio, a Crotone come a Catania. Si apre concretamente, a quattro mesi dall´annuncio, il bando contro la dispersione scolastica. Nella periferia nord arrivano dirigenti e formatori da Campania, ma anche Sicilia, Puglia e Calabria. Il sottosegretario del ministero dell´Istruzione Miur, Marco Rossi-Doria, e il ministro Fabrizio Barca, tornano tra le Vele - nell´istituto comprensivo Virgilio IV di via Labriola - tornano a dettare tempi certi, chiamare all´appello i naturali interlocutori del progetto che da oggi è sostenuto con complessivi 25 milioni di fondi europei, e a illustrare i criteri di trasparenza ed efficienza che guideranno selezione e gestione dei progetti…. L´obiettivo finale? Raggiungere nel 2020 il target del 10% di abbandono scolastico fissato a livello europeo. Dato ben distante dai picchi che, seppur con recenti miglioramenti, si toccano nelle quattro regioni del cosiddetto "obiettivo convergenza": siamo al 25 % in Sicilia, al 22 in Campania, al 19 in Puglia e 18 in Calabria. I destinatari. Il progetto, spiega Rossi-Doria, «è rivolto a scuole-capofila, cioè che siano in rete con altre scuole del territorio o con soggetti del privato sociale (associazioni, cooperative, centri sportivi, parrocchie o altro)». La prima data da segnarsi: le scuole hanno tempo fino al 15 ottobre per presentare progetti contro l´abbandono precoce degli allievi. Progetti che, se risulteranno vincitori, otterranno un finanziamento per il biennio 2012-2014, rinnovabile fino al 2021 attraverso la prossima programmazione dei fondi strutturali, già in corso presso il ministero per la Coesione territoriale. Seconda data: «Dal primo gennaio partirà il lavoro vero e proprio»…


 

www.governarelascuola.it – 6 settembre 2012
“Contrattazione d’Istituto. Basta con le questioni di principio”
░ Dopo la pausa estiva la rivista telematica di Pietro Perziani riprende le pubblicazioni. Due gli argomenti, trattati con la consueta competenza e completezza: - Contrattazione d'istituto. - Cedolini dei dirigenti. Riportiamo parte della prima.
Nella scuola, il rapporto è tra dirigente ed organi collegiali, senza dimenticare che il dirigente risponde ad una pluralità di soggetti istituzionali e non istituzionali e che molta parte della sua azione trova fondamento in disposizioni di legge. … La contrattazione è intervenuta in modo pesante nella vita della scuola; per rendersi conto della situazione, basti dire che la Riforma Brunetta, che ha suscitato
tante polemiche ed un superlavoro per i giudici, riguarda l’ambito delle prerogative dirigenziali nella gestione del personale, ma nella scuola le invasioni di campo contrattuali sono andate ben oltre, entrando nel merito delle competenze degli OO.CC. ed investendo le modalità di funzionamento dell’istituzione scolastica. Comunque, gli ultimi anni sono stati dominati dalla querelle sull’applicazione del D.Lgs 150/2009; a nostro avviso, ormai le questioni sono chiare, soprattutto dopo l’emanazione del D.Lgs 141/2001. Ridotta all’osso, la questione si presenta così: le materie di cui alle famose lettere h), i) ed m) dell’art. 6, comma 2 del vigente CCNL attengono all’organizzazione degli uffici e connesse prerogative dirigenziali oppure al rapporto di lavoro? Se siamo nel campo dell’organizzazione degli uffici, allora queste materie sono oggetto di informazione preventiva, se invece siamo nel campo del rapporto di lavoro, sono materie di contrattazione….
Abbiamo parlato di Amministrazione, ma, tanto per complicare
ulteriormente la situazione, va detto che la Funzione Pubblica si è comporta in un modo, il MIUR in un altro. Relativamente all’a.s. 2011/2012, il MIUR ha sottoscritto con le OO.SS. il CCIN sulle utilizzazioni, ma la Funzione Pubblica non ne ha autorizzato la stipula per la parte attinente all’assegnazione del personale docente e non docente ai plessi/succursali, in quanto tali materie non sono più oggetto di contrattazione, ma di informazione preventiva, a norma del D.Lgs 150/2009. A fronte della presa di posizione della F.P., le OO.SS. hanno preferito non sottoscrivere in toto il contratto sulle utilizzazioni, pur di non avallare una posizione da loro non condivisa. L’Amministrazione del MIUR, Centrale e Periferica, ha allora esercitato le sue
prerogative, in applicazione dell’art. 40, comma 3ter, del D.Lgs 165/2001, normando unilateralmente le materie di sua competenza, cioè le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie del personale docente ed ATA, nelle more della sottoscrizione del contratto integrativo nazionale.
Fin qui, niente da dire: ognuno ha esercitato correttamente il proprio ruolo, pur in presenza di posizioni nel merito nettamente divergenti.
E’ chiaro che bisognava continuare su questa strada, perché quanto vale per utilizzazioni e assegnazioni provvisorie, tanto più vale per l’assegnazione del personale docente e non docente ai plessi e alle succursali, materie che la Funzione Pubblica ha esplicitamente escluse dalla contrattazione. Ma chi doveva intervenire? La risposta dovrebbe essere semplicissima: gli organi della scuola, monocratici e collegali, per quanto di propria competenza. Il MIUR ha però operato una vera e propria invasione di campo, con la Nota 6900, pretendendo di dare delle “istruzioni” di livello nazionale su materie che inequivocabilmente sono riconducibili al livello della singola istituzione scolastica; la competenza è dei dirigenti, in rapporto con gli OO.CC. d’istituto, come
già detto…. Quest’anno la storia si è ripetuta, evidentemente l’esperienza non è maestra per il MIUR… A questo punto, le OO.SS. hanno cambiato posizione: in data 23/08/2012 hanno stipulato il CCIN, da cui però sono stati espunti gli artt. 4 e 15, riguardanti l’assegnazione del personale ai plessi, e l’art. 21, riguardante la riconversione pro­
fessionale, in quanto materie rientranti nelle competenze/prerogative dell’Amministrazione e dei dirigenti che la rappresentano….

L’Unità – 7 settembre 2012
“Il concorso è l'unico modo per tornare alla normalità”
░ Davanti al palazzone di viale Trastevere un gruppo di precari protesta contro il concorso, all'interno, il sottosegretario Marco Rossi Doria, il maestro di strada concede un’intervista a Jolanda Bufalini. Una serie di risposte che potrebbero recare la firma di Jacques de La Palice.
Davanti al palazzone di viale Trastevere un gruppo di precari protesta contro il concorso, all'interno incontriamo il sottosegretario Marco Rossi Doria, il maestro di strada che oggi si trova dall'altra parte della barricata….. D. Siamo all'inizio dell'anno scolastico e quasi al primo compleanno del governo dei tecnici. Che voto si dà? «Con il ministro Profumo ci siamo dati obiettivi coerenti con la possibilità che questo governo ha di smuovere le cose e, al tempo stesso, sappiamo di avere una maggioranza formata da forze politiche fra loro avverse. Mi pare che stiamo riuscendo a rispettare le priorità: in primo luogo c'è l'obiettivo politico di cambiare il clima, siamo riusciti ad aprire un dibattito pubblico sul ruolo della scuola nella crescita del paese».
D. Ma siamo in tempi di vacche magre e di tagli, spesso gli istituti restano chiusi nel pomeriggio, ci sono classi di 30 e più allievi. «Facciamo i conti con il debito pubblico ma il paesaggio è molto variegato, ci sono regioni con tradizioni consolidate che riescono a tenere aperte le scuole, ce ne sono altre dove è importante il contributo comunitario degli utenti, come in alcune esperienze a Roma, ci sono esperienze nuove avviate con entusiasmo. I tagli penalizzano ma hanno mobilitato risorse della cittadinanza attiva. L'agenda politica impostata da Profumo ha il merito, chiunque vada dopo al governo, mano a mano che si aggiustano i conti pubblici, di considerare scuola e ricerca non una spesa ma un buon investimento». D. In concreto quali gli investimenti fatti? «C'è un bando pubblico di 25 milioni di euro per la lotta alla dispersione scolastica a cui si aggiunge l'iniziativa congiunta dei ministri Barca e Profumo in Europa per proseguire con politiche attive contro la dispersione scolastica fino al 2020. Ci sono 200 milioni per interventi nelle scuole del Sud e un miliardo per l'edilizia scolastica, c'è l'implementazione tecnologica delle scuole». D. I precari protestano contro quello che definiscono il concorso beffa. «Quando ho iniziato io, nel 1975, l'abilitazione consentiva di fare supplenze ma si entrava in ruolo solo vincendo un concorso. I concorsi si facevano ogni anno, per coprire i vuoti del turn over. La situazione che si è creata dal 1980 ha generato una grande aspettativa e un grande precariato, conosco le sofferenze e le fatiche dei colleghi precari. Abbiamo scelto di ripristinare il dettato costituzionale, dopo 12 e in alcuni casi 20 anni che non si facevano concorsi, ma non ci possiamo nascondere la situazione che abbiamo ereditato. Il compromesso è che l'ingresso in ruolo sarà al 50% per concorso, il che consente di aprire ai ragazzi che si stanno laureando, e al 50% attraverso le graduatorie fino a esaurimento». D.
Le graduatorie scorreranno più lentamente. «Lo scorrimento più lento ha due cause, una è la riforma delle pensioni, il picco dei pensionamenti è ritardato ma ci sarà. E, in alcuni casi, per le materie scientifiche, le liste delle graduatorie sono già quasi esaurite. L'altra causa è la scelta del concorso, sono convinto che il cerchio andava rotto, andava dato un segnale di svolta e ripristinato il dettato costituzionale. Per i precari non c'è penalizzazione, possono partecipare ai concorsi restando in graduatoria». D. Lei ha deleghe molto ampie, fra queste quella sui programmi della scuola di base. «C'erano le indicazioni dei ministri precedenti, Fioroni e Moratti, ma il curriculum della scuola di base non era definito. Abbiamo lavorato con le scuole, in due mesi di dibattito intenso, collegi e singoli docenti hanno mandato 10.000 osservazioni su ciò che non va, sulle sperimentazioni degli anni passati, poi c'è stato il voto quasi unanime del Consiglio nazionale. Si è chiusa un'operazione che era aperta da molti anni, definendo in modo rigoroso cosa devono sapere i ragazzi sulla base delle indicazioni che vengono dall'Unione europea e dalla tradizione italiana». D. Nella classifica Ocse l'Italia è penultima per risorse destinate all'istruzione. «È una classifica che comprende la ricerca e l'università, nella scuola spendiamo più della Germania». D. Ci sono sprechi? «Il vero spreco è nella vetustà degli edifici, spendiamo 8 miliardi l'anno di riscaldamento. È una cifra che si potrebbe dimezzare, ci stiamo muovendo, di concerto con gli enti locali, con il Cipe e la Cassa depositi e prestiti».

ItaliaOggi – 8 settembre 2012
“La gara delle beffe”.
░ Scuola, concorso per 12 mila prof? Sì, ma in tre anni: meno assunzioni dell'era Gelmini.
Doveva essere il segnale della svolta, della normalizzazione della scuola dopo gli anni dei tagli feroci inferti dal duo Gelmini-Tremonti e costati al settore 8 miliardi di minori finanziamenti, ovvero 120 mila posti di lavoro cancellati. Ma annuncio dopo annuncio, e smentita dopo smentita, quello che a tutti i costi vuole bandire il ministro dell'istruzione, Francesco Profumo, rischia di diventare il concorso delle beffe….. Dalla lettura del decreto di autorizzazione emerge che i circa 12 mila posti ci saranno, ma in tre anni: 6 mila nel 2013, 3 mila nel 2014 e un po' pià di 2.500 nell'anno successivo. Tanti sono le cattedre che il Tesoro, sulla scorta dei dati trasmessi dall'Istruzione, ha stimato si libereranno con i pensionamenti. Briciole rispetto a un precariato che nelle sole graduatorie a esaurimento conta 180 mila docenti. Briciole anche rispetto alle assunzioni che sono state fatte lo scorso anno e questo grazie al piano programmatico degli ex ministri dell'economia, Giulio Tremonti, e dell'istruzione, Mariastella Gelmini: 64 mila lo scorso settembre, 22 mila questo settembre… Le possibilità diminuiscono: 24 mila in tre anni, invece degli 86 mila di questi ultimi due. É vero che con la riforma Fornero i docenti che andranno in pensione saranno sempre meno, ma averlo messo già adesso nero su bianco per un triennio suona come un quasi blocco delle assunzioni nella scuola, che neanche il governo Berlusconi aveva avuto il coraggio di imporre. …

www.lastampa.it – 10 settembre 2012
“Contestato il ministro Profumo. Fischi e buu dai precari della scuola”
░ Precari della Cgil e Cobas contestano il Ministro Francesco Profumo, alla festa del PD di Modena. «Credo che si debba ascoltare queste persone». Il Ministro «crede»… Convincimento? Fede? Solo modo di dire?
Al fianco di Giuseppe Fioroni, a sua volta ex responsabile dello stesso dicastero, Profumo è stato attaccato, a suon di fischi, buu e interruzioni, da un gruppo nutrito di docenti precari dei coordinamenti Flc-Cgil di Modena, Reggio Emila e Bologna, altri insegnanti di diversi coordinamenti e esponenti dei Cobas. Uniti nel protestare contro il nuovo concorso, deciso dal Ministero… Alla Festa del Pd di Modena va in scena la contestazione. A subirla, in un'arena gremita - piena di gente accorsa per capire i nuovi scenari della scuola italiana - il ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca… «Buonasera ministro Profumo - hanno gridato - siamo i precari della scuola, chiediamo parola, facciamo domande attendiamo risposte… il concorso costa troppo per selezionare insegnanti che lo hanno già vinto». … Prende la parola una docente costretta in carrozzina. Lamenta il taglio delle ore di sostegno ai ragazzi disabili e in difficoltà, la paura di «essere trasformata in amministrativa», tra il silenzio dell'arena e l'attenzione di Profumo e Fioroni. Finisce con un giovane che si avvicina al ministro e grida «La facciamo noi la riforma della scuola: ritirate i tagli della Gelmini». Profumo ascolta e scende dal palco. «Credo che si debba ascoltare queste persone che esprimono il loro dissenso - sussurra ai cronisti - mantenendo aperto un canale di domanda e risposta».

www.tuttoscuola.it - 11 settembre 2012
“Gavosto (FGA): Ispezioni nelle scuole ogni 3-4 anni”
░ Un’intervista ad Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Giovanni Agnelli. Riportiamo la parte sul Sistema Nazionale di Valutazione.
D. Da zero a 10, quando conta, e perché, il Sistema Nazionale di Valutazione per il miglioramento delle attività didattiche e formative ?
R. Dieci. La valutazione è una condizione necessaria per il miglioramento della qualità complessiva della nostra scuola…. E’indispensabile che ogni scuola sia in grado di formarsi con regolarità un giudizio oggettivo sulla qualità del proprio lavoro e di capire come questo si collochi rispetto a quello degli altri…. D. Il problema non è far nascere il servizio di valutazione, ma realizzarlo e farlo finalmente decollare, dopo anni di progetti e sperimentazioni di cui sembrano non essere stati mai verificati i risultati. Come dovrebbe concretizzarsi? Quali i pericoli e le insidie? R. La Fondazione Agnelli sta lavorando proprio a una verifica indipendente di VSQ, una delle principali sperimentazioni promosse dal Miur. Per quanto riguarda il testo dell’articolato con la proposta di SNV, sono d’accordo sui principi ispiratori: non si valutano i singoli insegnanti, ma gli istituti scolastici, che così rendono conto alla comunità del proprio lavoro e delle scelte compiute sulla base della propria autonomia organizzativa e didattica; la valutazione si basa su misure oggettive e confrontabili, a partire da quelle sui risultati di apprendimento interpretate della prospettiva del ‘valore aggiunto’ (il progresso che ciascuna scuola ha fatto compiere all’allievo tenendo conto del suo punto di partenza) a cui si aggiungono altri elementi di giudizio raccolti dai team di ispettori nel corso delle loro visite. È, invece, sulle fasi del processo che alcuni punti restano da chiarire e forse da discutere. Il nodo è il ruolo dell’autovalutazione. E’ indispensabile e consente l’attivo coinvolgimento dei docenti e del DS della scuola sotto osservazione. Se, però, come a volte si è letto, tutto parte dall’autovalutazione e soltanto attraverso l’autovalutazione si arriva alla valutazione esterna, allora ho forti dubbi…. Esistono protocolli di prevenzione, che con regolari check up permettono di prendersi cura del maggior numero possibile di utenti e, nel caso, individuare la patologia e suggerire la terapia. Così per me dovrebbe funzionare un moderno SNV, prevedendo in modo esplicito che ogni 3 o 4 anni tutti i circa 10.000 istituti italiani abbiano il proprio check up, con la visita degli ispettori. Dando priorità alle situazioni più difficili, ovviamente, ma nell’ambito di una valutazione generalizzata.

www.scuolaoggi.org – 11 settembre 2012
“Corsi, concorsi e ricorsi”
░ Ivana Summa accenna alla magna confusione in cui sono coinvolti gli attori del preannunciato concorso a cattedre; poi va al problema: nessuno riflette su quale professionalità debba avere l’insegnante.
È' raccapricciante il dibattito di questi giorni sulla prossima emananzione di un concorso, dopo quasi un quindicennio, per reclutare circa 12.000 insegnanti. Sbalordisce il ministro che con la sua dotta ingenuità ci ripete che il concorso serve per reclutare dei docenti giovani e migliori, per ripristinare il merito e, soprattutto, per tener fede alla Costituzione. E, ovviamente, per migliorare la qualità dell'istruzione. Sconcerta la reazione dei sindacati di categoria e delle varie associazioni di insegnanti precari inseriti in graduatorie e in fasce di accesso al cosiddetto ruolo (ovvero contratto a tempo indeterminato), che stanno scatenando la guerra per difendere il territorio conquistato giorno per gorno, anno per anno, supplenza per supplenza. Stupisce il fatto che non si discuta su quale professionalità debba avere oggi un insegnante, ed anzi emerge con chiarezza la vecchia idea di docente erudito fino all'inversimile (si pensi alle domande poste nei test per l'accesso al cosiddetto TFA), riverniciato con un po' di informatica e di lingua straniera. Il Test preselettivo, poi, non è finalizzato ad intercettare i migliori, bensì a "scremare" la platea di concorrenti. Se lo scopo è questo, un sorteggio effettuato con una metodologia statisticamente testata costerebbe molto meno ed avrebbe gli stessi risultati casuali del test. Tanto per "scremare". … L'esperienza e la ricerca suggeriscono che i bravi insegnanti si riconoscono quando sono a scuola e in classe, a prescindere da come sono stati reclutati, se hanno la patente concorsuale o quella ope legis. Anche gli insegnanti che sono entrati in ruolo provenienti da qualche graduatoria (ogni anno ne avevo almeno un paio) a volte si sono rivelati eccellenti (alcuni provengono da carriere universitarie per loro impercorrebili, da concorsi superati qualche decennio prima, dalla abilitazione all'insegnamento conseguita in una SSIS, da anni di insegnamento nelle scuole paritarie…) e talvolta meno, ma posso fare le stesse affermazioni per gli insegnanti entrati in ruolo con un concorso. Insegnanti, gli uni e gli altri, che magari conoscono bene la loro disciplina ma che possono avere vistose carenze sul piano della relazione educativa o sul piano della didattica, per non parlare di aspetti quali le competenze valutative e la capacità di lavorare con gli altri docenti della stessa disciplina o con i colleghi dei consigli di classe, la capacità di fare ricerca-azione, di comunicare con le famiglie e via di questo passo. Per farsi un'idea di che cosa significhino tali competenze basta leggere l' art.23 del CCNL 26-5-1999 (poi ripreso da tutti i contratti successivi) che riportiamo per chi l'avesse dimenticato "il profilo professionale dei docenti è costituito da competenze disciplinari, psicopedagogiche, metodologico-didattiche, organizzativo-relazionali e di ricerca, documentazione e valutazione tra loro correlate ed interagenti, che si sviluppano col maturare dell'esperienza didattica, l'attività di studio e di sistematizzazione della pratica didattica". Forse, gli estensori della bozza di decreto per bandire il concorso non l'hanno letto… Se non si mettono a fuoco gli obiettivi da perseguire non si comprende neanche come perseguirli, e allora si antepone la soluzione (il concorso) per risolvere problemi che non sono stati "istruiti" inizialmente. E non ci vuole nè un astrologo nè un profeta per prevedere che si creeranno nuovi problemi: nuove spese (i concorsi costano!), nuovi precari, nuovo contenzioso e via di questo passo. Si rimanderà la valutazione di quelli in servizio ipotizzando chesiano già bravi e/o che non si possa fare nulla per coloro che manifestano carenze nell'esercizio quotidiano della professione docente?.... Che fare, dunque ? La soluzione sarebbe a portata di mano e migliorerebbe la situazione della scuola, tutelando il precariato e facendo, contemporaneamente, il concorso. Basterebbe porre mano alla normativa riguardante il cosiddetto "periodo di prova" e "l' anno di formazione " – risalente, peraltro, ai decreti delegati del 1974, aggiornata ed integrata di anno in anno con apposite circolari - si comprende subito che l'uno e l'altro sono mere formalità che, salvo casi eccezionali, si concludono con il passaggio in ruolo. Perchè, ad esempio, non si interrompe questa ritualità e si riorienta il servizio prestato nell'anno di formazione e di prova dai docenti precari annualmente immessi in ruolo, facendolo concludere con un vero e proprio concorso? …

www.larepubblica.it – 12 settembre 2012
“Concorsi per gli insegnanti”
░ Franco Buccino. Chiarissimo, impietoso. Se non cambia la classe dirigente c’è poco da sperare. Riportiamo integralmente.
L’insegnante lo vorremmo, oltre che preparato, giovane e magari di bell’aspetto. Potenza dei messaggi subliminali della pubblicità. Che Profumo riassume nel concorso, il quale come d’incanto restituirà spazio al merito, svecchierà la classe docente e riempirà le scuole di giovani operatori in competizione perfino con gli studenti. Un messaggio ingannevole, naturalmente. Perché i concorrenti saranno al 99% gli stessi che stanno nelle varie graduatorie: al più cambieranno di posizione. Non potranno partecipare alle selezioni i laureati degli ultimi dieci anni che non siano abilitati. Con alcune eccezioni, come i fortunati laureati in scienze della formazione primaria e quanti, non avendo i requisiti richiesti, si affideranno agli agguerriti uffici legali per essere “ammessi con riserva”. I dirigenti del Ministero, avendo collezionato una serie incredibile di pessime figure nella gestione di vari concorsi degli ultimi anni, da quelli per i dirigenti scolastici, a quello per l’ammissione ai tfa, a quello per gli ispettori tecnici misteriosamente scomparso, avrebbero dovuto dissuadere il Ministro dal “lanciare” il concorso per i docenti e consigliargli di approfondire le problematiche relative al reclutamento del personale della scuola. Che ha una storia semplice. Fino a cinquanta anni fa, c’erano solo i concorsi e un numero contenuto di docenti; poi con la “scuola di massa” i concorsi non sono stati più sufficienti e gran parte dei docenti necessari sono stati assunti da graduatorie e successivamente, già di fatto stabilizzati, sono stati “immessi in ruolo” con le famose leggi sul precariato. Dalla fine degli anni ottanta si è escogitato il doppio canale: metà passano di ruolo con il concorso e metà dalle graduatorie nelle quali si iscrivono gli abilitati. Il resto della storia è ben noto. L’ultimo concorso è del 1999, da esso ancora si attingono “vincitori”: quest’anno a Napoli per le immissioni in ruolo nella scuola dell’infanzia sono state chiamate persone che occupano il posto 3286 o addirittura 24585bis se fornite, nel frattempo, del titolo di sostegno. Le graduatorie del secondo canale erano aperte, poi sono divenute ad esaurimento, con spostamenti biblici a ogni scadenza tra una provincia e l’altra: sono note le guerre per guadagnare una posizione e poi difenderla armati fino ai denti, a suon di master e perfezionamenti e riserve per invalidità. L’Amministrazione scolastica non ha mai tenuto in grande considerazione il merito. Lo dimostra l’incapacità di gestire i concorsi a cattedra che dovevano essere biennali, mentre, come si è detto, l’ultimo è del 1999. E il penultimo del 1990. Lo dimostra l’incapacità di valorizzare quanti sono stati ammessi e hanno frequentato le scuole di specializzazione create proprio per formare gli insegnanti: cosa potrebbe esserci di più valido di una laurea e di una specializzazione biennale postlaurea per insegnanti, eppure gli specializzati sono stati inseriti nello stesso calderone delle graduatorie, nelle quali in termini di punteggio i servizi spazzano i titoli. L’ultima invenzione è il tfa, il tirocinio formativo attivo, attraverso il quale sognano di finire nel calderone di cui parlavamo, tanti laureati: quelli che hanno superati i quiz, quelli che sono stati ripescati e quelli che sperano ancora nei ricorsi.
L’Amministrazione scolastica non ha il coraggio di dire che nei prossimi anni non ha bisogno di insegnanti, anzi che il suo vero problema è di riconvertire quelli che ha in esubero, prima di licenziarli. Ciò grazie alle ultime pseudo riforme della scuola, immaginate soprattutto per tagliare posti. L’Amministrazione scolastica non ha il coraggio e la forza di dire che il lavoro docente è usurante, e che il ricambio è fondamentale. Anzi non ne è per niente convinta: il massimo che può fare è di retrocedere i docenti inidonei ad assistenti amministrativi! L’età media dei docenti è destinata inesorabilmente a salire. E non solo quella dei docenti di ruolo, ma anche quella dei supplenti. E, in ogni caso, non ci sono concorsi che possano modificare tale tendenza.

www.scuolaoggi.org – 13 settembre 2012
“Opporsi alla deriva”
░ Linee Guida e Indicazioni nazionali. Queste sconosciute.
Quest’anno per gli istituti superiori comincia la riforma del triennio: nuove linee guida per i curricoli, più centrate indicazioni metodologiche su competenze, laborialità, comitati tecnico-scientifici aperti al contributo di figure territoriali della cultura, del lavoro, dell’amministrazione pubblica. Se chiedete in giro, anche agli insegnanti più attenti e forse anche a qualche dirigente, la risposta che vi arriva è che “ sì, se ne è parlato forse in qualche collegio. Ma non siamo in grado di partire perché non siamo preparati”. Entrano anche in vigore le Nuove Indicazioni per il primo ciclo. Ma non si sente parlare di corsi di aggiornamento e formazione…. Ci rendiamo sempre più conto che il Ministero, anche nelle sue articolazioni territoriali, non è in grado di lavorare alle condizioni soltanto minime per assicurare fattibilità alle riforme che, disattese ormai per quanto riguarda gli aspetti innovativi, si stanno rivelando, almeno per le scuole del secondo ciclo, per quello che una classe politica miope e senza visione aveva forse messo nel conto come il vero obiettivo: tagliare risorse linearmente e ferocemente, vendendo tagli i indiscriminati e spesso insensati come misure per risparmi doverosi e necessari… E così, dare il giusto rilievo alle Linee guida (LG), che da quest’anno cominceranno a interessare anche il triennio degli Istituti Tecnici e Professionali, potrebbe permettere di recuperare un’ottica nuova che per molti può significare un modo diverso di approcciare l’insegnamento disciplinare. E non tanto per l’elenco, in ciascuna scheda delle LG, degli argomenti disciplinari (da assumere comunque, credo, come trama concettuale nella quale i vari argomenti avranno peso e collocazione diversi in rapporto alle finalità che si tenderà a privilegiare e alla tipologia di studenti), ma anche per le correlazioni con saperi e competenze con altre discipline della stessa area che si vorranno programmare all’interno di progetti comuni di corso o di classi parallele. Un discorso analogo penso si possa fare con le Indicazioni Nazionali per il primo ciclo. D’altra parte, parlare di una didattica per competenze obbliga in qualche modo a fare i conti anche con le metodologie di insegnamento in cui si intrecciano operatività e riflessività e con l’idea di laboratorio come spazio dell’apprendere in autonomia, guidata attraverso il fare. Che dire inoltre della necessità di mettere definitivamente in crisi il modello che fa dell’insegnamento frontale e trasmissivo la modalità più largamente diffusa nelle nostre aule - e finanche nei laboratori ?
Corriere della sera – 14 settembre 2012
“Un pc al posto dei maestri Ma la Cgil non ci sta”
░ Il riferimento normativo esiste, anche se è ancora in fase di elaborazione da parte dei tecnici del ministero dello Sviluppo economico: è la bozza di decreto Passera. (di Virginia Piccolillo).
La denuncia fa scalpore: si vorrebbero sostituire le scuole dei paesini con presidi scolastici digitali. Al posto delle maestre, personal computer, con scolaretti collegati in rete. A lanciarla è Mimmo Pantaleo, segretario FLC Cgil, in una lettera inviata ieri al titolare dell'Istruzione Francesco Profumo. «Non è mai stata sottoposta al ministro una simile proposta» si replica da Viale Trastevere.
Ma allora di cosa si tratta? Il riferimento normativo esiste, anche se è ancora in fase di elaborazione da parte dei tecnici del ministero dello Sviluppo economico: è la bozza di decreto Passera. … Dal ministero filtra sorpresa: l'intento dei tecnici sarebbe stato piuttosto il contrario di quello denunciato. Ovvero salvare grazie alla tecnologia le piccole scuole destinate alla chiusura. Ma Pantaleo non ci sta: «A noi pare — scrive — che si vogliano fare tre operazioni: un ulteriore taglio di organico del personale, ammantato dall'alone della modernità e dell'innovazione; lo stravolgimento dell'idea stessa di scuola pubblica, costituzionalmente garantita, che verrebbe privata della essenziale funzione di mediazione culturale e didattica degli insegnanti; una riduzione di risorse a territori già deprivati»….

 

 

 

 

 www.larepubblica.it

 - 31 agosto 2012
 
“Caro libri, ennesima stangata per le famiglie. Edizioni nuove e digitali: la storia non cambia”.
 
░ Due decreti ministeriali impongono alle scuole di adottare "testi in formato misto ovvero scaricabile da Internet". Gli insegnanti hanno dovuto cambiarli o ordinare l'acquisto della versione aggiornata. Il Codacons segnala che il passaggio al multimediale ha prodotto rincari.
 
L'inizio della scuola si annuncia come l'ennesima stangata per le tasche delle famiglie italiane. Secondo un'indagine del Codacons infatti ogni nucleo quest'anno spenderà mediamente 100 euro in più rispetto al 2011, comprensivi dell'acquisto di libri e del corredo scolastico. Ma sono i testi scolastici a pesare di più: si calcola infatti che la spesa sarà in media di circa 80 euro superiore a quella dell'anno precedente. La ragione di questo aumento sui libri, secondo l'associazione di consumatori, dipende non tanto dallo sforamento dei tetti stabiliti dal ministero ("che avviene ogni anno" sottolineano dal Codacons) quanto dall'entrata in vigore, a partire da quest'anno, del divieto di utilizzare testi esclusivamente a stampa. Le istituzioni scolastiche, per i decreti n. 42 e 43 dell'11 maggio 2012, devono obbligatoriamente adottare "esclusivamente libri di testo in formato misto ovvero interamente scaricabili da Internet". Un processo di innovazione irreversibile, che tuttavia costerà caro: "Il provvedimento sul lungo termine può avere effetti positivi, ma nell'immediato non fa che tradursi nell'ennesimo rincaro a danno degli italiani" dicono dal Codacons. Infatti, a fronte della nuova normativa, gli insegnanti sono stati costretti a cambiare libro di testo perché non tutte le case editrici si sono adattate alle nuove regole, o comunque a dover cambiare l'edizione del libro, scegliendo la più aggiornata, quella per intenderci che comprende anche i contenuti multimediali…. Spiega il Codacons: “Nonostante gli aumenti dei tetti di spesa dei libri scolastici fissati dal ministero fossero dell'1,5%, che sommato al possibile sforamento del 10%, potevano determinare un aumento teorico massimo di 44 euro, la stangata effettiva non è dovuta a questi rincari bensì al fatto che il più delle volte le famiglie sono costrette a ricomprare tutti i testi, anche alla luce dei due decreti approvati a maggio del 2012, che obbligano l'acquisto della versione cartacea e digitale". Insomma, per l'associazione "la promessa che il ministero dell'Istruzione aveva fatto nel 2009, che entro quest'anno vi sarebbe stata una diminuzione di spesa del 30% per l'acquisto dei libri scolastici, si è dimostrata l'ennesima bufala a danno delle tartassate famiglie italiane". 
 
 
 
CORRIERE DELLA SERA - 31 agosto 2012
 
“L'Italia senza presidi per il flop dei concorsi”.
 
░ La serie delle disavventure che ha caratterizzato la vicenda del concorso a dd.ss.: dagli errori nei test alle buste trasparenti. In prospettiva, avverte Pacifico, c’è il rischio dell’annullamento.
 
Una scuola su due in Lombardia senza dirigente a pochi giorni dall'inizio dell'anno scolastico e una serie di ricorsi pendenti davanti al Tar del Lazio che rischiano di inficiare completamente il concorso per presidi bandito l'anno scorso dal ministero dell'Istruzione….
 
In Lombardia, secondo i dati del ministero, sono attualmente 575 (su 1.227) le scuole senza dirigente: ci sarebbero 406 presidi da nominare, ma con i tagli della spending review erano stati immessi in ruolo per il prossimo anno scolastico 355 dirigenti assunti attraverso il nuovo concorso. Dirigenti che non potranno prendere servizio: perché il Consiglio di Stato, in sede collegiale, ha cambiato la decisione presa a inizio mese dal Consiglio di Stato in versione monocratica e ha di fatto deciso di non sospendere la sentenza del Tar Lombardia, con cui il 18 luglio scorso era stato annullato il concorso per dirigenti scolastici. Il motivo? Le buste con i nomi dei candidati erano troppo sottili e non garantivano l'anonimato. Poco importa che nelle motivazioni della decisione si intuisca che i giudici non abbiano provato effettivamente a leggere i nomi dei candidati attraverso le buste, peraltro comprate dalla Regione Lombardia attraverso Consip, la piattaforma ufficiale per gli acquisti della pubblica amministrazione. Il risultato è che, in attesa dell'udienza di merito fissata per novembre, quel concorso non è considerato valido, e quindi al direttore dell'ufficio scolastico regionale, Giuseppe Colosio, tocca in queste ore nominare dei reggenti, cioè presidi di altre scuole che si occuperanno anche degli istituti orfani. «Senza prendere un centesimo in più — sottolinea arrabbiato Gianni Carlini, della Cgil scuola —. E le scuole italiane sono state già penalizzate dal taglio del 20% dei dirigenti scolastici, che sono meno di 8.000 rispetto ai 10 mila precedenti». Purtroppo il caso della Lombardia non è l'unico, secondo Carlini: si attende il giudizio del Tar anche in Basilicata, Umbria e Toscana, per i motivi più diversi. Il Consiglio di Stato in Calabria ha già annullato il concorso, ma la regione non aveva posti disponibili e quindi non c'è nessun dirigente «lasciato a casa». Ma c'è di più: «Tutto il concorso per circa 2 mila nuovi dirigenti scolastici è a rischio annullamento», avverte Marcello Pacifico, dell'Anief, ricordando che a novembre il Tar del Lazio dovrà decidere anche su un'altra pioggia di ricorsi, quelli piovuti sulla prova preselettiva unica nazionale. Nonostante il ministero avesse ritirato un migliaio di quesiti (sui 4.000 pubblicati e dai quali avrebbe estrapolato le 100 domande del concorso), 8.000 candidati non ammessi alle prove scritte hanno contestato davanti ai giudici amministrativi domande considerate sbagliate. «Noi siamo fiduciosi, crediamo che il Tar annullerà il concorso e che il ministero sarà costretto a bandirne un altro», dice Pacifico. In effetti si sta già lavorando a quest'ipotesi, come sottolinea la dirigente del ministero dell'Istruzione Lucrezia Stellacci. E i dirigenti, circa 1.000 che intanto sono stati nominati in tutta Italia? «Cercheremo di consolidare comunque le loro posizioni — assicura Stellacci — nell'ottica della conservazione degli atti».
 
 
L’Unità - 31 agosto 2012
 
“Il concorso per la scuola è una richiesta del PD”.
 
░ Un autorevole chiarimento dal presidente del Forum Nazionale Politiche Istruzione del PD. Giovanni Bachelet risponde a la Repubblica.
 
La Repubblica ha arruolato ieri i "dirigenti PD" fra i sostenitori della tesi secondo cui il concorso non andrebbe fatto e tutti i nuovi posti della scuola andrebbero ripartiti fra i "vincitori" del concorso del 1999 e i precari abilitati delle graduatorie ad esaurimento, non solo per il 2012-13, come sta avvenendo, ma anche per il 2013-14, e, presumibilmente, fino alla fine dei secoli. Perché? Secondo Repubblica per ragioni elettorali: come se il PD non fosse un partito nazionale progressista, ma un partitino di nicchia che, per 400mila voti, si fa un baffo dell'articolo 97 della Costituzione (nella pubblica amministrazione si entra per concorso), delle giovani generazioni, del merito e della qualità della scuola. Da presidente del Forum Nazionale Politiche Istruzione del PD e deputato della VII commissione mi ribello a questa caricatura. Nell'unico documento ufficiale in proposito (Dieci punti per la scuola di domani, approvato all'unanimità dall'assemblea nazionale di Varese a ottobre 2010) il PD dichiara testualmente che "va garantito un equilibrio tra immissioni dalle graduatorie e nuovo reclutamento". In due interrogazioni ai Ministri pro-tempore, i deputati PD hanno sollecitato "concorsi che, sulla base del merito e un adeguato contingente di posti, consentano tanto ai migliori insegnanti già in graduatoria di accelerare il proprio ingresso negli organici, quanto ai migliori laureati degli ultimi anni, conseguita la nuova abilitazione, di giocare le proprie opportunità" (agosto 2011) e "se avviati immediatamente, contribuirebbero ad immettere stabilmente nel sistema scolastico nuovo personale, fortemente motivato, a vantaggio della didattica e dell'offerta formativa" (febbraio 2012). Per questo, alla festa nazionale del PD, ho espresso viva soddisfazione per il concorso della scuola, e non sono stato certo fischiato. L'ha espressa in questi stessi giorni, in un'intervista, Luigi Berlinguer (l'ultimo ad aver bandito un concorso per la scuola); l'ha espressa da poco Fausto Raciti, segretario dei giovani democratici, sulla prima pagina di questo giornale. Se altri autorevoli dirigenti ed ex ministri hanno espresso motivate perplessità, è perché la recente esperienza Miur in fatto di concorsi nazionali (anch'essi a lungo reclamati dal PD: dirigenti scolastici e TFA) è stata catastrofica. E' importante premere affinché tempi e modalità di un evento tanto atteso e importante risultino da un lato a prova di ricorso (il che richiede una nuova task force concorsuale di indiscusso profilo culturale e tecnico) e, dall'altro, coerenti con i principi di equità verso tutti gli aspiranti all'insegnamento –giovani e meno giovani che lavorano da anni nella scuola senza la certezza del posto di lavoro– e soprattutto verso la qualità e la stabilità della scuola e dei suoi insegnanti, che il PD ha da sempre propugnato.
 
 
 
Il Fatto Quotidiano - 31 agosto 2012
 
“Scuola, la guerra tra poveri per il concorso infinito”.
 
░ 170mila precari contro Profumo. protestano: gli esami li abbiamo già fatti. Salvatore Cannavò riporta anche il parere di Marcello Pacifico.
 
Sono arrabbiati i precari della scuola. Molto. E si propongono di tornare presto in piazza, il 4 settembre, per contestare il ministro Profumo e il suo concorso "truffa". È una storia di nuova guerra tra poveri quella che riguarda il reclutamento degli insegnanti in una scuola che ogni anno cambia regole e crea uno stato di apprensione per centinaia di migliaia di persone. …. A essere ammessi al concorso saranno coloro che hanno l'abilitazione all'insegnamento, requisito che appartiene a due categorie: coloro che hanno già sostenuto il concorso del '99 (o addirittura nel '91), oppure coloro che hanno svolto, dal 1999 al 2007 la Scuola di specializzazione all'insegnamento secondario (Ssis). "Il concorso noi lo abbiamo già fatto, abbiamo pagato e ora ci chiedono di rifarlo senza nessuna considerazione del nostro merito e della nostra situazione" dicono i precari. Stiamo parlando di coloro che ogni anno coprono i "buchi" dell'organico con contratti di 9 o 12 mesi rinnovabili di volta in volta e che osservano con ansia le Graduatorie provinciali e per "classi di concorso", cioè le materie per sapere quando toccherà a loro. Un esercito di precari che, ad esempio, invoca rispetto della norma europea secondo la quale dopo 36 mesi di contratto reiterato presso lo stesso datore di lavoro dovrebbe scattare la stabilizzazione. Al concorso, però, saranno ammessi anche coloro che, non essendo abilitati, si sono laureati entro il 2001-2002, cioè iscritti all'università prima che scattassero le Ssis (lo prevede la legge). ….  "Speriamo di allargare ancora la platea verso i più giovani, a partire dal secondo concorso" confermano da Viale Trastevere, facendo intravedere una revisione delle modalità di concorso a partire dalla seconda prova che potrebbe alimentare nuove polemiche. Ma c'è di più. Coloro che hanno sostenuto le Ssis si sono sobbarcati, nell'ordine: il conseguimento della laurea; il test di ammissione alla Ssís costato circa 60-70 euro; due anni di corso con obbligo di frequenza, tirocinio ed esami in itinere; esame finale di abilitazione. Il tutto per un costo di 3.000-3.500 euro a seconda delle università. … "Abbiamo preso il meglio delle università spiega Marcello Pacifico dell'Anief abbiamo fatto fare loro le Ssis e li abbiamo fatti invecchiare precari"…. Sia nell'ultimo concorso per dirigenti scolastici che in quello per i Tirocini di formazione (Tfa, che di fatto rimpiazzano le Ssis) i quiz di accesso si sono rivelati errati generando non solo polemiche ma anche un mare dì ricorsi. Il Consiglio di Stato, ad esempio, ha appena accolto il ricorso dei dirigenti scolastici e la metà delle scuole della Lombardia è rimasta senza presidi. Nulla, quindi, garantisce che il prossimo concorso sarà migliore. Infine, c'è il problema dei costi. La Flc-Cgil ha stimato in 120 milioni di euro il costo del migliaio circa di commissioni necessarie a esaminare almeno 200 mila partecipanti. "Visto che la graduatoria c'era già non si potevano risparmiare questi soldi ?".
 
 
 
 
 
 
www.tuttoscuola.com – 1 settembre 2012
“Cattedre solo per concorso, i sindacati temono per i precari”.
░ Una reazione preoccupata, della CGIL, all’annunzio del ministro Profumo che dalle colonne de 'La Repubblica' ha detto di volere i concorsi come unico accesso alle cattedre, previo svuotamento delle graduatorie. 
"Il ministro Profumo svela qual è il vero obiettivo dei concorsi: cancellare le graduatorie e gettare nella disperazione i precari che da anni garantiscono il funzionamento delle scuole", polemizza Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc Cgil, "il ministro considera il lavoro una merce che si utilizza quando serve e poi si può buttare nel cestino". Per Pantaleo oggi la priorità deve essere quella di "risolvere la situazione dei 200mila docenti già in graduatoria che sono precari da anni" e ritiene "inaccettabile" parlare d'altro quando "questi precari hanno grandi competenze e da anni garantiscono il funzionamento della scuola italiana". Secondo Pantaleo, ciò che serve è un piano di stabilizzazione pluriennale che oltre al turn over ricomprenda tutti quei posti che vengono ormai assegnati da anni in organico di fatto, "anche perché grazie alla riforma Fornero che ritarda l'età del pensionamento rischiamo di non avere più posti nelle scuole". Dunque il nodo da sciogliere per Pantaleo "non è concorso sì o concorso no, ma quali obiettivi d'investimento il Governo mette in campo per allargare il tempo pieno, abbassare il numero degli alunni per classe, costruire nuovi edifici scolastici e rendere sicuri quelli esistenti, istituire l'organico funzionale e potenziare l'offerta formativa nel sud". In quel contesto "si devono rivedere le regole sul reclutamento garantendo lo svuotamento delle graduatorie e la possibilità concreta per i giovani di poter intraprendere la professione docente". Ma di questo, secondo la Cgil Scuola, il ministro non parla, e per questo il sindacato preannuncia un "autunno caldo" con "una decisa azione di ulteriore mobilitazione per la difesa della scuola pubblica e per difendere il diritto al lavoro e i diritti nel lavoro".
 
Corriere della sera – 1 settembre 2012
“I ritardi nelle nomine. Ogni anno servono 50mila supplenti”.
░ Anche quest'anno, al 31 agosto, ci sono circa 50mila supplenti in attesa di conoscere il proprio destino. Il ritardo nelle nomine è uno dei problemi cronici della scuola italiana
Anche quest'anno, al 31 agosto, ci sono circa 50mila supplenti in attesa di conoscere il proprio destino. Il ritardo nelle nomine è uno dei problemi cronici della scuola italiana. L'organico di diritto dei docenti per il prossimo anno scolastico, secondo i dati della Flc Cgil, è di 600.839 persone, a cui vanno aggiunti 63.348 insegnanti di sostegno, per un totale di 664.187 docenti. Ma di fatto la scuola ha 625.878 docenti, cui vanno aggiunti 90.469 di sostegno, per un totale di oltre 716mila insegnanti. In pratica, significa che poiché non è stata realizzata la stabilizzazione dell'organico, ogni anno a settembre i dirigenti scolastici devono chiamare 50mila supplenti, tra cui 30mila insegnanti di sostegno, per sopperire ai vuoti nelle classi. Il primo passo è chiamare dalle graduatorie a esaurimento, dopodiché, nel caso di mancate disponibilità sufficienti, si passa al personale precario delle graduatorie d'istituto. Vanno a rilento anche le nomine dei 21mila nuovi docenti immessi in ruolo quest'anno. «Stiamo pagando errori del passato — replica il sottosegretario all'Istruzione Elena Ugolini —. Dall'anno prossimo ci sarà un'agenda digitale che ci permetterà di assegnare in tempo le supplenze annuali. E stiamo lavorando perché gli insegnanti immessi in ruolo possano rimanere nella stessa sede almeno per tre anni». Per i docenti c'è anche un problema di motivazioni: percepiscono «una delle retribuzioni più basse d'Europa», fa notare Massimo Di Menna (Uil scuola): 1.372,77 euro netti all'inizio, 1.639,40 dopo 15 anni di servizio, 1.925 euro al massimo della loro vita professionale, per una retribuzione media annua di circa 42mila euro lordi per la scuola primaria e 46mila per quella secondaria, di fronte a una media Ocse di 48mila e 51mila. 
 
 
La tecnica della scuola – 2 settembre 2012
 
“Anno nuovo, problemi vecchi”.
 
░ Cattedre scoperte, casse scolastiche vuote, proteste di precari, scuole senza dirigenti scolastici, contrattazione di istituto al palo.
 
Si apre un nuovo anno scolastico ma i problemi sono quelli di sempre, anzi si presentano persino più gravi rispetto al passato. Come di consueto le lezioni inizieranno con migliaia di cattedre scoperte che verranno coperte con supplenti nominate “fino all’avente titolo” con gli inevitabili “balletti” che andranno avanti almeno fino a Natale. Nei prossimi giorni dirigenti scolastici e direttori dei servizi dovranno mettersi al lavoro per predisporre il Programma annuale per il periodo settembre/dicembre 2012 (in pratica, fino alla metà di ottobre almeno, le scuole non potranno assumere impegni di spesa e quindi non potranno neppure sostituire il toner della fotocopiatrice). Tra l’altro va anche detto che, a tutt’oggi, moltissime scuole non dispongono neppure dei dati contabili minimi per poter redigere il Programma Annuale. Fra una quindicina di giorni si dovrebbero aprire le contrattazioni di istituto per definire la gestione del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, ma il fatto è che non si conosce ancora l’entità del fondo (come è noto si sta discutendo a livello nazionale di “tagliare” drasticamente il fondo per poter garantire gli scatti stipendiali). In Lombardia il 40% delle istituzioni scolastiche inizia l’anno con un dirigente a metà servizio (se tutto va bene) in attesa che a novembre si sciolga il nodo del concorso e delle “buste trasparenti”. In molte regioni del sud (Campania e Sicilia in testa) dove il dimensionamento è stato effettuato in modo approssimativo ci sono centinaia di istituzioni scolastiche che non raggiungono i parametri fissati dalla legge e quindi non hanno dirigente e dsga titolari (e non li avranno neppure in futuro).
 
 
 
il Manifesto – 2 settembre 2012
 
“La vita è tutta un quiz ?”.
 
░ Una lettera, impietosa nel contenuto, inviata alla redazione da Tiziana Drago, una ricercatrice universitaria. Profumo ? Un venditore di fumo !
 
Vendere fumo pare essere l'azione che meglio riesce a questo governo. Magari con stile (certo, deve piacere il genere ma ammettiamo che dopo i predecessori persino questa condotta somiglia a un approdo), ma pur sempre fumo. Il ministro dell'istruzione, università e ricerca, Francesco Profumo, si sta dedicando al suo compito con encomiabile impegno (o spaventoso accanimento, a seconda dei punti di vista). Non pago di aver agitato come una clava il feticcio della meritocrazia all'interno delle università attraverso il suo braccio armato (l'Anvur) e di essere il mandante della micidiale operazione valutativa in corso negli atenei, si sta applicando al mondo dell'istruzione di base, il settore della formazione più delicato e bisognoso di ogni cautela. Dopo la trovata notevolmente pacchiana dello «studente dell'anno» e la magra figura fatta col «tirocinio formativo attivo» - zeppo di domande errate, scuse ufficiali del ministro ai partecipanti al concorso, caos sulle graduatorie successive. Ora tira fuori dal cilindro il concorso a cattedre. A parte gli articoli di sfrontata propaganda della stampa mainstream, persino il pallido Pd ha dovuto mostrare una soddisfazione imbarazzata…. Quello che fa davvero rabbrividire è la procedura di selezione della nuova classe docente annunciata ieri con un'intervista a Repubblica. Si parla di una modalità telematica: si starebbe lavorando a una prova selettiva da svolgere sul computer, utilizzando i supporti presenti nelle scuole (ammesso che, in strutture ridotte allo stremo, tali supporti esistano e risultino funzionanti...)…. Il fatto è che una simile procedura la dice lunga sull'impostazione della prova di preselezione. Si scopre con raccapriccio che tale prova dovrebbe consistere in un «test con domande di carattere logico-deduttivo, alcuni in lingua, inglese, francese, tedesco e spagnolo, e le altre per misurare le competenze informatiche» (citiamo dall'intervista del ministro). La scrematura della massa degli aspiranti docenti, lungi dall'accertare in modo rigoroso conoscenze disciplinari e maturità critica complessiva, viene affidata a una prova modesta e degradante, come mortificante è stata quella del tfa: quiz da televisione e/o da scuola guida. Ancora una volta, la disinibita opzione fra una prova scientificamente fondata e la cultura da videogiochi si risolve a favore di questi ultimi, mostrando a chiare lettere, da parte del ministro e dei suoi collaboratori, una considerazione virtuale e bassa della cultura. Quello che Profumo ignora è proprio l'esistenza di un orizzonte complesso della conoscenza, lontano anni luce dall'attitudine furbesca necessaria per districarsi nei test a risposta multipla. Da questo tipo di prova resta inevitabilmente esclusa e sanzionata ogni possibilità di problematizzazione teorica: che si tratti di quiz o di videogame, l'esperienza che si suggerisce è quella della suzione televisiva, della realtà epidermica, del gioco reversibile. La complessità delle conoscenze filosofiche, storico-letterarie o scientifiche rinvia, invece, a un orizzonte alto, che mette chi ne faccia esperienza in condizione di collocarsi alla sua stessa altezza (per accoglierli o per respingerli), di riconoscersi in un'idea - o in una possibilità - di umanità alta, generosa e libera. 
 
 
 
Il Messaggero – 3 settembre 2012
 
“Se i quiz salgono in cattedra”.
 
░ Il Ministro Profumo si è avventurato nel tratteggiare brevemente  la figura ideale dell’insegnante. Molti - ovviamente, poiché il Ministro improvvisava nel contesto di una dichiarazione – hanno evidenziato la inadeguatezza della definizione proposta. Giorgio Israel, autorevolmente.   
 
….. Il ministro ha recentemente proposto la sua visione di come deve essere un buon insegnante. A noi pare che sarebbe meglio non impelagarsi nel tentativo di definire una figura tanto complessa. Tuttavia, se proprio dovessimo scegliere la definizione preferita, ricorderemmo quella di Hannah Arendt: l’insegnante è colui/colei che «si qualifica per conoscere il mondo e per essere in grado di istruire altri in proposito, mentre è autorevole in quanto, di quel mondo, si assume la responsabilità. Di fronte al ragazzo è una sorta di rappresentante di tutti i cittadini della terra che indica i particolari dicendo: ecco il nostro mondo». E così facendo – osserva Arendt – fornisce al giovane gli strumenti per avanzare liberamente con le proprie gambe.Secondo il ministro l’insegnante deve saper stabilire e gestire buone relazioni con gli studenti, saper stare bene in classe, e alternare la sua posizione di docente con quella di discente, lasciando talora la cattedra agli allievi. A parte quest’ultimo aspetto che riporta a sessantottismi di cui non v’è proprio bisogno, la figura che emerge è quella del «facilitatore» nell’ideologia dell’autoapprendimento. Sapere star bene in classe e gestire bene i rapporti con gli allievi è molto importante, ma non crediamo che si tratti di una scienza codificabile.Colpisce l’omissione di un requisito cruciale: che l’insegnante sia colto, che conosca la sua materia. Tolto questo, tanto varrebbe affidarsi a Pippo Baudo, che certamente ne sa più di certi teorici dello «stare in classe», che propinano i loro precetti nel modo più noioso, cattedratico e trasmissivo che si possa immaginare. Abbiamo il ricordo di insegnanti non molto capaci di gestire la classe, ma dotati di una cultura tale da lasciare una traccia indelebile sugli allievi; ed altri, brillanti e simpatici quanto vacui. Migliorare il mondo dell’insegnamento si può. Mettere le brache al mondo è tipico delle visioni illiberali. Se poi riduciamo i contenuti dell’insegnamento a un «optional», a qualcosa che può essere «costruito» pescando indifferentemente ovunque, senza distinguere tra libri seri e Wikipedia, possiamo scommettere sul definitivo declino della scuola italiana.
 
 
 
ItaliaOggi – 4 settembre 2012
 
“Il cortocircuito dell’istruzione”.
 
░ Annullate le prove per i dirigenti, test sbagliati per le abilitazioni e ora l'incognita dei nuovi professori. (di Alessandra Ricciardi).
 
Le prove per accedere ai tirocini abilitativi macchiate dagli errori della commissione che le ha predisposte (nominata dall'ex ministro dell'istruzione, tiene a precisare l'attuale), i concorsi per dirigenti annullati in varie regioni, con nomine prima autorizzate e poi bloccate, e ora il nuovo concorso per docenti, il cui bando è stato annunciato per fine settembre, ma che potrebbe slittare. E che intanto è già un osservato speciale: le prove che saranno predisposte, i criteri di accesso, i titoli da valutare, tutto sarà attentamente passato ai raggi x dal partito degli scontenti per far cadere anche questa selezione sotto i colpi della magistratura. Il nuovo anno si apre all'insegna dell'incertezza…. Intanto non mancano i problemi attuativi delle riforme più recenti: non si sa ancora che fine faranno i docenti dichiarati inidonei per motivi di salute all'insegnamento e che da quest'anno, causa spending review, dovevano essere ricollocati. Per non parlare dei prof inidonei andati in pensione, che si sono visti revocare il trattamento previdenziale dopo un anno, perché la certificazione di inidoneità non è valida. E poi c'è la questione in sospeso del pagamento degli scatti, la riduzione da fare degli organici ministeriali, l'accorpamento degli uffici scolastici provinciali e di quelli regionali…  Anno nuovo quello che inizia, appesantito però dal cumularsi di problemi vecchi, che mostra un'amministrazione scolastica ormai alla corda, incapace, a dispetto dell'impegno di tanti, di tenere il passo delle novità legislative che si susseguono, di seguire l'ordinario disbrigo amministrativo, di fronteggiare le richieste molteplici, e a volte contrastanti, che giungono dai lavoratori della scuola, oltre un milione di persone. … Intanto il bando di gara, annunciato per il 24 settembre da Profumo, potrebbe slittare: i programmi di studio non sono stati stilati, le nuove tabelle di valutazione dei titoli devono ancora essere inviate per il parere al Cnpi. Poi ci sarà da gestire la preselezione, a cui tiene molto il ministro, la prova scritta e l'orale, con simulazione di una lezione. Candidati potenziali: tra i 300 e i 500 mila. Ma questa è un'altra storia a cui al ministero per il momento preferiscono non pensare.
 
 
 
CORRIERE DELLA SERA – 4 settembre 2012
 
“Concorsi, agenda digitale, licei sportivi. Profumo, il ministro degli annunci”.
 
░ Anche Sergio Rizzo punta la lente di ingrandimento su Profumo.
 
A pochi giorni dalla riapertura delle scuole una cosa non si può certo rimproverare a Francesco Profumo: che non abbia preso sul serio la sua nuova occupazione di ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Talmente sul serio, tecnico qual è, da superare nel profluvio incessante di parole perfino alcuni suoi predecessori politici. Sei interviste a giornali e radio nell'ultima settimana sul ritorno (sacrosanto, precisiamo) ai concorsi per gli insegnanti. Proclami di ogni tipo su riforme e innovazioni di ogni tipo: le nuove regole per l'abilitazione dei docenti, l'introduzione del liceo sportivo, la riforma dei compiti a casa... E convegni, convegni, convegni. Per non far torto a nessuno. Al convegno sull'istruzione a Urbino ha difeso i precari. Alla festa della pubblica amministrazione e innovazione di Terni ha garantito un concorsone trasparentissimo. Al convegno a Trento organizzato dal think tank Vedrò di Enrico Letta ha sfatato il luogo comune che gli studenti italiani siano asini nelle materie scientifiche. Alla festa del Pd ha ripetuto che gli universitari fuori corso devono pagare tasse più alte dei loro colleghi lavoratori: ci mancherebbe altro. A un convegno sulla scuola, a Ischia, ha detto che rivendicando competenza sugli istituti scolastici le Province vogliono solo mantenere alcune cose dello status quo. A un convegno a Milano ha assicurato che nonostante le minacce provinciali l'anno scolastico non è a rischio. A un convegno a Camerino ha rivelato che per l'Università il governo pensa a introdurre un criterio come quello del bastone e della carota per rendere le nostre università più competitive. Al convegno di Cagliari sulle città intelligenti ha lamentato che in Italia ci siano troppe sedi di centri di ricerca. A un convegno a Firenze ha ricordato che l'università e la scuola sono la priorità del Paese. A un convegno sulla sanità organizzato a Roma dall'Udc ha spiegato che nella ricerca serve un coordinamento unico. A un convegno sull'apprendimento permanente, sempre a Roma, ha rivelato che il suo ministero realizzerà per ogni studente la carta d'identità della formazione. A un convegno sull'Information technology a Torino ha promesso un'accelerazione dell'agenda digitale da parte del governo. A un convegno della Commissione cultura della Camera ha auspicato una strategia comune università-ricerca. Al convegno per i cinque anni del consiglio europeo della ricerca ha proposto una specie di moneta comune per i ricercatori europei. E tutto ciò soltanto da un paio di mesi a questa parte. Ieri il ministro Profumo ha esternato anche da Israele, dove ha incontrato il suo collega Gideon Saar dicendosi interessatissimo alla riforma degli insegnanti introdotta dallo Stato ebraico che prevede l'aumento delle ore, la formazione continua e soprattutto un notevole aumento degli stipendi. Un suo cavallo di battaglia: qualche mese fa aveva già avuto occasione di dire al Tgi che i docenti italiani hanno retribuzioni troppo modeste. Mentre il 19 giugno, in occasione della sua visita a Pechino, aveva sottolineato il valore degli scambi culturali internazionali tra studenti. … Adesso aspettiamo i fatti.
 
 
 
Famiglia Cristiana – 6 settembre 2012
 
“La scuola italiana ? Promossa”.
 
░ La promuove il Ministro… Ma osservatore e osservato coincidono…. E poi, le domande…. Soft. Per il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo l'anno scolastico comincia all'insegna dell'ottimismo, nonostante le recenti polemiche sui prossimi concorsi per i docenti. Il ministro è sereno …: la scuola italiana è promossa con una sufficienza piena. 
 
D. Va davvero tutto bene, signor ministro? «Certamente la scuola patisce delle difficoltà, ma dobbiamo rapportarci ai numeri. Gli studenti sono 8 milioni. Se non funziona qualcosa per l'un per cento, si tratta di 80 mila studenti, una città un po' più grande di Savona, dove sono nato io. Sulla scuola dovremmo essere più concreti e più sereni».
 
D. Si sentirebbe di dire che la nostra è una scuola di qualità, dispersione a parte? «Mi limito a indicare alcuni dati. Quando i nostri ragazzi vanno all'estero, sia durante i percorsi delle scuole superiori sia durante l'università, sono sempre i migliori. Io credo che il nostro sistema scolastico sia molto più formativo e meno informativo di altri. È un valore che dobbiamo conservare».
 
D. Cos'è allora che non funziona? «Credo ci sia stata una mancanza di governance, dovuta anche a questo sistema complesso per cui c'è un ministero centrale e una programmazione fatta invece dalle Regioni, mentre la proprietà degli edifici e in buona parte della Provincia. Una situazione anomala. Per questo dico che un'oliatura si può dare».
 
D. Come mai andiamo così male nei test internazionali? «La nostra scuola ha poca abitudine a quel tipo di test. Siamo abituati al temino e non abbiamo il rispetto dei tempi, tant'è che esistono i fuoricorso. Come è possibile seguire un corso di storia greca oggi e sostenere l'esame dopo tre anni? È un buon insegnamento per la sua vita?».
 
D. Ci sono studenti che lavorano, il raddoppio della tassa per i fuoricorso penalizza molto... «Ci sono persone per le quali è possibile prevedere un "contratto" di tipo part-time, perché lavorano, ma con chi fa lo studente e basta dobbiamo essere rigorosi».
 
D. Pensa di poter fare qualcosa prima della fine del suo mandato per la scuola media inferiore, che pare quella in maggior difficoltà? «Credo che effettivamente sia l'anello debole del sistema, per due motivi: viene a coincidere con un momento delicato come l'inizio dell'adolescenza e poi è rimasta un ibrido, senza una anticipazione reale di una scuola più autonoma quale deve essere la scuola superiore».
 
D. Pensa necessiti di una riforma? «Il Paese ha avuto fin troppe riforme, D. ma ancora una volta ci vuole un po' di oliatura».
 
Concretamente cosa pensa di fare? Perché fino ad ora la politica degli istituti comprensivi sembra sia andata nella direzione opposta. «È piuttosto un problema organizzativo: i momenti transitori sono i più difficili perché ancora il nostro Paese ha una limitata capacità di programmazione. Si comincia a pensare all'istituto in cui ci si iscriverà troppo a ridosso del momento in cui questo avviene».
 
D. Non è sufficiente rafforzare l'orientamento? «No, immagino che bisognerà prevedere nel triennio della media, se rimarrà un triennio, un primo anno ancora collegato alla modalità della scuola elementare e un ultimo vicino a quello che avviene nella secondaria. Quindi un aggiustamento non solo dei programmi ma anche della gestione dell'aula e del rapporto coi docenti».
 
D. Lei pensa che la sua riforma del merito, molto contestata, possa davvero aiutare la scuola italiana a superare le attuali difficoltà? «Sono convinto che sia una riforma prima di tutto per l'Italia. Purtroppo tutte le volte che ci confrontiamo con cittadini di altri Paesi abbiamo evidenti difficoltà. Per poter competere bisogna essere bene attrezzati. E cioè più preparati e capaci di valorizzare le proprie capacità. Io non amo il termine meritocrazia, ma credo che la capacità, che è una dote che ciascuno di noi ha dalla nascita, e l'impegno, che invece dipende dalla nostra volontà, debbano essere premiati».
 
D. Che cosa cambia la "riforma del merito"? «Un segnale molto forte. La scuola ha sempre una grossa presa sul Paese. Quando i nostri ragazzi vanno a casa e riportano ciò che è stato loro insegnato a scuola, quello è un messaggio che coinvolge tutta la comunità, quindi premiare il merito ha un grandissimo valore, non solo per il singolo. Vedo questa riforma come una specie di educazione civica».
 
D. Ancora una volta si parla purtroppo di tagli per la scuola. Soprattutto per la paritaria dove i tagli sarebbero del 60 per cento... «Questo non è vero. In realtà il finanziamento alla scuola in generale non verrà toccato. Per quanto riguarda la paritaria, tutti gli anni c'è stata un'aggiunta di circa 200 milioni per completare il finanziamento triennale, e ci sarà anche quest'anno».
 
D. Siamo in vista di cambiamenti importanti: ci sarà spazio per i genitori? «Nel nuovo modello ci sarà una maggiore autonomia della scuola e quindi un maggior coinvolgimento di tutta la comunità e anche dei genitori. Il modello dell'autonomia è stato già approvato, adesso è in Parlamento la norma relativa alla governance».
 
D. Qual è il suo messaggio agli studenti che cominciano il nuovo anno? «Un messaggio di fiducia. Stiamo lavorando a una scuola in cui non siano toccate le risorse per il cuore del sistema che sono gli studenti, con un processo di rinnovamento che certamente avrà delle ricadute importanti sulla società». 
 

latecnicadellascuola.it - 24 agosto 2012
“Flc all’attacco della riforma Fornero sulle pensioni”.
░ La Flc-Cgil ripropone, a chi ha maturato il diritto alla pensione col 1° settembre 2012, di rivolgersi alle sue strutture legali per i ricorsi ai giudice del lavoro. Non c’è dubbio: l’ANIEF ha svegliato la CGIL dal sonno dogmatico. Non pretendiamo che ce lo riconosca la CGIL (sarebbe come Golia che porge la mano a Davide), ma i professori e gli ATA ne prendano atto, e ne ricordino quando decideranno per la delega sindacale.
Il sindacato di Pantaleo, senza fare riferimento alla battaglia legale che il comitato civico “Quota 6” sta conducendo in sede legale per avere spostato il diritto alla pensione dal 31 dicembre 2011 al 31 agosto 2012, in conformità all’unica finestra di uscita prevista per la scuola, si rivolge a coloro che avrebbero potuto andare in pensione a decorrere dal 1.09.2012 e che, invece, sono stati bloccati dall’applicazione della cd. Riforma Fornero. La FLC CGIL ricorda anche che ha agito su due binari. Il primo proponendo un ricorso nazionale al TAR del Lazio contro i provvedimenti amministrativi attuativi della Riforma Fornero. Il 5 luglio il Tar del Lazio ha declinato la propria giurisdizione in favore del giudice del lavoro. Contro questa decisione la FLC CGIL sta preparando un ricorso al Consiglio di Stato. Il secondo tramite la tutela legale dei lavoratori, già nel momento di predisposizione della domanda, con la presentazione dei ricorsi individuali che stanno già approdando nelle aule dei Tribunali. Le udienze sono state calendarizzate negli ultimi giorni del mese di agosto. Poiché non ci sono scadenze, tutti coloro che fossero interessati ad esaminare la propria posizione professionale si possono rivolgere alle strutture FLC CGIL. La FLC, dice ancora il comunicato, è convinta che per l’affermazione dei diritti, anche quando si promuovono i ricorsi, la via maestra resta la dimensione sindacale e politica. Questa ultima via è stata però anche percorsa soprattutto attraverso l’impegno delle parlamentari Bastico e Ghizzoni, ma non ha portato da nessuna parte, perché gli emendamenti e gli ordini del giorno proposti sono stati regolarmente respinti dal Governo e perfino da alcuni gruppi parlamentari. Inoltre c’è pure da dire che anche CislScuola, UilScuola, Gilda si sono mossi e si stanno muovendo sulla stessa linea della Flc, coi propri uffici legali, consapevoli della profonda ingiuria perpetrata ai danni di questi colleghi che maturano il diritto al 31 agosto 2012, in conformità con l’unica finestra di uscita concessa alla scuola. Ma c’è pure di più: un paradosso politico che la dice lunga sulla intransigenza del Governo ad accettare l’istanza. Infatti ai sopra numerai è concesso di andare in pensione se maturano il diritto al 31 agosto, riconoscendo quindi la specificità della scuola e dei suoi ritmi didattici, ma a tutti gli altri viene negato similare diritto. Da un lato dunque il governo è consapevole di questa antica logica, ma dall’altro la nega, facendo orecchie da mercante. Un paradosso paradossale di sapore tipicamente bizantino a cui fra l’altro ormai siamo abituati.

www.flcgil.it/rassegna-stampa - 25 agosto 2012
“Profumo di elezioni, e Repubblica fa propaganda”.
░ L’articolista, Pino Patroncini considera l’idea del concorso a cattedre un’iniziativa inutile e dispendiosa, di sapore elettoralistico.
Che Repubblica straveda per il Montismo e per la sua prosecuzione anche dopo le elezioni non è un mistero. Per fare ciò non esita a blandire tutti i fenomeni che ritiene possano far presa sull’immaginario collettivo: il giovanilismo, la meritocrazia ecc. E a volte spara anche cifre, che solo il giornale di Scalfari riporta. Questa è una di quelle: Repubblica di oggi ci parla di un concorso a 30.000 posti nella scuola.
Il concorso ci sarà, sarà bandito il 24 settembre, ma in realtà, come dicono tutti gli altri giornali, sarà a poco meno di 24.000 posti, anzi per essere esatti poco meno di 12.000, perché gli altri 12.000, in virtù di una vecchia “regola del 50%” , tuttora in vigore, andranno alla graduatoria ad esaurimento (già graduatoria permanente) dove stazionano circa 200.000 docenti abilitati ( alcuni anche già in ruolo in altre discipline). Tutti i giornali sottolineano che erano 13 anni che non si faceva un concorso e sinceramente non si può essere che contenti che, di questi tempi soprattutto, si pensi ad assumere e stabilizzare un po’ di personale. Ma per fare ciò serviva un concorso, con relative spese e distrazione di insegnanti dai loro compiti normali? No, non era necessario ! Il nuovo concorso, a differenza di quello di 13 anni fa , è aperto ai soli docenti già abilitati. Ma chi sono i docenti già abilitati? Sono quelli al 99% inseriti nella graduatoria ad esaurimento. I non inseriti sono quattro gatti che sono fuori per dimenticanza o per mancato rinnovo della conferma dell’iscrizione alcuni anni fa. Quelli di nuovo pelo (circa 15.000) devono ancora incominciare i loro corsi abilitanti (TFA) e li finiranno se va bene solo per maggio 2013 e quindi non rientrano in questo concorso. E allora a che serve in concorso se questi una abilitazione ce l’hanno già e se una meccanismo di reclutamento ce l’hanno già? In pratica succederà questo: fatte le debite differenze e compensazioni tra le diverse materie i primi 12.000 entreranno in ruolo “ope legis” per graduatoria , gli altri circa 188.000 “si sfideranno” per i restanti 12.000 posti. Una guerra tra poveri potremmo dire. Ma che ci costerà. Quanto? Facciamo un conto: pur essendo appena 12.000 i posti in lizza parteciperanno dunque circa 200.000 persone (ma il numero potrebbe raddoppiare tenuto conto che si può partecipare a più concorsi) e ammettendo che ogni commissione ne curi 200 ci vorranno un migliaio di commissioni, ognuna formata da tre commissari, esonerati per un anno (tanto dura normalmente un concorso) dall’insegnamento e sostituiti da un supplente. Insomma tremila insegnanti (e tremila supplenti in più): solo così il costo sarebbe di 120 milioni di euro. Insomma non era questa forse una materia da spending review, tenuto conto che la graduatoria per assumere c’era già, il titolo abilitante anche e la gamma dei docenti è la stessa? Perché fare questa spesa inutile? Solo per far parlare di sé i giornali in previsione delle prossime elezioni? Solo perché il 200millesimo possa diventare primo e il dodicimillesimoprimo restare a bocca asciutta e riaffermare così un principio meritocratico tra persone che da anni sono nella stessa graduatoria? … Non solo la prova scritta e la prova orale come nei concorsi tradizionali, ma anche un test selettivo come prima prova, in modo da sfoltire subito le fila. Già! Peccato che l’ultima volta (un mese fa!) il ministero abbia dovuto annullare in alcune discipline fino 20-25% dei quesiti perché o erano sbagliate le risposte o persino le domande, sicché per superare il test bastava rispondere a una domanda su tre, senza contare la sequela di ricorsi in cui il ministero è tuttora impegolato. Così quello che si risparmierà in commissioni lo spenderà l’avvocatura dello stato. E io pago!

www.lastampa.it – 26 agosto 2012
“Se non cambiano le regole di reclutamento i giovani rischiano di essere ancora esclusi”
░ Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, saluta con favore l’annunziato concorso: “Che il miglioramento della scuola sia fra le priorità che l’Italia si dà per riprendere a crescere è una notizia degna di nota e va accolta con estremo favore”. La perla è quando, a proposito degli iscritti nelle graduatorie a esaurimento scrive: “Della loro qualità sappiamo poco, perché provengono da percorsi formativi eterogenei e, pur avendo esperienza di insegnamento, spesso non sono mai stati valutati”. Ne dovremmo desumere che il direttore della Fondazione Agnelli - che ha sviluppato un programma di ricerca sul tema dell’istruzione - non sappia che le SSIS nacquero come percorso di selezione dei docenti più efficace rispetto ai tradizionali concorsi ? Che alle SSIS si accedeva per prova selettiva (un test a risposte multiple e un esame orale) che tagliava mediamente circa 4 candidati su 5, che gli specializzandi così selezionati dovevano poi effettuare circa 1100 ore di formazione e tirocinio, in un biennio durante il quale dovevano affrontare dai 20 ai 30 esami e produrre elaborati di non poca difficoltà, che infine gli specializzandi affrontavano l’esame conclusivo, dinanzi a una commissione formata da non meno di sei docenti (prova scritta, prova orale e discussione di una tesi spesso ponderosa) ? Le SSIS furono create proprio perché le assunzioni mediante concorso era sembrata (a Berlinguer) poco qualificanti, e le si voleva integrare.
…Le famiglie da sempre si preoccupano molto di chi insegna ai propri figli. Giustamente: perché sanno che la qualità degli apprendimenti dipende dalla qualità dei docenti, come pure sanno che l’eccessivo turn over - dovuto all’elevato numero di precari - può mettere a repentaglio la continuità didattica. Il governo Monti, oltre a ratificare per quest’anno assunzioni già decise dal precedente governo, ha deciso di immettere in ruolo quasi 24 mila insegnanti nell’anno scolastico 2013-4: secondo le norme vigenti, metà arriveranno dalle graduatorie provinciali basate sull’anzianità di servizio; l’altra metà da un nuovo concorso pubblico (il primo dopo 13 anni), che prevede prove scritte e orali, inclusa una simulazione di lezione. Un concorso pubblico che valuti con rigore le competenze degli aspiranti docenti, garantendo ai meritevoli stabilità lavorativa, è un positivo segnale di ritorno alla normalità.
A dispetto delle affermazioni del ministero, non è, però, scontato che con questo concorso sarà possibile avviare l’indispensabile ringiovanimento del corpo docente italiano. Il concorso difficilmente potrà, infatti, discostarsi dalle regole attuali, che privilegiano titoli e anni di insegnamento. Se poi l’accesso dovesse essere limitato a chi ha già l’abilitazione, come è stato dichiarato, l’esclusione dei più giovani sarebbe praticamente totale, perché pochissimi di costoro ne sono già in possesso, almeno fino all’andata a regime dei nuovi tirocini formativi.
C’è quindi il rischio che alla fine, anche tramite concorso, i nuovi docenti in ruolo saranno selezionati largamente sulla base di un criterio di anzianità di servizio, analogamente a quanto avviene per le graduatorie provinciali. Di fatto, gran parte dei concorrenti saranno le «seconde file» delle graduatorie, che pur essendo in lista da molti anni, non hanno ancora il punteggio sufficiente per essere chiamati. Della loro qualità sappiamo poco, perché provengono da percorsi formativi eterogenei e, pur avendo esperienza di insegnamento, spesso non sono mai stati valutati. Sappiamo di certo, però, che non sono particolarmente giovani: in media, intorno ai 41 anni.

l’Unità – 26 agosto 2012
“Il concorso già bocciato dai precari”
░ Il governo annuncia il bando per 12mila posti l'anno prossimo, assunzioni per 22mila entro il 31 agosto e la promessa di altri 11mila. Critico il Pd: prima esaurire le graduatorie esistenti.
Il governo ha autorizzato (venerdì in consiglio dei ministri) il ministero ad assumere a tempo indeterminato entro il 31 agosto 22.000 persone tra dirigenti scolastici, personale docente, personale tecnico-amministrativo e direttori amministrativi, e poi ha annunciato il concorso che dovrebbe colmare un vuoto durato tredici anni e soddisfare, in buona parte, speranze e attese, di precari e neolaureati abilitati all'insegnamento. La prova avverrà, per titoli ed esami, su base regionale, e sarà finalizzata alla copertura di 11.892 cattedre nelle scuole statali di ogni ordine e grado, risultanti vacanti e disponibili; altrettanti posti saranno poi messi a disposizione dal Miur attingendo dalle attuali graduatorie. «È il momento di prendere decisioni e fare scelte importanti per le nuove generazioni, evitando, come ha detto Monti, di rammaricarci per una “generazione perduta”», ha dichiarato il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo, intervistato da Il Messaggero. Le risorse, «erano già state destinate, nessun ostacolo». Per quel che riguarda i tempi: «Una prova preselettiva a ottobre, con test uguali per tutte le classi di concorso - ha spiegato il ministro - cui seguiranno a gennaio la prova scritta e orale», in modo da consentire l'immissione in ruolo per l'anno scolastico 2013-2014. Un secondo bando A questo primo bando ne seguirà un secondo entro maggio 2013, dicono dal ministero, disciplinato dalle nuove regole di reclutamento, in fase di preparazione. L'obiettivo è «portare in classe docenti più giovani, vicini ai nuovi insegnamenti, alle tecnologie avanzate». Questo aspetto solleva forti perplessità: «Si intende ridare vita a un concorso che poi vedrà rinascere ulteriori graduatorie all'infinito? - chiede Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd - i precari delle graduatorie a esaurimento non sono “immeritevoli” e comunque non si capisce - continua l'esponente Pd - perché la scuola deve essere l'unico luogo dove l'esperienza viene considerata un disvalore. Si faccia un nuovo piano pluriennale - continua - per la stabilizzazione dei precari delle graduatorie e si dia avvio ad un nuovo reclutamento per quelle classi di concorso esaurite o in via di esaurimento, come quelle di matematica, scienze, e biologia. Occorre meno demagogia, a meno che non si voglia che la generazione perduta sia proprio quella dei docenti precari». Anche per l'ex ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni, deputato Pd, «il concorso ha ancora vecchie regole, la scuola ha bisogno di far esaurire le graduatorie permanenti. Serve una nuova metodologia di reclutamento: si bandisce un concorso, chi vince entra, chi non vince sa che o ci riprova o trova un altro lavoro», spiega. …. Chiarezza «sulle modalità e i destinatari» del concorso chiede il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, perché questo reclutamento «non avvenga a scapito dei precari». E proprio loro si scatenano sul web a colpi di post: «No al nuovo concorso nella scuola», scrivono e lanciano una raccolta di firme che «diffida» il ministro dal bandire il nuovo concorso.

www.latecnicadellascuola.it – 26 agosto 2012
“Un concorso con troppe incognite e conflitti”
░ Un percorso sempre più ingolfato, per l’accesso all’insegnamento.
Quanto costerà questa operazione concorsuale per valutare sia le preselezioni, attraverso cui scremare gli oltre 300mila candidati previsti, e sia lo svolgimento delle prove vere e proprie, affidate al giudizio di commissari in ambito regionale, per arruolare gli 11mila nuovi professori? …. Questo fra l’altro significa che alcuni docenti, per avere la cattedra, debbono sorbirsi ben due concorsi: l’abilitazione propedeutica al concorso e il successivo concorso stesso, mentre altri sono già entrati in ruolo con un semplice corso abilitante di alcune centinaia di ore: è non è questa una ingiustizia e una sonora ingiustizia? In più: chi impedisce anche a chi non ha i titoli richiesti dal bando di rivolgersi al Tar e, ottenuta la sospensiva, di parteciparvi regolarmente? Non è forse successo così col concorso a dirigente che ha fatto diventare presidi tanta gente senza i titoli imposti dal bando? Né culturale né di servizio: corretto e deontologicamente etico? …. Come si comporterà il ministero con la valutazione dei titoli? Metterà in conto i servizi prestati, i voti di laurea e di abilitazione? E a quali classi di concorso sarà soprattutto aperto il concorso a cattedra? Matematica, latino e greco, così come si ventila? E gli altri giovani di altre materie? …. E che ne sarà degli oltre 20mila docenti già abilitati ma non inseriti nelle GaE ? Non pretenderanno forse questi professori in pectore un trattamento di favore? E se venissero ammessi al concorso, seppure con riserva, i “giovani” che hanno superato le prove preselettive Tfa, non saremmo di fronte al caos più caotico di tutti i tempi? …. Contestualmente però precipitano come valanga che sale le proteste e le indignazioni fra gli ultra quarantenni, ma anche ultra cinquantenni, affollati nelle graduatorie a esaurimento. Chi si occupa di costoro? E che Stato di diritto è quello che prima chiama al lavoro e ad essere servito, anche per decenni di seguito, e poi dà il benservito, asserendo che ha altro cui pensare e altra gente da sistemare al suo interno? Il padrone delle ferriere? Se non proprio così ma ci siamo molto vicini. …

ItaliaOggi – 28 agosto 2012
“Concorso, quiz per 500mila prof”
░ In arrivo test preselettivi di tipo logico, niente specificità disciplinari (di Alessandra Ricciardi).
È il punto forse più delicato, certamente più dibattuto, del bando di gara che sarà ufficializzato a fine settembre: i test di preselezione. Domande a risposta chiusa e di tipo logico, senza nessun riferimento alle specificità disciplinari. Insomma, quiz generalisti per aspiranti docenti di lettere così come di matematica, con l'obiettivo di indagare le attitudini trasversali dei candidati più che le competenze specifiche.
La preselezione si rende necessaria per scremare l'esercito dei candidati alle 11.892 nuove cattedre a tempo indeterminato, la metà dei posti complessivamente disponibili (l'altro 50% sarà coperto con lo scorrimento delle graduatorie a esaurimento) per il prossimo anno scolastico.
Trascorsi 13 anni dall'ultimo concorsone, al ministero dell'istruzione le stime ufficiose parlano di almeno 500 mila aspiranti prof che avrebbero i requisiti per il concorso. A dare l'annuncio ufficiale dell'avvio delle procedure di selezione è stato lo stesso ministro dell'istruzione, Francesco Profumo, al termine del consiglio dei ministri della scorsa settimana. Profumo aveva dichiarato l'intenzione di procedere a un concorso sin dalle prime settimane del suo insediamento a viale Trastevere. Ma quella che doveva essere una selezione totalmente nuova, per immettere a scuola prof giovani, diceva il ministro, sarà un concorso vecchio stampo, a cui potranno partecipare docenti già abilitati e, grazie alle norme della fase transitoria, i diplomati alle magistrali entro il 2001, i docenti laureati entro il 2003 e i diplomati per gli insegnamenti tecnico-pratici. Età media, 30-40 anni…. I docenti che si stanno per abilitare attraverso i Tirocini formativi attivi resteranno invece fuori, per ammetterli servirebbe un decreto legge di modifica. Dovranno attendere il prossimo treno, forse già nel 2013, quando l'agenda di Profumo prevede una ulteriore selezione. Stessa sorte per i laureati più recenti e che non rientrano nelle specificità della normativa transitoria… L'amministrazione deve procedere a ritmi serrati per rispettare i tempi indicati al consiglio dei ministri da Profumo:prova selettiva da svolgersi alla fine di ottobre, su una batteria di test uguale per tutte le classi di concorso; a gennaio la prova scritta, anche di verifica delle competenze disciplinari. A stretto giro la prova orale e graduatorie pubblicate in tempo utile per l'immissione in ruolo per settembre 2013. Novità sono attese per la prova orale, con l'inserimento della simulazione di una lezione per verificare l'abilità didattica, e per la valutazione dei titoli che danno punteggio, anche questi in fase di elaborazione. In arrivo poi modifiche dei criteri di selezione dei componenti delle commissioni: ad oggi possono essere commissari i docenti dichiarati idonei negli anni '90, l'Istruzione vorrebbe innalzare l'asticella della formazione richiesta.

l’Unità – 28 agosto 2012
“Profumo: «Concorso scuola? Ora diventerà biennale»”
░ Il ministro dell'Istruzione ha parlato alla Festa Democratica, a Reggio Emilia. Silenziosa contestazione dei precari: «La scuola dei tecnici è una scuola di classe».
Una ventina di insegnanti precari hanno preso posto nelle prime file dell'auditorium esponendo cartelli con le scritte «la scuola dei tecnici è una scuola di classe», con Pinocchio mangiato dal pescecane e «con il ministro Profumo c'è puzza di concorso-imbroglio»…. L'insegnante del futuro deve essere una «persona in grado di mantenere un filo logico» nei suoi interventi, sia capace di «interpretare un testo», deve avere «competenze di tipo informatico» e di tipo «linguistico». È questo l'identikit annunciato dal ministro dell'Istruzione Francesco Profumo durante un dibattito alla Festa democratica nazionale a Reggio Emilia. Secondo Profumo questi sono i quattro «elementi essenziali per il docente del prossimo anno»…. Il concorso per docenti? «È previsto per legge» e, dunque, non c'è nessuna volontà del ministero di danneggiare i precari storici. Lo ha chiarito il ministro Francesco Profumo intervenendo alla Festa nazionale del Pd spiegando che d'ora in avanti i concorsi avranno «cadenza biennale. Così diventeremo un paese normale». Una posizione applaudita dalla platea più giovane, quella neo laureata e ad oggi esclusa dall'insegnamento per mancanza proprio di concorsi…. Il ministro ha poi letto le caratteristiche di chi può partecipare alle prove: sono ammessi coloro che hanno l'abilitazione all'insegnamento conseguita entro la data di scadenza del termine per la presentazione della domanda. Ma anche, per la primaria, chi ha titoli di studio conseguiti al termine dei corsi quadriennali e quinquennali sperimentali dell'istituto magistrale, iniziati entro l'anno scolastico 1997-1998, o comunque conseguiti entro l'anno scolastico 2001-2002. Mentre per i posti della scuola dell'infanzia, possono partecipare coloro che sono in possesso del titolo di studio conseguito al termine dei corsi triennali e quinquennali sperimentali della scuola magistrale, ovvero dei corsi quadriennale o quinquennale sperimentale dell'istituto magistrale, iniziati entro l'anno scolastico 1997-1998, o comunque conseguiti entro l'anno scolastico 2001-2002. Per medie e superiori possono partecipare quanti «alla data di entrata in vigore del D.I. 24 novembre 1998, n.460» erano già in possesso di un titolo di laurea, ovvero di un titolo di diploma conseguito presso le accademie di belle arti e gli istituti superiori per le industrie artistiche, i conservatori e gli istituti musicali pareggiati, gli ISEF, che alla stessa data di entrata in vigore del suddetto decreto consentivano l'ammissione ai concorsi ordinari. O coloro che abbiano conseguito quei titoli entro l'anno accademico 2001-2002, se si tratta di corso di studi quadriennale o inferiore; entro l'anno accademico 2002-2003, se si tratta di corso di studi quinquennale; entro l'anno accademico 2003-2004, se si tratta di corso di studi esennale.

http://www.edscuola.eu - 28 agosto 2012
“Le prove preselettive: questione di saperi…”
░ Un articolo di Maurizio Muraglia (CIDI). Lo riportiamo in parte.
Prove preselettive. Ormai il mondo dell’istruzione si sta abituando a questo appuntamento. Tutti i concorsi le prevedono: quello per Dirigenti, quello per accedere al TFA e adesso rispuntano anche per l’imminente (almeno così dice il MIUR) concorso a cattedre. Le ragioni sono ben note, anzi “la” ragione: scremare la quantità di partecipanti. Quelli che sostengono la necessità di questa scrematura non sembrano interrogarsi più di tanto sui criteri che presiedono all’elaborazione di simili strumenti. … Che scopo hanno queste prove? Hanno lo scopo di selezionare in base alla conoscenza di alcune “nozioni di base”. Comanda dunque il concetto di “nozione”. Qualcuno ha riflettuto su che cosa significa oggi controllare le “nozioni”? E poi, quali nozioni? E cosa significa “di base”? Base di che? Quale idea di professione docente sta, qua ci vuole, alla base della convinzione che saper insegnare bene passi dal ricordo che quella data cosa sta in quel dato modo, in quel dato tempo, in quel dato luogo? Gli esperti lo chiamano “sapere dichiarativo”. È quel sapere che è presente alla coscienza ed è richiamabile puntualmente allo stimolo di un test. La scrematura, si diceva. Come dire che si tira una linea: da questo lato coloro che non raggiungono il numero sufficiente di nozioni richieste. Dall’altro, coloro che lo raggiungono. I primi restano fuori. Magari hanno insegnato, magari hanno fatto imparare tante cose, magari sanno trovare il metodo giusto, ma, ahimé, non hanno centrato quel che le Commissioni volevano sapere. Gli altri, invece, andranno avanti, magari per far vedere ciò che anche (o solo?) gli esclusi possedevano. Insegno nella scuola pubblica da venticinque anni con risultati che non sta a me valutare, e di fronte a diverse “nozioni di base” richieste da queste prove preselettive mi sono trovato a dire “non lo so”. Attenzione, non “non mi ricordo”, ma “non lo so”. Nel senso che non l’ho mai saputo. Non solo, ma non ho alcun rammarico nel “non saperlo” né ritengo che i miei alunni possano essere danneggiati da questo mio “non sapere”. Forse non supererei oggi le prove preselettive di un concorso. La verità è che quel che dovrebbe “sapere” un insegnante sfugge, e le prove selettive scremano lasciando indietro magari dei possibili ottimi insegnanti. Bisognerebbe piuttosto parlare di “sapere professionale”, che è sempre in evoluzione. Oggi infatti la questione dell’insegnare poggia su basi diverse, perché su basi diverse è costruito l’approccio al conoscere, ma i nostri organismi “preselettivi” sembrano non accorgersene perché l’obiettivo è quello, comunque, di creare un numero più piccolo di partecipanti con la roulette russa dei quiz….


www.larepubblica.it - 29 agosto 2012
“Scuola, la Lombardia al via nel caos. 500 istituti partiranno senza preside”
░ Il Consiglio di Stato ha dato ragione agli insegnanti che avevano chiesto l'annullamento del concorso a dirigenti scolastici.
Scuola lombarda nel caos: più di 500 scuole partiranno senza una il preside. Il Consiglio di Stato dà ragione agli insegnanti che avevano presentato ricorso sulla maxi prova per dirigenti scolastici, rigettando la richiesta del ministero dell'Istruzione di sospendere gli effetti della sentenza del Tar che aveva annullato il concorso. In attesa della decisione definitiva, fissata per novembre, sono state bloccate tutte le procedure per le 355 immissioni in ruolo che l'Ufficio scolastico regionale sperava di concludere entro il 31 agosto. Ma che non sarebbero bastate, peraltro, a coprire i 500 posti vacanti. E l'anno si aprirà con una voragine alla guida degli istituti: una scuola su due sarà affidata a un reggente. … Il tribunale amministrativo aveva accolto il ricorso presentato da più di cento insegnanti che hanno partecipato alle prove e hanno poi chiesto l'annullamento degli scritti perché, secondo l'ordinanza, durante la correzione dei compiti non era stato garantito il principio dell'anonimato.

Corriere della sera - 30 agosto 2012
“Quiz sbagliati ai prof Profumo pubblica i nomi degli esperti”.
░ In Rete i nomi dei 145 esperti che hanno preparato i test: il pasticciaccio dei «Tfa» finisce in rete: il ministero dell'Istruzione ha pubblicato i nomi dei professori che hanno compilato le domande contestate, 145 «esperti che il 5 agosto 2011 furono nominati con decreto ministeriale, firmato dal direttore Luciano Chiappetta. Pubblicati sul sito del ministero, che è andato in tilt pochi minuti dopo l'annuncio, anche i nomi dei docenti della commissione riparatrice, presieduta da Lucrezia Stellacci, che il 7 agosto scorso si è riunita per esaminare le domande contestate e per provare a porre rimedio al «pasticciaccio».
Tra il 6 e il 31 luglio hanno partecipato ai test oltre 150mila persone, per circa 20mila posti, con un incasso per gli atenei (secondo stime della Uil) di oltre 15 milioni di euro: solo il 30% era stato ammesso, con picchi inverosimili come il 3,3% degli ammessi in filosofia, il 3% degli ammessi in francese, l'80% degli ammessi in arabo. E il motivo è risultato evidente quando sono cominciate a piovere valanghe di contestazioni: nelle 37 prove, come ha evidenziato la commissione che ha riesaminato tutto il materiale, si va da un minimo di 4 ad un massimo di 25 domande ricorrette e considerate scientificamente sbagliate. Ora si sa chi ha prodotto quegli errori, anche se non è stato reso noto — questo è l'unico documento che manca — l'elenco delle domande sbagliate riscritte dai tecnici chiamati a rivedere le prove dal ministro Profumo, che si è scusato per tutta la faccenda. «Gli interessati che intendano acquisire le schede di verifica dei test relative a ciascuna classe di concorso — scrive il ministero — potranno inoltrare specifica istanza all'indirizzo di posta elettronica certificata dal Dipartimento istruzione, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., indicando la motivazione, la classe di concorso per la quale hanno partecipato e il proprio indirizzo postale elettronico», tenendo conto che quelli che hanno già avanzato le proprie istanze avranno riscontro entro i tempi previsti dalla legge. Ma perché questo «buco»? «Un terzo della commissione si è opposto», spiega Stellacci. «Temevano di essere sbattuti in prima pagina, e così abbiamo stabilito di non pubblicare le schede». Ma i nomi, quelli pubblicati, non dicono niente ad una persona che non è esperta di scuola: «Neanche a chi lo è, glielo assicuro», prosegue la coordinatrice. «Sono per lo più interni al ministero, nessun accademico, molti ispettori, come il coordinatore del gruppo, Favini, che tra l'altro è da due anni in pensione: nessuno di loro ha percepito un compenso, ma probabilmente sono stati precettati d'urgenza l'estate scorsa per fare i test e per lo più hanno lavorato da soli. Vuol sapere perché è andato tutto male? Per questo, perché è mancato il confronto».

 


 

ItaliaOggi - 14 agosto 2012
“Prima i docenti da ricollocare, poi si procede con i nuovi”.
░ Soprannumerari e neoimmessi in ruolo: come procedere alle nomine (di Antimo Di Geronimo).
Gli esuberi si mangiano le immissioni in ruolo. Prima di procedere alle immissioni in ruolo autorizzate, gli uffici scolastici dovranno verificare se le cattedre e i posti disponibili non siano utilizzabili per le utilizzazioni del personale in esubero incollocabile nella propria classe di concorso. E solo se non sarà possibile procedere in tal senso si potrà dare luogo alle nuove assunzioni…. Ma ciò non inciderà sul numero complessivo delle immissioni in ruolo. Perché le assunzioni che non saranno effettuate in una classe di concorso, perché il posto deve essere occupato da un docente in esubero altrimenti incollocabile, saranno recuperate in altre classi di concorso con più disponibilità. Lo prevede la bozza decreto sulle immissioni in ruolo e la circolare 6103 del 10 agosto scorso…. Gli uffici dovranno tenere conto «dell'eventuale utilizzazione di personale in esubero su determinate classi di concorso in attuazione dei criteri di cui all'art. 14, commi 17-20 del decreto legge n. 95/2012»… «ed all'art. 2 comma 3 dell'ipotesi di contratto integrativo sulle utilizzazioni del personale scolastico». Il decreto chiarisce, inoltre, che l'utilizzazione del personale in esubero in altra classe di concorso (anche senza abilitazione e sulla base dei soli titoli di studio posseduti) cancella la possibilità di disporre immissioni in ruolo nella classe di concorso dove viene utilizzato il personale in esubero. Sebbene solo in numeri pari alle utilizzazioni. Ma non fa diminuire il contingente complessivo dei posti autorizzati. E quindi il posto o la cattedra non più attribuibili ad immissione in ruolo nella classe di concorso di riferimento vengono assegnati in altra classe di concorso dove vi siano disponibilità a sufficienza. L'amministrazione ha spiegato inoltre che l'utilizzazione prioritaria deve essere effettuata anche a vantaggio degli insegnanti tecnico pratici destinati alla ricollocazione nei ruoli del personale Ata, prima di effettuare tale ricollocazione. La ratio di queste disposizioni è quella di evitare che le nuove assunzioni precludano la ricollocazione del personale in esubero. In ciò vanificando le regole contenute nel decreto sulla spending review (convertito in legge il 7 agosto scorso). Regole che prendono spunto da quelle contenute nella normativa sulle utilizzazioni, compresa l'ipotesi di accordo di quest'anno. E che ne chiariscono ulteriormente gli ambiti di applicazione, declinando tutte le ipotesi di ricollocazione in un elenco sequenziale e tassativo. Dalla lettura sistematica delle disposizioni contrattuali in itinere e le norme del decreto sulla revisione della spesa già in vigore la procedura per ricollocazione risulta così come segue. Prima di tutto si tenta di ricollocare il docente in esubero nell'ambito della classe di concorso di appartenenza (art. 2 , comma 3 lettera a) dell'ipotesi di contratto). Poi si prova ad utilizzarlo in altra classe di concorso dove abbia l'abilitazione (art. 2, comma 3 lettera b). Infine si tenta di ricollocarlo in altra classe di concorso dove abbia il titolo di studio di accesso, ma sia sprovvisto di abilitazione, secondo le richieste del docente interessato (art. 2, comma 3 lettera c) o, in assenza, d'ufficio (art. 14, comma 17 del d.l. 95/2012).

www.lastampa.it - 17 agosto 2012
“Ai test per i prof domande sbagliate. Passano tutti”.
░ Graduatorie TFA: la rabbia degli ammessi. Di Flavia Amabile.
Il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, era armato di ottime intenzioni quando ha deciso di ammettere gli errori commessi durante la realizzazione dei test per la preselezione al Tfa, il Tirocinio formativo attivo. Nel comunicato del 5 agosto, dove si chiedeva scusa per quanto accaduto, c’erano la voglia di trasparenza, il coraggio di non nascondersi, il desiderio di andare oltre e di garantire il funzionamento della macchina messa in moto. Tutto sacrosanto. Anche perché la media complessiva dei quesiti errati è stata del 18,8% e in alcune classi di concorso si arriva a oltre 4 quiz su 10 errati. È stato più difficile, però, per molti digerire il passo successivo, vale a dire la sanatoria che ha reso corrette le domande che una commissione nominata dal ministero ha considerato errate o, comunque, di ambigua interpretazione. All’improvviso il numero degli ammessi è cresciuto a dismisura, in alcuni casi addirittura decuplicato, facendo andare su tutte le furie chi aveva risposto in modo esatto alle domande. Il Sussidiario.net ha pubblicato una lettera dai toni molto duri firmata da «Un gruppo di aspiranti insegnanti che hanno superato la prova preliminare del Tfa». «Siamo indignati scrivono - di fronte a questo trattamento iniquo che mette sullo stesso piano la preparazione e la mancanza di preparazione, il merito e la buona sorte». «Con questa operazione - proseguono - si è squalificato una volta per tutte il valore della prova preliminare». Concludono chiedendo «con forza» le graduatorie precedenti o «l’attribuzione di un bonus aggiuntivo ai candidati così platealmente penalizzati». Altrimenti? Altrimenti un’azione legale collettiva. Lettere simili stanno arrivando a tutti i siti che si occupano di scuola, a indicare che non si tratta di un’iniziativa isolata. E quindi il sogno del ministro di garantire il funzionamento della macchina del Tfa dello scorso anno è piuttosto a rischio. Così come quello di dare un segnale di buona volontà a chi ha partecipato ai test e a chi dovrà partecipare in futuro. Le polemiche non si sono mai fermate. Nella classe 61 di concorso, quella dei futuri prof di Storia dell’arte, c’è chi ha contestato la correzione della seconda commissione, sostenendo che vi sono nuovi errori. Oppure la classe A111 di Lingua e Civiltà Cinese, dove denunciano «violazioni di regolamento». La confusione è totale mentre un altro fronte è pronto a scoppiare. In molti hanno chiesto di conoscere l’elenco dei responsabili degli errori. Si tratta di una commissione nominata con il Decreto Direttoriale numero 52 del 5 agosto 2011. Ma è inutile provare a cercare il documento sul sito del Miur, è stato secretato. Il ministro Francesco Profumo ha scelto di non dare in pasto a tutti il nome di persone che non ha nominato ma che comunque ritiene non elegante non difendere in un momento come questo. Da viale Trastevere si dicono certi di avere fatto il massimo intervenendo nel modo più tempestivo possibile garantendo la tenuta della selezione e assicurano che le prossime prove saranno svolte in modo molto diverso. Si sta pensando ad una prova unica nazionale mentre le commissioni saranno formate da docenti universitari ed esperti di test in grado di valutare le competenze dei futuri prof. Ma la spiegazione del Miur non ha convinto del tutto, a girare in rete lo scetticismo è molto. Ci si chiede come sia possibile aver affidato tutto ad un gruppo di persone nominato da un precedente ministro e non aver controllato nemmeno i testi di una classe di concorso in tutti questi mesi. Sul piede di guerra anche i decani della cultura umanistica. Ventisette grandi professori hanno scritto al presidente della Repubblica per denunciare lo scandalo delle prove di accesso al Tfa e per chiedere «modalità di valutazione davvero consone alla professione di insegnante».

Corriere della sera - 18 agosto 2012
“Nessun ateneo italiano tra i primi cento”.
░ Harvard è la numero uno. A Pisa e Roma le nostre università migliori.
Sono le Università di Pisa e La Sapienza di Roma i migliori atenei italiani: a sostenerlo è l'Academic ranking of world universities (Arwu), una classifica elaborata dalla Jiao Tong University di Shanghai, tra le più accreditate a livello internazionale insieme a quelle elaborate annualmente da Times higher education e QS World university rankings. La decima edizione della ricerca di Shanghai, che assegna ad Harvard il primo premio, elenca le 500 migliori università nel mondo: tra queste compaiono 20 istituzioni accademiche italiane, contro le 22 dello scorso anno, ponendo l'Italia all'ottavo posto tra le nazioni, insieme alla Francia. Tra le novità più importanti, la «scomparsa» dalla classifica delle Università di Siena e Pavia, e il cambiamento di posizione di due atenei: Palermo, che è andata peggiorando, spostandosi dal gruppo collocato tra il 301° posto e il 400° a quello tra il 401° e il 500°, e la Scuola Normale di Pisa, che invece ha migliorato le sue performance, passando dal gruppo 301-400 al gruppo 201-300. I due atenei di Roma e di Pisa (nel blocco 101-150) precedono invece come l'anno scorso Milano e Padova, tra il 151° e il 200° posto, e quelli di Bologna, Firenze, Torino, del Politecnico di Milano e della Scuola Normale, che si situano tutti tra il 201° e il 300° posto. Nella parte bassa della graduatoria, si piazzano Genova, Napoli (Federico II), Roma Tor Vergata, tutte tra il 301° e il 400° posto, per chiudere con il gruppo più corposo, quello degli atenei collocati tra il 401° e il 500° posto, dove troviamo la Cattolica, il Politecnico di Torino, l'università di Bari, Ferrara, Palermo, Parma, Perugia e la Bicocca di Milano…. La classifica Arwu dà grande importanza alla qualità delle performance, sia accademiche che di ricerca, considerando elementi come il numero di riconoscimenti internazionali ottenuti dallo staff accademico, il numero delle pubblicazioni e delle citazioni, i risultati conseguiti in relazione alle dimensioni dell'istituzione. Rischia di non essere obiettiva, come ipotizza la ministra francese all'Istruzione Geneviève Fioraso, secondo cui l'Arwu «non tiene conto della qualità dell'insegnamento e ignora in gran parte le scienze umane e sociali»? «Tutte le classifiche sono parziali, indicative, perché fanno riferimento solo ad alcuni indicatori — risponde il presidente della Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane) Enrico Decleva —. E comunque in Italia o si assume un atteggiamento più responsabile, e cioè ci si rende conto che bisogna investire in alta formazione, oppure le università nostrane non potranno mai essere ai primi posti della classifica».

La tecnica della scuola - 20 agosto 2012
“Preselettive TFA tra decreti ministeriali e direttoriali”.
░ Chi ha nominato la commissione che ha elaborato i test Tfa? Mistero. Profumo dice che è stata Gelmini, ma Gelmini risponde che la nomina è direttoriale e non ministeriale.
Il ministro Profumo nel suo comunicato del 5 agosto 2012 dice “i test somministrati ai candidati sono stati elaborati da commissioni nominate dal Ministro il 5 agosto 2011 e secretati, per ovvie ragioni di sicurezza". L’ex ministro Gelmini risponde, sentitasi tirata direttamente in ballo, con un post dalla sua pagina di Facebook e dice “Nei giorni scorsi nuove polemiche hanno investito le commissioni che hanno redatto appunto i test del Tfa e si è fatta trapelare la notizia che le commissioni sarebbero state nominate da me lo scorso agosto. L'altro ieri, con un comunicato non troppo spontaneo, il Miur ha infine ricordato che il decreto di nomina delle commissioni è direttoriale e non ministeriale . Un decreto ministeriale nell'ordinamento giuridico italiano, è un atto amministrativo emesso da un Ministro nell'ambito delle materie di competenza del suo dicastero; non ha forza di legge e, nel sistema delle fonti del diritto, può rivestire il carattere di fonte normativa secondaria, laddove ponga un regolamento. Quindi l’ex ministro Gelmini afferma di non aver firmato il decreto n 52 del 5 agosto 2011, in quanto lo avrà concepito, sotto il suo mandato ministeriale, un direttore generale che al momento giace nell’ombra. Mentre si sta svolgendo questo balletto di mancata assunzione di responsabilità, i partecipanti al concorso Tfa osservano, le testate giornalistiche e i siti web di settore osservano, il mondo della scuola osserva, le famiglie di tutti gli operatori scolastici osservano, i cittadini più informati osservano, mentre la fine dell’attuale legislatura inesorabilmente si avvicina.

www.tuttoscuola.com - 21 agosto 2012
“Per l’Ocse sull’istruzione si può ancora tagliare”.
░ Riportiamo in parte due brevi note pubblicate sul periodico telematico.
Dopo anni di tagli alla scuola, applicati con particolare rigore dagli ultimi governi Prodi e Berlusconi, molti pensano - all’interno del mondo della scuola ma non solo - che il settore dell’istruzione abbia già “dato” abbastanza. E che quindi ora per eventuali ulteriori riduzioni della spesa pubblica, di cui si parla come passo necessario per una contestuale riduzione della sempre più asfissiante pressione fiscale, sia naturale guardare ad altri settori. Non tutti evidentemente la pensano così. Piercarlo Padoan, capoeconomista Ocse - l’organismo internazionale i cui studi (a partire dalle analisi comparative del progetto Pisa) hanno una grande influenza sulle politiche dei governi -commentando la smentita del governo italiano sul taglio del'Irpef, ha recentemente affermato: “I margini per tagliare le tasse vanno costruiti e consolidati. La riduzione della pressione fiscale va finanziata con tagli di spesa. I margini di guadagno attraverso la razionalizzazione di voci di spesa pubblica, come la sanità o l'istruzione, sono molto considerevoli, secondo alcune stime il 2% del pil, e soprattutto sono permanenti”. E ha concluso che sulla spending review “c'è ancora molta strada da fare”. Quindi l’istruzione sarebbe, con la sanità, uno dei settori dai quali secondo l’economista italiano si potrebbero ricavare significativi risparmi. Eppure l’incidenza della spesa per l’istruzione sulla spesa pubblica totale è passata in Italia dal 10,3% del 1990 a meno del 9%, e con gli effetti dei tagli degli ultimi anni scenderà ancora….. Se si vuole migliorare la competitività del paese, puntando anche sul capitale umano e quindi su una maggiore efficacia del sistema di istruzione, è necessario effettuare numerosi investimenti. Ne consegue che i risparmi derivanti dall’efficientamento (come si dice in gergo aziendale) del sistema dovrebbero essere reinvestiti, e a questi si dovrebbero sommare anche altre risorse da investire nella qualità della scuola: in strutture, reti, ricerca didattica, stabilizzazione e aggiornamento del personale. E poi in retribuzioni più dignitose per tutti, oltre a un percorso di carriera con meccanismi di incentivazione del personale che si vuole impegnare di più. Se inquadrate così, in un’ottica strategica e lungimirante, le ipotesi di ulteriori razionalizzazioni – intese come eliminazione di inefficienze o di spese improduttive – possono avere un senso, e le prospettive di innescare la crescita (forse nel medio termine) e con essa la riduzione delle tasse, appaiono più credibili. …

http://retescuole.net/- 22 agosto 2012
“I 103 milioni che vissero due volte”.
░ Riportiamo una puntualizzazione di Mario Piemontese, su quanto il Consiglio ha detto, parlando al Meeting di Rimini, sul finanziamento della fornitura gratuita dei libri di testo scolastici.
L'art. 27 della legge n. 448 del 1998 ha destinato, per l'anno 1999, 200 miliardi di lire per "garantire la gratuità, totale o parziale, dei libri di testo in favore degli alunni che adempiono l'obbligo scolastico in possesso dei requisiti richiesti, nonché alla fornitura di libri di testo da dare anche in comodato agli studenti della scuola secondaria superiore in possesso dei requisiti richiesti". Con il passaggio all'euro i 200 miliardi di lire sono diventati 103 milioni di euro. Ogni anno l'articolo 27 è sempre stato finanziato e continua ad esserlo. L'articolo 7 - quinquies del decreto legge n. 5 del 2009 ha istituito un fondo per "assicurare il finanziamento di interventi urgenti ed indifferibili, con particolare riguardo ai settori dell'istruzione e agli interventi organizzativi connessi ad eventi celebrativi". Per il 2011 e per il 2012 da questo fondo sono stati presi i finanziamenti per l'articolo 27. Cosa è accaduto negli ultimi mesi ? L'articolo 23 del decreto legge n. 95 del 6 luglio 2012, quello della "spending review", ha stabilito che dal 2013 l'articolo 27 tornerà a avere un finanziamento specifico che non sarà più prelevato dal fondo istituito dal decreto legge n. 5 del 2009. Il Governo Monti ha quindi investito almeno un euro in più, rispetto al solito, per la fornitura gratuita dei libri di testo ? No!.

CORRIERE DELLA SERA - 23 agosto 2012
“Tirocini nei ristoranti per gli studenti”.
░ La scuola del futuro va a braccetto col turismo, e con la formazione-lavoro. (Bianca Di Giovanni).
I ragazzi degli istituti tecnici e professionali alterneranno lo studio sui banchi di scuola a ore di lavoro e tirocinio in hotel, ristoranti, agenzie di viaggio. Tutto grazie ai nuovi «poli tecnico-professionali» disegnati dal ministero dell’Istruzione. «Siamo sulla buona strada per creare i poli turistici nelle regioni ad alta attrattività, e cioè Calabria, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Puglia, Sicilia e Campania—conferma il sottosegretario all’Istruzione, Elena Ugolini —. L’obiettivo è duplice: da una parte si colma il gap tra domanda e offerta di lavoro nel settore turistico, e dall’altra si rilancia il turismo nel nostro Paese ». Si punta anche sull’agro- business: in Basilicata è già stato stretto un accordo con l’associazione degli agronomi per la creazione di un polo ad hoc. Entro settembre saranno emanate le linee guida, ma in base alle prime anticipazioni per dare vita a un polo ci vorranno almeno due istituti tecnico e/o professionali collegati con un centro di formazione professionale e almeno due imprese della filiera produttiva di riferimento.….. Un altro progetto a cui si sta lavorando è l’alternanza scuola- lavoro, cioè la possibilità per gli studenti di tutte le scuole superiori (anche licei) tra i 15 e i 18 anni di alternare ore sui banchi a ore di tirocinio in azienda: da teoria ratificata da un decreto legge, rimasto inapplicato, l’alternanza punta a diventare realtà. Il ministero dell’Istruzione vuole aumentare del 10% all’anno il numero di studenti coinvolti. Attualmente su oltre 2 milioni e mezzo di ragazzi che frequentano le scuole secondarie solo 90 mila sono stati coinvolti in esperienze di lavoro: meno del 5%. E per chi dopo il diploma non vuole andare all’università, ci sono gli Its, ovvero scuole di alta formazione per diplomati, tutte legate ad aziende del settore, finanziate quest’anno per 14 milioni.

La Repubblica - 23 agosto 2012
“Il "caos calmo" per l'avvio del nuovo anno scolastico”.
░ Nelle province più grandi, gli insegnanti di sostegno potranno arrivare solo qualche tempo dopo l'inizio delle lezioni, per effetto delle recenti disposizioni burocratiche. (Salvo Intravaia).
E’ “caos calmo”, parafrasando il titolo di un film di Nanni Moretti, nella scuola. A poco più di due settimane dal ritorno sui banchi scolastici la macchina ministeriale si inceppa. E i supplenti, soprattutto nelle province più grandi, arriveranno in classe quasi certamente dopo l’avvio delle lezioni. I più penalizzati saranno gli alunni disabili che dovranno aspettare parecchio prima di avere accanto il docente specializzato. …. A determinare questa empasse una serie di contrattempi, ritardi e norme approvate a ridosso di ferragosto. Vediamo di che si tratta. Ogni anno, per assegnare tutti i docenti alle classi occorre espletare una serie di adempimenti, ormai “quasi automatici”. Il primo riguarda le cosiddette assegnazioni provvisorie e le utilizzazioni del personale docente di ruolo: coloro che chiedono il trasferimento in altra scuola, anche di un’altra provincia, o l’utilizzazione su un’altra cattedra per un solo anno. Ma quest’anno, contrariamente a quanto avvenuto sempre, l’ipotesi di accordo tra sindacati e ministero, sottoscritta a giugno, è stata bocciata dal ministero dell’Economia per una serie di rilievi ai quali stanno lavorando a viale Trastevere. Così, il ministero si è premurato di comunicare ai singoli provveditorati agli studi di provvedere sulla falsariga dell’accordo dello scorso anno. Ma in diverse realtà, per evitare inutile contenzioso, col conseguente balletto degli insegnanti che ne potrebbe conseguire, si sta ancora aspettando di conoscere la formulazione dell’accordo definitivo. Senza assegnazioni provvisorie e utilizzazioni non si può prevedere alle nomine in ruolo. … Una operazione, quella delle nomine in ruolo, che nelle province più grosse può durare anche diverse settimane e che non è ancora iniziata in nessuna delle realtà territoriali in questione. Nelle province più piccole le convocazioni scatteranno lunedì 27 agosto: la normativa imporrebbe di nominare tutti i fortunati neo insegnanti entro fine mese. Un’impresa quasi impossibile per tantissimi provveditorati e che farà slittare anche la nomina dei supplenti. Si calcola che quest’anno saranno occorrerà nominare almeno 8 mila docenti con supplenza fino al 31 agosto, un numero non ancora definito, ma che si aggira attorno alle 50/60 mila unità, di supplenti fino al termine delle lezioni, di cui almeno 30 mila di sostegno. Ma non solo. La definizione del personale da inviare nelle scuole, quest’anno, è ulteriormente complicata dalle norme contenute nel decreto sulla Spending review che dovrebbe collocare i quasi 10 mila insegnanti in esubero e i 3.800 inidonei nei posti attualmente liberi. E le cose andranno presumibilmente per le lunghe. … Per il personale Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari) è tutto in alto mare: il contingente di eventuali immissioni in ruolo era stato previsto dopo il ferragosto ma ancora tutto tace. E dire che a livello nazionale, ci sono oltre 8 mila posti vacanti, 5 mila e 300 dei quali di collaboratore scolastico, figure che oltre a provvedere a mantenere puliti i locali scolastici, servono a garantire la vigilanza degli alunni. Oggi pomeriggio, al ministero, si svolgerà un incontro conclusivo sull’avvio dell’anno scolastico. E trapela la notizia che anche per immissioni in ruolo conferite dopo il primo settembre il ministero garantirà lo stipendio dell’intero mese.

 

La tecnica della scuola – 10 agosto 2012
“Valutazione delle scuole: arriva il regolamento”.
░ Le scuole dovranno attivare procedure di autovalutazione. Previste visite di nuclei esterni e attività di miglioramento monitorate dall'Invalsi.
Dopo più di un anno e mezzo prende avvio il percorso previsto dal decreto legge “mille proroghe” del dicembre 2010 che prevedeva l’emanazione di un nuovo regolamento del sistema nazionale di valutazione. Nel corso del Consiglio dei Ministri convocato per venerdì 10 agosto, il ministro Francesco Profumo presenterà infatti lo schema di Regolamento sulla materia. L’articolo 6 dello schema di regolamento prevede per le istituzioni scolastiche diverse procedure valutative. La prima riguarderà l’autovalutazione che dovrà partire dalla analisi e dalla verifica del proprio servizio sulla base dei dati resi disponibili da sistema informativo del Ministero oltre che dalle rilevazioni sugli apprendimenti e dalle elaborazioni relative al “valore aggiunto” individuato dall’Invalsi (non si esclude ovviamente il riferimento a ulteriori elementi significativi individuati dalla scuola stessa). La seconda concerne invece la valutazione esterna, a partire dalla individuazione delle situazioni da sottoporre a verifica sulla base di indicatori di efficacia ed efficienza definiti dall’Invalsi. Ogni anno appositi nuclei di valutazione, formati da un ispettore tecnico e due esperti designati dall’Invalsi, potranno visitare le scuole (si parla di 400 istituzioni scolastiche) anche allo scopo di aiutare dirigenti scolastici e organi collegiali a mettere a punto eventuali piani di miglioramento. Dopo il varo previsto, come si è detto, per la giornata del 10 agosto, il provvedimento dovrà ancora superare diversi esami (parere del CNPI, della Conferenza Stato-Regioni, del Consiglio di Stato oltre che delle Commissioni parlamentari) per essere infine adottato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri. Nella migliore delle ipotesi il Regolamento potrebbe entrare in vigore il prossimo autunno. L’avvio del procedimento di approvazione del decreto è passato per ora un po’ sotto silenzio, ma non è difficile prevedere che con la riapertura dell’anno scolastico le polemiche non mancheranno.

ItaliaOggi – 10 agosto 2012
“Niente più premi ai prof. Controriforma di Profumo”.
░ La valutazione del sistema scolastico non comporterà, per le scuole o per i singoli docenti,penalizzazioni né premi. E’ questa la linea proposta (10 agosto) dal Ministro Profumo al Consiglio dei Ministri e che passa ora al vaglio del Consiglio di Stato.
Un nucleo di esperti-osservatori che saranno inviati, sotto l'indirizzo e il coordinamento dell'Invalsi, l'istituto nazionale di valutazione, nelle scuole per capire e individuare i miglioramenti possibili, sia nella didattica che nella gestione amministrativa. Gli esperti saranno individuati dal ministero in un secondo momento. Ma non ci sarà nessuna penalizzazione per chi rende di meno, così come nessun premio a chi eccelle. Perché la retromarcia rispetto ai 4 proclami di meritocrazia del precedente governo ? Premiare il merito è stato il vessillo degli ex ministri della funzione pubblica, Renato Brunetta, e dell'istruzione, Mariastella Gelmini, (molto) prima ancora di Luigi Berlinguer, che da ministro di sinistra fu costretto a dimettersi a causa delle proteste di piazza contro il cosiddetto concorsone, che prevedeva un aumento di stipendio per chi superava una selezione periodica. Nei fatti tutti, a destra e a sinistra, hanno provato quanto sia difficile valutare le performance del personale e delle scuole, perché mancano indicatori certi e scientificamente validi, perché i sindacati sono tradizionalmente contrari a sottrarre competenze al contratto rispetto a strumenti privatistici di valutazione; e perché poi differenziare i salari dei docenti, così come le entrate delle scuole, richiederebbe maggiori investimenti e non invece, come capita i tempi di crisi, riduzioni di spesa. La Gelmini aveva avviato due sperimentazioni. Quella dei prof è morta dopo neanche un anno. La seconda, valutare le scuole, andrà avanti fino a scadenza naturale. La nuova valutazione messa sul piatto dal ministro Francesco Profumo si articola nell'autovalutazione della scuola e nella rilevazione affidata a osservatori esterni. Un modello, quello degli osservatori esterni, che in Usa sta sperimentando, pare con buoni esiti, la fondazione di Bill Gates.

la Repubblica – 10 agosto 2012
“Per mia figlia in sedia a rotelle lo studio è diventato la vita”
░ Parla la mamma della ragazza rifiutata dalle Università.
Non che “da grande” debba fare per forza la psicologa, ma Rosanna ci tiene tanto ad approfondire quelle nozioni. «Lei ha scelto psicologia perché deve capire la mente umana», sorride Mimma, 47 anni, da 45 al fianco di sua figlia, nell’abitazione di Ruvo di Puglia. La storia di Rosanna Lovino, 19 enne con gravi disabilità, pubblicata ieri da Repubblica, ha rimbalzato in buona parte degli Atenei italiani, per tornare a Bari, dove fanno sapere che la neodiplomata è bene accetta. Attaccata a un respiratore, ad elevato rischio di contrarre infezioni e impossibilitata a uscire di casa, Rosanna ha fame di sapere. «A tre anni e mezzo conosceva la geometria — racconta mamma Mimma — Durante il suo ricovero durato un anno e mezzo in Rianimazione ad Andria e cominciato quando aveva solo 20 mesi, tutti noi le abbiamo insegnato qualcosa ». A un anno e mezzo, infatti, si sono palesati i segni di una gravissima patologia, molto rara nel sud Italia, che le impedisce la crescita corporea ma che lascia fortunatamente integro e perfettamente funzionante il cervello: «Entrava il medico e le insegnava una cosa, poi andavo io e facevo la stessa cosa — ricorda Mimma — poi l’infermiere le leggeva le poesie, a tre anni e mezzo è stata la volta delle figure geometriche, quando sapeva già leggere perfettamente». Il metodo basato sull’utilizzo di una webcam collegata con l’aula scolastica è stato inaugurato quando ha raggiunto la prima importante soglia delle elementari. «Sono 13 anni che studia così, era certa che all’università non ci sarebbero stati problemi — racconta la sua mamma — Ne ha fatte tante, poi quando ha avuto le risposte negative dagli Atenei è entrata nello sconforto, ha detto “non faccio più nulla”. Ma poi era sempre lei stessa a ribellarsi: “ma perché non devo fare psicologia?” ». Ieri le numerose offerte, magari non proprio spontanee, ma importanti. «Non se l’aspettava, è contenta, ha detto: “Mamma, non è tutto perso, posso realizzare il mio sogno”. Il suo sogno è studiare, lei non può uscire come tutti gli altri, lo studio per lei è tutto ». In posizione sdraiata tutto il giorno, tranne quando mangia (sta seduta), surriscalda il suo computer al quale trasmette comandi con una tastiera facilitata dotata di due mouse: uno in mano che fa da puntatore, l’altro cliccato con l’alluce. E adesso Rosanna può scegliere se frequentare le diverse Università telematiche che le hanno scritto ieri, quella dell’Aquila o di Chieti — Pescara. O l’Università di Bari che, tiene a precisare, non è stata mai contattata dalla studentessa: «Qualora intendesse iscriversi al corso di Scienze e Tecniche psicologiche (attivo presso la Facoltà di Scienze della Formazione) — fanno sapere — l’Ateneo non avrebbe alcuna difficoltà ad accoglierla. Verrebbero studiate le misure atte a garantire ogni opportunità come oramai da alcuni anni si opera nei confronti degli studenti diversamente abili che sono circa 700, affetti dalle più diverse patologie. È infatti attivo un ufficio ad hoc, guidato da un docente delegato alle diverse abilità presso il quale discutere di tutti i problemi legati alle necessità dei singoli, anche quelli affetti dalle patologie più invalidanti». «Adesso vediamo — ride ancora mamma Mimma — Rosanna non programma mai niente».

La tecnica della scuola – 11 agosto 2012
“Tfa, gli esperti del Miur ammettono gli errori: è boom di ripescati!”.
░ Conclusa la supervisione delle commissioni di docenti universitari convocate per verificare l’esattezza dei 60 quesiti proposti per ogni disciplina. Sul sito del Cineca gli elenchi domande corrette e i nuovi punteggi dei candidati ammessi: grazie al nuovo “bonus” moltissimi partecipanti inizialmente esclusi si ritrovano ora ammessi. Una soluzione che fa comodo anche agli atenei. (di Alessandro Giuliani).
Sono bastati pochi giorni alle varie commissioni di docenti universitari nominate del ministero dell’Istruzione per verificare la correttezza scientifica dei test delle prove nazionali di preselezione ai Corsi di Tfa: pochi minuti fa il Cineca, cui il Miur ha affidato il coordinamento delle discusse preselezioni che in alcune discipline (Filosofia, psicologie e scienze dell’educazione e Francese) hanno visto passare appena il 3% di partecipanti ha pubblicato l’esito del lavoro di supervisione. “Ciascun docente – si legge in un comunicato di viale Trasevere - ha rivisto le domande della disciplina di sua competenza ed ha riportato i risultati del suo lavoro su un format in cui figura il numero delle domande riconosciute non corrette, l'esposizione dell'errore contenuto nella domanda e/o nelle risposte, la matrice corretta ove possibile”. Nel report conclusivo sono contenuti gli elenchi delle domande riconosciute non corrette, per ciascuna classe di concorso, assieme all'elenco dei punteggi assegnati ai candidati che hanno sostenuto la prova. Da una prima ricognizione, si evince che le tante lamentele dei corsisti (per la presenza di refusi, domande mal poste, presenza di più risposte esatte, errori materiali, ecc.) hanno avuto effetto. Tanto che in alcune discipline risultano almeno una decina di domande dubbie Nella A035 e nella A060 se ne contano addirittura 25!... Il Miur ha così scongiurato un danno d'immagine ed economico non indifferente. Un deficit, quest'ultimo, che sarebbe ricaduto tutto sugli atenei che avevano già predisposto la macchina organizzativa e che contavano sulla quota di partecipazione dei corsisti tutt'altro che simbolica: tra i 2.200 ed i 3.100 euro ciascuno. E siccome a correggere le prove sono stati proprio i docenti universitari il cerchio non poteva che chiudersi in questo modo.

Tuttoscuola – 11 agosto 2012
“Un sistema di valutazione a tre teste”.
░ Iniziata, in Consiglio dei Ministri la procedura di adozione del nuovo modello di valutazione del sistema scolastico; rimandata l’approvazione.
Su proposta del ministro dell'istruzione Francesco Profumo, il consiglio dei Ministri ha avviato l'esame preliminare di uno schema di decreto che contiene la riforma delle regole attuali. Il nuovo sistema si baserà su tre 'gambe', in linea con quanto aveva ipotizzato l'ex ministro Gelmini: l'Invalsi, l'istituto che attualmente si occupa di rilevare gli apprendimenti degli studenti, l'Indire (l’attuale Ansas- agenzia per lo sviluppo dell'autonomia scolastica), gli ispettori, che faranno parte dei nuclei di valutazione che si recheranno nelle scuole. Inoltre le scuole seguiranno procedure di autovalutazione. Almeno ogni tre anni il ministro dell'Istruzione dovrà indicare le priorità "strategiche" della valutazione del sistema educativo di cui l'invalsi dovrà tenere conto. Nella sede dell'istituto verrà insediata (senza oneri aggiuntivi) una conferenza di coordinamento del nuovi sistema di valutazione…. Per la prima volta l’Invalsi analizzerà il valore aggiunto degli istituti, ovvero il grado di miglioramento conseguito dagli studenti fra l'ingresso e l'uscita da una data scuola.

LA STAMPA.IT – 11 agosto 2012
“Una rivoluzione nella scuola Test per tutti, dati pubblicati”.
░ La procedura che rivoluzionerà la valutazione delle scuole è appena agli inizi: ieri il consiglio dei ministri ha effettuato la prima lettura del regolamento messo a punto dal Miur. Il testo dovrà poi ottenere il via libera del Consiglio di Stato, delle commissioni competenti e poi tornare a Palazzo Chigi per la lettura definitiva. (di Flavia Amabile).
Il regolamento è formato da sette articoli e una condizione più volte ripetuta nel testo: non ci sarà alcun aggravio di spese, il nuovo apparato sarà varato a risorse invariate…. Il regolamento prevede la nascita del Sistema nazionale di valutazione formato dall’Invalsi, dall’Indire e da un nucleo di ispettori interni al Miur ma anche esterni, reclutati dalla società civile, dal mondo delle università, degli enti di ricerca, delle associazioni professionali. Almeno ogni tre anni il ministro dell’Istruzione dovrà indicare le priorità «strategiche» della valutazione del sistema educativo. Nella sede dell’Invalsi verrà insediata una conferenza di coordinamento del nuovi Sistema di valutazione. Anche in questo caso a costo zero. L’Invalsi avrà il compito di fare da capofila e coordinare l’intero sistema, definendo il programma delle visite nelle scuole, gli indicatori di efficienza e di efficacia sulla base dei quali le scuole verranno valutate. L’Indire si occuperà della ricerca, innovazione e formazione mentre gli ispettori effettueranno le valutazioni e le visite nelle scuole. Per le scuole il processo prevede innanzitutto l’autovalutazione, quindi una valutazione esterna, la messa a punto di miglioramenti per aumentare le loro performances e la pubblicazione e la diffusione dei risultati raggiunti.

CORRIERE DELLA SERA – 11 agosto 2012
“Le pagelle anche per le scuole Un nuovo sistema di valutazione”.
░ Ispezioni con gli esperti e dossier autoprodotti dagli istituti.
Ora anche alle scuole verranno date le pagelle. Lo stabilisce il «regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione», ieri in prima lettura al Consiglio dei ministri, che introdurrà di fatto esami e voti anche per docenti e dirigenti scolastici. Il nuovo sistema elaborato dal ministero dell'Istruzione si baserà su tre elementi: l'Invalsi, l'istituto che attualmente si occupa di rilevare gli apprendimenti degli studenti attraverso i famigerati test; l'Indire, che invece segue la formazione degli insegnanti; il nucleo di valutazione esterna. L'Invalsi avrà il ruolo chiave di tutto il sistema e definirà gli indicatori di efficienza a cui le scuole e i loro dirigenti dovranno rispondere, oltre a redigere un rapporto periodico sul sistema scolastico (in modo da consentire anche una comparazione su base internazionale). È come se anche il personale della scuola, e soprattutto i suoi responsabili, dovessero «fare bene i compiti» per poter poi ottenere «buoni voti», cioè risultati positivi, al momento dell'«interrogazione», ovvero dell'ispezione. Il regolamento prova dunque a far cambiare mentalità ai responsabili scolastici, che dovranno abituarsi a fare «autovalutazione», elaborando periodicamente un rapporto in base alle indicazioni dell'Invalsi. E poi dovranno sottoporsi alle ispezioni: un dirigente tecnico (l'ispettore vero e proprio) e due esperti selezionati dall'Invalsi valuteranno come la scuola sta provando a raggiungere gli obiettivi dichiarati, prendendo in considerazione anche il «valore aggiunto» degli istituti, ovvero il grado di miglioramento conseguito dagli studenti fra l'ingresso e l'uscita. Se un ragazzo entra con un basso punteggio Invalsi, e ne esce con uno alto, significa che la scuola funziona bene. Il «voto» dato dal nucleo di valutazione sarà importante per spronare la scuola a migliorare i punti deboli della gestione, ma influirà anche sul premio di produzione dato ai dirigenti scolastici. Perché il dirigente della scuola che esibisce una performance deludente, non avrà il suo bonus economico. Importante anche il ruolo dell'Indire, che dovrà sostenere i «processi di innovazione» delle scuole, favorendo l'uso delle nuove tecnologie in ambito didattico. Quanto costerà tutta questa rivoluzione? Niente, visto che il ministero dell'Istruzione ha introdotto diverse clausole per specificare che la valutazione si fa «nell'ambito delle risorse disponibili»….

La tecnica della scuola – 13 agosto 2012
“Tfa, la soluzione buonista del Muir non piace: in tanti si dicono danneggiati”.
░ Nelle intenzioni di viale Trastevere il “bonus” doveva essere un’ammissione di colpa utile a spazzare via le polemiche Ma c'è chi parla di ulteriore superficialità e pressapochismo. Chi di “pasticcio su pasticcio”. Chi di palese interesse ad avere iscritti, chi di illecito cambiamento delle regole in corsa, che ha fatto decuplicare gli ammessi. In arrivo un’altra ondata di ricorsi ? (di Alessandro Giuliani).
La soluzione lampo di manica larga, adottata dal ministero dell’Istruzione per chiudere in fretta la coda di polemiche venutesi a creare a seguito della “strage” di candidati ai Tfa normali, non sembra aver sortito gli effetti sperati. A 48 ore dalla pubblicazione delle nuove graduatorie, frutto dell’abbuono di un alta percentuale di domande (dubbie, mal fatte, con refusi, sbagliate, ecc.) individuate dalle 48 commissione di docenti universitari incaricate dal Miur, una per ogni classi di concorso per la quale si sono istituiti i corsi, assistiamo ad un fiorire di proteste e di critiche. Formulate dai diretti interessati alla selezione….. Secondo diversi aspiranti docenti il problema è che si è esagerato, rendendo di punto in bianco corretti anche più di 20 quesiti. Come nel caso dei corsi abilitanti per la A036, che senza l’intervento del 10 agosto non sarebbero mai partiti in ben otto atenei. Ed in altri più di dieci avrebbero al massimo due corsisti…. Molti dicono di sentirsi presi “in giro da questa decisione”, si sentono “danneggiati in quanto le selezioni per l'accesso al TFA sono a numero chiuso, e così facendo” ora rischiano “di ottenere un punteggio inferiore e magari non sufficiente rispetto ad altri candidati meno meritevoli”. Per questo, qualora non dovessero essere ammessi ai corsi, si riservano di “ricorrere contro questa decisione per vie legali”. Un rischio, quello del ricorso di massa, che per come si erano messe le cose il Miur avrebbe corso in ogni caso: anche non intervenendo. Almeno, però, in questo modo (inserendo i bonus) molti Tfa potranno essere avviati. Una differenza non da poco. Soprattutto per i candidati ripescati. E le università, sino a due giorni fa rimaste orfane di iscritti prima ancora di partire.

www. Flcgil - 13 agosto 2012
“Appunti sui docenti inidonei”.
░ Assurda la decisione che il Governo ha preso sui docenti inidonei.
Attualmente circa 3500 docenti, poco più del 2% degli insegnanti della scuola pubblica, sono inidonei all’insegnamento e idonei ad altri compiti. Non vanno in classe, ma possono fare tutto il resto che fa un docente. Che non è poco. Basta pensare alla programmazione e all’approfondimento della didattica, alle attività connesse all’insegnamento, alle cosiddette funzioni strumentali. La cura della biblioteca, dei laboratori, l’organizzazione delle visite istruttive e delle attività di orientamento, l’organizzazione delle prove di ingresso, di esami, i test Invalsi. Anche nelle segreterie delle scuole come interfaccia tra amministrativi e colleghi docenti. E tante altre ancora. La scuola è un’organizzazione complessa che richiede molteplici figure anche nello specifico settore didattico. Poi, si sa, anche tra i docenti inidonei ci sono quelli più capaci e disponibili e quelli meno; tra le scuole che li accolgono ci sono quelle più aperte per loro cultura organizzativa a questo apporto un po’ originale di “docenti che non insegnano” e quelle rigide nella divisione dei compiti e quindi più restie a questa novità; soprattutto ci sono le oggettive condizioni di salute con le quali si devono confrontare i docenti inidonei e le scuole nelle quali operano, che si traducono in genere in seri problemi di continuità. Gli inidonei, però, non rinunciano al loro ruolo di docenti: per la preparazione, l’esperienza e gli anni di lavoro. Alla loro funzione di docenti attiene quello che sanno fare e quello che possono continuare a fare. Del resto ne sono convinti tanti pezzi dell’Amministrazione e tante scuole. L’inidoneità in un profilo con l’opportunità di svolgere altri compiti è un istituto di civiltà e di democrazia perché evita la discriminazione di un lavoratore per le sue condizioni di salute; è anche uno strumento pratico e concreto che gli permette di raggiungere i requisiti per la pensione; è, infine, un’opportunità per il luogo di lavoro di poter continuare ad usufruire, sia pure in parte, della professionalità di quel lavoratore. Stupisce perciò che nelle norme relative ai docenti inidonei del decreto trasformato in legge sulla spending review, il governo, il ministro e i sottosegretari alla pubblica istruzione, il parlamento, abbiano spostato in un altro ruolo e in un’altra qualifica tali docenti. Ed è inquietante, per alcuni aspetti, la scelta di farli transitare nei ruoli degli assistenti amministrativi e tecnici delle scuole. Stupisce per i motivi accennati, quelli di legittimità costituzionale, quelli giuridici, etici e di civiltà, e anche per motivi pratici, pensando al contenzioso che si apre. I docenti inidonei sono privati del loro ruolo e retrocessi di qualifica, chiamati a svolgere funzioni amministrative e tecniche per le quali non hanno nessuna preparazione e formazione. Indeboliranno le segreterie e gli uffici tecnici; prenderanno il posto di precari storici non stabilizzati; addirittura, sembra, porteranno il soprannumero nelle nuove qualifiche. Ancora, difficilmente le commissioni mediche riconosceranno agli ormai ex docenti inidonei di essere idonei a fare gli assistenti amministrativi o tecnici; diranno tutt’al più che potranno svolgere solo alcune delle funzioni previste dai nuovi profili, evitando stress psicofisici. … È inquietante infine la visione della scuola sottesa a tali provvedimenti. La scuola è vista come un’organizzazione gerarchica e quasi militare, in cui si passa di grado o si è degradati. Concorsi interni riservati o retrocessioni per motivi vari stanno a dimostrare che non c’è alcun rispetto e alcun approfondimento dei singoli profili, nessuna attenzione per le professionalità che esprimono, nessuna cura per la formazione e l’aggiornamento che richiedono. L’Amministrazione scolastica i precari li caccia via quando vuole, quelli di ruolo li riconverte e li sposta come vuole. Figuriamoci gli inidonei.

l’Unità - 14 agosto 2012
“Il computer non deve schiacciare il libro”.
░ L’autorevole giudizio di Franco Frabboni, con riferimento a un articolo pubblicato su ARTICOLO/33 (il mensile della FLC-CGIL).
Il direttore, Ermanno Detti denincia un dispositivo legislativo che da settembre porterà alla chiusura delle biblioteche scolastiche. Contestualmente, il Ministro dell'istruzione garantisce risorse a go-go per spalmare computer in ogni anfratto delle scuole. No Profumo, così non va. La sua è un'opzione discriminatoria: la lettura e la digitazione vanno tenute in/cordata per permettere ai bambini e ai giovani di conquistare la cima di una cultura diffusa. Siamo per un banco a-due-piazze: perché se precipita il libro, rovina nel burrone anche il computer. Anzitutto, perché libro? Risposta. Ci troviamo a Educare in una stagione storica egemonizzata dal mediatico. Il codice scritto per la sua forza immaginativa ha il compito non di oscurare il video, ma di disinfestare i suoi messaggi di plastica attraverso una fantasia che scorre sì sui binari di "fuga" dalla realtà, ma che dispone anche delle gambe di "ritorno" nella quotidianità: per tingerla di divergenza, lievità, sorriso. Poi, perché il computer? Risposta. La scuola non può rischiare l'analfabetismo informatico. Pena la relegazione a vagone lento dell'odierno convoglio sociale, la cui locomotiva tecnologicoscientifica va in jet, in astronave. Di più. L'informatica riduce i tempi dell'alfabetizzazione/ primaria: dei saperi di base e degli automatismi cognitivi. Assicurando più tempo all'alfabetizzazione/ secondaria: vale a dire, alla costruzione delle forme del pensiero che preservano le conoscenze di lunga durata e che danno le ali all'imparare.

ItaliaOggi - 14 agosto 2012
“La Spending review sbarra la strada alle utilizzazioni”.
░ Prende piede l'ipotesi che l'amministrazione opti per emanare una ordinanza urgente, o di rendere ultrattiva quella dello scorso anno. (di Carlo Forte).
L'entrata in vigore della nuova disciplina del trattamento dei docenti in esubero collide in parte con le disposizioni contenute nell'ipotesi di accordo sulle utilizzazioni. E siccome i contratti non possono più derogare le leggi, la strada per giungere alla sottoscrizione definitiva del contratto, già irta di ostacoli, adesso è tutta in salita. Oltre tutto finché le operazioni di mobilità annuale rimangono in stand by, si ferma anche tutto il resto: immissioni in ruolo e supplenze. Perché la mobilità annuale precede in ogni caso le operazioni di assunzione (si veda l'art.2 del decreto sulle immissioni in ruolo di quest'anno). Dunque, l'ipotesi dell'ordinanza prende piede ogni giorno di più. Sempre che l'amministrazione non decida di dare ultrattività all'ordinanza dell'anno scorso. Ipotesi a dire il vero di dubbia legittimità, ma che sembrerebbe tutt'altro che improbabile. A meno che il contratto sulle utilizzazioni non venga firmato a stretto di posta. L'intoppo è rappresentato fondamentalmente dall'art. 1 della legge 15/2009 (che modifica l'art. 2 del decreto legislativo 15/2009). Che preclude ai contratti collettivi la possibilità di derogare le norme di legge. E quindi, se in un contratto c'è una clausola che collide con una disposizione di legge, l'effetto è che la clausola difforme è nulla e viene automaticamente sostituita dalla disposizione di legge con la quale appare in contrasto. Resta il fatto, però, che questa operazione, in concreto, non è semplice da realizzare. E quindi, per evitare di passare la patata bollente agli uffici periferici delle amministrazioni, con il rischio di interpretazioni non univoche, il legislatore, all'art. 40 del decreto legislativo 2001, ha introdotto una sorta di rimedio preventivo. Vale a dire: il previo controllo del ministero dell'economia e del dipartimento della funzione pubblica circa la compatibilità economica degli accordi integrativi e sulla conformità degli stessi alle disposizioni in vigore. Dunque, un meccanismo perfetto, sulla carta, che però perde efficacia se la procedura di controllo non rispetta i tempi utili per i procedimenti. Ed è proprio quello che sta accadendo per le utilizzazioni e le assegnazioni. Da una parte il ministero dell'istruzione ha impiegato più di un mese solo per predisporre la relazione di accompagnamento e l'invio dell'ipotesi di accordo al mineconomia e alla funzione pubblica. E poi ci si è messo anche il D.L. 95, convertito in legge dalla camera il 7 luglio scorso. Il provvedimento, infatti, prevede che i docenti in esubero incollocabili (i cosiddetti Dop) debbano essere utilizzati anche sulla base del titolo di studio e a prescindere dal possesso dell'abilitazione. E fin qui nulla quaestio, perché la normativa sulle utilizzazioni ha sempre previsto questa cosa (anche se gli uffici periferici sono sempre stati riluttanti a darvi attuazione). Ma se la ricollocazione secondo il titolo di studio non funziona, la legge ora prevede l'utilizzazione sul sostegno ( anche senza titolo di specializzazione, purché l'interessato abbia fatto almeno un corso di formazione specifico). E se nemmeno questa ipotesi funziona, l'utilizzazione su spezzoni. Infine se anche queste tre ipotesi non dovessero funzionare, la legge prevede che il docente debba essere utilizzato, al bisogno, per le supplenze, come se si trattasse di un supplente temporaneo. Queste previsioni collidono apertamente con quanto previsto nell'ipotesi di accordo sulle utilizzazioni e, quindi, il testo non passerà indenne al vaglio di via XX settembre e di Palazzo Vidoni. Oltre tutto, trattandosi di novità assolute, è ragionevole ritenere che gli organi di controllo potrebbero avere bisogno di un po' più di tempo, per gli approfondimenti necessari alla stesura dei rilievi del caso. E ciò rischia di far saltare tutte le scadenze relative alle operazioni di avvio dell'anno scolastico. Che dovrebbero necessariamente concludersi entro il 31 agosto prossimo.

Corriere della sera - 16 agosto 2012
“Né studio né lavoro. Ecco quanto ci costa escludere i giovani”.
░ Una serie di numeri preoccupanti, di fonte D.O.C. Sergio Rizzo spiega, nel confronto Italia-Germania, lo spread “giovani”.
Si fa presto a dire «spread». Perché se fa male ogni volta che il differenziale fra i tassi di rendimento dei nostri Btp e dei bund tedeschi va in orbita, non va certamente meglio con altri confronti. Il più doloroso di tutti, quello che riguarda l’occupazione giovanile. In Germania gli under 30 che lavorano sono 8 milioni 135 mila; in Italia, appena 3 milioni 202 mila. Quasi cinque milioni di meno. Il tasso di occupazione, cioè il rapporto fra i giovani che lavorano e il totale delle persone in quella fascia d’età, è da noi risultato pari, nel primo trimestre dell’anno, al 33,2%, contro il 57,1% dei tedeschi. E’ un dato che forse meglio di qualunque altro spiega l’abisso che separa i nostri due Paesi. Il primo, la Germania, dove i giovani inattivi sono il 36,7%, e il secondo, l’Italia, nel quale sono addirittura il 57,6%: 21 punti in più…. I disoccupati con meno di trent’anni erano in Italia nel 2011… 824 mila: 132 mila in più rispetto alla Germania, che ha però una popolazione del 36% superiore alla nostra. I giovani tedeschi senza lavoro erano dunque pari al 5% di tutti gli abitanti di quella età, contro l’8,7% degli italiani. Ed è una fotografia in costante peggioramento: nel primo trimestre del 2012 siamo già arrivati all’11,1%, mentre la Germania è scesa al 4,7%. Il tasso di disoccupazione rispetto ai giovani italiani attivi è salito quindi al 25,1%; i tedeschi sono al 7,6%. Ancora più preoccupante, però, è il raffronto fra gli «inattivi» che non soltanto non lavorano, ma nemmeno studiano. In Italia sono infatti un milione 425 mila, contro 809 mila in Germania….

 

La tecnica della scuola.it – 3 agosto 2012
“Ferie negate ai precari, il Miur temporeggia ma i sindacati fanno blocco.”
░ Viale Trastevere, su ordine del Mef, attende l’esito del dl sulla spending review: nel frattempo la liquidazione delle ferie resta sospesa in via prudenziale. I rappresentanti dei lavoratori pronti a ricorrere in tribunale: leso l’art. 36 della Costituzione (di Alessandro Giuliani).
È bene che Governo e ministeri di competenze sappiano che l’intenzione di rendere retroattiva la norma che blocca il pagamento delle ferie maturate dal personale precario, in via di approvazione definitiva assieme al decreto sulla spending review, costerà all’avvocatura dello Stato una notevole mole di tempo e di lavoro. Tutti i sindacati si stanno infatti muovendo, con l’intenzione di dare battaglia sino in fondo. A costo di portare la questione davanti ai giudici dei tribunali. Il paradosso, sostengono i rappresentanti dei lavoratori e anche gli addetti ai lavori, è che per coloro che hanno svolto una supplenza sino al termine delle lezioni o al 30 giugno scorso si profilerebbe uno scenario beffardo: non usufruire dei due giorni e mezzo, circa, accumulati ogni mese e non percepire il corrispettivo economico, come avvenuto sino ad oggi. Mentre per gli altri supplenti, sia i temporanei sia gli annuali su posto vacante, il problema non si porrebbe: nel primo caso perché le ferie gli sono state già liquidate; nel secondo perché ne fanno uso (come il personale di ruolo) nei mesi di luglio e agosto. Si verrebbe quindi a creare una sensibile differenza di trattamento tra personale precario che opera nelle stesse scuole e nelle stesse condizioni. A dare il là alle proteste era stata l’Anief alcuni giorni fa, annunciando diffide, che si sarebbe rivolato “ai giudici per ottenere la liquidazione delle somme spettanti ai precari della scuola”. E sostenendo che se fosse passato l’emendamento proposto al Senato dallo stesso sindacato, si sarebbe evitata, “nel rispetto delle recenti sentenze della Corte di Cassazione e della Corte di giustizia europea, l’apertura di una procedura d’infrazione nei confronti dello Stato italiano per la palese violazione della direttiva comunitaria che impone la monetizzazione delle ferie per il personale che non ha potuto usufruirne durante il servizio”. Il sindacato di Pacifico è tornato alla carica nelle ultime ore parlando “di errore sia di forma, sia di sostanza” e confermando la linea dell’impugnazione perché “nell’intento di fare ‘cassa’ sulla pelle dei precari, stiamo assistendo ad un tentativo di oltraggiare un diritto dei lavorativi e persino quanto previsto dalla Costituzione italiana”. Sul mancato pagamento ai supplenti delle ferie non godute si sono mosse anche la Flc-Cgil, a sua volta annunciando una dura lotta, anche legale, la Cisl Scuola e la Uil Scuola. …. Non è rimasta a guardare nemmeno la Gilda degli insegnanti. Che prima ha definito “inaccettabile” la decisione dell’amministrazione “in quanto nel dettato costituzionale le ferie sono per tutti un diritto irrinunciabile”…. I sindacati, insomma, stanno facendo il massimo. Ognuno attraverso le strade che ritiene più opportune e convincenti. Se però le cose dovessero rimanere così, ipotesi tra l’altro molto probabile, visto che alla Camera il dl viene considerato praticamente “blindato” o comunque emendabile solo per contenuti di alta entità, la partita si sposterà sicuramente nelle aule di giustizia….

http://pressIn.comune.venezia.it- 4 agosto 2012
“Firmato Protocollo d’Intesa MIUR - Ministero della Salute per la tutela del diritto alla salute e allo studio degli studenti con disabilità”
░ Press-IN (servizio dell'associazione Lettura Agevolata Onlus, di Venezia) riporta un comunicato (03-08-2012) del Ministero della Salute.
Firmato Protocollo d’Intesa MIUR - Ministero della Salute per la tutela del diritto alla salute e allo studio degli studenti con disabilità. Il MIUR e il Ministero della Salute hanno siglato un Protocollo d'Intesa per la tutela del diritto allo studio e alla salute degli studenti con disabilità. L'obiettivo principale dell'accordo è quello di promuovere, sostenere e sviluppare iniziative per la tutela dei bambini e studenti con disabilità e con disturbi evolutivi specifici. In particolare l'intesa rafforza la collaborazione istituzionale tra i due ministeri per favorire la diagnosi precoce di disabilità nei bambini in età prescolare; sostenere iniziative per l'integrazione scolastica; promuovere l'applicazione del modello “International Classification of Functioning” dell'Organizzazione mondiale della sanità; esaminare la normativa di settore; promuovere ricerche e studi di tipo epidemiologico e favorire iniziative di formazione congiunta tra personale sanitario e scolastico.

La tecnica della scuola.it – 5 agosto 2012
“Che fine ha fatto l'attuazione dell'autonomia ?”
░ L'art.50 legge 35 del 6 aprile 2012 dava al Ministro due mesi di tempo per emanare linee guida per l'attuazione dell'autonomia. A oggi non si hanno notizie in merito (forse i soliti ostacoli di natura finanziaria).
Il termine di due mesi previsto dall’articolo 50 della legge 35 con cui era stato convertito il decreto n. 5 dello scorso febbraio (il cosiddetto “decreto sviluppo”) è ormai ampiamente scaduto e nulla è dato di sapere sulle reali intenzioni del Ministro rispetto alle linee guida per l’attuazione dell’autonomia…. L’applicazione delle norme in questione dovrà attendere ancora. Ma di che si tratta, in concreto ? Le linee guida, secondo la legge, dovrebbero riguardare il potenziamento dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, il cosiddetto “organico dell'autonomia” oltre che la costituzione di reti di scuole con e del relativo organico. E’ molto probabile che Il ritardo dell’operazione sia legato al fatto che le linee guida devono essere concordate con il Ministero dell’Economia che, come di consueto, presterà la massima attenzione agli aspetti contabili. Ed effettivamente è difficile capire come si potranno attivare organici di rete o di altro genere “senza maggiori oneri per la finanza pubblica” come recita l’ultimo comma dell’articolo 50 della legge 35.

ItaliaOggi – 7 agosto 2012
“Inidonei al passaggio definitivo”
░ Professori ricollocati come amministrativi (di Franco Bastianini).
Definita in pejus la posizione giuridica ed economica degli inidonei. Si tratta sia dei docenti permanentemente inidonei all'insegnamento per motivi di salute, ma idonei ad altri compiti e che entro il 20 settembre 2011 non hanno presentato la domanda di inquadramento nei ruoli degli assistenti amministrativi o tecnici, che dei docenti che, sempre per motivi di salute, saranno in futuro dichiarati solo temporaneamente inidonei. Le disposizioni contenute nel decreto di Spending review, ovvero commi 13, 17 e 20-bis dell'articolo 14 del decreto legge 6 luglio 2012, n.95, nel testo approvato dal Parlamento, non lasciano spazio a interpretazioni diverse dal loro significato letterale e confermano le misure sui lavoratori della scuola che, per motivi di salute, non sono più in condizione di insegnare. Ora si attendono le note attuative del ministero dell'istruzione. Questa in estrema sintesi la loro posizione giuridica, economica e previdenziale che sembra allo stato essere irreversibile: a) i docenti permanentemente inidonei devono transitare nei ruoli del personale amministrativo, tecnico e ausiliario con la qualifica di assistente amministrativo o tecnico su tutti i posti vacanti e disponibili nella provincia di appartenenza mantenendo il maggiore trattamento stipendiale mediante assegno personale riassorbibile con i successivi miglioramenti economici a qualsiasi titolo conseguiti. Successivamente all'immissione nei nuovi ruoli, e non contemporaneamente all'atto del transito nei ruoli del personale Ata, come prevedeva un emendamento accolto della commissione bilancio, potranno transitare presso le amministrazioni pubbliche in cui può essere meglio utilizzata la loro professionalità; b) i docenti dichiarati temporaneamente inidonei alla propria funzione, ma idonei ad altri compiti, devono, invece, essere utilizzati, entro 20 giorni dalla data di notifica del verbale della commissione medica operante presso le aziende sanitarie locali, su posti anche di fatto disponibili di assistente amministrativo o tecnico nella provincia di appartenenza tenuto conto delle sedi indicate dal richiedente ovvero su posti di altra provincia e non prioritariamente nella stessa scuola come disponeva l'originario decreto legge; c) avendo acquisito in maniera coatta lo status di personale Ata, nei loro confronti non trova applicazione la disposizione secondo la quale il personale docente in esubero che per l'anno scolastico 2013/2014 non sia proficuamente utilizzabile può essere collocato in quiescenza dal 1° settembre 2013 nel caso in cui maturi i requisiti per l'accesso al trattamento pensionistico entro il 31 agosto 2012 in base alla disciplina vigente prima dell'entrata in vigore dell'articolo 24 della legge 22 dicembre 2011, n. 214; d) nei loro confronti dovrebbero invece trovare applicazione le disposizioni contenute nell'articolo 2 del predetto decreto legge 95/2012 secondo le quali l'amministrazione dovrà avviare, se dichiarati in esubero e non riassorbibili, le procedure previste dall'articolo 33 del decreto legislativo 165/2001e dal comma 12 del predetto articolo 2(collocamento in disponibilità per la durata massima di ventiquattro mesi che può essere aumentato fino a quarantotto mesi laddove maturi entro il predetto arco temporale i requisiti per il trattamento pensionistico con stipendio ridotto all'80 per cento). Sul tema è aperto un confronto sindacati-Funzione pubblica, ma non è detto che il tavolo avviato dal ministro Filippo Patroni Griffi riguardi anche la scuola; e) sempre in tema previdenziale le nuove disposizioni non hanno abrogato l'istituto della dispensa per motivi di salute prevista dall'articolo 512 del decreto legislativo 297/1994 ma hanno confermato implicitamente che per ottenerla il dipendente scolastico deve essere riconosciuto dall'apposita commissione medica presso l'Asl inidonei a svolgere i compiti previsti dal nuovo ruolo…… Per i circa 800 docenti permanentemente inidonei( dei 4.000 registrati a luglio del 2011) già transitati a domanda nel ruolo degli assistenti amministrativi o tecnici, il contratto collettivo nazionale integrativo sottoscritto il 31 luglio 2012 ha stabilito le modalità per l'attribuzione della sede di titolarità per l'anno scolastico 2012/2013 e precisato che, sempre a domanda, possono partecipare alle operazioni di mobilità qualora le preferenze espresse per la sede di titolarità non siano state soddisfatte.

Il Mattino – 8 agosto 2012
“Scuola. Profumo: entro il primo settembre assunzione per 21mila docenti”.
░ Il Ministro si dice fiducioso che eventuali nuovi tagli di spesa non colpiranno l’istruzione. Per le 5.300 immissioni in ruolo di amministrativi, tecnici ed ausiliari, minacciate dall’assorbimento di inidonei e Itp, se ne riparla a fine agosto, dopo il conteggio del personale docente transitato in funzioni amministrative.
Arrivano 21.112 assunzioni di nuovi docenti per la scuola, che si aggiungono alle 67mila dello scorso anno, riducendo così il numero dei prof precari. L'annuncio dei sindacati è stato confermato dal ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo: «Siamo in fase di firma del decreto per le immissioni in ruolo - ha detto - E' stato concluso il processo che coinvolgeva la Funzione pubblica e il ministero dell'Economia e abbiamo tutti gli ok necessari. Ora stiamo concludendo il percorso. Entro il 31 agosto saranno fatte tutte le operazioni». Le assunzioni potranno quindi essere operative dal primo settembre. Profumo ha aggiunto che «sul personale Ata c'è ancora una fase di definizione». Positivi i commenti dei sindacati della scuola, che però chiedono certezze proprio per le assunzioni previste (circa 5mila) per il personale non docente Ata…. Anche l'Anief grida vittoria: «Non possiamo che essere soddisfatti: malgrado il blocco del turn over, i tagli agli organici e le riconversioni obbligatorie del personale inidoneo e soprannumerario, per il secondo anno consecutivo» ci sono delle assunzioni….

La Stampa – 8 agosto 2012
“Scuola. Accordo raggiunto. Assunti 21 mila nuovi prof.”
░ Resta il nodo del personale Ata: 5 mila gli interessati (di Flavia Amabile).
Sono tempi di tagli e di sforbiciate nella pubblica amministrazione ma proprio nel giorno del via libera definitivo alla spending review arrivano 21.112 assunzioni di nuovi prof nella scuola (aggiunti ai 67 mila dell’anno scorso) che permettono di alleggerire un po’ la difficile situazione dei precari. A dare l’annuncio sono stati i sindacati cantando vittoria e rivendicando i meriti frutto di proteste, ricorsi e contrattazioni, affermano….. L’Anief aggiunge anche un altro tassello: «Per il secondo anno consecutivo l’Anief ha costretto il governo ad assumere più di 20 mila docenti precari», ricordando la pressante opera dei suoi rappresentanti e dei legali «attraverso migliaia di ricorsi avviati negli ultimi mesi - spiega il presidente Marcello Pacifico -, abbiamo inferto, per abuso di contratti a termine, pesanti condanne alle spese a carico dell’amministrazione. La quale non ha così potuto fare altro che adoperarsi nei confronti del governo per consentire il massimo delle assunzioni consentite». In altre parole, costa meno assumerli dopo un accordo sindacale che dopo un ricorso perso. Anche la Flc Cgil sottolinea il ruolo svolto dalla «mobilitazione dei precari» e dall’«ampio contenzioso legale» e avverte che si è fatto chiarezza sul fatto che «per le immissioni in ruolo saranno utilizzate le vecchie graduatorie».

La tecnica della scuola– 9 agosto 2012
“Immissioni in ruolo, una su tre potrebbe andare ai soprannumerari !”
░ Lo stabilisce il Miur attraverso la circolare sulle istruzioni operative che regola le assunzioni: prima di assumere i precari, gli Usp dovranno verificare se gli oltre 7.300 docenti senza titolarità e alcune centinaia di Itp C999 e C555 posseggano titoli di studio abilitanti (si sorvolerà sull’abilitazione!) spendibili sui posti assegnati. Un pasticcio che neanche Cacasenno… Intanto il Miur ha avuto ancora una volta mano libera nel disconoscere il valore dell’abilitazione. E’ grave.
Nelle stesse ore in cui la Camera approvava la spending review… è stato il Miur a lanciare una ormai insperata ciambella di salvataggio ad alcune centinaia di Itp C999 e C555, altrimenti destinati a transitare (assieme agli inidonei) negli organici del personale Ata…. Viale Trastevere ha indicato agli Usr che “l’utilizzazione prioritaria deve essere esperita, verificando l’eventuale possesso di altro, idoneo titolo di studio, prima del previsto transito nei ruoli del personale Ata, anche nei riguardi del personale docente attualmente titolare nelle classi di concorso C999 e C555 di cui la comma 14 dell’art. 14 del DL n. 95/2012”. Ciò significa, in termini pratici, che in presenza di un titolo di studio qualsiasi, sempre comunque abilitante e che comporti una spendibilità in base ai posti disponibili, gli stessi Itp assorbiti dagli enti locali dovrebbero continuare ad essere collocati degli uffici scolastici territoriali sempre nelle fila dei docenti. La stessa procedura, del resto, viene adottata anche per gli oltre 7mila soprannumerari del prossimo anno scolastico. A tal proposito la circolare del Miur “richiama l’attenzione su quanto previsto dall’art. 2, comma 4 del presente DM, relativamente alla priorità di utilizzazione del personale in esubero prima di procedere alle nomine di cui all’oggetto, in applicazione dei criteri di cui al DL 95/2012 in corso di conversione ed in particolare sull’articolo 14, commi 17-20, ed all’art. 2 comma 3 dell’ipotesi di CCNI sulle utilizzazioni del personale scolastico”. Anche in questo caso la “traduzione”, per i tanti che non conoscono a memoria leggi e riferimenti normativi, è che i prof in soprannumero potranno rosicchiare, avendo la precedenza, i posti riservati ai precari in procinto di vedersi assegnato l’agognato contratto di immissione in ruolo. L’articolo 14 del DL 95/2012, quello sulla spending review per intenderci, indica infatti che “al personale dipendente docente a tempo indeterminato che, terminate le operazioni di mobilità e di assegnazione dei posti, risulti in esubero nella propria classe di concorso nella provincia in cui presta servizio, è assegnato per la durata dell'anno scolastico un posto nella medesima provincia, con priorità sul personale a tempo determinato, sulla base” di una serie di criteri. Il primo dei quali prevede che i docenti privi di titolarità si vadano a collocare sui “posti rimasti disponibili in altri gradi d'istruzione o altre classi di concorso, anche quando il docente non è in possesso della relativa abilitazione o idoneità all'insegnamento purché il medesimo possegga titolo di studio valido, secondo la normativa vigente, per l'accesso all'insegnamento nello specifico grado d'istruzione o per ciascuna classe di concorso”. La sintesi è che per soprannumerari ed ex dipendenti degli enti locali passati come Itp (sommando entrambi si forma un raggruppamento di oltre 7.500 insegnanti, in gran parte delle superiori) si cercherà sino all’ultimo una collocazione. Con gli Usp che andranno a verificare se i loro titoli di studio potrebbero trovare riscontro tra le vacanze dei posti assegnati ai ruoli. In caso negativo, per i primi scatterà la messa a “disposizione per la copertura delle supplenze brevi e saltuarie”, disposta direttamente dai dirigenti scolastici. Per i prof di laboratorio C999 e C555, invece, diventerà inevitabile il declassamento tra gli Ata. Che però potrebbe durare appena un anno: chi acquisirà il diploma di specializzazione sul sostegno potrà infatti tornare nel 2013/14 a fare l’insegnante.

IL CORRIERE DELLA SERA – 9 agosto 2012
“La corsa per prepararsi ai test. Fino a 4.000 euro a studente”.
░ Il numero chiuso in un corso di laurea su tre; la percentuale aumenta al Sud.
Altro che vacanze. Per migliaia di neodiplomati o neo mini-laureati sono iniziati i conti alla rovescia (e i conti in tasca) per i test di ammissione ai corsi di laurea a numero chiuso. Che sono sempre di più: su 4.690 corsi di laurea esistenti, sono 1.590, cioè il 33,9%, con costi per la preparazione che vanno da poche centinaia di euro a qualche migliaio. Ormai un terzo dei corsi (sia per laurea triennale che magistrale) è a numero chiuso o programmato, e quindi richiede, per l'iscrizione, il superamento di una prova. Oltre ai 708 corsi di laurea in Medicina, Veterinaria e Architettura, per i quali ogni anno il ministero dell'Istruzione decide il numero di posti disponibili, ci sono infatti gli 882 scelti liberamente dai singoli atenei che sono costretti a limitare il numero di accessi per offrire una didattica dignitosa: il 18,8% del totale, un trend che si conferma in crescita rispetto al 17,7% dell'anno scorso. Basti pensare che ci sono atenei, come quelli di Catania e Palermo, dove tutti i corsi sono ormai ad accesso limitato. E allora scatta la corsa al quiz. L'anno scorso per un totale di 9.690 posti disponibili a Medicina e chirurgia, si sono presentati in 84.422, una media di 8,7 candidati a posto, con i picchi di Siena (13,5), Sassari (12,4), Salerno (10,9). Quest'anno ci sono poco più di diecimila posti a disposizione, e gli atenei sono già pronti alla ressa, anche se la possibilità di ambire a più università nell'ambito della Regione, come stabilito dal ministro all'Istruzione Francesco Profumo, dà qualche chance in più. Stessa storia per Veterinaria, dove a fronte di 958 posti a disposizione (quest'anno ce ne sono anche meno, 918) si sono presentati nel 2011 ai test 7.305 aspiranti, 7,6 per ogni disponibilità. Non fa eccezione Architettura, oltre 23 mila candidati per 8.760 posti (quest'anno sono 8.720). Ed è facile immaginare che saranno più che ambiti anche gli oltre 149 mila posti sparsi negli atenei per i corsi più disparati, da Scienze della comunicazione a Ingegneria, fiore all'occhiello del Politecnico di Milano, dove l'anno scorso c'erano 7.792 aspiranti ingegneri a fronte di 5.469 disponibilità, +9% rispetto all'anno precedente….

la Repubblica – 9 agosto 2012
“Sicilia. Prof assunti vent’anni dopo il concorso”.
░Via alle immissioni in ruolo, c’è chi aspetta dal 1990 (Salvo Intravaia)
Dopo tanti tagli, per il personale della scuola siciliana arrivano le attesissime immissioni in ruolo. Una notizia che contribuirà a dare serenità a tante famiglie alle prese con la crisi economica e il precariato. Martedì pomeriggio il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, ha incontrato i sindacati e ha annunciato l’assunzione a tempo indeterminato di poco più di 21 mila tra precari e vincitori dei concorsi a cattedra banditi nel 1990 e nel 1999. I destinatari dei contratti a tempo indeterminato saranno infatti individuati per il 50 per cento dalle affollate graduatorie provinciali dei precari e per la restante parte dalle graduatorie degli ultimi due concorsi. In Sicilia, colpita duramente dai tagli messi a segno negli anni di Berlusconi e Gelmini, arriveranno in tutto 1.300 posti: 105 per la scuola dell’infanzia, appena 21 per la scuola elementare, 678 per i docenti della scuola media e 375 per i colleghi della scuola superiore. Saranno assunti, inoltre, quattro educatori — in forza negli educandati e nei convitti nazionali — e 117 insegnanti di sostegno. Palermo è la provincia che farà la parte del leone — 302 assunzioni — seguita da Catania con 252 e da Siracusa con 151 immissioni in ruolo…. Nei prossimi giorni, i singoli provveditorati e l’Ufficio scolastico regionale pubblicheranno i calendari per le convocazioni, che presumibilmente partiranno dopo Ferragosto.

 

La Repubblica
Scuola, partono le assunzioni
Ecco i posti per 21mila nuovi prof

LA STAMPA
L’annuncio dei sindacati confermato dal ministro Profumo
Scuola, accordo raggiunto “Assunti 21 mila prof” 

Il Messaggero
Scuola, Profumo: entro il 1° settembre
assunzione per 21mila docenti

Il ministro: «A breve la firma per le immissioni in ruolo. Eventuali nuovi tagli di spesa non colpiranno l'istruzione»L’UNIONE SARDA
Assunzione per 21mila docenti

GIORNALE DI SICILIA
SCUOLA, BUONE NOTIZIE PER I PROF PRECARI: IN SICILIA SCATTANO 1.300 ASSUNZIONI

L' ADIGE
SCUOLA, ENTRO IL MESE ALTRE 21 MILA ASSUNZIONI

IL MATTINO
Scuola, 21mila assunti

Scuola/ Anief: in arrivo 21 mila assunzioni, grazie a i ricorsi
Martedi, 7 Agosto 2012 - 10:45
Sono in arrivo 21mila assunzioni di docenti precari nella scuola. Lo annuncia il sindacato Anief che esprime soddisfazione per l'esito positivo dell'azione sindacale degli ultimi mesi che "hanno costretto il Governo ad assumere oltre 21mila docenti precari". "Il decreto - annuncia Marcello Pacifico, presidente Anief - è atteso nelle prossime ore e non possiamo che essere soddisfatti: malgrado il blocco del turn over, i tagli agli organici e le riconversioni obbligatorie del personale inidoneo e soprannumerario, per il secondo anno consecutivo l'Anief ha indotto il Governo a fare quanto ci chiede da tempo l'Unione Europea".
http://affaritaliani.libero.it/ultimissime/flash.asp?ticker=070812104528

SCUOLA: ANIEF, IN ARRIVO 21MILA ASSUNZIONI GRAZIE A RICORSI
 Roma, 7 ago. - (Adnkronos) - Sono in arrivo 21mila assunzioni di docenti precari nella scuola. Lo annuncia il sindacato Anief che esprime soddisfazione per l'esito positivo dell'azione sindacale degli ultimi mesi che «hanno costretto il Governo ad assumere oltre 21mila docenti precari». «Non possiamo che essere soddisfatti - afferma il presidente Anief, Marcello Pacifico - malgrado il blocco del turn over, i tagli agli organici e le riconversioni obbligatorie del personale inidoneo e soprannumerario, per il secondo anno consecutivo l'Anief ha costretto il Governo ad assumere più di 20mila docenti precari». Il sindacato, evidenzia l'anief, ha dimostrato ancora una volta che laddove non è riuscito ad arrivare il Parlamento, dando seguito ad un propria legge del 2006, è stata efficace la pressante opera dei suoi rappresentanti e dei propri legali: «attraverso migliaia di ricorsi avviati negli ultimi mesi - ricorda Pacifico - abbiamo inferto, per abuso di contratti a termine, pesanti condanne alle spese a carico dell'amministrazione. La quale non ha così potuto fare altro che adoperarsi nei confronti del Governo per consentire il massimo delle assunzioni consentite». Grazie all'azione dell'Anief, dopo un ventennio durante il quale la scuola ha raggiunto i suoi obiettivi formativi sfruttando cinicamente la preziosa opera di centinaia di migliaia di supplenti, finalmente qualcosa è cambiato: i tantissimi precari hanno capito che per ottenere l'immissione in ruolo, dando compimento al loro onorato servizio, bisognava rivolgersi ai giudici.
(Rre-Ste/Zn/Adnkronos) 07-AGO-12 11:41
 
Profumo, entro il 31 agosto saranno fatte tutte le operazioni
07 agosto, 21:03
Arrivano 21.112 assunzioni di nuovi docenti per la scuola, che si aggiungono alle 67mila dello scorso anno, riducendo così il numero dei prof precari. L'annuncio dei sindacati è stato confermato dal ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo: "Siamo in fase di firma del decreto" per le immissioni in ruolo. "E' stato concluso il processo che coinvolgeva la Funzione Pubblica e il ministero dell'Economia e abbiamo tutti gli ok necessari. Ora stiamo concludendo il percorso", ha spiegato il titolare di Viale Trastevere, aggiungendo che entro il "31 agosto saranno fatte tutte le operazioni". In pratica le assunzioni potranno essere operative dal primo settembre. Parlando con i cronisti a margine di una conferenza stampa al Miur, Profumo ha aggiunto che per quanto riguarda i numeri "sono confermati i 21 mila docenti, mentre sul personale Ata c'é ancora una fase di definizione". Positivi i commenti dei sindacati della scuola, che però chiedono certezze proprio per le assunzioni previste (circa 5 mila) per il personale non docente Ata.
E duri sono i commenti della Gilda sulla spending review: sono riconfermate "tutte le norme che penalizzano l'istruzione e i docenti". Per quanto riguarda, invece, il decreto per l'immissione in ruolo dei 21 mila docenti, il testo è stato predisposto, spiega la Uil, "in applicazione del piano triennale, definito grazie all'intesa tra il Governo e i sindacati Uil, Cisl, Snals e Gilda. Questo, in periodo di forte crisi economica, è il risultato di una azione sindacale concreta e utile". "Per il personale Ata non è ancora possibile ipotizzare un numero preciso di nomine in quanto non sono ancora stati pubblicati i movimenti del personale e, soprattutto, non è stato definito come verrà calcolata l'incidenza dei passaggi previsti dal Decreto Legge sulla revisione della spesa. Resta il nostro impegno per una soluzione equa anche per tale personale", precisa la Uil.
Con le assunzioni, afferma Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola, "si dà continuità al piano triennale varato lo scorso anno grazie alle intese sindacali di cui la Cisl Scuola è stata protagonista determinante, insieme a Uil Scuola, Snals e Gilda. Con le nuove assunzioni si rafforza l'obiettivo, da noi tenacemente perseguito, di una stabilizzazione del lavoro nella scuola, che certamente va incontro agli interessi di tanti lavoratori, ma favorisce anche una più efficace organizzazione del lavoro e quindi la crescita di qualità del servizio scolastico". Anche l'Anief grida vittoria: "Non possiamo che essere soddisfatti: malgrado il blocco del turn over, i tagli agli organici e le riconversioni obbligatorie del personale inidoneo e soprannumerario, per il secondo anno consecutivo" ci sono delle assunzioni.
Giudizio positivo anche dal Pd: "Apprendiamo con gioia la conferma del governo del piano di stabilizzazione degli insegnanti precari, come chiesto dalle parti sociali e da numerose interrogazioni del Pd", afferma Francesca Puglisi responsabile scuola della segreteria del Pd che aggiunge: "La stabilizzazione di chi lavora in condizioni di precariato è parte integrante della qualità della scuola, tanto quanto l'innovazione delle infrastrutture tecnologiche per la didattica". Altro tema aperto per i sindacati sono gli scatti di anzianità: "Ora attendiamo dal Governo l'emanazione dell'atto di indirizzo all'Aran, necessario per il pagamento degli scatti di anzianità. Immissioni in ruolo e pagamento degli scatti hanno, infatti, copertura economica grazie ad intese che come Uil, insieme ad altri sindacati, abbiamo sottoscritto".
 

ARTICOLO PPN
Eco - Anief: in arrivo l'assunzione di 21mila docenti precari
Roma - 7 ago (Prima Pagina News) Sono ormai prossime 21mila assunzioni di docenti precari nella scuola. Lo annuncia il sindacato Anief che esprime soddisfazione per l'azione sindacale degli ultimi mesi che lo ha permesso. ''Non possiamo che essere soddisfatti - afferma il presidente Anief, Marcello Pacifico - malgrado il blocco del turn-over, i tagli agli organici e le riconversioni obbligatorie del personale inidoneo e soprannumerario, per il secondo anno consecutivo l'Anief ha costretto il Governo ad assumere più di 20mila docenti precari''. Il sindacato, evidenzia l'anief, ha dimostrato ancora una volta che laddove non e' riuscito ad arrivare il Parlamento, dando seguito ad un propria legge del 2006, e' stata efficace l'opera dei suoi rappresentanti e dei propri legali: ''attraverso migliaia di ricorsi avviati negli ultimi mesi - ricorda Pacifico - abbiamo inferto, per abuso di contratti a termine, pesanti condanne alle spese a carico dell'amministrazione. La quale non ha cosi' potuto fare altro che adoperarsi nei confronti del Governo per consentire il massimo delle assunzioni consentite''. Con l'azione dell'Anief, dopo venti anni durante i quali la scuola ha sfruttato cinicamente la preziosa opera di centinaia di migliaia di supplenti, finalmente qualcosa e' cambiato: i tantissimi precari hanno capito che per ottenere l'immissione in ruolo, dando compimento al loro onorato servizio, bisognava rivolgersi ai giudici.
(PPN) 7 ago 2012 11:49
http://www.primapaginanews.it/dettaglio_articolo.asp?id=100483&ctg=12

 
Scuola, 21mila professori presto assunti. Decreto entro il 31 agosto
Profumo dice: “Siamo in fase di firma del decreto- spiega- c’è l’accordo con la Funzione pubblica e il Tesoro, abbiamo avuto tutti gli ok necessari. Sono confermati i 21mila docenti. Entro il 31 agosto saranno fatte tutte le operazioni- rassicura il ministro- sugli Ata siamo ancora invece in una fase di definizione”. Per i tecnici-amministrativi, infatti, i tempi saranno più lunghi a causa della spending review che è in corso di approvazione e che prevede la trasformazione in Ata dei docenti non idonei.
In un eventuale seconda fase della spending review, a settembre, non ci saranno comunque altri sacrifici per il settore della scuola, se verranno portati a termine tutti i processi di riorganizzazione. Lo assicura il ministro Profumo che aggiunge: “Credo che i processi di dematerializzazione e semplificazione ci consentirà di recuperare risorse», e quindi «da un organizzazione migliore si possono recuperare quelle risorse di cui abbiamo bisogno”.
Marcello Pacifico, presidente Anief, si dice entusiasta: ”Non possiamo che essere soddisfatti: malgrado il blocco del turn over, i tagli agli organici e le riconversioni obbligatorie del personale inidoneo e soprannumerario, per il secondo anno consecutivo l’Anief ha costretto il governo ad assumere più di 20mila docenti precari”. Il sindacato ha dimostrato ancora una volta che “laddove non è riuscito ad arrivare il Parlamento, dando seguito ad un propria legge del 2006, è stata efficace la pressante opera dei suoi rappresentanti e dei propri legali: attraverso migliaia di ricorsi avviati negli ultimi mesi – ricorda Pacifico – abbiamo inferto, per abuso di contratti a termine, pesanti condanne alle spese a carico dell’amministrazione. La quale non ha così potuto fare altro che adoperarsi nei confronti del Governo per consentire il massimo delle assunzioni consentite”.
PUPIA Italia
La tua informazione

 
Scuola: assunzioni per 21 mila docenti
di Mena Grimaldi del 7/08/2012 in Scuola - Letto 204 volte
ROMA. In arrivo 21.112 assunzioni di docenti per la scuola, che si aggiungono alle 67 mila dello scorso anno. A confermare l’annuncio dei sindacati, lo stesso ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo.
“Siamo in fase di firma del decreto per le immissioni in ruolo. Ora stiamo concludendo il percorso” ha spiegato il ministro, aggiungendo che entro il “31 agosto saranno fatte tutte le operazioni”. Soddisfazione espressa anche dal sindacato Anief.
“Il decreto - annuncia Marcello Pacifico, presidente Anief - è atteso a breve e non possiamo che essere soddisfatti: malgrado il blocco del turn over, i tagli agli organici e le riconversioni obbligatorie del personale inidoneo e soprannumerario, per il secondo anno consecutivo l'Anief ha indotto il Governo a fare quanto ci chiede da tempo l'Unione Europea”.
“Attraverso migliaia di ricorsi avviati negli ultimi mesi - ricorda Pacifico - abbiamo inferto, per abuso di contratti a termine, pesanti condanne alle spese a carico dell'amministrazione. La quale non ha così potuto fare altro che adoperarsi nei confronti del Governo per consentire il massimo delle assunzioni consentite”.
Per quanto riguardo il personale amministrativo, tecnico ed ausiliario giungono invece notizie di rinvii e di riduzione del contingente di assunzioni, peraltro già inizialmente limitato a poco più di 5.300 posti: l'Anief non può che esprimere il proprio disappunto.
Anche per il personale Ata il sindacato ha, quindi, intenzione di continuare il contenzioso nelle aule dei tribunali.

 
VITA.it
L'annuncio dell'Anief
07/08/2012
Scuola, in arrivo 21mila assunzioni
Il sindacato: «Attraverso i ricorsi abbiamo inferto, per abuso di contratti a termine, pesanti condanne alle spese a carico dell'amministrazione, che così ha dovuto cedere»
Sono in arrivo 21mila assunzioni di docenti precari nella scuola. Lo annuncia il sindacato Anief che esprime soddisfazione per l'esito positivo dell'azione sindacale degli ultimi mesi che "hanno costretto il Governo ad assumere oltre 21mila docenti precari". "Non possiamo che essere soddisfatti - afferma il presidente Anief, Marcello Pacifico - malgrado il blocco del turn over, i tagli agli organici e le riconversioni obbligatorie del personale inidoneo e soprannumerario, per il secondo anno consecutivo l'Anief ha costretto il Governo ad assumere più di 20mila docenti precari".

"Attraverso migliaia di ricorsi avviati negli ultimi mesi - ricorda Pacifico - abbiamo inferto, per abuso di contratti a termine, pesanti condanne alle spese a carico dell'amministrazione. La quale non ha così potuto fare altro che adoperarsi nei confronti del Governo per consentire il massimo delle assunzioni consentite".

"Ecco così svelato il mistero - continua Pacifico - su come pur in presenza di una nuova riduzione degli organici del pubblico impiego e del mantenimento del blocco del turn over nella pubblica amministrazione, nella scuola si continua ad assumere: il merito è del nuovo modo di fare sindacato, con ricorsi sistematici ai tribunali laddove il legislatore non riesce o non vuole tutelare i diritti dei lavoratori precari".
Per quanto riguarda il personale amministrativo, tecnico edausiliario, prosegue l'Anief, giungono invece notizie di rinvii e di riduzione del contingente di assunzioni, peraltro già inizialmente limitato a poco più di 5.300 posti: l'Anief non può che esprimere il proprio disappunto. "Il problema - sostiene il suo presidente - èche in questo caso l'amministrazione ancora non applica quanto previsto dalla legge sui posti vacanti e disponibili. Poichè quest'anno sono state assegnate oltre 35mila supplenze fino al termine dell'anno scolastico, anche considerando la contestata riconversione del personale docente inidoneo e degli Itp in soprannumero, potevano essere decretate almeno 27mila nuove assunzioni".

Anche per il personale Ata il sindacato ha quindi intenzione di continuare il contenzioso nelle aule dei tribunali. "Faremo di tutto - conclude il presidente Anief - per ottenere il rispetto del merito e della parità di trattamento di tutti i cittadini europei. Come anche Strasburgo, del resto, ci chiede da diverso tempo".
 

 

Il Sole 24Ore – 27 luglio 2012
“La scuola taglia i presidi: 2.221 in meno in un anno”
░ Senza posto anche la metà dei 2.386 vincitori dell'ultimo concorso. Molti istituti saranno affidati a un «reggente» senza retribuzione.
L'Italia sembra non essere più un Paese per presidi. Il prossimo anno scolastico infatti l'organico dei dirigenti scolastici registrerà il suo minimo storico, toccando quota 7.990. Con un taglio di circa il 22%, vale a dire ben 2.221 scrivanie dirigenziali in meno, rispetto ai 10.221 posti dell'organico 2011-2012. Colpa del piano di riorganizzazione della rete scolastica varata con la manovra di luglio 2011 dagli ex ministri Mariastella Gelmini e Giulio Tremonti che ha portato, a consuntivo, a ridimensionare 1.080 scuole. Ma soprattutto a "sotto-dimensionare", vale a dire a togliere il dirigente scolastico di ruolo negli istituti con meno di 600 alunni (che scendono a 400 alunni per i plessi siti in piccole isole e comuni montani), ulteriori 1.141 scuole. Che dal prossimo I° settembre saranno quindi affidate a un preside "reggente"…. Senza considerare, poi, il disagio dei presidi "sotto-dimensionati" costretti, in alcuni casi, a emigrare verso scuole distanti anche 150 chilometri rispetto alla sede di provenienza (cioè è possibile perché l'incarico da preside è su base regionale). Ma il drastico taglio alle scrivanie di dirigenti scolastici avrà ripercussioni negative anche sul concorso a 2.386 nuovi posti da preside, con quasi la metà dei vincitori che non riuscirà a essere assunto il prossimo primo settembre. Nel 2011-2012 infatti i presidi in servizio erano 8.220 (su 10.221 istituzioni scolastiche sede di presidenza). Ma per effetto della riorganizzazione della rete scolastica (che nel 2012-2013 ha ridotto le scuole da oltre 10.000 a 9.131) e i 1.431 pensionamenti di quest'anno, i dirigenti scolastici in servizio al primo settembre 2012 saranno quindi 6.789 (a fronte di 7.990 posti di organico disponibile). Ecco quindi che i posti vacanti per le assunzioni dei neo-presidi si riducono a 1.201 unità. Per tutti gli altri vincitori di concorso se ne riparlerà nel 2013 e 2014…. 

www.larepubblica.it – 29 luglio 2012
“Sulle pensioni. Quota 96, ingiustizia è fatta”
░ Tutti i sindacati d’accordo a posticipare i diritti al 31 agosto; generoso ma inutile anche l’impegno di alcuni politici.
Abbiamo seguito passo passo, dalla sua costituzione fino a oggi, la vicenda del Comitato “Quota 96” che una gelida, quanto intransigente, decisione della ministra al Lavoro, Elsa Fornero, ha escluso, all’atto della emanazione della legge che porta il suo nome, dai benefici della quiescenza per la dura, e nello stesso semplice, ragione che riguardava i lavoratori dell’ istruzione, il personale della scuola che, contrariamente al resto della pubblica amministrazione, gode di una sola finestra di uscita, coincidente appunto con la fine dell’anno scolastico: il 31 agosto. E subito da tutti i siti internet di tutti i sindacati si gridò alla evidente ingiustizia dal momento che non si considerava la specificità di questi lavoratori, con le scadenze di ordine didattico e logistico… Per contrastare la legge, Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Gilda, Anief aprirono il contenzioso e, dopo una prima istanza al Tar del Lazio, hanno passato la pratica al giudice del lavoro che a giorni dovrebbe esprimersi. Generosa e senza esclusione di colpi invece la battaglia del Comitato “Quota 96” che, tramite i suoi rappresentanti più attivi e disponibili, si è rivolto soprattutto alla senatrice Mariangela Bastico e all’on Manuela Ghizzoni, entrambe del Pd, che a loro volta, e a onor del vero, sono state le promotrici di tutti gli emendamenti presentati in Parlamento per dare giustizia a questi circa 3500 docenti buggerati…

La tecnica della scuola – 30 luglio 2012
“Contrattazione di scuola: disposizioni minuziose della Ragioneria Generale”
░ Emanata una circolare che impone la redazione di due minuziose relazioni da allegare all'ipotesi contrattuale: relazione illustrativa e relazione tecnico-finanziaria.
Una nuova incombenza amministrativa sta per abbattersi sulle scuole. Il problema si porrà già nei primi giorni di settembre, con l’apertura del nuovo anno scolastico. La novità riguarda la contrattazione integrativa di istituto per la quale la Ragioneria generale dello Stato ha emanato una minuziosa circolare applicativa. In pratica al contratto di scuola dovranno essere allegate una dettagliata “Relazione illustrativa” ed una ancor più analitica “Relazione tecnico-finanziaria”. Su entrambe le relazioni dovrà essere espressamente acquisito il parere favorevole dei revisori dei conti in assenza del quale il contratto non potrà essere sottoscritto…. “La redazione della relazione illustrativa e della relazione tecnico-finanziaria - chiarisce nella circolare la Ragioneria - deve essere effettuata in modo da rendere comprensibile, anche al cittadino, e verificabile, in particolare dall’Organo di controllo chiamato alla certificazione, ogni modulo, sezione, voce o sottovoce di cui è composta. Si raccomanda perciò un linguaggio semplice, chiaro e con riferimenti verificabili oggettivamente”….

Italiaoggi – 31 luglio 2012
“Stop al pagamento delle ferie”
░ Il blocco non è definitivo. Si tratta di una mera sospensione «in attesa della conversione in legge del decreto legge 95/2012».
Monetizzazione delle ferie, il ministero dell'economia blocca la liquidazione. Il 24 luglio scorso via XX settembre ha fermato i pagamenti citando l' art. 5, comma 8, del decreto legge n. 95/2012, il provvedimento di spending review da ieri approvato in sede di conversione al senato. E anche un'interpretazione del ministero dell'istruzione, secondo il quale il divieto di monetizzazione delle ferie si applica anche alla scuola (si veda la circolare del 16 luglio scorso). …. Il decreto legge 95 dispiega effetti solo dal 7 luglio scorso. E quindi, per effetto del principio di irretroattività della legge, il divieto di monetizzazione vale solo per le cessazioni che sono intervenute e interverranno dopo quella data. Pertanto, i precari il cui contratto è scaduto prima del 7 luglio hanno diritto a ricevere «il pagamento del compenso per ferie non ancora fruite». Qualche problema potrebbero averlo, invece, i loro colleghi, che sono cessati dal servizio anche dopo quella data. Magari anche per effetto di proroga del contratto in essere. La proroga, infatti, secondo la giurisprudenza, non è un nuovo contratto, ma il mero allungamento di quello già in essere. Resta il fatto, però, che i precari, quest'estate, dovranno fare a meno dei soldi delle ferie non godute (mediamente 1500 euro per chi ha avuto una supplenza a orario pieno dal 1° settembre al 30 giugno). Oltre alla grana di chi ha contratti antecedenti al 7 luglio, ì c'è il problema dei precari che lavorano con le supplenze brevi che, salvo i casi in cui il periodo di incarico includa anche le vacanze, si trovano e si troveranno sempre nelle impossibilità materiale di fruire delle ferie in costanza di contratto. Ma le questioni legate all'applicazione dall'art.5 del decreto 95 non finiscono qui. Il legislatore, infatti, ha disposto che le ferie, i riposi e i permessi spettanti al personale devono essere obbligatoriamente fruiti secondo gli ordinamenti. E che la mancata fruizione non è monetizzabile….

Italiaoggi – 31 luglio 2012
“Niente Fornero per gli esuberi”
░ Possibile andare via con i requisiti detenuti al 31 agosto 2012. (di Carlo Forte).
I docenti in esubero che risulteranno incollocabili al 1° settembre prossimo, potranno andare in pensione con le vecchie regole. E cioè facendo valere come termine per la maturazione dei requisiti utili alla cessazione dal servizio il 31 agosto prossimo, in luogo del 31 dicembre scorso. Lo prevede un emendamento all'art. 14 del decreto sulla spending review (decreto legge 95/2012) approvato in commissione bilancio, presentato dai relatori Giaretta e Pichetto Fratin (n. 14.1000). Il nuovo testo è destinato solo ai docenti che non sarà possibile ricollocare su altra classe di concorso (secondo il titolo di studio posseduto e anche senza abilitazione) oppure sul sostegno, oppure, ancora, su spezzoni della classe di concorso di titolarità: non oltre il 10% dell'intera platea, si stima. Tale personale potrà essere collocato in quiescenza dal 1° settembre 2013 nel caso in cui maturi i requisiti per l'accesso al trattamento pensionistico entro il 31 agosto 2012 in base alla disciplina vigente prima dell'entrata in vigore dell'articolo 24 del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214. E cioè prima della riforma Fornero. La liquidazione del Tfr, però, non sarà tempestiva. Fatto salvo il diritto alla pensione con effetti a far data dal 1° settembre prossimo, per il Tfr gli interessati dovranno attendere di maturarne i requisiti seguendo le nuove norme: «Ai fini della liquidazione del trattamento di fine rapporto comunque denominato, recita il nuovo testo, si applicano le disposizioni di cui all'articolo 2, comma 11, lettera a) punti 1) e 2)»…
I docenti potenzialmente interessati sono circa 7mila nelle superiori. Complessivamente il dato arriva a circa 10mila se si considerano anche gli altri ordini di scuola. Per tutti i docenti in esubero si applicheranno le disposizioni del contratto sulle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie, limitatamente ai movimenti che saranno disposti nell'ambito della classe di concorso di appartenenza o su altre classi di concorso dove gli interessati possiedano l'abilitazione. Se dopo tali operazioni l'esubero dovesse permanere si applicheranno, invece, le nuove norme previste dall'articolo 14, comma 17, del decreto legge 95/2012. E dunque, prima si proverà a ricollocare il docente in altre classi di concorso dove non possiede l'abilitazione ma risulta provvisto del titolo di studio di accesso. …. Poi si proverà sul sostegno, se l'interessato possiede la specializzazione oppure abbia almeno frequentato un corso di formazione su tale specialità. Infine, si proverà a ricollocare gli interessati su spezzoni con ore a disposizione. Se nemmeno così sarà possibile ricollocare i docenti in esubero interessati, saranno esperibili due soluzioni. La prima è il pensionamento con le vecchie regole (sempre che il testo emanato venga confermato anche alla camera e che gli interessati ne abbiano titolo) la seconda, alternativa alla prima, è l'utilizzazione degli interessati su posti che dovessero rendersi disponibili in corso d'anno oppure per le supplenze brevi e saltuarie in ambito provinciale.

Italiaoggi – 31 luglio 2012
“Inidonei ricollocabili anche presso gli uffici”
░ Ma va stabilito come, e quindi la norma difficilmente può essere attuata col prossimo settembre. (di Franco Bastianini).
Ma quale futuro attende concretamente i 3.500 docenti da anni collocati fuori ruolo perché dichiarati per motivi di salute permanentemente inidonei all'insegnamento ma idonei a svolgere altri compiti? Si tratta di funzioni indicate, a titolo meramente esemplificativo, dall'articolo 3 del contratto collettivo nazionale integrativo sottoscritto il 25 giugno 2008 (servizio di biblioteca e documentazione; organizzazione dei laboratori; supporti didattici ed educativi; supporto nell'utilizzo degli audiovisivi e delle nuove tecnologie informatiche; attività relativa al funzionamento degli organi collegiali, dei servizi amministrativi e ogni altra attività deliberata nell'ambito del progetto di istituto).
La domanda sul loro destino non è meramente accademica ma sorge alla luce di una modifica che, in sede di conversione in legge del decreto legge 95/2012, è stata apportata al comma 13 dell'articolo 14 del medesimo decreto. Per effetto di tale modifica gli inidonei dovrebbero, infatti, poter transitare oltre che nei ruoli del personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola con la qualifica di assistente amministrativo o tecnico, anche in quelli presso le amministrazioni pubbliche in cui potrebbero essere meglio utilizzate le professionalità del predetto personale. Si tratta indubbiamente di una modifica che va incontro ad una comprensibile richiesta degli interessati. Perché la modifica possa trovare applicazione sarebbe tuttavia necessario stabilirne le modalità, fissarne i termini per la presentazione della domanda e, soprattutto, indicare le disponibilità dei posti esistenti presso altre pubbliche amministrazioni. Tutte condizioni praticamente irrealizzabili nei termini indicati nel comma 13. Ne consegue che difficilmente l'obiettivo che si prefiggeva il Governo, quello cioè di inquadrare fin dal prossimo 1° settembre tutti gli inidonei nel ruolo degli assistenti amministrativi o tecnici, coprendo in tal modo i posti vacanti ed evitando un pari numero di nomine di supplenti annuali, potrà essere raggiunto. Un possibile rinvio che potrebbe consentire una più amplia riflessione su quella che dovrà essere la soluzione finale del problema. L'altra modifica apportata al testo del comma 13 interessa il personale docente che dovesse essere dichiarato temporaneamente inidoneo alla propria funzione, ma idoneo ad altri compiti. Questo personale non potrà essere utilizzato, come prevedeva l'originario comma 13, prioritariamente nella stessa scuola, ma solo nella provincia di appartenenza tenuto conto delle sedi indicate dal richiedente ovvero su posti di altra provincia.

CORRIERE DELLA SERA – 1 agosto 2012
“Università Tasse in aumento per (quasi) tutti. Stangata sui fuoricorso”
░ Il rincaro non riguarderà solo i fuori corso, come previsto dal testo uscito dalla commissione Bilancio del Senato.
I fondi in arrivo dallo Stato sono in calo da anni. E alla fine, per non chiudere bottega, le università potranno aumentare le tasse agli studenti. Il rincaro non riguarderà solo i fuori corso, come previsto dal testo uscito dalla commissione Bilancio del Senato. Certo, su di loro si dovrebbero concentrare gli interventi più forti, con la possibilità di un raddoppio per i pochissimi che hanno un reddito familiare Isee superiore ai 150 mila euro. Ma l'ultima modifica voluta dal governo estende gli aumenti anche agli studenti in regola con gli esami. Si salveranno, fino al 2016, solo quelli che hanno un reddito familiare al di sotto dei 40 mila euro l'anno. Un intervento del genere era nell'aria da tempo. Questa soluzione era stata già studiata dal precedente governo Berlusconi che però aveva deciso di archiviare il dossier perché il mondo della scuola e dell'università era già in guerra con l'allora ministro Gelmini e non era il caso di cercare lo scontro. Adesso ci risiamo, senza troppe proteste forse perché nel frattempo la crisi è precipitata e ci siamo quasi abituati a tasse e tagli. Nello stesso decreto c'è una norma che aiuta a restare in sella i rettori che si sono visti prorogare il loro mandato. L'ultima riforma dell'università ha messo un limite di sei anni alla durata del loro incarico che prima era in teoria illimitato e diceva che avrebbero dovuto lasciare la poltrona nell'anno successivo all'adozione del nuovo statuto. Il decreto sulla spending review stabilisce che per adozione va intesa non quella da parte dell'ateneo ma quella, successiva, fatta dal ministero. Molti rettori guadagneranno un anno e potranno restare fino al 2013.

Tuttoscuola – 2 agosto 2012
“Quante nomine in ruolo?”
░ In vista dell’imminente apertura del nuovo anno scolastico, c’è una comprensibile attesa per conoscere il numero di docenti e di personale Ata da immettere in ruolo.
In vista dell’imminente apertura del nuovo anno scolastico, c’è una comprensibile attesa per conoscere il numero di docenti e di personale Ata da immettere in ruolo. Nei mesi scorsi da parte dello stesso ministro erano state annunciate quantità contenute di quote possibili di nomine, nonostante vi sia una disponibilità notevole di posti vacanti. Secondo i calcoli della Cgil-scuola, a trasferimenti conclusi e tenendo conto dei pensionamenti certi, attualmente sono vacanti 27.668 posti comuni di docenti (2.232 nell’infanzia, 4.881 nella primaria, 12.206 nella I grado e 8.349 nelle superiori) e 3.226 di sostegno. Vi sono anche 8.180 esuberi che, tuttavia, soltanto parzialmente saranno riassorbiti. Come minimo vi sono, quindi, circa 23 mila posti vacanti. Quanti di quei 23 mila saranno disponibili per le immissioni in ruolo? Tutto dipende dall’autorizzazione del ministero del tesoro a cui da tempo il ministero dell’istruzione ha presentato richiesta. In attesa della risposta, data ormai per imminente, la Direzione Generale del personale del Miur ha pensato bene di scaldare i motori, emanando la nota prot. 5838 del 15 luglio… La nota invita i potenziali nominandi (quanti? 10 mila? 20 mila?) a “dotarsi di casella di posta elettronica certificata. Al riguardo si precisa che può essere utilizzata la casella di postacertificat@gratuita e finalizzata al colloquio fra cittadini e Pubblica Amministrazione”… Gli interessati dovranno “comunicare il nome della casella di posta elettronica certificata attraverso il sito delle istanze on line, al link http://archivio.pubblica.istruzione.it/istanzeonline/, accedendo con utenza e password (si ricorda che occorre essere regolarmente registrati) e utilizzando l’apposita funzione disponibile al percorso: “Gestione UtenzaàGestione Indirizzo di Posta Certificata. Si ricorda che, dopo avere inserito il proprio indirizzo PEC e nel caso in cui esso non sia del tipo postacertificat@, tale casella va validata utilizzando la funzione “Gestione Utenza Validazione Indirizzo di Posta Certificata” secondo le istruzioni ricevute con apposita comunicazione nella casella PEC indicata. Solo dopo tale operazione l’indirizzo PEC può essere correttamente utilizzato dalle applicazioni di convocazione. Tale operazione dovrà essere necessariamente effettuata entro il 20 agosto. Dal giorno successivo, infatti, sarà possibile per gli uffici competenti iniziare ad inviare le e-mail di convocazione agli utenti”.

Gazzetta di Modena – 2 agosto 2012
“Scuola, beffa per i precari: Niente soldi per le ferie”
░ I giorni maturati ma non goduti erano remunerati con uno stipendio Ma il governo cancella la norma con un provvedimento addirittura retroattivo
Ferie amarissime per gli insegnanti precari della scuola pubblica. Con un colpo di mano che sta facendo inferocire gli interessati (sono migliaia solo nella nostra provincia) il governo ha emanato una norma retroattiva con la quale ha eliminato il diritto alla corresponsione del compenso sostitutivo delle ferie maturate e non godute. La senatrice modenese Pd Mariangela Bastico definisce «assurdo l'atteggiamento negativo del governo e dei relatori, che lede un diritto costituzionalmente garantito«. In effetti, il diritto alle ferie è previsto dalla Costituzione per tutti i lavoratori e la situazione degli insegnanti, che non possono goderle durante l'anno scolastico per espresso divieto istituito per evitare problemi alle lezioni, si complica per coloro che hanno un contratto temporaneo o fino al 30 giugno di ogni anno. Per loro è previsto espressamente - non solo dalla legge ma anche dall'art. 7 della direttiva UE n. 2003/88 - il diritto a un assegno che remunera le ferie maturate durante l'anno ma che non possono essere godute sia per il citato divieto sia perché licenziati a partire dal 1 luglio, norma che la Corte di Giustizia Europea ha già interpretato come principio che non consente pratiche nazionali che limitino il diritto al compenso sostitutivo delle ferie non godute. Gli insegnanti di ruolo e quelli che hanno il contratto annuale fino al 31 agosto invece ne usufruiscono durante l'estate. Peraltro varie norme e sentenze sanciscono il divieto per il datore di lavoro scolastico di imporre al docente di godere le ferie in periodi non graditi, come Natale e Pasqua, come pure in passato alcuni presidi modenesi avevano tentato in danno dei precari ai quali si tentava di sottrarre il compenso per esigenze di risparmio. Si tratta di un compenso che coincide con uno stipendio, e che la Corte di Cassazione ha stabilito sia esentasse e che rappresenta uno strumento di sostentamento per centinaia di migliaia di lavoratori che restano senza stipendio nel periodo estivo per essere riassunti il primo settembre. Ora arriva la doccia fredda. In un primo momento sembrava una boutade, poi sembrava fosse una norma almeno non retroattiva e dunque applicabile dal prossimo anno e invece è immediatamente efficace tanto che un provvedimento di Palazzo Chigi ha imposto il congelamento dei compensi. Durante i lavori parlamentari la Bastico ha tentato di eliminare la norma ma oggi comunica che «dopo una lunga discussione è stato respinto l'emendamento che esclude il personale della scuola supplente temporaneo dalla norma che vieta il pagamento delle ferie per tutti i dipendenti pubblici». E si chiede: «Come sarà possibile riconoscere il diritto alle ferie ad un supplente?».

 

 

“Intervento di G.Polizzi sulle classi di concorso-”
░ Una presa di posizione in seno alla Società Filosofica Italiana sulle prospettive che si creano per le classi di concorso a036 e a037, in seguito alla ipotesi di unificazione. Il prof. Polizzi è membro della Commissione didattica della SFI.
Per quanto si possa desumere dalle prime notizie relative all’unificazione delle classi di concorso A036 e A037, comunicate tempestivamente nel sito SFI, mi pare si debba riconoscere l’impegno ministeriale ad avviare a soluzione un vecchio problema salvaguardando i diritti acquisiti e valorizzando le competenze specifiche di insegnamento. Si dovrà percorrere ancora molta strada, perché sarà necessario unificare il percorso dei TFA e avviare una laurea magistrale che consenta l’abilitazione alla nuova classe A-17. Nella fase di transizione possono esserci alcuni problemi nel passaggio da una classe all’altra, ma parrebbe scelta di buon senso far sì che i titolari dell’insegnamento nella A036 siano inseriti di diritto nella nuova classe di concorso, e viceversa. Nei casi dei “perdenti posto”, l’inserimento nella sottoclasse sarà garantito dall’abilitazione nella diversa classe (e sono numerosi i docenti della A036 abilitati nella A037, e viceversa) o dal possesso nel loro curricolo universitario degli insegnamenti indicati dallo schema ministeriale. …. Per i nuovi ruoli il problema va visto diversamente: i TFA attuali sono ancora separati e valgono quindi i curricoli posseduti, ma anche in questo caso si possono pensare accorgimenti per produrre l’unificazione nel percorso abilitante (aggiungere alcuni insegnamenti per coloro che non posseggono le discipline richieste dai rispettivi curricoli). E si spera che i prossimi TFA siano unitari e conducano infine a un’abilitazione unica. … Ritengo che la SFI debba tutelare l’insegnamento della filosofia, in tutte le sue articolazioni, ma proprio per questo non può non riconoscere che nel caso della A037 tale insegnamento è strettamente connesso con quello della storia, e che ciò ha un valore sia pedagogico che didattico. Il guaio più grave delle riconversioni disciplinari dei primi anni Novanta fu proprio quello di aprire l’insegnamento nella A037 a docenti che possedevano scarsissime o punte competenze filosofiche e nessuna formazione storica….

La tecnica della scuola.it – 19 luglio 2012
“Tagli pure a Usp e Usr, i dipendenti in stato di agitazione. A rischio l’avvio del del nuovo anno ?”
░ Dopo anni di mancato turn over, arriva lo spauracchio dell’attuazione del titolo V della Costituzione: gli uffici periferici diventerebbero di troppo. Mettendo a repentaglio il destino professionale di migliaia di impiegati e dirigenti. Che ora fanno ostruzionismo rallentando le operazioni (di Alessandro Giuliani).
Le riduzioni di personale e il dimensionamento non risparmiano nemmeno gli Uffici scolastici periferici: da alcuni anni la quantità di impiegati e dirigenti incaricati di condurre quelli che per una vita si sono chiamati “Provveditorati agli studi”, ma anche gli Uffici scolastici regionali, si è infatti drasticamente ridotta. Il problema, quasi sempre, è derivato dal mancato turn over: per anni coloro che sono andati in pensione non sono stati infatti rimpiazzati con personale nuovo. Il Governo Monti starebbe però ora provvedendo a realizzare un progetto ancora più radicale: in vista dell’attuazione del titolo V della Costituzione, con le regioni e le provincie autonome sta definendo un accordo in base al quale entro un anno (anche meno, il 30 giugno 2013) si procederà al trasferimento alle Regioni di tutto ciò che riguarda l'istruzione. Con la conseguenza di mettere a repentaglio il mantenimento degli uffici scolastici periferici. I quali se dovessero venire meno, aggraverebbero ulteriormente la posizione dei dipendenti di Usp e Usr. In tal caso migliaia di questi lavoratori si ritroverebbero minacciati dalla mobilità forzata, che potrebbe trasformarsi in intercompartimentale (se non in cassa integrazione e licenziamento) laddove non vi fossero altri sedi ministeriali o scolastiche in grado di accoglierli. La situazione ha raggiunto un livello tale di disagio che i sindacati sono stati costretti a proclamare prima lo stato di agitazione (ha iniziato Milano, poi altri) e poi a rifiutarsi di svolgere il servizio oltre il loro lavoro ordinario. Rifiutando qualsiasi eventuali richieste da parte dell’amministrazione di fermarsi a svolgere attività di straordinario. Anche per impellenti esigenze di servizio. E poiché ciò avviene nel periodo professionale dell’anno più “caldo”, ciò non potrà che comportare conseguenze per le tante operazioni che questi uffici sarebbero chiamati a svolgere nei prossimi giorni e settimane: questa situazione non potrà non ripercuotersi su piante organiche, operazioni di utilizzazioni e assegnazioni provvisorie, rinnovo e gestione delle graduatorie ad esaurimento ed eventuali operazioni sulle assunzioni del personale precario. Oltre che nell’applicazione della spending review: quindi per la gestione, tanto per fare un esempio, dei soprannumerari e degli inidonei. Ciò comporterà, se non verrà trovata una soluzione, degli inevitabili slittamenti sulle date previste dal Miur in vista del regolare avvio del prossimo anno scolastico.

l’Unità – 20 luglio 2012
“Dalla spending review nuovi tagli alla scuola”
░ Francesca Puglisi - responsabile scuola PD – sottolinea che il governo non sta mantenendo le promesse fatte: il ministro Giarda aveva dichiarato che la Scuola era stato il comparto che ha dato di più per il risanamento nell’ultimo triennio e, quindi, il Governo non vi avrebbe messo mano.
Nel provvedimento in discussione al Senato, troviamo una nuova sottrazione di 15.000 contratti a termine ai danni dei precari della scuola e soprattutto l’inedita affermazione di un principio assai grave che non può passare inosservato. I 10.000 insegnanti di ruolo che hanno perso il posto a causa dei tagli del duo Tremonti Gemini, potranno andare ad insegnare qualsiasi materia in qualsiasi ordine di scuola, purché abbiano un titolo di studio valido, a prescindere dalla classe di concorso per cui sono abilitati. …. Il risultato sarà che il docente precario, in possesso della corretta specializzazione, perderà il lavoro, e al suo posto ci sarà un insegnante che di quella materia potrebbe non saperne molto. È come affermare che d’ora in poi medici ortopedici potranno operare al cuore, tanto sono laureati in medicina! Perché nella scuola pubblica italiana, tutto è permesso? Perché la si ritiene un posto così residuale da poter commettere uno scempio come questo? Quale «riconoscimento del merito» intende promuovere un Ministro con un provvedimento simile? E soprattutto come si farà a non arrossire di vergogna quando invocheremo la necessità di alzare la qualità della scuola e i livelli di apprendimento degli studenti, per renderli almeno raffrontabili al resto d’Europa? … Non c’è professione più bistrattata di quella dell'insegnante. Perché? Non è forse nella scarsa considerazione di cui gode la scuola pubblica -a cui la Costituzione, considerandola la più alta istituzione democratica del Paese, affida il «compito» di tradurre in realtà l’art. 3, che ci rende liberi, uguali e capaci di prender parte alla vita politica, economica e sociale non è lì, la plastica rappresentazione dell’orlo del baratro in cui rischia di sprofondare l’Italia intera? … Noi proponiamo che quelle risorse professionali in esubero dopo i tagli del Governo della destra, siano utilizzate per rendere effettivo l'organico funzionale delle scuole, previsto dal «decreto semplificazioni»…. Un altro comma della spending review interviene sui 3.565 insegnanti inidonei per malattia. Spesso si tratta di persone con sofferenze psichiatriche o che seguono trattamenti chemioterapici e che oggi continuano a dare il proprio contributo di lavoro tenendo vive le biblioteche scolastiche. Per loro la spending review prevede il collocamento nelle segreterie scolastiche e il cosiddetto «risparmio» per lo Stato consisterà nella cancellazione dei contratti degli Ata precari… Solo investendo nella scuola, potremo assicurare a noi e ai nostri figli, la speranza di un futuro migliore.

www.repubblica.it – 22 luglio 2012
“Il posto fisso è un miraggio. Bankitalia: "Buste paga al palo"
░ Secondo la relazione annuale di Palazzo Koch, le retribuzioni medie reali nette, dal 2000 al 2010, sono aumentate solo di 29 euro, passando da 1.410 a 1.439 euro (+2%). La riduzione in termini reali, negli ultimi quattro anni, è stata di 50 euro (-3,3%). Addio al posto fisso.
In Italia il posto fisso è sempre più un miraggio, ormai meno di due assunzioni su dieci sono a tempo indeterminato. E' quanto emerge dall'Indagine Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro sul terzo trimestre del 2012. Nel periodo luglio-settembre le assunzioni stabili previste sono appena il 19,8% su un totale di quasi 159 mila. Le cattive notizie poi non finiscono qui. Secondo la relazione annuale di Bankitalia, le busta paga dei dipendenti sono al palo. Le retribuzioni medie reali nette, dal 2000 al 2010, sono infatti aumentate solo di 29 euro, passando da 1.410 a 1.439 euro (+2%). Risultati su cui pesano, ovviamente, la crisi economica e gli interventi che hanno toccato in particolare gli statali. Dipendenti pubblici che per il momento, tuttavia, sembrano aver evitato il pericolo di un taglio delle tredicesime. Dai dati emerge inoltre che il gap tra centro-nord e sud-isole non arresta la sua corsa: l'incremento è stato del 2,5% contro lo 0,7%. In termini reali al centro-nord si è passati da 1.466 euro del 2000 a 1.503 euro del 2010, con un aumento di 64 euro; mentre nel mezzogiorno le retribuzioni passano da 1.267 euro a 1.276 euro, con una crescita di soli 9 euro. Rispetto alla media nazionale le retribuzioni si attestano a un +4% per i lavoratori del centro-nord e -10,1% per quelli di sud e isole, mentre 10 anni dopo di arriva a +4,4% e -11,3%....

TuttoscuolaNews n.547 – 23 luglio 2012
“Ugolini: Rapporto Invalsi importante perché permette di conoscere se stessi”
░ Le dichiarazioni del sottosegretario all'Istruzione Elena Ugolini a commento del Rapporto Invalsi 2012.
Il Rapporto – ha spiegato il sottosegretario - nasce dalle competenze e dal grande ingegno dei tecnici dell'Istituto, ma anche dal lavoro di migliaia di docenti e di tutte le persone coinvolte nella realizzazione dei test. Senza di loro non avremmo avuto in tempi così brevi dei risultati che danno un quadro affidabile sulla situazione della scuola italiana, affidabile grazie alla garanzia degli osservatori che hanno vigilato in occasione dello svolgimento dei test…. Circa le attività future dell’Invalsi invece ha parlato il commissario straordinario dell’Istituto, Paolo Sestito. L’Invalsi, ha detto, è al lavoro per introdurre una rilevazione dell'apprendimento degli studenti anche nel quinto anno delle superiori, già a partire da giugno 2013. "Se poi il test sarà inserito nella prova di maturità – ha aggiunto Sestito- non spetta a noi deciderlo, ma penso che si debba procedere con cautela…”.

La tecnica della scuola – 23 luglio 2012
“"Perle di saggezza" nella CM sugli organici”
░ Si va dagli improbabili risparmi per le classi di primaria a 24 ore, fino all'obbligo per le scuole (anche quelle oggetto di dimensionamento) di individuare fin da ora il collaboratore del dirigente scolastico.
La recente circolare sulla definizione degli organici di fatto contiene alcune piccole “perle di saggezza” che segnaliamo ai nostri lettori. Ecco le più interessanti. La CM, riferendosi a quanto previsto dall’articolo 64 della legge 133/08, segnala ai direttore regionali e agli assessori regionali che “il mancato raggiungimento degli obiettivi ha già comportato e comporterà ancora una corrispondente riduzione della quota dei risparmi conseguenti alla riduzione dei posti e destinata ad incrementare le risorse contrattuali stanziate per le iniziative dirette alla valorizzazione ed allo sviluppo professionale della carriera del personale della Scuola“. C’è da chiedersi se viale Trastevere siano al corrente che la contrattazione nazionale è ferma da anni e che misure concrete per lo sviluppo professionale del personale della scuola non si sono viste né se vedono all’orizzonte. E che dire della affermazione secondo cui “una attenta gestione degli spezzoni orari inferiori a sei ore potrà, sicuramente contribuire al raggiungimento dell’obiettivo del contenimento della spese di cui all’art. 64 della legge 133 del 2008” ? Il Miur intende riferirsi al fatto che accorpando spezzoni di modesta entità si creano di fatto ulteriori cattedre destinate ai precari; lasciando gli spezzoni alle scuole i dirigenti devono invece coprire le ore aumentando l’orario dei docenti già in servizio. In realtà la spesa finale è assolutamente identica…. Per non parlare infine, delle “economie derivanti dalla scelta da parte delle famiglie del modello orario di 24 ore settimanali” nella scuola primaria. Ma, a viale Trastevere, conoscono i report dei servizi statistici del Miur stesso secondo cui le classi a 24 ore rappresentano a livello nazionale lo 0,1% del totale (come dire che in tutta Italia sono complessivamente meno di un centinaio) ?

www.lastampa.it – 24 luglio 2012
Province, tagli per 500 milioni “Così le scuole resteranno chiuse”
░ Per l’UPI la “sforbiciata” va rivista: i calcoli sono sbagliati.
Con i tagli che il governo ha previsto nella spending review non siamo nelle condizioni di poter assicurare l’apertura dell’anno scolastico». Così parla Giuseppe Castiglione, presidente dell’Up… L’Upi presenterà una serie di emendamenti - nove per l’esattezza agli articoli 16, 17 e 18 della spending review . Il senso è chiaro: non siamo qui per contestare gli accorpamenti che ribadisce Castiglione - siamo stati noi i primi a volere, ma il taglio delle spese: «Le Province subiranno, un taglio di 500 milioni di euro per il 2012 e di un miliardo di euro per il 2013 perché il Governo considera come consumi intermedi un totale di 3,7 miliardi di euro. In realtà questa cifra include voci di bilancio delle Province che non sono consumi aggredibili, bensì servizi» e questo provvedimento, se non venisse rivisto «porterà le Province al dissesto».
In sostanza il taglio andrebbe ridotto a un terzo di quello preventivato, altrimenti verrebbero a mancare servizi come la manutenzione delle strade, il trasporto pubblico locale, la formazione professionale e - soprattutto la sicurezza delle scuole, proprio alla vigilia dell’apertura dell’anno scolastico….

La tecnica della scuola – 25 luglio 2012
“Silenzi, sorrisetti e allusioni sull’abitudine del copiare”
░ Un sentimento raro, questo che Reginaldo Palermo sottoscrive recensendo il libro “Ragazzi, si copia” (il Mulino, 1911): l’educazione scolastica non è compatibile con la “furbizia” degli alunni che copiano durante le prove di verifica. Parole che vorremmo leggere più spesso.
“Ragazzi, si copia. A lezione di imbroglio nelle scuole italiane” è il titolo di un volume che raccoglie i risultati di un’ampia indagine condotta fra studenti e insegnanti di numerose scuole italiane da una équipe di ricercatori coordinata da Marcello Dei, docente di sociologia presso l’università di Urbino. Gli abbiamo rivolto alcune domande …
D. In tutto il volume lei insiste molto sugli aspetti “etici” del copiare. Ma con quali strumenti concreti la scuola può oggi richiamare gli studenti al “senso del dovere”? R. Nell’ambito del discorso pubblico come nel privato l’argomento copiare a scuola è coperto da una coltre di sottintesi, silenzi, sorrisetti, allusioni. … La scuola dovrebbe prima stabilire e proclamare qual è il dovere in questione, l’obbligo morale e giuridico di correttezza e di onestà da rispettare nelle prove di valutazione, e magari dovrebbe spiegarne agli studenti la ragion d’essere. Ciò non accade invece a nessun livello….
D. Più in generale lei pensa che per contrastare il fenomeno gli studenti debbano essere puniti con severità o piuttosto persuasi a non copiare? R. … Oggi nella scuola l’uso delle punizioni è improbabile considerando i rapporti di forza esistenti tra studenti e genitori da un lato e insegnanti e dirigenti dall’altra…. Sia l’impiego sia il rifiuto di adottare la severità in classe presuppongono entrambi che la regola sia esplicitata, introiettata dagli alunni e ragionata e discussa con loro…
D. La vostra ricerca dimostra che - in linea generale – il fenomeno del copiare è trasversale e distribuito uniformemente o quasi su tutto il territorio nazionale. R. Le tendenze culturali in cui si iscrive il fenomeno del copiare a scuola sono comuni a tutti i Paesi che condividono le condizioni economiche di base di un capitalismo finanziario, burocratizzato e del consumo di massa. … La furbizia, la rete parentale e clientelare, le raccomandazioni e la propensione all’accomodamento sono un retaggio nazionale comune, pur se diversamente dosato nelle diverse aree della Penisola. D. Lei non pensa che un adolescente che copia possa farlo anche per motivi psicologici e cioè, per esempio, per insicurezza o comunque per il timore di “non farcela”? R. Alle ragioni di tal genere potremmo aggiungerne a buon diritto delle altre anche più drammatiche, come ad esempio i c.d. blocchi psicologici, le fobie e le crisi di panico. Se talora accade che copiare il compito o la prova d’esame sia la risposta a un sintomo di disagio e di difficoltà psicologiche, non è certo lasciando copiare l’alunno che si cura la sindrome … Spetta agli educatori, a scuola e a casa, diagnosticare lo stato delle cose e predisporre interventi diretti a risolvere il problema dell’alunno. C’è da aggiungere tuttavia che il fenomeno del copiare si accentua quando il sistema scolastico trabocca di prove, quando la valutazione diventa ossessiva a scapito delle finalità educative della scuola e le stesse mete di tenore cognitivo si contraggono e si impoveriscono per concentrarsi sul “sapere dei test”.

l’Unità – 25 luglio 2012
“Abilitazione per laureati, il disastro dei nuovi test”
░ Il quotidiano riporta un commento di Gino Luzzato, Università di Genova
Dal 2007 i laureati italiani non hanno avuto la possibilità di abilitarsi all’insegnamento nelle scuole secondarie; la scuola universitaria a ciò deputata, la Ssis, è stata infatti soppressa non con la contestuale creazione di un corso diverso, ma in attesa di una futura istituzione di esso. Tale irresponsabile decisione è nella lunga lista delle colpe della ministra Gelmini, avallata da quegli accademici che non accettavano una struttura interdisciplinare finalizzata a costruire la professionalità dell’insegnante in termini complessivi anziché come mero conoscitore di una materia. L’attesa è durata cinque anni, e solo ora si riparte con un corso annuale, a numero chiuso, di Tirocinio Formativo Attivo (Tfa). Alcuni quesiti erano sbagliati (più di una risposta corretta, oppure nessuna); quasi tutti erano squallidamente nozionistici. Ciò che è disastroso è che non si è trattato di un primo ragionevole filtro tra i concorrenti, bensì di una selezione del tutto irrazionale. L’elaborazione dei dati, svolta per le prime 5 classi da Francesco Coniglione sul sito www.roars.it, mostra quanto segue. La percentuale di candidati sufficienti ha come estremi l’81% (lingua araba) e il 3,5% (filosofia e pedagogia), mentre per le altre 3 classi varia tra il 25% e il 36%. Poiché non è credibile che vi siano tali enormi differenze nella qualità della preparazione fornita ai laureati delle diverse discipline, e neppure che meriti la sufficienza solo un quarto dei laureati in matematica (corso considerato severo), e solo uno su 29 in filosofia, ciò dimostra che non si è stati capaci di tarare correttamente l’insieme dei quesiti (erano disponibili 3 minuti per quesito). Si verifica poi che nel caso della filosofia solo una Università potrebbe coprire tutti i posti disponibili, mentre per le altre classi, pur essendoci in totale un numero di idonei superiore ai posti, si avrebbero molti posti scoperti in alcune sedi, un numero ancor maggiore di idonei esclusi in altre. Occorre che, anche in sede politica, si rifletta sulla situazione qui descritta e si propongano, per il futuro, adeguati correttivi. Proprio perché vogliamo docenti qualificati dobbiamo pretendere che i meccanismi di selezione siano credibili; altrimenti di dà spazio a chi vuole le chiamate dirette degli amici da parte delle scuole, o simili. In via immediata, è comunque indispensabile che il Miur adotti una norma che consenta agli idonei, in eccesso presso una sede, di optare per una ove vi è la disponibilità di posti scoperti.

CORRIERE DELLA SERA – 25 luglio 2012
“I test impossibili per aspiranti prof”
░ Per i ventimila posti disponibili si sono presentati in 176 mila; solo il 3% passa quelli di filosofia. Il ministero ammette «criticità».
«A036». È una classe di concorso per il tirocinio di abilitazione all'insegnamento. È un brutto guaio che ora impegna il ministero dell'Istruzione. È un incubo per chi quell'esame lo aspettava da anni…
È un caso il quiz per prof di filosofia. Lo hanno affrontato il 9 luglio quattromila laureati in più atenei, ma lo hanno passato in 141. In otto università, da Milano a Trento, nessuno ha superato la prova di ammissione al tirocinio Tfa. «Domande assurde, ingannevoli, anche sbagliate», dicono i candidati che in Rete documentano gli strafalcioni e sono pronti ai ricorsi. E ad ammettere che qualcosa non è andato per il verso giusto è anche il ministero che parla di «dati non fisiologici» a proposito delle bocciature record. E annuncia che «giovedì si riunirà un gruppo di lavoro per valutare le criticità». Intanto in Rete fioccano le segnalazioni, e gli svarioni non sono soltanto nel quiz di filosofia. Gli esaminatori sbagliano domande in arabo, ma anche il titolo di un'opera di Dino Buzzati, scivolano sulla grammatica francese e fra tanti filosofi vanno a scovare Amafinio….


CORRIERE DELLA SERA – 25 luglio 2012
“Ecco perché ci rinuncio L'Italia non è più un Paese per insegnanti”
░ di Silvia Avallone. E non sapremmo che cosa aggiungere.
In quarta elementare, quando le maestre proposero alla classe d'interpretare l'ennesima fiaba di Andersen per la recita di fine anno, un gruppetto di scolarette dissidenti di cui facevo orgogliosamente parte alzò la mano in segno di protesta. Era il 1993. Le nostre insegnanti sgranarono gli occhi. Noi, con l'impertinenza tipica dei nove anni, ribattemmo che no, non volevamo saperne di principi e principesse. «Benissimo» risposero loro «organizzatevela voi, la recita "alternativa"». Credo sia stata la prima sfida della mia vita, il primo vero insegnamento che ho ricevuto (consapevolmente). Nelle ore in cui gli altri bambini provavano le battute ufficiali, noi scrivevamo il testo del nostro spettacolo underground. Optammo per la satira e, senza esitazioni, decidemmo di prendere di mira loro: le autorità, quelle che volevano darci — letteralmente — una «bella lezione». Tre imitazioni caricaturali (che, ripensandoci oggi, erano un dolcissimo e struggente riconoscimento della loro autorevolezza) provate e riprovate a casa e durante la ricreazione. Il risultato, alla fine, fu un successo e le prime a chiedere il bis furono proprio loro: i nostri (amatissimi) bersagli. Il mestiere d'insegnare, come si fa a farlo stare dentro una definizione? Perché la prima cosa che fa, un insegnante, è imprimere una direzione, una matrice, alla tua vita. Nel '93 le nostre maestre ci hanno dato fiducia, ci hanno rese responsabili. Hanno accettato di essere messe in discussione per dare a noi l'opportunità di crescere. Naturale, dopo un'esperienza così, sognare un giorno di eguagliarle. Il punto non è tanto la materia che insegni. Non è il complemento oggetto, ma il verbo. Diventare il segugio che scova in ciascun ragazzino quel talento potenziale, a volte inaspettato, che è nascosto in tutti. La guida che porta i suoi studenti a immaginare quante possibilità abbiano in futuro. La scuola è stata questo per me: imparare sul campo il significato e il perimetro della parola libertà. Ci tengo a cominciare così, con passione, perché è la passione che ti muove verso un mestiere del genere. Ciascuno di noi ha una madre, uno zio, una nonna che ha cresciuto intere generazioni e a cui magari, a distanza di anni, gli ex allievi telefonano ancora. La bambina riconoscente che sono stata premeva per raccogliere il testimone, per contribuire a migliorare la società nel modo più incisivo: in mezzo a una fila di banchi disposti a ferro di cavallo. A questo io ho rinunciato. Ho visto la scuola pubblica smantellata pezzo per pezzo, la ricerca agonizzare, l'università annichilirsi anno dopo anno. E, in parallelo, questo Paese perdere grinta, ambizione, ridursi a una cartolina del passato, in cui la cultura viene messa da parte in favore di non si sa bene quale scorciatoia, quale vicolo cieco. Ho cominciato a registrare la frequenza di certe massime come: «La laurea non serve a niente». A una scuola pubblica peggiore può corrispondere solo un Paese peggiore. Di insegnanti come quelli che ho avuto — fiduciosi, realizzati — in giro ormai ne vedo ben pochi. Un giorno sì e uno no incontro un ragazzo della mia età che scuote la testa avvilito e ripete sempre la stessa frase: «Sono in graduatoria, sto aspettando». Incontro anche cinquantenni che stanno aspettando. Conosco pressoché solo supplenti. La parola «graduatoria a esaurimento» ricorre con lo stesso alone sinistro del castello di Kafka. Ci sei, sei lì, proprio a un tiro di schioppo, eppure non ci sei mai. Non c'è verso di raggiungere quello che oggi, nel nostro Paese, è diventato uno dei mestieri più ardui. Non basta la laurea. Non bastava neppure la famigerata Ssis, scuola di specializzazione per l'insegnamento secondario, che hanno allestito e dismesso nel giro di un decennio. Ostaggi del tempo e dei punti, dei master online a pagamento che devi collezionare per scalare una o due posizioni. Sfruttati, ricattati, in balia di un ingranaggio perverso che ti richiede esami su esami, tasse su tasse, precarietà su precarietà. Ho chiesto a un'amica (trentacinque anni, un dottorato, due figli) quando prevedeva, all'incirca, di entrare di ruolo. Mi ha risposto voltando gli occhi al cielo: «Mai». Per il 2011/2012 hanno istituito un nuovo ponte per il castello kafkiano: il Tfa, tirocinio formativo attivo, che impegna per un anno a pieno ritmo e costa la bellezza di 2.500 euro. Dopodiché: chi lo sa? Chi ha la forza di non lasciarsi scoraggiare dalle montagne di burocrazia, dai tempi biblici, dall'incertezza che ottiene in cambio, lungo la strada ha lasciato un vagone d'entusiasmo a disperdersi nel niente. Quattro supplenze l'anno in tre scuole diverse. Che senso ha? Non fai neppure in tempo a conoscerli, i tuoi studenti. Non ci sarà nessun percorso insieme, nessuna crescita. Ho visto troppi aspiranti professori con i volti segnati dalla disillusione mollare tutto all'ultimo momento perché «così, a questo prezzo, non ne vale la pena». Non sei nessuno. Non hai più nemmeno un centesimo di quell'autorevolezza che avevano i tuoi insegnanti dieci, vent'anni fa. Sei in graduatoria, sei un supplente. Uno che supplisce a un vuoto pazzesco. C'è la dignità di mezzo. C'è un senso di frustrazione che ti attanaglia ogni mattina, ed è quello che ti leggono in faccia gli studenti le saltuarie volte in cui puoi varcare la soglia della classe. Dovresti trasmettere loro energia, fiducia, curiosità, e tu sei il primo a non averne (più). Se conosco anche storie a lieto fine? Certo, ma sono eccezioni. Il 4 giugno scorso, il giorno in cui scadeva il bando d'iscrizione all'esame per il Tfa, i miei amici e io, tutti aspiranti professori ai tempi del liceo, ci siamo ritrovati intorno a un tavolo e ci siamo guardati in faccia. Tu ti sei iscritto? Io no, e tu? Neppure io. Troppo tardi, troppe poche certezze per un azzardo simile. Follia pura, pensare di raggiungere una cattedra. E dire che mia madre, a soli vent'anni, dopo aver vinto il concorso di Stato era già di ruolo. Cos'è successo nel giro di un paio di generazioni alla scuola pubblica? Non basta una vita per insegnare, non bastano quarant'anni di servizio per arrivare a saperlo fare davvero (me lo ripeteva sempre il mio prof d'italiano). E con un tempo determinato che non va dal lunedì al sabato, che ci fai? Come puoi dire ai tuoi studenti che il futuro si costruisce qui? Che i sacrifici ripagano sempre, se non riesci più a risultare persuasivo? Continuo a credere che la scuola sia la sola opportunità uguale per tutti di diventare cittadini liberi e intraprendenti. Ma lo è solo a patto che lo siano anche gli insegnanti: liberi di diventarlo. Anziché arrivare come me, a portarsi dietro un rimpianto. Quello di non poter essere io la maestra che, di fronte a uno stuolo sfrontato di ragazzine, dice: «Va bene, inventate la vostra recita alternativa, provate a camminare con le vostre gambe. Io sono qui per questo».

CORRIERE DELLA SERA – 26 luglio 2012
“Ecco perché non voglio rinunciare a fare il prof”
░ Al precedente artico replica Paolo Di Paolo, giovane scrittore romano.
I test di ammissione al Tirocinio formativo attivo — la nuova trafila prevista per l'abilitazione all'insegnamento — hanno chiamato a raccolta migliaia di laureati. Laureati freschi, laureati da un po', dottori di ricerca: un vero esercito di giovani in cerca di un porto sicuro dietro una cattedra scolastica. Un sogno? Forse in passato. L'aria con cui molti hanno affrontato i Tfa era piuttosto da ultima spiaggia. Ieri mattina, alla prova per l'insegnamento delle materie letterarie nelle scuole medie e superiori, ho incrociato facce di compagni d'università persi di vista — ed erano un po' più rassegnate, un po' più stanche. Ma sì, proviamo anche questa: «I miei mi hanno detto di tentare, sono più in ansia di me». Ho rivisto dottorandi che parevano lanciatissimi sulla via accademica, musicisti di sicuro talento (nel frattempo, forse, usciti dal gruppo), fumettisti bohémien, e naturalmente parecchi aspiranti scrittori. Ma anche istruttori di nuoto, commessi a tempo, malinconici supplenti di scuole private. Alla domanda su chi ha scritto Oceano Mare avranno risposto bene? I commissari un po' stizzosi, leggendo le istruzioni a inizio prova, pareva che dicessero: avete scelto la strada creativa, avete passato i pomeriggi a parlare di David Lynch da studentelli del Dams? Bravi, ben vi sta. Adesso mettete da parte i vostri astratti furori e diteci: quali sono i confini dello Zambia? La capitale dell'Uganda? Sembrano le domande di Zincone a fine intervista. Caro vecchio nozionismo difeso da padri e nonni! Una volta sì che si studiavano la storia e la geografia! E adesso eccoci qua, a spremere le meningi su questo campo minato di risposte multiple, dove chi vince non guadagna ma paga. 2.500 euro per un anno di tirocinio. Ah, e la marca da bollo da 14,62 euro! Per non contare la quota di iscrizione di 120 euro e l'eventuale spesa per i subdoli libroni di preparazione, tra i 30 e i 78 euro. C'è un istante — quando, con lo sguardo perso nel vuoto, cerchi di ricordare l'anno della morte di Caio Gracco — in cui quella domanda arriva. Non fa parte dei test, ma è più insidiosa. È quella che Silvia Avallone ha schivato (Corriere di ieri): «Che ci faccio qui?». Ti sembra di esserti costretto a un angosciante viaggio dentro la tua stessa ignoranza. Fai il conto degli anni di studio — quasi venti — e ti viene il dubbio di aver sbagliato qualcosa. Possibile che attribuisci a Cecco Angiolieri un verso di Petrarca? Il primo, o l'unico vero sconfitto della battaglia di Teutoburgo ti ritrovi a essere tu. Non so se per essere in futuro un buon professore (meglio: per essere formato a fare il professore) debba essere questo il criterio di selezione. Non dubito che sia difficile trovarne uno indiscutibile. Speravo però che una laurea quinquennale fatta bene potesse quasi bastare. Perché poi si tratta di entrare in classe, guardare negli occhi venticinque adolescenti lontani da te come altri pianeti, e aprire bocca. Di solito, la data del concordato di Worms non è la cosa più urgente. E comunque, dai libri non la toglie nessuno. Ho provato i test per il Tfa per almeno due ragioni. Una ha a che fare con l'ansia, una personale e diffusissima ansia di concretezza, sempre più stringente a quest'età e dentro queste annate burrascose. L'altra è una ragione più fragile ma è anche l'unica da opporre a quella frustrazione e a quel disincanto di cui parlava ieri Avallone. La ragione che ti porta a sperare, o addirittura a credere, che la cosa giusta sarebbe provarci. C'è la crisi? Ci sono le aule che cadono a pezzi? Ci sono i ministri che parlano dei professori come numeretti da macelleria? Non importa. Vorrei provarci. A entrare in classe, una mattina. Senza pensare che sarò più bravo. Senza pensare che mi basterà uno schiocco di dita per fare amare qualcosa a un gruppo di diciottenni in piena ormonale. Ma pensando che sarò bravo almeno quanto chi è riuscito a infilarmi in testa cinque o sei risposte buone per il test di ieri mattina. Come quei professori strepitosi e pieni di difetti, stanchi e appassionati, pignoli; come tutti quelli che incontro girando nelle scuole a parlare dei miei libri. Quelli che mi dicono: non ce la faccio più, sono distrutto, è una guerra, quando arriva la pensione? In realtà vorrebbero che non arrivasse mai. E infatti sbuffano ma si alzano tutte le mattine, arrivano nella loro adorata e cadente scuola, pensano che avrebbero potuto fare un altro mestiere. Più redditizio, più comodo. Ma non sarebbe stato questo mestiere snervante e bellissimo che, solo, può dare la sensazione — la certezza — di aver lasciato, da qualche parte, qualcosa. Nella testa di chi ha preparato i quiz di ieri e di sempre, nella mia che ha provato a risolverli, in quella di chiunque abbia messo piede in una scuola.

www.lastampa.it – 26 luglio 2012
“La carica degli aspiranti precari”
░ Il Tfa è il primo passo per avere un giorno, chissà quando e come, una cattedra. Lo provano in 130 mila.
Cercate di entrare per la porta stretta» dice il Vangelo di Matteo (7,13), e uno pensa a quella del Paradiso. Ma c’è una porta ancora più stretta, ed è quella della scuola, eppure sono in tanti a bussare, pur sapendo che quella porta - a differenza di quella del Paradiso, si spera forse non si aprirà mai. 130 mila italiani, in grande maggioranza non più giovanissimi, quasi sempre delusi e qualche volta anche depressi, stanno rimettendo piede in questi giorni nelle università perché, dopo aver tentato una o più strade professionali, hanno deciso di percorrere quella più tradizionale per i laureati italiani: l’insegnamento….
I Tfa si tengono quest’anno per la prima volta …. I test sono una novità varata quest’anno con tutti i problemi del caso. E le proteste sono venute a cascata: troppo nozionistici, domande trabocchetto, stranezze, come quella che ha già fatto il giro del web e che si riferiva al test per gli aspiranti docenti di filosofia e chiedeva informazioni su Amafinio. Chi era costui? Molti non lo sapevano e su 4 mila aspiranti i promossi sono stati 141. Davanti alle università stazionano folle di ex ragazzi che solo per fare il test hanno pagato una cifra tra i 100 e i 150 euro a seconda della sede, mentre il tirocinio costa tra i 2100 euro di Bergamo e i 3 mila dell’Aquila, in media 2.500….

 

www.governarelascuola.it – 9 luglio 2012
“La scuola nel decreto legge 95/2012”
░ Pietro Perziani, sul suo settimanale digitale, produce l’analisi testuale del Decreto, rimandando alla successiva valutazione politica.
ARTICOLO 5. L’art. 5 riguarda tutte le pubbliche amministrazioni, come indicato nella rubrica: “Riduzione di spese delle pubbliche amministrazioni”; le disposizioni applicabili alla scuola sono contenute in tre commi. Divieto di monetizzazione delle ferie, dei permessi e dei riposi non goduti-(Comma 8). Le ferie, i riposi ed i permessi spettanti devono obbligatoriamente essere fruiti dagli aventi diritto; in ogni caso, non possono dar luogo alla loro monetizzazione in caso di mancata fruizione. Quanto appena detto “si applica anche in caso di cessazione del rapporto di lavoro per mobilità, dimissioni, risoluzione, pensionamento e raggiungimento del limite di età.” … Divieto di conferire consulenze ai pensionati (Comma 9). Questo comma non riguarda la scuola, riguarda invece l’Amministrazione centrale e periferica. Valutazione organizzativa ed individuale (Comma 11)… Si vuole generalizzare l’applicazione del D.Lgs 150/2009, di cui è richiamato l’art. 18 che stabilisce i principi della valutazione. Come si ricorderà, il D.Lgs 150/2009 prevede che le norme sul merito e la premialità non si applichino al sistema-scuola e al personale docente se non previa adozione di una normativa ad hoc, normativa mai emanata; il DPCM previsto dal D.L. potrebbe essere l’occasione per fare quanto finora non fatto. Abrogazione della norma sulla vice dirigenza. Viene abrogato l’art.17-bis D.Lgs 165/2001, che prevedeva l’istituzione della Vice Dirigenza tramite contrattazione; niente di nuovo, l’articolo non era mai stato applicato….
ARTICOLO 7. L’art. 7 riguarda i Ministeri, come indicato nella rubrica:“Riduzione della spesa della Presidenza del Consiglio dei ministri e dei Ministeri”; i commi che riguardano la scuola sono diversi.
La riduzione di spesa delle Amministrazioni (Comma 12)… La norma parla di “Amministrazione Centrale”, ma per il MIUR il vero problema è l’Amministrazione periferica, legata a doppio mandato al rapporto con le Regioni, gli EE.LL. e le scuole autonome… La dematerializzazione delle procedure amministrative (commi 27-32)… Entro 60 giorni dalla conversione in Legge del Decreto, il MIUR deve predisporre un “Piano per la dematerializzazione delle procedure amministrative in materia di istruzione, università e ricerca e dei rapporti con le comunità dei docenti, del personale, studenti e famiglie”. Inserimento delle scuole nel sistema di tesoreria unica (Comma 36). Le scuole vengono inserite nel sistema di tesoreria unica per enti ed organismi pubblici… Norme di contabilità (Commi 37-41)… dall'insieme delle misure di contabilità dovebbero derivare 30 milioni di risorse aggiuntive per le scuole.
ARTICOLO 14. L’art. 14 riguarda la riduzione della spesa per il personale. Utilizzazioni presso il MAE (Comma 12). Le utilizzazioni presso il MAE di cui all’articolo 626, comma 1 del D.Lgs 297/1994 sono ridotte ad un massimo di 70 unità, mentre quelle di cui all’art. 627, coma 4 sono ridotte ad un massimo di 624 unità. Norme per il personale inidoneo (Comma 13). Il personale docente inidoneo in modo permanete viene passato nei ruoli del personale ATA, come assistente amministrativo o tecnico; mantiene il maggiore trattamento economico “mediante assegno personale riassorbibile con i successivi miglioramenti economici a qualsiasi titolo conseguiti”. Il personale docente temporaneamente inidoneo viene “utilizzato, su posti anche di fatto disponibili di assistente amministrativo o tecnico, prioritariamente nella stessa scuola o comunque nella provincia di appartenenza”. Norme per gli ITP (Comma 14)
Gli ITP appartenenti alle classi di concorso C999 e C555 passano nei “ruoli del personale non docente con la qualifica di assistente amministrativo, tecnico o collaboratore scolastico in base al titolo di studio posseduto”; anche costoro mantengono il maggior trattamento stipendiale a titolo di assegno ad personam riassorbibile. Docenti in esubero (Commi 17-20). Il personale docente in esubero viene utilizzato:
- in posti o classi di concorso per cui si possiede un titolo di studio valido, anche in mancanza dell’abilitazione; - in posti di sostegno, nel caso il docente possegga il titolo di specializzazione o abbia frequentato un corso di formazione; - frazioni di posto disponibili presso gli istituti scolastici, assegnate prioritariamente dai rispettivi dirigenti scolastici; - posti che dovessero rendersi disponibili nel corso dell’anno scolastico; - a copertura delle supplenze brevi e saltuarie. Le ultime tre operazioni sono di competenza dei dirigenti scolastici, sulla base di un piano delle disponibilità e delle utilizzazioni predisposto ed aggiornato dagli USR… Docenti non più vicari (Comma 22). Riportiamo il testo del Decreto, dato l’esercizio di autentico equilibrismo: “Il comma 5 dell’articolo 25 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, si interpreta nel senso che la delega ai docenti di compiti non costituisce affidamento di mansioni superiori o di funzioni vicarie, anche nel caso in cui detti docenti godano dell’esonero o semiesonero ai sensi dell’articolo 459 del decreto legislativo n. 297 del 1994.” Preso atto che le anticipazioni sull’abolizione dell’esonero e la drastica riduzione del semiesonero non sono state attuate, qualcuno dovrà pur stabilire qual è la veste giuridica del docente che sostituisce il dirigente, per assenze fino a due mesi; non si potrà più parlare di “Docente Vicario”, ma certo non si tratta di una semplice collaborazione. Comunque, al solito, il vero obiettivo è la riduzione della spesa: “Il docente delegato può essere retribuito esclusivamente a carico dei fondi disponibili per la remunerazione accessoria presso la specifica istituzione scolastica od educativa ai sensi dell’articolo 88, comma 2, lettera f), del Ccnl relativo al personale scolastico”. Viene legalizzata la prassi extra legem del MIUR, dato che vengono abolite le indennità di funzioni superiori e di direzione a carico della fiscalità generale, sia pure in modo implicito; si dice infatti che questi docenti possono essere retribuiti esclusivamente a carico del FIS, in base a quanto stabilito dal vigente CCNL di comparto. …. Visite fiscali (Comma 27). Il costo delle visite fiscali viene posto a carico del MIUR, per cui “Dal medesimo anno 2012, le istituzioni scolastiche ed educative statali non sono tenute a corrispondere alcuna somma per gli accertamenti medico-legali…”

www.larepubblica.it – 12 luglio 2012
“Cgil: "Oltre 500 mln di tagli alla scuola" Spostamenti forzati degli insegnanti"
░ (di Corrado Zunino). Il sindacato proclama lo sciopero generale e denuncia una sforbiciata alle risorse dell'istruzione: i diecimila professori in esubero saranno obbligati a prendere una cattedra anche se non sono specializzati per quella materia, o smettere di lavorare.
La Cgil scuola chiama allo sciopero generale a settembre, "contro queste politiche devastanti". …. La Cgil ha appena conteggiato "oltre 500 milioni di euro di tagli" sulla scuola, scuola reduce - va ricordato - dai famosi 8 miliardi del duo Tremonti-Gelmini (2008-2011). La questione più importante e contestata del pacchetto spending, sulla quale il Pd ha chiesto una forte revisione in Parlamento, sono i diecimila docenti in esubero perché nelle loro classi di concorso da un paio di stagioni non c'è più posto (la riforma Gelmini ha cambiato alcune materie, ha ridotto le ore per altre). Con il decreto spending i diecimila "prof" saranno immessi nelle classi scolastiche a prescindere dalle loro classi di concorso (in cui hanno preso un'abilitazione, ecco). Diecimila specializzati con contratti annuali, quindi, saranno spinti fuori dall'insegnamento. Alcuni di questi precari hanno accumulato anche dieci anni di anzianità. Per comprendere meglio, insegnanti di Lettere senza abilitazione in latino potranno insegnare il latino, ingegneri senza abilitazione specifica potranno insegnare materie affini, fisica, matematica. Insegnanti abilitati per le scuole medie, ancora, potranno insegnare alle superiori e viceversa. E torneranno a farlo per un anno intero, togliendo il posto ai supplenti precari. Va detto, l'anno scorso questi diecimila erano pagati anche se non esercitavano. Su questo punto - potranno insegnare docenti non qualificati, soprattutto non abilitati - , i dirigenti del ministero dell'Istruzione hanno sempre negato, anche a Repubblica, la fattibilità del passaggio. Con la spending review, ecco fatto. … Poi c'è l'articolo 5 sugli "insegnanti inidonei", che sono quelli colpiti da malattie, in alcuni casi gravi. Sono 3.565 in tutto. Oggi gli "inidonei" continuano a lavorare nell'area della conoscenza, in ruoli per loro possibili. Molti di questi curano le biblioteche scolastiche, per esempio. Bene, il decreto spending li passa ad altro ruolo, a un altro tipo di lavoro. Gli oltre cinquemila bibliotecari diventeranno Ata, ausiliari tecnici amministrativi (seicento avevano accettato volontariamente in precedenza, ora diventa un obbligo per tutti). …. Fa un risparmio di 78 milioni e una probabile condanna all'abbandono delle biblioteche scolastiche. Altri ottocento docenti, oggi, risultano "temporaneamente inidonei" e anche loro diventeranno amministrativi (altri 17,5 milioni di euro per alleggerire i bilanci dell'Economia).

www.neldiritto.it/appgiurisprudenza – luglio 2012
“Facoltà a numero chiuso e prove selettive”
░ Il periodico telematico riporta la ordinanza del Consiglio di Stato Sez. VI, 18 giugno 2012 n.3541; vi leggiamo chiarimenti in materia di prove preselettive, e suggerimenti agli atenei a tutela dei diritti dei candidati. Sarebbe auspicabile che il MIUR – paladino della meritocrazia - abbandonasse vecchie certezze, e avviasse una riflessione globale (estesa anche alla materia G.E. e concorsi) su come fattori casuali e affatto aleatori intervengano sull’esito delle prove preselettive, circostanza gravissima se si pensa quale condizionamento questi passaggi preselettivi costituiscono nella vita delle persone. Si aggiunga, ma questo è un nostro convincimento che nulla ha a che vedere col merito dell’ordinanza, che le prove preselettive strutturate cui sottoporre candidati in possesso di titolo di studio superiore, dovrebbero non essere del tipo a risposte multiple (in quanto, queste, spesso sono formulate in modo da non consentire l’interpretazione univoca, e verificano obiettivi tassonomici di basso livello). Rimandando il lettore alla pubblicazione dell’ordinanza, e riportiamo solamente l’introduzione.
La sesta sezione del Consiglio di Stato… solleva questione di legittimità costituzionale dell’art. 4, comma 1, legge 2 agosto 1999 n. 264, nella parte in cui, all’esito dello svolgimento delle prove preselettive per l’accesso alle facoltà a numero chiuso, non prevede la formazione di una graduatoria unica nazionale in luogo di graduatorie plurime per singoli Atenei, con riferimento agli artt. 3, 34, 97 e 117, co. 1, Cost. In proposito la Sezione osserva che, a fronte di una prova unica nazionale, con 80 quesiti, “l’ammissione al corso di laurea non dipende in definitiva dal merito del candidato, ma da fattori casuali e affatto aleatori legati al numero di posti disponibili presso ciascun Ateneo e dal numero di concorrenti presso ciascun Ateneo, ossia fattori non ponderabili ex ante. Infatti, ove in ipotesi il concorrente scegliesse un dato Ateneo perché ci sono più posti disponibili e dunque maggiori speranze di vittoria, la stessa scelta potrebbero farla un numero indeterminato di candidati, e per converso in una sede con pochi posti potrebbero esservi pochissime domande. Va poi evidenziato che, svolgendosi la prova unica nazionale nello stesso giorno presso tutti gli Atenei, a ciascun candidato è data una unica possibilità di concorrere, in una sola università, per una sola graduatoria (one shot), con l’effetto pratico che coloro che conseguono in un dato Ateneo un punteggio più elevato di quello conseguito da altri in un altro Ateneo, rischiano di essere scartati, e dunque posposti, solo in virtù del dato casuale del numero di posti e di concorrenti in ciascun Ateneo. Questo è del tutto contrario alla logica del concorso unico nazionale”. Secondo i giudici della sesta sezione un sistema siffatto “lede l’eguaglianza tra i candidati, e il loro diritto fondamentale allo studio…. Si determina, in definitiva, una ingiusta penalizzazione della aspettativa dei candidati di essere giudicati con un criterio meritocratico, senza consentire alle Università la selezione dei migliori; la scelta degli ammessi risulta dominata in buona misura dal caso. Sicché è violato anche il principio di ragionevolezza e logicità delle scelte legislative (art. 3 Cost.)”. Ed il Collegio ritiene non invocabili ragioni organizzative o di autonomia universitaria, che resterebbero incise dalla soluzione della graduatoria unica, in ragione del principio di ragionevole proporzionalità tra mezzi impiegati e obiettivo perseguito, sicché “esigenze organizzative non possono ragionevolmente penalizzare il diritto allo studio sulla base di un criterio meritocratico”. In proposito la Sezione non manca di osservare che, nei fatti, “neppure le ragioni organizzative sono effettive, atteso che sarebbe ben possibile che il concorso si svolgesse presso i singoli Atenei, e che i candidati esprimessero opzione in ordine decrescente per le varie sedi universitarie, e che poi le prove confluissero in un sistema di correzione unica e graduatoria unica nazionale, in cui tener conto del punteggio conseguito da ciascun concorrente e delle sedi da esso prescelte. Non si lederebbe in tal modo né il diritto allo studio, né il diritto alla vittoria dei più meritevoli, né il diritto dello studente a scegliere la sede universitaria (diritto di scelta che, come ben evidenziato nell’atto di appello, è recessivo rispetto all’interesse a entrare comunque all’università, ancorché in una sede meno appetita, a fronte dell’alternativa di non entrare affatto nella sede prescelta). Non si lede nemmeno l’autonomia universitaria, atteso che, in un sistema in cui le prove sono predisposte dal Ministero e dunque sono identiche per tutte le Università, e sono prestabiliti i posti disponibili in ciascun Ateneo, per i singoli Atenei è del tutto indifferente l’opzione tra graduatoria unica e graduatorie plurime, e, anzi, è più vantaggioso il sistema della graduatoria unica, che consente la selezione e l’accesso dei più meritevoli”.

Il Messaggero – 14 luglio 2012
“Ragazza down si laurea a Cassino. «Ora voglio lavorare e avere un’auto»”
░ La gioia di una ragazza. Una bella notizia, ogni tanto.
Manca poco al grande giorno. Meno di una settimana. La tesi è pronta, rilegata. Accanto ci sono ancora pile di fogli e di appunti. Una scrivania identica a quella di tutti gli studenti universitari: penne sparse, evidenziatori aperti, matite a fare da segnalibro dentro ai testi, computer acceso. Ma la storia di Chiara Birilli è diversa: è la storia di un'occasione vinta, di un traguardo raggiunto al di sopra dei pregiudizi. E’ la storia di una vittoria, un piccolo grande passo avanti per il nostro paese in fatto di diritti e di civiltà. Chiara è una ragazza down, ha gli occhi pieni di vita e di allegria, e giovedì diventerà dottoressa in Economia e Commercio. In famiglia sono tutti emozionati, ma lei dice: «Io? Sì che sono emozionata, ma non ho paura di niente, solo un po’ d’ansia». Chiara parla con entusiasmo della sua avventura universitaria, raccontandola semplicemente come una bella passeggiata fatta per crescere. «Ho studiato tanto - racconta - avevo un obbiettivo da raggiungere e mi sono impegnata per realizzare quello che volevo, non mi sono mai scoraggiata e ho sempre sentito dentro di me la grande forza della vita». …

Il CORRIERE DELLA SERA – 14 luglio 2012
“L'iPad con i manuali fai-da-te I rischi del liceo senza libri”
░ I testi saranno prodotti assieme da docenti e ragazzi.
L' Istituto Cobianchi di Verbania annuncia che da settembre partirà un progetto iPad che coinvolgerà 54 studenti di due terze del liceo di scienze umane e del liceo linguistico. Non è il primo e non sarà l'ultimo esperimento del genere, ma si presenta in modo del tutto originale rispetto agli altri, per la sua radicalità. Il progetto prevede, per l'intero triennio (dunque per alunni dai sedici ai diciotto anni), la sostituzione dei manuali di carta con il tablet Apple di ultima generazione. Con almeno un paio di vantaggi evidenti: gli zaini saranno più leggeri e i costi delle famiglie si ridurranno, poiché dai circa 700 euro sborsati nel triennio per i libri si passa a 400 euro, che è il prezzo dell'iPad. Basterà comperare la tavoletta digitale, perché i software saranno autoprodotti da docenti e discenti in una sorta di scambio «creativo» che ha come scopo la produzione e l'apprendimento di contenuti e di conoscenza: dal produttore al consumatore, è proprio il caso di dirlo. Prima considerazione: l'editoria, sia essa tradizionale o no, verrà del tutto superata. Secondo aspetto: viene a cadere con il tramonto del libro cartaceo anche il rapporto gerarchico tradizionale che pone l'insegnante in cattedra a distribuire sapere per gli allievi in ascolto sui banchi. Una relazione paritaria, come neanche l'utopia sessantottina osava auspicare. Terzo punto nevralgico: se, come pare, non verrà meno la valutazione finale ma cambierà solo (solo?) il metodo, l'eventuale responsabilità di aver approntato strumenti sbagliati, inutili, incompleti, ricadrà sulle spalle degli studenti? (Senza dimenticare che le terze sperimentali dovranno raggiungere gli stessi obiettivi didattici delle classi parallele che studieranno sui soliti manuali). Insomma, una bella sfida.

L’Unità – 15 luglio 2012
“Ricerca, Profumo si ribella al Tesoro”
░ Scaramucce. O il gioco delle parti ?
«Dobbiamo dare un contributo al Paese che è in grande difficoltà: siamo disponibili a farlo ma vogliamo essere noi a dire quali sono gli enti che hanno la possibilità di dare maggiori contributi. Il fatto che ci si dica dove tagliare non è la strada corretta». Lo ha detto il ministro della Pubblica Istruzione, Università e Ricerca (Miur) Francesco Profumo a proposito della spending review. Insomma, se c’è bisogno di risparmiare, che almeno non si spari nel mucchio. Il ministro, che nei giorni scorsi ha incontrato i presidenti dei 12 enti di ricerca controllati dal suo dicastero, si prepara dunque a lavorare su un doppio binario: con il Parlamento per ridurre il più possibile l’entità della “revisione” di spesa, e con gli enti stessi con i quali a settembre aprirà un tavolo per un percorso condiviso. Decidano i diretti interessati, questo il metodo giusto per procedere secondo Profumo che piuttosto che di tagli preferisce parlare di “razionalizzazione” finalizzata a una maggiore efficienza degli enti vigilati e a una maggiore competenza che permetta a loro e agli atenei di mettere le mani su fondi europei partecipando a bandi di gara che spesso vedono l’Italia assente. La partita del Miur è delicatissima. Gli enti in questione vanno dal Cnr all’Istituto di fisica nucleare, dall’Istituto di geofisica all’Agenzia dello Spazio. Da questi ed altri ci si aspettano risparmi per 33 milioni entro la fine dell’anno…

Il fatto quotidiano – 15 luglio 2012
“La scuola non attende la spending review, verso il taglio di mille istituti”
░ Una diminuzione di oltre mille istituti scolastici.
La scuola non dovrà aspettare l’approvazione definitiva del parlamento per applicare la spending review. Dal prossimo mese di settembre, infatti, scatterà il taglio di almeno il 20 per cento dei dirigenti. Dirigenti scolastici (i presidi) e dirigenti amministrativi. Un anticipo retaggio di una legge voluta dal tandem Gelmini-Tremonti, la 111 dello scorso anno, quella sul cosiddetto dimensionamento scolastico, in base alla quale le scuole dovevano obbligatoriamente contare su mille iscritti, e comunque non meno di 600. Contro questo provvedimento un gruppo di regioni aveva fatto ricorso alla Corte costituzionale che con una recente sentenza aveva stabilito la competenza di redigere i piani di dimensionamento alla regioni stesse, ma aveva tuttavia lasciato allo Stato il diritto di indicare i criteri sui numeri di iscritti da attribuire alle scuole. Tanto è bastato per dar modo all’attuale ministro Francesco Profumo di procedere senza indugi nell’adeguamento dei nuovi organici dirigenziali. Un suo decreto dello scorso 25 giugno detta il quadro da applicare sin dal prossimo settembre. Un quadro che la Cgil scuola ha così riassunto: le istituzioni scolastiche sono passate da 19.211 del 2011-2012 a 9.131 per il prossimo anno scolastico con una diminuzione di 1.080 istituzioni scolastiche a causa del dimensionamento. Ma non tutte le scuole potranno essere sede di dirigenza scolastica e direzione amministrativa con titolarità in quanto 1.141 sedi risultano sottodimensionate con 393 sedi al di sotto di 400 alunni (montagna) e 748 sedi al di sotto dei 600 alunni. Infatti, senza tali sedi sottodimensionate e senza i CPIA non attivati, l’organico dirigenti scolastici è pari per il 2012-2013 a 7.990 posti rispetto ai 10.211 del 2011-2012. Ben 2,221 posti in meno (1080 da dimensionamento e 1141 da sottodimensionamento) circa il 22% in un solo anno. Come potrà avviarsi, dunque il prossimo anno scolastico? Che i presidi superstiti dovranno accollarsi la reggenza delle scuole “decapitate”, con un’aggravante economica non indifferente: che, a differenza del passato, le reggenze saranno gratuite. E per di più i presidi non potranno ricorrere a dei vicari a pieno titolo. Più lavoro e più responsabilità. Sempre allo stesso prezzo. Una prospettiva pesante per le scuole stesse, i loro insegnanti e i loro allievi che in questo quadro dovranno fare i conti con strutture di gestione talora elefantiache e difficilmente controllabili.

ItaliaOggi – 17 luglio 2012
“Ferie, sfuma la monetizzazione”
░ Dove cercare denaro, per le casse dello Stato ? Nelle spettanze dei precari. Mi sovviene quella scena del film di Totò…. Anche il personale che va in pensione a settembre ci rimetterà.
I docenti precari, che hanno ottenuto la proroga del contratto per partecipare agli esami di stato come commissari, non potranno chiedere la monetizzazione delle ferie. Che può arrivare anche fino a 1500 euro se il docente lavora ad orario pieno. È uno degli effetti dell'entrata in vigore del decreto legge sulla revisione della spesa del 6 luglio scorso (n.95). Il provvedimento, al comma 8 dell'art. 5 , prevede infatti il divieto di corrispondere qualsivoglia indennizzo ai dipendenti pubblici che non abbiano fruito delle ferie nei periodi previsti dai contratti collettivi. E siccome è entrato in vigore il 7 luglio, si applica a tutte le cessazioni intervenute a partire da tale data. La preclusione, salvo correzioni in sede di conversione del decreto, vale anche per la scuola, per effetto del rinvio espresso all'art. 1, comma 2, della legge 31/12/2009, n. 196. Che rinvia a sua volta a un elenco di amministrazioni redatto dall'Istat , in cui rientrano anche le scuole, in quanto «considerate a fini statistici Unità Locali del Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca». Che rinvia anche all'art. 1 comma 2 del decreto legislativo 165/2001, che qualifica le istituzioni scolastiche alla stregua di pubbliche amministrazioni….. Il divieto di monetizzazione delle ferie si applicherà anche ai docenti e agli Ata, il personale ausiliario, tecnico e amministrativo, che cesseranno dal servizio per pensionamento con effetti dal 1° settembre prossimo. Il provvedimento, peraltro, prevede la disapplicazione espressa delle disposizioni contrattuali o di altra natura che prevedevano la monetizzazione. E quindi, in ultima analisi, decontrattualizza una materia che fino al 6 luglio scorso era regolata dal comma 15 dell'articolo 13 del contratto collettivo nazionale di lavoro…

 

ItaliaOggi – 10 luglio 2012
“La nuova vita di 10mila esuberi”
░ Saranno impegnati nel sostegno e nelle supplenze brevi, anche senza abilitazione (di Antimo Di Geronimo).
I docenti in esubero che non troveranno piena ricollocazione in sede di mobilità annuale saranno assegnati a posti o cattedre disponibili per i quali possiedano il titolo di studio di accesso. Anche se non hanno l'abilitazione specifica. Per esempio, un docente di economia aziendale (classe A017), se ha la laurea prevista per insegnare geografia (A039), potrà essere assegnato per un anno su una cattedra di geografia invece che di economia aziendale. Oppure, se si tratta di una maestra elementare, l'amministrazione potrà tentare anche la ricollocazione nella scuola dell'infanzia. Il tutto con assegnazioni d'ufficio.
Lo prevede una disposizione contenuta ne decreto sulla spending review varato dal governo. Il dispositivo riscrive l'intera disciplina del trattamento dei docenti in esubero e, cioè, dei docenti che dopo essere diventati soprannumerari, non riescono ad ottenere una nuova sede nemmeno con il trasferimento d'ufficio. E quindi vengono collocati nella famigerata Dop (dotazione organica provinciale): una specie di limbo in cui vengono tenuti in stand by fino all'assegnazione di una sede provvisoria per un anno, ad esito delle operazione di utilizzazione o assegnazione provvisoria. Sono circa 10 mila, recita la relazione tecnica. Se non sarà possibile ricollocare i docenti in esubero su altro posto o classe di concorso secondo il titolo di studio posseduto, l'amministrazione dovrà ricollocarlo sul sostegno. A patto, però, che il docente interessato risulti in possesso dell'apposito diploma di specializzazione oppure abbia frequentato almeno un corso di formazione specifico. Se nemmeno in questo modo sarà possibile trovare all'insegnante interessato una nuova collocazione, l'amministrazione potrà ricollocarlo su eventuali spezzoni residui, con priorità rispetto ai docenti interni. Inoltre, ad anno scolastico già avviato, l'amministrazione potrà comunque procedere all'assegnazione dei docenti in esubero su posti che dovessero rendersi successivamente disponibili. Infine, in assenza di diversa collocazione, i docenti interessati saranno assegnati a disposizione delle scuole per la copertura delle supplenze brevi e saltuarie nella provincia di appartenenza. Le assegnazioni dei docenti sugli spezzoni o sui posti che si renderanno disponibili in corso d'anno saranno effettuate secondo un piano di utilizzo, predisposto dall'ufficio scolastico regionale. Idem per quanto riguarda le assegnazioni a disposizione nelle scuole, ai fini della copertura delle supplenze brevi e saltuarie. Il provvedimento prevede, inoltre, che qualora l'insegnante venga utilizzato in scuole di ordine o grado superiore, percepirà le relative differenze stipendiali. Nessuna decurtazione, per i gradi inferiori. Tutte queste operazioni saranno effettuate con priorità rispetto all'attribuzione delle supplenze. Va detto, inoltre, che le operazioni di ricollocazione del personale in esubero, attualmente, sono regolate da norme contrattuali. E quindi, fino ad ora, le relative disposizioni venivano scritte al tavolo negoziale. Adesso la disciplina della mobilità d'ufficio dei docenti in esubero sarà sottratta alla contrattazione collettiva. Il tutto in continuità con l'orientamento assunto dal governo precedente che, con l'avvento della legge 15/2009, ha dato prima un colpo di spugna alla facoltà di derogare le norme di legge da parte della contrattazione collettiva. E poi, con il decreto Brunetta, ha riscritto una serie di regole con le quali ha decontrattualizzato materie importanti del rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici. Come per esempio, le sanzioni disciplinari e le assenze per malattia.

ItaliaOggi – 10 luglio 2012
“La scuola perde la moneta contante”
░ Andrà alla Tesoreria unica la liquidità giacente sui conti degli istituti: 900 mln (di Alessandra Ricciardi).
Dopo gli enti di ricerca, anche le scuole. In perfetta continuità con il primo decreto di revisione della spesa pubblica, curato dal ministro dei rapporti con il parlamento, Piero Giarda, il decreto legge di spending review messo a punto dal commissario straordinario Enrico Bondi istituisce anche per le scuole l'obbligo della Tesoreria unica.
+E dunque quando a settembre riapriranno i battenti del nuovo anno, i cassieri si ritroveranno a dover passare i soldi che gestivano in autonomia con il fondo di istituto alla Tesoreria: si tratta di circa 900 milioni di euro. A prevederlo l'articolo 7, comma 33 del decreto legge n. 95, da ieri all'esame del senato per il primo sì alla conversione. Niente più conti correnti autonomi, le scuole dovranno disporre i pagamenti, per spese di funzionamento e supplenti, attraverso il meccanismo del mandato elettronico. Una misura che, a leggere la relazione tecnica allegata al decreto legge, certamente serve ad evitare inefficienze nella gestione dei pagamenti ma anche a ridurre il debito pubblico: ipotizzando una giacenza minima di 900 milioni di euro e un tasso per il ricorso al mercato del 3,13% nel 2012, del 4,38% nel 2013 e del 5,01% nel 2014, «si otterrebbe una riduzione della spesa per interessi sul debito pubblico pari a circa 4 milioni nel primo anno, che salgono poi a 31 milioni nel 2013 e a 36 nel successivo». Un impatto sull'avanzo/deficit minimo, ma comunque positivo. Dall'attribuzione dell'autonomia alle scuole, gli istituti hanno acquistato i servizi di incasso e pagamento sul mercato, curando le procedure per conto proprio e con tassi di interesse molto diversi: in media dello 0,15%. E poi si sono riscontrate le inefficienze nei pagamenti (fatture non pagate e soldi lasciati in giacenza), tanto da far ritenere preferibile l'accentramento della liquidità. Nessuna riduzione di risorse, comunque, tiene a precisare la relazione messa a punto tra il ministero dell'istruzione e la Ragioneria generale dello stato. Ciascuno dei 100 ambiti scolastici territoriali, corrispondenti agli ex provveditorati, sarà titolare di un conto corrente infruttifero di contabilità presso la Tesoreria, ogni cc a sua volta sarà suddiviso in tanti sottoconti in corrispondenza dei capitoli di bilancio che lo alimentano. Sui vari sottoconti verranno emessi gli ordini a pagare. Per le supplenze brevi si prevede poi lo stesso meccanismo di pagamento del cedolino unico, per cui la liquidazione dei compensi sarà a carico del Mef/Stp: obiettivo, garantire precisione e rapidità. E poi ci sono i fondi per le contabilità speciali: fondi appoggiati sui conti delle scuole, utilizzati per progetti decisi a livello centrale dal ministero. Negli anni le risorse sono calate da 1,8 miliardi sino ai 423 milioni del 2012. Fondi la cui gestione non è sempre stata chiara e che oggi tornano, a colpi di 100 milioni l'anno fino al 2016, al bilancio dello stato per essere assegnati per le spese di funzionamento delle scuole. I restanti 30 milioni andranno a contribuire ai miglioramenti dei saldi di cassa.
Saranno ridotte infine le spese per il controllo di regolarità amministrativa e contabile delle istituzioni scolastiche, per un risparmio di 8 milioni.


 

La Tecnica della scuola – 1 luglio 2012
“Rusconi (PD): “Inapplicabile la sentenza della Consulta”
░ Intervenendo in VII Commissione, il senatore Rusconi ha proposto un modo per uscire dall’impasse: stabilire nuovi parametri per la formazione delle istituzioni scolastiche (dall’a.s.2013/2014 ogni regione avrebbe a disposizione una unità ogni 900 alunni ma sarebbe libera di organizzarsi nel modo ritenuto più adatto al proprio territorio).
La sentenza con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della norma sul dimensionamento delle istituzioni scolastiche è attualmente all’esame della Commissione Cultura del Senato che dovrà anche proporre qualche soluzione ai problemi applicativi della sentenza stessa. Il dibattito è iniziato nei giorni scorsi con una relazione introduttiva del senatore Antonio Rusconi (PD) che, preliminarmente, ha voluto precisare che a suo parere “la Corte costituzionale ha sanzionato solo il metodo, non anche il merito, della norma approvata dal precedente Governo”. “La Consulta – ha detto Rusconi - ha infatti eccepito che, trattandosi di competenza concorrente, occorreva un maggior coinvolgimento delle Regioni, cui doveva essere lasciato ogni intervento di dettaglio, riconoscendo tuttavia il diritto dello Stato di ridurre il numero dei dirigenti scolastici per conseguire risparmi di spesa”. Ma, ha aggiunto Rusconi, la scuola ha bisogno di certezze e quindi è opportuno che “per l'anno scolastico 2012-2013 gli organici siano mantenuti inalterati, ancorché elaborati sulla base di una norma dichiarata illegittima”. D’altronde, ha rilevato (“con sollievo” si legge nel resoconto parlamentare) Rusconi, “le Regioni hanno responsabilmente dichiarato che manterranno inalterata la situazione per l'anno scolastico 2012-2013, in ossequio ad un principio di buon andamento dell'amministrazione, salvo però intervenire per l'anno successivo”. …In conclusione Rusconi non ha fatto mancare una propria proposta: d’ora in poi il numero delle istituzioni scolastiche dovrebbe essere calcolato facendo riferimento al numero degli alunni dell’intera regione. In concreto il senatore del PD ha proposto di mantenere come riferimento il numero di 900 alunni. In questo modo il numero complessivo delle istituzioni scolastiche si dovrebbe attestare intorno alle 8.700 unità. Ogni regione sarebbe poi libera di costituire le scuole nel modo ritenuto più adatto alle caratteristiche del proprio territorio.

www.dire.it – 3 luglio 2012
“'Ecatombe' inglese a scuola: a Roma è "scomparso" il 92% dei prof specialisti”
░ Un effetto del taglio agli organici della Scuola primaria.
Inglese, alla scuola primaria a Roma e provincia, va in scena l'ecatombe degli specialisti. In due anni, per effetto della riforma Gelmini, che punta a sostituirli con docenti ordinari allenati a insegnare anche la nuova materia, sono scesi del 91,9%. Erano 445 fino a due anni fa, sono scesi a 96 lo scorso anno e quest'anno si passa a 36…. D'ora in poi dovranno occuparsi della materia, infatti, insegnanti ordinari. Alcuni di loro hanno fatto corsi di poche decine di ore. Altri hanno una abilitazione che risale al concorso degli anni Novanta e da allora la maggior parte non ha rinfrescato la sua preparazione. Insomma, si rischia l'effetto inglese maccheronico…. Oggi la Flc-Cgil di Roma torna a protestare sotto la sede dell'U.S.R. "L'Usr del Lazio e dell'Ufficio scolastico provinciale di Roma non rispettano e non applicano la circolare ministeriale 25 del 29 marzo 2012 determinando ulteriori tagli in posti e personale (il ministro Profumo aveva promesso lo stop), la diminuzione dei docenti a fronte dell'aumento degli alunni in particolare nella scuola primaria". Inoltre "le 4 ore residuali per classe di tempo pieno non sono state lasciate a disposizione delle scuole, determinando l'impoverimento del modello pedagogico/didattico fondato sulla compresenza di due docenti per classe e la perdita della possibilita' di ampliare gli orari delle classi a tempo normale fino a 30 ore".

ItaliaOggi – 3 luglio 2012
“Reclutamento non più nazionale? Vedremo”
░ Alessandra Ricciardi intervista l’assessore Valentina Aprea in materia di reclutamento dei docenti. L’ex sottosegretario all'istruzione, già presidente della commissione cultura della Camera (suo è il disegno di legge sulla professione docente e la governance della scuola), oggi è assessore all'istruzione della Lombardia. Valentina Aprea, pdl, ha lavorato alla bozza di accordo stato-regioni che apre al federalismo scolastico, in attuazione del titolo V della Costituzione.
D. Non ci siete riusciti quando eravate al governo, perché dovreste riuscirci oggi che il Pdl sostiene un governo tecnico?
Risposta. C'è un clima diverso nel paese, è il momento giusto per porre mano alle incertezze in materia di istruzione e formazione professionale. Il governo tecnico ha un ampio mandato parlamentare ed è stato chiamato a risolvere questioni che in questi anni di governo del centrosinistra e del centrodestra sono riamaste in sospeso. Proprio in questi giorni abbiamo assistito a nuovi ricorsi in materia di istruzione alla Corte costituzionale da parte delle regioni contro leggi statali e dal governo nazionale contro leggi regionali. É una situazione paralizzante, che va risolta, per i docenti e per le famiglie.
D. Non avete molto tempo, questo è un governo a stretta scadenza...
R. Nella bozza di accordo ci sono modalità certe, lavoreremo attraverso gruppi paritetici stato-regioni, e tempi certi. Entro marzo 2013, prima dunque che finisca la legislatura e si vada a nuove elezioni, il governo dovrà presentare il testo unico sul riassetto della normativa statale alla luce dell'articolo 117 della Costituzione.
D. Cosa cambia in concreto con l'accordo?
R. Il primo ambito sarà la nuova articolazione delle funzioni amministrative: rendere più snella e funzionale la presenza degli uffici scolastici regionali e territoriali. L'obiettivo è evitare duplicazioni nella gestione del personale, nell'assegnazione dello stesso alle scuole e nell'individuazione degli istituti sul territorio. E potrebbe accadere in questo ambito che il personale degli uffici scolastici regionali e provinciali passi alle regioni. E questa è la sussidiarietà verticale. Ma c'è anche un discorso che riguarda l'autonomia delle scuole, che vanno riorganizzate per reti e richiedono una diversa rappresentanza. E questo è in contrasto con una scuola centralistica. Ci sono due modelli di governance, tra loro incompatibili: quello statalista, che concepisce al massimo il decentramento di funzioni, e quello federalista, con il trasferimento di funzioni. Per noi regioni è importante fare chiarezza sul modello, servirà anche a ridurre i costi.
D. In molti temono che si apra a una regionalizzazione del reclutamento.
R. Noi ci occuperemo con l'accordo delle funzioni amministrative. La bozza prevede poi che si possano sperimentare anche nuovi modelli organizzativi per la valorizzazione dell'autonomia scolastica. Dentro queste sperimentazioni potrebbe esserci qualcosa che attiene alla professione docente, professione che comunque resterà statale per la formazione universitaria. Sulla bozza di accordo c'è stata piena condivisione di tutte le regioni, senza steccati ideologici. Proseguiremo con lo stesso spirito.


La tecnica della scuola.it – 4 luglio 2012
“Organici ATA: si perdono 2.200 posti di DSGA”
░ E’ ufficiale: lo stabilisce il Miur con decreto.
Nella giornata del 3 luglio il Ministero dell’Istruzione ha trasmesso agli Uffici scolastici regionali lo schema di decreto interministeriale in materia di organici del personale Ata. Al decreto sono allegate le tabelle riassuntive e quelle relative alle modalità per calcolare l’organico spettante a ciascuna istituzione scolastica. Complessivamente, rispetto allo scorso anno, si registra un saldo negativo superiore alle 2.200 unità: la riduzione è dovuta interamente al taglio di altrettanti posti di DSGA dovuto alle operazioni di dimensionamento della rete scolastica. L’organico dei collaboratori scolastici resta complessivamente invariato a livello nazionale con riduzioni nelle regioni del sud (-50 in Calabria, -76 in Campania, -82 in Sicilia, -56 in Puglia) e con modesti aumenti al nord (+51 in Emilia-Romagna, +91 in Lombardia) e al centro (+44 in Toscana e +32 in Lazio). Molto più ridotte sono le variazioni di organico degli assistenti amministrativi: +19 in Emilia-Romagna, +34 in Lombardia, -28 in Campania e -32 in Sicilia. Qualche novità positiva si registra nelle tabelle per il calcolo dei posti spettanti a ciascuna scuola. I parametri restano uguali a quelli già in vigore, ma per circoli didattici, scuole medie e istituti comprensivi viene introdotto un correttivo: per ogni 100 alunni oltre i 1200 viene assegnato un ulteriore posto di collaboratore scolastico e per ogni 200 alunni oltre i 1.900 l’organico degli assistenti amministrativi viene incrementato di una unità. Non è molto, ma in tal modo gli effetti del dimensionamento scolastico dovrebbe essere un tantino mitigati.

www.corriere.it – 5 luglio 2012
“«Provata l'esistenza del bosone di Higgs» -E' la particella all'origine dell'Universo”
░ Un articolo di Giovanni Caprara Alla conferenza stampa internazionale tenutasi al CERN di Ginevra, è stato annunciata la prova dell’esistenza della particella che consente a ogni cosa di avere «massa» e quindi l'esistenza della materia come la conosciamo: la hanno denominata «particella di Dio».
Il bosone di Higgs, la famosa «particella di Dio», esiste ed è stata catturata finalmente senza alcun dubbio nel superacceleratore Lhc del Cern di Ginevra. I due esperimenti che le davano la caccia con tecnologie diverse sono giunti allo stesso risultato: la sua energia si esprime tra 125 e 126 GeV (miliardi di elettronvolt) e quindi conferma l’ultimo tassello rimasto aperto del Modello Standard, la teoria che spiega l’architettura di base della natura.Il bosone di Higgs è importante perché è la particella che garantisce la massa a tutte le altre particelle subatomiche della materia della quale anche noi siamo formati. La conferma arriva dall’aver raggiunto da parte dei ricercatori gli ambitissimi «5 sigma» che è il valore che garantisce l’altissima probabilità della sua presenza. La caccia era iniziata nel 1964 quando il fisico britannico Peter Higgs aveva previsto teoricamente la sua esistenza. Dopo cinquant’anni la milanese Fabiola Gianotti e l’americano Joe Incandela, portavoce dei rispettivi esperimenti, hanno illustrato questa mattina davanti alla comunità scientifica del Cern le loro conclusioni dell’ultima fase di indagini iniziata nel dicembre dell’anno scorso quando, sempre qui al Cern, avevano presentato i primi indizi dell’esistenza della fatidica particella. Le incertezze del passato sono definitivamente cadute. Ma con una doppia sorpresa. «Il bosone di Higgs – spiega Guido Tonelli, portavoce dell’esperimento CMS sino a qualche mese fa – non solo ora lo abbiamo davanti agli occhi ma ha anche aperto una nuova fisica. Le sue caratteristiche sono un po’ diverse da come la teoria l’aveva immaginato e presenta alcune anomalie che prospettano nuovi mondi della conoscenza da indagare. Ed è quello che faremo nei prossimi mesi». Ma la materia rappresenta solo il 4 per cento dell’universo conosciuto, il rimanete 96 per cento è materia oscura ed energia oscura, così chiamate perché non se ne conoscono le caratteristiche. …. Lunghi applausi hanno seguito le presentazioni di Joe Incandela e Fabiola Gianotti che insieme hanno coordinato il lavoro di tremila scienziati….

la Repubblica.it – 5 luglio 2012
“Così viene umiliata l’istruzione pubblica”
░ Allo stato delle cose, salvo ripensamenti, il piano di tagli agli sprechi messo in cantiere dal governo Monti prevede alla voce scuola di togliere 200 milioni alle istituzioni pubbliche per darli alle private.
…Leggiamo che si tolgono risorse pubbliche alle università statali al fine di “ottimizzare l’allocazione delle risorse” e “migliorare la qualità” dell’offerta educativa. Stornare risorse dal pubblico renderà la scuola più virtuosa. Ma perché la virtù del dimagrimento non dovrebbe valere anche per il settore privato? Perché solo nella già martoriata scuola pubblica i tagli dovrebbero tradursi in efficienza? Lo stillicidio delle risorse all’istruzione pubblica e alla ricerca va avanti imperterrito da più di dieci anni, indipendentemente dal colore dei governi e dallo stato dei conti pubblici…. A partire dalla legge 62/2000, concepita come attuazione dell’Art. 33 della Costituzione, le scuole private dell’infanzia, quelle primarie e quelle secondarie possono chiedere la parità ed entrare a far parte del sistema di istruzione nazionale. Ottenere la parità (rispetto al valore del titolo di studio rilasciato) non equivale per ciò stesso a ricevere denaro pubblico. Eppure l’interpretazione della Costituzione che ha fatto breccia alla fine della cosiddetta Prima Repubblica ha imboccato la strada della revisione della concezione del pubblico, un aggettivo esteso anche a tutta l’offerta educativa riconosciuta come “paritaria”. Ciò ha aperto i cordoni della borsa pubblica alle scuole private, che in Italia sono quasi tutte cattoliche e che ricevono denaro dallo Stato sotto forma di sussidi diretti, di finanziamenti di progetti finalizzati, e di contributi alle famiglie come “buoni scuola”. Neppure un governo tecnico riesce a evitare di farsi tanto politico da discriminare le scuole pubbliche e privilegiare quelle private quando si tratta di dare o togliere finanziamenti.
L’Unità – 5 luglio 2012
“Istruzione contro Tesoro: già dato”
░ Il Ministro Profumo parla di asset al ministro Grilli. Non lo sa che nella scuola tutte le spese sono state ridotte e razionalizzate ? Vedremo se il fatto di essere stati «i primi ad aderire alle ricognizioni iniziali della spending review» risulterà un merito o un autogol. Ci viene in mente il grande Pirandello…. !!! Aveva capito tutto.
Un braccio di ferro che durerà fino a stasera, quando si riunirà il Consiglio dei ministri. Da una parte i tecnici del ministero del Tesoro, con tagli per circa 200 milioni al fondo di finanziamento ordinario degli atenei. Dall'altra quelli del ministero dell'Istruzione, decisi a dimostrare che di sforbiciate lineari non c'è alcun bisogno. È l'ultimo «duello>, emerso dal magma ancora informe (ma molto caldo) della spending review. «Siamo stati i primi ad aderire alle ricognizioni iniziali della spending review, avviate in marzo dal ministro Giarda spiegano a Viale Trastevere non abbiamo un atteggiamento pregiudiziale. Ma siamo altrettanto convinti che non si possono colpire asset importanti del Paese e che ci sono altri modi che consentono risparmi. La scuola deve restare al centro degli asset del Paese». Dagli uffici del ministro Francesco Profumo fanno sapere che quella amministrazione «ha già dato, all'altare dei risparmi, con la riduzione del 60% delle spese dell'ufficio stampa, l'avvio della diminuzione delle sedi del dicastero (da cinque a due il prossimo anno), la razionalizzazione della spesa per l'acquisto di beni e servizi oltre ai i risparmi conseguiti con il «plico telematico>>, introdotto in occasione degli esami di maturità. Su questi suggerimenti operativi si sta giocando la partita con gli uomini della Ragioneria.

Ufficio Stampa Miur – 5 luglio 2012
“L'apprendimento permanente per la crescita del patrimonio culturale”
░ Una informativa sul convegno (3 luglio 2012) "L'Apprendimento Permanente per la crescita del patrimonio culturale, professionale ed economico del Paese. Il contributo delle Università".
Il Convegno è stato promosso dal MIUR in collaborazione con la R.U.I.A.P. (Rete Universitaria Italiana per l'Apprendimento Permanente)… con l'obiettivo di avviare un dibattito di alto profilo, anche europeo, sul ruolo delle Università per la definizione e lo sviluppo di un potenziato sistema per l'apprendimento permanente…. I lavori, trasmessi in video streaming, si sono articolati in un'unica sessione antimeridiana, di fronte ad una platea di circa 200 partecipanti, composta da esponenti della R.U.I.A.P., della C.R.U.I., del C.U.N., dell'A.N.V.U.R., nonché dell'E.U.C.E.N. e da rappresentanti della Comunità Europea. Hanno preso parte al Convegno anche i rappresentanti dei Centri Territoriali Permanenti per l'Istruzione degli adulti, provenienti da tutte le Regioni Italiane e rappresentanti delle Regioni e delle Parti sociali. I recenti provvedimenti legislativi hanno offerto l'avvio per un confronto per la definizione degli obiettivi specifici, sociali ed economici, delle attività di apprendimento permanente e degli strumenti e servizi per la realizzazione di reti territoriali finalizzate ad offrire risposte integrate e partecipate. E' stata evidenziata l'esigenza di offrire, da parte delle Università, nuove risposte ad una popolazione studentesca, diversificata per età e condizione occupazionale, che permettano il riconoscimento e la valorizzazione degli apprendimenti pregressi, comunque acquisiti in contesti formali, ma anche non formali e informali.

Il Sole 24Ore – 5 luglio 2012
“Istruzione. Convenzioni Consip. A scuola pulizie esternalizzate. Bidelli dimezzati”
░ Sarebbero i contenuti, nel settore scuola, dell’ultima bozza del decreto sulla spending review, oggi pomeriggio all'esame del CdM. C’è un passaggio inquietante, in questo articolo: “Dopo l'esperimento delle procedure di mobilità che dovranno assicurare la stessa riduzione di personale prevista per il pubblico impiego…”. Che cosa vuole dire ?
Stretta sulle pulizie nelle scuole. A disporla è l'ultima bozza del decreto sulla spending review che sarà oggi pomeriggio all'esame del Consiglio dei ministri. E che, alla voce istruzione, potrebbe registrare un'altra novità: la cancellazione del taglio di 200 milioni al Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) delle università, in cambio di una quota analoga di risparmiare realizzati con l'eliminazione delle inefficienze. Partiamo dalla scuola. Dove spicca innanzitutto la conferma delle nuove regole sul reclutamento dei docenti a tempo indeterminato. Dopo l'esperimento delle procedure di mobilità che dovranno assicurare la stessa riduzione di personale prevista per il pubblico impiego, gli insegnanti che risultassero in esubero nella propria provincia potrebbero essere impiegati, nell'intera regione, in classi di concorso o gradi di istruzione diversi da quelli di appartenenza; oppure in posti di sostegno rimasti vacanti. Una new entry di una certa importanza riguarda invece i servizi di pulizia negli istituti. La norma stabilisce che a partire dal 1° settembre «non si provvede ad effettuare altre immissioni nel ruolo dei collaboratori scolastici sino a che il relativo personale a tempo indeterminato non sia ridotto al 50% dell'organico determinato presso ciascuna istituzione scolastica ed educativa». Ciò significa che, su 130 mila bidelli in organico, ne usciranno man mano 65mila e non saranno sostituiti. I presidi che non riusciranno ad assicurare gli stessi servizi con un personale dimezzato potranno acquistarli sul mercato utilizzandole apposite convenzioni Consip. Il vincolo, precisa la stessa disposizione, è che il costo al netto dell'Iva non superi il 75% di quello che sarebbe servito ad assumere collaboratori scolastici a inizio carriera. Dall'anno prossimo il 50% dei risparmi ottenuti grazie a questo procedimento dovrà essere reinvestito nel comparto…. Un'altra parte e qui passiamo all'università potrà essere utilizzata per scongiurare la riduzione di 200 milioni del Ffo nel 2013, prevista anche nell'ultima versione del provvedimento. L'ipotesi di sottrarre ulteriori risorse agli atenei che il ministro Francesco Profumo non conferma («Le cifre non so da dove siano nate, bisogna che il paese cominci a parlare di dati oggettivi») non piace affatto al Pd. Anche per questo il lavoro dei tecnici di viale Trastevere si è concentrato ieri su come disinnescare questa "mina" e su dove reperire i200 milioni richiesti senza intaccare il fondo. Alla fine la soluzione dovrebbe essere quella di incidere con più convinzione sulle varie inefficienze: affitti,personale inidoneo, acquisti di beni e servizi. Resta da capire se al Tesoro e al commissario straordinario per la spending review, Enrico Bondi, queste rassicurazioni basteranno.
La tecnica della scuola.it – 6 luglio 2012
“Esoneri per collaboratori del d.s. cancellati dalla spending review”
░ Il decreto sulla spending review riscrive del tutto l'articolo 459 del TU che attualmente regola esoneri e semi-esoneri dall'insegnamento dei docenti incaricati di collaborare con il dirigente scolastico. Le funzioni superiori si potranno pagare solo con il fondo di istituto.
Il decreto legge sulla spending review che in questo momento è ancora all’esame del Consiglio dei Ministri potrebbe rivoluzionare completamente il meccanismo di esoneri e semiesoneri dei docenti incaricati di collaborare con il dirigente scolastico. Una norma specifica del decreto prevede infatti una profonda riscrittura dell’intero articolo 459 del T.U. del 1994 che attualmente regola la materia. La prima novità è che scompaiono definitivamente gli esoneri totali. In base al comma 2, finora nei circoli didattici con almeno 80 classi potevano essere disposti esoneri totale: d’ora in poi si potranno disporre solo semiesoneri. Secondo il comma 3, nelle scuole medie, nelle superiori e nei comprensivi saranno consentiti solamente semiesoneri a condizione che le classi siano complessivamente almeno 55, mentre finora questo numero di classi consentiva esoneri totali e un numero di classi compreso fra 40 e 55 dava la possibilità di assegnare i semiesoneri. Ma la questione potrebbe essere ancora più complicata perché il primo comma dell’articolo 459 viene modificato con la previsione che “nei confronti di uno dei docenti individuati dal dirigente scolastico reggente per attività di collaborazione nello svolgimento delle proprie funzioni organizzative ed amministrative... può essere disposto il semiesonero dall'insegnamento sulla base dei criteri indicati nei commi da 2 a 5”. La modifica introdotta dal decreto odierno concerne proprio l’aggiunta della parola “reggente” e questo fa pensare che i semiesoneri saranno possibili solo nelle istituzioni scolastiche affidate in reggenza mentre nelle scuole con dirigenti titolari non sarà possibile attribuire nessuna forma di esonero parziale. Per capire meglio la questione è bene però aspettare il testo definitivo e ufficiale del provvedimento e, soprattutto, la relazione tecnica allegata che potrebbe fornire importanti chiarimenti in merito. Un'altra novità importante riguarda la questione delle funzioni superiori. Il decreto contiene una norma di interpretazione autentica che dovrebbe mettere fine al contenzioso: "Il comma 5 dell’articolo 25 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, si interpreta nel senso che la delega ai docenti di compiti non costituisce affidamento di mansioni superiori o di funzioni vicarie, anche nel caso in cui detti docenti godano del semiesonero ai sensi dell’articolo 459 del decreto legislativo n. 297 del 1994. Il docente delegato può essere retribuito esclusivamente a carico dei fondi disponibili per la remunerazione accessoria presso la specifica istituzione scolastica od educativa ai sensi dell’articolo 88, comma 2, lettera f), del ccnl relativo al personale scolastico".

 

Asasi - La Letterina n.328 – 21 giugno 2012
“Che cosa chiediamo alle Indicazioni nazionali ?”
░ Riportiamo una riflessione che l’Asasi ha ripreso dal Centro per la formazione e l’aggiornamento “Diesse” in tema di Indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione.
Le Indicazioni hanno sostituito i vecchi programmi e, almeno in teoria, avrebbe dovuto rappresentare quei livelli essenziali di prestazione (Lep), sulla base dei quali le scuole, nella loro autonomia, avrebbero dovuto calibrare l’offerta formativa… Nell’ultimo decennio si sono susseguite operazioni sperimentali di vario genere. Le Indicazioni nazionali del 2004 targate Moratti, sono state corrette dalla Indicazioni per il curricolo del 2007 targate Fioroni. Le prime erano improntate alle unità di apprendimento e ai piani di studio personalizzati; le seconde alla programmazione curricolare intesa come processo di costruzione di competenze attraverso la connessione fra i saperi…. Per l’innalzamento della qualità degli insegnamenti e degli apprendimenti di questo livello, entrambe le versioni delle Indicazioni proponevano la “conoscenza ologrammatica”: conoscenza degli elementi comuni a vari linguaggi e a varie discipline resa possibile da un insegnamento che punta ad una conoscenza basata sulla esperienza dell’alunno. La presenza nella normativa di orientamenti impegnativi su punti assolutamente significativi ha comportato la necessità di conoscere, almeno approssimativamente, la situazione delle scuole. In questo senso, il Miur ha avviato nei mesi scorsi un monitoraggio, curato dall’Ansas, che ha coinvolto 5.986 istituzioni statali e 4.250 paritarie, focalizzato sul “contesto di riferimento all’interno del quale le scuole hanno sperimentato Indicazioni e riforme del sistema” (nota del 2 aprile 2012). La lettura seppure parziale dei dati fa emergere elementi di un certo interesse: il 94,1% delle scuole ha modificato il Pof (Piano dell’offerta formativa) nell’ottica delle Indicazioni; nella scuola primaria l’offerta formativa è stata modificata prevalentemente nell’ambito di Teatro/ danza/ musica (68,3%); nella scuola secondaria di I grado l’ambito delle maggiori modifiche è quello delle Lingue (54,5%). Inoltre è rilevante che il 73,3% delle istituzioni scolastiche valuti gli apprendimenti in ordine agli standard fissati dalla singola scuola, tenendo in qualche modo a distanza sia gli standard europei, che le prove nazionali Invalsi. Nel complesso non sembra avvenuta alcuna rivoluzione, semmai l’assorbimento del nuovo entro la buona tradizione della scuola italiana che alla fine rende praticabile anche l’impossibile. La nuova consultazione di recente promossa avviene sulla base di un questionario e di una bozza curata da una commissione del Miur (un nuovo testo) dalla quale traspare una evidente propensione per la scuola della verticalizzazione curricolare che consegue alla forma sempre più diffusa degli istituti comprensivi. Questo quadro pone una serie di problemi che devono avere risposte prima della ufficializzazione del testo. Tra queste tre sono inderogabili.
1. La collocazione data alla scuola dell’infanzia che appare schiacciata sul quinquennio seguente e impoverita ulteriormente nelle caratteristiche che le avevano permesso di mantenere una posizione di eccellenza.
2. Una più chiara motivazione della scelta per il curricolo, che non è solo una organizzazione degli apprendimenti, ma una filosofia dell’insegnamento e della trasmissione dei contenuti…
3. La circolare n. 46, 24 maggio 2012 apre alla possibilità di un coinvolgimento di reti di scuole, enti locali, associazioni, Università che potranno, entro giugno, elaborare memorie, proposte, segnalazioni, ecc.; eppure il questionario è compilabile on line esclusivamente da parte delle scuole. Riteniamo che la consultazione dovrebbe superare i limiti di un questionario a risposta chiusa…
la Repubblica – 22 giugno 2012
“La scuola di Pontremoli insiste, ri-bocciati i 5 bambini”
░ Dopo l'ispezione ministeriale, sono stati ripetuti gli scrutini per la valutazione dei ragazzini di prima elementare. Ma il risultato non è cambiato: dovranno tutti ripetere l'anno.
E' stata confermata la bocciatura di 5 alunni di prima elementare, in una stessa classe del 'Giulio Tifoni' di Pontremoli, in provincia di Massa Carrara. Gli scrutini sono stati fatti ripetere dal Miur, a seguito di un'indagine ministeriale, che aveva sottolineato "l'insufficienza di motivazioni" nelle cinque bocciature. Tre dei bambini sono stranieri e uno è disabile. Ma il consiglio di classe ha ribadito il proprio giudizio. Le motivazioni a sostegno della conferma delle bocciature non sono state ancora rese note. La relazione dei docenti, arriverà oggi, per posta, all'Ufficio scolastico regionale per la Toscana. Sulla vicenda era intervenuto il ministero della Pubblica istruzione in seguito alla denuncia di alcuni genitore e aveva svolto un'accurata ispezione al termine della quale era stato ordinato al preside Angelo Ferdani di far ripetere gli scrutini. Cosa che è puntualmente accaduta: gli insegnanti si sono di nuovo riuniti per valutare caso per caso i cinque curriculum e hanno confermato il giudizio negativo.

www.governarelascuola.it – 23 giugno 2012
“Scuola: verso l’applicazione della Costituzione ?”
░ Pietro Perziani interviene, dal suo periodico digitale, con un articolo sulla Bozza di Accordo, in materia di attuazione del Titolo V Cost., tra Stato e Regioni: è previsto il passaggio della gestione del sistema di istruzione dallo Stato alle Regioni, sul modello della Provincia Autonoma di Trento.
La recente sentenza della Corte Costituzionale, che ha bocciato le norme sul dimensionamento ed ha invece approvato quelle sulle scuole sottodimensionate, ha suscitato un certo scalpore, ma va detto che essa è perfettamente in linea con le numerose sentenze emesse dalla Corte dal 2003 ad oggi; il fatto è che lo Stato continua a legiferare come se la Riforma del Titolo V non fosse stata mai fatta, eppure sono passati 11 anni. Questa volta, però, lo Stato si è “fatto furbo”; ben sapendo che le norme sul dimensionamento sarebbero state bocciate dalla Corte, ha adottato una specie di norma di salvaguardia che garantisse in ogni caso la riduzione di spesa: la non assegnazione del dirigente e del Dsga alle scuole sottodimensionate. Questo endemico conflitto Stato/Regioni ha così portato all’assurda situazione di 1000 scuole che giuridicamente mantengono la loro legittimità istituzionale, ma in realtà non è così, perché sono state rese acefale, con le ovvie, negative, conseguenze sulla funzionalità del servizio…. E’ ormai evidente che il sistema di istruzione e formazione non può reggere in una situazione dove le competenze dei diversi Enti (Stato, Regioni, EE.LL., Scuole Autonome) non sono ben definite, sia a livello legislativo che a livello amministrativo… Recentemente, la IX Commissione della Conferenza delle Regioni ha approvato una Bozza di Accordo su “Finalità, tempi e modalità di attuazione” del Titolo V della Costituzione in tema di istruzione e formazione. L’Accordo dovrà essere approvato dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e poi dalla Conferenza Unificata Stato/Regioni; se venisse approvato, dovrebbe andare a regime entro il 30 giugno 2013.
L’accordo è suddiviso in cinque capitoli:
1-Competenze legislative. Vengono definite le competenze dello Stato e delle Regioni in materia legislativa: - le norme generali di competenza statale saranno raccolte in un Testo Unico; - verranno individuati i livelli essenziali delle prestazioni da garantire sull’intero territorio nazionale; - le Regioni provvederanno ad adeguare la loro legislazione; - verranno stabilite le competenze degli EE.LL.
2-Trasferimento delle funzioni amministrative. Verranno emanati dal Governo i provvedimenti necessari per il trasferimento alle Regioni delle funzioni di amministrazione e di gestione del sistema; in particolare, passeranno alle Regioni i dipendenti e le risorse degli Uffici Scolastici regionali e provinciali.
3-Organici. Entro il prossimo 30 ottobre verranno approvati i criteri per la suddivisione tra le Regioni delle dotazioni organiche.
4-Dimensionamento. A regime, il dimensionamento verrà effettuato dalle Regioni e dagli Enti Locali entro il 31 dicembre di ogni anno, nell’esercizio delle rispettive competenze e nel rispetto dei vincoli annualmente stabiliti per la finanza pubblica.
5-Trasferimento dei beni e delle risorse. Le risorse (umane, strumentali, finanziarie) della scuola saranno trasferite alle Regioni; in tal senso, verrà modificata a livello legislativo la disciplina del rapporto di lavoro del personale della scuola.
Infine, sono previste anche alcune sperimentazioni, in materia di:
- nuovi modelli gestionali-organizzativi
- forme avanzate di autonomia delle istituzioni scolastiche
- edilizia scolastica
- reclutamento del personale
- nuovi modelli organizzativi, anche valorizzando le reti di scuole.
La carne al fuoco è veramente molta, va però sottolineato che questa è la posizione delle Regioni, bisognerà vedere cosa ne pensa lo Stato.
Contrariamente al passato, le Regioni sembrano comunque essersi attestate su una posizione di gestione diretta del sistema di istruzione e formazione da parte delle Regioni stesse e degli EE.LL., un modello molto vicino a quello già oggi esistente nella Provincia Autonoma di Trento…. non ci piace una scuola gestita dagli assessori regionali, temiamo una “aslizzazione” del sistema di istruzione.

www. FLCGIL.it – 23 giugno 2012
“Scuola, alla lotteria dei tirocini”
░ Un quadro efficace del modo assurdo in cui i stanno per essere gestite le abilitazioni degli insegnanti: a luglio, Caos per migliaia di precari.
Un percorso a ostacoli degno dei giochi olimpici. Solo che al termine non si vincerà nessuna medaglia, ma solo una tenue speranza. Nel mese di luglio si svolgeranno in molte delle principali università italiane le prove preselettive per l’accesso al Tirocinio formativo attivo (Tfa) per l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole medie inferiori e superiori: 60 quiz a risposta multipla riguardanti le principali materie di ogni classe di concorso, a cui farà seguito nei prossimi mesi un compito scritto e un esame orale. Pochi i posti in tutta la penisola: 4.275 nella scuola secondaria di primo grado e 15.792 in quella di secondo grado. I più fortunati – o i più bravi, a seconda dei punti di vista –, coloro che supereranno le tre prove, pagheranno tasse dai 2.200 ai 3.000 euro e seguiranno per un anno corsi e lezioni al termine dei quali ci sarà un altro esame. Per quelli che resisteranno, ci sarà l’attesa di un altro concorso. Sì, perché l’abilitazione ti concede di iscriverti alle graduatorie di istituto di seconda fascia, ma non ti permette di essere assunto da nessuna parte, se prima non superi un concorso pubblico, di cui al momento non si vede traccia alcuna…. “Chi oggi si accinge alle prove preselettive per l’accesso al Tfa affronta un sacrificio economico che rischia di non avere un riscontro nell’esito finale – afferma Corrado Colangelo, della Flc Cgil nazionale, che ha seguito fin dall’inizio il difficoltoso percorso delle abilitazioni –. Chi supererà l’esame conclusivo potrà partecipare al concorso a cattedre, per il quale l’abilitazione è necessaria, e potrà entrare nella graduatoria di seconda fascia di istituto. Ma se il risultato non dovesse essere positivo, non ci sarà nessuna graduatoria di transito in cui spendere un’eventuale idoneità”. Insomma, l’essersi abilitato o meno sarà totalmente inutile ai fini di un lavoro stabile…. Nelle graduatorie a esaurimento ci sono oggi circa 200.000 persone, a queste si aggiungono i docenti non abilitati che però lavorano, 50-100.000 unità, a seconda dei periodi. Circa 250.000 docenti precari che prestano servizio a orario totale o parziale per periodi più o meno brevi. “Il primo obiettivo che dobbiamo porci – precisa Colangelo – è arrivare alla stabilizzazione della maggior parte di queste persone. Il problema rimangono tuttavia i numeri, visto che le assunzioni in ruolo sono considerate sui posti liberi in base ai pensionamenti, solo 20.000 il prossimo anno e senza considerare la modifica della legge sui pensionamenti dell’attuale governo. In base ai nostri calcoli, per assorbire tutti i precari, ci vorranno almeno 10 anni, non includendo nel computo i nuovi che si formeranno in questo lasso tempo. È ridicolo ipotizzare un’attesa del genere, se si pensa che ci sono persone precarie anche da più di un decennio”. La proposta della Flc per uscire dall’impasse è semplice: si vadano a individuare tutti quei posti che esistono negli organici di fatto e li si consolidi come organico di diritto – stiamo parlando di 35.000 insegnanti di sostegno, che rientrano in una clausola che già prevedeva la loro stabilizzazione nella misura del 70 per cento e il restante in deroga –. A questi si possono aggiungere i posti “non interi” di docenza, quelli con orari spezzati – circa 10.000 persone. Siamo così già a 45.000 posti recuperati, a cui vanno sommati altri 10.000 di organico funzionale (inseriti con il decreto semplificazioni), presente in ogni scuola. “Se si facesse questo – dice Colangelo –, lo svuotamento delle graduatorie verrebbe velocizzato e, con un piano pluriennale, si darebbe spazio anche a nuovi docenti”.

ItaliaOggi – 26 giugno 2012
“Legittimo reiterare i contratti di supplenza: è Cassazione”
░ Vanno in fumo le speranze di migliaia di insegnanti precari: niente assunzione e niente risarcimento, perché esporrebbe “la pubblica amministrazione ad uno sforamento di bilancio”. Di Antimo Di Geronimo. Adesso,l’ANIEF (e chi altri ha l’energia necessaria) chiederà alla Corte Europea se si fa disapplicare una norma UE da uno Stato membro.
La reiterazione dei contratti di supplenza è legittima. E dunque, i supplenti che sono stati fatti oggetto, ripetutamente, nel corso degli anni, di incarichi a tempo determinato, non hanno diritto né all'immissione in ruolo, né ad alcun'altra forma di risarcimento. Lo ha stabilito la sezione lavoro della Corte di cassazione con la sentenza 10127 del 20 giugno scorso. Vanno in fumo definitivamente, dunque, le speranze di migliaia di docenti precari. Che, sulla scia di decine di sentenze favorevoli in primo grado, avevano instaurato un vero e proprio contenzioso seriale sulla questione. In ciò agevolati anche dall'apporto organizzativo di alcuni sindacati. D'altra parte il numero delle sentenze di I grado favorevoli era talmente alto, da indurre legittimamente all'ottimismo circa gli esiti di tali azioni. Specie nei tribunali dove i giudici monocratici si erano già espressi favorevolmente. E cioè nella maggior parte dei casi. In buona sostanza, dunque, era legittimo parlare di un vero e proprio orientamento giurisprudenziale. All'interno del quale si erano formate due correnti. Una prima corrente, minoritaria, incline a ritenere che a seguito della successione di contratti di supplenza fosse addirittura legittimo applicare la sanzione della conversione del rapporto. E una seconda corrente, maggioritaria, secondo la quale, ferma l'illegittimità della successione dei contratti di supplenza, la sanzione da applicare fosse quella pecuniaria, sotto forma di risarcimento danni. In quest'ultima corrente si distinguevano, inoltre, due orientamenti. Un primo orientamento, secondo il quale il risarcimento danni doveva essere corrisposto sotto forma di ricostruzione di carriera. E cioè versando ai precari ricorrenti le differenze retributive tra quello che avrebbero percepito se fossero stati immessi in ruolo dal primo momento e quello che avevano effettivamente percepito. E un secondo orientamento, incline a ritenere che la sanzione da applicare fosse quella della forfetizzazione: dalle 5 alle 20 mensilità di retribuzione. A un certo punto, però, i vari procedimenti sono arrivati davanti alle Corti d'appello e le cose hanno cominciato a mettersi male per i ricorrenti. Sebbene anche qui con alcune distinzioni. Alcuni collegi, infatti, hanno deciso per la piena legittimità della reiterazione dei contratti e dunque, per l'inesistenza del diritto al risarcimento. Altri, invece, si sono detti più possibilisti, perlomeno per il risarcimento in coincidenza della successione di supplenze annuali (fino al 31 agosto). Oppure per il diritto alla ricostruzione di carriera. Poi però è giunta una prima sentenza della Cassazione, che ha stabilito l'inesistenza del diritto alla ricostruzione di carriera per i precari (8060/2011, si veda Italia Oggi del 14 giugno 2011). E infine, qualche giorno fa, la Suprema corte è intervenuta in modo esaustivo su tutta la vicenda, fugando ogni dubbio (e ogni speranza). Secondo la sezione lavoro, la successione dei contratti di supplenza è legittima. Prima di tutto perché la disciplina del reclutamento del personale docente della scuola statale è regolato da una disciplina speciale, dettata dalla legge 124/99, dal decreto legislativo 297/94 e dai regolamenti sulle supplenze che si sono succeduti nel tempo, oltre ad altre fonti collettive. E quindi queste disposizioni derogano sia quelle previste dal decreto 368/2001, che si rivolge in generale a tutti i lavoratori, sia quelle contenute nel decreto 165/2001, che riguardano in generale il pubblico impiego. E poi perché la disciplina del reclutamento nella scuola è conforme al diritto comunitario in quanto la reiterazione dei contratti: «Risponde ad oggettive, specifiche esigenze, a fronte delle quali», si legge nella sentenza, «non fa riscontro alcun potere discrezionale della pubblica amministrazione, per essere la stessa tenuta al puntuale rispetto della articolata normativa che ne regola l'assegnazione». Pertanto, essendo legittima la reiterazione dei contratti di supplenza, non è dovuta alcuna forma di risarcimento a chi ne è fatto oggetto.

La Tecnica della scuola – 26 giugno 2012
“Il commento”
░ Un commento di Vito Cardella sulla applicazione, nel prossimo agosto, del D.I. 3 agosto 2011 “Programmazione triennale di assunzioni a t.i. di personale docente, educativo ed ATA, per il triennio 2011-2013”, emanato da MIUR, MEF e Dipartimento per le riforme e le innovazioni nella P.A.
Tre mesi prima di alzare le vele verso altri lidi, gli ex ministri Gelmini, Tremonti e Brunetta firmarono il decreto interministeriale del 3 agosto 2011 contenente la programmazione triennale delle nomine a tempo indeterminato del personale docente, educativo ed Ata della scuola per il triennio 2011-2014. Il decreto torna in auge in questi giorni alla luce delle preoccupazioni espresse da molti docenti precari che temono che la disposizione possa essere “dimenticata” per favorire le annunciate assunzioni in ruolo attraverso i concorsi. …Il decreto (“piano assunzionale”) prevede: a) per l’a.s. 2011/2012 l’assunzione in ruolo di 30.000 unità di personale docente ed educativo (di cui 10.000 con decorrenza giuridica del 2010/2011) e 36mila unità di personale Ata, ivi compresi i docenti dichiarati inidonei che avrebbero accettato di transitare nei profili professionali Ata. E questa prima parte del piano è stata realizzata, come tutti sappiamo; b) per gli anni scolastici 2012/2013 e 2013/2014, l’assunzione di 22.000 unità di personale docente ed educativo e 7.000 unità di personale dipendente Ata, per ciascuna dei due anni scolastici. Tali assunzioni, però, non sono tassative, sono “previste”, tenendo conto dei pensionamenti e dell’attuazione a regime del processo di riforma della scuola secondaria di secondo grado, previa verifica da parte del Miur, d’intesa con il Mef e la Funzione pubblica, della “concreta fattibilità del piano sul rispetto degli obiettivi programmati dei soldi di finanza pubblica”. Insomma, le nuove assunzioni potrebbero esserci fino ai limiti massimi di cui sopra, potrebbero essere ridotte e perfino non esserci affatto se non si realizzano tutte le condizioni cui sono soggette. In ogni caso, bisognerà attendere altre due cose: l’autorizzazione annuale del Mef e l’ultimazione di tutte le operazioni di mobilità, comprese le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie; cioè, verso la fine di luglio, se tutto va bene. Se il piano si realizzasse interamente, sarebbero 29mila tra docenti, personale educativo ed Ata i precari che troverebbero la sospirata stabilità nel prossimo anno; poca cosa, in verità.

la Republica.it – 29 giugno2012
“Accanto alla maestra un prof di religione a scuola 10 mila posti per laureati in teologia”
░ Salvo Intravaia scrive circa un Accordo Ministero-Cei; per effetto di esso, dal 2017 l’insegnamento RC sarà regolato in modo nuovo.
Fra pochi anni, per insegnare religione alle elementari occorrerà la laurea. Ieri mattina, il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo e il presidente della Cei Angelo Bagnasco hanno firmato due intese che modificano completamente il quarto punto dell’accordo tra Stato e Chiesa sull’insegnamento della religione cattolica nelle scuole. La novità riguarda i titoli che occorre possedere per questa disciplina. La nuova intesa, ha spiegato Profumo, prevede che per accedere all’insegnamento della religione cattolica in ogni ordine e grado di scuola si debba essere in possesso dei titoli accademici di baccalaureato, licenza o dottorato in teologia o in altre discipline ecclesiastiche oppure che si sia conseguita una laurea magistrale in scienze religiose secondo il nuovo ordinamento. Una novità che cambia poco o nulla nella scuola media e superiore, dove è già previsto un titolo di livello universitario, ma che nelle scuole dell’infanzia e primarie rischia di estromettere per sempre dall’insegnamento della religione le tante maestre che oltre a questa insegnano anche altre discipline. Il decreto numero 751 del 1985 stabiliva, infatti, che «nella scuola materna ed elementare l’insegnamento della religione cattolica può essere impartito dagli insegnanti del circolo didattico che abbiano frequentato nel corso degli studi secondari superiori l’insegnamento della religione cattolica, o comunque siano riconosciuti idonei dall’ordinario diocesano». E sono 18.915 le maestre che in virtù di questo dettato insegnano ai bambini religione, oltre che a leggere, a scrivere e a far di conto. Ma dal 2017 questo non sarà più possibile. In futuro, spiega Profumo, «verrà richiesto il conseguimento di un apposito master universitario di secondo livello in scienze religiose». Per il cardinale Bagnasco, l’intesa «migliorerà il Concordato del 1984 all’interno del processo di Bologna» sull’omologazione dei titoli accademici in base ai parametri Ue. Ma, con tutta probabilità, creerà ampi spazi agli specialisti di religione: quelli che insegnano soltanto questa disciplina per effetto del titolo e della certificazione di idoneità rilasciata dall’ordinario diocesano. Saranno disposte, infatti, le quasi 19 mila maestre che insegnano anche religione a sobbarcarsi il master, in genere biennale, di cui parla Profumo? Se non lo facessero, per le maestre over 50 in questione cambierebbe poco: essendo insegnanti statali, le due ore settimanali all’elementare e le sessanta ore annue alla materna attualmente impartite verrebbero assegnate ad uno specialista gradito alla curia e a loro, al massimo, sarebbero assegnate ore in più per coprire l’orario di cattedra. Ma l’operazione aprirebbe le porte a un numero di specialisti di religione variabile fra le 10 e le 20 mila unità.
 

Scuolainsieme – giugno n.5/2012
“I voti a scuola. Chi li prende e chi li dà ?”
░ Riportiamo, in parte, una riflessione di Maurizio Muraglia, vicepresidente nazionale CIDI, esperto Tecnodid-formazione.
Quando gli insegnanti incontrano le famiglie nei tradizionali “ricevimenti”, si incontrano due mondi. Si tratta di una circostanza dall’indubbio valore “politico”, in senso lato, non solo perché è il momento in cui l’istituzione-scuola restituisce alla società civile gli esiti dei percorsi scolastici degli allievi, ma anche perché essa dice qualcosa di sé lasciando percepire ai genitori, sempre più avveduti e talora sospettosi, la qualità formativa delle mattine trascorse tra i banchi di scuola dai propri figli. L’orizzonte di attesa dei genitori è alquanto variegato. C’è chi è più interessato alla qualità complessiva dell’esperienza scolastica dei propri figli e c’è invece chi brutalmente va in cerca di risultati in termini numerici…. Che operazione concettuale e linguistica deve compiere un insegnante per poter dire in pochi minuti ad un genitore la posizione valutativa dell’alunno? … “Suo figlio aveva sei, ora ha preso quattro, dunque….”. … Di cosa stiamo parlando? Di chi, soprattutto, stiamo parlando? Nello stereotipo sopra indicato sono presenti almeno due elementi di criticità. Il primo elemento riguarda la possibilità di dire con un numero una “cosa”. Si sa che il numero misura e che le misure espresse da un numero, agli occhi del senso comune, rappresentano qualcosa di assolutamente vero…. In ambito scolastico i voti numerici, per quanto gli insegnanti possano cercare di spiegare, interpretare, contestualizzare, tentano di dire la misura di qualcosa. Cos’è quel qualcosa? É il rendimento scolastico in una certa materia? Sì, in qualche modo è il risultato di un ragionamento misurativo sul rendimento… Durante l’anno scolastico all’alunno vengono assegnati dei numeri che costituiscono delle sequenze narrative: “suo figlio aveva….poi ha preso…..dunque oggi ha…..”. In queste sequenze può accadere che un ragazzo dalla sequenza sette-cinque-tre si ritrovi lo stesso “cinque” del compagno dalla sequenza “tre-cinque-sette”. Il genitore comprende che ciò è “giusto” perché in entrambi i casi quindici diviso tre fa cinque. Il secondo elemento di criticità è costituito dall’uso professionale del verbo “avere” o comunque di un verbo attivo per formulare proposizioni valutative: “L’alunno ha oppure ha preso o ancora è arrivato a”. Tali proposizioni hanno il vizio di fondo di considerare il processo valutativo, a scuola, come una partita tra l’alunno e il voto, come se l’insegnante assistesse da mero spettatore a questa dinamica. Si comprenderà facilmente come a una simile circostanza ne soggiaccia un’altra ancor più delicata, che riguarda il processo di insegnamento-apprendimento. Se la valutazione riguarda la capacità dell’alunno di “prendere” o di “arrivare” a un certo voto, il modello didattico implicito potrebbe essere così formulato: “Io ho fatto scuola, adesso tocca a te”, con una netta separazione tra processo dell’insegnare e processo dell’imparare che contrasta con tutte le più elementari conoscenze pedagogiche …. Ogni insegnante sa bene di aver “dato” lui quel voto; la proposizione valutativa più adeguata all’effettiva situazione didattica sarebbe quella che dice: “ho attribuito tal voto a questo mio alunno”… Tutto questo, si comprende bene, restituirebbe alla valutazione il suo spessore narrativo, descrittivo, interpretativo e, pertanto, umano, pienamente umano, tale quindi da potersi narrare ad un genitore come elemento capace di apportare qualità formativa alla discussione tra scuola e famiglia. Lo stereotipo numerico, con l’aggiunta del fattore linguistico che abbiamo evidenziato - l’uso del verbo “avere” o “prendere” - finisce, infatti, spesso, per rendere caricaturale la discussione tra insegnanti e genitori…

www.governarelascuola.it – giugno 2012
“Da giugno a settembre”
░ Attingiamo al settimanale digitale diretto da Pietro Perziani, fonte molto qualificata in fatto di normativa scolastica. In questo ultimo numero di giugno (riprenderà le pubblicazioni in settembre) presenta, tra altro, uno studio sulle possibile conseguenze del dimensionamento del I ciclo, e dell’applicazione della L.183/2011, ove il Miur desse seguito trovando il modo di aggirare la sentenza n.147/2012 della Consulta.
Anche quest’anno siamo sulla stessa strada; ai soliti problemi si aggiungono quelli legati alle conseguenze del dimensionamento del primo ciclo e all’ applicazione della Legge 183/2011, per cui le scuole sottodimensionate non avranno né dirigente, né Dsga. La drastica diminuzione delle scuole sedi di dirigenza comporterà una serie di problemi di gestione delle istituzioni scolastiche e ripercussioni pesanti sulla situazione lavorativa dei dirigenti in servizio, mentre i vincitori del concorso rischiano di non essere nominati in molte regioni. Ugualmente pesante la situazione dei Dsga, che in diverse regioni rischiano il soprannumero. Da qui a settembre potrebbe però succedere qualcosa di positivo; l’emanazione delle linee guida sulla costituzione delle reti, in applicazione dell’art. 50 della Legge 35/2012, potrebbe essere l’occasione, finalmente, per una riforma di natura strutturale, a più di dieci anni dall’autonomia scolastica. Dovendo trasformare tutti i Circoli Didattici e tutte le Scuole Medie in Istituti Comprensivi, per di più con un numero minimo di 1.000 alunni, è stato inevitabile procedere ad un dimensionamento alquanto pesante: le scuole del primo ciclo sono passate da 7.102 a 6.159, sono 943 in meno, il 13,28%. Va detto che la situazione in Italia è molto a macchia di leopardo, ma in gran parte delle regioni bisognerà senz’altro rimetterci mano, per il semplice fatto che sono “sopravvissute” 1.384 istituzioni scolastiche non a norma, nel senso che sono rimaste Circoli Didattici o Scuole Medie. Si tratta non di un semplice dimensionamento, ma dell’adeguamento dell’aspetto strutturale e istituzionale all’aspetto ordinamentale: se esiste un primo ciclo, le istituzioni scolastiche ne devono essere l’espressione, non ha più senso che esistano scuole che ne comprendono solo una parte, che si tratti di sola scuola primaria o di sola secondaria di I grado non ha importanza. Ancora più pesante del dimensionamento forzato del primo ciclo, è la questione delle scuole sottodimensionate; lo Stato sembra dire alle Regioni: fate pure quello che volete, io intanto taglio …… Per effetto dei due provvedimenti, più un piccolo dimensionamento nel II ciclo, il prossimo anno ci saranno 2.138 posti di dirigente e di Dsga in meno, quasi il 21% in meno rispetto ad oggi; questa drastica diminuzione di posti avrà effetti pesanti non solo sui dirigenti e sui Dsga in servizio, ma anche sui futuri dirigenti, coloro cioè che stanno oggi sostenendo le prove del concorso o le hanno già concluse. Anche tenendo conto dei pensionamenti, il prossimo anno 6 regioni presenteranno una situazione di esubero dei dirigenti in servizio: Campania (195), Sicilia (162), Calabria (93), Sardegna (35), Puglia (22), Molise (21). Ci permettiamo di dare un suggerimento: utilizzare per il prossimo anno scolastico i dirigenti in esubero nelle scuole sottodimensionate, dando per scontato che non si voglia procedere ad una mobilità interregionale d’ufficio o che si vogliano tenere i dirigenti in esubero a far niente. L’esubero verrebbe così riassorbito, solo in Calabria rimarrebbe una piccola sofferenza. In una situazione dove si registrano esuberi dei dirigenti, è chiaro che le nomine dei vincitori di concorso sono a rischio, almeno in alcune regioni; a livello nazionale i posti messi a concorso sono 2.286, i posti vacanti al primo settembre prossimo sono 472, ne mancano 1.814.

la Repubblica - 9 giugno 2012
“Scuole da disarticolare. Il ministero: anno scolastico a rischio”
░ I nodi dell’insipienza dell’ex ministro Gelmini vengono al pettine del ministro Profumo: una scena vista e rivista questa delle bacchettate sulle dita all’Esecutivo che sembra bisognoso di altre ripetizioni. Così, l’ANIEF farà da sponda al personale Dsga, Ata e docente in esubero nelle scuole dimensionate a seguito dei decreti assessoriali e regionali che razionalizzano la rete scolastica (10.213 scuole, meno 1800 scuole fantasma, uguale 8.017 scuole che certamente funzioneranno a settembre).
ROMA - La Corte costituzionale ha colpito al cuore della scuola: gli accorpamenti fra istituti sono illegittimi, ha sentenziato giovedì. Il sindacato Anief ora sostiene che sarà necessario disarticolare quasi duemila scuole, già accorpate secondo la regola «non meno di seicento studenti per istituto non più di mille». E annuncia che impugnerà tutti i «decreti assessoriali» riguardanti la cancellazione o l' accorpamento di istituti scolastici. Il Pd e l' Idv, Sel, la sinistra fuori dal Parlamento e i sindacati confederali attribuiscono la "sconfitta accorpamento" all' ex ministro Gelmini e in sottordine alle tredici Regioni che non si sono opposte al provvedimento. Molti chiedono al ministro Profumo un cambio di passo: «Deve fermare la cancellazione degli istituti e tornare a investire nell' istruzione». Dal ministero della Pubblica istruzione si segnala come non sia possibile mettere mano subito alla questione: «Non partirebbe l' anno scolastico». Le Regioni potranno chiedere cambiamenti per la stagione 2013-2014.

La Stampa.it - 11 giugno 2012
“Anticorruzione, la migliore riforma possibile”
░ La Camera dei deputati ha approvato la legge anticorruzione; si è concluso, con una buona soluzione, il lungo,contrastato iter legislativo.
La riforma non è, in astratto, la migliore possibile…. L’articolato proposto costituisce tuttavia uno dei testi «migliori» praticabili nell’attuale, difficile, contesto politico. Esso adempie, finalmente, agli impegni internazionali assunti dallo Stato italiano (Convenzione contro la corruzione delle Nazioni Unite, Convenzione di Strasburgo); rispetto alla legislazione vigente rafforza in modo rilevante gli strumenti di prevenzione e repressione contro la corruttela; sotto diversi profili si allinea ai meccanismi di contrasto utilizzati dalla maggior parte delle legislazioni europee Il ddl prevede d’introdurre, in attuazione dell’art. 6 della Convenzione delle Nazioni Unite e degli artt. 20 e 21 della Convenzione di Strasburgo, una «Autorità nazionale anticorruzione» deputata a realizzare attività coordinata di controllo e di prevenzione della corruzione e ad approvare un «Piano nazionale anticorruzione» in grado di programmare il contrasto dei fenomeni corruttivi; assicura trasparenza alle pubbliche amministrazioni prescrivendo la pubblicazione sui siti istituzionali delle informazioni relative ad ogni procedimento amministrativo; prescrive la pubblicità delle posizioni dirigenziali in modo da rendere palesi gli assetti decisionali delle pubbliche amministrazioni; prevede norme a protezione dei dipendenti pubblici che riferiscano condotte illecite; prevede norme di controllo delle imprese esposte al rischio d’infiltrazioni mafiose; prevede, novità davvero rilevante, l’adozione di norme in tema di divieto a ricoprire cariche elettive e di governo conseguente a sentenze definitive di condanna. In materia penale prevede a sua volta un aumento pressoché generalizzato delle sanzioni (ancorché non sempre adeguato alla gravità di ciascun illecito previsto); introduce (sia pure in modo perfettibile) alcuni nuovi reati, come il traffico d’influenze illecite, particolarmente importante per colpire indebiti arricchimenti di pubblici ufficiali sganciati dal compimento di specifici atti di ufficio, e (sia pure con una configurazione non del tutto adeguata alla pluralità degli interessi offesi) la corruzione tra privati; per effetto degli aumenti delle sanzioni determina un allungamento (sia pure non sufficiente) dei tempi della prescrizione di buona parte dei reati previsti. Nel ddl anticorruzione la «induzione» a dare o promettere utilità al pubblico ufficiale (oggi punita come concussione al pari della «costrizione» a pagare usando violenza o minaccia) viene estrapolata dal delitto di concussione e prevista come reato autonomo. Con questa innovazione s’intende trattare come vittima del reato (e pertanto come soggetto non punibile) soltanto chi paga la tangente perché «costretto», e punire invece chi si è lasciato semplicemente «indurre» a farlo. L’innovazione tende a rendere più incisiva la disciplina anticorruzione, evitando ampliamenti non giustificati dell’ambito d’impunità di chi, nella sostanza, è concorrente nel reato e non vittima dello stesso…

ASASi - La Letterina - n.327 – 14 giugno 2012
“Dimensionamento: oltre ai giochini politici e l’esibizione di muscoli tra Regione e Stato, pensiamo alle scuole !”
░ La redazione di “La letterina” pubblica, e noi riprendiamo, una documentata nota sulle conseguenze della recente sentenza della Consulta sul dimensionamento, firmata da Ninni Bonacasa, direttore del periodico digitale di informazioni scolastiche e commenti Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Ok, sul dimensionamento decidono le Regioni, e siamo contenti tutti; ma perché adesso non pensiamo alle scuole? Le Regioni quali iniziative intendono prendere a breve e lungo termine? Se lo chiedono in tanti dopo la sentenza della Corte Costituzionale. Scontato che per quest’anno i Piani già varati difficilmente saranno messi in discussione nell’imminenza dell’avvio del prossimo anno scolastico, mentre si potrà intervenire (forse) dove ci sono ancora “lavori in corso” venendo meno, unitamente all’obbligo del “modello I.C.”, anche i limiti indicati per la consistenza delle Istituzioni definite normo-dimensionate. In ogni caso il Miur ha fatto già sapere che le Regioni potranno chiedere cambiamenti a partire dall’anno scolastico 2013/2014. È anche scontato che le Regioni dovranno attentamente considerare ciò che la Corte Costituzionale ha deciso rispetto alla piena legittimità della norma che prevede la non assegnazione del Dirigente Scolastico alle scuole che non raggiungono i parametri minimi di consistenza stabiliti nel comma 5 (500 alunni, ridotti a 300 in particolari situazioni, ricordando che tali parametri sono stati elevati, rispettivamente a 600 e 400, per effetto della legge 183/2011, art. 4, comma 69). Avendo la Corte confermato la legittimità del comma 5, rimane anche ferma la modalità di assegnazione dei Dsga ex comma 5-bis il quale rinvia esplicitamente alle Istituzioni scolastiche di cui al comma 5. Ma cosa dicono i commi 4 e 5? 4. Per garantire un processo di continuità didattica nell’ambito dello stesso ciclo di istruzione, a decorrere dall’anno scolastico 2011-2012 la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado sono aggregate in istituti comprensivi, con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da direzioni didattiche e scuole secondarie di I grado; gli istituti compresivi per acquisire l’autonomia devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche. 5. Alle istituzioni scolastiche autonome costituite con un numero di alunni inferiore a 500 unità, ridotto fino a 300 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche, non possono essere assegnati dirigenti scolastici con incarico a tempo indeterminato. Le stesse sono conferite in reggenza a dirigenti scolastici con incarico su altre istituzioni scolastiche autonome. I limiti sono stati elevati a 600 e 400 dalla legge 183/2011, art.4 co.69. A questo punto ritorna la domanda iniziale: ok, sul dimensionamento decidono le Regioni, ma, con particolare riguardo alla Sicilia, perché adesso non pensiamo alle scuole programmando per tempo un nuovo dimensionamento che in forza della legge n. 6/2000, delle Norme di attuazione e della sentenza della Corte Costituzionale, consenta di varare un Piano certo e stabile per i prossimi anni assicurando la piena autonomia organizzativa e didattica alle scuole, ma anche prevedendo coefficienti di popolazione scolastica tali da assicurare i posti ai Dirigenti scolastici ed ai Dsga, magari non dimenticando che proprio nella nostra Regione sono in fase avanzata di espletamento ben due concorsi per Ds che saranno conclusi nel prossimo autunno/inverno ed ai vincitori vanno assicurati posti veri e stabili, oltre ogni giochino politico e esibizione di muscoli tra Regione e Stato?

Ufficio Stampa del MIUR - 14 giugno 2012
“Collegare filiere formative e filiere produttive per la crescita del Paese"
░ Il MIUR, lodevolmente intenzionato a favorire l’incontro tra la formazione professionale e il mondo della produzione, è attento al lavoro della Conferenza dei servizi istituita, d'intesa con la IX Commissione della Conferenza delle Regioni, dai ministeri dell’istruzione, del Lavoro e dello Sviluppo Economico. Dopo l’entrata in vigore delle norme sull’ordinamento degli Istituti Tecnici Superiori (d.P.C.M. 25/1/2008), dal 2011, si svolge la conferenza annuale dei servizi per l’integrazione degli interventi in materia di istruzione, formazione e lavoro.
Nel nostro Paese il deficit annuo di tecnici intermedi supera le 100 mila unità. La mancata possibilità per le aziende di trovare sul mercato del lavoro le professionalità tecniche di cui necessitano accresce la debolezza italiana nella competitività internazionale. Lo sviluppo della formazione tecnica è un fattore dunque che influenza, in modo significativo e misurabile, la crescita economica e sociale. Oggi esiste un forte disallineamento nel Paese tra: - filiere produttive, intese come insieme delle attività che comprendono tutte le attività che concorrono alla creazione, trasformazione, distribuzione, commercializzazione e fornitura di quel prodotto/servizio; - filiere formative, intese come insieme dei percorsi quinquennali degli istituti tecnici e degli istituti professionali, dei percorsi triennali e quadriennali di qualifica e diploma professionale realizzati dalle strutture formative accreditate dalle Regioni, dei percorsi di formazione tecnica post secondaria realizzati dagli Istituti Tecnici Superiori; - poli tecnologici, intesi come reti di strutture di ricerca industriale e trasferimento tecnologico, capaci di promuovere l’evoluzione delle filiere produttive verso una dimensione tecnologica; - cluster tecnologici, intesi come aggregazioni di imprese, università e altre istituzione pubbliche e private della ricerca e soggetti attivi nel campo dell’innovazione, importanti per la crescita economica sostenibile dei territori e dell’intero sistema economico nazionale. Per superare questa situazione di ostacolo alla crescita del Paese, le recenti disposizioni urgenti in materia di semplificazione e sviluppo, contenute all’articolo 52 della legge n.35/2012 in materia di istruzione tecnico-professionale, offrono gli strumenti per intervenire, a breve, con un nuovo disegno strategico, idoneo a collegare organicamente filiere produttive e filiere formative in modo condiviso con le Regioni e le Autonomie locali. … La conferenza dei servizi 2012 rappresenta lo start up di: a) un cambio di strategia per potenziare l’istruzione tecnico – professionale… b) la definizione di un’Agenda per la formazione tecnica, focalizzata sul ruolo centrale della programmazione delle Regioni in materia…

Corriere della sera giugno - 15 giugno 2012
“Si scrive merito, si legge docenti di qualità”
░ Il Ministro ha l’aria di credere davvero che premiare gli studenti è urgente per la Scuola e di aiuto alla crescita dell’intero Paese. Roger Abravanel, il guru della meritocrazia, spiega in che cosa il ministro ha ragione; trova anche il modo di precisare che la qualità dei docenti….
1.Il ministro Profumo sta subendo diversi attacchi alla sua proposta del «premio al merito», sulla base essenzialmente di due argomenti. Il primo, all'apparenza giusto, sostiene che non bisogna preoccuparsi solo dei mille giovani italiani eccellenti, ma anche della massa di studenti italiani che non hanno oggi scuole adeguate. Il secondo, più sfacciatamente antimerito, sostiene che è sbagliato promuovere la competizione, che non è giusto spingere i figli a «essere i primi della classe», che il successo nella vita si misura con «cose diverse dai buoni voti a scuola» eccetera. Alla prima obiezione il ministro ha risposto in modo sbagliato, sostenendo che oltre ai 30 milioni di spesa per il merito è prevista una spesa di un miliardo di euro per le scuole. La risposta è sbagliata perché il problema delle scuole italiane non sono i fondi. Avrebbe dovuto rispondere che i sistemi educativi migliori del mondo del nord Europa (che non costano più del nostro) dimostrano che sono possibili entrambi gli obbiettivi: favorire l'emergere di giovani eccellenti indipendentemente dalla loro provenienza, ma anche aumentare la qualità della formazione di tutti gli studenti alle «competenze della vita» (capacità di ragionare con la propria testa, risolvere problemi, capire ciò che si legge). E lo fanno unicamente grazie alla qualità dei loro insegnanti, che da noi scarseggia perché molte scuole sono diventate uno stipendificio che si preoccupa più dei «lavoratori» dell'istruzione (gli insegnanti) che dei «consumatori» (gli studenti). Il nostro sistema educativo, oltre ad avere distrutto le pari opportunità in un Paese dove i cittadini del Sud sono palesemente discriminati da scuole peggiori, ha creato una popolazione che secondo l'Ocse è all'80 percento analfabeta delle «competenze della vita». È ormai urgente un programma per migliorare la qualità dell'insegnamento, misurando la qualità delle singole scuole con standard nazionali e rendendola trasparente ad allievi e genitori. Tutto ciò non ha nulla a che vedere con il miliardo di euro promesso dal ministro. Ma ha a che vedere con la meritocrazia oggi inesistente nel mondo degli insegnanti italiani. Il premio al merito degli studenti eccellenti proposto dal ministro ha invece un altro, vero, difetto che ha attirato però pochissime critiche. Profumo intende selezionare i destinatari del premio al merito lasciando che il preside e i docenti di ogni scuola selezionino il loro miglior studente. Il problema è che, come ormai ben sappiamo, gli standard variano da scuola a scuola, come dimostra il fatto che al Sud i 100 e lode sono il doppio che al Nord. Premiare la vera eccellenza italiana richiederebbe invece di premiare magari anche il secondo o il terzo studente più bravo delle scuole migliori e non certo il primo di ciascuna scuola, offrendo ai migliori giovani italiani una generosa borsa di studio per andare nelle università migliori. E gli studenti migliori possono essere inizialmente selezionati dai presidi (magari i migliori 10 di ogni scuola) ma la selezione finale deve avvenire attraverso un concorso nazionale basato su «test Invalsi» standard. Il ministro non ha purtroppo risposto all'obiezione anticompetizione che è il vero credo della crociata antimerito ed anticrescita in Italia, che purtroppo alla fine mette tutti d'accordo. Studenti e genitori illusi che debba bastare il «pezzo di carta» e poi ci debba pensare lo Stato. Furbetti e privilegiati ai quali il «pezzo di carta» è più che sufficiente, perché poi ci pensano le raccomandazioni o la rendita di posizione di un papà protetto da un welfare famigliare antiproduttività. Imprenditori poco istruiti che sopravvivono grazie al «nero» e fanno concorrenza sleale a quelli più istruiti che vogliono competere secondo le regole. Sindacalisti che vogliono il lavoratore massificato che chiede stipendi uguali per tutti, negoziati dai sindacati medesimi. La mancata risposta del ministro della pubblica istruzione a questo tipo di obiezione è il simbolo della incapacità del governo Monti ad affrontare di petto i pregiudizi culturali anticrescita del nostro Paese, che stanno riesplodendo nel momento più delicato della nostra storia del dopo-guerra. Proprio quando l'Italia avrebbe bisogno di uno scatto d'orgoglio per riscoprire competizione e merito, per riprendere a crescere.

genitoritosti.blogspot.com - 15 giugno 2012
“Lettera aperta”
░ Alessandra Corradi, presidente di Associazione Genitori Tosti In Tutti I Posti ONLUS firma questa lettera aperta, che riportiamo parzialmente.
Siamo un'associazione di genitori, ci occupiamo della tutela dei diritti delle persone disabili nel nostro Paese. Nel seguire con estrema attenzione le svariate dichiarazioni nonché i provvedimenti che l'attuale Governo sta dispensando in materia di integrazione scolastica e sostegno, constatiamo la progressiva erosione dei diritti degli alunni e studenti con disabilità… In primo luogo ci riferiamo ai diritti all'istruzione e allo studio, esplicitati e normati dagli articoli 12-16 della legge 104/92, che in troppi (quand'anche "tecnici"), sembrano non conoscere o, peggio, disconoscere…. Nell'ambito del sistema scolastico, i nostri figli (che, secondo i dati statistici, ammontano a quasi 200.000 unità frequentanti la Scuola Pubblica Italiana) sono persone con bisogni educativi complessi; affiancare loro docenti non adeguatamente formati, preparati e motivati, oltre a costituire un reato per l'ignorare la Legge 104/92, deprime i valori basilari per la didattica di sostegno: qualità e continuità didattica…. Lo scorso settembre, abbiamo lanciato una campagna denominata “GLH in tutte le scuole, si può fare”. I Gruppi di Lavoro sull’Handicap sono sempre previsti dalla Legge 104: ancora nell'anno scolastico 2011-12 (e cioè a distanza di 20 anni dall'approvazione di detta legge), in molte scuole italiane i GLH, scandalosamente, non esistono. In tal modo le famiglie sono escluse a priori da quel concetto che è la base fondante della progettualità intorno all'alunno disabile; gli specialisti che dovrebbero seguirlo neanche si presentano (o interpretano la faccenda come uno dei tanti adempimenti burocratici connessi alla professione), continuando a stilare diagnosi funzionali lontane anni luce dal concetto di disabilità e dal modello progettuale dell'International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF) del 2001. … Le ore di sostegno, che dovrebbero essere assegnate secondo chiari e precisi criteri invece neanche rispettano l'indicazione standard del rapporto di 1 docente ogni 2 alunni ma addirittura abbiamo la prassi di un docente ogni 4 (Lazio, Lombardia, Sicilia)! Le famiglie ricorrono al TAR e tutte vincono e il MIUR è costretto a pagare tutte le spese di risarcimento…. Quei milioni sprecati ogni anno in questi modo quanti stipendi di docenti SPECIALIZZATI per il sostegno pagherebbero? Nessuno sceglie di nascere disabile. Accade. E accade indistintamente a chiunque, anche nel corso della vita. Una società civile e sana non fa differenze verso nessuna categoria, soprattutto quelle più deboli..

La tecnica della scuola.it - 17 giugno 2012
“Riconversione sul sostegno: Tutti contro il Ministero”
░ Sono tre le risoluzioni che la Commissione Cultura della Camera dovrà esaminare. Lega Nord e Italia dei Valori chiedono che il personale in esubero venga utilizzato per ampliare gli organici ordinari.
Sulla questione della riqualificazione sul sostegno dei docenti in esubero le forze politiche sembrano tutte d’accordo: i corsi previsti dal decreto direttoriale n. 7 del 16 aprile 2012 devono essere bloccati prevedendo anche modalità diverse di utilizzo del personale in eccedenza. L’argomento è all’ordine del giorno dei lavori della Commissione Cultura della Camera che lo discuterà a partire dal prossimo 19 giugno. In Commissione, infatti, sono depositate 3 diverse risoluzioni: una firmata da Erica Rivolta (Lega Nord), una seconda sottoscritta da Pierfelice Zazzera (Idv) e una terza proposta da Antonino Russo e diversi altri deputati del PD e dell’UDC. Pur con sfumature diverse tutti quanti sottolineano la “stortura” della decisione assunta dal Ministero che avrebbe come conseguenza la perdita della continuità didattica per migliaia di alunni disabili oltre che la perdita del posto di lavoro per moltissimi docenti specializzati, che da anni operano come insegnanti di sostegno, sostituiti da colleghi che verranno riqualificati con un corso on line che nulla ha a che vedere con il complesso percorso formativo universitario previsto fino ad ora. Il problema è noto: la riforma Gelmini-Tremonti ha determinato, soprattutto in alcune regioni e province, consistenti esuberi di insegnanti (10mila a livello nazionale) che, almeno a breve termine, no possono trovare collocazione sulle cattedre ordinarie. E così il Ministero ha deciso di riconvertire questi docenti sui posti di sostegno, con le conseguenze di cui si è detto. Ma ci sono soluzioni alternative ? Certamente sì, almeno secondo i firmatari delle tre risoluzioni. La Lega, per esempio, propone la mobilità intercompartimentale su base volontaria oppure l'utilizzo su organico funzionale tra reti di scuole e l'impiego in attività di incremento dell'offerta formativa delle singole scuole. Più radicale l’idea di Zazzera secondo il quale è necessario “rideterminare gli organici in base alle reali esigenze della scuola” e cioè facendo attenzione al numero degli alunni per classe, ripristinando le compresenze nella scuola primaria e rinunciando alla revisione delle classi di concorso nelle scuole superiori…

L’Unità - 18 giugno 2012
“Sotto esame 600mila studenti. Oggi è il giorno dell'Invalsi”
░ Gli studenti di terza media alle prese con la temuta prova Invalsi.
Sono quasi 600mila gli studenti che quest'anno stanno affrontando questo primo importante esame del percorso scolastico. Le prove scritte continuano a riguardare l'italiano, la matematica e le lingue straniere. A queste si aggiunge la prova nazionale messa a punto dell’Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema d'istruzione e formazione). Dopo di che i ragazzi dovranno affrontare il colloquio finale che verte sulle materie di insegnamento dell'ultimo anno (esclusa la religione cattolica). …Conquistano la «licenza» gli studenti che ottengono una valutazione complessiva (media tra il voto di ammissione, il punteggio conseguito in ciascuna prova scritta, incluso il test Invalsi, e quello raggiunto agli orali) non inferiore a sei. Agli studenti superbravi che conseguono il punteggio finale di 10/10, la Commissione può assegnare all’unanimità la lode….


ScuolaOggi.org - 18 giugno 2012
“Bocciata la chiamata diretta”
░ La legge della regione Lombardia che prevede la chiamata diretta dei supplenti da parte delle scuole non ha superato l’esame del Consiglio dei ministri: viola la Costituzione ? Va impugnata dinanzi alla Consulta.
Un sonora bocciatura per la neo-assessora all’istruzione Valentina Aprea, ex parlamentare del Pdl ed ex presidente della commissione cultura della Camera. Una forte delusione dopo le iniziali e timide aperture che, magari in via sperimentale, lo stesso ministro Profumo aveva lasciato intravvedere …. Primo Obiettivo : favorire la privatizzazione, in nome della sussidiarietà e di un malinteso federalismo, condito in salsa padana (dote, bonus agli studenti delle private…). Secondo obiettivo : mettere le mani sul personale, partendo dai supplenti, in attesa del boccone grosso sugli organici. La battaglia ora si sposta all’Alta Corte, di fronte alla quale le “innovazioni del centro-destra”, vedi vicenda code graduatorie ad esaurimento e per ultimo la forzatura sul dimensionamento, continuano a ricevere sonore bocciature….

La tecnica della scuola n.21 - 20 giugno 2012
“Commento”
░ Una visione d’insieme, di Reginaldo Palermo, sulle opinione espresse dai sindacati e dalle associazioni professionali in merito alla revisione ministeriale delle indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo che il Ministro intende portare a termine già nelle prossime settimane, per varare il testo definitivo prima del nuovo a.s.
Ha preso il via fra polemiche ed incertezze la revisione delle Indicazioni nazionali dell’infanzia e del I ciclo … Il Ministro potrà effettivamente rivedere le Indicazioni ricorrendo semplicemente ad un proprio decreto… Per intanto al Ministero prosegue il lavoro degli esperti che sono stati chiamati a redigere il testo delle nuove Indicazioni. Nelle scuole, peraltro con poca convinzione visto il particolare periodo dell’anno, docenti e dirigenti scolastici stanno cercando di dare un proprio contributo, ma i più attivi, nel criticare, suggerire e proporre sono sindacati, associazioni, ecc. Per esempio, il comitato promotore del “Manifesto per la riconquista dei programmi nazionali e la difesa della libertà d’insegnamento” ha programmato per i
prossimi giorni un incontro nazionale “d’urgenza” (così si legge nel comunicato). La questione che più di altre sta a cuore del “Manifesto” è quella che riguarda “l’impoverimento culturale, lo svuotamento dei programmi, e in particolare l’attacco alla storia e alla geografia”. Il Cesp (Centro studi per la scuola pubblica), legato soprattutto ai Cobas e ai movimenti di base, sta suggerendo alle scuole di chiedere esplicitamente la cancellazione, dal testo attuale della bozza, di questo passaggio: “alla scuola primaria sono assegnate quelle che riguardano il periodo compreso dalla comparsa dell’uomo alla tarda antichità; alla scuola secondaria le conoscenze che riguardano il periodo compreso dalla tarda antichità alla fine del XX Secolo”. L’obiettivo è proprio quello di “consentire nuovamente una maggiore libertà di scelta dei termini cronologici su cui sviluppare il curricolo di storia della scuola primaria”.D’altronde al problema del curricolo di storia sembrano interessati anche gli stessi sindacati. “Tra i nodi da sciogliere - sostiene Cisl- Scuola - rimane quello della storia: se prevedere o meno un ciclo unico dalla primaria alla secondaria (ovvero articolare l’insegnamento su fasi ripetitive)”. La Flc-Cgil chiede invece garanzie “sulle misure di accompagnamento per l’implementazione della nuove Indicazioni in tutte le scuole dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione, con l’indicazione dei tempi, modalità, strumenti e risorse”. “Particolarmente grave - sostiene il sindacato di Mimmo Pantaleo - è la situazione relativa alle risorse visto che non sono previsti specifici stanziamenti nel piano di formazione predisposto dal Miur e riguardanti i fondi della legge n. 440/1997”. Sia Flc che Cisl-Scuola contestano poi
l’impianto un po’ troppo disciplinari sta della parte relativa al primo ciclo, “testimoniato - sostiene la Flc - dall’eliminazione del riferimento alle aree/ambiti disciplinari previste dalle Indicazioni nazionali per il curricolo del 2007”. Qualche rilievo arriva anche dal Coordinamento nazionale per le politiche dell’infanzia di cui fanno parte le organizzazioni sindacali e rappresentative e numerose associazioni professionali. “Il Coordinamento - si legge in un comunicato diramato a seguito di un incontro avuto con il Ministero - considera positivamente la centralità del bambino quale protagonista dei processi di sviluppo continuo del curricolo dai tre ai quattordici anni, ma resta da compiere un ulteriore passaggio che colleghi il primo ciclo di istruzione al biennio obbligatorio del secondo, in ottica tre-sedici”. Ultimo nodo, messo in evidenza da diversi osservatori: come si potranno conciliare fra di loro l’impianto disciplinarista, l’uso della certificazione delle competenze e la valutazione numerica prevista dalla “legge Gelmini” dell’ottobre 2008 ?

Il Mattino - 20 giugno 2012
“De Mauro: Il governo dei Professori ha deluso proprio sulla formazione”
░ Una intervista al noto linguista, già ministro della P.I. nel 2000.
Professor De Mauro, qual è il suo giudizio sui testi Invalsi?
«Distinguiamo due livelli: come sono fatti questi test e in che condizioni vengono offerti. Buona o cattiva che sia, nell’ìdea c’è un dato positivo: che è quello di aver unificato le prove in tutte le scuole, secondo un target europeo, e che consente di capire l’andamento complessivo del sistema scolastico».
Servono alla didattica?
«No, la didattica è uno degli elementi valutativi, i test consentono di costruire altri tipi di valutazione».
Quali?
«Le risposte che è un grado di offrire una coorte di migliaia e migliaia di ragazzi di 14 anni. E ai fini di un indirizzo futuro di politica scolastica è davvero uno scenario credibilissimo».
Un elemento di novità, quindi?
«È troppo ottimista. Sulla scuola italiana c’è una gestione stanca di quel che resta del passato e la delusione dell’attuale Governo».
Ma è pur sempre un governo composto da molti Professori.
«Rispettabilissimi professori ma spesso slegati dal sentire comune sui temi della formazione scolastica pubblica. Molti di loro, infatti, arrivano dal mondo del’università privata».
Un professore che boccia i Professori?
«Sul tema della scuola sì. Sono stati una vera delusione»
Per quale motivo principale?
«In un tempo di crisi così profonda della società italiana, l’investimento maggiore sarebbe dovuto essere sulla scuola . È nella scuole, chi governa la crisi, avrebbe dovuto rifondare la nuova energia intellettuale e morale di un Paese in crisi».
Torna un problema di classe dirigente?
«Certo. Si può essere anche professori preparati e stimati ma si arriva sempre da un ceto dirigente, come quello italiano, salvo eccezioni, che non ha mai avuto un’attenzione positiva allo sviluppo della scuola e di tutte le istituzioni che possono corroborare la cultura e farla diventare anche etica civile».
Un pò pesante come giudizio, non le pare?
«Realistico. Scusi, ma se è dal 1969 che aspettiamo una riforma della scuola secondaria superiore? Cioè ,un’attesa di 43 anni? Una generazione di italiani. Un lungo lasso di tempo, tranne il tentativo purtroppo rimasto sulla carta dell’allora ministro Berlinguer».

 

 

www.governarelascuola.it – 6 giugno 2012
“Possibile modello di rete territoriale (ai sensi art. 50 L. 35/2012)”
░ Il settimanale digitale diretto da Pietro Perziani riporta un documento tecnico delle ARSA. Le Associazioni Regionali Scuole Autonome sono soggetti di dimensione regionale di rappresentanza dell’autonomia scolastica e di interlocuzione con le altre autonomie e istituzioni. Il documento postula l’attivazione dell’organico funzionale.
1. Quali rischi e quali opportunità per l’Autonomia delle scuole?
La finalità delle reti territoriali non dovrebbe essere limitata esclusivamente alla gestione di aspetti specifici del servizio scolastico sul territorio, bensì, integrando quanto innovato dall’art. 50 della Legge 35/2012 con quanto già disposto dall’art. 7 del DPR 275/99, orientata al potenziamento dell’autonomia scolastica in quel territorio. Le reti non devono essere “schiacciate” sugli aspetti gestionali, trasformandosi in un “ufficio” e limitando di fatto l’autonomia delle scuole aderenti, ma essere al servizio dell’autonomia delle singole scuole, operando, anche attraverso una più marcata autonomia gestionale, per il raggiungimento di obbiettivi strategici finalizzati al miglioramento dell’offerta formativa sul territorio che le scuole non potrebbero, da sole, raggiungere.
2. Quali funzioni per le reti territoriali?
Nelle Linee guida dovrebbero essere esplicitati due ambiti di attribuzione di funzioni alle costituende reti territoriali: a) attribuzione di funzioni gestionali, in attuazione della riforma costituzionale del 2001, con il parziale trasferimento delle funzioni attualmente esercitate dagli Ambiti Territoriali, con conseguente redistribuzione delle risorse, sulla base di accordi tra Regioni e Uffici Scolastici Regionali; b) attribuzione di funzioni di potenziamento dell’autonomia scolastica e di interlocuzione con le altre autonomie e istituzioni a livello locale; tale attribuzione deve essere supportata da un esplicito riconoscimento da parte della Conferenza unificata di cui all’art. 8 del D.Lgs. 28 agosto 1997, n. 281.
3. Quale tipologia di reti territoriali?
Si ritiene che il modello più adeguato allo svolgimento delle funzioni succitate sia quello delle reti “generaliste” permanenti, che si strutturano non su obbiettivi specifici, ma su tutti gli aspetti di gestione e miglioramento del servizio scolastico nel territorio. Ciò non preclude assolutamente alle scuole la partecipazione ad altre tipologie di reti (di scopo, funzionali, ecc.), che però non possono essere individuate quali assegnatarie delle funzioni previste dall’art. 50 e neanche delle funzioni di potenziamento dell’autonomia scolastica e di interlocuzione con le altre autonomie e istituzioni a livello locale.
4. Quale dimensionamento delle reti territoriali?
Le Linee guida dovrebbero individuare, in accordo con le Regioni, criteri per l’individuazione degli ambiti territoriali delle reti, tra i quali:
a) Il numero “ordinatorio” minimo e massimo di Istituzioni Scolastiche da comprendere nella rete, funzionale alla possibilità di un’effettiva autodeterminazione delle reti e alla tutela delle singole autonomie; in linea generale, si ritiene che le reti territoriali debbano comprendere un numero limitato di istituzioni scolastiche e avere quindi necessariamente dimensione sub-provinciale o, nei territori metropolitani, sub-comunale; b) La coerenza con la rete interistituzionale del territorio (distretti sociosanitari, comuni, comunità montane, ecc.); c) Il raccordo tra primo e secondo ciclo di istruzione, che consenta da un lato la gestione unitaria e coordinata del servizio scolastico sul territorio e, nel contempo, il raccordo tra istituzioni del secondo ciclo in funzione dell’orientamento formativo e del contrasto alla dispersione scolastica; d) I necessari correttivi per riconoscere le specificità delle Regioni in cui sono presenti minoranze linguistiche storiche, o istituti collocati in zone disagiate quali le zone di montagna e le piccole isole.
5. Quali risorse per le reti?
Le risorse umane, strumentali, finanziarie, previste alle lettere “c” e “d” dell’art.50 vanno considerate come integrative rispetto a quelle assegnate alle singole scuole. Solo in tale prospettiva esse possono costituire strumento di potenziamento dell’autonomia, in grado di incentivare le scuole a ricercare soluzioni più efficaci ai bisogni del territorio, ad ampliare l’offerta formativa, accrescendo, al tempo stesso, la responsabilità dei risultati. La rete potrà assolvere ai suoi compiti di gestione e sviluppo dell’offerta formativa territoriale solo in presenza di un organico “funzionale” (amministrativo e docente) specificamente destinato all’assolvimento di compiti di coordinamento e implementazione e non a compiti già previsti negli organici di ciascuna scuola; in nessun caso è invece accettabile l’erosione di risorse ai danni delle singole scuole, che già si vedono gravate a livelli ormai insostenibili di incombenze e responsabilità a fronte di continue diminuzioni di risorse e senza alcun riconoscimento; Le linee guida dovrebbero prevedere l’introduzione di un bilancio autonomo di rete, separato da quello delle singole scuole, le cui modalità di gestione dovrebbero essere stabilite in sede di revisione del DI 44/2001; nel frattempo si potrà continuare a utilizzare il modello di gestione finanziaria mediante scuole “capofila”, ma chiarendo il trasferimento di decisionalità sull’utilizzo delle risorse dal C.d.I. della scuola capofila agli organi decisionali della rete territoriale, anche per evitare sprechi dovuti a duplicazioni di servizi all’interno della rete.
6. Quale rapporto con l’autonomia delle scuole? Quale struttura organizzativa e gestionale?
Le linee guida devono sancire l’autodeterminazione delle reti territoriali, riguardo la regolamentazione interna e l’assegnazione delle funzioni di coordinamento e gestione alle singole scuole, attraverso l’adozione di statuti interni, ponendo come unici vincoli la democraticità e la collegialità delle decisioni e la salvaguardia dell’autonomia delle singole scuole, che vi aderiscono liberamente.
All’interno delle reti territoriali la responsabilità decisionale sulle scelte gestionali e strategiche deve essere riservata ai dirigenti scolastici, quali rappresentanti legali delle Istituzioni scolastiche e garanti dell’offerta formativa sul territorio. La partecipazione delle altre componenti scolastiche e territoriali è assicurata a livello degli organi collegiali già esistenti nelle scuole aderenti.

ASASi - La Letterina n.326 - 7 giugno 2012
“Non lamentiamoci se i laureati migliori vanno a fare altro”
░ Andrea Ichino esprime delusione per l’assenza, nel “pacchetto merito” di iniziative premiali a favore dei docenti.
Tanti ottimi insegnanti, che nel passato erano stati selezionati nel mondo della scuola tra i migliori laureati delle loro discipline, oggi sono scoraggiati da un sistema retributivo che a loro non ha mai riconosciuto nulla, trattandoli allo stesso modo di colleghi che molto meno di loro hanno fatto. Questi ottimi insegnati, sulle cui sole spalle si è retta la scuola italiana, se ne stanno andando in pensione, amareggiati, lasciando il posto a giovani selezionati con criteri che poco hanno a che fare con il merito. Lo stesso Ministro Profumo, in altro provvedimento, ha recentemente previsto un accesso facilitato, per i precari con almeno 3 anni di servizio, al Tirocinio Formativo Attivo che dovrà selezionare i futuri docenti. Questi precari non dovranno superare gli esami selettivi imposti agli altri candidati. Ci saranno senz’altro delle persone di valore tra loro, ma la semplice attesa nelle graduatorie del passato, in cui non si entrava per merito, non ci aiuterà a identificare i migliori. Si confermerà nei giovani laureati l’impressione che la scuola italiana sia un posto riservato a chi è disposto ad aspettare in coda (ossia non ha alternative attraenti nel resto del mercato del lavoro). E nel quale si fa carriera e si guadagna di più solo per anzianità, non per capacità e impegno.
La sperimentazione ministeriale “Valorizza”, nel passato anno scolastico, aveva disegnato un modo per identificare e premiare gli insegnanti migliori basato sulla loro reputazione all’interno di una scuola, misurata in termini di giudizi positivi dei colleghi, delle famiglie e degli studenti. Non di una sola di queste tre componenti, ma di tutte e tre. L’idea era proprio di premiare quegli insegnanti che tutti indistintamente apprezzano. Quelli di cui gli studenti si ricordano anche dopo 40 anni. Questa sperimentazione, migliorabile ma che aveva dato risultati incoraggianti (e ancor più ne darebbe se il Miur si decidesse a pagare i premiati!), è stata invece affossata dal Ministro sotto la pressione dei sindacati, che vogliono mantenere il diritto di contrattare ogni elemento della retribuzione per poter dare “premi” a tutti, buoni e cattivi. Non lamentiamoci se i laureati migliori andranno a fare altro, soprattutto nelle materie scientifiche, che oggi, hanno prospettive occupazionali più attraenti con cui la scuola deve competere.
Quanto agli “studenti dell’anno”, imparare da bravi insegnanti era il più bel premio che il Ministro avrebbe potuto offrire loro: della carta dei musei (che già visitano da soli), di premi alle scuole che bocciano di meno e di università senza numero chiuso non se ne faranno molto!

la repubblica – 9 giugno 2012
“Scuola, caos dopo il no agli accorpamenti”
░ Molte regioni – l’articolo fa specifico riferimento al Lazio – gli accorpamenti li hanno già eseguiti. E ora ? Al MIUR, zero saggezza.
È di nuovo caos sui “maxi istituti” che dal prossimo settembre accorperanno scuole materne, elementari e medie. Giovedì scorso, dopo il ricorso di sette regioni (Toscana, Emilia-Romagna, Liguria, Umbria, Sicilia, Puglia e Basilicata), la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima da parte dello Stato l’imposizione del numero minimo di mille alunni per questi istituti comprensivi — obbligo previsto dalla manovra estiva 2011 per ragioni di risparmio — perché una tale decisione sulla rete scolastica sarebbe invece spettata alle Regioni. La sentenza (n.147) della Consulta ha spiazzato l’amministrazione del Lazio, che lo scorso febbraio aveva approvato con una delibera di giunta il proprio piano per il prossimo anno applicando i criteri nazionali, nonostante molte polemiche da parte dell’opposizione, delle scuole e dei genitori, che avevano tentato anche diversi ricorsi al Tar, alcuni andati a buon fine, altri bocciati. «Ora è troppo tardi per rivedere il piano: se lo facessimo, le scuole rischierebbero di non aprire a settembre — spiega l’assessore all’Istruzione, Gabriella Sentinelli — Stiamo comunque aspettando indicazioni da parte del ministero dell’Istruzione e nel frattempo stiamo studiando il da farsi». Stando al pronunciamento della Consulta, la palla ora dovrebbe passare proprio alle Regioni, competenti a legiferare in materia…. L’associazione nazionale insegnanti e formatori (Anief) ha già annunciato che impugnerà «tutti i decreti regionali su cancellazioni e accorpamenti di istituti». Anche per questo, la Flc-Cgil chiede che venga riconvocato un tavolo regionale.

Corriere del Mezzogiorno – 9 giugno 2012
“Puglia. La Consulta boccia gli accorpamenti.. Scuola a rischio caos”
░ Ancora sull’esito favorevole che la Corte Costituzionale ha dato al ricorso presentato da Puglia, Toscana, Emilia, Liguria, Umbria, Sicilia e Basilicata, avverso al decreto 6 luglio 2011 (c.d. legge Gelmini).
La sentenza della Corte ha ritenuto fondato il ricorso ma, con questa decisione, ha mandato in tilt la stessa Regione Puglia e l'intero apparato amministrativo dell'ufficio scolastico che si occupa degli accorpamenti, degli organici e delle iscrizioni per il prossimo anno. La Puglia infatti, aveva sì presentato ricorso alla Corte Costituzionale, ma nel gennaio scorso aveva comunque varato il nuovo piano di dimensionamento, in base alla legge Gelmini. Istituendo 128 istituti comprensivi (riuniscono le scuole materne, elementari e medie sotto un unico dirigente), nati in seguito alla soppressione delle autonomie delle scuole al di sotto dei 600 alunni. In Puglia, secondo questo piano, si sono perse 28 autonomie per le scuole superiori e 160 per il primo ciclo (materne, elementari e medie). La macchina in sostanza è stata già avviata per il nuovo anno e anche i trasferimenti del personale sono stati pubblicati proprio pochi giorni fa. … Il caos quindi è alle porte per la scuola pugliese: o si decide di bloccare tutti i trasferimenti ma questo comporterebbe ritardi nell'avvio dell'anno scolastico o si procede con il piano di dimensionamento approvato. …. I danni provocati dal piano di dimensionamento sono stati enormi: migliaia di famiglie lamentano l'interruzione della continuità didattica e lo spostamento degli uffici di segreteria, mentre le lavoratrici e i lavoratori della scuola affrontano con disagio il fenomeno della soprannumerarietà e della mobilità coatta…

MIUR – Ufficio Stampa –11 giugno 2012
“Chiarimenti e rassicurazioni sui corsi di sostegno”
░ Con apposita circolare, il Miur ha offerto ai docenti in esubero la possibilità di acquisire il titolo come docenti di sostegno, e la cosa ha suscitato perplessità ampie, e timori tra i docenti di sostegno più indietro nelle graduatorie. Il Miur li rassicura con una nota, pubblicata sul focus del sito istituzionale. La riportiamo.
“Nelle ultime settimane alcuni siti hanno diffuso notizie allarmanti sulle conseguenze del Decreto direttoriale n. 7 del 16 aprile 2012, a firma del Direttore generale del personale scolastico, che istituisce i corsi, facoltativi e gratuiti, destinati al personale scolastico in esubero, per acquisire il titolo di docente specializzato per le attività di sostegno. Si accredita l’ipotesi che i suddetti corsi possano togliere posti ai docenti già specializzati di ruolo o precari in servizio sul sostegno e che questa certezza avrebbe poi indotto il MIUR a ritardarne e sospenderne l’attuazione. Sembra opportuno smentire entrambe le previsioni. Il corso inizierà nei prossimi giorni in ossequio ad un preciso impegno contrattuale di riconversione del personale docente stabilizzato in esubero rispetto ai posti di organico. Il continuo incremento dei posti di sostegno, registrato negli ultimi anni, farebbe escludere ripercussioni negative sulle assunzioni del personale precario nel prossimo anno scolastico.”

www.aipd.it/cms/schedenormative –11 giugno 2012
“Nuova sentenza collettiva sul massimo delle ore di sostegno”
░ Riportiamo, in parte, la Scheda n. 387, (TAR Lazio 5123/12), la ennesima dell’efficace, aggiornato prontuario prodotto da Salvatore Nocera, il responsabile dell’Area Normativo-Giuridica dell’Osservatorio Scolastico sull’Integrazione dell’AIPD Nazionale.
Come era prevedibile, dopo la prima sentenza (tar Lazio sent.2199/2012), il TAR Lazio ha emesso la seconda sentenza n.5123/2012, accogliendo il ricorso collettivo (promosso come il primo dal Coordinamento Scuole Elementari di Roma), di sostegno in deroga 1 a 1. La sentenza è interessante perché consolida un orientamento delle famiglie volto a risparmiare rispetto ai ricorsi singoli. E' altresì interessante perché pone il Ministero di fronte non più a singoli obblighi di adeguamento del numero di ore di sostegno, ma a obblighi collettivi di svariate decine di ricorrenti che potrebbero diventare svariate centinaia ed alcune migliaia anche nel giro di pochi mesi. Il MIUR è stato condannato a pagare € 2000 globali di spesa… Ovviamente la sentenza intervenuta al termine delle lezioni, non verrà eseguita per il corrente anno scolastico, ma come espressamente detto nel dispositivo, dovrà essere applicata a partire dal nuovo anno scolastico. … La sentenza costituisce indubbiamente un vantaggio per le famiglie. Ai fini della qualità dell'inclusione scolastica però suscita qualche perplessità: 1. E' stato riconosciuto il massimo delle ore di sostegno a tutti i 41 ricorrenti. Non è detto nella sentenza se sia stata analizzata la situazione di ciascuno per verificare se "la specificità del deficit" richiedesse necessariamente il massimo delle ore di sostegno; verifica richiesta invece dalla sentenza della Corte costituzionale n.80/2010 e dalla successiva sentenza del Consiglio di Stato 2231//2010. 2. Una sentenza "di massa", che ribadisce l'obbligo del MIUR di assegnare in tutti i casi di gravità il massimo delle ore di sostegno, rinforza nell'opinione pubblica la convinzione che il sostegno, se non l'unica, certamente la principale risorsa per l'inclusione scolastica; è ciò in contrasto con la logica originaria dell'inclusione stessa che puntava invece, come risorsa primaria, sulla presa in carico dei docenti curricolari, sia pur affiancati dai colleghi specializzati….

www.aipd.it/Osservatorio Scolastico AIPD –11 giugno 2012
“Raccolta Buone Prassi d'integrazione scolastica”
░ Richiesta di collaborazione, firmata dallo staff Area Psico-Pedagogica dell'Osservatorio Scolastico AIPD (Paola Gherardini, Salvatore Nocera, Nicola Tagliani, Anna Lastella), largamente meritevole di collaborazione.
Carissimi genitori, dirigenti, docenti, assistenti e quanti per qualunque motivo sono in contatto con noi, alla fine dell'anno scolastico vi chiediamo di aiutarci nel nostro costante lavoro di raccolta e diffusione di Buone Prassi d'inclusione scolastica. Come abbiamo ribadito nel nostro ultimo seminario del 24 marzo scorso “noi abbiamo sempre sostenuto che non è possibile individuare strumenti predefiniti o un’unica modalità d’insegnamento validi per tutti, perché c’è grande variabilità individuale tra gli alunni con sindrome di Down. Piuttosto occorre individuare, creativamente e criticamente, delle strategie che sappiano coniugare individualizzazione e percorso collettivo, eventualmente anche utilizzando metodi o strategie già esistenti, ma con intelligenza e flessibilità mettendo sempre al centro l’unicità e la peculiarità della persona." Per questo abbiamo sempre creduto nell'utilità ed efficacia di raccogliere e far conoscere esperienze positive di inclusione degli alunni con sindrome di Down. Non per dare dei modelli da ricalcare, ma per fornire esempi di qualcosa che in un determinato contesto ha funzionato e che possano stimolare altri a mettersi in gioco e provare. Far sapere che, nonostante tutte le difficoltà, si può fare è secondo noi una delle carte vincenti per contribuire a migliorare la qualità dell'inclusione scolastica dei nostri alunni! Per questo negli anni ci siamo impegnati anche per realizzare specifici materiali: - il Quaderno AIPD n° 18 "Verso una scuola più competente e partecipata" (2008) - www.aipd.it/cms/node/55; - il DVD "Buone Prassi Crescono" (2010) - www.aipd.it/cms/trailer_video_buoneprassi. Ma visto che crediamo anche nelle grandi potenzialità della rete, da diversi anni abbiamo realizzato sul nostro sito un archivio di Buone Prassi e di Piccole Idee Efficaci per raccogliere costantemente e diffondere in maniera veloce esperienze e strategie efficaci di inclusione. Per ampliare la nostra raccolta, disponibile gratuitamente per tutti, abbiamo però bisogno del vostro aiuto, che siete i protagonisti attivi sul campo! Vi chiediamo quindi di visitare le pagine dedicate al nostro Sportello Informativo (www.aipd.it/cms/osservatorioscolastico) e di segnalarci esperienze positive di inclusione scolastica che avete realizzato o conosciuto da pubblicare sul nostro sito e magari da utilizzare in materiali specifici che potremo predisporre in futuro. Per farlo potete inviarci le apposite schede che trovate sul nostro sito nelle pagine www.aipd.it/cms/buoneprassi e www.aipd.it/cms/piccoleideeefficaci...Le
esperienze raccolte saranno diffuse in forma anonima, senza indicare dati personali, se non espressamente richiesto e/o autorizzato. Vi ringraziamo in anticipo per la collaborazione, anche a nome di quanti potranno conoscere e trarre spunto dalle vostre esperienze!

La Sicilia – 12 giugno 2012
“Il vaso di Pandora delle invalidità facili”
░ Maria Teresa Giglio sul tema degli indennizzi “facili”, a Siracusa.
Si sta rivelando un «vaso di Pandora» il sistema degli indennizzi per invalidità. I finanzieri hanno portato alla luce nuovi casi di indebita attribuzione, denunciando 17 persone. Si tratta di sedici falsi ciechi e di un oculista, firmatario delle false certificazioni di invalidità. Una truffa all'Inps, con un danno economico di oltre un milione di euro, un raggiro all'Asp, ma anche un danno per quegli invalidi che hanno realmente diritto ai sostegni. … La Guardia di finanza ha anche scoperto che alcuni dei sedici falsi ciechi sono dipendenti pubblici e pertanto le indagini saranno estese anche sulle modalità di assunzione, visto che non risultano ingaggiati dalle liste speciali. Il comandante provinciale delle fiamme gialle Giuseppe Cuzzocrea ha già avuto modo di precisare l'attenzione dei finanzieri su ogni forma di truffa al sistema pubblico, specie quando questo va a riflettersi sul cittadino… «Nel caso delle false invalidità si va a danneggiare un sistema finalizzato ad aiutare chi ne ha realmente bisogno… ».

Il Fatto Q-quotidiano – 12 giugno 2012
“L’incultura di Profumo”
░ Angelo d’Orsi ci va giù durissimo, e il titolo (volutamente equivoco) appesantisce il tutto. Dubitiamo che, per il Ministro Profumo, abbia provato, come scrive, “tenerezza”.
L’ho visto. Alla tv. L’ho sentito parlare, anzi parlottare, esitante, incerto, vaghissimo. Forse giustamente imbarazzato. “Ci spieghi la sua proposta”, lo incalzava il conduttore. E lui incespicava, bofonchiava, guardava in aria come a cercare sostegno da parte di superiori autorità. Mi ha fatto tenerezza. Chi? Il ministro Profumo. Titolare del Miur, Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca. Il dicastero devastato da una serie di predecessori negli ultimi vent’anni (eccezioni? Forse De Mauro, rimasto troppo poco), a partire da Luigi Berlinguer, fino all’inclita Mariastella Gelmini. Non è neppure colpa sua – dico, del ministro in carica – se il ministero gli scoppia tra le mani. Ma è certo sua la colpa di aver prima fatto il consulente della signora Gelmini – il punto terminale, in ogni senso, di una sequenza quasi tutta peggiorativa di donne e uomini che hanno seduto sulla poltrona che fu di Benedetto Croce e di Giovanni Gentile… La scuola italiana soffre di una spaventosa carenza di risorse economiche, che significa insufficienza di docenti, precariato a vita per decine di migliaia di altri, carenza di materiali didattici, blocco degli acquisti da parte delle biblioteche scolastiche, impossibilità di effettuare verifiche di stabilità degli edifici, con i rischi che scopriamo poi diventare tragedie, troppo tardi, quando una scuola crolla; e così via, in un infinito cahier de doléances che il ministro, un qualsivoglia ministro, ben conosce o dovrebbe conoscere. In una decadenza generale gli insegnanti demotivati, sottopagati e maltrattati, oggetti di campagne diffamatorie, riescono a lavorare male, per forza di cose, e certo il sistema didattico complessivo e la società della comunicazione poco li aiuta. Sicché dalla scuola escono ragazzi impreparati ad affrontare tanto l’università (divenuta un enorme posteggio di forza di lavoro di riserva), quanto altre scelte. Consiglio al ministro un librino appena edito di Fabrizio Tonello, L’età dell’ignoranza (Bruno Mondadori) che in poche pagine radiografa impietosamente la situazione, mostrandoci un mondo dominato da un semianalfabetismo… La cultura, che comincia a scuola, ma certo là non si deve fermare, fa bene alla democrazia, insomma. E l’incultura, che si costruisce a partire da una scuola in difficoltà, da famiglie nel disagio, da una comunicazione mediatica diseducativa (e sgrammaticata, fondata sull’ignoranza più crassa dei suoi personaggi), l’incultura alla democrazia nuoce potentemente. In tutto questo sfascio, dove eroicamente scolari e docenti cercano di resistere, che cosa ti propone il ministro? I tornei per designare l’alunno dell’anno (qualcuno ha replicato: e gli insegnanti? Ma è una richiesta che accetta una logica da respingere, invece). Premiare il merito,dice,come fanno tutti i media mainstream che accolgono condiscendenti anche le ribadite proposte sull’inglese obbligatorio nelle scuole di ogni ordine e grado (e nell’università: che il Politecnico di Milano obblighi dal prossimo anno tutti i docenti far lezione in inglese è uno scandalo gigantesco su cui occorrerà fare le barricate, tanto per dire). Merito, Competizione, Mercato. Sono parole che si connettono strettamente fra di loro. Ma è davvero questo che occorre nella scuola italiana? Il merito è quello di chi ancora ci lavora e cerca di studiare, in una situazione ogni anno più grave; il merito è degli insegnanti che non rinunciano a fare al meglio il loro lavoro, malgrado tutto; degli studenti che non mollano, sedotti dal calcio e dalla tv. Se si vuole premiare il merito si consenta a docenti e discenti di lavorare. Si diano loro risorse, strutture sicure, servizi, aiuti. La crisi economica si supera anche, e innanzi tutto, “investendo sul futuro”, ci sentiamo ripetere ogni giorno. E da dove mai si vuole incominciare, se non dalla scuola?

L’Unità – 13 giugno 2012
“La consulta boccia il dimensionamento?”
░ Di Gian Carlo Sacchi e Giovanni Bachelet.
Nel 2001 è stata varata la riforma costituzionale che, in materia di istruzione, oltre a riconoscere l’autonomia delle istituzioni scolastiche, implica una nuova ripartizione di competenze tra Stato e Regioni. A distanza di 11 anni, però, non è stata ancora approvata la necessaria intesa applicativa; cosí Stato e Regioni si combattono a suon di ricorsi alla Corte Costituzionale, e le sentenze colmano il perdurante vuoto politico. L’ultima di esse, giovedí scorso, riguarda il dimensionamento delle scuole del primo ciclo, ma interessa chiunque si trovi a decidere della rete scolastica sul territorio. Lo scorso luglio il governo Tremonti-Gelmini aveva previsto la costituzione di istituti comprensivi di mille alunni, con deroghe per zone di montagna e piccole isole. La Corte ha bocciato questo provvedimento, riportando i parametri ai precedenti limiti (inferiori), ma soprattutto ribadendo la competenza delle Regioni sulla programmazione del servizio. A questo punto anche le non poche Regioni che, obtorto collo, hanno già provveduto a ridefinire i piani, potranno rivederli con notevole disagio alla vigilia del nuovo anno scolastico, in particolare per l’assegnazione del personale, rimasta di competenza dello Stato. Dove i piani regionali già definiti si limitavano ad obbedire ai numeri, la sentenza consentirà una programmazione più flessibile; dove corrispondevano a parametri di efficienza territoriale, sarà sensato mantenerli. Un istituto comprensivo può nascere al solo scopo di risparmiare dirigente scolastico e direttore amministrativo e peggiorare l’offerta formativa, o invece migliorarla, rendendo effettiva la continuità didattica nella scuola dell’obbligo secondo l’originario disegno di Berlinguer; anche nel secondo ciclo, in opportune circostanze, gli "istituti superiori multi-indirizzo" possono dare stabilità all’offerta formativa e favorire occasioni di riorientamento per gli studenti. La sostanza costituzionale che questa sentenza ribadisce è comunque che allo Stato, sulla base delle compatibilità di finanza pubblica, compete la definizione dei parametri numerici delle scuole statali, che riguardano i valori medi; alle Regioni il potere di programmazione; all’intesa Stato-Regioni l’assegnazione e l’utilizzo del personale. È davvero incredibile che tale intesa, snobbata dalla Moratti e giunta quasi a compimento sotto Fioroni, sia ancora sul binario morto sul quale l’ha abbandonata la Gelmini. Sarebbe bene affrontarla al più presto, anche per evitare che ogni nuovo contenzioso metta a soqquadro la programmazione e l’organizzazione della scuola; la quale, invece, ha bisogno di tempi e risorse certe per un servizio partecipato e efficiente. A questo scopo, mentre in Parlamento si discute la riforma degli enti locali e in particolare l’unione dei comuni e la riorganizzazione delle province, sarebbe anche importante che i servizi formativi, riconosciuti “funzioni fondamentali”, rientrassero in questa complessiva azione di ristrutturazione.

http://www.flcgil.it – 14 giugno 2012
“La consulta boccia il dimensionamento?”
░ La CGIL mobilita a favore dei piccoli terremotati;occorrono insegnanti e personale per l’assistenza. Svolgeranno attività, in luglio e agosto, dedicate ai bambini dai tre ai 14 anni che vivono nei comuni terremotati. Coinvolto anche il noto pedagogista Andrea Canevaro.
Svolgeranno attività educative, in luglio e agosto, dedicate ai bambini dai tre ai 14 anni che vivono nei comuni terremotati. E' l'appello di Flc-Cgil che stanno studiando un progetto per offrire attività educative di gruppo a tutti i bambini fra i tre e i 14 anni che vivono nelle zone terremotate nel periodo di chiusura delle scuole, in luglio e agosto. Il progetto è denominato "Insieme la scuola non crolla" e la Flc è pronta a sostenere le spese per il viaggio e l'alloggio dei docenti volontari, ma anche a pagare i materiali necessari per le attività. In pista, poi, grazie ad un accordo con l'Alma mater, scenderanno anche studenti (volontari) della Facoltà di Scienze della formazione dell'Università di Bologna, che daranno il contributo alle attività educative svolgendo il loro tirocinio nelle zone terremotate. Il progetto, ideato dalla Flc regionale e dal centro nazionale Flc, sta prendendo corpo in sinergia con le istituzioni scolastiche, i Comuni coinvolti, la Protezione civile, la Regione e altre realtà, tra cui l'Università di Bologna, ci tiene a sottolineare il sindacato. «Non ci vogliamo sovrapporre ad altre attività, la nostra idea e' metterci a disposizione con personale qualificato, ma siamo aperti a collaborare con chi condivida le nostre finalità e il nostro metodo», spiega Raffaella Morsia, segretaria regionale Flc…. I docenti e i bidelli che intendono rendersi disponibili (il periodo minimo e' una settimana) devono essere inviare la propria adesione all'apposito indirizzo mail attivato dalla Cgil, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Possono partecipare tutti i docenti di ogni grado. La Cgil punta sulla loro "competenza" di insegnanti, ma per tutti (e in particolare per gli studenti di Scienze della formazione dell'Alma mater) sono previsti dei brevi corsi di formazione e forme di tutoraggio per mettere a punto meglio le "strategie" con cui organizzare le attività. I corsi saranno organizzati con la collaborazione dell'Università di Bologna: tra gli altri, la Cgil sta lavorando con il professor Andrea Canevaro, che già in passato si e' occupato di attività per ragazzi in situazione difficili (in Giappone, Ruanda, ex Jugoslavia e all'istituto Salvemini di Casalecchio).

 

 

wwwww.la Repubblica.it - 29 maggio 2012
“Arriva il giorno del merito ma il ministro è rimasto solo”
░ Sui quotidiani campeggia la locuzione “riforma della scuola”. Se ne abusa. All’epoca del Falcucci, di riforma non se ne parlava e però la si faceva. Luigi Berlinguer e la Moratti hanno disegnato, complessive e coerenti, le loro “riforme”, che però non hanno avuto seguito, per veti politici contrapposti. Del termine “riforma” s’è poi abusato all’epoca della Gelmini, per qualificare provvedimenti intesi unicamente al risparmio erariale, e adesso si parla di “riforma” per provvedimenti spiccioli. Sarebbe troppo pretendere, almeno, l’uso corretto dei termini?
La riforma sul merito è divisa in due parti: una per la valorizzazione dei migliori a scuola, l'altra per la valorizzazione dei migliori all'università. Viene istituita la nuova figura dello studente dell'anno, per esempio: ogni scuola potrà eleggere il più bravo fra coloro che avranno preso 100 e lode della maturità. Il prescelto avrà una borsa di studio aggiuntiva e uno sconto del 30% sulle tasse universitarie. Ma anche tariffe abbattute per viaggiare in bus ed entrare nei musei, grazie alla card "IoMerito". E poi per gli studenti migliori le master class, corsi estivi da seguire gratuitamente. Sono previsti, ancora, premi per le scuole migliori e all'università più test per tutti. Il provvedimento doveva essere un disegno di legge, ma il governo all'ultimo momento lo ha trasformato in un decreto. 

Asasi - La Letterina n.325 - 31 maggio 2012
“Ritorni a scuola la Educazione civica”
░ Riportiamo la valutazione del preside Adernò: alla Educazione civica, da sempre Cenerentola dell’attività nelle scuole, è stata attribuita una veste unicamente interdisciplinare (Educazione alla “Cittadinanza e Costituzione”); meglio restituirle lo status di disciplina autonoma.
Considerato un progetto e non una materia di studio, l’insegnamento dell’Educazione civica occupa uno spazio marginale e ridotto, legato spesso ad una specifica sensibilita di alcuni docenti e non coinvolge in tal modo tutti gli studenti, non diventa “progetto di scuola”.
Al di la della nomenclatura, quando alcuni anni fa si e tentato di ripristinare l’ora di Educazione civica, come ora di lezione, autonoma, obbligatoria e come disciplina con votazione nella pagella, si era recuperato uno spazio scolastico di insegnamento-apprendimento ben definito e codificato. Sembrava una bella battaglia vinta, dopo tanti anni di apparente “trasversalita” dell’insegnamento civico, ma di fatto considerata la disciplina “cenerentola” e lasciata alla buona volonta di alcuni docenti particolarmente sensibili, come avviene ancora oggi con il progetto legalità…. Perche non restituire la dignita di disciplina all’Educazione civica in tutte le scuole assegnando un’ora settimanale o, secondo i principi della didattica modulare, due moduli di 15 ore annue per tutte le classi in ogni ordine e grado? L’educazione civica non e sostituibile ne incorporabile alle ore di storia, fra l’altro diminuite e condensate in “geostoria”, ne tanto meno alle ore di “Diritto” come avviene solo in alcuni istituti di secondo grado. Si chiede al Ministro che ha dichiarato: “Nei prossimi giorni lavorerò ad iniziative in questo senso” che venga ridisegnata come “materia scolastica”, con contenuti e programmi, valutazioni e voti…

l’Unità - 1 giugno 2012
“Il merito nella scuola. Istruzioni per l'uso”.
░ Riportiamo le parole – chiare, e che pienamente condividiamo - di uno dei pedagogisti e docimologi di maggiore prestigio: Benedetto Vertecchi: la valutazione del “merito” va contestualizzata.
Il richiamo al merito degli alunni può avere due significati, del tutto diversi. Il primo sta a indicare che, in un quadro in cui tutti fruiscono delle medesime opportunità, alcuni studenti ottengono risultati migliori di altri. L’altro significato prescinde da riferimenti di contesto e considera il merito come una qualità assoluta, che deve essere riconosciuta a chi ha rivelato, per i risultati conseguiti, caratteristiche personali migliori. Mentre il primo significato risponde a una concezione democratica dell’educazione formale (quella impartita nelle scuole), l’altro significato ha lo scopo di rendere accettabile, e persino desiderabile, il manifestarsi del determinismo sociale. Se nell’apprezzare il merito si prescinde, infatti, dal considerare in che modo determinati risultati siano stati raggiunti, giudizi ugualmente fondati investono tutti gli allievi, quelli che godono di una condizione originaria di vantaggio come quelli che per ottenere un risultato positivo devono superare il condizionamento negativo al quale sono soggetti. Per rendere accettabile il merito come manifestazione di un apprendimento per conseguire il quale sia stato necessario impegnare la propria intelligenza, dimostrando insieme qualità positive sul piano morale, occorre preliminarmente assicurare a tutti condizioni di studio adeguate alle loro esigenze. In altre parole, si può apprezzare il merito solo se si rivela dopo che sia stata assicurata una sostanziale uguaglianza delle opportunità di apprendere. Se tale condizione è lontana dall’essere raggiunta (o, peggio, se non è neanche perseguita) riconoscere il merito degli allievi migliori equivale a cospargere di belletti un sistema iniquo. ….I provvedimenti che, con orrido aggettivo sono definiti premiali, ripropongono interpretazioni della riuscita scolastica centrate solo sulle caratteristiche personali, tacendo sulle ragioni delle differenze che si manifestano tra gli allievi. E tacendo anche sulle responsabilità che si collegano all’assenza di politiche volte a qualificare il profilo culturale della popolazione nel suo complesso, come se fosse possibile isolare le condizioni dello sviluppo degli allievi dalle interazioni col resto della società. Il merito si incoraggia e si apprezza solo perseguendo l’equità.

La Repubblica - 2 giugno 2012
“I 50 anni della scuola media”
░ Riportiamo parte di un articolo di Massimo Recalcati: chiarisce la differenza tra le rigidità, inutili e dannose, della vecchia didattica verticale, e la cesura, difficile ma che è necessaria per la formazione, che la frequenza scolastica crea nello sviluppo della personalità.
La mia generazione è stata vittima di una Scuola rigidamente e ferocemente disciplinare….Il rifiuto di apprendere fu allora il mio moto personale di protesta. Non volevo digerire quel sapere che pretendeva di essere così stupidamente assoluto…. Rigettavamo la dimensione obbligatoria della Scuola…. Quello che ci sfuggiva era la funzione fondamentale che la Scuola è chiamata ad esercitare nella formazione del soggetto…. Eppure il paradosso della Scuola – e il carattere decisivo della sua funzione – si situa proprio qui: come si può fare sorgere il desiderio di sapere, quando l´apprendimento del sapere deve essere obbligatorio ?... L´obbligo della scolarizzazione non deve essere confuso con l´azione repressivo-disciplinare della Scuola. … L´obbligo della scolarizzazione impone un trauma benefico e necessario. Questo trauma è innanzitutto il trauma della de-maternalizzazione della lingua. È un trauma che impone un taglio, una separazione del soggetto dalla sua famiglia. In nessun modo la propria famiglia può esaurire il mondo; la Scuola segna l´uscita dal mondo della famiglia e l´incontro possibile con altri mondi. L´obbligo che essa deve incarnare è l´obbligo di lasciare la propria lingua madre. O, meglio, è l´obbligo di tradurre quella lingua in altre lingue…. La Scuola porta con sé – nel suo proprio Dna – un´anima profondamente multiculturale perché sancisce l´obbligo dell´umano di rivolgersi al mondo, di staccarsi dal clan di appartenenza, o meglio, di vivere e di giocare culturalmente la propria appartenenza nella contaminazione e nell´incontro con l´Altro. Nel nostro tempo la Scuola non è un´istituzione disciplinare, ma una istituzione di resistenza all´indisciplina di un iperedonismo che non conosce limiti. La resistenza della Scuola consiste oggi nel sostenere il valore traumatico della Legge della parola, in un´epoca dove il solo obbligo che sembra esistere è quello per il godimento fine a se stesso. Non casualmente una delle cifre più significative del disagio della civiltà contemporaneo è la crisi generalizzata del discorso educativo.…. L´obbligo della Scuola è benefico perché si sostiene su di una promessa di fondo. È la promessa che esiste un godimento più forte, più potente, più grande di quello promesso dal consumo immediato e dalla dipendenza dall´oggetto. Questo altro godimento si può raggiungere solo per la via della parola: è godimento della lettura, della scrittura, della cultura, dell´azione collettiva, del lavoro, dell´amore, dell´erotismo, dell´incontro, del gioco. La promessa che la Scuola oggi sostiene controvento è che il desiderio umano per dispiegarsi, per divenire capace di realizzazione ha bisogno, di qualcosa che sappia incarnare la Legge della parola, perché, sappiamo, senza questa legge non c´è desiderio, ma solo disumanizzazione della vita.

www.la Repubblica.it – 3 giugno 2012
“Scuole e atenei, ecco la riforma”
░ Articolo di Corrado Zunino. Il ministro Profumo incontra intoppi politici ed economici, per la parte scolastica da inserire nel pacchetto “merito”: premi per studenti, scuole e atenei virtuosi, che a suo modo di vedere dovrebbero incentivare la competitività e rendere il sistema Italia competitivo sul mercato globale.
….la bordata di critiche - dal Pd dalla Cgil, dai centristi agli studenti organizzati e su altri versanti da Pdl e Confindustria - è stata così assordante da sorprendere il ministro Francesco Profumo. «Questa riforma ce la chiede l´Europa della cultura e del lavoro», risponde lui. E ce la impongono mercati sempre più internazionali e anglofili, sempre più specialistici e desiderosi di pescare dalle università i migliori…. In ogni singola scuola superiore nascerà lo "studente dell´anno" (i migliori discenti, tenendo conto, però, dell´impegno e del reddito familiare). Avranno sconti sui bus e alle mostre e quando andranno all´università pagheranno un terzo in meno l´iscrizione. Negli atenei nasceranno le figure dei "migliori laureati" e dei "migliori dottorati". E così, in un tentativo di proteggere e rilanciare arti e musica, nei conservatori e nelle accademie nazionali. Diventeranno prassi le Olimpiadi della matematica, dell´italiano, dell´astronomia. Nazionali e internazionali. Ci sarà l´obbligo di 100 ore di didattica per i prof universitari e saranno decurtati i finanziamenti agli atenei che non assumeranno gli insegnanti migliori, scelti da una commissione con quattro commissari su cinque esterni (uno sarà straniero)…. Premi per docenti e ricercatori universitari, «in numero non superiore al 20%», dopo «una valutazione pregevole della loro didattica», secondo criteri stabiliti con regolamento di ateneo. Stop all´assenteismo dei professori d´ateneo: chi è a tempo pieno dovrà garantire 100 ore di didattica frontale ogni stagione, 80 ore per chi è a tempo definito. Gli studenti che hanno ottenuto i crediti formativi universitari previsti e con votazione media non inferiore a 28/30 possono sostenere l´esame di laurea con un anno di anticipo. Gli studenti dei corsi di dottorato di ricerca possono conseguire il relativo diploma con un anno di anticipo, previo giudizio del collegio dei docenti. Possibile l´iscrizione in due università di pari livello (due triennali, due specialistiche, due master). Gli Atenei forniranno un elenco del 5 per cento dei laureati più bravi: saranno pubblicati sul sito del ministero dell´Istruzione e avranno una corsia privilegiata verso il lavoro grazie a incentivi fiscali applicati ai datori di lavoro per due stagioni (meno tasse sul reddito fino al 30% per chi li assume a tempo indeterminato entro tre anni dalla conquista della laurea). Il "portfolio" dello studente potrà essere consultabile dalle aziende e renderà pubbliche la conoscenza delle lingue straniere, le competenze musicali e informatiche, le esperienze di associazionismo, volontariato e sportive. Le università migliori aderiranno a un´organizzazione internazionale del baccellierato, rete di istituti d´eccellenza. La questione più visibile del "decreto merito" sarà lo "studente dell´anno". Ogni istituto superiore dalla prossima stagione lo sceglierà tra chi avrà i voti più alti alla maturità, a partire da 100, tenendo conto della media degli ultimi tre anni, dell´impegno sociale e del reddito familiare. Lo "studente migliore" avrà una riduzione almeno del 30% delle tasse per l´iscrizione al primo anno di università e una borsa di studio aggiuntiva. Con la card "Iomerito" otterrà sconti per musei e trasporti. Nel corso dell´anno scolastico i primi tre piazzati alla fase nazionale delle Olimpiadi per materie scolastiche saranno iscritti (gratuitamente) a "master class" estivi nella disciplina affrontata. Da ottobre Olimpiadi internazionali in sette materie. Internazionalizzazione degli atenei grazie a incentivi per attrarre docenti dall´estero e per spingere pubblicazioni in inglese. E poi riforma dei convitti nazionali e degli educandati statali, ridenominati collegi italiani internazionali: anche questi dovranno diventare calamite di studenti e insegnanti stranieri e saranno aperti alla residenzialità e alla semiresidenzialità anche nei periodi estivi. Fin dal primo anno di studi superiori si applicano i metodi linguistici Clil (immersione linguistica). Le università e gli istituti superiori di insegnamento a livello universitario aventi sede nel territorio di Stati esteri, e là riconosciuti come enti senza scopo di lucro, possono insediare proprie filiazioni in Italia. Resta il numero chiuso per Medicina e Architettura, ma per ogni facoltà le matricole dovranno fare il "test diagnostico" per capire se sono tagliate o no per quell´indirizzo (oggi uno studente su cinque abbandona l´università dopo il primo anno). Sul fronte concorsi, resiste l´abilitazione nazionale al titolo di professore ordinario, associato o ricercatore. La commissione sarà composta da cinque membri: uno designato dall´ateneo e tre esterni, sorteggiati. Il quinto sarà sorteggiato da una lista di studiosi in servizio presso atenei di Paesi aderenti all´Ocse. L´Agenzia di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) stabilirà se i docenti prescelti avranno le caratteristiche richieste, altrimenti gli atenei perderanno quote di finanziamenti ordinari. Le istituzioni dell´alta formazione artistica, musicale e coreutica valorizzano il merito e l´eccellenza dei propri studenti in base a sistemi premianti. Promuovono il coinvolgimento degli studenti in iniziative, nazionali e internazionali, di confronto e di competizione e in percorsi di studio di alta qualità. Nasce il Premio nazionale delle arti. Al vincitore di ciascuna sezione artistica è riconosciuta la riduzione di almeno il 30% delle tasse per l´iscrizione all´anno successivo o all´anno in corso se è l´ultima stagione. Il ministero dell´Istruzione sostiene progetti di produzione nel campo musicale di rilevanza nazionale, finalizzati a consolidare le esperienze degli studenti nelle formazioni orchestrali.

La Repubblica - 4 giugno 2012
“La “riforma del merito” in una scuola che non riesce a incidere sulle disparità sociali”.
░ Una stroncatura, a firma Rosaria Amato: leggendo il progetto di riforma della scuola – scrive – la sensazione è che chi l’ha messo a punto non abbia le idee chiarissime su come funzionano la scuola e l’università.
Per esempio la norma secondo la quale ogni istituto superiore dovrà scegliere lo studente dell’anno in base al voto dell’università e alla media degli ultimi tre anni, che avrà in premio uno sconto del 30% delle tasse del primo anno d’università, risulta abbastanza inutile in un sistema universitario che, di solito, esonera gli studenti che hanno preso 100 o 100 e lode alla maturità dal pagamento delle tasse del primo anno. E spesso fornisce agli stessi studenti una borsa di studio. Certo, dipende da università a università. La norma di legge varrebbe invece su tutto il territorio dello Stato. Ma solo per uno studente a scuola, un numero di gran lunga inferiore rispetto a quello degli studenti che attualmente beneficiano dell’esonero garantito dalle varie università.
Altra obiezione che si potrebbe fare (più consona allo stile di questo blog, che si chiama percentualmente) è: c’è una logica nel reperire a fatica i fondi per una riforma non condivisa a fronte di un sistema scolastico gravemente depauperato e sostenuto in misura sempre più consistente dai genitori? Secondo un’indagine pubblicata all’interno del 44° Rapporto del Censis, il 53,1% delle scuole italiane chiede un contributo “volontario” ai genitori, che contribuiscono massicciamente (82,7%). Il contributo serve per “acquistare materiali didattici”, migliorare le dotazioni informatiche, le palestre, persino, nel 43,1% dei casi, per fornire “supporto economico agli studenti più indigenti per assicurare la loro partecipazione alle attività didattico formative”. Quest’ultima motivazione, certo, rende perplessi. Ma non dovrebbe essere compito dello Stato supportare gli studenti indigenti per permettere loro di partecipare alle attività didattico-formative? Lasciamo stare il fatto che a troppi genitori venga chiesto di comprare la carta igienica per la scuola. Ma il supporto agli studenti indigenti non è tra i compiti della scuola, non è una delle migliori applicazioni del secondo comma dell’articolo 3 della Costituzione, quello che dice che la Repubblica deve rimuovere gli ostacoli che impediscono l’effettiva eguaglianze tra i cittadini? Per inciso, ormai sono tanti anche i genitori che danno la tinta alle pareti. Per il Censis i genitori-operai danno il loro contributo nel 13,6% delle scuole italiane. Ci sono anche i genitori che lavano le tende, e quelli che riparano le sedie, i tavoli e gli armadi.
Infine, è giustissimo valorizzare il merito (per l’appunto, le università lo hanno sempre fatto, con l’esonero delle tasse e le borse di studio, e anche i presidi hanno cercato di fare del loro meglio, fondi permettendo), ma in un Paese come l’Italia, il Paese delle disuguaglianze, il Paese con l’ascensore sociale più bloccato d’Europa, forse la scuola dovrebbe aiutare tutti i ragazzi economicamente svantaggiati (non solo il primo della classe) a emergere, a inserirsi in una società che fa di tutto per tenerli “al loro posto”, ben fermi all’interno della classe sociale alla quale appartengono, senza poter fare neanche un passetto in avanti. Circostanza ampiamente analizzata dall’ultimo Rapporto Istat: in Italia appena il 20,3% dei figli degli operai è arrivato all’università, contro il 61,9% dei figli delle classi agiate, della generazione nata negli anni ‘80. Il 30% dei figli degli operai abbandona le scuole superiori contro appena il 6,7% dei figli di dirigenti, imprenditori, liberi professionisti. Negli altri Paesi non funziona così, anche perché in Italia la dispersione scolastica è molto più alta che altrove, prova ne è questo grafico dell’Ocse:
ItaliaOggi – 5 giugno 2012
“Il dirigente non decide l'orario”
░ Un'ordinanza del Tar Toscana nega che la riforma Brunetta abbia modificato la materia. (di Antimo Di Geronimo).
Sabato libero, conta la delibera del consiglio di istituto. Il dirigente scolastico non ha il potere di disattendere o dichiarare illegittime le delibere del consiglio di istituto concernenti l'orario scolastico. Il decreto Brunetta, infatti, ha semplicemente decontrattualizzato la materia, ma non ha modificato le competenze degli organi collegiali della scuola. É quanto si evince da un'ordinanza sospensiva del Tar della Toscana (347/2012) depositata il 30 maggio scorso, con la quale ha sospeso il provvedimento di un dirigente scolastico. Che aveva rifiutato di attenersi ad una deliberazione del consiglio di istituto della sua scuola riguardante la scansione dell'orario di lezione. Il preside, infatti aveva comunicato al presidente del consiglio di istituto di ritenere «che la delibera del consiglio di istituto n. 10 del 19.12.2011 sia illegittima e che la competenza in materia di adattamento del modello scolastico (sabato libero) sia del dirigente scolastico, sentiti gli organi collegiali e considerate le necessità degli enti locali». Di qui l'esperimento dell'azione giudiziale da parte di un gruppo di genitori, che terminava con l'accoglimento del ricorso e la sospensione del provvedimento. La questione è frutto di un equivoco, abbastanza diffuso, ingenerato dall'entrata in vigore del decreto Brunetta. Che ha indotto alcuni dirigenti scolastici a ritenere che la decontrattualizzazione di alcune materie gestionali (tra cui l'orario scolastico) abbia ingenerato l'assunzione di pieni poteri in tali materie da parte dei dirigenti. Sulla base di questa convinzione, c'è stato persino un dirigente scolastico che ha trasferito d'ufficio una lavoratrice a un plesso distante circa 40 chilometri, pur essendo inamovibile ai sensi della legge 104/92. Ma le cose stanno diversamente. La decontrattualizzazione, infatti, ha riportato in vita le disposizioni di legge che regolavano questi ambiti prima della loro devoluzione al tavolo negoziale. Nel caso specifico, l'art.10 del decreto legislativo 297/94, per quanto riguarda le competenza del consiglio di istituto. E l'art. 7 per quelle del collegio dei docenti. Il procedimento è caratterizzato da tre fasi. Nella prima fase, il consiglio di istituto detta le regole per la compilazione dell'orario e la relativa scansione settimanale, compresa l'eventuale settimana corta. Dopo di che il collegio dei docenti dà un parere tecnico sulla relativa attuazione. Infine, il dirigente scolastico vi dà attuazione con un provvedimento, che deve essere informato ai criteri dettati dal consiglio di istituto, avuto riguardo alle valutazioni fornite dal collegio. Nel caso in esame, invece, il dirigente scolastico «non ha portato a termine il procedimento di fissazione dell'orario delle lezioni per il prossimo anno scolastico» si legge nell'ordinanza, «assumendo le determinazioni di sua spettanza.. limitandosi ad una statuizione di mera illegittimità della determinazione assunta dal consiglio d'istituto, che esula dai suoi poteri e determina un illegittimo arresto procedimentale». Quanto alla questione delle regole da applicare, va segnalato che, a seguito dell'intesa raggiunta il 3 maggio scorso tra governo e sindacati, la materia dell'orario scolastico dovrebbe ritornare nell'alveo della contrattazione integrativa. Scongiurando così l'insorgenza di ulteriore contenzioso.

Corriere della sera – 6 giugno 2012
“La preside che cerca i registri fra le macerie. Per gli scrutini”
░ Una intervista a Rossella Garuti, d.s. a Novi di Modena: “I miei bambini uscivano ciascuno con la mano sulla spalla del compagno davanti, come avevano imparato nelle esercitazioni... beh, mi sono emozionata”.
Ci sono giornate da incorniciare nonostante il terremoto, l'ha imparato dopo la scossa del 29 maggio. Cinquantotto anni, preside dell'Istituto Comprensivo Renzo Gasparini di Novi di Modena, lei dirige sei scuole fra infanzia, elementari e medie. Il primo giorno in cornice è per quello che ha visto settimana scorsa mentre la terra tremava: «I miei bambini uscivano ciascuno con la mano sulla spalla del compagno davanti, come avevano imparato nelle esercitazioni... beh, mi sono emozionata». Le altre sono per ogni giorno speso nella sua «missione»: recuperare registri, pagelle, verbali dei consigli di classe. Tutto indispensabile per gli scrutini dei suoi alunni (1.103, fra i bimbi dell'infanzia, le elementari e le medie). Due giorni fa, mentre il cielo rovesciava secchiate d'acqua sulle vite sospese dei terremotati, gli occhi della preside planavano su banchi rovesciati e armadietti abbattuti, su macerie e crepe nei muri di uno dei suoi Istituti. Ieri i vigili del fuoco l'hanno fermata davanti a un'altra scuola (troppo lesionata per lasciarla entrare) e sono andati loro a recuperare gli ultimi documenti che la dirigente scolastica desiderava tanto riavere. «Ecco, adesso c'è tutto il necessario», ha tirato un sospiro di sollievo caricando in macchina l'anno scolastico di centinaia di ragazzini. «Vabbé che siamo terremotati ma siamo in piedi e non saranno le macerie a fermarci». Missione riuscita. E che soddisfazione impilare le cartellette piene di pagelle nelle vecchie cassette per la frutta: cartelle verdi per l'elementare di Novi, gialle per le elementari di Rovereto sulla Secchia (la frazione più distrutta del paese), rosse per le medie di Novi e blu per le medie di Rovereto. …

 

http://comitatidossetti.wordpress.com - maggio 2012
“Economia democratica”
░ La tesi di fondo: il sopravvento, in forza della globalizzazione, dell’economia sulla politica rende tutti indifesi e prosciuga gli spazi della democrazia.
Questo processo che investe tutto il mondo, in Italia è già molto avanzato. Lo si vede dalla condizione cui è stato ridotto il lavoro, espropriato alle persone, negato ai giovani e non più messo a fondamento della Repubblica; lo si vede dal trasferimento della sovranità dal popolo ai Mercati; nella sottrazione allo Stato di ogni facoltà e strumento di intervento nella vita economica; nello svuotamento del principio di rappresentanza e delle vie per la partecipazione dei cittadini alla determinazione della politica nazionale; nell’abbandono della concertazione con le parti sociali e nella rinunzia a promuovere la coesione sociale; nella crisi dello Stato di diritto per il venir meno di uno spazio pubblico capace di dettare le regole al sistema delle imprese e all’economia privata; nella pretesa oggettività e neutralità delle decisioni tecnocratiche; nello smarrimento e anzi nel rovesciamento degli ideali di solidarietà e giustizia che diedero luogo alla costruzione dell’Europa.La causa di tutto ciò sta nella rottura del rapporto vitale tra economia e democrazia, sul quale si è costruita gran parte della storia moderna dell’Occidente. …L’economia non solo si è isolata e affrancata dalla regola democratica ma, a cominciare dall’ordinamento europeo, si è sovraimposta. alla società e alla politica…. I Comitati Dossetti per la Costituzione, l’Associazione per la Democrazia Costituzionale, Altrapagina, l’Associazione Pace e Diritti e altri gruppi e associazioni che si stanno consultando, promuovono un’aggregazione di cittadini intesa a rivendicare il criterio della democrazia costituzionale come vaglio della legittimità delle diverse espressioni della vita economica e ad animare un movimento organizzato di “Economia democratica”. … Il sito web del Movimento è: www.economiademocratica.it

l’Unità – 25 maggio 2012
“Scuola, diventare esubero dopo trent'anni di cattedra”
░ Diecimila professori che, supra-numerari a causa della riforma Gelmini, hanno perso il posto; il Miur vorrebbe riconvertirli su Sostegno
La chirurgia del taglio di ore imposta dal precedente governo scava inesorabilmente ferite feroci. Quelle sugli alunni le scopriremo nel prossimo quinquennio: dare meno istruzione quando nel mondo si vince con più istruzione non li aiuterà… Succede, come non accadeva da tempo, di vedere in fila, in quelli che una volta si chiamavano provveditorati agli studi, prof, per la maggior parte donne, oltre i cinquanta, a volte a pochi anni dalla pensione, a cercare smarriti ed in affanno la stanza giusta dove avere risposte sul loro destino. Dopo venti o trent’anni di onorato servizio improvvisamente non hanno più la loro cattedra…. Finire nel girone è facile: se sei ultimo o penultimo in graduatoria nella tua materia e la scuola in cui insegni subisce una drastica riduzione di iscrizioni oltre al progressivo taglio delle ore (e al rimodulamento del numero di alunni per classe: 22 minimo al biennio, 28 minimo al triennio), la tua cattedra sparisce. Diciotto ore non ci sono più, spesso anche meno di dodici, in alcuni casi zero. Il fenomeno sta colpendo in modo più massiccio le superiori, meno le medie….Il Miur ha indicato una soluzione per i perdenti posto: 120 ore per trasformare docenti in esubero in insegnanti di sostegno (quelli effettivi hanno seguito corsi di due anni per complessive 800/1600 ore). Come se i ragazzi con handicap, gli stessi insegnanti di sostegno già in essere, quelli da riconvertire con i corsi fossero numeri…
La tecnica della scuola – 25 maggio 2012
“Dirigenti scolatici in ferie senza nominare i vicari ?”
░ I sindacati scuola confederali hanno messo a disposizione dei dd.ss. un fac simile di lettera ai direttori degli UU.SS.RR., con la quale protestano per la mancata assegnazione di finanziamento a copertura della indennità di sostituzione del d.s. in ferie o chiamato ad altro incarico.
La provocazione sembrerebbe aver smosso le acque… A dire la sua è stata anche l’Anief. Che ha messo in guardia i Ds che dovessero lasciare le scuole senza vicari: la comunicazione “inviata all’Usr, sollecitata da Cgil-Cisl-Snals - sostiene il sindacato guidato da Marcello Pacifico – può portare a denunce per omissione di atti di ufficio e interruzione di pubblico servizio e può portare la corte dei conti a bloccare le ferie dei dirigenti o le nomine alle presidenze delle commissioni degli esami di maturità, visto l’impossibilità di nominare vicari o collaboratori in loro sostituzione”…. Nell’art.69 del Ccnl Scuola 1994-1997… richiamato dall’art. 146 del Ccnl Scuola 29/11/2007, si spiega che “al personale docente incaricato dell’ufficio di presidenza o di direzione, e al docente vicario, che sostituisce a tutti gli effetti il capo d’istituto per un periodo superiore a quindici giorni, nei casi di assenza o impedimento, nonché all’assistente amministrativo, che sostituisce il direttore amministrativo o il responsabile amministrativo, negli stessi casi, è attribuita, per l’intera durata dell’incarico o della sostituzione, una indennità pari al differenziale dei relativi livelli iniziali di inquadramento … Qualora si dia luogo all’affidamento in reggenza degli uffici di cui al comma 1, ai titolari che assumono la reggenza è corrisposta una indennità pari al cinquanta per cento di quella prevista per gli incarichi o le sostituzioni, così come definita nel comma medesimo. In tal caso, al docente vicario è corrisposta una indennità di pari importo”. L’Anief si chiede se un dirigente può assumere l’incarico di presidente di commissione di esame o andare in ferie senza nominare un sostituto lasciando la scuola priva di direzione…

www.governarelascuola.it - 26 maggio 2012
“La sostituzione del dirigente”
░ Sul medesimo argomento riportiamo le spiegazioni fornite da Pietro persiani con un articolo pubblicato nel suo periodico digitale.
L’istituzione scolastica autonoma non può rimanere senza un responsabile legale, per cui, in caso di assenza a qualsiasi titolo del dirigente va individuato e nominato un sostituito, non essendo prevista dall’ordinamento una figura istituzionale che eserciti le funzioni vicarie….. Nella Nota MIUR.AOODGPFB.R.U.0009353.22-12-2011, che detta le istruzioni per la predisposizione del programma annuale 2012, il Ministero sembra aver messo in discussione l’assunto della necessità di sostituzione del dirigente almeno in caso: l’assenza per ferie. Il MIUR fa riferimento all’art. 52, comma 2 del D.Lgs 165/2001, di cui riportiamo il testo: “Per obiettive esigenze di servizio il prestatore di lavoro può essere adibito a mansioni proprie della qualifica immediatamente superiore… b) nel caso di sostituzione di altro dipendente assente con diritto alla conservazione del posto, con esclusione dell'assenza per ferie, per la durata dell'assenza.”…. A nostro avviso, quanto sostenuto dal MIUR, o meglio quanto il MIUR sembra sostenere, non ha fondamento giuridico, perché l’art. 52 del D.Lgs 165/2001 non si applica alla scuola, che è soggetta in merito ad una normativa specifica.… Il sostituto va nominato anche in caso di assenza per ferie; se il MIUR non è d’accordo, lo dica chiaramente e dica cosa bisogna fare in alternativa, non può lavarsene le mani come se il problema non esistesse. Per quanto riguarda la competenza nella nomina del sostituto, abbiamo due situazioni: - per assenze superiori a due mesi, la competenza è dell’USR, che può conferire la reggenza ad un altro dirigente o l’incarico di presidenza ad un docente; giova ricordare che l’istituto dell’incarico di presidenza esiste ancora, anche se in forma molto più limitata rispetto al passato; - per assenze inferiori a due mesi, la competenza è del dirigente, che conferisce la nomina ad un docente della scuola nella forma del conferimento di una delega più o meno ampia…. Al sostituto del dirigente spettano due indennità: l’indennità di funzioni superiori e di reggenza e l’indennità di direzione… Di fatto, il MEF paga regolarmente quanto di sua diretta competenza … Lo stesso non avviene per quanto di competenza delle scuole, perché quello che non mette in discussione il MEF, lo mette il discussione il MIUR… non assegnando alle scuole i fondi necessari per il pagamento delle indennità di loro competenza quale ufficio liquidatore; ricordiamo che le scuole devono pagare: - indennità di funzioni superiori al docente che sostituisce il dirigente per un periodo superiore a 15 giorni, in misura intera; - indennità di funzioni superiori al docente vicario di una scuola data in reggenza, nella misura del 50%; - l’indennità di direzione al docente che sostituisce il dirigente anche per un solo giorno, in misura intera; - indennità di direzione/quota variabile al preside incaricato…. E’ chiaro in una situazione come questa sono partiti i ricorsi al giudice del lavoro, promossi da tutti i sindacati, mentre l’Anv/dir3000 ha preferito seguire la strada della Class Action; i primi pronunciamenti positivi sono venuti dal Tribunale di Milano. Si può fare altro? I sindacati non potrebbero esercitare forme di pressione più accentuate, come nel caso della contrattazione di istituto? Il livello politico non ha niente da dire?

Corriere della sera – 26 maggio 2012
“Premi ai ragazzi e alle scuole eccellenti. I migliori su Internet, stage nelle aziende”
░ Non ci accodiamo all’encomio del “merito” in salsa competitiva. Non tocca alla Scuola designare i predestinati: i docenti impartiamo il servizio di istruzione a quelli che, tra i nostri alunni, diventeranno i Silvia Deaglio e i Michel Martone del futuro, e quelli che rischieranno l’appellativo di “sfigato”; è a questi che ci applichiamo con più cura.
… Ogni scuola superiore sceglierà il proprio «studente dell'anno» tra quelli che hanno superato la Maturità con il massimo dei voti, 100 e lode. Ogni «studente dell'anno» avrà diritto a una «borsa di studio aggiuntiva» e alla «riduzione di almeno il trenta per cento delle tasse universitarie» per il primo anno accademico. … Oltre allo sconto sulle tasse universitarie e alla borsa di studio, lo studente dell'anno avrà diritto alla carta «IoMerito», con sconti per musei, mostre e mezzi pubblici. Resta da capire chi, in ogni scuola, sceglierà il ragazzo più meritevole e quali criteri userà. Ma tutto questo sarà definito con un successivo decreto del ministero che dovrà fissare anche l'importo della borsa, che verrà assegnata indipendentemente dal reddito. Per gli studenti migliori ci sarà anche un altro premio: le master class, i corsi estivi gratuiti. Saranno riservati ai ragazzi che arriveranno ai primi tre posti nelle olimpiadi scolastiche organizzate tutti gli anni per ogni materia, dalla matematica all'italiano. Sarà messo sul sito Internet del ministero il «portfolio dello studente», un curriculum nel quale inserire solo i titoli di merito, come quello di studente dell'anno o la partecipazione alle master class. Con il consenso dell'interessato, il curriculum potrà essere consultato dalle imprese che offrono stage e tirocini…. Le risorse andranno prese dal fondo per l'ampliamento offerta formativa e gli interventi perequativi. Sono 87 milioni di euro, in calo rispetto al passato, e solo in parte assegnati davvero alle scuole.
Il Messaggero – 27 maggio 2012
“Scuola, il piano che premia il merito non risolve i vecchi problemi”
░ Analisi (fonte autorevole: Giorgio Israel) perplessa non sul “pacchetto merito” ma della possibilità di attuarlo in modo appropriato.
Il proposito del «pacchetto merito» che dovrebbe essere approvato dal Consiglio dei ministri – introdurre il merito nel sistema scolastico – non può che suscitare plauso. Ma chi conosca questa problematica sa che le difficoltà iniziano quando si passa dai principi all’applicazione e che si riassumono così: come e chi valuterà il merito? … Il proposito del «pacchetto merito» va inquadrato nel contesto. Un aspetto importante è la situazione che si determinerà con l’approvazione (quasi completata) di una legge sull’autonomia scolastica che è una sintesi di aziendalismo e assemblearismo… Le scuole sarebbero trasformate in una sorta di fondazioni gestite da consigli dell’autonomia presieduti da un genitore e in cui gli insegnanti sarebbero in minoranza, essendo prevista oltre alla loro presenza paritetica con i genitori, quella di rappresentanti di «realtà» culturali, sociali, produttive, professionali e degli studenti. Di fatto, l’unica autonomia non preservata sarebbe quella degli insegnanti… Ci si chiede: chi e come, in una simile struttura, sceglierà lo «studente dell’anno» (e perché poi uno soltanto?), titolare della carta «Io-merito» e di una borsa? Se saranno ancora i docenti – come si osa sperare – dovranno comunque «negoziare» le loro scelte con le altre «realtà» ed è meglio non pensare agli esiti. Si prospetta un piano di valorizzazione del sistema scolastico che premi le scuole eccellenti. Ma come? Si parla di tener conto del numero di studenti che arrivano al diploma senza bocciature. Come recita la nota legge di Goodhart, quando una misura diventa un obbiettivo cessa di essere una buona misura e diventa un incitamento a comportamenti scorretti: basterà promuovere tutti per diventare «eccellenti»…..

ItaliaOggi - 29 maggio 2012
“Saper leggere per contare in futuro”
░ L'Ocse ha presentato il Bil, la nuova misura di valutazione dell'economia (di Giovanni Brusio).
Per l'economia del futuro conterà soprattutto saper leggere…. Si comincia a parlare di lettura anche come predittore del benessere economico delle nazioni, forse al pari, se non di più, della stessa moneta. L'Ocse infatti concentra l'attenzione sulla lettura presentando insieme il nuovo indice di calcolo del benessere alternativo al Pil (il better life index) e uno studio sui risultati in lettura dell'Ocse Pisa 2009 condotto in Canada. Il 22 maggio scorso l'Ocse ha presentato al mondo il nuovo “Bil”… la proficiency in lettura. Sul sito del progetto Bil è riportato lo stato dell'arte in lettura a livello Ocse e nazionale (Italia compresa) rispetto ai livelli di lettura dei 15enni… Tra i 15 e 24 anni, l'Ocse assiste ad una caduta della performance della lettura, a dimostrazione che, uscite da scuola, le persone non leggono più o leggono contenuti friendly to use, che, detto molto grossolanamente, intorpidiscono l'intelligenza. A 24 anni la caduta in termini di punteggio ai test di lettura dell'Ocse Pisa è di 59 punti rispetto al guadagno dei 15enni in lettura. Ma il deterioramento della lettura, spiegano da Parigi, dipende anche dal grado di stima della sua competenza nell'attività professionale esercitata, per cui dove è sottostimata si atrofizza. … Secondo alcuni studi l'esposizione dei bambini, soprattutto se in età precoce, a televisione o agli schermi in generale, esercitano un'azione neuroplastica con conseguenze sull'attenzione e sulla lettura, per cui a ogni ora passata a guardare la tv tra uno e tre anni d'età si registrerebbe una perdita del 10% della capacità attentiva a 7 anni.
www.uaar.it - 29 maggio 2012
Lettera inviata al Ministro e alle OO.SS.
░ La lettera, che riportiamo in parte, è stata inviata al ministro dell’Istruzione e alle organizzazioni sindacali in vista dell’incontro del 31 maggio nel quale sarà discussa la revisione delle classi di concorso dei docenti. L'UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) sollecita la soluzione di difficoltà nell'attivazione delle attività alternative e chiede l'implementazione di un elenco di docenti disponibili a svolgere attività alternative all'Insegnamento della Religione Cattolica utilizzabile dai dd.ss. per nominare docenti che l’UAAR suggerisce di specializzare specificatamente.
Egregio Ministro, egregi rappresentanti degli insegnanti, scriviamo la presente per superare una difficoltà che la scuola italiana incontra nel garantire fondamentali diritti degli allievi e delle loro famiglie. Fin dal Concordato firmato nel 1984 è prevista la possibilità, per gli alunni che non intendono frequentare l'Insegnamento della Religione Cattolica (IRC), di svolgere attività didattiche alternative…. Dalle segnalazioni che ci arrivano da tutto il territorio nazionale e dal confronto con altre associazioni di genitori diversamente credenti e con docenti impegnati in dette attività alternative appare evidente che chi vuole avvalersi di attività alternative all'IRC (siano esse un Insegnamento Alternativo, lo studio assistito o lo studio individuale) incontra grosse difficoltà, principalmente legate all'assenza di un elenco di docenti ad esse dedicati. Al fine di superare questi ostacoli chiediamo, in vista della prossima riapertura delle Graduatorie d'Istituto, di creare per ogni scuola un elenco di docenti per le attività alternative, nel quale gli insegnanti possano iscriversi… Considerando inoltre i differenti percorsi formativi e la polisemia delle attività alternative chiediamo che, in occasione della revisione della nuova formazione docenti, nel Decreto Ministeriale 249/2010 venga prevista la possibilità di un percorso di specializzazione alle attività alternative. Tale specializzazione dovrebbe essere divisa per grado di scuola e prevedere come titolo di accesso l'abilitazione per quel grado di scuola. Una volta conseguita la specializzazione gli insegnanti avrebbero titolo di preferenza assoluta rispetto ai non specializzati nell'assegnazione delle supplenze per le attività alternative ….

La tecnica della scuola.it - 30/05/2012
“Flc: reclutamento tra annunci, prospettive fumose e illusioni, false”
░ Il prestigioso quindicinale riferisce dell’irritazione della Flc-Cgil in merito agli annunciati concorsi e alle mancate risposte ai precari.
Fare spazio ai giovani? Una falsa prospettiva, vista l’assenza di un regolamento certo sul sistema di reclutamento compreso l’annunciato concorso ordinario previsto per il prossimo autunno. … Non si riconosce ai già abilitati (salvo qualche deroga…) che stanno portando avanti la scuola, il loro titolo, costringendoli appunto a un altro concorso…
“Non si capisce quale sia il motivo per imporre a chi è già in una graduatoria destinata alle assunzioni di dover sostenere un altro concorso per aspirare agli stessi posti ai quali può già accedere.” Ma ci sono anche tanti altri motivi che rendono velleitaria l'ipotesi dei concorsi ordinari. La Flc ne enumera almeno tre:
“Il primo è che si procederebbe senza alcuna certezza sulle reali consistenze degli organici, che potrebbero subire significative modifiche a seguito dell'adozione del regolamento delle classi di concorso e della piena adozione dei nuovi regolamenti della scuola secondaria superiore. …
Il secondo è che si utilizzerebbero le vecchie procedure concorsuali… Il terzo è quello dei costi…. Per risolvere i problemi di reclutamento, sostiene il sindacato, si dovrebbe procedere alle stabilizzazioni attraverso un piano pluriennale di assunzioni su tutti i posti vacanti, mettendo nell’organico di diritto i posti attualmente relegati in organico di fatto, ma che sono ormai stabili da anni: 35.000 di sostegno e circa 10.000 per somma di spezzoni. Si introducano quote di organico funzionale per dare risposta a tutte le reali esigenze della scuola, così fortemente ridimensionata dai tagli del Governo Berlusconi. Solo così sarà possibile cominciare a ragionare di concorsi fermo restando che occorre garantire lo "svuotamento" delle attuali graduatorie rispettando la attuale ripartizione al 50% o perfino incrementando temporaneamente quella a favore delle graduatorie.

L’Unità - 31 maggio 2012
“Scuola, sul merito i sindacati bocciano il ministro. Slitta per ora la legge preparata da Profumo.”
░ La FLC CGIL: Profumo adotta la stessa linea politica della Gelmini.(di Mariagrazia Gerina). Riportiamo la seconda parte dell’articolo.
«Parole nuove per la scuola secondaria» si chiamava il convegno organizzato dalla Flc. Avrebbe dovuto esserci anche il ministro Profumo. Sostituito dal sottosegretario Marco Rossi Doria, che, sul merito, prova a correggere la prospettiva: «La bussola è l'articolo 34 della Costituzione. Se si pensasse solo a premiare i primi della classe scandisce l'ex maestro di strada si tradirebbe quel dettato». Ma a riprova che il governo, prima, ha lavorato per fare della scuola un luogo di inclusione cita i 400milioni di fondi europei per aprire nuovi asili nido al Sud e i 27 milioni stanziati per attivare progetti contro la dispersione scolastica in 100 micro-aree dove è più elevato il tasso di abbandono. Niente da fare. La parola «merito» è di quelle che la platea della Flc Cgil respinge al mittente. Insieme al decreto che ieri il ministro avrebbe dovuto portare in Consiglio dei ministri e che per ora ha riposto nel cassetto. «L'idea di premiare i migliori con il "festival dell'alunno più bravo" riporta indietro di cinquant'anni il sistema di educazione e istruzione», avverte il segretario della Flc-Cgil Domenico Pantaleo. «È la stessa logica perversa della ex ministra Gelmini che voleva una scuola selettiva e non più inclusiva», insiste. Inaccettabile, tanto più a fronte dei tagli imposti all'istruzione e all'università dal precedente governo: «Ci sono 145mila ragazzi che pur avendone diritto non hanno ricevuto la borsa di studio, come si fa a parlare di merito?». Per non dire dei ricercatori precari «a cui si vuole imporre nuovamente l'obbligo di svolgere attività didattica». «Se dovesse essere approvato un decreto simile sarebbe una ragione di più per mettere in campo le mobilitazioni contro il governo Monti». Dal nuovo esecutivo il mondo della scuola si aspetta una «inversione di tendenza» ben diversa da quella prospettata nel dl sul merito….

www.istruzione.it - 31 maggio 2012
“Innovazione, bando da 408 milioni per cluster nazionali”
░ L’importante comunicato stampa inserito nel sito istituzionale del MIUR, e annunciato nella home page con queste parole: Smart Cities and Communities e Social Innovation. Conclusa esattamente nei tempi la selezione dei progetti: 240 milioni per Sud e giovani.
Cluster nazionali, progetti di Smart Cities and Communities, Social Innovation. Procede su queste tre direttrici l’azione del Miur nel settore dell’innovazione tecnologica, nel rispetto dei tempi per la selezione dei progetti del bando già pubblicato lo scorso 2 marzo e con la pubblicazione di un altro bando che riguarda, appunto, l’istituzione di “cluster” sul tutto il territorio nazionale.
Cluster nazionali – distretti e poli tecnologici. L’obiettivo del bando, pubblicato sul sito del Miur e a breve in Gazzetta Ufficiale, che può contare su un finanziamento complessivo di 408 milioni di euro, è avviare una nuova strategia nazionale per i “cluster” innovativi, in modo da promuovere una maggiore sinergia tra le iniziative dei distretti tecnologici esistenti, il mondo della ricerca pubblica, l’industria e la nuova imprenditorialità. La finalità, dunque, è la costruzione di grandi aggregati nazionali, partendo dai distretti e dai parchi scientifici e tecnologici già esistenti, su alcuni temi specifici di interesse strategico per l’industria del Paese: chimica verde, aerospazio, mezzi e sistemi per la mobilità terrestre e marina, scienze della vita, agrifood, tecnologie per gli ambienti di vita, energia, fabbrica intelligente, tecnologie per la Smart Communities. Per ognuno di questi ambiti, il Ministero promuoverà la nascita di un unico grande “cluster” nazionale, capace di aggregare le migliori competenze esistenti. Le risorse previste del bando sono così costituite: 368 milioni di euro del FAR (Fondo per le Agevolazioni alla Ricerca), ai quali si aggiungono 40 milioni di fondi “PON Ricerca e competitività” 2007 – 2013, per incentivare lo svolgimento di questi progetti nelle Regioni dell’Obiettivo Convergenza (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia). Le domande dovranno pervenire al Ministero entro il 28 settembre. Subito dopo inizierà l’attività di valutazione, i cui esiti saranno comunicati, come già fatto con il bando Smart Cities, in tempi estremamente rapidi, entro la metà del mese di novembre. Le proposte dovranno comporsi di un Piano di Sviluppo Strategico e di 4 progetti di ricerca, sviluppo e formazione, ognuno dei quali di costo compreso tra i 10 e i 12 milioni di euro. E per instaurare il massimo livello di cooperazione tra cluster nazionali e realtà europee e comunitarie, almeno 2 dei 4 progetti che verranno presentati dovranno essere realizzati nell’ambito di accordi di collaborazione internazionale già instaurati o in fase di avvio. Necessaria anche una chiara descrizione degli obiettivi attesi in termini di ricaduta dei progetti stessi sulle realtà imprenditoriali e sulle capacità delle stesse di competere a livello europeo e internazionale.
Smart Cities and Communities e Social Innovation. Si è conclusa nei tempi previsti, ad un mese dalla scadenza del termine per la presentazione delle domande, la valutazione dei progetti pervenuti per i bandi Smart Cities and Communities e Social Innovation. Ai progetti selezionati nell’ambito di questi bandi, pubblicati sul sito del Miur, saranno assegnati complessivamente 240 milioni di euro. Il primo - Smart Cities and Communities - del valore totale di 200 milioni, è rivolto alle Regioni dell’Obiettivo Convergenza, ma sono stati ammessi anche soggetti con sedi operative nelle Regioni Extraconvergenza (Sardegna, Abruzzo, Molise, Basilicata). I progetti si dividono in due macro-aree: progetti di azione integrata per la società dell’informazione e per lo sviluppo sostenibile. Per il secondo - Social Innovation - sono stati messi a disposizione i restanti 40 milioni, dedicati sempre alle Regioni dell’Obiettivo Convergenza (10 milioni per ciascuna Regione). Il bando è riservato ai giovani di età inferiore a 30 anni residenti in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia e prevede lo sviluppo di idee tecnologicamente innovative per la gestione di problematiche importanti nel territorio.

 

Asasi - La Letterina n.323 - 17 maggio 2012
“TFA”
░ I dd.ss. dell’ASASi contestano alle università un eccessivo ricavo economico (circa 50 milioni) da tasche non proprio pingui; a questo punto, è bene che le scuole rifiutino i tirocini gratuiti agli atenei, perché il conto annuale delle scuole non sta meglio dei loro bilanci.
….Le università hanno pubblicato i bandi relativi ai TFA autorizzati, con tutte le indicazioni per effettuare le iscrizioni. … La procedura di iscrizione alle selezioni ≪si conclude con il pagamento del contributo all’Università scelta dal candidato≫…. Si tratta di un contributo eccessivo… La Rete Asasi ha sempre sostenuto che i tirocini formativi attivi dovevano essere gestiti dalle scuole autonome…. La prassi di consentire alle Università di espropriare competenze proprie delle scuole è deleteria e demotiva il personale degli istituti scolastici. Inviteremo le scuole a rifiutare i tirocini gratuiti, e contestiamo che le università esproprino ingenti tasse ai futuri docenti.

TuttoscuolaNews - 18 maggio 2012
“Arrestato ex dipendente dell'Usp di Napoli, falsava le graduatorie”
░ La Guardia di Finanza ha notificato un'ordinanza di custodia cautelare a un ex dipendente dell'USP napoletano.
Secondo gli investigatori, l'ex dipendente dell'Usp arrestato oggi, sfruttando le sue capacità informatiche, rubava le password d'accesso ai sistemi informatici del Miur ai colleghi che a lui si rivolgevano per avere aiuti tecnici. Credenziali che, poi, usava per incrementare i punteggi nella graduatoria provinciale di docenti e assistenti tecnico-amministrativi disposti a pagare mazzette, anche di seimila euro, per scalarle e assicurarsi così supplenze e incarichi. A svolgere il ruolo di procacciatore era un docente arrestato lo scorso 4 aprile nell'ambito della stessa indagine. I falsi punteggi venivano attribuiti in modo da garantire gli incarichi - anche a persone che neppure avevano presentato domanda - ma senza rischiare le convocazioni della direzione provinciale, come avviene per quelli annuali, che avrebbero destato sospetti. La truffa veniva poi perfezionata con la produzione di certificati di servizio e attestati di qualifica professionale falsi. Infine, ad oltre cento persone – tra docenti e assistenti amministrativi che hanno beneficiato delle fraudolente alterazioni delle graduatorie - sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini.

www.governarelascuola.it - 20 maggio 2012
“Le scuole del Lazio scrivono ai genitori”
░ Il periodico telematico diretto da Pietro Perziani riporta, questa settimana, una lettera con la quale l’ASAL (Associazione delle scuole Autonome del Lazio) informa i genitori degli studenti della situazione della scuola pubblica. Diamo, di seguito, la prima parte della lettera.
Gentili genitori, anche quest’anno, come ormai da quattro anni, riteniamo che sia necessario mettervi a conoscenza della situazione che le nostre scuole stanno affrontando dopo la drammatica stagione dei “tagli” degli scorsi anni e alla vigilia di un pesantissimo “dimensionamento”, che ridisegnerà completamente la geografia del servizio scolastico sul territorio così come la conoscete. Come abbiamo denunciato più volte i tagli previsti dalla l.133 del 2008 ed effettuati nell’ultimo triennio hanno impoverito il servizio scolastico sotto ogni punto di vista:
• il numero dei docenti e del personale ATA è drasticamente diminuito (rispettivamente 87.341 e 44.500 posti in meno);
• non sono state attivate nuove classi a tempo pieno, nonostante le richieste delle famiglie, con particolare riferimento alla scuola dell’infanzia dove permangono inaccettabili e lunghissime liste d’attesa;
• il rapporto docenti-alunni è aumentato con punte di 29-30 alunni per classe, anche in presenza di alunni disabili;
• le Scuole Superiori hanno sempre più difficoltà a coprire le cosiddette “ore buche” per mancanza di seri incentivi ai docenti, con conseguente diminuzione del monte ore annuale previsto per gli alunni e a sostenere i corsi di recupero, specie estivi, per mancanza di fondi;
• i finanziamenti destinati alle scuole per assicurare aspetti fondamentali del loro funzionamento sono stati, nel triennio, drasticamente ridotti: quasi completamente azzerati quelli destinati ai corsi di recupero delle scuole superiori, ridotti del 71% quelli per il miglioramento dell’offerta formativa, gravemente insufficienti quelli per acquisti di materiali di consumo, fotocopie, manutenzioni, sicurezza,…
• in questa situazione molte scuole, anche dell’obbligo, hanno deciso di richiedere contributi alle famiglie che, utilizzati esclusivamente per servizi rivolti agli alunni e gestiti con trasparenza, rappresentano effettivamente una valida risorsa per migliorare il servizio.
• a tutto questo occorre aggiungere che tagli simili hanno coinvolto pesantemente anche i bilanci e il personale dei servizi sociosanitari territoriali (AA.SS.LL. e servizi sociali per primi)… Proprio in questi giorni, inoltre, a proposito di “spending review”, si tornano ad affacciare ipotesi inquietanti di ulteriori risparmi sull’istruzione, da conseguire, ad esempio, unificando le segreterie di più scuole o azzerando nuovamente i fondi per il loro funzionamento o addirittura aumentando ancora il numero di alunni per classe….

La Gazzetta del Mezzogiorno – 21 maggio 2012
“Concorso per presidi. Indaga la Procura
░ Un candidato sorpreso a copiare durante la prova scritta è compreso nell’elenco di quelli ammessi alla prova orale.
Secondo la legge doveva essere fuori dal concorso, invece … si ritrova a un passo dalla nomina. Denunce, dimissioni e sospetti di brogli: c’è un piccolo giallo nella procedura di concorso per presidi (236 posti in Puglia)… Uno degli 867 candidati ammessi alla prova scritta del maxi bando per dd.ss., un professore comandato presso gli uffici della DRS di Foggia, sarebbe stato “pizzicato”, durante il primo girno delle prove con alcuni foglietti in un vocabolario…. E a conferma che qualcosa non sia andato per il verso giusto, ci sono anche le dimissioni – avvenute pochi giorni fa – dei segretari delle due sottocommissioni, arrivate a concorso ormai quasi ultimato (sono attese le prove orali). Una coincidenza, forse. Veniamo ai fatti…. Intorno alle 13,30, uno dei docenti addetti alla vigilanza avrebbe sorpreso l’”incriminato” intento a spulciare alcuni foglietti nascosti in un vocabolario. Come da procedura, il candidato è stato accompagnato fuori dall’aula e condotto in presidenza. Quindi è rientrato, ha raccolto le sue cose e è andato via lasciando l’elaborato – sottoscrivono alcuni testimoni…. Il giorno dopo, il docente in teoria “espulso” si è presentato per sostenere la seconda prova, ed è stato ammesso…. Dopo la pubblicazione della graduatoria, il caso del docente foggiano ha suscitato non poca irritazione da parte dei colleghi che non hanno superato la prova…. Fatti ora al vaglio della procura della Repubblica… A ciò si aggiunga che a diversi interessati sarebbe stata negato l’accesso agli atti: una vicenda tutt’altro che conclusa.


ItaliaOggi – 22 maggio 2012
“Più orientamento verso tecnici e professionali
░ Stanziati 10 milioni di euro per l’orientamento, al Sud; gli interventi più sostanziosi nelle Secondarie che impegneranno gli insegnanti in stage aziendali collaborando con associazioni industriali e di categoria.
Il piano prevede di migliorare l’approccio dei docenti alla didattica orientativa, alla conoscenza dei percorsi formativi di apprendistato, istruzione tecnica, istruzione professionale, formazione professionale, istituti tecnici superiori e dei percorsi universitari scientifici e tecnologici, alla personalizzazione degli interventi e delle azioni di supporto agli allievi per lo sviluppo di capacità di autoanalisi e di autonomia di scelta…

ItaliaOggi – 22 maggio 2012
“Al gran bazar del reclutamento
░ Un bazar metaforicamente evocato da Alessandra Ricciardi.
Un concorso da indire a ottobre. Un nuovo regolamento che riscriva i criteri di accesso, a partire dal 2013. E nell’immediato, l’ingresso fuori quota ai tfa di altri 60 mila prof. Che potranno così abilitarsi in aggiunta ai 20 mila autorizzati. Il reclutamento dell’era Profumo è, quanto meno, poliedrico, e consegna un quadro confuso, in cui l’accesso alla professione docente è lontano dall’essere chiarito e certo…. Il Ministro è fermo nell’intenzione di bandire un concorso vecchio stile entro l’autunno, aperto soltanto ai docenti abilitati, e per le classi di concorso carenti, che consentirà di coprire il 50% dei posti con i vincitori e l’altra metà con i presenti in graduatoria permanente. Un concorso al quale farebbero in tempo a partecipare anche i nuovi abilitati dei TFA. Nei prossimi giorni, intanto, un decreto correttivo di Viale Trastevere chiarirà quali sono i requisiti dei candidati che potranno abilitarsi ai TFA fuori quota… Dal 2013 dovrebbe scattare il nuovo regolamento sul reclutamento, in base al quale le graduatorie saranno valide solo per il numero dei posti a concorso. Un sistema periodico di assunzioni… che consenta di immettere in ruolo sulle cattedre che via via si liberano, e basta….

La Stampa – 23 maggio 2012
“Palermo tra rabbia e memoria ricorda Falcone 20 anni dopo”
░ Tutte presenti a Palermo le massime autorità dello Stato, ma le vedove degli agenti disertano gli incontri ufficiali.
La memoria, la rabbia, la richiesta di giustizia e verità. A vent'anni dalle stragi che cambiarono la storia del Paese, Palermo oggi commemora le vittime di Capaci e di via D'Amelio con una serie di manifestazioni che vedono convergere in città il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il premier Mario Monti. Si parte alle 8, con l'arrivo delle Navi della legalità dalle quali sbarcheranno 2.600 studenti, insieme con il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo, il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso e il presidente di Libera, don Luigi Ciotti. Si prosegue un'ora dopo, quando si terrà l'inaugurazione del Memorial dedicato a tutte le vittime della mafia al Giardino della memoria nel feudo di Ciaculli, un tempo regno del «papa» Michele Greco. … Alle 10 il gong per la manifestazione che si terrà all'aula bunker dell'Ucciardone…
Migliaia di studenti e di professori parteciperanno alle manifestazioni organizzate nei Villaggi della legalità… Mentre partirà il corteo diretto come sempre all'Albero Falcone, Tina Montinaro - la vedova di Antonio, l'angelo custode più fedele del giudice - si metterà alla testa di una «contromanifestazione» a Capaci, nel luogo dell'esplosione….
Alle 17.58, quando il trombettiere della polizia di Stato celebrerà il silenzio sotto l'Albero Falcone, altri volti e altre lacrime commemoreranno quel momento a Capaci. Si chiude alle nove di sera, allo stadio Barbera, con la Partita del Cuore tra la Nazionale cantanti e la Nazionale magistrati.

La Stampa – 24 maggio 2012
“La mia fiducia nelle nuove generazioni”
░ Riportiamo alcune frasi pronunciate dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano durante la cerimonia di commemorazione nella XX ricorrenza delle stragi di mafia di Capaci e di via D’Amelio, nel 1993.
“La mafia, Cosa Nostra e le altre espressioni della criminalità organizzata
rimangono ancora un problema grave della società italiana, e dunque della
democrazia italiana. Dobbiamo perciò, noi tutti, proseguire con la più
grande determinazione e tenacia sulla strada segnata con il loro sacrificio
da Giovanni Falcone e da Paolo Borsellino… Da allora le diverse
organizzazioni criminali, tra le quali in particolare la ‘ndrangheta, e
in forme violente e spietate, hanno coltivato vecchi e nuovi traffici
profittevoli e invasivi, conservando e acquisendo posizioni di potere
soprattutto sul terreno economico, anche attraverso pesanti
condizionamenti della vita politico-istituzionale. E oggi - nel quadro
della crisi generale che l’economia italiana ed europea sta
attraversando, con pesanti riflessi negativi anche sulla condizione
finanziaria e sulla capacità d’azione dello Stato - la compenetrazione
tra la criminalità e l’attività economica è divenuta un nodo di estrema
rilevanza per il Mezzogiorno. Un nodo soffocante per ogni possibilità
di sviluppo in queste regioni: in cui la crisi favorisce l’azione
predatoria dei clan criminali, e questi tendono a porsi come procacciatori
di occasioni di lavoro, sia pure irregolare, «nero», in un contesto di
disoccupazione crescente e disperata. (...) La lotta contro mafia,
‘ndrangheta, camorra e altre consociazioni criminali, è dunque più che mai
una priorità… Facciamo affidamento sulle forze dello Stato, sulle migliori
energie della società civile, sulle nuove generazioni. … Colgo in questa
generazione, una carica di sensibilità, di intelligenza, di generosità che
molto mi conforta, che mi dà grande speranza e fiducia. E perciò voglio dirvi:
completate con impegno la vostra formazione, portate avanti il vostro
apprendistato civile, e scendete al più presto in campo, aprendo porte e
finestre se vi si vuole tenere fuori, scendete al più presto in campo per
rinnovare la politica e la società, nel segno della legalità e della
trasparenza…”

la Repubblica (ed.Palermo)– 24 maggio 2012
“Ma comincia a scuola la difesa della legalità”
░ Riportiamo parte dell’articolo di Maurizio Muraglia (CIDI); da educatore, qual è, sostiene: “Può provare odio verso quello spazio soltanto chi, escluso da quei processi educativi e culturali”, e “La scuola, oltreché di risorse, ha anche bisogno di incrementare prassi virtuose, di carattere educativo e culturale”. L’Anief è in sintonia con l’analisi e con le tesi del collega Muraglia.
Morire di scuola. Morire a sedici anni vittime di una follia omicida assolutamente imprevedibile. Morire, forse, perché una scuola si intitola a Giovanni Falcone e Francesca Morvillo. La rabbia e l’indignazione di un intero paese assumono un colore particolarissimo a Palermo, nel ventennale della strage di Capaci. Sabato scorso l’Albero Falcone di via Notarbartolo si è riempito di gente, proprio alla vigilia di quelle elezioni amministrative su cui si concentrano tante speranze di riscatto per una città che, ancora a vent’anni dai quei tragici fatti, appare martoriata dalla violenza quotidiana e dall’illegalità diffusa. C’è una parte della città che è capace di raccogliersi nel giro di poche ore per gridare il proprio no all’imbarbarimento della vita pubblica. In questi giorni a Palermo la memoria non può che tornare alle stragi di vent’anni fa, che Brindisi comunque rievoca, ma con un disvalore aggiunto che qui provo a rivisitare in ottica locale. Antonino Caponnetto diceva che “la mafia teme la scuola più della giustizia”. A Palermo non è avvenuto fin qui quel che è avvenuto a Brindisi. A Palermo però le scuole vengono vandalizzate, talune con regolarità impressionante e pensiamo al San Filippo Neri. E il vandalismo è comunque un attentato, che forse non genera terrore, ma è capace di uccidere ad un altro livello. Vedere una scuola distrutta significa vedere annientati la speranza e il futuro, e questa è comunque violenza che si esercita verso quello spazio in cui si costruisce la capacità di essere cittadini, lo spazio educativo dell’aula scolastica in cui avviene la trasmissione della cittadinanza attraverso la cultura. Può provare odio verso quello spazio soltanto chi, escluso da quei processi educativi e culturali, li considera pericolosi per il brodo di coltura in cui vive. Molte scuole a Palermo sono presìdi storici di democrazia e legalità. In alcuni quartieri della città la presenza delle istituzioni scolastiche rappresenta la vera e propria bandiera della Repubblica italiana. Innumerevoli sono le iniziative in favore della legalità, organizzate soprattutto dalle scuole primarie e medie, con dispendio infinito di energie da parte di insegnanti a cui bisognerebbe dare la medaglia al valore civile. Alcuni dirigenti a Palermo hanno costruito un’intera carriera al servizio dell’educazione alla legalità. Taluni di loro vedono le loro scuole distrutte dai vandali e ricominciano come prima il proprio lavoro…. Che vuol dire ridurre la scuola all’osso delle risorse finanziarie, come è avvenuto in questi anni? Vuol dire, di fatto, impedire alle scuole di prosciugare il brodo di coltura di tutte le forme di violenza. Per un bambino vedere lo Stato impotente che non si prende cura della scuola rappresenta il primo vulnus allo spirito di cittadinanza. …La scuola, oltreché di risorse, ha anche bisogno di incrementare prassi virtuose, di carattere educativo e culturale. E non è male ripassare in rassegna alcune priorità. In primo luogo non vanno sottovalutati gli stili relazionali e comunicativi, e si può cominciare fin dall’infanzia a far respirare negli spazi scolastici atteggiamenti di non violenza prevenendo dove c’è da prevenire e reprimendo dove c’è da reprimere. Ma la cultura della legalità ha anche a che fare con i saperi, che contengono un grande potenziale di interpellanza e di trasformazione delle coscienze. Il trattamento dei saperi a scuola - e qui è giusto chiamare in causa le scuole superiori troppo spesso concentrate su test e numeri - è un dispositivo formidabile di confronto democratico, di erosione dei pregiudizi, di messa in discussione di stereotipi demenziali, purché non lo si riduca a sterile nozionismo. Tutta la costruzione degli ambienti di apprendimento, ivi compresa le gestione dei meccanismi valutativi, può concorrere positivamente alla creazione di un clima antiviolento, fondato su regole condivise.

La tecnica della scuola – 25 maggio 2012
“Nuove speranze per lo spostamento dei 24 punti Ssis
░ Sarà forse possibile, in futuro, spostare da una graduatoria ad un’altra i punti riconosciuti per la frequenza del corso Ssis.
….Il cambio di indirizzo in ordine alla giurisdizione in materia di graduatorie del personale docente, assunto di recente dalla giustizia amministrativa in favore del giudice ordinario, ha offerto lo spunto per rimettere in discussione anche l’orientamento giurisprudenziale che si era formato proprio sulla possibilità di spostamento dei 24 punti, riconosciuti per la frequenza della Ssis, da una graduatoria ad un’altra.
In sede di riassunzione innanzi al giudice del lavoro dei giudizi già pendenti innanzi al giudice amministrativo, i ricorrenti hanno infatti riproposto le censure di illegittimità del decreto ministeriale n. 42 dell’8/4/2009, con il quale erano stati disposti l’aggiornamento e l’integrazione delle graduatone ad esaurimento per il biennio 2009-2011, nella parte in cui (art. 3 comma 2) precludeva la possibilità di spostare da una graduatoria ad un’altra i 24 punti attribuiti spettanti in ragione dell’abilitazione Ssis…. Recentemente si sono pronunciati favorevolmente alle tesi dei ricorrenti sia il Tribunale di Catania che il Tribunale di Messina con ordinanze rese su procedimenti d’urgenza. In particolare, il Tribunale di Messina (con ordinanze del 21 marzo e 22 marzo scorso) ha evidenziato che il divieto di spostamento dei 24 punti - disposto dal D.M. n. 42/2009 - non è previsto da alcuna norma di rango primario… Pertanto, secondo il giudice del lavoro, in mancanza di un divieto di fonte legale, non vi è ragione di escludere la possibilità di spostare da una graduatoria ad un’altra i punti relativi all’abilitazione Ssis, anche tenuto conto che non si tratta di un punteggio relativo al servizio prestato in una determinata classe di concorso e che, come tale va utilizzato in quella classe, bensì di un bonus che si consegue per effetto della partecipazione alla scuola di specializzazione biennale, partecipazione che preclude - per tutta la durata del percorso formativo - la possibilità di insegnare…. La disposizione di cui all’art. 1 comma 4/quater della legge n. 167/2009, prevede infatti che “nelle operazioni di integrazione e di aggiornamento delle graduatorie permanenti di cui all’articolo 1 del decreto legge 7 aprile 2004, n. 97, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 giugno 2004, n.143, trasformate in graduatorie ad esaurimento dal citato articolo 1, comma 605, lettera c), della legge n. 296 del 2006, e successive modificazioni, da disporre con decorrenza dal 1° settembre 2009 per il biennio scolastico 2009/2010 e 2010/2011, non è consentito modificare la scelta già precedentemente effettuata in merito all’attribuzione del punteggio per i servizi prestati in relazione ad una o più specifiche graduatorie”…. Nel caso specifico infatti non può applicarsi il divieto normativo, considerato che la legge fa esclusivo riferimento al punteggio relativo ai servizi di insegnamento effettivamente prestati, mentre i 24 punti rappresentano un bonus che si consegue per effetto della partecipazione alla scuola
di specializzazione biennale…

La Stampa – 25 maggio 2012
“Its, l'alternativa dopo il diploma”
░ In tutta Italia sono stati aperti 59 Istituti tecnici superiori; formano specialisti e mettono insieme studio e lavoro, con un 30% di ore di tirocinio in azienda il punto dopo un anno di vita.
E’ finito il tempo dell'alternativa secca: dopo le scuole superiori o cercare lavoro oppure iscriversi all'Università. La terza via esiste: si chiama Its, Istituto tecnico superiore, un biennio di formazione post diploma su materie tecnologiche e artigianali che funziona come inserimento nel mondo del lavoro, dal momento che delle 1900 ore totali di lezione, almeno il 30 per cento devono essere di tirocinio presso aziende. …. Frutto di collaborazioni e confronti tra Ministero, Confindustria, le regioni e i sindacati per sottolineare il legame formazione-lavoro, dal punto di vista giuridico gli Istituti sono fondazioni di partecipazione costituiti da enti, pubblici e privati: un istituto di istruzione secondaria superiore, capofila del progetto e destinatario dei fondi ministeriali, una struttura formativa accreditata dalla Regione per l'alta formazione, almeno un'impresa del settore produttivo cui si riferisce l'istituto tecnico superiore, un dipartimento universitario o un centro di ricerca e un ente pubblico locale. Il finanziamento per ogni Istituto, stabilito su un costo di formazione medio di 7 euro per studente al'ora, non è irrisorio: 300 mila euro per due anni accademici di corso, più risorse aggiuntive per attività comprese nei programmi triennali degli istituti tecnici superiori e spese di funzionamento e acquisto di strumentazioni tecniche. Sei le aree tecnoclogiche di specializzazione degli Its, giudicati prioritari per lo sviluppo economico del Paese: efficienza energetica, mobilità sostenibile, nuove tecnologie della vita, nuove tecnologie per il made in Italy, tecnologie innovative per i beni e le attività culturali e tecnologie per l'informazione e la comunicazione.

 

 

www.pensareprogettarelascuola.it - aprile 2012
“Manifesto”
░ Il gruppo “Pensare e progettare la scuola” si è costituito per favorire la crescita professionale del personale della scuola. Riportiamo passi del testo programmatico a firma: Silvio Colombini CISL Scuola Lombardia Mariella Ferrante DIESSE Lombardia, Roberto Fraccia DiSAL Lombardia, Stefano Pierantoni UCIIM Lombardia, Disma Vezzosi AIMC Lombardia.
Il gruppo condivide elementi fondamentali di una visione culturale della scuola e della Condizione professionale del suo personale. Occorre impegnarsi per salvaguardare la scuola come “bene comune”, cioè bene sociale, un bene che le persone condividono grazie alla loro attiva partecipazione alla vita della comunità; un bene che si concretizza nell’insieme delle condizioni che permettono tanto ai gruppi quanto ai singoli di raggiungere maturità e autonomia. L’educazione è un bene pubblico (della res publica) e il “servizio scuola”, garantito dalle leggi approvate dal Parlamento italiano, è offerto dalle istituzioni scolastiche autonome statali e paritarie. Questo modo di concepire la scuola si fonda, inoltre, su alcuni principi:• l’educazione come diritto-dovere di ciascun uomo (bene comune);• la centralità e la responsabilità educativa primaria della famiglia nei confronti dei soggetti pubblici di offerta formativa;• la libertà, la responsabilità e la personalizzazione come cardini fondamentali dell’educazione. Su questi obiettivi il Gruppo si propone un percorso di ricerca, elaborazione e impegno su direttrici: 1. La condizione di lavoro del personale nella scuola. Ricerche scientifiche ed esperienze individuali danno conto di un ambiente di lavoro con “professioni in subbuglio”: la registrazione di fattori di frustrazione, di demotivazione, di solitudine e di sottostima sociale coesiste con il desiderio di vivere insieme l’esperienza educativa…. La capacità di gestire reti relazionali, informative, di supporti diventa decisiva per rendere attraversabile l’incertezza nella quale viviamo e per sostenere compiti impegnativi di cura educativa in modo dignitoso…. 2. Sviluppo professionale della figura docente. Il profilo professionale docente può essere arricchito, superando l’uniformità contrattualmente definita della funzione e prevedendo, con differenziazioni salariali, uno sviluppo professionale … ciò implica la definizione di un rinnovato profilo professionale in rapporto all’articolazione della professione.
3. Diventare ed essere docenti…. La questione urgente d’adottare è lo snodo formazione iniziale/assunzione: da un lato la necessità di nuove forme di assunzione degli insegnanti, più vicine alle realtà e necessità delle scuole e dei loro contesti territoriali (reti) e dall’altro interessi consolidati e principi costituzionali da considerare….
4. Autonomia scolastica. Il consolidamento e lo sviluppo dell’autonomia delle istituzioni scolastiche richiedono il potenziamento dell’autonomia gestionale con l’allocazione di responsabilità e di competenze nel governo della scuola e la definizione, sulla base di Livelli Essenziali delle Prestazioni, di una dotazione organica funzionale all’ordinaria attività didattica, educativa, amministrativa, tecnica e ausiliaria…

www.governarelascuola.it - 6 maggio 2012
“Le regole della contrattazione”
░ Quadro d’insieme efficacissimo in materia di contrattazione collettiva nella P.A., disegnato da Pietro Perziani.
I SINDACATI. Oltre a quelle previste dalla legge, il lavoratore gode di un’ulteriore tutela, derivante dalla contrattazione collettiva; il contratto individuale, cioè, viene sottoscritto sulla base non solo delle norme di legge, ma anche delle previsioni contenute nei contratti collettivi. La contrattazione collettiva, come dice il nome, avviene tra entità di natura collettiva, in rappresentanza delle due parti: lavoratori e datori di lavoro; queste “entità di natura collettiva” sono i sindacati…. I sindacati si configurano come enti di fatto (associazioni non riconosciute), sulla base degli artt. 36, 37 e 38 del Codice Civile; sono naturalmente associazioni di tipo particolare, in quanto non solo la stessa Costituzione, ma anche altre leggi specifiche riconoscono loro potestà e tutele che vanno oltre quelle delle mere associazioni non riconosciute. L’art. 39 è anche il fondamento del potere contrattuale del sindacato, in quanto sancisce non solo la libertà di organizzazione sindacale, ma riconosce anche ai sindacati il diritto di regolamentare il rapporto di lavoro sulla base di norme che non hanno origine legislativa (Contratti Collettivi), secondo modalità e forme su cui lo Stato rinuncia ad intervenire in modo diretto; come abbiamo detto, lo Stato interviene solo in modo indiretto, a tutela di alcuni diritti fondamentali del lavoratore e a sostegno della stessa contrattazione collettiva. L’art.39 stabilisce anche che i sindacati registrati sottoscrivono i contratti in proporzione ai propri iscritti e che tali contratti hanno validità… anche
pei lavoratori che sono iscritti ad altri sindacati o non sono iscritti.
LE RELAZIONI SINDACALI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. Quando con il D.Lgs 29/1993 la regolamentazione civilistica del rapporto di lavoro è stata estesa al pubblico impiego, il modello privatistico non poteva essere adottato… perché andava salvaguardato il perseguimento de l’interesse generale e del bene pubblico…. Era necessario definire…: quali siano le parti che interagiscono nella contrattazione, cioè quali strutture rappresentano la pubblica amministrazione, quali organizzazioni sindacali rappresentano i lavoratori; quali siano le procedure, i tipi, i livelli della contrattazione; quali siano le condizioni che rendono possibile la sottoscrizione di un contratto. Tutto questo in effetti è stato stabilito per legge, a partire dal D.Lgs 29/1993.
LA PARTE DATORIALE…. La pubblica amministrazione si è dotata di un organismo apposito che la rappresenta… Al livello più alto delle relazioni sindacali, il contratto collettivo nazionale, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni rappresenta legalmente le pubbliche amministrazioni nella contrattazione; l’ARAN ha personalità giuridica, un proprio organico e una dotazione di bilancio…. Negli altri livelli di relazioni sindacali le PP.AA. sono rappresentate dai dirigenti posti ai vertici degli uffici, nell’ambito delle funzioni di gestione e di organizzazione che sono proprie della dirigenza.
LA PARTE SINDACALE…. E’ stato stabilito quali siano i sindacati che hanno titolo a partecipare alla contrattazione collettiva nazionale presso l’ARAN: i sindacati rappresentativi. La rappresentatività viene stabilita sulla base di criteri puramente numerici: la media tra il dato associativo (percentuale delle deleghe rilasciate dai lavoratori) e il dato elettorale (percentuale dei voti alle RSU)…. I contratti collettivi definiscono le parti nei diversi tipi di relazioni sindacali di livello inferiore (contrattazione integrativa e forme di partecipazione); sono costituite in genere dagli organi di vertice di ogni amministrazione per parte datoriale e dai sindacati firmatari del CCNL per parte sindacale.
LE MATERIE…. All’art. 54 del D.Lgs 150/2009, comma 1 viene ribadito che le materie demandate alla contrattazione collettiva sono “…i diritti e gli obblighi direttamente pertinenti al rapporto di lavoro, nonché le materie relative alle relazioni sindacali”; il testo è molto chiaro, materie di contrattazione sono le reciproche obbligazioni del lavoratore e del datore di lavoro nell’ambito della prestazione lavorativa, oltre alla definizione delle regole delle relazioni sindacali.
I TIPI DI RELAZIONI SINDACALI. Le relazioni sindacali si articolano in 3 modalità: contrattazione, partecipazione e interpretazione autentica….
LIVELLI E PROCEDURE. Le relazioni sindacali si esplicano a diversi livelli; al culmine c’è la contrattazione collettiva nazionale, che a sua volta prevede due livelli (art.40 del D.Lgs 165/2001): - il Contratto Collettivo Nazionale Quadro (CCNQ), che riguarda tutta la pubblica amministrazione e fissa le regole stesse della contrattazione, dalla definizione dei comparti a quella dei diritti e prerogative sindacali; - il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL), che regolamenta il rapporto di lavoro nell’ambito di un comparto della pubblica amministrazione; i dirigenti costituiscono un’area autonoma di contrattazione. E’ previsto anche un livello inferiore di contrattazione, definito “contrattazione integrativa”, con modalità, limiti e materie stabilite dai CCNL; i contratti nazionali stabiliscono anche i livelli e le modalità della partecipazione. Il D.Lgs 165/2001, all’art.47, fissa anche le procedure e le modalità della contrattazione e, soprattutto, le condizioni perché si possa sottoscrivere il CCNL… ; le procedure sono molto minuziose, diciamo che l’Aran, una volta raggiunto l’accordo con le OO.SS., può sottoscrivere il contratto a due condizioni: - che ci sia il parere favorevole del Governo e del Comitato di Settore - che ci sia il visto di compatibilità finanziaria della Corte dei Conti… Il D.Lgs 150/2009 introduce una importante novità per quanto attiene alla contrattazione integrativa;… si stabilisce che la contrattazione deve concludersi entro un termine stabilito dal CCNL, decorso il quale le parti riassumono le rispettive prerogative e libertà di decisione;… se non si raggiunge l’accordo, l’Amministrazione adotta gli atti necessari al buon funzionamento del servizio, salvo ridefinirli una volta sottoscritto il contratto.

Il Giornale – 7 maggio 2012
“Lezioni digitali, tablet a 25mila studenti”
░ Nell’intervista, l’assessore all’istruzione della Regione Lombardia, Valentina Aprea spiega le classi “multimediali” del progetto “Generazione web Lombardia”, rivolto agli adolescenti tra i 13 e i 17 anni; previsti 250 euro (per tablet, notebook e LIM) a studente, per 8mila classi.
D. Come troverete professori adatti alla sfida digitale ?
R. Uno dei requisiti richiesti alle scuole è avere già adottato libri digitali e avere docenti preparati per l’uso di tali libri. I professori dovranno guidare un processo di modifica degli ambienti di apprendimento.
D. Quali saranno i criteri per scegliere le scuole ?
R. Non avremo scuole ma classi sperimentali: vogliamo che in ogni istituto vi sia almeno un gruppo di studenti digitali.
D. Quando il nuovo sistema sarà a regime in tutte le scuole ?
R. La digitalizzazione sarà diffusa a tutti entro il 2015…
D. Sono previsti incentivi ai meritevoli ?
R. Abbiamo messo a bando 500mila euro per la premialità…
D. Il sistema degli insegnanti a chiamata potrà essere esteso ?
R. Lo utilizziamo per i supplenti annuali. Attiveremo un blog www.lombardiaconcorsidistituto.it che sarà un forum di discussione.
Entreremo nel merito dopo aver sentito il parere dello Stato.

ItaliaOggi- 8 maggio 2012
“Concorso a tre punte per il ruolo”
░ La prima chance è per coloro che si abiliteranno con il TFA; ci saranno, poi, selezioni biennali aperte anche ai non abilitati.
In attesa della riforma del sistema di reclutamento, il ministro Profumo ha annunziato due tornate di concorsi. La prima sarà bandita entro l’anno… vi potranno partecipare i docenti abilitati e i vincitori saliranno in cattedra nell’a.s. 2013/14, così da fare fronte alle esigenze delle classi di concorso con graduatorie effettivamente esaurite. “Ma già nella prossima primavera faremo un altro bando al quale potranno accedere anche i nuovi abilitati”, cioè i 20.067 che avranno frequentato con successo i corsi TFA. … “La mia idea è di dare una cadenza biennale ai concorsi, per regolarizzare tutto il sistema”… svuotando le graduatorie. Inoltre, gli insegnanti precari potranno contare sulla revisione delle classi di concorso, terminata dal Miur riducendole a 50-60, e sui controlli ministeriali alle G.E. dove persone iscritte da anni, pur avendo rinunziato ad insegnare hanno diritto ad essere nominati…..

Il Messaggero - 8 maggio 2012
“Raffica di scioperi contro l’Invalsi”
░ I Cobas boicottano i quiz, ma c’è chi li difende per l’obiettività con cui consente, all’Invalsi stesso che li corregge,di valutare i livelli di apprendimento degli studenti a livello nazionale.
La protesta contro il test Invalsi si fa sempre più dura, e prende la forma dello sciopero…. E’ indetta dai Cobas… Per il 16 maggio è prevista anche una mobilitazione degli studenti, che comprenderà proprio il boicottaggio del test…. Per i Cobas, i quiz sopravvalutano alcune materie rispetto ad altre, anche perché – dicono – per allenarsi a fare i test si toglie tempo al resto… Intanto arriva il resoconto dell’ultimo Rapporto Invalsi sugli esami di maturità, che sembra avvalorare le parole del ministro Elsa Fornero sul fatto che i giovani “sanno troppo poco” e non conoscono nemmeno l’Italiano. Errori di interpunzione, scarsa conoscenza del significato delle parole, ignoranza degli argomenti….

Press-IN anno IV / n. 1115 - 8 maggio 2012
“Invalsi, i risultati dei disabili non calcolati: protestano i professori?”
░ Gli anni passano e la protesta si ripete puntualmente, ma nella testa di quelli dell’INVALSI non fa effetto. La nota che riportiamo è tratta da http://pressin.comune.venezia.it/leggi
I risultati nei test Invalsi degli alunni disabili e con bisogni educativi speciali (disabilita' intellettiva; disabilita' visiva: ipovedente; disabilita' visiva: non vedente; Disturbi specifici di apprendimento ovvero dislessia e discalculia) non rientreranno nell'"elaborazione statistica" finale prodotta dall'Istituto di valutazione. Insomma, non concorreranno a comporre il quadro finale sulle conoscenze degli alunni in matematica e italiano. Lo spiegano le note sullo svolgimento delle prove messe a punto dall'Invalsi che hanno gia' scatenato la reazione dei docenti. I presidi che lo desiderano potranno comunque "richiedere l'invio dei risultati degli allievi con bisogni educativi speciali". Fuori dai giochi anche i test degli alunni di recentissima immigrazione: gli allievi "di origine immigrata che abbiano cominciato a frequentare una scuola di lingua italiana da meno di un anno scolastico (convenzionalmente dopo l'1 settembre 2011) partecipano alle prove Invalsi- si legge nei documenti ufficiali- ma i loro esiti non concorrono alla determinazione dei risultati ne' globali ne' degli allievi di origine immigrata, indipendentemente dalla generazione". Il Coordinamento dei precari scuola di Bologna insorge e ricorda che l'Italia, in materia di integrazione, ha una legislazione "avanzata che viene dimenticata dall'Invalsi". Gli insegnanti si scagliano contro le regole stabilite dall'Istituto di valutazione del sistema scolastico che, fra l'altro, prevedono che i docenti di sostegno non possano essere presenti in aula al momento dello svolgimento dei test. Le scuole, poi, potranno decidere se far partecipare o meno gli stessi alunni con disabilita' intellettiva alle prove, potranno escluderli anche da una sola delle prove "impegnandoli", in quei giorni, "in un'altra attivita'", potranno anche decidere di metterli "in un locale differente da quello utilizzato per gli altri allievi della classe". L'importante, spiega l'Istituto, e' che non si non modifichino "in alcun modo le condizioni di somministrazione, in particolare se si tratta di classi campione". Classi separate sono possibili anche per gli ipovedenti e per chi ha disturbi dell'apprendimento. Per tutti vale la possibilita' di dispensa dalla valutazione. Tutti particolari che non soddisfano i docenti di sostegno. "L'Invalsi- dicono dal comitato bolognese- cancella i circa 200.000 alunni disabili che frequentano la scuola pubblica statale e con loro i docenti di sostegno specializzati che li accompagnano nel percorso educativo di ogni giorno. Per questo, noi docenti di sostegno non usciremo dalle classi di cui siamo contitolari, non allontaneremo l'alunno/a disabile dai suoi compagni di classe, non somministreremo al nostro alunno/a il questionario dello studente e inviteremo i nostri colleghi della disciplina a fare lo stesso con l'intera classe".

http://www.cilentonotizie.it/dettaglio - 9 maggio
“Gli alunni disabili inceppano il sistema Invalsi”
░ Sullo stesso argomento.
Il degrado culturale e materiale della Scuola pubblica è ormai una realtà, i tagli massicci ai finanziamenti per l’istruzione hanno pesantemente compromesso le pari opportunità e il diritto a un’istruzione di qualità.....Ma mentre si taglia con l’accetta fino a non poter più garantire neanche il funzionamento ordinario degli istituti (oggi in Italia l’investimento nell’istruzione pubblica è meno del 9% della spesa pubblica complessiva mentre la media dei paesi “sviluppati” è del 13.3%) si trovano più di 15 milioni di euro per finanziare l’istituto Invalsi che attraverso una farsa basata su domande e risposte a crocette pretenderebbe di valutare i risultati di apprendimento di tutti gli studenti italiani. I governi centrosinistra e quelli di centrodestra hanno ingaggiato i “Signori Invalsi” per realizzare un sistema di valutazione nazionale unico e senza appello che in realtà verrà utilizzato per selezionare scuole, studenti e docenti, per dimensionare gli istituti scolastici, per mettere fine alla didattica finalizzata all’integrazione e alla valorizzazione delle differenze sociali e culturali. In un simile sistema standardizzato e omologante, gli alunni disabili e tutti quelli con disturbi specifici dell’apprendimento sono la contraddizione da eliminare. Che cosa succederà allora nei giorni tristi dell’Invalsi? Gli alunni disabili o fuori-standard potranno restare in classe solo con l’autorizzazione dei dirigenti scolastici , ma in ogni caso gli insegnati di sostegno saranno allontanati e i risultati dovranno essere elaborati a parte così da non incidere sul risultato medio della classe….

Il Tempo – 9 maggio 2012
“Scampia, giovani sportivi crescono”
░ Lodevolissimo sforzo del Governo: finanziati quattro progetti di impatto sociale per la diffusione della pratica sportiva.
Quattro milioni di euro distribuiti in quattro progetti dal forte impatto sociale per la diffusione della pratica sportiva in contesti scolastici. E’ questa la strategia del ministro per gli Affari regionali, Turismo e Sport, Piero Gnutti, che ieri mattina ha firmato, assieme al ministro del Miur, Francesco Profumo un accordo di programma denso di significati…. I fondi consentiranno di ampliare ulteriormente i programmi di Alfabetizzazione motoria nella scuola primaria ….

La Stampa – 9 maggio 2012
“Il rischio di sottovalutare un allarme”
░ Michele Brambilla segnala una certa sottovalutazione, nella stampa e forse nell’opinione pubblica, dell’attentato all’amministratore delegato dell’Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi.
Forse un primo motivo di questa, chiamiamola così, scarsa attenzione, sta nel fatto che l’attentato non ha avuto gravi conseguenze. Adinolfi è stato ferito solo di striscio. E quindi non è scattata una reazione emotiva popolare. Ma come non pensare al significato del gesto? La «gambizzazione» in Italia ha una tragica storia in un contesto preciso. … L’agguato di Genova è poi trascurato anche per un secondo motivo: non si crede fino in fondo che si possa trattare di terrorismo. È vero che una certezza sulla matrice non c’è ancora, e può anche essere che il terrorismo non c'entri. Ma colpisce la sicurezza con la quale da molte parti si ritiene «impossibile» o «molto improbabile» che il terrorismo possa tornare. …. Oggi al Quirinale sarà celebrato il Giorno della memoria dedicato alle vittime degli anni di piombo. È la quinta volta che viene celebrato. La prima, però, in cui ci si troverà a parlare, oltre che degli attentati di allora, di uno dell’altro ieri.

la Repubblica – 9 maggio 2012
“E Giarda avverte i dirigenti pubblici, adesso basta con i mega-uffici”
░ E indica una cubatura adeguata e sufficiente.
Il potere è anche questione di centimetri. Troppi quelli a disposizione dei dirigenti pubblici, ieri bacchettati dal ministro Giarda: «Invece di stare in splendidi uffici di 40 metri quadri, ci si deve rassegnare in un ufficetto di 15 e ne avanza pure». Stringersi, mettersi a dieta, ridurre gli sperperi... . La spending review inizia da qui… Ogni anno la P.a. spende in affitti 1,2 miliardi. Secondo l'Agenzia del Demanio, che ha predisposto 17 piani di razionalizzazione, nel quadriennio 2012-2015 si potrebbero risparmiare 43 milioni e ridurre gli spazi presi in locazione di 46 mila metri quadri, su 11,3 milioni totali relativi ai 10 mila immobili. Senza contare i quasi 12 mila di proprietà dello Stato, a costo (ma anche a rendita) zero. Dove cominciare? Dai ministeri…

La tecnica della scuola – 10 maggio 2012
“Come userebbero i laureati i 2.300 miliardi di euro dati ai partiti?
░ Riportiamo parte dell’articolo nel quale Pasquale Almirante riferisce l’esito del sondaggio di Tesionline.it.
Tesionline.it ha pubblicato nel proprio sito internet il sondaggio, chiuso il 26 aprile scorso e al quale hanno partecipato 12.017 utenti, che chiedeva: “Come usereste i soldi spesi per i rimborsi elettorali?” Vale a dire i 2,3 miliardi di euro erogati ai partiti dal 1994 ad oggi, sotto forma di “rimborsi elettorali” che hanno sostituito i “finanziamenti pubblici ai partiti”, aboliti con referendum nel 1993.… Nel dettaglio i numeri dei finanziamenti sarebbero i seguenti: oltre 120 milioni sono andati alla Lega, circa 195 milioni al Pd e oltre 187 milioni al precedente Ulivo. L’Idv di Di Pietro (solo dal 2001) ha incassato 53 milioni circa, mentre l’area Udc ha ricevuto oltre 121 milioni. Al partito di Berlusconi sono toccati oltre 230 milioni di euro. Cosa si sarebbe potuto fare? Ecco solo alcune delle iniziative che si sarebbero potute realizzare con 2,3 miliardi di euro. Al primo posto, con oltre il 46% delle preferenze, c’è il sostegno alle start up e all’imprenditoria giovanile. Che vuole dire non solo slancio di creatività e innovazione, ma soprattutto creazione di tantissimi posti di lavoro. Con 2,3 miliardi si sarebbero potute garantire 7.666 nuove aziende, 426 ogni anno per 18 anni, con una ricaduta occupazionale di 2.550 persone, vale a dire 46mila posti di lavoro in 18 anni. La seconda scelta è la ricerca: oltre il 42% dei laureati italiani è convinto che sia fondamentale investire in ricerca…. Al terzo posto si piazza con il 32,5% delle preferenze il tema “green”, e cioè tutto ciò che è ecologia, sostenibilità e risparmio energetico…. Quarta posizione, con il 31% delle preferenze, per le borse di studio destinate all’università. Frequentare ’università costa mediamente 3mila euro all’anno, solo di tasse. … Con i famosi 2,3 miliardi avrebbero potuto fare l’Erasmus 2.073.931 studenti, 115.218 ogni anno per 18 anni.

Metrò (ed.Milano) - 10 maggio
“Se la scuola è tutto un quiz”
░ Tra tensioni e scioperi, le prove Invalsi per gli studenti.
In un clima di tensione sono iniziati ieri, con la prova di Italiano nelle seconde e quinte elementari, i test Invalsi 2012… Oggi tocca ai ragazzi della prima media, con le prove di Italiano, Matematica e con il Questionario per tracciare l’identikit sociale. La tornata prosegue il 16 maggio con gli studenti del secondo anno delle superiori e si chiude il 18 giugno con i ragazzi di terza media. I sindacati Cobas e Gilda hanno indetto scioperi, dei professori e del personale Ata, in ogni giornata dei “distruttivi quiz”,e ieri in alcune scuole si sono viste scintille…. I Cobas denunziano episodi di docenti in sciopero sostituiti, e classi accorpate… E mentre il Miur precisa che ieri le classi che non hanno eseguito il test sono stimabili allo 0,69%, e annunzia un rafforzamento dell’Invalsi (più materie e uso del computer) – c’è chi segnala che “i risultati non servono per aumentare i finanziamenti alle scuole risultate deboli, ma per fare l’esatto contrario”.

http://www3.lastampa.it/torino - 11 maggio 2012
“Blitz degli studenti contro Profumo. Striscioni e slogan mentre il ministro parla al Lingotto”
░ Una cinquantina di giovani, studenti e autonomi, che manifestavano fuori dal Lingotto sono stati caricati dalla polizia: due contusi, uno ha trascorso la notte al Cto in osservazione.(di Andrea Ciattaglia)
Contestazione doveva essere, annunciata da giorni sui social network, e contestazione è stata con tanto di Salone dei 500 del Lingotto blindato dalle forze dell’ordine per l’arrivo del ministro Francesco Profumo e, al di fuori, cariche della polizia contro una cinquantina di universitari degli Studenti Indipendenti, autonomi della residenza occupata di via Verdi 15 e studenti delle scuole superiori. Il bilancio è di due contusi, uno di loro, Nicola Malanga, presidente del Senato Studenti dell’Università di Torino…. Occasione per la mobilitazione è stato l’incontro «Avere vent’anni in Italia», organizzato dall’associazione giovanile Muoviti per la novità, con il ministro Profumo bersaglio dei contestatori…… «All’ordine del giorno della protesta e del confronto che ci viene negato col ministro ci sono i tagli ai fondi per le borse di studio, il probabile aumento delle tasse universitarie e altre decisioni controverse approvate in gran velocità dal ministero dell’Istruzione e dell’Università», spiega Marco Viola, portavoce degli Studenti Indipendenti…. Nel resto del dibattito, seguito con interesse da più di duecento giovani, Profumo non si è sottratto alle domande sulle spinose questioni dei fondi per il diritto allo studio e della scarsa attrattività degli Atenei italiani. «I contributi statali per le borse di studio aumenteranno da 150 a 165 milioni di euro - ha garantito, ricordando che sul tema è in corso un confronto con le Regioni -. Ma le Università dovranno diventare più appetibili per gli studenti stranieri premiando il merito e diventando più semplici e trasparenti».
 

www.governarelascuola.it  - 17 aprile 2012

“Il ddl Aprea”

░ Pietro Perziani interviene, con la consueta arguzia e competenza, con considerazioni sul tema che potrebbe prossimamente monopolizzare il dibattito sulla Scuola; esprime l’auspicio che la norma possa essere al più presto approvata. Riportiamo parte del quadro di sintesi del decreto.

Premessa: Il DDL Aprea sembra essere arrivato alla dirittura d’arrivo: è stata concessa la sede deliberante in commissione, c’è un sostanziale accordo tra le forze politiche, l’ulteriore passaggio al Senato per l’approvazione definitiva dovrebbe avvenire prima delle ferie estive. Il testo varato in Commissione lo scorso 23 marzo dovrebbe quindi essere quello definitivo… Il testo attuale è molto diverso da quello iniziale…; sono rimaste solo le norme sull’autogoverno delle istituzioni scolastiche… In effetti, il DDL è composto di 2 soli Capi: - il CAPO I, rubricato “AUTONOMIA STATUTARIA DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE STATALI”, fatto di 10 articoli, che ridefiniscono l’assetto istituzionale della istituzione scolastica autonoma; - il CAPO II “RAPPRESENTANZA ISTITUZIONALE DELLE SCUOLE AUTONOME”, fatto di 4 articoli, di cui 3 dedicati alle norme finali e alle abrogazioni, per cui il Capo di fatto si compone di un solo articolo, dedicato alle forme di rappresentanza della scuola autonoma…. L’oggetto della legge è l’autogoverno delle istituzioni scolastiche, con un’aggiunta finale che riguarda la rappresentanza delle scuole.

1 - LA SCUOLA AUTONOMA. Il punto di partenza è in ogni caso il DPR 275/1999, che ha istituito l’autonomia scolastica; si potrebbe dire che la Legge integra le primitive disposizioni del 1999 e le completa. L’autonomia statutaria. La rubrica del Capo I indica con chiarezza qual è la novità più importante del DDL: alle scuole autonome viene attribuita la potestà statutaria (Art. 1, comma 3); naturalmente non si tratta di un’autonomia assoluta, va esercitata nel rispetto delle norme generali di cui alla medesima legge. Gli Statuti delle scuole autonome hanno per oggetto gli organi interni dell’istituzione, la loro istituzione, composizione e funzionamento(Art. 1, comma 4); anche qui non c’è una libertà assoluta…  I rapporti tra scuola, Stato, Regioni ed EE.LL. Ogni scuola è parte del sistema nazionale di istruzione, costituisce un punto di riferimento per la comunità locale (Art. 1, comma 2); lo Stato, le Regioni e gli EE.LL. esercitano le funzioni e le competenze previste dal D.Lgs 112/1998…. I rapporti tra scuola, famiglia, studenti e comunità Locale.La scuola promuove il “patto educativo” con gli studenti, le famiglie e la comunità locale, valorizzando il diritto all’apprendimento degli alunni, il dialogo tra la funzione docente e le scelte educative delle famiglie, le azioni formative in rete (Art. 1, comma 5).

2 - GLI ORGANI DELLA SCUOLA AUTONOMA. La Legge enuncia con estrema chiarezza la distinzione delle funzioni tra i diversi organi della scuola: funzioni di indirizzo, funzioni di gestione, funzioni tecniche (Art.2, comma 1); se ne sentiva il bisogno, dopo la confusione e le invasioni di campo degli ultimi anni. Gli organi della scuola autonoma sono: - il Consiglio dell’Autonomia, normato dagli articoli 3 e 4; - il Dirigente, normato dall’articolo 5; - il Consiglio dei Docenti, che prevede diverse articolazioni, consigli di classe, commissioni e dipartimenti, normato dall’articolo 6; - il Nucleo di Autovalutazione, normato dall’articolo 8. Com’è evidente, si tratta degli stessi organi oggi esistenti, a cui si aggiunge un nuovo organo, il Nucleo di Autovalutazione….

3 - IL CONSIGLIO DELL’AUTONOMIA. Il Consiglio dell’Autonomia è l’organo che dà gli indirizzi generali dell’attività scolastica (Art. 3, comma 1); ha anche delle competenze specifiche… Il Consiglio è composto da un

minimo di 9 ad un massimo di 13 membri (Art. 4, comma 1); come detto, in merito decide lo Statuto, ma la Legge fissa alcuni paletti: - il dirigente scolastico è membro di diritto;genitori e docenti hanno esprimono una rappresentanza paritetica; nelle scuole superiori va assicurata la rappresentanza degli studenti; va prevista la presenza di non più di due membri esterni, espressione di realtà istituzionali o della società; questa è una novità, che fa entrare la società e l’Ente locale nella scuola, sia pure con una rappresentanza minima. Il Consiglio è presieduto da un genitore. Il DSGA fa parte del Consiglio, senza diritto di voto, svolgendo le funzioni di segretario… il personale ATA non è rappresentato, a meno che non sia lo Statuto a prevederlo.

4 - IL DIRIGENTE SCOLASTICO. All’articolo 5 viene definito il ruolo del Dirigente Scolastico, in modo molto scarno, riprendendo sostanzialmente quanto stabilito dal D. Lgs 165/2001 (Art. 5, comma 1). L’unica novità: il Dirigente risponde dei risultati non solo agli organi istituzionali, che sono esterni alla scuola, ma anche a quelli statutari, che sono invece interni alla scuola; la formulazione è molto generica, non vengono individuati quali siano questi organi statutari, lasciando così campo libero alla formulazione degli Statuti dei singoli statuti….

5 - IL CONSIGLIO DEI DOCENTI. Lo Statuto disciplina l’attività del Consiglio dei Docenti e delle sue articolazioni, attività che è finalizzata alla programmazione della didattica e alla valutazione collegiale degli alunni (Art. 6, comma 1). Il Consiglio è composto da tutti docenti ed è presieduto dal Dirigente Scolastico; si può articolare in commissioni, dipartimenti, consigli di classe.

6 - NUCLEO DI AUTOVALUTAZIONE E LA CONFERENZA DI RENDICONTAZIONE. In ogni scuola viene istituito un Nucleo di Autovalutazione dell’efficacia, dell’efficienza e della qualità del servizio, in rapporto con l’Invalsi. Lo Statuto ne determina la composizione, prevedendo da tre a sette membri, di cui almeno uno esterno e almeno un rappresentante delle famiglie, mentre il Regolamento ne fissa le modalità di funzionamento….

7 - RETI, CONSORZI, ASSOCIAZIONI. Le scuole possono promuovere o partecipare a reti, consorzi ed associazioni, in linea con il DPR 275/1999; le scuole possono ricevere contributi da Fondazioni.

Rispetto al DPR 265/1999, alle reti e ai consorzi è stata aggiunta la forma dell’associazione; soprattutto, si prevede una regolamentazione che è anche un’istituzionalizzazione dell’associazionismo delle scuole….

8 - LA RAPPRESENTANZA ISTITUZIONALE DELLE SCUOLE AUTONOME.  1- A livello nazionale, viene istituito dal MIUR il “Consiglio Nazionale delle Autonomie Scolastiche”, che è composto da rappresentanti eletti dai dirigenti, dai docenti e dai presidenti dei Consigli dell’Autonomia; è prevista anche la partecipazione delle Regioni e degli EE.LL., nonché del presidente dell’INVALSI….  2- A livello regionale, sono le Regioni che costituiscono gli organi di rappresentanza (Art. 11, commi1-6)…. Forma di rappresentanza è la “Conferenza regionale del sistema educativo, scolastico e formativo”; 3- A livello locale, le Regioni, d’intesa con le istituzioni scolastiche e gli EE.LL., che istituiscono le Conferenze, con funzioni consultive. È difficile sfuggire all’impressione che anche per il livello regionale e territoriale ci si muova sostanzialmente sul terreno dei vecchi OO.CC. territoriali… (Pietro Perziani).

 

La tecnica della Scuola n.17 – 25 aprile 2012

“Le priorità del ministro Profumo”

░ Il ministro Profumo ha emanato (3 aprile 2012) l'atto di indirizzo sull'impegno del Miur per il 2012 (attualizzando le indicazioni tracciate dalla Gelmini, lo scorso novembre), anche alla luce della delega  conferitagli dal Presidente del Consiglio lo scorso 13 dicembre, che esercita in materia di innovazione tecnologica per migliorare i rapporti tra cittadini e P.A. Riportiamo alcuni passaggi del commento che ne ha fatto Reginaldo Palermo

E’stato firmato il 3 aprile dal ministro Francesco Profumo l’atto di indirizzo che individua le priorità politiche sulle quali concentrare l’impegno del Miur nel 2012…. Alcuni obiettivi ricalcano esattamente le indicazioni già contenute nel provvedimento della Gelmini, mentre altri sono del tutto nuovi…. Alcuni obiettivi indicati nell’atto della Gelmini non compaiono più nel nuovo provvedimento: - assicurare il mantenimento degli obiettivi di contenimento e razionalizzazione della spesa del sistema scolastico; - sostenere e qualificare la ricerca pubblica per l’economia della conoscenza, dell’innovazione e del recupero di competitività del Sistema Paese e porre in essere una forte iniziativa di contrasto alla crisi economica; - razionalizzare e ottimizzare l’offerta formativa delle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica e valorizzare i poli di eccellenza. Una parte significativa dell’atto… è dedicata esclusivamente al tema dell’innovazione tecnologica. Cosa ha in mente il Ministro in quest’ambito è presto detto: consolidare e diffondere i servizi telematici per migliorare i rapporti fra cittadini e Pubblica Amministrazione; realizzare progetti finalizzati a garantire la piena trasparenza dei dati pubblici, favorire e promuovere l’alfabetizzazione informatica…. Per questa ragione è prevista una sempre maggior diffusione di strumenti, come per esempio la Pec, che consentano non solo una maggior fruibilità dei servizi della Pubblica Amministrazione ma anche una significativa riduzione della spesa pubblica. Ma, secondo il Ministro, la questione delle tecnologie va tenuta presente anche nella scuola puntando molto alla digitalizzazione dei servizi di interfaccia con le famiglie, agli ebook e ad altri contenuti digitali per le attività scolastiche da svolgere a casa….

Atto di indirizzo del Ministro Profumo. Semplificare la complessità organizzativa del sistema di istruzione e dare valore ad un’autonomia scolastica responsabile, Completare l’attuazione del sistema nazionale di valutazione, con l’obiettivo di offrire alle istituzioni scolastiche e formative gli strumenti per attuare piani di miglioramento della qualità e dell’offerta formativa. Avviare tempestivamente la nuova modalità di formazione iniziale dei docenti e individuare nuove modalità di reclutamento per favorire l’ingresso nella scuola di giovani meritevoli. Completare il processo di riforma del primo ciclo di istruzione, a partire dalla revisione delle indicazioni nazionali e del secondo ciclo del sistema educativo. Promuovere il recupero delle aree scolastiche più compromesse e potenziare le azioni di orientamento scolastico e professionale, di educazione alla cittadinanza e alla legalità. Potenziare l’istruzione tecnico-professionale sino al livello post-secondario. Promuovere interventi nell’edilizia scolastica secondo nuovi standard energetici ed interventi straordinari di messa in sicurezza di edifici che mancano dei prescritti requisiti minimi. Promuovere l’innovazione digitale nella scuola. Favorire la mobilità degli studenti per estenderne le possibilità di studio e di lavoro all’estero.

 

Asasi - La Letterina n.320 - 26 aprile 2012

 “La Scuola, agenzia di viaggio ?”

░ Riportiamo parte della nota di Bianca Boemi.

Il 21 marzo segna l’inizio della primavera e della frenetica attività “turistica” delle scuole, negli ultimi decenni anche di quelle di base, con grande soddisfazione delle agenzie di viaggio, che vivono un momento di grave crisi per la concorrenza spietata di internet. ….Non posso sottrarmi alla necessità di riflettere su alcuni quesiti relativi al “viaggio di istruzione” per non dimenticarne il valore educativo, didattico e relazionale. Chi lo progetta? 1) Come vengono scelti gli accompagnatori? 2) L’attività è indirizzata alla classe? 3) Come sono valutati i risultati dell’esperienza? 4) Chi paga? In genere la scuola si limita a individuare la meta e chiede all’agenzia di proporre il programma, che preveda, in genere, anche una guida che, di fatto, si sostituirà, senza averne titolo e competenza, al docente. … Gli accompagnatori vengono scelti sulla base della rotazione e/o della disponibilità e spesso… gli allievi vengono affidati a docente di classe diversa. …  Il gruppo quindi è raccogliticcio e, al di là dei rapporti personali, si scioglie a conclusione dell’esperienza. Nessun consiglio di classe individua gli strumenti di valutazione dell’esperienza né si preoccupa di riflettere, a conclusione, sulle sue ricadute. Last, but not least, la scuola paga la fattura utilizzando il contributo “volontario” delle famiglie. Come mai non si organizza questo tipo di viaggio in periodi di vacanza? A buon intenditore poche parole!

 

www.aipd.it/cms/schedenormative   27-04-2012

Corsi di specializzazione di sostegno per docenti soprannumerari (DDG 7/12)

░ Riportiamo passi della Nota n.382 dello Sportello informativo AIPD sulla normativa (Osservatorio Scolastico sull’integrazione). Ne è autore l’avv. Salvatore Nocera, Responsabile dell'area Normativo-Giuridica. A proposito delle specificità del D.D.G. n.7/12, evidenziate da Salvatore Nocera, rispetto al D.M. del 30/09/11 (ai corsi possono partecipare anche docenti in possesso del solo diploma di scuola superiore, purché già di ruolo), ricordiamo che già il D.M. n.249/2010 e l’art.5 del D.M. 30/09/2011 avevano previsto che ai corsi di sostegno potessero partecipare tutti i docenti abilitati (e quindi anche maestri, itp e altri docenti in possesso del solo diploma).

In applicazione del D.M. n° 249/10 sulla formazione iniziale dei docenti e su quella per la specializzazione per il sostegno, il MIUR tra settembre 2011 e aprile 2012 ha emanato una serie di Decreti che riguardano la formazione dei docenti.Si è cominciato con due Decreti dell’11/11/11 che fissano le norme per il conseguimento per l’abilitazione all’insegnamento… È seguito il Decreto sui nuovi corsi di specializzazione emanato il 30/09/11, ma pubblicato sulla gazzetta Ufficiale n° 78 del 2/4/12… Adesso stato pubblicato il D.D.G. n° 7/12 concernente la riconversione professionale di docenti soprannumerari che scelgano di dedicarsi all’attività di sostegno. Quest’ultimo Decreto si rifà quanto ai principi ispiratori ed ai contenuti dei programmi al precedente D.M. del 30/09/11, e però presenta alcune specificità rispetto a questo: ai corsi possono partecipare anche docenti in possesso del solo diploma di scuola superiore purché già di ruolo; a differenza dei corsi ordinari di specializzazione, che debbono svolgersi senza oneri aggiuntivi o ulteriori per l’erario, questi sono a carico dell’Amministrazione, sempre perché trattasi di docenti già di ruolo; a questi aspiranti alla specializzazione è consentito svolgere programmi con un monte ore globale inferiore di oltre la metà rispetto a quelli dei corsi ordinari; a differenza dei corsi ordinari…, ai partecipanti previsti da questo Decreto è consentito il 50% di insegnamenti on-line; data la necessità di non aggravare l’erario, il MIUR ha stabilito che i docenti soprannumerari frequentanti i corsi potranno ricevere l’incarico su posto di sostegno a partire da settembre prossimo anche se ancora non hanno completato il corso, purché abbiano completato almeno i 2/3 del corso (40 dei 60 Crediti Formativi Universitari) o addirittura anche solo 1/3 (20 dei 60 CFU), ovviamente solo se non vi siano nelle graduatorie docenti aspiranti a supplenze già specializzati. OSSERVAZIONI. Pur non condividendo noi la novità dei corsi di riqualificazione per la specializzazione di sostegno, è da tener presente che tali corsi non sono un’invenzione ministeriale, ma sono espressamente previsti da una precisa normativa: l’art. 19, comma 11 della L. n° 111/11. Pertanto le Associazioni della FISH e della FAND, non essendo legittimate a sollevare la questione di incostituzionalità della norma, si sono adoperate per cercare di migliorare al massimo i contenuti dei corsi, inizialmente previsti con un monte ore risibile (120 ore) e per giunta tutte on-line. Si è riusciti così ad allineare la logica e la struttura dei corsi a quelli ordinari previsti dal D.M. del 30/09/11. Contro i corsi per il TFA, le cui prove d’ingresso sono previste in luglio 2012, si sono levate molte critiche da parte di quanti, docenti precari abilitati in precedenza, temono una forte concorrenza dei nuovi abilitati che, avendo molta più anzianità di servizio, potrebbero superarli nelle graduatorie, specie quelle ad esaurimento. Contro i corsi di riqualificazione per la specializzazione su sostegno per i docenti soprannumerari di prossimo avvio sono state levate dure critiche da parte di docenti collocati in posizione ottimale nelle graduatorie ad esaurimento per l’immissione in ruolo, giacché vedono spostarsi di molto la data auspicata, dal momento che il numero dei docenti soprannumerari si aggira intorno alle 10.000 unità, in maggioranza nelle scuole superiori. Critiche contro i due decreti sulla specializzazione per il sostegno si sono levate da parte di specializzati in possesso di laurea contro i prossimi specializzandi diplomati. Il MUR ed i Sindacati replicano che i diplomati sono stati ammessi sia ai corsi per il TFA sia ai corsi di riqualificazione per la specializzazione di sostegno trattandosi di personale che insegnava da tempo e non poteva essere abbandonato durante la carriera scolastica. Quanto alle critiche sulla riduzione di orario nei programmi dei corsi di riqualificazione per la specializzazione per il sostegno essa è giustificata dal MIUR con il fatto che trattasi di docenti di ruolo e quindi con l’esperienza di moti anni d’insegnamento. Certamente è da rilevare che questi corsi ritardano o riducono addirittura le possibilità di insegnamento per docenti neo-laureati. In conclusione può rilevarsi che i contenuti dei programmi dei corsi di riqualificazione per la specializzazione, anche se ridotti quantitativamente, sono identici a quelli dei corsi ordinari previsti dal D.M. del 30/09/11, come pure sono identiche le modalità di svolgimento (eccetto il 50% di lezione on-line) ed i requisiti che debbono essere posseduti dalle Università organizzatrici e dai docenti e dai tutor dei corsi. Per questa serietà si è adoperata, come detto, l’apposita commissione composta da esperti delle Federazioni FISH e FAND coordinate da un Dirigente Tecnico del MIUR che hanno preteso ed ottenuto la revoca di un bando dell’ANSAS comparso a fine dicembre 2011 nel quale non si davano garanzie di professionalità dei tutor e dei contenuti dei futuri corsi.

 

La Stampa - 30 aprile 2012

“Scuola, risparmi in 4 mosse ma senza toccare gli insegnanti”

Oggi pomeriggio, dunque, il Consiglio dei Ministri esaminerà il piano di spending review predisposto dal ministro per i rapporti con il Parlamento Piero Giarda per ridurre di almeno 4 miliardi la spesa pubblica. TuttoscuolaNEWS (n. 534, 30 aprile 2012) ipotizza che gli ex-Provveditorati agli studi (poi Uffici Scolastici Provinciali, ora Uffici Territoriali) possano essere allocati presso l’Utg, ufficio territoriale di governo, unitamente ad altri uffici periferici della P.A. Flavia Amabile, invece, in questo articolo, riporta la previsione di risparmi con l’accorpamento di uffici e biblioteche del Ministero dell’istruzione (ma non delle scuole) con una riduzione del 75% sul costo attuale di 12 milioni di affitti per le sedi periferiche del Ministero. Anche si Ipotizzano risparmi con la razionalizzazione degli acquisti di beni e servizi, e delle supplenze. A parte quest’ultima voce, c’è il nostro gradimento per l’iniziativa dei ministro Giarda e Profumo.

Segreterie e biblioteche delle scuole in comune, una riorganizzazione del personale del Miur, riduzione delle sedi: anche il Miur è al lavoro in queste ore per l’esame della spending review, la revisione mirata della spesa pubblica, necessaria ad assicurare il pareggio di bilancio nel 2013… Le strutture dell’amministrazione centrale del Miur costano ogni anno 12 milioni di euro di canoni. I dipendenti sono suddivisi in due sedi… a piazzale Kennedy-Eur lavorano 400 dipendenti. A disposizione hanno 40mila metri quadrati… Si concentrerà tutto tra la sede centrale di Trastevere e gli uffici di viale Cercani. Totale del risparmio circa 9milioni di euro…. Un’altra quota di risparmi arriverà dai beni e servizi. Quando si faranno le gare si cercherà di aumentare l’uso dell’e-procurement. Si ricorrerà, cioè, all’acquisto on line, in genere meno costoso: il risparmio atteso è di circa 100 milioni, il 15% della spesa attuale.

 

la Repubblica  - 3 maggio 2012

“E per la scuola si profilano nuovi tagli”

░ Le sedi romane del Miur saranno accorpate; i dirigenti pensionati o che hanno lasciato per altro motivo on saranno sostituiti); 500 scuole con meno di 600 alunni saranno accorpate. Riportiamo, di Salvo Intravaia.

Scuola ancora all’insegna del segno meno: meno sedi centrali e periferiche, meno istituzioni scolastiche, meno docenti “imboscati”, meno dirigenti e probabilmente anche meno insegnanti. Con la spending review (revisione della spesa) la scuola pubblica italiana si appresta all’ennesimo taglio. …cSono quattro le leve che il governo conta di azionare per raschiare il fondo del barile: “snellimento della struttura centrale”, “riorganizzazione della struttura territoriale”, “razionalizzazione di distacchi e comandi” e “riequilibrio della rete scolastica regionale e della proporzione tra docenti e classi di alunni”. … Lo “snellimento della struttura centrale” prevede la riduzione ad una soltanto delle due sedi – viale Trastevere e piazza Kennedy – del ministero: a rimanere dovrebbe essere soltanto la prima. Ma anche un maggiore utilizzo dei sistemi informatici disponibili e una riduzione degli organici dei dirigenti. Attualmente, sono 159 i posti vacanti di dirigente amministrativo di prima e seconda fascia, sui 371 previsti in totale (il 43 per cento). Il ministero conta di tagliarne una parte. E per ridurre ancora le spese prevede la “riduzione delle articolazioni provinciali”: quelli che un tempo si chiamavano “provveditorati agli studi”, trasferendone le relative funzioni alle scuole e agli Uffici scolastici regionali. Ma non solo. Per effetto della “razionalizzazione di distacchi e comandi” i 300 docenti comandati negli uffici periferici dell’amministrazione, presso enti e associazioni, con tutta probabilità, ritorneranno in classe ad insegnare. Il “riequilibrio della rete scolastica regionale” dovrebbe passare attraverso l’accorpamento delle oltre 500 istituzioni scolastiche ancora sottodimensionate – con meno di 600 alunni – mentre resta sibillino il “riequilibrio della proporzione tra docenti e classi di alunni”, perché potrebbe nascondere un taglio al personale.

 

La Stampa – 3 maggio 2012

Rivoluzione Invalsi: entrano più materie, via libera al computer- Valutazioni anche su discipline scientifiche e inglese

░ Preannunzio di un potenziamento delle prove, dal prossimo anno scolastico. Riportiamo parte dell’articolo di Flavia Amabile.

Aumentano le domande, le materie e i controlli…. La svolta avverrà a partire dall’anno scolastico 2013-14 quando saranno introdotte altre materie oltre all’italiano e alla matematica: si sta pensando a prove anche nelle discipline scientifiche e in inglese, in questo caso proseguendo la sperimentazione già in corso sulla terza media che coinvolge oltre 2mila studenti. Si sta pensando di introdurre test anche nelle secondarie e in terza o quarta elementare. Infine una parte dei test sarà svolta anche con l'uso del computer…. . Saranno rafforzati i sistemi di controllo durante lo svolgimento delle prove, per evitare che i prof aiutino i propri studenti. E chi si rifiuterà di partecipare sarà segnalato al dirigente responsabile e agli uffici regionali…. A essere sottoposti ai test Invalsi quest'anno saranno oltre due milioni di ragazzi dalla primaria alle superiori. … L’Invalsi ha deciso di accelerare già da quest’anno la riconsegna dei dati e distribuirà un vademecum per gli insegnanti che avranno più informazioni: non solo i risultati dei ragazzi, ma anche dati sull’ambiente di provenienza delle classi e sulle differenze nei risultati.

 

La Stampa – 4 maggio 2012

“Sprechi, lo sfogo dei 40 mila”

░ Boom di segnalazioni online al governo. Gli italiani attaccano auto blu e stipendi dei politici (di Alessandra Barbera)

Hanno «espresso un parere» più di quarantamila italiani: 18.820 mercoledì (uno ogni quattro secondi), altri 21.540 ieri, più o meno uno al secondo. La pagina segnala-il-tuo-spreco voluta da Palazzo Chigi ha fatto il boom. Cosa ci sia fra quelle quarantamila segnalazioni, a Palazzo Chigi non hanno l’autorizzazione a dirlo. L’Autorità per la Privacy ha immediatamente scritto al governo per diffidarlo dal diffondere dati sensibili. Però - racconta chi quei dati li ha già scorsi - i temi ricorrenti sono due: le auto blu e gli stipendi dei parlamentari. Più che una raccolta di segnalazioni, un enorme sfogatoio contro gli abusi dello Stato e per i sentimenti dell’antipolitica. Il compito ingrato di spulciare fra quelle quarantamila mail per ora spetta a otto funzionari di Palazzo Chigi. Si chiama ufficio «dialogo con il cittadino»…. Nella relazione presentata lunedì scorso al governo il ministro delegato alla spending review, Piero Giarda, ha segnalato l’«anomalia del finanziamento degli enti locali». Dei 240 miliardi che nel complesso spendono, solo cento sono frutto di tributi propri. Il resto (140 miliardi) sono risorse che Comuni, Province, Regioni spendono senza risponderne di fronte ai cittadini…. A partire dagli anni Ottanta la pubblica amministrazione ha accumulato inefficienze: se non fosse accaduto - calcola il ministro Giarda - oggi lo Stato costerebbe 73 miliardi di meno. Ora bisogna «concentrare gli sforzi per alleggerire il prelievo fiscale». Nel breve periodo la possibilità che ciò avvenga è pari a zero: di qui alla fine dell’anno occorre risparmiare 13 miliardi per evitare l’aumento dell’Iva di quattro punti percentuali.

 

 

La tecnica della Scuola n.16 – 10 aprile 2012
“Come si diventa insegnanti. Guida alla preparazione per il tirocinio formativo attivo”
░ La Tecnica della Scuola ha pubblicato un molto efficace inserto – corredato di tabelle di sintesi e quadri sinottici, a cura di Calogero Virzì - utile alle migliaia di giovani che aspirano all’insegnamento, nella scuola secondaria di primo e secondo grado, attraverso i corsi TFA di cui al D.M. n.249/2010. Riportiamo parte dell’inserto.
Il decreto n. 249/2010 stabilisce che per diventare insegnanti sia di scuola dell’infanzia che di scuola primaria che di scuola secondaria (primo e secondo grado) occorre un percorso universitario e un apposito tirocinio. L’iter formativo (università + tirocinio), diverso a seconda del grado di scuola dove si vuole insegnare, si conclude con il conseguimento del titolo di abilitazione all’insegnamento.… Per diventare insegnanti di scuola dell’infanzia e di scuola primaria è prevista una laurea magistrale quinquennale abilitante, a numero programmato, con prova d’accesso, comprensiva di tirocinio a partire dal secondo anno. Già nel 2011 alcune università hanno attivato i corsi di laurea magistrale quinquennale in applicazione dell’art. 4 del D.M. n. 249/2010. Per diventare insegnanti di scuola secondaria di primo e di secondo grado il
decreto n. 249/2010 prevede un corso di laurea triennale, un corso di laurea magistrale biennale per l’insegnamento, a numero programmato con prova d’ingresso, ed un successivo anno di Tirocinio formativo attivo (Tfa) il cui esame finale ha valore abilitante. A partire dall’a.a. 2012/2013 dovrebbe prendere il via, in alcune università italiane, il corso di laurea magistrale biennale per l’insegnamento nelle scuole secondarie di primo grado… Il decreto ministeriale n. 249/2010, all’art. 15, ha previsto che in via transitoria sia possibile partecipare, previa prova d’accesso, ad un tirocinio formativo attivo (Tfa) con valore abilitante per la scuola secondaria di 1° e 2° grado … I TFA non vengono attivati per tutte le classi di concorso: il D.M. n. 31 del 14/3/2012 ha definito quali sono le classi di concorso e i posti disponibili a ripartizione regionale per i Tfa. Mancano alcune discipline…. Le prove d’accesso dovrebbero svolgersi dal 20 giugno al 20 luglio, salvaguardando le giornate in cui sono previsti adempimenti obbligatori degli esami di Stato…. La prova d’accesso consiste in: _un test preliminare predisposto dal Miur; _una prova scritta predisposta dalle singole università dove vengono attivati i corsi di Tfa; _una prova orale. Il test mira a verificare le conoscenze disciplinari relative alle materie oggetto di insegnamento di ciascuna classe di concorso e le competenze linguistiche di lingua italiana. E’ costituito da 60 quesiti a risposta chiusa, ciascuno formulato con quattro opzioni di risposta, fra le quali il candidato deve individuare l’unica esatta. Di questi 60 quesiti, 10 sono volti a verificare le competenze in lingua italiana, anche attraverso quesiti inerenti la comprensione di uno o più testi scritti. Gli altri quesiti sono inerenti alle discipline oggetto di insegnamento della classe di concorso. La risposta corretta a ogni domanda vale 0,5 punti, la risposta non data o errata vale 0 punti…. Il test ha la durata di tre ore. Per essere ammesso alla prova scritta il candidato deve conseguire una votazione nel test preliminare non inferiore a 21/30 che corrispondono a 42 risposte corrette. La prova scritta è valutata in trentesimi e si ritiene superata da chi consegue un risultato non inferiore a 21/30. Essa è stabilita dalle università … La prova orale, è superata da chi consegue un risultato non inferiore a 15/20…. Verrà ammesso alla frequenza del corso chi supera tutte le prove della selezione iniziale e si colloca in posizione utile nella graduatoria…..

Asasi - La Letterina n.318 - 12 aprile 2012
“Scuola: sei meno ai nuovi organi collegiali”
░ Il settimanale telematico dell’ASASI riporta un documento della Associazione Genitori A.Ge. Toscana, polemico verso il progetto Aprea di Riforma degli organi collegiali della Scuola.
Dà da pensare la proposta di legge sul rinnovo degli Organi collegiali della scuola, approvata dalla VII Commissione della Camera dei Deputati: un articolato a tratti poco chiaro, che non rispetta il principio generale della separazione dei poteri e limita gli spazi di confronto. In particolare, come genitori segnaliamo: l’abolizione del rappresentante di classe e il rifiuto di prevedere quei momenti di formazione che si sono dimostrati indispensabili per garantire efficacia all’azione dei genitori nella scuola. Nella proposta di legge si persegue il falso obiettivo di un’autonomia costituita da un farraginoso sistema elettorale, diverso scuola per scuola e che sarà solo lavoro in più per le già ingorgate segreterie, invece di garantire finanziamenti certi e sufficienti, che sono il vero motore dell’autonomia… Come è possibile togliere all’organo politico per eccellenza, il Consiglio dell’Autonomia, la competenza a fissare i criteri per il Piano dell’offerta formativa? E poi, per darli a un organo tecnico come il Collegio dei docenti! Questi signori forse non conoscono i principi che reggono la legislazione italiana? Come genitori ci soddisfa fino a un certo punto che il Consiglio dei docenti mantiene, ai fini dell’elaborazione del piano dell’offerta formativa, un collegamento costante con gli organi che esprimono le posizioni degli alunni, dei genitori e della comunità locale…. Noi genitori abbiamo pieno titolo ad essere parti attive e a sedere all’interno del Consiglio di classe. ….

www.direnews.it - 13 aprile 2012
“Droga, dalla prima assunzione all’accesso a servizi passano anche 8 anni”
░ Il dato è emerso nella prima giornata romana di formazione del progetto "Early Detection", promosso dal Dipartimento Politiche Antidroga (Dpa).
"Oggi esiste un grave ritardo nella diagnosi di uso di sostanze o di tossicodipendenza nelle persone minorenni. I dati confermano infatti che possono passare dai 5 agli 8 anni dall'inizio dell'uso delle droghe al primo accesso ai servizi e questo espone a gravi rischi (overdose, incidentalita' stradale, infezioni, disturbi psichiatrici, compromissione della maturazione neurocognitiva, azioni violente e criminali)". E' questo uno dei dati principali emersi questa mattina, nella prima delle tre giornate formative dedicate alla diagnosi e all'intervento precoce dell'uso di sostanze nei minori, che si e' svolta la cui delega e' affidata la Ministro per la Cooperazione Internazionale e l'integrazione Andrea Riccardi. Il progetto e' rivolto agli operatori di settore con l'obiettivo di fornire loro le conoscenze necessarie per intraprendere attivita' di diagnosi e intervento precoce presso le rispettive strutture sanitarie, secondo le strategie espresse nel Piano di Azione Nazionale 2010-2013. Durante questa prima giornata, sono stati trattati gli aspetti generali della prevenzione precoce, le linee di indirizzo nazionali sulla "Diagnosi e l'intervento precoce" ed e' stato illustrato il sistema di prevenzione "Sbirt" adottato negli Stati Uniti e che ha dato ottimi risultati. Il progetto realizzato dal Dpa "Early Detection for early intervention", finalizzato a individuare il piu' tempestivamente possibile i soggetti minorenni che consumano stupefacenti e attivare precocemente quindi misure di intervento adeguate puntando soprattutto sul supporto genitoriale…." I workshop proseguiranno il 19 e 26 aprile.

TuttoscuolaNews – n.532 del 16 aprile 2012
“Bocciare le bocciature. Si può”
░ In periodico ha rivolto ai lettori l’invito ad esprimere un giudizio sull’ipotesi di eliminare le bocciature nella scuola italiana; una selezione di questi interventi è stata pubblicata nei giorni scorsi su tuttoscuola.com, dove resta consultabile. Ecco un commento redazionale.
Le risposte finora pervenute mostrano una polarizzazione su due posizioni, che semplificando potremmo ricondurre a due orientamenti di fondo, forse a due diverse concezioni del ruolo della scuola. La prima tende alla difesa o addirittura al rilancio della sua funzione selettiva, ed è quindi contraria a eliminare i voti bassi e anche bassissimi in nome della correttezza e della trasparenza delle valutazioni sugli apprendimenti. In genere, ma non necessariamente, chi assume questa posizione opta anche per il mantenimento della bocciatura. La seconda posizione, in genere più argomentata, è quella di chi respinge la proposta di eliminare i voti bassissimi (inferiori a 4) ma accoglie l’ipotesi di non far corrispondere a queste valutazioni, pur gravemente negative, la ripetizione dell’anno. Chi si schiera su quest’ultima linea considera i voti strumenti di certificazione del livello di conoscenza/competenza raggiunto dallo studente nelle singole discipline, cui possono essere collegate azioni diverse, dalla individualizzazione degli obiettivi alla modularizzazione dei programmi/indicazioni, dagli interventi di sostegno a quelli di rimotivazione. Tecniche che peraltro sono state in parte già sperimentate in alcune scuole secondarie superiori, soprattutto istituti professionali situati in zone del Sud ad elevato rischio educativo. Sembra interessante, in particolare, l’idea di personalizzare gli esami conclusivi degli studi secondari, escludendo per esempio dalle prove finali di ciascuno studente quelle relative alle discipline nelle quali il giudizio della scuola è stato inferiore allo standard minimo di sufficienza, e vincolando le scelte successive, di studio e di lavoro, ai risultati ottenuti. Non potrà così accadere che si iscriva a Lettere un diplomato che non ha sostenuto (oppure superato) la prova di italiano, o a una facoltà scientifica chi non ha sostenuto (o superato) la prova di matematica.

Corriere della sera – 16 aprile 2012
“Meritocrazia e Appetito del Fisco. Tasse anche sulle borse di studio”
░ L’articolo del giorno 16 segnalava che sopra il tetto degli 11mila e 500 euro annue, le borse di studio saranno tassate. La notizia è subito rientrata, forse per la dura presa di posizione di studenti e stampa, grazie a un emendamento “accolto” dalla competente Commissione della Camera, che cancella la tassazione del 20%,. Della retromarcia parla l’articolo successivo (www.la repubblica ed.Parma).
Ci sono poche parole che (a parole) mettono tutti d’accordo. Una di queste è meritocrazia, slogan sbandierato in ogni chiacchiera elettorale, impegno sacrosanto per ogni partito, per ogni leader che prometta cambiamento. Allora come dare torto ai giovani medici specializzandi che domani organizzeranno un sit-in di protesta davanti alla Camera ? Quello che chiedono allo Stato… è il semplice rispetto dei patti. Con il decreto sulle semplificazioni fiscali, in discussione alla Camera, è stata introdotta l’esenzione dalle tasse per le borse di studio fino a 11.500 euro. Ma questa modifica lascia fuori i medici specializzandi…. Sappiamo bene che… visto il nostro debito pubblico, all’Italia è chiesto un impegno supplementare. Ma una delle promesse del governo Monti è stata proprio quella di rompere quel dualismo sul mercato del lavoro che finora caratterizza il nostro Paese: padri protetti da un posto sicuro e figli tagliati fuori da un sistema che spesso li sfrutta….
Borse di studio, specializzandi scettici "Segno positivo, ma nessuna vittoria"
Mentre in molte città italiane è andata in scena la protesta dei giovani medici contro la tassazione delle borse di studio, a Parma il clima è più freddo. Si respira aria di scetticismo tra gli specializzandi dell'Azienda ospedaliera universitaria locale, dopo che la commissione Finanze della Camera ha approvato un emendamento al decreto legge sulla semplificazione fiscale che cancella la tassazione Irpef sugli assegni degli corsisti…: nessun prelievo del 20% per le somme superiori agli 11mila e 500 euro. Un traguardo raggiunto, sulla carta, su cui però gli iscritti al nostro ateneo frenano l'entusiasmo… visto che l'emendamento è stato semplicemente accolto, ma manca ancora la votazione, in programma per mercoledì 18 aprile. Dobbiamo fare in modo che non venga riproposto.

Gazzetta di Reggio – 16 aprile 2012
“Esodati: docenti e presidi pronti a fare ricorso”
░ Le proteste tra il personale della Scuola: una parte desidera andare in pensione e non ci riesce (perché le regole sono cambiate), e altri sono impantanati nella melma delle norme sugli “esodati”. Tutti si rivolgono alla magistratura amministrativa.
Non tutti i lavoratori giunti al termine della carriera sono rassegnati a subire le conseguenze del decreto Salva Italia, che ha rimandato di alcuni anni la data del pensionamento. Almeno venti tra insegnanti e presidi reggiani sono pronti, con il sostegno della Cgil e Cisl ad avviare un’azione legale per potere andare dal primo settembre prossimo. Il provvedimento del governo Monti, infatti, prevede che le vecchie regole si applichino a chi ha maturato il diritto alla pensione entro il 31 dicembre scorso, mentre nella scuola, a differenza che in altri settori, l’anzianità di servizio si calcola sulla base dell’a.s., che termina il 31 agosto. I docenti non possono cessare il servizio prima di quella data che quindi, secondo i sindacati, deve essere riconosciuta anche per la maturazione dell’anzianità. Il diritto alla pensione, a loro parere, vale per chi avrà accumulato entro il prossimo 31 agosto i 40 anni di contributi, e per chi avrà raggiunto la somma di età anagrafica e età contributiva prevista per le vecchie “finestre”… Intanto proprio nella scuola non mancano i lavoratori che, al contrario, sono costretti alla “rottamazione” pur avendo intenzione di rimanere. Il paradosso dipende dalla legge 133/2009 che prescrisse il pensionamento obbligatorio per quelli che avessero compiuto, entro il 2011, 65 anni di età, o 40 anni di contributi. L’applicazione della norma venne allora concordata fra il ministro dell’Istruzione, Gelmini, e i sindacati, per consentire l’assunzione di 5mila docenti precari. Tuttavia non pochi, ricorrendo al giudice del lavoro, hanno ottenuto di potere restare in servizio….

www.superando.it – 17 aprile 2012
“Interessante quella Sentenza sul trasporto gratuito a scuola"
░ Salvatore Nocera, vicepresidente nazionale della FISH, responsabile del Settore Legale dell'Osservatorio Scolastico dell'AIPD riporta una scheda già pubblicata nel sito dell'AIPD. Riguarda la sentenza n.684/11 del Tar delle Marche. Riprendiamo la prima parte della scheda.
Il TAR delle Marche ha affermato l'obbligo di un Comune della Regione a provvedere al trasporto gratuito per un alunno con disabilità delle scuole superiori, come stabilito dalla normativa regionale (prevalente rispetto a quella nazionale, che farebbe riferimento alle Province) e ritenendo anche che le spese «a favore di soggetti svantaggiati» debbano essere prioritarie rispetto alle stesse difficoltà finanziarie del Comune interessato, in applicazione degli articoli 2 e 3 della Costituzione Italiana. Vale senz'altro la pena riprendere la Sentenza 684/11, con la quale qualche mese fa la Sezione Prima del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) delle Marche ha risolto il problema dell'attribuzione dell'obbligo di trasporto gratuito a scuola degli alunni con disabilità. La questione è particolarmente interessante perché riguarda il caso di un alunno di scuola superiore, rispetto al quale la normativa nazionale (articolo 139 del Decreto Legislativo 112/98) stabilisce che tale obbligo spetti alla Provincia. E tuttavia, la giurisprudenza ha anche precisato che - dopo la modifica dell'articolo 117 della Costituzione il quale ha attribuito alle Regioni la competenza esclusiva in materia di servizi sociali - la norma nazionale citata si applichi solo qualora una Regione non stabilisca diversamente. Ebbene, nel caso di specie, la Regione Marche (Legge Regionale 18/96, articolo 23) ha attribuito tale competenza al Comune di residenza dell'alunno….

la Repubblica – 17 aprile 2012
Il social network dei cervelli in fuga "Così lavoreranno anche per l'Italia"
░ Ospitando alla Farnesina un incontro internazionale, i ministro Terzi ha voluto valorizzare “l'immenso capitale che abbiamo all'estero".
…gli scienziati, i ricercatori, gli innovatori che stanno in giro per il mondo non dobbiamo considerarli perduti. Probabilmente non torneranno in patria, ma in fondo non ce n'è bisogno. Se l'obiettivo è continuare a farli lavorare anche per il Paese dove sono nati e hanno studiato, basta usare bene Internet. Con questa speranza il ministro Giulio Terzi oggi ha convocato alla Farnesina i principali protagonisti del mondo scientifico italiano all'estero per presentare loro un progetto che, se funzionerà, potrebbe rivelarsi rivoluzionario: una piattaforma web per consentire ai talenti di restare in rete e collaborare alla crescita economica dell'Italia. "La conoscenza che gli scienziati italiani producono lontano da qui può avere lo stesso apporto vitale che ebbero le rimesse degli emigranti del secolo scorso", sostiene Terzi. … L'Italia, stabilendo relazioni forti, può trarne una grande forza". Lo strumento per questo atteso nuovo miracolo italiano si chiama crowdsourcing: il termine, coniato nel 2006 dal magazine americano Wired, identifica la collaborazione di moltissime persone attraverso la rete per compiere un determinato lavoro. Non è un settore marginale: secondo le ultime stime vale quasi 400 milioni di dollari, cresce del 100 per cento ogni anno e coinvolge oltre sei milioni di lavoratori in tutto il mondo. In particolare Amazon ha costruito un piccolo impero su questo terreno. Ed è particolarmente significativo che, per realizzare un progetto così fortemente simbolico, il ministro si sia rivolto a un cervello italiano che da qualche anno ha messo le tende nella Silicon Valley. Gioacchino La Vecchia, nato 41 anni ad Agrigento, è stato uno dei pionieri mondiali del web: ha partecipato alla realizzazione del primo server del world wide web (www) ed era nel gruppo di lavoro che varò i primi browser…. Con il crowdsourcing le grandi aziende nel mondo gestiscono il servizio clienti, il marketing e anche la vendita di beni e servizi. Anche il governo di Barack Obama lo usa, e parecchio, soprattutto per creare reti di imprenditori (come nel caso del sito business. usa. gov). Ma mai nessuno finora aveva pensato di ricorrervi per non perdere il valore dei talenti in giro per il mondo. Per l'Italia si tratta di un problema antico che peggiora ogni anno. Tra il 1990 e il 1998 il numero di chi ha lasciato l'Italia è quadruplicato: soltanto i laureati sarebbero tremila l'anno, ma quel che più ferisce è il saldo negativo, il cosiddetto brain drain, ovvero la differenza fra quanti partono e quanti arrivano…

ItaliaOggi – 17 aprile 2012
“Se le società internazionali bocciano scuola e università"
░ A criticare la scuola e l’università made in Italy sono le società internazionali aderenti al comitato investitori esteri, di Confindustria, in un documento presentato la scorsa settimana a Milano e realizzato in collaborazione con ENI. (di Alessandra Ricciardi).
Tutti bravi a predicare che la ripresa economica passa attraverso la conoscenza. Il sistema formativo italiano, a dispetto delle reiterate riforme dell'ultimo decennio, continua a sfornare professionalità che non sono richieste dal mercato del lavoro. Con un effetto deleterio che piace assai poco ai mercati esteri: crea nuova disoccupazione, e spesso di alto livello, lasciando scoperti i profili di cui le aziende avrebbero bisogno. Rispetto al numero di laureati che le società sono disposti ad assumere restano scoperti 19700 posti da ingegnere, 14600 di esperti economico-statistici, 7800 medici, 3800 dell’area giuridica. Le università continuano invece a sfornare in eccesso rispetto alle richieste delle aziende, laureati nel settore politico-sociale (14mila di troppo), 10200 nelle Materie letterarie, 7mila per il settore linguistico, 3700 in Architettura, 3200 nell’ambito geo-biologico….. Da altre indagini, da quelle annualmente realizzate da Almalaurea per esempio, emergono analisi non troppo dissimili….

www.livesicilia.it – 17 aprile 2012
“Cannizzaro, giù dalla finestra. Riprende conoscenza ma resta grave”
░ Il ragazzo quattordicenne palermitano che si e’ buttato dalla finestra della scuola ha superato l’intervento chirurgico di riduzione dell’ematoma cerebrale provocato dalla caduta; le sue condizioni pero’ restano gravissime.
Sul libro di Storia ha scritto che l’esistenza umana è inutile, senza senso: 14 anni e un ‘mal di vivere’ già insopportabile. Apparentemente sereno, bravo a scuola, forse un po’ timido: nessuno avrebbe potuto immaginare che era così determinato a farla finita. Ai compagni di classe che al termine delle lezioni gli hanno chiesto perché restava in aula ha risposto che “aspettava un amico”. Una scusa. Perché appena rimasto solo, si è seduto sul davanzale della finestra, ha salutato i coetanei che erano giù nel cortile della scuola, il liceo Cannizzaro di Palermo, e si è lanciato nel vuoto. …. Accanto alle riflessioni su una vita che gli pareva insensata, ha scritto una sorta di testamento: un lungo elenco di giochi che avrebbe voluto lasciare ai suoi amici più cari….

la Repubblica – 19 aprile 2012
I corsi di recupero sono un flop. “Il ministero dovrà ripensarli”.
░ Funzionano male: pochi gli insegnanti disposti a tenerli, troopo affollati i gruppi dei discenti coinvolti, e provenienti da classi differenti.
“Un inutile spreco di soldi e di tempo, che non serve ai ragazzi e in cui non crede nessuno”. I presidi delle scuole superiori bocciano senza appello i corsi di recupero voluti nel 2007 dal ministro Fioroni… Per come sono strutturati oggi –a gruppi di ragazzi provenienti da classi e modelli didattici diversi – i corsi di recupero andrebbero aboliti. Serve un nuovo sistema che argini la scuola-ombra delle lzioni private…. In difficoltà, con questo sistema sono soprattutto le famiglie più povere e le scuole, alle prese con fondi insufficienti…

Asasi - La Letterina n.319 - 19 aprile 2012
“Crisi del lavoro e crisi della scuola”
░ Riportiamo un articolo del preside Roberto Tripodi, Presidente regionale ASASI. Come Consulente della V Comm. Legisl. Dell’assemblea regionale siciliana, il d.s. ha una prospettiva privilegiata dalla quale giudicare l’operato della Regione Sicilia nelle politiche scolastiche e del lavoro, e la sua valutazione è negativa: “… la spesa per la formazione è la seconda nella Regione, dopo la sanità. Il Governo siciliano è perennemente occupato a negoziare i contributi da dare ai centri di formazione professionale privati, riconducibili sempre a esponenti sindacali o di partiti, quando non direttamente alla mafia. Mentre la popolazione scolastica nelle scuole statali si riduce al ritmo di 9.500 studenti l’anno, la disoccupazione giovanile è già oltre il 33%.
La crisi del Paese si presenta ormai, non solo come una crisi politica ed economica, ma evidenzia tutti gli aspetti di una crisi strutturale come quella del 1929, e sta colpendo alla base il sistema produttivo italiano, non più competitivo e in grado di affrontare i mercati internazionali. Il problema è che gli studenti percepiscono perfettamente le difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro dopo il diploma e non hanno più stimoli per l’impegno e lo studio. Il Rapporto Excelsior Unioncamere 2011 analizza la nostra incapacità di mettere a frutto alcune enormi opportunità di occupazione, che lasciamo inutilizzate. La prima opportunità è costituita dai posti di lavoro che restano scoperti per mancanza di manodopera dotata della qualificazione necessaria per occuparli… Risultano 117.000 posizioni di lavoro disponibili, sparse in tutte le regioni italiane, distribuite in tutti i settori e tra tutti i livelli professionali. Industria 26% (operai, macellai, tecnici informatici, mobility man, ecc.). Costruzioni 16% (elettricisti, idraulici, posatori materiali speciali, ecc.). Commercio 14% (shop manager, addetti vendite spec., informatici). Trasporto e logistica 6% (esperti conservazione alimenti, tecnici, marketing, ecc.). Alloggio e ristorazione 11% (cuochi, inform. per serv. alberghieri, accoglienza e intratten.). Informaz. e comunicaz. 3% (ingegneri, gestori web, grafici web, designer). Credito, finanza e assicur. 2% (consulenti previdenziali,
recupero crediti, promotori). Sanità 7% (infermieri, ausiliari, specialisti smaltimento, ecc.). Altri 15% (falegnami, ebanisti, panificatori, meccanici, ecc.). Come per ogni disoccupato che cerca lavoro si stima che ci siano almeno tre “lavoratori scoraggiati”, interessati a trovare un lavoro ma che non ci si provano neppure, allo stesso modo ci sono gli “imprenditori scoraggiati”: cioè quelli che avrebbero bisogno di personale qualificato, ma considerano talmente improbabile trovarlo che non fanno neppure l’inserzione sul giornale o la richiesta all’agenzia di collocamento…. I servizi di reimpiego costano l’equivalente di 5 o 6 mensilità dell’ultima retribuzione del lavoratore interessato. Sempre meno della Cassa integrazione “a perdere”: si potrebbe attivare un buon incentivo per l’azienda che licenzia, affinché essa ingaggi l’agenzia più adatta al compito; le Regioni dovrebbero riqualificare la propria spesa in questo settore, prevedendo il rimborso di tre quarti o quattro quinti del costo standard di mercato del servizio. Per questo dovrebbe essere utilizzato quel 60 per cento dei contributi del Fondo Sociale Europeo che spetterebbero all’Italia, ma che non siamo stati capaci di utilizzare. La tabella che segue mostra il numero dei contratti di lavoro dipendente che sono stati stipulati nel corso del 2010 in ciascuna delle nove regioni che sono in grado di fornire questo dato. … Queste regioni hanno fatto registrare in un anno circa quattro milioni di contratti di lavoro: Piemonte 507.833; Lombardia 1.283.291; Liguria 189.819; Trentino A.A. 250.369; Veneto 625.850; Friuli V. Giulia 128.757; Emilia Romagna 703.866; Marche 206.067; Umbria 107.449.
 

Tuttoscuola 5 aprile 2012
“Polemiche sulla chiamata diretta dei docenti”
░ La proposta di legge della Regione Lombardia che prevede la chiamata diretta dei docenti da parte delle scuole, sia pure limitatamente alle supplenze e a titolo sperimentale, trova la contrarietà dei sindacati.
Francesco Scrima, segretario della Cisl Scuola, parla in una nota di “intervento che invade le competenze dello Stato in materia di reclutamento prefigurando una inaccettabile ‘balcanizzazione’ del sistema scolastico”.Durissimo anche Mimmo Pantaleo, segretario della Flc-Cgil, che chiede al ministro Profumo di “esprimere immediatamente un parere negativo” sulla legge regionale e parla di “deriva secessionista della Giunta Lombarda in materia d'istruzione”. L'Anief (Associazione professionale sindacale) annuncia che anche in questo caso farà ricorso in Tribunale per opporsi all'art. 8 della legge regionale, palesemente contrastante con la Costituzione. "La giunta lombarda, sostiene in una nota, si sta assumendo una responsabilità enorme nel contrastare le indicazioni della nostra Costituzione e dovrà spiegare le ragioni di questa insensata iniziativa direttamente ai giudici." Di “segnale molto positivo per tutto il mondo della scuola” parla invece Roberto Gontero, neo presidente di AGeSC (Associazione Genitori Scuole Cattoliche), a cui giudizio “chi si oppone non lo fa per ragioni didattiche o pedagogiche, ma solo perché teme che possano venir meno quei superati meccanismi burocratici che regolano le assunzioni dei docenti in Italia, opponendosi a ogni volontà di reale cambiamento”. Assolutamente contrari alla chiamata diretta sono i precari, che annunciano una manifestazione per il 21 aprile prossimo. Un comunicato del coordinamento 3 ottobre di Milano, una delle loro organizzazioni, sostiene senza mezzi termini che “questa sperimentazione lombarda limiterà fortemente la libertà d'insegnamento dei docenti asservendoli ai dirigenti scolastici dei singoli istituti che avrebbero diritto di vita e di morte sui docenti neoassunti sempre più precarizzati e aumenterà il rischio di clientelismo e nepotismo nella selezione dei docenti”.

Il Sole 24 Ore – 6 aprile 2012
“Apprendistato, via di accesso anche nella Pubblica amministrazione”
░ Patroni Griffi punta sui contratti professionalizzanti e quelli per l'alta formazione; secondo la CGIL bisogna puntare, invece, sulla formazione lavoro, e chiudere la stagione del precariato.
Il documento predisposto dal Dipartimento della Funzione pubblica per il confronto aperto con i sindacati e le rappresentanze delle Regioni e degli enti locali punta molto sull'apprendistato come canale di accesso strategico dei giovani nelle amministrazioni. Il testo… cita in particolare due forme di apprendistato previste da nuovo Testo unico (dlgs 167/2011): l'apprendistato professionalizzante e quello di alta formazione e ricerca, entrambi applicabili al settore pubblico per il reclutamento di giovani tra i 18 e i 29 anni. Il ragionamento che fanno i tecnici di palazzo Vidoni sembra interessante perché, se dovesse fare breccia, può allineare le logiche di ingresso al lavoro di pubblico e privato in una prospettiva di lungo periodo rispettando, nel contingente, i vincoli di spesa. Per le nuove assunzioni dei giovani apprendisti si potrebbe utilizzare parte delle risorse che oggi sono destinate ai contratti flessibili (o ai tempi determinati) senza intaccare il blocco parziale del turn-over sulle nuove assunzioni, che è vincolato fino a tutto il 2013 al 20% dei pensionamenti. L'operazione apprendistato nella P.A. - che tra l'altro vanta buoni esempi in Europa, in particolare in Francia - potrebbe essere realizzata con una prima forma di reclutamento per concorso, nel rispetto quindi dei vincoli costituzionali sull'accesso nelle amministrazioni (articolo 97), cui potrebbe seguire un esame finale dopo il periodo di formazione per l'assunzione definitiva; un po' ricalcando e generalizzando il modello del «corso-concorso» che oggi viene utilizzato per il reclutamento della nuova dirigenza. Per attuare queste soluzione una strada normativa è già aperta: si tratta del Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che… deve essere adottato entro il prossimo autunno d'intesa con Funzione pubblica, Lavoro ed Economia. … Sull'ipotesi di utilizzo dell'apprendistato come nuovo canale d'accesso alle amministrazioni la contrarietà maggiore arriva dalla Cgil, secondo cui senza inventarsi strade di difficile praticabilità, bisognerebbe invece utilizzare i contratti di formazione lavoro. La Cgil è poi contraria alla riduzione delle causali sui contratti a termine e chiede che il tema del recepimento della riforma Fornero nel settore pubblico venga accompagnato da un piano per l'assorbimento del precariato (oggi sono 120-130mila i lavoratori flessibili del settore pubblico) e per l'assunzione dei vincitori dei concorsi pubblici.

Tonino Russo Newsletter n.69 – 6 aprile 2012
“Il governo risolva il problema degli esodati e del personale Ata transitato allo Stato”
░ Due prese di posizione del deputato PD Tonino Russo, in sintonia con le battaglie dell’Anief anche in questi due casi.
Su una questione il governo non si è ancora espresso e non è un bene. Va, infatti, risolta al più presto la drammatica vicenda degli esodati, circa 350.000 persone, che sono prigionieri di un drammatico limbo: uomini e donne senza lavoro, senza ammortizzatori e senza tutele a cui va garantito un futuro. Non è pensabile che gli sia stata concessa l'opportunità di scegliere la pensione anticipata e che dopo poco, quando avevano lasciato il lavoro, lo Stato si sia rimangiato la promessa. Non è questo il modo in cui si trattano i cittadini. Anche su questo fronte stiamo dando battaglia e se non verremo ascoltati saremo pronti a valutare le conseguenze. Il Partito Democratico è dalla parte dei lavoratori. Infine, credo che questa possa essere anche l'occasione per affrontare, finalmente dopo più di un decennio, la triste vicenda del personale ata passato dagli enti locali allo stato, perdendo diritti e parte consistente dello stipendio oltre che la ricostruzione della posizione ai fini pensionistici. In tal ottica, credo che queste 70.000 persone a basso reddito devono essere risarcite, come prevede la sentenza della corte di giustizia europea di qualche settimana addietro. Per tale ragione, la scorsa settimana in VII commissione abbiamo audito i rappresentanti degli stessi e, come PD, ci siamo fatti promotori di una risoluzione che impegni il governo ad affrontare e risolvere il problema. Personalmente, penso che occorra più coraggio ed elaborare un emendamento da inserire nel dl lavoro che tratteremo nei prossimi giorni.

Italia Oggi – 10 aprile 2012
“Assunzioni dirette, già una realtà”
░ In Italia, tre scuole sono già da tempo autorizzate all’assunzione diretta dei docenti mediante concorso per titoli.
… I primi a scagliarsi contro la legge che porta la doppia paternità Roberto Formigoni e Valentina Aprea, sono i sindacalisti della FLC.CGIL e della CISL Scuola che parlano di una legge incostituzionale. Ma in verità da anni tre istituti pubblici, tutti di ispirazione di centrosinistra, sperimentano le assunzioni dirette…, la media a indirizzo musicale Rinascita-A Livi, di Milano, l’IC Scuola Città Pestalozzi, di Firenze, e l’istituto Don Milani-Colombo, di Genova. L’articolo della riforma lombarda incriminato recita: “Al fine di realizzare l’incrocio diretto tra domanda delle istituzioni scolastiche autonome e l’offerta professionale dei docenti, le istituzioni scolastiche statali possono organizzare concorsi, differenziati a seconda del ciclo di studi, per reclutare il personale docente con incarico annuale. E’ ammesso a partecipare alla selezione il personale docente del comparto scuola iscritto nelle graduatorie provinciali fino ad esaurimento…. Fu il ministro dell’Istruzione Letizia Moratti, nel 2006, ad autorizzare i tre istituti a sperimentare la chiamata diretta…. Le scuole redigono un bando per il reclutamento, lo pubblicano all’USP e sul proprio sito. I docenti interessati presentano la domanda con curricolo e sono valutati da un comitato eletto annualmente e composto da 4 docenti. Un colloquio orale accerta le competenze professionali in coerenza con le finalità della sperimentazione.

www.orizzontescuola.it – 10 aprile 2012
“Abilitazioni conseguite - a cascata. Le si vuole rinnegare per provare il TFA”
░ Si ha notizia del fatto che alcuni docenti tenteranno le prove di accesso per il TFA per classi di concorso per i quali risultano già abilitati, non direttamente, ma per effetto di "cascata". (LALLA)
Il dm 354/98, utilizzato a partire dal concorso ordinario del 1999 e poi nei cicli Ssis e nelle procedure di abilitazione riservata , ha aggregato alcune classi di concorso in ambiti, al fine di assicurare maggiore snellezza ed economicità alle procedure di abilitazione e di assicurare nel contempo, una più ampia mobilità professionale al personale docente. Gli ambiti disciplinari costituiti per le classi della tabella A sono:
A – AMBITI DISCIPLINARI (per aggregazione di classi di concorso prevalentemente in senso verticale): A.D. 1 – per aggregazione delle classi 25/A e 28/A; A.D. 2 – per aggregazione delle classi 29/A e 30/A; A.D. 3 – per aggregazione delle classi 31/A e 32/A; A.D. 4 – per aggregazione delle classi 43/A e 50/A; A.D. 5 – per aggregazione delle classi 45/A e 46/A; A.D. 6 – per aggregazione delle classi 75/A e 76/A.
B – AMBITI DISCIPLINARI (per aggregazione di classi di concorso in senso prevalentemente orizzontale): A.D. 7 – per aggregazione delle classi 36/A – 37/A; A.D. 8 – per aggregazione delle classi 38/A – 47/A – 49/A; A.D. 9 – per aggregazione delle classi 43/A -50/A – 51/A – 52/A. Ciò ha significato che il docente che ha acquisito l’abilitazione nella classe 52/A, in base a questo decreto, ha ottenuto l’abilitazione anche per le classi di concorso 51/A, 50/A, 43/A e l’iscrizione nelle rispettive graduatorie. Una volta acquisita, l’abilitazione è valida a tutti gli effetti, per cui i docenti hanno potuto lavorare anche nelle classi di concorso acquisite a cascata, senza alcuna limitazione. Conclusione: questi docenti sono in pieno possesso delle abilitazioni conseguite per ambito (a cascata), pertanto non rispondono al requisito di accesso previsto dal decreto 11 novembre 2011 per le prove del TFA: essere privi di abilitazione per la classe di concorso richiesta… Analizziamo la concreta possibilità di lavoro che deriverebbe dall’acquisire una seconda abilitazione per la stessa classe di concorso nella quale si dispone già di abilitazione. In base all’attuale normativa i docenti abilitati con il TFA saranno collocati nella II fascia delle graduatorie di istituto, riservata ai docenti in possesso di abilitazione ma non inseriti nelle graduatorie ad esaurimento. Condizione quest’ultima che non potrebbe essere dimostrata dai docenti che conseguissero nuovamente un’abilitazione di cui sono già in possesso. Pertanto le opportunità lavorative non potrebbero derivare dall’inserimento in una nuova graduatoria (per giunta subordinata a quella in cui si trovano attualmente), impossibile da realizzare. Quanto alla possibilità invece di accedere al corso per avere un punteggio aggiuntivo derivato dalla nuova abilitazione (stabilito in 3 punti dall’attuale tabella di valutazione dei titoli) esso risulterebbe inficiato dalla non corretta applicazione della procedura di accesso al corso. Consigliamo ai colleghi di tentare il test di accesso al TFA per classi di concorso per le quali sono realmente privi dell’abilitazione, e in possesso dei crediti necessari per l’accesso. Invitiamo anche le organizzazioni sindacali ad intervenire per chiarire la questione.

La Tecnica della Scuola – 10 aprile 2012
“Docenti inidonei: assegnazione provvisoria nei ruoli ATA”
░ Con la nota prot. n. 2359 del 29 marzo scorso, il Miur ha fornito indicazioni in merito all’assegnazione della sede provvisoria per il personale docente parzialmente inidoneo per motivi di salute da inquadrare nei profili professionali di assistente tecnico e di assistente amministrativo. (Di Lara La Gatta).
Dopo una prima fase di individuazione del personale in questione, quella successiva consiste appunto nell’assegnazione della sede provvisoria per
il corrente anno scolastico, previa sottoscrizione di apposito contratto, al fine della partecipazione alle operazioni di mobilità, allo scopo della attribuzione della sede di titolarità, a decorrere dal 1° settembre 2012. In particolare, con riferimento a coloro che hanno presentato la domanda esprimendo la preferenza ad essere inquadrati nei ruoli Ata in provincia diversa rispetto a quella di servizio, il Miur sottolinea che l’accoglimento delle istanze da altra provincia non deve ingenerare situazioni di soprannumerarietà ed è, comunque, subordinato alla preventiva sistemazione di tutto il personale già in servizio nella provincia medesima. Sui posti accantonati, secondo le consistenze indicate all’atto dell’assegnazione dei contingenti provinciali per le immissioni in ruolo, sono stati stipulati contratti di lavoro a tempo determinato. Di conseguenza, i dirigenti scolastici dovranno revocare le nomine dei supplenti temporanei, senza soluzione di continuità rispetto all’assunzione in servizio del personale docente inidoneo. L’operazione di immissione nel ruolo Ata dovrà obbligatoriamente essere registrata sul Sidi, a cura dei dirigenti scolastici e contestualmente all’assunzione in
servizio, attraverso apposita funzione. Alla nota è allegato anche il modello di contratto che deve essere sottoscritto dall’interessato e dal dirigente scolastico della sede provvisoria di assegnazione e poi inviato, a cura della scuola, al competente ufficio del Mef. Le indicazioni di cui sopra – conclude la nota ministeriale - si riferiscono al personale che all’atto dell’entrata in vigore della legge n. 111/2011 si trovava già in utilizzazione in qualità di docente dichiarato permanentemente inidoneo all’espletamento alla funzione docente, ma idoneo ad altre mansioni. Per il personale dichiarato inidoneo all’insegnamento successivamente all’entrata in vigore di tale legge, si provvederà all’assegnazione della sede provvisoria anche in corso d’anno ed anche in soprannumero rispetto all’organico provinciale, tenuto conto che lo stesso personale, qualora intenda chiedere l’inquadramento nei profili Ata, deve presentare la relativa istanza nel termine di 30 giorni dalla dichiarazione di inidoneità, formulata dal competente organo sanitario.

Italia Oggi – 10 aprile 2012
“Esuberi, si tratta sotto Brunetta”
░ Al tavolo della Funzione pubblica, i sindacati fronteggiano i vincoli imposti dalla riforma dela Pubblica amministrazione. Per la Scuola, l’obiettivo è ricollocare, per il prossimo anno 10mila professori soprannumerari e in esubero. (di Antimo Di Geronimo).
Al via la ricollocazione dei soprannumerari e del personale in esubero. Il 2 aprile scorso sono iniziate le trattative tra sindacati e amministrazione per la stipula del contratto sulla mobilità annuale: il testo negoziale che dovrà regolare la ricollocazione dei circa 10mila docenti in esubero e degli altri che andranno in soprannumero nell’organico di diritto…. Quest’anno il negoziato parte con quelche motivo di preoccupazione in più. In primo luogo perché l’anno scorso l’amministrazione decise di bypassare il tavolo negoziale e procedere con ordinanza… E in secondo luogo perché dalla tenuta del sistema delle relazioni sindacali dipenderà anche la possibilità di scongiurare licenziamenti di massa nella scuola… Soluzione che esiste già… consente di ricollocare i docenti in esubero utilizzandoli secondo il titolo di studio posseduto. Dunque prescindendo dal possesso dell’abilitazione nella classe di concorso specifica, in forza della professionalità già acquisita sul campo…

Italia Oggi – 10 aprile 2012
“Per i neo immessi, niente utilizzazione”
░ La norma restrittiva non si applica a coloro che abbiano ottenuto la retrodatazione della immissione in ruolo al primo settembre 2010..
Quest’anno i neoimmessi in ruolo non potranno presentare l’utilizzazione o l’assegnazione provvisoria interprovinciale. E’ l’effetto dell’entrata in vigore dell’art.9 comma 21 della legge n.106/2011….Le nuove disposizioni sono state già applicate al contratto sui trasferimenti e i passaggi, me è stata comunque introdotta una deroga per quento riguarda i disabili e chi li assiste. L’utilizzazione è un provvedimento di mobilità annuale generalmente destinato ai docenti che hanno subito un trasferimento d’ufficio in quanto soprannumerari, oppure che non abbiano ancora ottenuto la sede definitiva, oppure ancora ad altre categorie di docenti elencate nel contratto sulle utilizzazioni… In ogni caso i destinatari dei movimenti sono solo docenti con contratto a t.i….. Le assegnazioni provvisorie sono provvedimenti di mobilità annuale destinati ai soggetti che intendano avvicinarsi alla famiglia….

Messaggero Veneto – 13 aprile 2012
“Concorso presidi, via agli orali tra i ricorsi”
░ I giudici del Tar hanno respinto la prima richiesta di annullamento delle prove regionali.
Gli esami orali del concorso per dd.ss. inizieranno oggi. Per il momento, quindi, proseguirà tutto come previsto, fatta salva l’appendice della sessione straordinaria già annunziata dalla direttrice dell’USR, Daniela Beltrame. Al momento, però, la sessione aggiuntiva vede iscritto un unico professore, ammesso con riserva dal tribunale amministrativo di Trieste. Ieri, invece, i giudici del Tar hanno respinto il ricorso presentato… per conto di un gruppo di professori che puntavano all’annullamento del concorso per presunte irregolarità della costituzione della commissione giudicatrice. Secondo i giudici, infatti, “poiché i ricorrenti non hanno chiesto l’ammissione con riserva alle prove orali, ma unicamente la sospensione delle stesse, nel bilanciamento degli opposti interessi appare preminente quello dell’Amministrazione e di chi ha superato la prova”.
 

La Tecnica della scuola n. 15 – 25 marzo 2012
“Formazione iniziale docenti, ancora tanti interrogativi”
░ Il Miur ha stabilito (D.M. n. 31 del 14 marzo 2012) per ogni regione i posti, le classi di concorso, le università che attiveranno i corsi TFA di docenza nella secondaria; si passa ora ai complessi adempimenti organizzativi per la preselezione di giugno. Riportiamo alcuni passi dell’articolo di C.Virzì.
… La nuova informazione consente ai diversi interlocutori (uffici scolastici regionali, università, Afam e scuole) di avviare, ognuno per la parte di competenza, l’iter istruttorio e definire le procedure necessarie per il concreto avvio dei corsi…. Ministero istruzione: deve predisporre la prima prova (test) selettiva uguale a livello nazionale che si terrà in tutte le sedi lo stesso giorno. E’ un’operazione molto delicata. In molte città avremo migliaia di concorrenti per una singola classe di concorso a fronte di 15-20 posti da assegnare. Ufficio scolastico regionale: l’Usr ogni anno ha il compito primario di definire in collaborazione con le scuole la programmazione del fabbisogno e comunicarla al Ministero per la successiva deliberazione e per l’emanazione del relativo decreto. Per quest’anno la partita è già chiusa, i 20mila posti sono (è più prudente, visti gli elenchi, dire sarebbero) il risultato di tale programmazione. Ogni Usr deve immediatamente procedere alla definizione dell’elenco telematico delle scuole disponibili e idonee a sottoscrivere la convenzione con cui verrà dato il via libera all’ospitalità dei tirocinanti e segnalare alle università i dirigenti scolastici e i docenti tutor (tutor organizzatori e tutor dei tirocinanti) che insieme ai docenti universitari e ai rappresentanti degli studenti tirocinanti daranno vita al consiglio di corso di tirocinio e avranno la responsabilità di condurre le azioni di tirocinio, indiretto e diretto. Università e Afam: devono affrontare la parte più complessa. Decidere quali facoltà o istituti coinvolgere, sulla base delle tipologie di abilitazioni che devono rilasciare e quali docenti e ricercatori nominare per la conduzione delle diverse attività. Inoltre devono definire, in collaborazione con le scuole convenzionate, il consiglio di tirocinio, costituito da docenti e ricercatori universitari o Afam, dirigenti scolastici, docenti di scuola secondaria e, infine, rappresentanti dei tirocinanti che entreranno a far parte del consiglio dopo l’avvio dei corsi. Sottoscrivere con le scuole che ospiteranno i tirocinanti la convenzione che regolerà la collaborazione scuola-università/Afam e decidere se gestire l’intera partita da sole o in rete con altre strutture di ateneo o di Afam. Il consiglio di corso di tirocinio, una volta insediato, deve procedere alla nomina della commissione d’esame per la selezione (test ministeriale, prova scritta e prova orale) dei candidati e deve elaborare un suo statuto che regoli il funzionamento e il ruolo delle diverse istituzioni. Scuole: le singole scuole devono inserire l’ospitalità del tirocinio nella propria programmazione con delibere dei propri organi collegiali e devono comunicare all’Usr le informazioni che gli uffici regionali devono pubblicare online a corredo dell’identità di ogni istituto scolastico: a) l’elenco degli insegnanti con contratto a t.i., disponibili a svolgere il compito di tutor, con il rispettivo curriculum vitae; b) il piano di realizzazione e d’inserimento nel Pof della scuola delle attività di tirocinio attivo; c) eventuali precedenti esperienze di tirocinio; d) esistenza di dipartimenti disciplinari o pluridisciplinari attivi; e) eventuale partecipazione dell’istituzione scolastica alle rilevazioni degli apprendimenti nazionali e, se campionata, internazionali; f ) presenza di laboratori attrezzati; g) altri elementi che possono concorrere alla valorizzazione delle esperienze delle scuole …
www.asas.sicilia.it - La Letterina n. 317 – 29 marzo 2012
“La valutazione DISAL”
░ Riprendiamo in abstract, dal periodico dell’ASAS, un’articolata riflessione della DISAL, in tema di valutazione di sistema e sui progetti sperimentali MIUR in materia di valutazione delle scuole e della professionalità dei docenti e dei dirigenti scolastici.
Sul valutare. 1. Non solo riteniamo fondamentale e urgente ogni iniziativa di sistema o progetto sperimentale per introdurre e far crescere nella scuola italiana una cultura della valutazione complessiva ma sosteniamo che questo debba avviarsi nella prospettiva di un sistema nazionale che però riveda assolutamente l’impostazione data dalla Legge 10 del 26.2.2011, purtroppo non sostanzialmente modificata dal DL del 3.2.2012. 2. In generale comunque sosteniamo che la valutazione, per essere utile, realistica ed efficace debba procedere di pari passo tra scuola, dirigenti e docenti….3. Riteniamo che il riferimento scientifico, alla luce del quale condurre i percorsi sperimentali e l’istituzione del sistema nazionale, rimane a tutt’oggi il documento Ichino, Checchi e Vittadini INVALSI 2009, dal quale si debbono assumere in linea di massima suggerimenti generali: - la scuola dovrà essere valutata sui risultati che consegue in termini di apprendimenti degli studenti, più che sulla congruenza dei processi; - ogni progetto o metodologia per la valutazione deve mettere al centro i risultati ottenuti e quindi gli strumenti debbono in qualche modo osservare il “valore aggiunto” ovviamente tenendo conto delle condizioni di partenza del campo di azione; - la valutazione dei docenti dovrà fare riferimento ad un sistema misto di dati oggettivi e relazionali; - la valutazione dei dirigenti dovrà fare chiaro riferimento ai limiti posti dalle norme all’attuale azione professionale; - ogni valutazione esterna va promossa e coordinata con l’autovalutazione di istituto; - si dovrà costituire un ente “terzo” rispetto a scuole e Ministero; - occorrerà nel tempo rimediare all’assenza di un corpo tecnico di esperti valutatori; - qualsiasi percorso utilizzato dovrà prevedere modalità di restituzione e di diffusione dei risultati.
Su Vales scuole. 1. Condividendo in generale gli obiettivi indicati nella proposta, segnaliamo l’utilità che, nella prosecuzione Vales, si allarghi a contesti culturalmente disponibili alla sperimentazione…. 2. Rispetto all’impianto proposto riteniamo invece si debba disgiungere, per utilità e rispondenza all’attuale contesto normativo e contrattuale, il percorso valutativo della scuola da quello della dirigenza, che invece, pur avvenendo anche nella stessa istituzione e nella stessa durata, dovrà poter individuare strumenti e percorsi propri, anche in relazione al fatto che questi vengono collegati ad una futura efficacia contrattuale
(retribuzione di risultato). 3. Proposte: - vanno utilizzati in forma incrociata la rilevazione degli apprendimenti realizzata dalle scuole e quella effettuata dall’Invalsi, così che la valutazione delle scuole risulti alla fine fondata principalmente su una misurazione dell’apprendimento degli studenti; - ovviamente l’attenzione agli apprendimenti dovrà realizzarsi nell’ottica del “valore aggiunto” in relazione al contesto sociale e culturale della scuola. Per questo il solo ricorso ai dati INVALSI non appare sufficiente; - non è possibile valutare la scuola solo attraverso l’azione di soggetti esterni. Lo stimolo ad un’autovalutazione di istituto è altrettanto indispensabile in
quanto il Piano di miglioramento deve avere un soggetto interlocutore in grado di garantire, nella messa a regime in futuro, la valutazione delle istituzioni scolastiche; - va costituito un team interno di autovalutazione che deve essere diretto dal dirigente scolastico quale garante dell’unità di azione complessiva. Il team va coordinato con il gruppo di valutatori esterni, pur mantenendo questi la propria autonomia;
- pur lasciando alle scuole i criteri di scelta, tuttavia nel percorso valutativo debbono essere direttamente coinvolti i genitori, i soggetti sociali esterni che ordinariamente collaborano con la scuola e, nelle scuole superiori, gli studenti del triennio; - occorre trasparenza nella selezione dei team esterni di valutazione per evitare quanto è successo, ad esempio, per le vicende SiVaDis; - va garantita la pubblicizzazione dei risultati, magari utilizzando il sistema “Scuole in chiaro”; - se si eccettua il compenso ai membri dei team operanti, il supporto finanziario ai progetti nelle scuole (che dovrà essere gestito autonomamente dalla scuola che tuttavia ne dovrà rispondere pubblicamente) deve potersi diversificare in relazione ad almeno tre gradi di risultati in relazione ai LEP che assicurano l’unitarietà dell’ordinamento (eccellente, ordinario, insufficiente). Senza differenziazione non esiste interesse e stimolo alla valutazione; - occorre indicare criteri che alla fine conducano ad una differenza di risorse laddove ci siano evidenti e clamorosi discostamenti dagli obiettivi minimi che vanno assicurati come LEP; - il previsto gruppo di coordinamento USR dovrà attuarsi solo se coordinato da esperti INVALSI, non esistendo garanzia di tale livello….

www.governarelascuola.it - 1 aprile 2012
“Il controllo della pensione”
░ Efficace, come di consueto, il quadro di sintesi prodotto da Pietro Perziani, in un articolo del suo settimanale telematico.
Non è facile effettuare una verifica della correttezza dell’importo della pensione e della buonuscita… E’ però possibile effettuare almeno un controllo di massima, centrato sulla somma …delle diverse voci della retribuzione che in modo diverso concorrono a determinare la base su cui viene calcolata la pensione e la buonuscita…
1-GLI ADEMPIMENTI DELL’AMMINISTRAZIONE PER LA PENSIONE. L’Amministrazione deve produrre alcuni atti, tutti indispensabili; in genere sono gli Uffici Provinciali che provvedono a questi adempimenti. L’Amministrazione deve inviare una copia dei diversi atti agli interessati; nel caso non lo faccia, al massimo entro giugno ci si deve far dare una copia di tutti gli atti sotto riportati perché il primo controllo da fare è su tali atti
La ricostruzione di carriera. Prima di tutto, l’Amministrazione deve fare la ricostruzione della carriera, nel caso naturalmente non sia stata ancora fatta; stiamo parlando della ricostruzione di carriera ufficiale di competenza dell’USR, non delle comunicazioni provvisorie fatte dalle scuole…. I dati della ricostruzione di carriera e dell’inquadramento a dirigente vengono assunti dal sistema informatico e riprodotti in via automatica nei prospetti di cui parleremo a breve. La determinazione dei periodi contributivi In seconda battuta, l’Amministrazione deve procedere alla determinazione dei periodi contributivi utili per la pensione e la buonuscita.Nel caso non sia ancora stato fatto, vanno definite le pratiche di ricongiunzione, riscatto e computo per la pensione e per la buonuscita, naturalmente quelle di competenza dell’Amministrazione…. A quanto comunicato dall’Amministrazione, andranno aggiunti eventuali periodi riscattati dall’interessato direttamente all’Inps/Inpdap…
Il prospetto per la pensione. L’Amministrazione invia all’Inps/Inpdap un “Prospetto dati per trattamento di pensione”; si tratta di un modello meccanografico predisposto dal sistema informatico che riporta la situazione retributiva dell’interessato a partire dal 1993 fino alla data cessazione. Si segue questa procedura perché, anche se non tutti lo sanno, anche nel sistema retributivo il totale della pensione è determinato dalla somma di due quote: - una I quota, che va dall’inizio della contribuzione fino al 1992, che viene calcolata sulla base dell’ultimo stipendio, chiamata “Quota A”. - una II quota, che inizia dal 1 gennaio 1993 e dopo la riforma si ferma al 31 dicembre 2011, chiamata “Quota B”. A queste quote bisognerà aggiungere quella calcolata sistema contributivo, una “Quota C” dal primo gennaio 2012 al pensionamento….
2-GLI ADEMPIMENTI DELL’AMMINISTRAZIONE PER LA BUONUSCITA. Il prospetto è di sole due pagine. Nella prima vengono indicati i “Servizi e periodi valutabili”; importante: vengono indicati solo i periodi con versamenti all’Inps/Inpdap, a cui l’Ente aggiungerà gli eventuali servizi o periodi ammessi a riscatto. Nella II pagina vengono indicati: - La retribuzione…


La Repubblica – 1 aprile 2012
“Bankitalia: l’Italia,i dieci più ricchi hanno quanto i 3 milioni più poveri”
░ Stando ai dati di uno studio pubblicato negli Occasional papers di Bankitalia, la ricchezza è sempre più legata ai patrimoni e meno al reddito. Sono i giovani che si trovano in maggiore difficoltà.
L'Italia è ancora un Paese piuttosto ricco, ma la "dote" dei contribuenti è composta sempre più dal patrimonio accumulato in passato e sempre meno dal reddito. Negli ultimi anni inoltre, si è invertita la distribuzione della ricchezza tra le classi di età: oggi al contrario che in passato gli anziani sono più ricchi dei giovani che non riescono ad accumulare, rivela ancora lo studio. E se da un lato i dati evidenziano l'esistenza di un conflitto generazionale in termini di redditi, lo studio di Giovanni d'Alessio conclude che il livello di diseguaglianza è comparabile a quello di altri Paesi europei.

LA STAMPA – 2 aprile 2012
“Vecchiaia, addio ai quindici anni”
░ La riforma Monti-Fornero salva le agevolazioni per invalidi all’80%; ci si interroga sul futuro dei versamenti volontari.
La riforma Monti Fornero ha salvato le norme pensionistiche speciali relative ai non vedenti e agli invalidi all’80%. I ciechi possono ancora ottenere la pensione di vecchiaia : A) a 50 anni di età se donne, a 55 se uomini, non vedenti da prima di iniziare a versare i contributi Inps, o quanto meno da 10 anni di assicurazione e contribuzione dopo la cecità; b) a 55 anni le donne e a 60 gli uomini, negli altri casi…. Anche gli invalidi con una riduzione della capacità di lavoro di almeno l’80% possono ancora oggi andare in pensione di vecchiaia con 55 anni anni se donne e 60 se uomini. Eliminato, invece, il vantaggio riconosciuto nel 1992 ai lavoratori, allorché il requisito minimo contributivo iniziò gradualmente a salire dai 15 ai 20 anni. Fu deciso, a quell’epoca che chi avesse raggiunto già i 15 anni non fosse toccato dall’aumento. Ma ora la circolare Inps 85/2012 sostiene che “il diritto si consegue esclusivamente in presenza di un’anzianità contributiva minima di 20 anni”. Ma ci sono due fatti da chiarire: il primo è legato ai versamenti volontari, che se autorizzati entro il 1992 hanno permesso di andare in pensione con soli 15 anni di versamenti. E’ abolita anche questa eccezione, legata alla prima ? Il secondo riguarda la circolare 23/2012 del Miur che conferma la validità attuale dei 15 anni…

ITALIAOGGI – 3 aprile 2012
“Le cattedre saranno congelate”
░ Profumo firma il decreto sull’organico (nonostante l’aumento di alunni, i posti in organico restano 600.839), e chiede aumenti al Ministero dell’Economia (le diecimila assunzioni… da quando ?).
…per fare fronte all’aumento degli studenti in alcune regioni, come l’Emilia Romagna o la Lombardia, il ministro ha tagliato in altre, come la Basilicata e la Campania … Il problema è sempre lo stesso: cercare di smontare la clausola di salvaguardia fissata con il decreto n.89/2011 dall’allora ministro Tremonti, e ribadita dall’art.50 del decreto Semplificazioni del governo Monti….

ITALIAOGGI – 3 aprile 2012
“Autonomia si, ma con i fondi privati”
░ La novità della riforma degli organi collegiali, al rush finale, alla Camera (VII Commissione Cultura, dopo anni di attesa. Previste maggiori entrate per le scuole, grazie a fondazioni e imprese. (di Mario D’Adamo)
Autonomia statutaria riconosciuta alle istituzioni scolastiche per aumentarne la capacità di autogoverno; rispetto di determinati vincoli e criteri per costituire reti, associazioni e consorzi… e autovalutazione d’istituto obbligatoria… Niente nuovi finanziamenti provenienti dallo Stato… Nel giro di un mese, la riforma potrebbe diventare legge… La Commissione sta lavorando in sede referente ma… intende chiedere… la sede legislativa senza il passaggio in Aula, e subito dopo trasmettere il testo al Senato….Separazione tra funzioni di indirizzo, di gestione e funzioni tecniche… Il Consiglio di istituto cambia nome, diventa Consiglio dell’autonomia ma continua a essere presieduto da un genitore e mantiene le vecchie competenze cui si aggiunge quella relativa allo Statuto…. Il Consiglio dell’autonomia è l’organo di indirizzo ma se non c’è la relativa proposta del d.s. non può affrontare alcune materie (il pof, il programma annuale, il conto consuntivo e il regolamento di istituto)….Vi debbono essere rappresentati…– uno o due -delle realtà culturali, sociali professionali e produttive di riferimento… Il consiglio dura in carica tre anni… Il personale Ata non vi è rappresentato…. Il d.s. è organo di gestione e svolge ancora gli stessi compiti… L’organo tecnico è il Consiglio dei docenti, che opera anche per commissioni, dipartimenti e consigli di classe, dei quali non fanno più parte i genitori che, però, troveranno una loro rappresentanza negli organismi di partecipazione istituiti con lo Statuto. Nasce il nucleo di autovalutazione, da tre a sette membri compreso un soggetto estermo e un rappresentante delle famiglie. Esso opera con la collaborazione dell’Invalsi…. Confermando l’abrogazione di tutti gli organi collegiali territoriali, si istituisce il Consiglio nazionale delle autonomie scolastiche, che sostituirà il CNPI, mentre le regioni dovranno individuare luoghi di rappresentanza delle istituzioni scolastiche e e istituire la conferenza regionale del sistema educativo….

ITALIAOGGI – 5 aprile 2012
“Praticantato di 18 mesi anche per i diplomati”
░ La disposizione è contenuta nella legge 27/2012; il Consiglio Nazionale dei Periti industriali lo segnala ai collegi territoriali.
Nell’informatica, che in sostanza anticipa in via informale il contenuto dell’O.M., con la quale entro la metà di Aprile verrà indetta la sessione 2012 degli esami di abilitazione per l’esercizio della professione, si specifica che le nuove norme troveranno immediata applicazione anche per i giovani tirocinanti che, secondo la norma esistente in materi (17/90) non hanno ancora completato il periodo di praticantato stabilito in tre anni di attività tecnica subordinata in azienda, e in due anni presso uno studio professionale….

la Repubblica – 5 aprile 2012
“Nuove regole per 50mila precari; il prof lombardo diventa a chiamata”
░ Per i precari (nelle GE di Milano sono iscritti in 20mila) sparisce, adesso, la certezza del punteggio. I numeri della scuola in Lombardia: 1.143322 gli alunni; 92791 gli insegnanti di ruolo. Le nuove regole, valide per un triennio, vanno in vigore col prossimo a.s. I sindacati protestano; il coordinamento dei docenti scenderà in piazza il 21 aprile.
Una riforma che potrebbe cambiare le sorti di circa 50mila precari della scuola in tutta la Lombardia… sparigliando l’ordine delle graduatorie nelle quali sono inseriti ormai da anni…. Solo una piccola parte di chi è nella Graduatoria a Esaurimento riesce ad avere un posto: quest’anno, tra Milano e provincia sono 6470 i supplenti nelle scuole… posti che adesso potranno essere assegnati dai presidi delle scuole, attraverso concorsi interni…

left – 6 aprile 2012
“Scuola senza soldi”
░ L’assunzione sfumata di 10mila precari ? Non dipende dai “cattivi” del Tesoro; è che mancano le risorse. Così anche per il Tempo pieno. In compenso arrivano fondi europei al Sud per edilizia scolastica e un nuovo concorso per reclutare insegnanti, oltre alle graduatorie. Una intervista al sottosegretario Rossi Doria.
D. Sottosegretario, è soddisfatto del lavoro svolto in questi 4 mesi. E’ difficile smontare la riforma Gelmini ?
R…. Ci spetta provare a rendere le cose un po’ più semplici, alle scuole, e riaprire il dibattito sui processi educativi… E’ un lavoro sul merito delle questioni, di tipo artigianale…
D.Quali primi obiettivi sono stati raggiunti ?
R….Il Piano Coesione dei ministri Barca e Profumo, che rialloca i Fondi europei alle 4 regioni del Sud destinando circa un miliardo a edilizia, lotta alla dispersione, rafforzamento delle competenze di base, innovazione tecnologica delle scuole. Gli ulteriori 550 milioni sboccati dal Cipe per l’edilizia scolastica. Il tavolo Rom convocato dal ministro Riccardi.. Il tavolo che convocheremo a breve sulle pari opportunità e la cultura di genere. Il decreto semplificazioni, che introduce modalità più snelle per l’assegnazione degli organici alle scuole e alle reti di scuole. Un nuovo clima che ha consentito, dopo anni, di lavorare d’accordo, Governo e Parlamento, sul testo di governance della scuola. L’avvio del rush finale per la chiusura della lunga fase sperimentale delle Indicazioni del Curricolo delle scuola di base e la stesura di un testo definitivo…. La ripresa di una discussione di merito e propositiva, da parte di tutti, in Conferenza Stato-Regioni, sul Titolo V Cost… La creazione di tavoli di lavoro degli studenti sul diritto allo studio, presso il Miur. In 4 mesi non è poco.

ItaliaOggi – 6 aprile 2012
“Insegnanti supplenti per chiamata”
░ La riforma di Formigoni consentirà ai presidi di scegliere i docenti (il redattore di Italia Oggi ne è convinto, e lo è anche il dott.Colosio.
Sarà pure una mini-riforma, ma certo l'introduzione dalla chiamata degli insegnanti supplenti, approvata l'altro ieri dalla Lombardia di Roberto Formigoni, è l'unica cosa che si muove concretamente nella scuola italiana dopo tanti anni, anche perché l'ultima revisione dei cicli nella scuola superiore, voluta da Mariastella Gelmini, era solo una riorganizzazione amministrativa. E, per quanto piccolo, il cambiamento ha un effetto politico non secondario: far uscire il governatore dal cantuccio in cui le grane giudiziarie della sua maggioranza l'avevano relegato. Il provvedimento è stata inserito in una norma omnibus, battezzata Cresci Lombardia alla maniera montiana, che all'articolo 8 recita: «Le istituzioni scolastiche statali possono organizzare concorsi differenziati a seconda del ciclo di studi per reclutare il personale docente con incarico annuale». Una sperimentazione che dovrebbe essere avviata col prossimo anno scolastico, 2012-2013, previo accordo con lo Stato, vale a dire il ministero dell'Istruzione di Francesco Profumo. Insomma se prima i presidi, nelle supplenze annuali, dovevano sorbirsi il docente inviato dal provveditorato (ora ufficio scolastico provinciale) sulla scorta di una graduatoria stilata sostanzialmente sulla base dell'anzianità, oggi i capi di istituto lombardi potranno scegliere chi più gli aggrada, in base alle competenze reali, alla concreta capacità di insegnamento, alle qualità personali. Insomma se prima, volenti o nolenti, i presidi dovevano accontentarsi, potevano dire di no a un insegnante solo in casi gravi ed estremi, oggi possono mettersi un po' nei panni dei direttori delle risorse umane e provare a selezionare i migliori, seppure fra i supplenti…. L'uomo del ministro in Lombardia, vale a dire il direttore dell'Ufficio scolastico regionale Giuseppe Colosio, ha parlato alla cronaca milanese del Corsera di «una sperimentazione interessante». Perché, ha chiarito il dirigente, «il fatto che le istituzioni scolastiche possano avere voce in capitolo nell'utilizzo delle risorse è importante, naturalmente all'interno di regole chiare e condivise. In Lombardia abbiamo 100 mila insegnanti, la gestione diretta è una soluzione importante per tutti, e consentirà la valorizzazione dei docenti».

 

www.governarelascuola.it - 18 marzo 2012
“Il ddl 953 sull’autogoverno delle scuole”
░ Lo scorso 22 marzo è stata approvato il ddl 953, in Commissione Cultura alla Camera. Il testo è più stringato rispetto a quello originario. Il passaggio definitivo in Senato potrebbe avvenire prima dell’estate. Riportiamo l’abstract dei 13 articoli del ddl.
Capo I AUTONOMIA STATUTARIA DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE STATALI.
Art. 1.(L'autonomia scolastica e le autonomie territoriali).
1. L'autonomia delle istituzioni scolastiche, sancita dall'articolo 117 della Costituzione, è riconosciuta sulla base di quanto stabilito dall'articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59, e succ. modif., e dal decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275. 2. Ogni istituzione scolastica autonoma, che è parte del sistema nazionale di istruzione, concorre ad elevare il livello di competenza dei cittadini della Repubblica e costituisce per la comunità locale di riferimento un luogo aperto di cultura, di sviluppo e di crescita, di formazione alla cittadinanza e di apprendimento lungo tutto il corso della vita. Lo Stato, le Regioni e le autonomie locali contribuiscono al perseguimento delle finalità educative delle istituzioni scolastiche esercitando le funzioni previste dal d.lgs 31 marzo 1998, n. 112, e succ. modif. Vi contribuiscono, altresì, le realtà culturali, sociali, produttive, professionali e dei servizi, ciascuna secondo i propri compiti e le proprie attribuzioni. 3. Alle istituzioni scolastiche è riconosciuta autonomia statutaria, nel rispetto delle norme generali di cui alla presente legge. 4. Gli statuti delle istituzioni scolastiche regolano l'istituzione, la composizione e il funzionamento degli organi interni, le forme e le modalità di partecipazione della comunità scolastica….
Art. 2.(Organi delle istituzioni scolastiche).
1. Gli organi delle istituzioni scolastiche sono organizzati sulla base del principio della distinzione tra funzioni di indirizzo, funzioni di gestione e funzioni tecniche… Sono organi delle istituzioni scolastiche:
a) il consiglio dell'autonomia…; b) il dirigente…, con funzioni di gestione; c) il consiglio dei docenti con le sue articolazioni: consigli di classe, commissioni e dipartimenti… ; d) il nucleo di autovalutazione…
Art. 3. (Consiglio dell'autonomia). 1. Il consiglio dell'autonomia ha compiti di indirizzo generale dell'attività scolastica. In particolare: …. 3. Il consiglio dell'autonomia dura in carica tre anni scolastici ed è rinnovato entro il 30 settembre successivo alla sua scadenza…. 5. Lo statuto deliberato dal consiglio dell'autonomia non è soggetto ad approvazione o convalida da parte di alcuna autorità esterna, salvo il controllo formale da parte dell'organismo istituzionale competente…. 6….
Art. 4.(Composizione del Consiglio dell'autonomia). 1. Il Consiglio dell'autonomia è composto da un numero di membri compreso fra nove e tredici. La sua composizione è fissata dallo Statuto, nel rispetto dei seguenti criteri: a) il dirigente scolastico è membro di diritto; b) la rappresentanza dei genitori e dei docenti è paritetica; c) nelle scuole secondarie di secondo grado è assicurata la rappresentanza degli studenti; d) del consiglio fanno parte membri esterni, scelti fra le realtà di cui all'articolo 1 comma 2, in numero non superiore a due;
e) un rappresentante dei soggetti di cui all'articolo 10, su invito, può partecipare alle riunioni che riguardano le attività di loro competenza, senza diritto di voto. 3. Il consiglio dell'autonomia è presieduto da un genitore, eletto nel suo seno…. 4. Il direttore dei servizi generali e amministrativi fa parte del Consiglio dell'autonomia senza diritto di voto e svolge le funzioni di segretario del consiglio. 5. Gli studenti minorenni che fanno parte del consiglio dell'autonomia non hanno diritto di voto per quanto riguarda il programma annuale e il conto consuntivo….
Art. 5. (Dirigente scolastico). 1. Il dirigente ha la rappresentanza legale dell'istituzione e, sotto la propria responsabilità, gestisce le risorse umane, finanziarie e strumentali e risponde dei risultati del servizio agli organismi istituzionalmente e statutariamente competenti.
Art. 6. (Consiglio dei docenti e sue articolazioni). 1. Al fine di programmare le attività didattiche e di valutazione collegiale degli alunni, lo Statuto disciplina l'attività del Consiglio dei docenti e delle sue articolazioni… 2. La programmazione dell'attività didattica compete al consiglio dei docenti, presieduto dal dirigente scolastico e composto da tutti i docenti. Il Consiglio dei docenti opera anche per commissioni e dipartimenti, consigli di classe e, ai fini della elaborazione del piano dell'offerta formativa, mantiene un collegamento costante con gli organi che esprimono le posizioni degli alunni, dei genitori e della comunità locale. 3. L'attività didattica di ogni classe è programmata e attuata dai docenti che ne sono responsabili, nella piena responsabilità e libertà di docenza e nel quadro delle linee educative e culturali della scuola e delle indicazioni e standard nazionali per il curricolo… 5. I docenti, nell'esercizio della propria funzione, valutano in sede collegiale, secondo la normativa e le Indicazioni nazionali vigenti, i livelli di apprendimento degli alunni, periodicamente e alla fine dell'anno scolastico, e ne certificano le competenze, in coerenza con i profili formativi ed i requisiti in uscita relativi ai singoli percorsi di studio e con il Pof dell'istituzione scolastica, presentato alle famiglie, e sulla base delle linee didattiche, educative e valutative definite dal consiglio dei docenti.
Art. 7. (Partecipazione e diritti degli studenti e delle famiglie).
1. Le istituzioni scolastiche, nell'ambito dell'autonomia organizzativa e didattica riconosciuta dalla legge, valorizzano la partecipazione alle attività della scuola degli studenti e delle famiglie, ne garantiscono l'esercizio dei diritti di riunione, di associazione e di rappresentanza.
Art. 8. (Nuclei di autovalutazione del funzionamento dell'istituto).
1. Ciascuna istituzione scolastica costituisce, in raccordo con l'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione… un nucleo di autovalutazione dell'efficienza, dell'efficacia e della qualità complessive del servizio scolastico. Il regolamento interno dell'istituzione disciplina il funzionamento del nucleo di autovalutazione, la cui composizione è determinata dallo statuto da un minimo di tre fino a un massimo di sette componenti, assicurando in ogni caso la presenza di almeno un soggetto esterno, individuato dal consiglio dell'autonomia sulla base di criteri di competenza, e almeno un rappresentante delle famiglie. 2. Il Nucleo di autovalutazione, coinvolgendo gli operatori scolastici, gli studenti, le famiglie, predispone un rapporto annuale di autovalutazione…
Art. 9. (Conferenza di rendicontazione). 1. Sulle materie devolute alla sua competenza e sulle procedure e gli esiti dell'autovalutazione di istituto, il consiglio dell'autonomia promuove annualmente una conferenza di rendicontazione, aperta a tutte le componenti scolastiche ed ai rappresentanti degli enti locali e delle realtà sociali, economiche e culturali del territorio ed invia una relazione all'U.S.R.
Art. 10.(Costituzione di Reti e Consorzi a sostegno dell'autonomia scolastica). 1. Le istituzioni scolastiche autonome, nel rispetto … possono promuovere o partecipare alla costituzione di reti, consorzi e associazioni di scuole autonome… Le Autonomie scolastiche possono altresì ricevere contributi da fondazioni finalizzati al sostegno economico della loro attività… 2. I partner previsti dal comma 1 possono essere soggetti pubblici e privati, fondazioni, associazioni di genitori o di cittadini, organizzazioni non profit. 3. A tutela della trasparenza e delle finalità indicate al comma 1, le istituzioni scolastiche devono definire annualmente, nell'ambito della propria autonomia, gli obbiettivi di intervento e i capitoli di spesa relativi alle azioni educative cofinanziate… Contributi superiori a 5000 euro potranno provenire soltanto da enti che… hanno l'obbligo di rendere pubblico il bilancio.
Capo II RAPPRESENTANZA ISTITUZIONALE DELLE SCUOLE AUTONOME
Art. 11.(Consiglio delle autonomie scolastiche).1. Con proprio regolamento… il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca provvede ad istituire il Consiglio Nazionale delle Autonomie Scolastiche, composto da rappresentanti eletti rispettivamente dai dirigenti, dai docenti e dai presidenti dei consigli delle istituzioni scolastiche autonome, e ne fissa le modalità di costituzione e di funzionamento. Il Consiglio è presieduto dal Ministro o da un suo delegato e vede la partecipazione anche di rappresentanti della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, delle Associazioni delle Province e dei Comuni e del Presidente dell'INVALSI. 2. Il Consiglio Nazionale delle Autonomie Scolastiche è un organo di partecipazione e di corresponsabilità tra Stato, Regioni, Enti Locali ed Autonomie Scolastiche… 3. Le regioni, in attuazione degli articoli 117, 118 e 119 della Costituzione ed in relazione a quanto indicato nell'articolo 1 della presente legge, definiscono strumenti, modalità ed ambiti territoriali delle relazioni con le autonomie scolastiche… 4. Le Regioni istituiscono la Conferenza regionale del sistema educativo, scolastico e formativo, ne stabiliscono la composizione e la durata. La Conferenza esprime parere sugli atti regionali d'indirizzo e di programmazione… 6. Le Regioni istituiscono Conferenze di ambito territoriale che sono il luogo del coordinamento tra le istituzioni scolastiche, gli Enti locali, i rappresentanti del mondo della cultura, del lavoro e dell'impresa di un determinato territorio.
7. Le Regioni, d'intesa con gli Enti Locali e le autonomie scolastiche definiscono gli ambiti territoriali e stabiliscono la composizione delle Conferenze e la loro durata. Alle Conferenze partecipano i Comuni, singoli o associati, l'amministrazione scolastica regionale, le Università, le istituzioni scolastiche, singole o in rete, rappresentanti delle realtà professionali, culturali e dell'impresa. 8. Le Conferenze… Art. 12. Omissis… Art. 13.…. Omissis… Art. 14 Omissis…. Art. 14. (Clausola di neutralità finanziaria) 1. Le amministrazioni competenti provvedono all'attuazione della presente legge nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

www.asas.sicilia.it - La Letterina n. 316 – 22 marzo 2012
“Personale esonerato. Il Ministero smentisce Lucrezia Stellacci”
░ Nella home page del sito istituzionale, per alcuni giorni, ha campeggiato la notizia che sono 10075, e non 40503 (come aveva affermato un alto dirigente del MIUR), i docenti in servizio non di insegnamento. Adesso, una nota a firma del d.s. Roberto Tripodi, Presidente regionale ASASI, torna a ribaltare il dato.
Gentile dott.ssa Lucrezia Stellacci, Le esprimiamo piena condivisione per l’intervista rilasciata al Corriere della Sera, nella quale così spiega i tagli all’organico della scuola: “sulla scuola pesano altri 41.503 stipendi. Sono professori o maestri che non insegnano, non vanno in classe. Sono distaccati presso altri ministeri oppure in permesso sindacale. Gli studenti non ne traggono beneficio, ma il loro stipendio è sempre a carico del nostro bilancio”. Per aver dichiarato la verità, è stata subissata dalle critiche… Il nostro centro studi ha elaborato dati che sono simili a quelli da lei denunciati, solo che noi abbiamo elaborato permessi, comandi, esoneri, utilizzazioni anche orari e giornalieri, trasformandoli in cattedre e posti di organico. Lo studio effettuato si riferisce a una proiezione concernente l’organico dei docenti nelle scuole statali per l’anno scolastico 2011/2012. Da 701.305 nel 2007/2008, i docenti di ruolo passano a 611.995 nel 2011/2012 con una perdita di 89.301 posti. A fronte di circa 115.225 supplenti si registrano 44.723 docenti assenti per esoneri, ferie, permessi…. Ogni mattina i dirigenti scolastici si trovano a dover sostituire 54.000 assenti (in media 6 in ogni scuola)… Non è vero che ci sono 41.000 docenti esonerati, ma è vero che a questa cifra si perviene trasformando in cattedre gli esoneri temporanei. Per esempio, se nelle scuole italiane ci sono 9.000 Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, che godono di 40 ore di permesso annuale ciascuno, abbiamo 360.000 ore di permesso che divise per 18 ore settimanali e per 33 settimane equivalgono a 606 docenti esonerati. Dalla elaborazione dei dati emerge con chiarezza che la legge 104 ha un impatto fortissimo sulle assenze, perché corrisponde a 6.750 cattedre, altrettanto la concessione del diritto allo studio, che corrisponde all’assenza di 3.055 docenti. La situazione è analoga per il personale ATA. … I costi di esoneri, comandi e utilizzazioni equivalgono a € 1.335.787.626 l’anno… Totale assenti per comandi, esoneri, utilizzazioni, ferie, permessi 44.723.

www.istruzione.it – 23 marzo
“Atti di diffida alla cessazione del ai sensi dell’art. 37 del D.P.R. n. 1032 del 1973 e succ. modific.”
░ Un chiarimento del Miur sul prelievo della ritenuta del 2,5% sull’80% della retribuzione; riportiamo la nota della D.G. per le risorse umane del Ministero, acquisti e AA.GG. Uff. 7
“Oggetto:. Pervengono a questa Direzione Generale, atti di diffida volti ad ottenere la cessazione del prelievo della ritenuta del 2,5% sull’80% della retribuzione, ai sensi dell’art. 37 del D.P.R. n. 1032 del 1973 e successive modificazioni. In proposito si precisa che il MEF Dipartimento dell’Amministrazione Generale del Personale e dei Servizi, con nota del 13 febbraio 2012, ha chiarito che le modalità di calcolo del TFS non hanno subito, a decorrere dal 1° gennaio 2011, alcuna variazione. Peraltro, come è dato desumere dalle disposizioni dell’INPDAP emanate con Circolare n. 17 dell’8 ottobre 2010 e dal parere espresso dall’Ispettorato per la spesa sociale presso il Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato per i dipendenti in regime di TFR la retribuzione netta percepita resta immutata, in virtù della considerazione che, per gli evocati dipendenti, la contribuzione del 2,5% a carico del lavoratore non è dovuta. Giova altresì richiamare il contenuto dell’art. 1 comma 3 del DPCM 20 dicembre 1999 secondo cui ”per assicurare l’invarianza della retribuzione netta complessiva e di quella utile ai fini previdenziali dei dipendenti …. la retribuzione lorda viene ridotta in misura pari al contributo previdenziale obbligatorio soppresso e contestualmente viene stabilito un recupero in misura pari alla riduzione attraverso un corrispondente incremento figurativo ai fini previdenziali e dell’applicazione delle norme sul trattamento di fine rapporto, a ogni fine contrattuale nonché per la determinazione della massa salariale per i contratti collettivi nazionali.”

L’Unità – 26 marzo 2012
“Dibattito importante, di scuola si parli in aula”
░ Un articolo di Giulia Rodano, responsabile Cultura dell’IDV, contraria all’approvazione del ddl 953 sull’autogoverno delle scuole.
Alla Camera dei deputati la presidente PDL della Commissione cultura ha chiesto di approvare definitivamente in commissione, senza la discussione nell’aula parlamentare, una proposta che cambia radicalmente il governo delle scuole pubbliche….Questa legge coinvolge infatti ameno tre questioni di rilevanza costituzionale: il diritto di tutti i cittadini di avere le medesime opportunità di formazione garantite dallo Stato, la libertà e l’autonomia dell’insegnamento, e le competenze in materia di istruzione e di organizzazione scolastica, rispettivamente dello Stato e delle Regioni…. Si vorrebbe trasformare la partecipazione democratica dei genitori e studenti in un governo sedicente manageriale, riducendo, ad un tempo il ruolo e la funzione dei docenti e aprendo il governo della fondamentale agenzia pubblica di formazione civile del Paese anche ad esponenti della produzione e del mercato. Si vorrebbe altresì affidare alle regioni la possibilità di definire atti di indirizzo sulla autonomia delle istituzioni scolastiche, sulle innovazioni ordina mentali, sui piani per l’offerta formativa e perfino sui criteri per la definizione degli organici delle istituzioni scolastiche….Il centrodestra vuol cancellare la scuola pubblica nazionale che forma alla cittadinanza, per inaugurare una scuola al servizio delle esigenze della produzione e di un non meglio definito “territorio”….

www.aipd.it/cms/schedenormative - 26 marzo 2012
“Somministrazione di farmaci ad alunni con e senza disabilità in orario scolastico (Nota 2312/05)”
░ Riportiamo alcuni passi della scheda n.198, redatta da Salvatore Nocera Responsabile dell’Area Normativo-Giuridica dell’Osservatorio Scolastico sull’Integrazione dell’AIPD Nazionale.
Da circa 14 anni e cioè da quando venne in discussione quella che è divenuta la Legge-quadro sui diritti delle persone con disabilità n° 104/92, le associazioni hanno sempre più frequentemente chiesto che venisse regolamentata la somministrazione di farmaci a scuola ad alunni che ne avessero bisogno per la sicurezza della loro salute.
In alcune realtà si sono posti in essere accordi fra amministrazione scolastica e sanitaria locale per dare delle indicazioni operative che permettessero agli alunni di continuare a frequentare le lezioni, senza la necessità di doversi assentare per l’assunzione di farmaci da loro normalmente assunti in determinati orari… Il Dirigente scolastico può individuare, secondo una sequenza procedurale, personale docente o non docente, che sia spontaneamente disponibile ed abbia effettuato i corsi di formazione presso le AASSLL per la sicurezza della salute nelle scuole, solo dopo aver ricevuto formale richiesta scritta dalla famiglia e la certificazione e la prescrizione dell’ASL. In mancanza di disponibilità del personale scolastico e se non spontaneamente richiesta dai famigliari la somministrazione, egli dovrà rivolgersi alle istituzioni pubbliche locali (ASL, Comune) o ad enti ed associazioni non lucrative del privato sociale sulla base di accordi. In mancanza rappresenta il problema al comune. Ad avviso di chi scrive il Comune, ove non abbia personale preparato, deve rivolgersi all’ASL, che è tenuta a garantire, in questi casi, l’assistenza sanitaria a scuola, come hanno ormai affermato alcune sentenze dei tribunali…

Roma - 27 marzo 2012
“A scuola con le tecnologie”
░ Laboratori didattici e seminari alla Città delle scienze.
Due giorni dedicati alle tecnologie digitali per la didattica, a domani a Città delle Scienze; un nuovo appuntamento in linea con la 3giorni per la scuola, interamente dedicato alle nuove tecnologie per la didattica: Smart Education&Tecnology days risponde al bisogno della scuola e delle istituzioni di trovare un momento di incontro e confronto a livello nazionale sul tema delle tecnologie didattiche… La manifestazione è articolata in diversi momenti tra loro connessi, secondo un format ampiamente sperimentato…: una vasta area espositiva, con l’allestimento di laboratori didattici multimediali con presenza di aziende del settore…., presentazioni delle iniziative istituzionali, un programma di seminari di approfondimento scientifico e metodologico…. In cui discutere i fondamenti pedagogici dell’insegnamento attraverso le nuove tecnologie…

ItaliaOggi - 27 marzo 2012
“Art.18 e la grana degli esuberi”
░ Al tavolo con i sindacati, Patroni Griffi riapre la partita del settore pubblico: flessibilità in uscita. (Alessandra Ricciardi).
Nel balletto di dichiarazioni del governo, Patroni Griffi aveva aperto all’applicazione dell’art. 18 agli statali, scuola compresa, e il ministro del Lavoro, Elsa Fornero aveva smentito… da ultimo il ministro competente per il settore pubblico, Filippo Patroni Griffi ha detto che di flessibilità in uscita si parlerà con i sindacati, al tavolo aperto a Palazzo Vidoni su contratti e relazioni sindacali. Un polverone, quello sull’applicazione dell’art.18 dello Statuto dei lavoratori modificato nell’ambito della riforma del mercato del lavoro, che non tiene conto che nel settore pubblico i licenziamenti per motivi economici si possono già fare. E non solo perché il d.lgs. n.165/2001 richiama espressamente lo Statuto ma perché la Legge di Stabilità del 2012 disciplina proprio i licenziamenti nel pubblico impiego, in caso di esubero del personale. Una norma che finora non è stata mai applicata e che troverebbe proprio nella scuola il suo terreno di più immediato impatto. Nei primi incontri che si sono già tenuti tra Funzione pubblica e sindacati… si è parlato dei 10mila docenti in esubero, e del caso dei 4mila docenti inidonei a l’insegnamento… e che vanno riconvertiti…. Nel frattempo, il contratto sulle utilizzazioni della scuola ha disposto l’impegno dei prof in soprannumero nelle sostituzioni e nei progetti per il recupero dei ragazzi…

Avvenire - 29 marzo 2012
“Nuova sentenza della Cassazione sull’attività alternativa all’IRC”
░ E’ la n.4.961.
Questa volta la Corte è intervenuta sull’attività alternativa che uno studente può scegliere se non si avvale dell’IRC, riconoscendola ai fini pensionistici e di ricostruzione di carriera per una docente che, prima di diventare di ruolo, ha insegnato proprio in quell’ambito. Di fatto, la sentenza pare equiparare lo svolgimento di un’attività alternativa all’insegnamento di una disciplina scolastica, che è un vero e proprio programma ministeriale, a differenza dell’attività alternativa, che viene fissata di anno in anno dai singoli collegi dei docenti. Dunque, secondo la Cassazione, anche per la docenza delle materie alternative (ma in realtà sono “attività”) si avrà diritto all’anzianità pre ruolo. La sentenza della cassazione di fatto annulla la precedente decisione contraria assunta dalla Corte di appello di Brescia, forte quest’ultima di una circolare ministeriale e di un precedente verdetto del CdS.

Avvenire - 30 marzo 2012
“Compiti a casa ? Limitarli si può”
░ L’”apertura” del Ministro piace. A noi sembra un modo come un altro per esorcizzare i temi caldi del sistema Scuola.
Limitare i compiti a casa ? La proposta che si sta discutendo in Francia vede favorevoli il ministro dell’Istruzione, Profumo. “Credo che oggi, nella scuola i nostri ragazzi imparino solo una parte delle loro competenze. Molti input arrivano da altre sorgenti”. L’ipotesi trova apertura dall’associazione italiana genitori, se discussa e ben concertata con la scuola e le famiglie: “I compiti per casa hanno senso solo se sono finalizzati al rinforzo del lavoro svolto in classe, e quindi non al completamento di quello che si doveva fare a scuola”……

Giornale di Sicilia - 30 marzo 2012
“Semplificazioni, sì del Senato. Personale scolastico evitati altri tagli”.
░ Via libera alla fiducia sul maxiementdamento sostitutivo del dl sulle semplificazioni. Risolto il nodo del personale scolastico:ieri le commissioni della Camera hanno approvato il dl sulle semplificazioni passando la mano all’aula di Montecitorio.
Non arriveranno, per motivi di bilancio, i promessi 10mila posti in più nella scuola… Personale della scuola… La norma inserita nel dl congela l’organico a quello in vigore nell’a.s. 2011-2012: 724mila cattedre per gli insegnanti e 233.100posti per il personale ATA. Il loro numero potrà aumentare se dovesse aumentare il numero degli studenti. Entro 60 giorni, poi,un ulteriore decreto dovrà definire “per ciascuna istituzione scolastica, un organico dell’autonomia, funzionale all’ordinaria attività” e al “sostegno agli alunni con bisogni educativi speciali” anche “al fine di un’estensione del tempo-scuola”. Dal 2013, le entrate statali dal Lotto e dagli altri giochi potranno concorrere a finanziare la scuola…. I professori che avevano vinto il concorso per diventare dd.ss. ma che non avevano partecipato al corso di formazione perché non rientranti nel contingente previsto, saranno immessi in ruolo dopo un corso di 4 mesi e dopo il superamento di un colloquio finale….
.
 

www.asas.sicilia.it - La Letterina n. 315 – 15 marzo 2012
“La valutazione dei docenti e delle istituzioni scolastiche”
░ Riportiamo la seconda parte dell’articolo, firmato da Paola Tonna, presidente dell’APEF, Associazione Professionale Europea Formazione.
… Carriera e Valutazione sono assolutamente complementari. Nella valutazione è necessario investire seriamente in maniera congrua. La valutazione deve avere, inoltre, la caratteristica di realizzare un sistema non meramente premiante (a noi non e mai piaciuto il termine “premio”, più adatto ad una categoria impiegatizia che a dei professionisti). Cercare di realizzare una dimensione “meritocratica di tipo funzionale” di sistema è la logica, quindi, con cui operare. Contemporaneamente si raggiungerà l’obiettivo di offrire una prospettiva di rivalutazione professionale in grado di rimotivare la categoria degli insegnanti fortemente in crisi: la carriera non sarà quindi un’opportunità per pochi ma una prospettiva professionale aperta a tutti. Ognuno avrà la possibilità di accedervi nel corso della propria vita lavorativa perche ciò è funzionalmente utile alle scuole, realizzando così anche una rilevante funzione di traino sul piano della crescita della qualità professionale: perche non potranno essere che insegnanti di grande qualità disciplinare, culturale e didattica, quelli in grado di guidare gli altri docenti nella progettazione di un percorso didattico efficace, e di facilitare la dimensione collegiale, essenziale in un’organizzazione autonoma. Nell’esperienza dei nostri partners europei, infatti, merito equivale a fascia differenziata di stipendio legata allo svolgimento di funzioni più complesse rispetto a quelle standard. Ed è acclarato che questo avviene anche in tutte le altre dimensioni professionali (area medica, giornalistica, P.A. etc.). Accanto al profilo professionale standard dell’insegnante, deve esserne disegnato uno ex-novo, portando a compimento quanto la legge 59/’97, istitutiva dell’autonomia scolastica, prevedeva (art. art.21, c.16) e che fino ad oggi è rimasto disatteso. Attraverso la diversificazione dei compiti e la costruzione di una carriera, anche la valutazione del “merito” troverà automaticamente una soluzione condivisa all’interno del mondo scolastico, senza rientrare nella logica meramente premiante del Concorsone di Berlinguer ma anche dei progetti avviati. In quest’ottica riteniamo la via legislativa come l’unica praticabile.

Left – 16 marzo 2012
“La lotteria dei precari”.
░ Al Tesoro risuona ancora la litania tremontiana: - non ci sono soldi.
Ogni anno le coperture dell’organico con incarichi annuali arrivano a 20mila, il doppio di quanto era stato previsto dal decreto. Dovrebbe pertanto essere ritenuta necessaria l’assunzione in ruolo di almeno 10mila insegnanti… Per regolarizzare 10mila precari della scuola, il PD aveva proposto, con un emendamento al decreto sulle Semplificazioni di aumentarle tasse sui giochi e le accise su vino e birra. Le commissioni Affari costituzionali e Attività produttive avevano approvato l’emendamento ma dal Tesoro è arrivato lo stop…. Dove sono andati a finire gli 8 miliardi e mezzo incamerati dal taglio di 87mila docenti e 45mila ata che il governo Berlusconi operò nel 2008 ?

IL MATTINO – 16 marzo 2012
“Crollo iscrizioni. La scuola perde 18mila alunni”.
░ E’ l’effetto del calo demografico che si verifica già alle elementari, e non pochi studenti medi rinunciano a iscriversi alle superiori.
La scuola perde per strada 4.479 studenti…, i ragazzi che oggi frequentano la terza media e che a giugno, fatto l’esame, chiuderanno per sempre libri e quaderni. Si tratta di un esercito che evade la scuola dell’obbligo e sceglie altro: la strada, piccoli lavori, una vita arrangiata con la complicità della famiglia. E’ questo il panorama che emerge dalle iscrizioni scolastiche che si sono chiuse due giorni fa. I numeri non promettono nulla di buono per nessuno. Per gli alunni: 18mila in meno. Per i docenti, la cui pianta organica avrà, alla luce delle iscrizioni, ricadute di non poco conto che si conosceranno quando sarà determinato l’organico di diritto, stabilito in base al numero di iscritti e di classi. C’è l’evasione scolastica e non solo questa….

LA STAMPA – 16 marzo 2012
“Salvate gli ultimi prof maschi”.
░ Un seminario di studi alla Bicocca di Milano evidenzia come il crollo del prestigio della professione docente distoglie dall’intraprenderne il percorso, per altro incerto e precario. Alle elementari, i maestri sono ormai meno del 5%. La preoccupazione sul piano pedagogico è che venga a mancare la figura educativa complementare alla maestra.
Le giovani generazioni rischiano di avere un’educazione tutta al femminile, fino all’università. … Con quali conseguenze, si è iniziato a discuterne… La presenza di figure educative di entrambi i generi… offrirebbe la possibilità di acquisire una maggiore complessità di visione del mondo, per stili di vita, emotività, fisicità, comunicazione: questa l’analisi di Stefania Ulivieri Strozzi docente di Teorie e modelli della consulenza pedagogica, organizzatrice del seminario alla Bicocca…

Il Manifesto – 16 marzo 2012
“Dal governo troppo discredito sui giovani”.
░ All’epoca del governo Berlusconi, si discreditavano gli insegnanti (per coprire l’operazione tagli), adesso si demonizzano i giovani. E’ la tesi di Giuseppe Calicetti, in questo articolo.
La campagna stampa è sempre più incalzante. Dopo aver promesso che tutti i sacrifici di oggi erano per dare un futuro migliore ai nostri figli, per non trasmettere un debito che non hanno contratto, ora ci si abbatte violentemente su di loro. Si dice che sono illusi a credere nel posto fisso…. Che sono mammoni e vogliono il lavoro vicino casa… Prima l’attacco ai docenti, ora agli studenti: pare proprio che queste due fasi facciano parte di un’unica strategia di abbattimento totale della scuola pubblica italiana…. Con Profumo non c’è alcuna svolta nella politica scolastica, la continuità con la visione economicistica che ha caratterizzato i precedenti ministeri all’Istruzione è fortissima.

www.governarelascuola.it - 18 marzo 2012
“Le circolari dell’Inps/Inpdap sulle pensioni”
░ L’articolo, accurato come consueto, di Pietro Perziani analizza: l’estensione del contributivo pro rata, il pagamento della buonuscita, la possibilità di scelta tra vecchia e nuova normativa, le finestre mobili.
IL CONTRIBUTIVO PRO RATA. Come noto, a partire dal primo gennaio 2012 il sistema contributivo pro rata è stato esteso a tutti, anche a coloro che in precedenza rientravano nel sistema retributivo; ne parlano sia la Circolare n. 35 che la n. 37, al punto 4; la prima però è più chiara, per cui ne riportiamo il testo: “Con riferimento a tali soggetti, la quota di pensione relativa alle anzianità contributive maturate dal 1° gennaio 2012 è calcolata secondo il sistema contributivo anziché retributivo previsto dalla previgente normativa. La pensione è calcolata secondo le regole del sistema misto e quindi l’importo è determinato dalla somma:
a) della quota di pensione corrispondente alle anzianità contributive maturate al 31 dicembre 2011, calcolata secondo il sistema retributivo;
b) della quota di pensione corrispondente alle anzianità contributive maturate dal 1° gennaio 2012, calcolata secondo il sistema contributivo.”
Coloro che usufruivano del sistema retributivo, entrano nel sistema misto, per cui il totale della pensione sarà dato dalla somma di 2 quote:
-una quota, corrispondente a quanto maturato fino al 31/12/2011, con il sistema retributivo; -una seconda quota, corrispondente a quanto maturato dal 01/01/2012 fino al momento della pensione, calcolato con il sistema contributivo. Forse non tutti lo sanno, ma già adesso il totale della pensione è determinato dalla somma di due quote, ambedue però calcolate con il sistema retributivo; con il nuovo sistema ne avremo quindi addirittura tre, due con il retributivo ed una con il contributivo:
-prima quota con il sistema retributivo: dall’inizio della contribuzione fino al 1992, calcolata sull’ultimo stipendio; -seconda quota con il sistema retributivo: dal 01/01/1993 al 31/12/2011, calcolata sulla retribuzione media del periodo; -quota con il sistema contributivo: dal 01/01/2012 al pensionamento….
IL PAGAMENTO DELLA BUONUSCITA…. Rimane in vigore il D.L. 138/2011, convertito nella Legge 148/2011; all’art. 21, comma 22, si stabilisce che la buonuscita venga pagata: - dopo due anni in via ordinaria; - dopo sei mesi in caso raggiungimento dei limiti massimi di età o di contribuzione previsti dai rispettivi ordinamenti, nel caso della scuola 65 anni di età o 40 anni di contributi, come a tutti noto.Ora, il concetto di “anzianità massima contributiva” con la Legge 214/2011 non esiste più, per cui la buonuscita verrà pagata dopo sei mesi solo in caso di raggiungimento dei limiti per la pensione di vecchiaia, cioè 66 anni a partire dal 2012, più l’adeguamento alle aspettative di vita… Questo vuol dire che a chi andrà in pensione anticipata la buonuscita verrà pagata dopo due anni, come se si trattasse della vecchia pensione di anzianità. La norma è in vigore dal 13 agosto 2011, data di promulgazione del decreto legge; anche in questo caso sono stati fatti salvi i diritti acquisiti…:- lavoratori che hanno maturato i requisiti contributivi ed anagrafici per il pensionamento, sia di anzianità che di vecchiaia (raggiunti limiti di età o di servizio) prima del 13 agosto 2011; - personale del comparto scuola … che matura i requisiti per il pensionamento entro il 31 dicembre 2011….
POSSIBILITA’ DI SCELTA TRA VECCHIA E NUOVA NORMATIVA…. E’ il singolo che sceglie tra vecchia e nuova normativa, sceglie quella più favorevole, perché stiamo parlando di diritti, non di obblighi. La Funzione Pubblica, nella Circolare n.2 che abbiamo commentato la scorsa settimana, ha affermato esattamente il contrario, traendone la conseguenza che a chi gode dei diritti acquisiti si applica la vecchia normativa anche in materia di pensionamento coatto, trasformano un diritto in una condanna. Noi abbiamo detto con chiarezza che questa posizione della F.P. non ha fondamento giuridico e l’INPS/INPDAP ci dà ragione.
FINESTRE MOBILI. Per chi rientra nella nuova normativa, le finestre mobili non si applicano più, mentre si continuano ad applicare per chi rientra nella vecchia. Questa è l’interpretazione che l’Inps/Inpdap dà delle disposizioni di cui all’art. 24, comma 5 della Legge 214/2011; chi scrive aveva qualche dubbio, perché anche le precedenti leggi prevedevano la salvaguardia dei diritti acquisiti, ma in effetti la legge stabilisce che le finestre non si applicano “esclusivamente” per chi rientra nella nuova normativa. La cosa ha effetti pratici solo per chi ha maturato i diritti tra il 1° settembre e il 31 dicembre 2011, che dovrà aspettare un altro anno, mentre per chi li ha maturati in precedenza il posticipo di un anno, scolastico o solare per i soli dirigenti, ha già avuto effetto.

 

Giornale di Sicilia – 19 marzo 2012
“Superbatteria che dure tre mesi, al via un progetto italo-giapponese”.
░ Il ministro dell’Istruzione, Profumo plaude a questa collaborazione che mette insieme l’eccellenza del Distretto Veneto nelle nanotecnologie – nato nel 2003 dalla sinergia delle locali università con la Regione, con industrie private e con il Ministero della Ricerca) - e quella nipponica (della Nagano Techno Foundation) nel campo delle batterie.
Mettere in carica il proprio cellulare ed utilizzarlo per tre mesi senza bisogno di dovere ricaricare le batterie… e poter fare la stessa cosa con le auto elettriche e tanti elettrodomestici… Un progetto che prevede l’utilizzo delle nanotecnologie, come ad esempio, la cosiddetta tecnica del coating (rivestimenti nano strutturati).

Il Sole 24Ore – 19 marzo 2012
“Servizio civile verso la paralisi”.
░ La legge di stabilità n.183/2011 ha ulteriormente ridotto la dotazione finanziaria per i progetti compromettendone, per l’anno prossimo, l’avvio
A quarant’anni dalla legge che ha istituito l’obiezione di coscienza (la n.772(1972), il servizio civile nazionale rischia di chiudere i battenti per mancanza di fondi…. Per il momento, l’Ufficio nazionale per il servizio civile non ha, infatti, pubblicato alcuna data per il deposito di nuovi progetti da parte degli oltre 3500 enti accreditati…. Le possibilità per i giovani dai 18 ai 28 anni di dedicare un anno della propria vita a favore di un impegno solidaristico, in Italia o all’estero, con un compenso di 433,8° euro netti al mese, si sono progressivamente ridotte negli ultimi anni: dai 238 milioni del 2006 ai 68,8 di quest’anno. Il numero dei volontari avviati al servizio è così passato dai 45.890 del 2006 al 14.144 del 2010, e circa 19mila del 2011.

Giornale di Sicilia – 19 marzo 2012
“Incendiato il portone del liceo diretto dal preside antimafia”.
░ Il preside Fiordaliso è stato già in passato fatto segno a intimidazioni. L’ANIEF ha dato frequentemente notizia delle iniziative che instancabilmente promuove nella sua funzione di dirigente scolastico, per l’alto valore culturale e civile. Ci vergogna e ci rattrista che i siciliani che tentano di aprire prospettive ai giovani debbano essere tenuti in scacco da rozzi parassiti; è ora che lo Stato li acchiappi.
Ancora di mira il preside del Liceo Classico di Castelvetrano, Francesco Fiordaliso, chiamato “il preside antimafia”. Sabato sera, intorno alle 23,00, ignoti hanno cosparso di benzina il portone della scuola e appiccato il fuoco…. Da anni Fiordaliso è impegnato in un progetto volto all’educazione alla legalità. Quasi ogni settimana organizza convegni, con personaggi di spicco della magistratura, coinvolgendo gli alunni… A fine mese è previsto un incontro con il magistrato Salvatore Vella e ad aprile un corteo della legalità.

www.la repubblica.it– 23 marzo 2012
“No degli studenti al referendum sul titolo di studio”
░ Riportiamo i quindici quesiti della consultazione Miur sul valore legale dei titoli di studio. La consultazione telematica voluta dal prof.Monti è stata criticata per il registro e il contenuto dei quesiti.
1 Come giudicate la necessità di possedere uno specifico titolo di studio per poter esercitare una determinata professione ? 2 Come valutate la necessità di possedere uno specifico titolo di studio per l’ammissione all’esame di abilitazione per l’esercizio di una professione ? 3. Ritenete che vi siano professioni non regolamentate per le quali dovrebbe essere richiesto uno specifico titolo di studio attualmente non necessario ? 4. Ritenete che vi siano professioni per le quali il titolo di studio oggi richiesto sia eccessivo rispetto al tipo di prestazione ?
5 Ritenete necessario il possesso di uno specifico titolo di studio per l’accesso al pubblico impiego ? 6 Ritenete necessario un voto elevato per partecipare ai concorsi per l’accesso ad alcune tipologia di impiego e qualifiche nella pubblica amministrazione ? 7 Come giudicate le disposizioni dei bandi di concorso che attribuiscono punteggi aggiuntivi a chi ha conseguito un voto di laurea elevato ? 8 Ritenete che vi siano concorsi in cui pur non essendo attualmente prevista, dovrebbe essere richiesta una laurea ? 9 Ritenete che vi siano concorsi per i quali il titolo di studio oggi richiesto sia eccessivo rispetto al tipo di funzioni che si è chiamati a svolgere ? 10 Come giudicate la necessità che i dipendenti pubblici debbano possedere uno specifico titolo di studio i fini della progressione di carriera ? 11 Come giudichereste una differenziazione qualitativa di titoli di studio nominalmente equivalenti ? 12 Per quali finalità ritenete possa essere utile una differenziazione tra titoli di studio nominalmente equivalenti ? 13 Ai fini di una eventuale differenziazione di titoli di studio nominalmente equivalenti quali valutazioni dovrebbero rilevare ? 14 Ai fini di una eventuale differenziarne di titoli di studio nominalmente equivalenti chi dovrebbe operare le relative valutazioni ? 15 avete ulteriori osservazioni o proposte sul tema del valore legale del titolo di studio ?
In diretta tv, con un clic del ministro Profumo, sul portale del Miur è partita la consultazione pubblica on line a proposito del valore legale della laurea e del ruolo che il titolo universitario avrà in futuro nei concorsi pubblici per l’accesso alle professioni. I contributi potranno essere dati fino al 24 aprile…. Il ritorno immediato è stato però negativo. Gli studenti, dopo essersi avvicinati alla consultazione, l’hanno bocciata in toto: le domande sono tendenziose, hanno detto, faziose e vogliono farti dare la risposta gradita a questo governo: aboliamo il valore legale del titolo di studio. L’Unione degli Universitari chiede il ritiro immediato della consultazione: “E’ in corso un’operazione di mistificazione di massa. La Link dice: “La consultazione non può ridursi a un plebiscito finalizzato a legittimare una linea politica stabilita a priori”. Perplessità tra i docenti…

http://Blog.ilmanifesto.it – 23 marzo 2012
“Via alla consultazione-truffa”
░ Alcune osservazioni avanzate da Roberto Ciccarelli nel merito dei quesiti proposti per la consultazione pubblica. Non condividiamo però il giudizio “consultazione-truffa”
Il questionario a risposta multipla pubblicato ieri sul sito del ministero dell’istruzione e sottoposto al giudizio della cittadinanza è composto da 15 quesiti con due risposte certe e una tendenziosa. All’inizio, l’andamento è apparentemente neutrale («Come giudicate la necessità di possedere uno specifico titolo di studio per poter esercitare una determinata professione?», oppure: «Ritenete necessario il possesso di uno specifico titolo di studio per l’accesso al pubblico impiego?»).Dopo, …gli estensori perdono le remore e impostano una sequenza di domande che presuppongono l’abolizione del valore legale. Ad esempio: «Per quali finalità ritenete possa essere utile una differenziazione tra titoli di studio nominalmente equivalenti?». E poi: «Ai fini di un’eventuale differenziazione di titoli di studio ... quali valutazioni ritenete che dovrebbero rilevare?». In questi casi, chi non intende rispondere A né B, poiché entrambe le risposte esprimono l’adesione alla prospettiva abolizionista, viene relegato in C, lì dove tutte le vacche sono nere. Così facendo il ministero inserisce i contrari in una percentuale di incerti che non potranno motivare le ragioni del loro voto. Al momento delle percentuali finali, dunque, queste persone verranno inserite nella categoria degli incerti, oppure dei «non so», insomma di coloro che non sanno cosa rispondere e sottoscrivono la terza via sempre perdente.

www.affaritaliani.it – 23 marzo 2012
“Laureati rifiutati dalle aziende/ "Chi ha meno parole nel suo vocabolario è più facilmente sfruttabile e spesso sottomesso"
░ Lavoratori rifiutati dalle aziende perché troppo "titolati". E sono numerosi quelli che si sono 'attrezzati' con una doppia versione del curriculum: con laurea e senza. Antonella Riem, docente di letteratura inglese all'Università di Udine e presidente della conferenza italiana permanente di lingue e letteratura straniere, commenta la vicenda della 29enne laureata, rifiutata a un colloquio di lavoro perché laureata.
D. Professoressa, che cosa pensa della consultazione online per i cittadini sul valore legale della laurea ? R."Consultare i cittadini è sempre una buona cosa, sempre che il sistema però permetta di esprimere veramente la propria opinione; invece sul sito del Miur non è possibile asserire il proprio convincimento di voler mantenere il valore legale del titolo di studio. Infatti molte associazioni studentesche si sono mobilitate. Le domande implicano l’idea che bisogna, per molte occupazioni, eliminare la centralità della laurea. Come nel caso della 29enne laureata che non trova impiego proprio a causa della laurea di cui si parla oggi. Diciamo che l’industria o il mondo economicista in genere troppo spesso pensano di non aver bisogno di persone qualificate e ‘titolate’, anche e soprattutto perché dovrebbero (forse?) pagarle (un po’) di più. Chi ha meno parole nel suo vocabolario è più facilmente sfruttabile e spesso sottomesso….
 

Più (Tempi) marzo 2012
“Didattica all’avanguardia”
░ Sul periodico milanese, un’intervista, realizzata da Claudio Mercandelli, a Emanuele Fidora, quaranta anni, direttore generale dell’Ufficio Studi, statistica e sistemi informativi del MIUR, responsabile del Piano Nazionale Scuola Digitale che porterà novità tecnologiche nella Scuola. L’aspetto più intrigante è quello della editoria digitale per la scuola; allo stato attuale la maggior parte dei testi adozionali hanno, per legge, il supporto informatico, e alcuni hanno tutto o parte del testo in formato digitale. Si tratta tuttavia, per lo più, di parti digitalizzate che sono derivate dal testo cartaceo e sono costruite secondo la struttura sintattica e semantica del formato originario. Gli e book di seconda generazione nasceranno invece secondo una logica nuova, con la struttura aperta on line, attingendo al web i percorsi tematici e alle biblioteche informatiche specialistiche, offrendo materiali video e risorse ragionate delle più diverse origini.
“Rischiamo di perderci i ragazzi, perché loro viaggiano a una velocità doppia rispetto ai loro insegnanti, e se non troveremo il modo di portare tra i banchi loro linguaggi, la scuola se la faranno da soli...”. Indigeni digitali, gli adolescenti sono abituati ad essere raggiunti ovunque da una quantità esorbitante di informazioni, ogni giorno, fatta eccezione per il luogo dove quelle informazioni avrebbero più senso… non usare i software di interazione tra docenti e studenti è come insegnare a nuotare senza piscina. “Ci stiamo attrezzando da anni per fornire alle scuole gli strumenti per un cambiamento della didattica… Il Piano Nazionale Scuola Digitale consiste in una pluralità di azioni coordinate finalizzate a creare ambienti di apprendimento nuovi e innovativi, in cui il tradizionale concetto di classe si arricchisca delle dotazioni tecnologiche specifiche per la didattica, dove sperimentare la trasformazione dei modelli, dell’organizzazione e dell’utilizzo di nuovi contenuti, materiali e strumenti…. Equipaggiata di dotazioni tecnologiche, l’aula diventa un laboratorio i cui confini possono trascendere la fisicità delle pareti… Abbiamo previsto a tal fine alcune azioni: la LIM (lavagna interattiva multimediale) in classe, l’azione Classi 2.0, l’azione Scuol@ 2.0. Nonché incoraggiare il ricorso all’editoria digitale… La realizzazione di queste azioni prevede l’uso, oltre alla lavagna multimediale, di un notebook per i docenti, nonché di un altro portatile per gli studenti… Si potrebbero utilizzare tablet poco reclamizzati ed economici, e magari qualche smartphone. La nostra ambizione è quella di capovolgere il concetto di scuola. La lezione non dovrà più svolgersi in classe. Il ragazzo seguendo le lezioni dei docenti studierà a casa per poi verificare in classe quanto ha appreso. Questo potrebbe consentire la creazione di percorsi di apprendimento personalizzati… i docenti potrebbero creare profili twitter, blog didattici, e farsi seguire dai propri studenti interagendo con essi in tempo reale… Stiamo poi cercando di creare un portale dove raccogliere le iniziative locali, come le lezioni virtuali messe in rete… I contenuti di una lezione potranno essere facilmente messi a confronto con altri reperiti sulla rete… Con il progetto Scuola in chiaro, nell’ottica della filosofia degli open data, sono stati messi a disposizione degli utenti tutti i dati già presenti nel sistema informativo del Ministero, ai quali si vanno ad aggiungere quelli che le scuole intendono pubblicare… Stiamo incoraggiando la ricerca nel campo della editoria digitale… vogliamo arrivare a testi digitali di seconda e terza generazione, con i quali non solo lo studente potrà trovare il link per accedere a contenuti da internet, con le lezioni scaricabili dai siti delle principali università ma potrà anche creare un proprio avatar con il quale girare, ad esempio, lungo il sistema circolatorio o calarsi in un ambiente storico”. Per stimolare, il Ministero ha bandito una ventina di gare da 150 mila euro per progettare nuovi strumenti con libri liquidi. Liquidi e mutevoli, come liquida è la realtà dove gli studenti di oggi sono nati e vivono… Liquidi come la società dove la scuola spesso annaspa. Liquidi come il bagno di umiltà che occorre… I contenuti del mondo liquido e della rete sono lì. Cercare di tenerli fuori a oltranza è come cercare di fermare le onde con le mani.

www.asas.sicilia.it - La Letterina n. 314 – 8 marzo 2012
“Il giudice vuole ribattere sulle occupazioni studentesche”
░ Riportiamo un articolo a firma di Roberto Tripodi, Presidente regionale ASASi, Consulente della V Commissione legislativa dell’A.R.S.
A un anno e tre mesi di distanza dai fatti, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minorenni di Palermo, dott.ssa Valeria Spadafora, ha deciso di fissare per il 26 marzo l’udienza per ascoltare, nella qualità di imputato, uno studente minorenne che aveva partecipato all’occupazione del proprio istituto. Desta meraviglia il fatto che ci siano voluti un anno e tre mesi per arrivare alla prima udienza di un procedimento semplicissimo, con prove evidenti e con un solo imputato…. Il procedimento si presenta appassionante e interessante per diversi motivi. Innanzitutto il G.I.P. attribuisce allo studente i reati di cui agli artt. 81 cpv, 110 e 340 c.p., 633 e 639 bis c.p.. In pratica lo accusa di aver impedito l’accesso ai locali a professori, studenti e impiegati, e di aver interrotto un servizio pubblico mediante la chiusura della porta d’ingresso con catene e lucchetti. Inoltre attribuisce allo studente l’aggravante di aver occupato un edificio destinato ad uso pubblico. Meraviglia, in tale procedimento, la posizione del Pubblico Ministero, che avrebbe il compito di sostenere l’accusa, che “chiede dichiararsi il non luogo a procedere per irrilevanza del fatto”…. Un semplice calcolo economico sulla mancata attività didattica per 20 giorni, se si considerano gli stipendi di docenti e ATA, porta a quantificare un danno all’Erario di circa € 296.000,00 solo come stipendi erogati senza la relativa prestazione, per non parlare degli studenti che si sono ritirati a seguito dell’occupazione, di quelli che hanno perso l’anno per aver superato il numero minimo di assenze e di quelli che arrivavano il mattino da paesi lontani e se ne dovevano tornare indietro senza poter entrare a scuola. Non parliamo poi dei progetti PON e POR bloccati, degli impegni istituzionali saltati, della dignità dei lavoratori calpestata….

www.istruzione.it – 8 marzo 2012
“Conferma degli incarichi di presidenza per l’a.s. 2012/2013”.
░ La D.G. per il Personale Scolastico ha trasmesso la direttiva n. 21 - 8 marzo 2012 (in corso di registrazione) concernente la conferma degli incarichi di presidenza nelle scuole primarie e secondarie di I grado, nelle secondarie di II grado e negli istituti educativi. Diamo l’abstract
Il Ministro dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca… emana la seguente direttiva per l’applicazione dell’art. 1 sexies D.L. 31/01/2005, n. 7, convertito, con modificazioni, nella legge 31.3.2005, n. 43.
Articolo 1 1. In applicazione dell’art. 1 sexies … dall’anno scolastico 2006/2007 non sono più conferiti incarichi di presidenza, fatta salva la conferma degli incarichi già conferiti. 2. La conferma dei suddetti incarichi è disciplinata per l’anno scolastico 2012/2013 dalle disposizioni che seguono. 3. Le disposizioni contenute nella presente direttiva sono pubblicate dagli Uffici Scolastici Regionali – Uffici scolastici provinciali mediante affissione all’Albo il 20 marzo 2012 e diramate a mezzo reti INTERNET e INTRANET. Articolo 2 1. Gli incarichi di presidenza conferiti negli anni precedenti sono confermati a domanda sui posti residuati dopo eventuali nomine in ruolo e autorizzazioni allo accoglimento di istanze di riammissione e trattenimento in servizio. 2. Qualora si verifichi una riduzione dei posti vacanti e disponibili rispetto al numero degli aspiranti alla conferma sul posto ricoperto nell’a.s. 2011/2012, gli stessi possono essere assegnati a scuola o istituto in ambito di regione, secondo modalità previste art. 3, comma 2.
Articolo 3 1. Il Dirigente preposto all’USR o suo delegato fornisce alle OO.SS. l’informazione in merito alla situazione degli organici delle province e delle sedi vacanti e disponibili. 2. Gli aspiranti alla conferma dell’incarico debbono presentare domanda, in carta semplice, all’USR – Ufficio scolastico provinciale della provincia in cui hanno la sede di servizio in qualità di preside incaricato nel corrente a.s., nel periodo dal 21 marzo al 19 aprile 2012. Nella domanda sono indicati il punteggio conseguito nella graduatoria per il conferimento degli incarichi di presidenza relativo all’a.s. 2005/2006, le sedi preferite e le istituzioni scolastiche in cui gli aspiranti desiderino essere assegnati, e il possesso di eventuali titoli di precedenza nella scelta della sede di cui all’art. 3, c. 4, dell’O.M. n. 40/2005. 3. Va altresì espressamente indicata l’eventuale preferenza a essere prioritariamente confermati in sede di servizio occupata nell’a.s. 2011/12, ove disponibile, ovvero ad essere assegnati ad altra sede. Gli interessati, nel caso di mancanza di sedi nella provincia di appartenenza, devono dichiarare la propria eventuale disponibilità ad essere assegnati ad istituti disponibili in altra provincia della regione, indicando, nell’ordine, le province nell’ambito delle quali gli stessi desiderino essere assegnati. 4. Gli aspiranti che abbiano chiesto di permanere nella stessa scuola o istituto in cui ricoprano l’incarico di presidenza nell’a.s. in corso, qualora, in relazione ai posti disponibili, rientrino nel novero di coloro che abbiano titolo a conferma secondo la graduatoria formulata in base al punteggio attribuito nell’a.s. 2005/2006 e sia disponibile la sede di cui trattasi, sono confermati nel medesimo incarico, per esigenze di continuità di direzione. 5. Successivamente si procede alla assegnazione della sede in relazione ai posti conferibili - secondo il turno di nomina e tenendo conto delle precedenze di cui all’art. 3, c. 4, della cit. O.M. n. 40/2005 - sia per coloro la cui attuale sede d’incarico non sia più disponibile per conferma e sia nei confronti di coloro che desiderino essere assegnati ad altra sede. 6. Dopo le conferme degli incarichi di presidenza, in caso di riduzione dei posti vacanti e disponibili, il Direttore Generale dell’U.S.R, o suo delegato, acquisisce i nominativi degli eventuali docenti che non hanno trovato conferma sul posto ricoperto nell’a.s. 2011/2012 e che abbiano dichiarato di voler essere confermati anche in altra provincia, il punteggio ad essi attribuito nelle graduatorie relative all’a.s. 2005/06 e le province per le quali i medesimi abbiano espresso la disponibilità ad essere assegnati. 7. Il Direttore Generale dell’U.S.R. o suo delegato, acquisite le sedi vacanti e disponibili nell’ambito delle province della Regione, convoca i docenti che non hanno trovato conferma sul posto ricoperto nell’a.s. 2011/2012 e li invita a scegliere, seguendo l’ordine di punteggio, tra le sedi residue delle varie province, quella in cui gli stessi desiderino essere assegnati. 8. Gli interessati che abbiano ottenuto l’incarico negli anni precedenti a quello in corso possono presentare domanda, nei termini previsti dalla presente direttiva, direttamente al Direttore Generale dell’U.S.R. di appartenenza, indicando il punteggio conseguito nella graduatoria per il conferimento degli incarichi di presidenza relativa all’a.s. 2005/2006, il possesso di eventuali titoli di precedenza di cui all’art. 3, c. 4, dell’O.M. n. 40/2005, la sede di attuale titolarità, la sede nella quale hanno prestato l’ultimo incarico di presidenza, le province nell’ambito delle quali siano disponibili ad ottenere la conferma dell’incarico. 9. La fase di cui ai precedenti commi 6, 7 e 8 segue quella relativa alla conferma degli incarichi in atto nell’a.s. 2011/2012. 10. Ai fini delle conferme nelle scuole aventi particolari finalità hanno precedenza coloro i quali siano in possesso dei titoli di specializzazione di cui all’art. 325 del D.lgs. n. 297/1994. Articolo 4 1. I posti disponibili non assegnati per conferma ai sensi delle disposizioni contenute nei precedenti artt. sono successivamente conferiti con incarico di reggenza. La presente direttiva sarà trasmessa alla Corte dei Conti per il visto e registrazione.

La tecnica della scuola – 10 marzo 2012 nn.13/14
“Diventare maestri di inglese”.
░ A firma Amelia De Angelis, informazioni e considerazioni sul corso di formazione per l’insegnamento della lingua inglese nella scuola primaria, attivato ai sensi del V comma art.10, D.P.R. n.81/2009.
Entro il prossimo 2 aprile prenderanno avvio i corsi di formazione per il 2° contingente di docenti di scuola primaria cui affidare l’insegnamento della lingua inglese. Questo è quanto indicato nella nota Miur del 20 febbraio 2012, prot. n. 1188…. Il Piano per la specializzazione “forzata” dei docenti di scuola primaria nella lingua d’Oltremanica, voluta dall’ex ministro Gelmini, ha già coinvolto 5.140 insegnanti. Il suo 1° contingente sta al momento, frequentando la sua seconda annualità di un percorso triennale, ma è già abilitato, per il dicastero, a svolgere attività di insegnamento della L2 (preferibilmente, specifica però il Miur, nelle prime due classi). Organizzato in modalità blended (parte in presenza e parte on line), il Piano di formazione triennale - che coinvolgerà questa volta circa 16.000 maestri - è articolato in due distinti percorsi: linguistico-comunicativo e metodologico-didattico. Il primo percorso, suddiviso in tre moduli (ca. 100 ore di formazione, di cui 60 in presenza, per i primi due e ca. 140 ore, di cui 60 in presenza, per il terzo), è finalizzato al raggiungimento del livello di competenza linguistica B1 del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue (Qcer). A tal fine, ciascun docente verrà inserito nei moduli a seconda del livello di competenza posseduto in ingresso e sarà tenuto, alla conclusione della formazione linguistica, a sostenere un esame di accertamento presso i Centri linguistici di ateneo (Cla). Al secondo percorso, metodologico-didattico (20 ore in presenza e 20 on line), invece, avranno accesso (preferibilmente, specifica però il documento) i corsisti che avranno raggiunto una competenza di livello A2…. Nella nota ministeriale viene tuttavia specificato che “i docenti in possesso di certificazioni nella lingua inglese almeno di livello B1 del Qcer, rilasciate da Enti certificatori riconosciuti dai governi dei Paesi madrelingua, nelle abilità di ascolto, parlato/interazione, scrittura, lettura” potranno accedere direttamente al percorso metodologico-didattico, e pertanto saranno esonerati anche dall’esame di accertamento delle competenze linguistiche presso il Cla…. Toccherà poi agli Usr individuare i docenti da formare tra quelli segnalati…: otterranno la precedenza i docenti neoimmessi in ruolo sprovvisti del titolo per l’insegnamento dell’inglese, i docenti con un livello di competenza superiore ad A1 ed i docenti la cui sede di titolarità risulta in province sprovviste di docenti specializzati. Per ognuna di queste categorie, inoltre, saranno favoriti i docenti più giovani.


www.ceripnews.it – 10 marzo 2012
“I motivi per impugnare urgentemente i preavvisi di pensionamento coatto”.
░ La Letterina ASASi n. 314 – 8 marzo 2012 pubblica l’articolo di Elio Palumbo già pubblicato su Ceripnews, periodico telematico di Informazioni scolastiche, diretto da Antonino Bonacasa. Lo riportiamo a nostra volta.
Primo - Il preavviso di pensionamento coatto non può essere general-generico, ma circostanziato nella forma e nella sostanza e, al di là degli errori formali rilevati in qualche nota, l’assenza di una fonte primaria di riferimento consente l’inapplicabilità parziale e-o totale del provvedimento stesso. Resta fino ad oggi una incognita la nota specifica che dovrebbe essere emanata dal MIUR d’intesa con la F.P.
Secondo - C’è una netta distinzione tra coloro che chiedono il pensionamento raggiunti i 40 anni al 31 dicembre 2011 e coloro che vengono obbligatoriamente collocati in quiescenza dall’Amministrazione loro malgrado. Il testo coordinato del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 all’art. 72 recita testualmente: “per gli anni 2009, 2010, 2011 il personale in servizio (…) può chiedere di essere esonerato dal servizio nel corso del quinquennio antecedente la data di maturazione dell’anzianità massima contributi di 40 anni”. Il che non significa, per transitività, che coloro che hanno maturato 40 anni di contribuzione debbano essere pensionati d’ufficio ignorando tutto il disposto del citato decreto-legge che diventa cogente per l’Amministrazione mentre resta discrezionale per gli interessati in presenza di una sola condizione. Se così non fosse il provvedimento non darebbe facoltà alla stessa di accogliere o meno l’istanza a richiesta individuale. …
Terzo - Ne consegue che hanno titolo ad essere collocati in pensione coloro che hanno maturato 40 anni di anzianità contributiva e che al 31 dicembre 2011 hanno compiuto 65 anni di età e-o coloro che entro la stessa data sono in possesso del requisito combinato, e raggiungono quota 96 (anni contributivi + età). Situazione ben diversa è quella di coloro che hanno solo i 40 anni di contributi presunti, come vedremo appresso.
Quarto - Scontato che l’accertamento dell’età anagrafica sia di facile accesso per l’Amministrazione, molto meno quello dell’accertamento dei 40 anni certi di contribuzione. Si dà il caso che in questi giorni stiano fioccando preavvisi molto pasticciati in cui oltre agli anni pieni sono calcolati come riscattati, e quindi validi nel computo, anche i servizi pre-ruolo, gli anni di laurea e il servizio militare, ecc. calcolando quelli appena chiesti a riscatto ma non ancora accettati dal lavoratore…
Quinto - È legittima la rescissione unilaterale da parte della Amministrazione per i Dirigenti Scolastici che sono in vigenza di contratto triennale che scade il 1° settembre 2013? … In conclusione è appena il caso di ricordare che dal 1° gennaio 2012 il requisito minimo di anzianità contributiva per la quiescenza passa a 42 anni + 1 mese
per gli uomini e 41 anni + 1 mese per le donne ovvero 66 anni di età anagrafica per uomini e donne.

www.governarelascuola.it - 11 marzo 2012
“Ancora in tema di pensionamento coatto”
░ Riportiamo un altro articolo di Pietro Perziani in materia di pensionamento coatto: nel primo, segnalava che molti USR hanno inviato lettere di preavviso di rescissione del rapporto di lavoro, pur mancando disposizioni di livello nazionale; adesso che le disposizioni sono state emanate, con Circolare n.2/2012 della Funzione Pubblica, il responsabile del periodico telematico torna sull’argomento, in chiave critica .
Diciamo subito che le disposizioni relative al pensionamento coatto non ci convincono per niente; a nostra memoria è la prima volta che viene data una simile interpretazione in merito ad una normativa sui diritti acquisiti praticamente identica a tante altre emanate in passato. Analizziamo comunque la Circolare, punto per punto.
1-AMBITO DI APPLICAZIONE. La F.P. si occupa degli aspetti della riforma che impattano sul rapporto di lavoro, mentre gli aspetti relativi al trattamento pensionistico sono di competenza dell’INPS/INPDAP.
2-LIMITI DI ETA’ PER LA PERMANENZA IN SERVIZIO. La Circolare analizza la nuova normativa sui requisiti di accesso alla pensione, nelle nuove forme di pensione di vecchiaia e di pensione anticipata in modo analitico, dando disposizioni in linea con le interpretazioni finora prevalenti; la novità sta nella determinazione dei limiti di età per il collocamento a riposo d’ufficio. Seguiamo il ragionamento della F.P.: 1.Coloro che entro il 31/12/2011 hanno maturato i requisiti per la pensione a qualsiasi titolo (Vecchiaia, anzianità, massimo di contribuzione) rimangono soggetti al vecchio regime. 2.Di conseguenza, a costoro non si applica la nuova normativa, anche a loro richiesta, fatta eccezione per il contributivo pro-rata dal 01/01/2012. 3.La nuova normativa si applica solo a coloro che maturano i requisiti per l’accesso alla pensione a decorrere dal 01/01/2012. Le considerazioni della F.P. appaiono del tutto opinabili; la riforma Monti/Fornero avrebbe infatti creato due mondi incompatibili, cosa che se fosse vera sarebbe extra-costituzione: la legge è uguale per tutti, fino a prova contraria. Diverso è il discorso che la legge stessa riconosca un trattamento più favorevole a qualche categoria di persone su materie specifiche, sulla base di una motivazione che giustifichi tale trattamento di maggior favore. Naturalmente, il “trattamento privilegiato” è limitato alla fattispecie prevista dalla legge, per tutto il resto si applica la norma generale. Nel nostro caso, il trattamento più favorevole è motivato dal fatto che alcune persone hanno già maturato un diritto e viene loro riconosciuta la facoltà di continuare ad usufruirne, mentre per tutto il resto si applica anche a loro la normativa generale;nel 2012, quindi, sono in vigore le norme della Legge 214/2011, salvo che alcune categorie di persone non decidano di far valere un diritto soggettivo che la stessa legge riconosce loro.
I due mondi quindi non esistono, c’è un unico mondo…. Come esplicitamente riconosce la stessa Circolare, le norme di cui si sta parlando riguardano le condizioni per l’accesso alla pensione, non altro… Con un autentico volo pindarico, però, la F.P. passa dal diritto di accesso alla pensione al collocamento a riposo d’ufficio: continuando nel ragionamento dei due mondi, a chi rientra nella vecchia normativa per quanto riguarda i requisiti di accesso alla pensione si applicano anche i vecchi limiti di età per il collocamento a riposo d’ufficio. Per coloro quindi che hanno maturato il diritto a pensione entro il 31/12/2011 secondo la vecchia normativa, anche nel caso della pensione di anzianità a quota 96 o della pensione di vecchiaia per le donne a 61 anni, vale ancora anche il limite dei 65 anni per il collocamento a riposo d’ufficio, anche se i 65 anni li compirà fra dieci anni! Ad avviso di chi scrive, questo nella legge non c’è assolutamente: i diritti acquisiti riguardano l’accesso alla pensione e i diritti non possono essere trasformati in obblighi, un trattamento di miglior favore non può essere trasformato in una penalizzazione. Dal 2012, infatti, si va in pensione di vecchiaia a 66 anni, di conseguenza il limite per il collocamento a riposo sono appunto i 66 anni, per tutti…
3-I LIMITI ORDINAMENTALI. Al personale del Pubblico Impiego non si applica l’incentivazione della permanenza in servizio fino a 70 anni, perché rimangono i limiti ordinamentali per il collocamento a riposo propri di ciascun settore, in genere fissati a 65 anni come nella scuola, ora naturalmente innalzati a 66. Del pari, non esiste più il concetto di anzianità massima contributiva, per cui non vale più la possibilità di rimanere in servizio fino a 70 per chi era in servizio nel 1974 e non abbia maturato i 40 anni di contributi. In questo caso i due mondi non esistono… Dal primo gennaio 2012, però, il contributivo pro rata vale per tutti, per cui tutti possono migliorare la loro posizione e l’Amministrazione ci dovrebbe pensare bene prima di collocare a riposo d’ufficio delle persone che potrebbero avere una pensione più alta rimanendo in servizio. Questo però la F.P. non lo dice…
4-RESCISSIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO. In linea con quanto finora detto, per la F.P. i due mondi esistono anche per quanto riguarda la rescissione unilaterale del rapporto di lavoro; per chi usufruisce dei diritti acquisiti il limite rimane a 40 anni, mentre per chi rientra nella nuova normativa va rimodulato secondo le nuove disposizioni per l’accesso alla pensione anticipata. Quanto abbiamo detto per il pensionamento coatto a 65 anni di età vale naturalmente a maggior ragione per la rescissione unilaterale del rapporto di lavoro a 40 anni di contribuzione; ha ricevuto il preavviso gente che neanche arriva a 60 anni di età, alla faccia dell’incentivazione alla permanenza in servizio! A questo punto, mancano ancora le disposizioni specifiche per la scuola, confidiamo che il MIUR le emani al più presto, anche per evitare ulteriori comportamenti difformi da parte degli USR e conseguenti disparità di trattamento. Quanto disposto dalla F.P., però, vale anche per la scuola, per cui chi è stato colpito da provvedimenti che francamente riteniamo assurdi ed ha intenzione di rivolgersi al giudice del lavoro, farebbe bene a dare inizio ai ricorsi d’urgenza ex art. 700, in modo di avere un pronunciamento che gli permetta di organizzare la propria vita prima della fine dell’anno scolastico.

Scheda n. 371 AIDP Onlus12/03/2012
“Il TAR Liguria afferma il diritto al sostegno per tutta la
durata dell'orario scolastico (Sent. 350/12)”
░ La scheda è redatta da S. Nocera, responsabile dell’Area Normativo-Giuridica Osservatorio Scolastico sull’Integrazione dell’AIPD Nazionale.
La Sentenza n° 350/2012 del TAR Liguria ha riconosciuto ad un alunno con grave disabilità di seconda media, al quale erano state ridotte da 18 a 15 le ore di sostegno, il diritto per l'anno in corso e quello conclusivo del primo ciclo il diritto al sostegno per tutte le ore di frequenza scolastica. Il TAR si è basato, oltre che sulle norme citate in ricorso (Costituzione e L. n° 104/92), anche sulla sentenza n° 80/10 della Corte Costituzionale e sulla sentenza n° 2231/10 del Consiglio di Stato che non escludono tale possibilità. La sentenza, basandosi su un accertamento sanitario ordinato, ha inoltre stabilito che, non essendovi prognosi di miglioramento dello stato di salute dell'alunno per il prossimo anno, le ore di sostegno in deroga massima vadano assegnate anche per l'anno successivo conclusivo degli studi del primo ciclo. Il tutto, ha precisato, senza contemporanea riduzione delle ore di sostegno assegnate ad altri alunni con disabilità. Ha invece negato il diritto al mantenimento dello stesso docente di sostegno per l'anno successivo, ostandovi il diritto al lavoro di altri docenti che avrebbero potuto avere punteggi superiori in base alla graduatorie. OSSERVAZIONI. La sentenza si segnala per la conferma dell'orientamento ormai consolidato al diritto alle deroghe nei casi certificati di gravità. Da sottolineare positivamente il riconoscimento del diritto allo stesso numero di ore di sostegno per l'anno successivo, sino alla fine del grado di studi, se è accertato che non vi sono possibilità di miglioramenti; e ciò in contrasto con quanto aveva invece affermato in modo un po' troppo frettoloso la sentenza n° 2231/10 del Consiglio di Stato. Lascia invece perplessi, come si è già sottolineato per altre sentenze, l'affermazione che il sostegno sia l'unica risorsa per l'integrazione scolastica e la mancanza di qualunque riferimento al ruolo didattico dei docenti curricolari, sia pure in via di principio. È vero che l'amministrazione scolastica non è in grado di provare che i docenti curricolari ricevano una formazione iniziale e/o in servizio idonea a svolgere tale compito, però la deriva della giurisprudenza degli ultimi anni, che si concentra solo sull'insegnante per il sostegno, crea preoccupazioni per l'affievolimento della stessa logica dell'integrazione costituita dalla presa in carico di tutto il consiglio di classe. Discutibile infine è il mancato accoglimento della richiesta alla continuità didattica con lo stesso docente per il sostegno in forza del pari diritto al lavoro di altri docenti e del diritto alla scelta alla sede del posto di lavoro. Infatti la conferma dell'attuale docente per continuità non preclude il diritto al lavoro di altri docenti, ma solo il loro diritto alla scelta di quella sede, se collocati in posizione migliore in graduatoria. L'attuale decisione del TAR Liguria contrasta con la giurisprudenza del Consiglio di Stato, il quale già con la sentenza n° 345/01 aveva affermato che nell'assegnazione del docente per il sostegno l'Amministrazione Scolastica può anche prescindere dalle graduatorie quando ciò giovi all'interesse dell'alunno e con la sentenza n° 3104/2009 aveva recentemente stabilito che l'Amministrazione Scolastica, nell'interesse dell'alunno, ha l'obbligo di garantire la continuità didattica dell'insegnante di sostegno, obbligo affermato anche nei confronti degli Enti Locali per la nomina degli assistenti educativi.

Il Sole 24Ore - 12 marzo 2012
“I sindacati: ora le nuove regole sul reclutamento”.
░ La necessità di stabilire il quadro delle regole, mentre già è avviata la procedura di attivazione dei corsi TFA
Il via libera del Tesoro, dopo quello di Palazzo Vidoni, farà partire entro giugno le prove preselettive per formare – probabilmente tra un anno)20mila nuovi abilitati all’insegnamento a Medie e Superiori. Tutto questo mentre Viale Trastevere non ha ancora sciolto il nodo del reclutamento (concorso pubblico, o chiamata diretta dei professori da parte delle scuole). … Di qui l’urgenza di correre nel definire le nuove regole sul reclutamento… Il coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio è critico sull’organizzazione dei TFA che, nell’attuale formulazione dei decreti attuativi, affida la formazione dei futuri professori prevalentemente alle università…

ItaliaOggi – 13 marzo 2012
“Pensioni: tutto pronto per 60mila”.
░ ItaliaOggi anticipa i contenuti della CM che fissa modalità e termini per il pensionamento del personale scolastico; ad averne i requisiti ci sono 60mila dipendenti.
Conto alla rovescia per i 60mila, dirigenti scolastici, docenti, assistenti amministrativi, tecnici e ausiliari che, potendo fare valere alla data del 31 dicembre 2011 i requisiti anagrafici e contributivi richiesti, devono decidere se presentare domanda di cessazione dal servizio, e di essere collocati a riposo, unitamente al trattamento pensionistico a valere, per gli effetti, dal primo settembre 2012…. Il decreto, e la relativa circolare, di cui ItaliaOggi è in grado di anticipare i contenuti, stanno per essere firmati dal ministro Profumo. Disco rosso, invece, alla richiesta sindacale di spostare al 31 agosto 2012 il termine entro il quale maturare i requisiti richiesti prima della riforma, per accedere al trattamento pensionistico il primo settembre 2012…. Nel senso richiesto dai sindacati c’è un ordine del giorno accolto dal Governo alla Camera…. La domanda di cessazione dal servizio deve essere inoltrata utilizzando la procedura web Polis “Istanze on line” disponibile sul sito del Miur (www.istruzione.it). Restano valide le domande presentate tramite Polis prima della pubblicazione del decreto ministeriale. Se presentate, invece, in forma cartacea devono essere ripresentate con la suddetta procedura….La domanda di accesso al trattamento pensionistico deve essere inviata direttamente all’ente previdenziale utilizzando gli appositi moduli predisposti dall’Istituto di previdenza mediante una delle seguenti modalità: 1- compilazione delle domande attraverso l’assistenza gratuita di un Patronato; 2- compilazione della domanda on line accedendo al sito dell’Istituto di previdenza, previa registrazione … nell’apposita sezione del sito www.inpdap.gov.it, a partire dal 12 maggio 2012. Due sono le condizioni per accedere al trattamento pensionistico di vecchiaia o di anzianità con effetto dal primo settembre: 1) presentare domanda di cessazione dal servizio entro il 30 marzo; 2) avere maturato alla data del 31 dicembre 2011 i requisiti anagrafici richiesti dalla normativa in essere prima del 6 dicembre 2011…; 3) maturare al 31 dicembre 2012 i nuovi requisiti richiesti dall’art.24 del d.l. 201/2011. …Pensione e servizio a part time. Coloro che potevano fare valere alla data del 31 dicembre 2011 i requisiti anagrafici e contributivi richiesti per accedere al trattamento pensionistico di anzianità possono, in alternativa alla cessazione dal servizio, chiedere entro il 30 marzo la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo parziale con contestuale attribuzione del trattamento pensionistico, come dispone il decreto 29 luglio 1997 n.331…..
“Salta il trattenimento fino al massimo”.
Tra le domande che possono essere presentate dai docenti e dal personale Ata entro il 30 marzo c’è anche quella per il trattenimento in servizio oltre il sessantacinquesimo anno di età. All’istituto del trattenimento in servizio del personale della scuola, disciplinato dai commi 2,3 e 5 dell’art.509 del decreto legislativo 294/94 sono state apportate alcune rilevanti modifiche. Ad avviso del Miur non sarebbe più applicabile il disposto del citato comma 2, il quale consentiva al dipendente scolastico di essere, a domanda, trattenuto in servizio oltre i limiti di età (65 anni) fino alla maturazione dell’anzianità contributiva massima possibile, e comunque non oltre il settantesimo anno d’età. Resta invece in vigore il comma 3 che consente al dipendente di proseguire il servizio fino alla maturazione dell’anzianità contributiva minima (20 anni) utile ai fini del trattamento di pensione. Seppure con le limitazioni introdotte dal comma 7 dell’art.72 Legge 133/2008, rimane ancora in vigore il comma 5 del decreto 509 che riconosce al dipendente scolastico la facoltà di chiedere di permanere in servizio oltre i limiti di età e per un massimo di un biennio.L’accoglimento di tale domanda rimane soggetta alla discrezionalità dell’amministrazione scolastica…

www.repubblica.it – 13 marzo 2012
“Un esercito di prof imboscati? Ira dei sindacati: dati senza senso”.
░ Il dato di 41mila docenti distaccati, circolato in questi giorni dopo le prime dichiarazioni del capo dipartimento dell'Istruzione, viene contestato. La Cisl fa i conti e spiega che è un numero "fuori dalla realtà" anche se si tenesse conto di malati e dei tanti distaccati per coprire i buchi nell'organico dei provveditorati (di SALVO INTRAVAIA).
Sono davvero 41 mila i prof "imboscati" nella scuola, pagati anche se non mettono piede in classe da anni? L'accusa sta facendo rumore da giorni nel mondo della scuola, creando non poca irritazione. Ora la Cisl contesta il dato, citato dal neocapo dipartimento all'Istruzione, Lucrezia Stellacci. Il sindacato lo definisce "fuori dalla realtà". Eppure 41.503 unità di personale "distaccato" per le ragioni più disparate non può essere un numero inventato. E - dicono i sindacati - va chiarito, anche perché ad esso vengono legate le possibili 10 mila assunzioni della scuola, molto attese dai precari e su cui lo stesso ministro Francesco Profumo si è impegnato nelle scorse settimane. Il primo sindacato a rifare i conti, dicevamo, è la Cisl scuola: "Può darsi  -  dice Francesco Scrima  -  che l'emozione degli esordi abbia giocato un brutto scherzo al neo capo dipartimento, ma quel numero davvero non sta in piedi". Conteggiando tutto, dicono da via Bargoni, "e forse qualcosa in più, arriviamo a meno di 9 mila unità". Vediamo come. Innanzitutto, ci sono 5 mila docenti inidonei all'insegnamento per ragioni di salute, "per i quali sono state avviate procedure di mobilità verso altre mansioni o altri tipi di impiego". A questi vanno aggiunti 500 docenti "comandati" presso gli uffici centrali e periferici del ministero, di cui 120 a viale Trastevere, "200 in comando presso associazioni, 200 in aspettativa
per mandato parlamentare o amministrativo". In più, "500 insegnanti sono operanti negli staff di segreterie e gabinetti di ministri e sottosegretari, mentre non arrivano a mille - e non sono nemmeno tutti assegnati a docenti - i distacchi sindacali". Che potrebbero anche essere solo 500: erano mille tre anni fa, ma il governo Berlusconi li ha ridotti del 15 per cento ogni anno. Cioè del 45 per cento. Da dove esce fuori, quindi, il dato citato dal capo dipartimento, che ha fatto imbufalire sindacati e docenti stessi? Il motivo della protesta è semplice. La Stellacci ha detto chiaro e tondo che le immissioni in ruolo non si possono fare perché il ministero dell'Economia, sulla richiesta di autorizzare 10 mila assunzioni a tempo indeterminato, si è messo di traverso perché ci sono appunto oltre 41 mila "imboscati" che fanno sballare i conti del ministero dell'Istruzione. Una vera e propria doccia fredda per 244 mila precari in attesa della "buona novella" che consenta loro la stabilizzazione dopo anni di supplenze in giro per l'Italia. Non è che tra i 41 mila in questo modo si conteggiano anche i tanti docenti distaccati presso gli ex provveditorati e gli Uffici scolastici regionali, che i dirigenti chiamano per coprire i vuoti degli organici sottodimensionati del 50/70 per cento, ma che lavorano sempre per la scuola? O c'è ancora dell'altro?

ItaliaOggi – 13 marzo 2012
“Organico funzionale: paga il Merito”.
░ Un compromesso al ribasso: per assumere i docenti si userà null’altro che i soldi risparmiati nella Scuola, e sottraendo risorse alla valorizzazione economica riferibile a forme di carriera meritocratica. Insomma: la mediazione riuscita al gruppo PD in Commissione Bilancio poggia comunque sulla architrave di cui alla tremontiana legge 133/2008.
L’organico funzionale di scuola si farà, e a partire dal 2013, ma senza intaccare i tagli operanti con la Riforma Gelmini. E senza indicare numeri certi sui nuovi organici. Salta infatti l’assunzione a tempo indeterminato di 10.000 professori destinati a combattere il disagio e il bullismo. E’ con queste novità che l’emendamento presentato alla Camera dai Democratici, al Decreto Semplificazioni è stato approvato, e ora è all’esame del Senato per il via libero definitivo. L’emendamento finale… prevede che con decreto del ministro dell’Istruzione, di concerto con L’Economia, ogni tre anni, “nei limiti dei risparmi di spesa accertati con la procedura di cui al comma 9 dell’art.64 del d.l. n.122/2008, è definita la consistenza numerica massima degli organici delle autonomie di rete, sulla base della previsione dell’andamento demografico della popolazione in età scolare”. Si tratta di nuovi organici che superano la tradizionale distinzione tra organico di fatto e di diritto. Dovranno soddisfare tutte le esigenze, comprese le supplenze, senza più ricorrere al balletto dei contratti annuali, ma con assegnazioni almeno triennali sulle singole scuole o reti di scuole…. Se il numero dei ragazzi dovesse crescere e richiedere più personale, a questo si provvederà attraverso l’utilizzo del 30% dei tagli che il decreto Tremonti destinava a valorizzare il personale fino al 2012, e che il decreto semplificazioni dirotta sull’organico funzionale dei prossimi anni. E’ previsto anche un fondo aggiuntivo finanziato dai giochi, ma non è quantificato.

ItaliaOggi – 14 marzo 2012
“Premiato l’impegno del sindacato”.
░ All’indomani delle elezioni nel pubblico impiego per il rinnovo delle RSU, del 5-7 marzo, Massimo Battaglia, il segretario generale della CONFSAL UNSA Federazione della Confsal che opera nel comparto dei ministeri, rilascia un’intervista segnalando il successo nella tornata elettorale per il rinnovo delle RSU nei diversi comparti della P.A., e invitando stampa e TV ad accendere i riflettori sulla Federazione.
“Queste elezioni periodiche… garantiscono democraticità al mondo del lavoro perché l’operato delle diverse sigle sindacali è valutabile dai lavoratori con cadenza periodica attraverso il voto. Inoltre consentono di ridefinire i rapporti tra le organizzazioni sindacali sulla base della rispettiva rappresentatività… La Confederazione Confsal Unsa ha ottenuto un successo straordinario. Rispetto al 2007 nel comparto ministeri abbiamo aumentato il numero di consensi… Alla stampa chiedo più attenzione. Siamo la quarta forza sindacale del Paese… Per quanto riguarda il governo, abbiamo una lunga lista di richieste, per altro già direttamente espresse al ministro Patroni Griffi

www.repubblica.it - 15 marzo 2012
“A scuola con l'iPad: così l'hi-tech farà rinascere i vecchi manuali”.
░ (di MICHELE SMARGIASSI)Cominciano ad uscire le versioni per tablet di molti testi. L'Apple negli States e qui la Zanichelli hanno già lanciato i loro volumi in questo formato. E la didattica cambia
Nella Cyber-Classe multistrato e multi-supporto, dove analogico e digitale cercano di convivere, nella scuola 2.0 ancora incompiuta, arriva uno strepitoso ritrovato tecnologico che mette d'accordo tutti, attenua il digital divide, fa dialogare didattica analogica e digitale. Si chiama "libro". E ha più vite di un gatto….. sembrava dover evaporare nella nuvola di Internet, ed eccolo invece tornare al centro dell'aula, trionfalmente arricchito dalle sue appendici multimediali, ma ancora riconoscibilissimo. Richiamato in servizio, ed è uno dei paradossi del nuovo che avanza, dall'ultimo dispositivo sceso in campo: il tablet. La notizia è che, dal prossimo anno scolastico, gli insegnanti potranno adottare libri di testo multimediali che "girano" anche sulle tavolette digitali. Apple ha presentato la sua libreria scolastica con clamore (e polemiche con gli editori) qualche settimana fa negli Usa, in Italia è l'editore Zanichelli ad allungare il passo mettendo in catalogo quattordici titoli, di cui tre per le medie inferiori… Ogni studente che comprerà il libro di carta avrà in omaggio anche l'app con lo stesso libro da scaricare in versione per iPad o Android…. Per quanto riguarda i materiali di studio, dunque, una classe media italiana oggi somiglia a un sandwich con cinque o sei strati diversi: chi usa solo i libri di carta, chi infila il cd nel portatile, chi nel pc di casa, chi si collega online, per non parlare delle scuole fortunate che dispongono anche della Lim, la lavagna interattiva. In questo caos, l'arrivo del mobile textbook poteva aumentare l'entropia. Invece, a quel che sembra, potrebbe riportare miracolosamente la concordia. In formato tavoletta, i libri tornano infatti a sembrare libri: hanno pagine da sfogliare e le pagine hanno numeri, e quei numeri corrispondono alle pagine dello stesso testo nelle altre versioni, carta, cd, cloud… Il libro di testo versione touch è in omaggio, ma la tavoletta bisogna ancora farsela comprare… perfino negli Usa il tablet è per ora presente solo sull'1% cento dei banchi di scuola e sul 14% di quelli universitari.

 

www.governarelascuola.it - 1 marzo 2012
“Il pensionamento coatto”
░ Segnaliamo che il n.5 dell’importante periodico riporta sei articoli – da considerarsi brevi saggi che raccomandiamo ai candidati al concorso a d.s. – raccolti sotto il titolo: “L’Istruzione, un sistema a più facce” e dedicati all’analisi delle diverse competenze nella gestione del sistema di istruzione (sistema complesso nel quale si incrociano le competenze della Scuola Autonoma, dello Stato, delle Regioni e degli EE.LL; un sistema rimasto sostanzialmente statocentrico nonostante la Riforma Costituzionale del 2001). Di seguito riportiamo un altro articolo (“Il pensionamento coatto”), sempre a firma Pietro Perziani, responsabile del periodico on line. Segnala che diversi USR hanno inviato lettere di preavviso di rescissione del rapporto ai dd.ss., invitandoli a fare altrettanto nei confronti del personale docente ed ATA delle loro scuole; tutto ciò mancando, in questa fase del passaggio dalla vecchia alla nuova normativa pensionistica, disposizioni di livello nazionale.
Collocamento a riposo d’ufficio per età. Fino all’anno scorso la pensione di vecchiaia era fissata al compimento dei 65 anni di età, con la Legge 214/2011 il limite è stato fissato a 66 anni, di conseguenza anche il collocamento a riposo d’ufficio dovrebbe essere disposto al compimento dei 66 anni; tutta la normativa previgente dovrebbe essere adeguata, ivi compresa la possibilità di chiedere ed eventualmente ottenere la proroga di due anni non più a 65 ma a 66 anni, con la possibilità di rimanere in servizio fino ai 68 anni. Bisognerebbe riaprire i termini per la richiesta di proroga e rivedere le situazioni definite spostando il termine per il collocamento a riposo a 68 anni.
Rescissione del rapporto di lavoro per anzianità massima contributiva.
. Abbiamo avuto più atti normativi; questa la cronologia: -legge 133/2008, art. 72, comma 11; -legge 102/2009, art. 17, comma 35 novies, che limita il campo di intervento agli anni 2009, 2010, 2011; -legge 148/2011, art 1, comma 16, che estende il campo di applicazione agli anni 2012, 2013, 2014. Ora, l’anzianità massima contributiva non esiste più come istituto giuridico; la stessa legge 214/2011, all'art. 24, comma 20, fa però riferimento all’applicazione della legge 112/2008: “Resta fermo che l'attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 72 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni con legge 6 agosto 2008, n. 133, e successive modificazioni e integrazioni, con riferimento ai soggetti che maturano i requisiti per il pensionamento a decorrere dal 1° gennaio 2012, tiene conto della rideterminazione dei requisiti di accesso al pensionamento come disciplinata dal presente articolo.” Il pensionamento coatto dovrebbe quindi essere rimasto in vigore; ma in che termini? La norma fa riferimento “ai soggetti che maturano i requisiti per il pensionamento a decorrere dal 1° gennaio 2012”, così come sono fissati nel medesimo articolo 24 della Legge, che dovrebbero quindi essere i nuovi termini del “pensionamento coatto”. I requisiti per l’anno 2012 sono: -41 anni e 1 mese di contribuzione per le donne; -42 ani e 1 mese di contribuzione per gli uomini. Questi dovrebbero essere i nuovi termini per il “licenziamento coatto”, con l’aggiunta del requisito dei 62 anni di età, dato che per età inferiori è prevista una penalizzazione nel trattamento pensionistico. Come si sarà notato, abbiamo usato sempre il condizionale, perché le cose non sono affatto chiare. …E’ chiaro comunque che un USR non ha la competenza per risolvere simili problemi interpretativi, si tratta di questioni di livello nazionale, per cui i preavvisi inoltrati appaiono veramente di dubbia legittimità. Dal punto di vista pratico, ricordiamo comunque che un preavviso è appunto un preavviso, che lascia il tempo che trova in caso le disposizioni emanate a livello nazionale siano di altro tenore…
infohandicap.org ANNO VII - NEWSLETTER N. 17 - 06/03/12
“Congedo straordinario in modalità telematica: le nuove procedure”
░ L'Inps comunica (Circolare n.171/2011) le modalità con le quali i lavoratori dovranno inoltrare le domande di congedo straordinario: a partire dal nuovo anno può essere usata solo la modalità telematica con Pin personale, attraverso un numero verde o rivolgendosi ai patronati.
Le domande di congedo straordinario per assistere familiari disabili in situazione di gravità (ex art. 42 del d. lgs. n. 151/2001), a partire dal 1° gennaio 2012, devono essere inoltrate solo ed esclusivamente in via telematica e attraverso tre canali…. Attraverso i servizi telematici messi a disposizione sul sito e attivabili con un Pin personale nell'ambito del servizio di "Invio online di domande di prestazioni a sostegno del reddito"; attraverso i servizi telematici disponibili presso i Patronati; attraverso infine il numero verde 803164, che risponde al Contact center multicanale Inps. Le nuove procedure sostituiscono le tradizionali.

Internazionale – 8 marzo 2012
“Sostiene l’OCSE”.
░ Una interessante sottolineatura di Tullio De Mauro, sul Rapporto OCSE.
L’antico motto “United we stand, divided we fall” è stato ironicamente capovolto nel rapporto OCSE del dicembre scorso “Divided we stand: why inequality keeps rising”. Negli ultimi trent’anni, dappertutto si sono gonfiati redditi da capitale ed è salito l’indice di Gini, che misura la diseguaglianza nella distribuzione dei redditi… Dappertutto, servizi sociali pubblici e gratuiti (sanità, scuola) hanno attenuato la crescita della diseguaglianza. La scuola, sostiene l’OCSE, non solo contrasta diseguaglianze ma costruisce uguaglianza… “E’ essenziale investire nelle risorse umane, un processo che deve iniziare dalla prima infanzia ed essere sostenuto per tutto il ciclo di istruzione obbligatoria…”

TuttoscuolaNEWS n. 526, 5 marzo 2012
“Successo scolastico: la ricetta coreana”
░ Secondo l’istituto di ricerca Bruegel di Bruxelles, la Corea del Sud costituisce un modello particolarmente virtuoso di uscita dalla crisi, essendo riuscita a superare, nel III trimestre 2011, i livelli pre-crisi.
È convinzione diffusa che buona parte della forte ripresa economica della Corea del Sud si debba alla solidità e all’efficienza del suo sistema educativo, che porta quasi tutti i suoi giovani al diploma di istruzione secondaria (97%) e due terzi degli under 30 alla laurea e ad altri titoli di istruzione superiore. È vero che, dopo il diploma, fortissima è la competizione e durissima la selezione (esclusivamente meritocratica) per entrare nelle migliori università, ma è anche vero che quasi tutti gli studenti arrivano alla conclusione degli studi secondari senza ripetere alcuna classe (le bocciature non sono previste) e che nei test Ocse-Pisa la Corea è ai primissimi posti, e spesso al primo, in quasi tutte le classifiche. Qual è la ragione di fondo di queste straordinarie performances del sistema educativo coreano? Quella più importante non sembra essere la pur rilevantissima spesa per l’istruzione (oltre il 7% del PIL) ma l’elevata considerazione sociale nella quale viene tenuta l’istruzione, dovuta anche al peso della tradizione culturale confuciana, che mette l’istruzione in cima ai valori fondamentali della comunità insieme al senso civico, al rispetto degli insegnanti e degli anziani… Gli studenti coreani (come quelli giapponesi) studiano molto… Ma in compenso sanno tutti, a partire da quelli appartenenti alle classi sociali più disagiate, che l’impegno viene premiato e che la competizione si svolge su basi meritocratiche, nella massima trasparenza….
L’Unità - 5 marzo 2012
“No della Camera alla lingua dei segni”
░ La Commissione Cultura ha dato lo stop al riconoscimento del linguaggio dei sordomuti. Un errore, secondo gli esperti.
La CommissioneVII (Cultura, Scienza, Istruzione) della Camera dei Deputati ha opposto un secco no al riconoscimento della Lingua dei segni italiana. La lingua che usano i sordi. La Commissione infatti ha esaminato nei giorni scorsi ed espresso parere contrario al nuovo testo della proposta di legge che riguarda le “Disposizioni per la promozione della piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva e riconoscimento della lingua dei segni italiana”…. La Commissione ritiene che l’uso della lingua dei segni potrebbe risolversi in un danno. E’ meglio che i sordi usino, con le tecnologie oggi disponibili, esclusivamente la lingua parlata…. La decisione della Commissione VII della Camera appare molto debole sotto il profilo del merito. Perché le motivazioni del no al riconoscimento della Lingua dei segni sono in contraddizione sia con quanto sostengono le Nazioni Unite e i Parlamenti di tanti altri Paesi, sia con le evidenze scientifiche.

La Stampa - 5 marzo 2012
“La ricetta di Profumo: dal 2013 partirà il liceo sportivo”
░ Si tratterà di un liceo scientifico con un numero maggiore di ore di Educazione fisica. Riportiamo alcune dichiarazioni del Ministro Profumo.
Sta per nascere, su un progetto sostenuto dal ministro della P.I. Francesco Profumo, il “liceo sportivo”…. Sarà un’articolazione del liceo scientifico e prevede un incremento delle ore di educazione fisica e delle discipline connesse alla gestione del fenomeno sportivo… Alla fine dell’anno scolastico in corso sarà approvato definitivamente il regolamento, che ha già ottenuto il parere positivo del CNPI… E’ in corso di acquisizione il parere del CdS. Nell’a.s. 2012-13 si provvederà alla formazione degli insegnanti e alla ricerca delle strutture. Nell’a.s. 2013-14 si partirà con le lezioni….

ItaliaOggi - 6 marzo 2012
“Il flop delle iscrizioni on line”
░ Il Ministro Profumo è comunque determinato a rilanciare l’esperienza, ed è comprensibile visto che è sempre necessario un rodaggio.
Rispetto agli annunci roboanti del ministro dell’Istruzione Francesco Profumo sui vantaggi della “Scuola in chiaro”, i risultati sono ben miseri: neanche 5mila famiglie hanno deciso di iscrivere i loro figli alle prime classi della Primaria e della secondaria per il prossimo anno scolastico. I dati ufficiali ci saranno nei prossimi giorni… ma gli incrementi finali non potranno ribaltare l’andamento: su oltre 812.241 accessi, meno di 5mila famiglie hanno definito l’iscrizione on line… Profumo non si arrende e punta a incrementare il servizio on line: per il prossimo anno le scuole dovranno indicare anche le tipologie di spesa sostenute , comprese le uscite stipendiali…

ItaliaOggi - 6 marzo 2012
“Pensioni. Un silenzio assordante”
░ In ritardo di mesi, la circolare sulle scadenze. Ci si interroga preoccupati sulla ragione ( sarebbe bloccata alla Funzione pubblica, in attesa che si chiariscano i dubbi interpretativi circa il regime transitorio verso la Riforma Fornero.
Continuano le proteste del personale della Scuola contro le nuove disposizioni in materia di trattamento pensionistico contenute nell’art.24 del dl n.201/2011… La senatrice Mariangel Bastico ha presentato un’interrogazione orale al Ministro del lavoro, Elsa Fornero, e dell’economia e delle finanze, Mario Monti, e una interrogazione a risposta in Commissione al ministro dell’istruzione, Francesco Profumo per sapere per quali motivi nella riforma pensionistica non si sia tenuto conto della specificità del comparto Scuola, e se il Governo non ritenga necessario attivarsi con la massima sollecitudine al fine di eliminare tale oggettiva discriminazione a danno del personale scolastico.

TMNews - 6 marzo 2012
“La laurea non paga: in Italia cresce disoccupazione tra i dottori”
░ Rapporto Almalaurea: tra 2009 e 2010 disoccupazione +2,4%; donne ancora penalizzate nel mercato del lavoro.
E' allarme per i neo laureati: disoccupazione in crescita, contratti di lavoro meno stabili, precari o in nero, retribuzioni in calo. Difficile trovare un lavoro anche per i neo medici, architetti o avvocati. E' questo il quadro allarmante che emerge dal XIV Rapporto Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati in Italia. Per i laureati nel 2010, in particolare, il tasso di disoccupazione a un anno dalla laurea è aumentato in media del 2,4% rispetto al 2009. Per i laureati di primo livello il tasso di disoccupazione è salito a +3,2%, per gli specialistici a +1,9% e anche per gli specialistici a ciclo unico come i laureati in medicina, architettura, veterinaria, giurisprudenza è aumentato a +2,1%. A Tre anni dalla laurea si dichiara occupato il 74% degli specialistici, mentre la disoccupazione riguarda il 9% dei laureati di secondo livello. Anche a cinque anni dalla laurea risulta in calo il tasso di occupazione: è al 78%, con un -3%. Mentre a 10 anni dalla laurea lavora l'88% degli intervistati. Secondo il dossier, a causa della crisi economica "una percentuale notevole ed in crescita di giovani è a rischio di disoccupazione prolungata o di inattività, con effetti che potrebbero divenire irreversibili". Situazione su cui pesa anche il fatto che in Italia è penalizzata l'occupazione più qualificata. Tra il 2004 e il 2008 l'Italia ha registrato una riduzione della quota di occupati nelle professioni ad alta specializzazione, in controtendenza rispetto al complesso dei paesi dell'Unione Europea. Dal rapporto emerge anche che i laureati trovano più lavoro dei diplomati, che si acuisce il divario territoriale tra Nord e Sud, che le donne sono ancora molto penalizzate nel mercato del lavoro, considerando sia il divario occupazionale tra laureati e laureate che le differenze retributive.

░ Un emendamento al dl Semplificazioni prevedeva la copertura con il rincaro i birra e alcolici, ma la copertura non basterebbe. Come la spuma della birra in cima al bicchiere, come la neve al sole, si è squagliato il proposito di reperire fondi per i “bisogni educativi speciali”. Si cerca adesso la tasca giusta dove racimolare la copertura economica: la tasca sarebbero le tasse su giochi e lotterie, sempre nell’area del superfluo; di vere svolte politiche – del tipo, stop a spese militari - non se ne parla proprio. Riportiamo due articoli su spuma e sgonfiamento.
Tecnica della Scuola 6 marzo 2012
“DL Semplificazioni, spunta la norma salva organici. Da settembre 10.000 prof e ata in più”
Grazie ad un emendamento approvato dalle commissioni Affari costituzionali e Attività produttive della Camera: l’incremento, sovvenzionato da più aliquote su birra e alcolici, servirà ad estendere il tempo scuola degli alunni con “bisogni educativi speciali”. Soddisfazione da Pd e sindacati…. Tra personale docente ed Ata, a partire dall'anno scolastico 2012/2013, il personale in aggiunta si occuperà specificatamente di estendere il tempo scuola degli alunni con “bisogni educativi speciali”, in particolare frequentanti la scuola primaria e secondaria di primo grado. La spesa verrà assicurata attraverso nuove entrate dai giochi "in misura non inferiore a 250 milioni di euro annui a decorrere dal 2012" e con l'aumento delle aliquote sulla birra… Per Marcello Pacifico, leader dell’Anief, è “un importante segnale in controtendenza rispetto alla pessima politica che negli ultimi anni ha cancellato oltre centomila posti tra insegnanti e personale Ata: la norma, giunta dopo la riduzione del maestro unico, l’eliminazione degli insegnanti specialistici di inglese e del tempo pieno, darebbe una bella boccata d’ossigeno alla nostra scuola dell’obbligo”, oltre che un punto a favore verso la “stabilizzazione dell’organico di sostegno precario annualmente utilizzato”. Il sindacato attende ora che le Commissioni parlamentari valutino con obiettività anche le proposte di modifica presentate nei giorni scorsi dallo stesso sindacato: “siamo convinti che la stessa attenzione verrà rivolta dai parlamentari in occasione della votazione degli altri emendamenti proposti dall’Anief su pensioni, precari, contratto e mobilità del personale”, conclude Pacifico.
Il Messaggero - 7 marzo 2012
“Stop del governo: bloccate 10mila assunzioni nella scuola”
Stop alle assunzioni nella scuola. I 10mila nuovi ingressi, tra docenti e personale tecnico-amministrativo, destinati ai ragazzi bisognosi di sostegno e necessari per rafforzare il tempo pieno, non superano l’esame della copertura della Commissione bilancio. Non superano, in particolare, il niet del governo che in un primo tempo aveva accettato la modifica… E il testo del decreto che aveva appena ottenuto il primo via libera in Commissione Attività produttive, alla Camera, fa dietrofront. Ritorna in Commissione per un nuovo esame … si cercherà di fare quadrare i conti….

Il Messaggero - 7 marzo 2012
“Stop del governo: bloccate 10mila assunzioni nella scuola”
░ Ancora una sentenza (la n.2199/12)scuote la linea sonnolente del Miur.
I bambini hanno pieno diritto a una buona istruzione e “a ore di insegnamento di sostegno adeguate”. Sulla base di questo orientamento il Tar del Lazio, accogliendo un ricorso collettivo di 13 famiglie, lunedì ha annullato altrettanti provvedimenti di dd.ss. che avevano assegnato ad alunni affetti da disabilità, insegnanti di sostegno per un numero di ore inferiore al dovuto. … Un rapporto 1 a 1, vale a dire un docente per bambino, per un totale di 22 ore settimanali… A tale decisione … il Tar Lazio arriva innanzitutto richiamandosi all’art.38 Cost…

Corriere della Sera - 8 marzo 2012
“Saltano gli assunti a scuola”.
░ In parlamento, malumore tra i deputati del PD. Per noi dell’Anief, la soluzione prospettata dal governo – che testa e cuore non li ha certo per la Scuola - equivale a mortificare il personale scolastico: “i Monopoli dovranno verificare… le eventuali risorse…. Nei limiti dei risparmi”.
La partita tra il governo dei professori e il parlamento si gioca sul decreto legge per le semplificazioni, sul quale oggi sarà votata la fiducia alla Camera, per andare la prossima settimana al Senato. La linea del governo passa sulla Scuola… Il nuovo testo dice che la Scuola potrà essere finanziata con il Lotto e il Superenalotto, come già avviene per i Beni culturali. Ma il percorso è pieno di punti interrogativi: i Monopoli dovranno verificare se sarà possibile rivedere le convenzioni con le società che gestiscono le scommesse, e le eventuali risorse aggiuntive potranno essere dedicate all’istruzione. Ma difficilmente saranno usate per le assunzioni visto che queste resteranno possibili “solo nei limiti di risparmi di spesa accertati”.
La Stampa - 8 marzo 2012
“Solita presa in giro. Ma con le condanne il Ministero perderà ancora più soldi”.
░ L’inviato intervista Marcello Pacifico, e lo indica come segretario del sindacato che “più ha dato filo da torcere, in questi anni, al Ministero dell’istruzione, per fare assumere i precari”.
D. Le 10mila assunzioni sono state cancellate. Che farete ora ? R. Siamo di fronte a una sonora presa in giro. Vorrà dire che con ancora maggiore determinazione chiederemo la condanna del Ministero per abusi sui contratti a t.d. E così perderà anche più soldi di quanti ne avrebbe spesi per assumere 10mila precari. D. Quanto perderà ? R. Ogni condanna prevede un risarcimento di 15mila euro. Sono state già emanate un centinaio di ordinanze di condanna e molte ne arriveranno nei prossimi mesi: 4mila soltanto con noi dell’Anief. Sono almeno 60 milioni di risarcimenti. D. Che cos’è successo ? Chi ha bloccato le assunzioni ?
R. Il governo. Non si vuole dare l’impressione che si sia arrivati a un momento di crescita, bisogna continuare a tagliare, anche perché questa è la filosofia del governo Monti…

Il Tempo - 9 marzo 2012
“Sulle Semplificazioni. Il governo ha la fiducia”.
░ Il dl ora passa al Senato. Saltano le assunzioni nella Scuola
Il maxiemendamento al dl Semplificazioni ha incassato la fiducia della Camera, cin una serie di modifiche in extremis che hanno provocato forti tensioni tra Parlamento e Governo. Le annunciate stabilizzazioni dei precari della scuola, che portavano la firma del PD, sono saltate, inseguito al parere contrario della Commissione bilancio e del Governo, dopo essere state approvate dalle commissioni competenti…. Sparisce dal provvedimento la stabilizzazione di 10mila precari per potenziare il tempo pieno e il sostegno agli alunni che lo necessitano. Di conseguenza, niente innalzamento delle accise sulla birra previsto a copertura. Per le variazioni di organico nella scuola saranno fatte, invece, ricognizioni ogni tre anni in base alla popolazione in età scolare

 

www.governarelascuola.it - 26 Febbraio 2012
“Una scuola può fare causa al Miur… e vincere”
░ Pietro Perziani, responsabile del periodico on line, commenta la sentenza n.641/2011 con la quale il Tar dell’Abruzzo ha stabilito il diritto di una scuola a chiamare in giudizio il Miur; naturalmente, il principio stabilito dal Tribunale ha valenza generale.
Partiamo nell'analisi da due pregiudiziali sollevate in giudizio dal Miur, pregiudiziali che investono appunto due questioni di principio:
-“l’inammissibilità del ricorso per difetto di legitimatio ad processum dell’Istituto scolastico, dal momento che il Liceo scientifico non è titolare di un’autonoma posizione giuridica soggettiva azionabile in sede giurisdizionale nei confronti dell’Amministrazione di appartenenza”;
-“la nullità del ricorso perché proposto a mezzo di un avvocato del libero foro e non a mezzo dell’Avvocatura dello Stato”. Il Tribunale ha respinto ambedue le pregiudiziali. Il Miur eccepisce per prima cosa che una Scuola non può agire in giudizio contro l’Amministrazione centrale o periferica perché non si tratta di soggetti diversi, ma di organi della medesima Amministrazione; in effetti, afferma il Tribunale, è giurisprudenza costante che “il giudizio amministrativo è volto a risolvere controversie intersoggettive e non conflitti interorganici, che trovano piuttosto composizione in via politico-amministrativa”. Ma il rapporto Scuola Autonoma-Amministrazione del Miur si configura come interorganico effettivamente, oppure non è così? O meglio: è sempre così, in ogni caso? Non v’è dubbio, afferma sempre il Tribunale, che la scuola autonoma sia parte del sistema statale di istruzione, per cui è dottrina e giurisprudenza comune “che con l’attribuzione della personalità giuridica tali istituti siano titolari di situazioni giuridiche soggettive solo nei confronti dei terzi, ma non nei confronti dello Stato, atteso che con esso i rapporti sono di tipo interorganico” ; per il Tribunale, però, questo vale in linea generale, ma non inficia il fatto che le istituzioni scolastiche dotate di personalità giuridica siano titolari di diritti soggettivi per quanto attiene alle materie di propria competenza…. La scuola deve aver la possibilità di far valere questa sua competenza erga omnes, compresa la possibilità di ricorrere in giudizio, per cui il Tribunale continua: ”conseguentemente, in base all’art. 24 della Costituzione, ben possono agire in giudizio anche nei confronti dell’Amministrazione statale per tutelare la prerogative proprie dell’organo o dei soggetti incisi che la legge loro attribuisce.” … “Deve conclusivamente evidenziarsi che gli Istituti scolastici siano titolari di un’autonoma posizione giuridica soggettiva azionabile in sede giurisdizionale nei confronti dell’Amministrazione di appartenenza, tutte le volte in cui questa assuma atti lesivi delle competenze che la legge espressamente attribuisce agli Istituti scolastici…. Il Tribunale stabilisce anche che la scuola autonoma può avvalersi di un avvocato del libero foro se la causa è contro l’Amministrazione del Miur, dato che l’Avvocatura dello Stato sarà chiamata a difendere l’Amministrazione; se l’Avvocatura dovesse difendere anche la scuola, ci sarebbe un palese conflitto di interessi: “Il ricorso ad un avvocato del libero foro in tale ipotesi … appare non solo ammissibile, ma obbligato, in quanto il diritto di difesa, costituzionalmente garantito, non tollera che possano sussistere situazioni nelle quali il patrocinio venga rifiutato e non si possa adire altrimenti il giudice.” La scuola autonoma è quindi per alcuni aspetti organo dello Stato, ma per altri non lo è: “Ritiene il Collegio che l’Istituto scolastico, fornito di personalità giuridica, in tale ipotesi non agisce più come organo dello Stato, ma come un diverso e configgente centro di interessi … in quanto nel contenzioso in questione il rapporto controverso non è più interorganico, ma intersoggettivo.”…
Il Sole 24Ore - 27 febbraio 2012
“Serve più ricerca per valutare i risultati scolastici”.
░ Una riflessione severa ma da considerare con attenzione, stante che è firmata autorevolmente Bruno Vertecchi.
Promuovere in Italia una cultura valutativa è una condizione per modernizzare il sistema educativo, avvertita soprattutto per la suggestione esercitata da quanto sta avvenendo altrove. L’attenzione che nel dibattito internazionale è stata rivolta ai dati delle grandi rilevazioni comparative ha spinto a considerare come modello di riferimento per la valutazione quello utilizzato dall’Ocse per il Programme for International Student Assessment (PISA)…. E’ così avvenuto che anziché cercare di definire una strategia che tenesse conto delle caratteristiche proprie della scuola italiana, si siano acquistati dall’Ocse servizi valutativi variamente derivati dalle procedure Pisa…. Quest’atteggiamento subalterno non è giovato neanche ad assicurare la qualità della partecipazione nazionale alle rilevazioni internazionali…. Non ci sono state iniziative utili per sviluppare l’analisi dei dati al fine di ricavarne elementi utili per individuare i punti di debolezza (ma anche di forza)del nostro sistema educativo, Si è fatto di peggio, organizzando rilevazioni a carattere nazionale che sono la brutta copia di quelle internazionali e ne riproducono, impropriamente, la logica. Si può capire, infatti, che le rilevazioni comparative siano sostanzialmente rivolte a cogliere la distribuzione di varabili dipendenti (ovvero dei risultati dell’attività educativa) anche se con attenzione alle condizioni in cui nei diversi paesi si sono svolti processi che sono all’origine di quelle distribuzioni. Non si capisce, invece, a che serva riproporre la medesima logica nell’attività valutativa che si svolge a livello nazionale. Dobbiamo continuare a porre in evidenza il divario Nord-Sud ? O le differenze dell’apprendimento che si riscontrano in scuole frequentate da allievi di condizione sociale diversa ? Il fatto è che la ripetitività delle pratiche valutative è la conseguenza del mancato sviluppo di una ricerca autonoma. Si finisce col confondere in un unico calderone l’attività valutativa rivolta a verificare il raggiungimento di livelli attesi con quella, assai più importante per sostenere l’assunzione di decisioni consapevoli, tesa a identificare le variabili indipendenti, quelle che hanno conseguenze sul modo in cui il sistema scolastico svolge il suo compito di istruzione. Il fatto è che una valutazione orientata alle variabili indipendenti suppone un impegno per la ricerca la cui necessità è ben lontana dall’essere avvertita. Non serve stracciarsi le vesti perché i nostri allievi sono in fondo alle graduatorie sulla capacità di comprensione della lettura o sulle abilità matematiche, se nessuno è in grado di porre in relazione la loro competenza verbale con l’affermarsi di modelli di comunicazione antagonisti a quelli propri della scuola, o di definire un quadro degli apprendimenti che è presumibile possano costituire un riferimento duraturo per apprendimenti ulteriori e di quelli che, per quanto rilevanti al momento, è improbabile che continuino ad esserlo nel seguito. Un’altra ragione per sviluppare la ricerca consiste nel superare la dipendenza da procedure valutative che si finisce con l’utilizzare per mancanza di proposte alternative. … Le prove utilizzate nelle rilevazioni nazionali sono piuttosto datate. Per sviluppare un’attività valutativa capace di concorrere a migliorare la qualità delle decisioni sul sistema scolastico c’è bisogno sia di rendere continua la rilevazione di dati descrittivi (è il compito che può svolgere l’Invalsi), sia di promuovere la ricerca: per soddisfare questa esigenza c’è bisogno di soluzioni organizzative specifiche, non rivolte a fornire un servizio ma ad accrescere la conoscenza interna al sistema.
ItaliaOggi - 28 febbraio 2012
“IL DL Semplificazioni spazza via il documento sulla privacy”.
░ Un poco di lavoro in meno per i dd.ss., almeno formalmente…
Dal 10 febbraio scorso non è più obbligatorio adottare e tenere aggiornato il documento programmatico sulla sicurezza dei dati personali.. l’abolizione è prevista dall’art.45 del dl in materia di Semplificazioni del 9 febbraio 2012 n.5 in corso di discussione per la sua conversione in legge. Ma l’art.45 del provvedimento… non elimina anche i contenuti del documento, le misure obbligatorie da adottare quando il trattamento dei dati personali, come nelle scuole, avviene con l’utilizzo di mezzi informatici. Tutte le misure di sicurezza, infatti, previste nell’apposita sezione del codice sulla privacy e dal disciplinare tecnico allegato, rimangono intatte…

www.repubblica.it - 29 febbraio 2012
“Monti: Sposteremo il peso del fisco. Più tasse indirette e su redditi finanziari”.
░ L'Atto di indirizzo sulla politica fiscale firmato dal premier: "Tra gli obiettivi la riduzione degli effetti distorsivi delle scelte degli operatori economici". Nel mirino il settore immobiliare.
Sul fronte fiscale qualcosa si muove. Il governo conferma nell'ambito dell'attuazione della riforma - che riguarderà anche il settore immobiliare e il sistema estimativo del catasto - provvedimenti diretti "al riequilibrio del sistema impositivo" e "al graduale spostamento dell'asse del prelievo dalle imposte dirette a quelle indirette" si legge nell'Atto di indirizzo firmato dal premier Mario Monti. “Nell'ambito del processo di attuazione della riforma fiscale, saranno predisposti schemi di provvedimenti normativi diretti al riequilibrio del sistema impositivo anche relativamente alla tassazione dei redditi finanziari" scrive Monti. Che precisa: " La riforma fiscale avrà tra gli obiettivi la riduzione degli effetti distorsivi delle scelte degli operatori economici".

www.ilgiornale.it - 29 febbraio 2012
“Decreto sulle liberalizzazioni Oltre 1700 emendamenti Governo verso la fiducia”.
░ E’ arrivato il via libera, in commissione Industria del Senato: Il testo va in aula al Senato. Tutte le novità al vaglio di Palazzo Madama.
Annacquate o no le liberalizzazioni del governo Monti per andare in porto hanno bisogno di un voto di fiducia. L'esecutivo si appresta a chiedere il sì dei due rami del parlamento perché sul decreto sono stati presentati ben 1.700 emendamenti. Ieri notte è arrivato il via libera, in commissione Industria del Senato, oggi il testo approda in aula. Il varo del decreto è previsto entro venerdì ed è molto probabile, quindi, che Palazzo Chigi ponga la fiducia sul provvedimento. Tante le modifiche apportate al provvedimento (dai taxi alle farmacie). Mentre, uno dei nodi più delicati, la Tesoreria unica per gli enti locali, è stato rinviato al decreto fiscale. Sono 141 gli emendamenti approvati dalla commissione Industria del Senato al dl sulle liberalizzazioni: taxi e Ici per la chiesa, professioni e farmacie, ma anche banche, gas, trasporti.

http://orizzontescuola.it - 29 febbraio 2012
“Agenda dei compiti medico-legali del Dirigente Scolastico (DS) tra provvedimenti collettivi e interventi individuali”.
░ Un mese addietro, in questa rubrica abbiamo riportato alcuni passi di una intervista a Lodolo D’Oria, della Fondazione IARD. Di seguito, un articolo dello stesso, sui doveri del d.s. nella prevenzione del burnout.
La tutela della salute dei docenti. Comprende: la conoscenza del rischio professionale nelle helping profession da parte del DS e dei docenti; l’informazione sui diritti e doveri del lavoratore nel concorrervi; l’attività di prevenzione; la gestione dei rischi da Stress Lavoro Correlato (SLC). Contestualmente il DS ha il dovere di tutelare l’incolumità del restante personale scolastico (colleghi e ATA) e dell’utenza (studenti e genitori). 2. Rapporto con il Medico Competente (se presente): spetta al medico competente (MC) stabilire l’idoneità specifica del lavoratore alla mansione. Il DS può chiedere al MC di sottoporre a visita medica il lavoratore in questione. 3. Rapporto col gruppo di lavoro (GdL) che stila il DVR nella parte riguardante la prevenzione e la sicurezza sul lavoro. Il DS ha il compito di monitorare da vicino e promuovere l’attività del GdL. 4. Riconoscere comportamenti anomali che fanno ragionevolmente presumere l’esistenza dell’inidoneità psichica per effettuare la richiesta di accertamento medico d’ufficio ai fini del riconoscimento di Inidoneità Psicofisica Permanente Assoluta (IPPA) o Relativa (IPPR)… Il solo sospetto di una eventuale inidoneità psicofisica deve indurre il DS a richiedere l’accertamento medico d’ufficio.5. Richiesta di accertamento medico d’ufficio (AMU) in Collegio Medico di Verifica (CMV). Compete all’amministrazione richiederlo ogni qualvolta vi è il sospetto che il lavoratore attraversi perduranti difficoltà a svolgere il proprio lavoro. 6. Stesura della relazione ai sensi dell’art. 15 del DPR 461/01…. La relazione da inviare al Collegio Medico di Verifica (CMV) deve essere sintetica, esaustiva e documentata efficacemente. 7. Selezione degli allegati alla relazione di cui sopra. Ciascun passaggio saliente della relazione deve essere documentato puntualmente (es: denunce, TSO, interventi della forza pubblica, certificati medici a disposizione, contestazioni, sanzioni, conflitti, trasferimenti etc), senza riportare al proprio interno giudizi, voci e testimonianze non verbalizzate. 8. Custodia ed uso appropriato dei dati sensibili sulla salute del lavoratore. L’amministrazione che fosse in possesso di certificati medici, o eventuali diagnosi del lavoratore, ha il dovere di trasmettere tutta la documentazione al Collegio Medico… 9. Istruttoria della pratica per l’AMU e per l’Accertamento Medico a Richiesta del Lavoratore. Spetta alla amministrazione di appartenenza istruire la suddetta pratica. Lo stesso vale per l’istruttoria della pratica per l’eventuale ricorso del lavoratore alla CMO di II istanza. 10. Provvedimenti assunti da CMO, CMV e MC: applicazione e incombenze allo scadere dei termini. Spetta al DS verificare che i provvedimenti adottati dai Collegi Medici vengano applicati e rispettati…. 11. Contatto diretto con CMV e CMO…: possono esservi dei casi particolarmente gravi o complessi che è difficile rappresentare con sola relazione accompagnata da allegati. Nulla impedisce al DS di chiedere un colloquio al presidente della CMV/CMO…. 12. Contatto con familiari e conoscenti del lavoratore (solo se richiesto dagli stessi). E’ una eventualità possibile…; il colloquio deve avvenire in presenza di collaboratore e va verbalizzato…. 13. Contatto con Medico Curante del lavoratore (solo se richiesto dal medico)… il DS deve ascoltare il medico del lavoratore che chiede un colloquio, avendo cura di effettuarlo davanti a testimoni (collaboratore del DS) e verbalizzando l’incontro. 14. Risoluzione del contratto di lavoro o sospensione cautelare del lavoratore: Col nuovo regolamento emanato ai sensi del DPR 171, 27.07.11, si può procedere alla risoluzione del contratto di lavoro di fronte al rifiuto del lavoratore a sottoporsi ad AMU in CMV. Si può procedere alla sospensione cautelare dal servizio nei casi in cui si configuri il rischi o per l’incolumità dell’utenza e/o del personale frequentante l’ambiente scolastico. 15. Visita fiscale in presenza di patologia psichiatrica. Il lavoratore può produrre un certificato, ad opera dello psichiatra ospedaliero, che lo esime… dall’osservare l’orario di reperibilità per la visita del medico fiscale…
Corriere della sera – 1 marzo 2012
“I nostri storici così poco globali”.
░ Studiano quasi solo gli eventi italiani. (di Paolo Pombeni)
Dall’8 al 9 febbraio del 2008 di tenne ad Harvard una importante conferenza sulla “storia globale” cioè su quella che era e tende a rimanere una frontiera dell’odierna ricerca storica. L’impulso viene, nemmeno a dirlo, da una domanda culturale che sfida ormai tutti i campi del sapere. E’ una moda discutibile, perché è ovviamente contraddittoria. Da un lato è evidente per tutti che una storia concentrata sulle specificità nazionali presenta sempre più problemi in un mondo in cui l’orizzonte è divenuto totale. Dall’altro è difficile sfuggire alle perplessità su come ci si possa immergere in una dimensione “mondiale” della storia senza conoscere almeno lingue che ci parlano di altri mondi (Russia, India, Cina ecc..) e di altre culture. … La sfida è seria, per l’Italia. Siamo un Paese in cui la storiografia soffre di una tendenza all’emarginazione accademica fuori delle facoltà “specializzate”… ma siamo anche un Paese in cui la storiografia fatica non poco a uscire da un italo centrismo notevole, sia come temi, sia come periodi…… Non significa cento che la storia di casa nostra non sia importante, perché è da essa che si parte alla scoperta del mondo. Solo che se questa partenza non arriva mai… non andremo avanti. Bisogna avere il coraggio di imboccare questa strada, altrimenti finiremo marginali nella grande competizione internazionale…

 

www.asas.sicilia.it - La Letterina n. 311 - 16 febbraio 2012
“San Valentino, un colpo di fulmine tra Miur e ASA”.
░ Sembra aprirsi una nuova strada di consultazione tra il Miur la Scuola: un rapporto diretto tra il Miur e le associazioni di scuole autonome che rappresentano la realtà scolastica molto più e meglio (è questa la tesi, nella nota redazionale dell’ASASi) che non i sindacati di categoria.
È stato approvato il D.L. 5/2012. Un aspetto molto innovativo è senz’altro quello dell’istituzionalizzazione delle reti, che non è finalizzata solo alla gestione di una parte dell’organico, ma è ad ampio spettro, come chiaramente detto nella lettera c) del citato art. 50 del Decreto Legge: “… costituzione, previa intesa con la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, di reti territoriali tra istituzioni scolastiche, al fine di conseguire la gestione ottimale delle risorse umane, strumentali e finanziarie”. Per la prima volta è stabilita un’espansione territoriale dell’autonomia scolastica in modo formale e istituzionale, con l’obiettivo di ottimizzare l’utilizzazione delle risorse disponibili nella gestione dell’offerta formativa sul territorio. Importante anche la previsione di un’intesa con la Conferenza Unificata, date le competenze che la Costituzione prevede in materia per Regioni ed EE.LL. 17.- (Consigli delle autonomie scolastiche). 1. Così recita: “Con proprio regolamento adottato ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sentite le Commissioni parlamentari, il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca provvede ad istituire a livello regionale e nazionale i Consigli delle autonomie scolastiche, composto da rappresentanti eletti rispettivamente dai dirigenti e dai presidenti dei consigli di indirizzo delle istituzioni scolastiche autonome, e ne fissa le modalità di costituzione e di funzionamento”. Sembrerebbe che il Governo, come futuro interlocutore, pensi alle Associazioni di scuole Autonome, proprio come noi le abbiamo interpretate: un’adesione con delibera del consiglio di istituto (organo politico di indirizzo e di controllo) e la rappresentanza gestita dal dirigente scolastico…. Un futuro quindi, in cui il ruolo centrale di interlocutore del MIUR, non è più interpretato dal sindacato, difensore di interessi di categoria, ma dalle scuole, per la difesa dell’interesse pubblico. … Consigliamo il Ministro, prima di eleggere i consigli delle autonomie scolastiche, di azzerare le RSU e gli esoneri sindacali, altrimenti sarà il solito buco nell’acqua. Il MIUR si è deciso, infatti, a un passo clamoroso, ha convocato per il 14 febbraio le Associazioni di Scuole Autonome effettivamente operanti in Italia. Ha convocato anche l’ASAS…. Non si può far nulla che non sia condiviso dai sindacati, anche perché si scopre sempre che il MIUR è talmente infiltrato da sindacalisti, che assumere una posizione autonoma diventa sempre più difficile. I sindacati sanno che, godere di esoneri pagati da tutti i contribuenti, di assemblee fasulle in orario di lezione, di permessi frequenti in orario di servizio, è un’anomalia che lascia i partner europei basiti. … Siamo arrivato all’assurdo che il MIUR mantiene 1.400 esoneri sindacali e taglia 1.400 presidi con la scusa del dimensionamento delle istituzioni scolastici…. Se il Ministro compisse la scelta di discutere con le scuole i problemi delle scuole, privilegiando gli interessi pubblici rispetto a quelli di categoria, potrebbe aprirsi una pagina nuova….

www.disabili.com - 16 febbraio 2012
“Tanti ricorsi al Tar: con le deroghe si realizza l’integrazione?”.
░ Ore di sostegno assegnate troppo spesso solo grazie ai tribunali. Che ne è della scuola inclusiva?
L’integrazione degli alunni disabili nella scuola è una questione sempre attuale e mai del tutto risolta, insieme a quella delle cattedre di sostegno non sufficienti a garantire il diritto allo studio agli allievi disabili. La situazione viene ormai sempre più spesso risolta nei tribunali, che in genere ripristinano le ore di sostegno sulla base del D. Lgs n. 112/98 e della sentenza della Corte Costituzionale n. 80/10. …. Numerosi ricorsi sono stati accolti in Calabria; a Cagliari nel Luglio scorso vi erano state venti sentenze ed altre decine di ricorsi erano stati depositati nelle settimane successive, più recentemente sono stati accolti i ricorsi di quindici famiglie ed altre trenta sentenze sono al momento attese; solo negli ultimi mesi il Tar di Palermo ha emesso oltre cinquanta sentenze; non diversamente a Viterbo si è espresso il Tar del Lazio come anche la sezione di Latina, che ha accolto il ricorso presentato da trenta famiglie, che si aggiungono a tante altre che hanno visto approvato il ricorso lo scorso anno e almeno altri 70 ricorsi sono già pronti; allo stesso modo si è espresso il Tar della Campania; il Coordinamento dei genitori della Capitale ha deciso di agire con un ricorso collettivo…..Molto spesso, al ripristino delle ore di sostegno, si aggiunge anche il risarcimento alle famiglie per il danno subìto. La deroga, dunque, cioè l’eccezionalità, è divenuta routine. Essa giunge in genere tardi, ad un terzo dell’anno scolastico, quando il percorso delle programmazioni e di inclusione dei nuovi progetti è ormai già ampiamente avviato. ….

www.partitodemocratico.it - 16 febbraio 2012
“Per una buona politica: più democrazia, più trasparenza”.
░ La proposta di legge del PD di riforma dei partiti politici in attuazione dell’articolo 49 della Costituzione. La proposta di legge reca disposizioni per la disciplina dei partiti politici in attuazione dell’art. 49 della Costituzione (art. 1). La riportiamo in parte.
I partiti politici diventano associazioni riconosciute dotate di personalità giuridica (art. 2). L’acquisizione della personalità giuridica e la pubblicazione dello statuto in G.U. è condizione per poter partecipare alle elezioni (art. 6, comma 1) e accedere ai rimborsi elettorali, alle agevolazioni e ai contributi pubblici per gli organi di partito (art. 8, comma 3). Ogni partito deve indicare nel proprio statuto una serie di elementi volti ad assicurare il rispetto dei principi di democrazia interna e trasparenza (art. 3), tra i quali: - Organi dirigenti, modalità di elezione, durata degli incarichi; - Casi di incompatibilità; - Procedure per l’approvazione degli atti; - Diritti e doveri degli iscritti; - Presenza paritaria di donne e uomini negli organi collegiali; - Presenza delle minoranze negli organi collegiali non esecutivi; - Criteri di ripartizione delle risorse finanziarie tra struttura nazionale e articolazioni territoriali; - Modalità di selezione, attraverso primarie o elezione da parte degli organi collegiali, delle candidature alle cariche elettive; - Limite massimo dei mandati elettorali e relativi ad incarichi interni; - Codice etico; - Attribuzione della rappresentanza legale ad un Tesoriere, nomina di un Comitato di tesoreria e di un Collegio sindacale con richiesta di specifici requisiti di onorabilità e professionalità - Attribuzione a una società di revisione della certificazione del rendiconto di esercizio. Accedono ai rimborsi elettorali e a qualsiasi altra forma di finanziamento pubblico esclusivamente i partiti che rispettano i requisiti di democrazia interna e di trasparenza (art. 6, comma 2) ed abbiano ottenuto l’elezione di almeno un rappresentante sotto il proprio simbolo nelle relative consultazioni. Il 5% dei rimborsi elettorali è destinato alla formazione dei giovani alla politica (art. 3, comma 2). Vengono regolamentate le primarie, per la selezione dei candidati a sindaco, a presidente di regione, a premier, e dei candidati alle assemblee rappresentative elette con sistema maggioritario in collegi uninominali, prevedendo che debbano essere sempre aperte a tutti gli elettori (art. 4). Si propone inoltre che i rimborsi elettorali siano decurtati del 25% per i partiti che non adottano nel loro statuto in forma stabile le primarie per le cariche e nelle forme previste dal progetto di legge (art. 6, comma 3). Pubblicazione anche in formato open data sul sito internet del partito e su una apposita sezione del sito della Camera di: rendiconto di esercizio; relazione del Collegio sindacale; relazione della società di revisione; bilanci delle imprese partecipate; verbale di approvazione del rendiconto; situazione reddituale e patrimoniale dei titolari di cariche di governo ed elettive (art. 5, comma 2). Riduzione a cinquemila euro della soglia oltre la quale i contributi erogati ai partiti sono soggetti a dichiarazione congiunta (art. 5, comma 3). E’ disposta la certificazione obbligatoria del rendiconto da parte di una società di revisione iscritta nell’albo speciale (art. 7, comma 1). Il controllo del rendiconto è affidato alla Corte dei Conti (al collegio istituito dalla legge 515/1993). Se dall’esito del controllo emergono irregolarità, è prevista la decurtazione dei rimborsi elettorali. Il controllo della Corte dei conti si estende alle articolazioni territoriali del partito che partecipano alla ripartizione dei rimborsi elettorali (art. 7, commi 2-6). Lo statuto del partito va pubblicato nella Gazzetta Ufficiale (art. 8, comma 1).

www. domodama.wordpress.com - 17 febbraio 2012
“I picciriddi muti dell’Albergheria e le pietre delle parole”.
░ Nell’antica zona araba di Palermo, tra due fiumi ora sotterrati.
In questi giorni, nella stradina laterale alla Biblioteca Le Balate, la via Colluzio, alcune delle balateche lastricano la strada hanno ceduto: e sotto è apparso il vuoto. Sotto di noi il vuoto: ma in fondo a quel buio, fresche, scorrono ancora le acque del fiume Kemonia e poco più in là del Papireto. Sono acque di vita, quelle: e forse se facessimo scorrere, insieme a loro, le parole, restituiremmo vita alla nostra città. Per questo abbiamo trascritto per voi – per noi tutti – un racconto che Giulia Lo Porto ha letto a Chiodo fisso, un programma andato in onda su radiotre mercoledì 15 febbraio. Cliccando sul nome del programma potrete ascoltarlo direttamente dalla sua voce: è bellissimo perché autentico. Ci siamo tutti noi, in questo racconto che vive.
Buongiorno. Mi chiamo Giulia Lo Porto e sono nata e cresciuta a Palermo. Ho frequentato il Liceo Vittorio Emanuele II e la Facoltà di Teologia. Entrambi si trovano nel centro storico della mia città, tra il quartiere del Capo e il quartiere dell’Albergheria. E poiché mi stava a cuore raccontarvi la vita del quartiere dell’Albergheria, che è uno dei quartieri più poveri della mia città, pur vivendo a Roma da qualche tempo sono tornata a Palermo, e mi sono proprio addentrata nelle strade del quartiere, tra i vicoli, tra la gente, e ho incontrato una donna, Donatella Natoli, che è una delle fondatrici della Biblioteca per bambini Le Balate. Abbiamo parlato a lungo: lei mi ha raccontato delle diverse povertà che vivono gli abitanti del quartiere dell’Albergheria; e dalle parole che ho ascoltato, dalle vite che mi ha raccontato, è nata in me la necessità di scrivere un racconto, che adesso voglio leggervi:
C’è un quartiere a Palermo che si chiama Albergheria. Il nome glielo hanno dato i Normanni, quando l’Imperatore Federico II ci deportò gli abitanti di Centuripe e Capizzi. Glieli deportò perché osarono ribellarsi a lui che era lo Stupor mundi. Ma furono gli Arabi a costruire il quartiere. Ci vivevano insieme: Arabi ed Ebrei, e gli Arabi fondarono il mercato, il Ballarò, il più antico mercato di tutta la città, dove si può camminare e comprare ancora oggi. Poi all’Albergheria gli Aragonesi portarono gli artigiani, i contadini e i poveri. Il fiume Kemonia trascinava nel quartiere umidità e sporcizia, e la gente moriva all’Albergheria. Allora gli abitanti, sulle rive del fiume Kemonia, ci misero le balate, che sono pietre grosse e levigate, pietre imponenti, che stanno ancora dentro alla città, e che adesso sono lisce lisce, perché ci sono passati, ogni giorno, gli uomini e i secoli. Poi arrivarono gli Spagnoli e poi ancora i Borbone. Nell’Ottocento provarono a risanare il quartiere. Buttarono giù le case per costruirne di più nuove e belle, ma le macerie sono ancora lì. E ci pensò la guerra infame del Novecento ad aggiungere macerie a macerie. Povertà, balate, mercato e macerie dall’Albergheria non sono uscite più; e oggi, accanto agli Arabi e ai Normanni, è arrivata altra storia e altro mondo. Oggi l’Albergheria è anche Africa: Africa Centrale e Asia e Cina. Sulle balate delle strade camminano anche loro. Ci sono uomini all’Albergheria: uomini, donne, picciriddi e vecchi. Gli uomini dell’Albergheria dicono tutti di essere muratori: ma per la verità hanno trasportato pietre, con le carriole, da una parte all’altra dei cantieri che assumono in nero. Carrianu petri, e da una parte all’altra della città trasportano anche droga, perché soltanto con le pietre, trasportate sulle carriole, in nero, non si mangia. E non sanno né leggere né scrivere: la firma soltanto sanno mettere. E i picciriddi a scuola ci vanno, e fino alla terza elementare custodiscono tutti la speranza di un cambiamento, di un futuro differente, che non sanno come dovrebbe essere ma che sperano diverso. Spesso la speranza però si infrange. Gli esperti – quelli che conoscono non solo le lettere ma pure i numeri, quelli che inventano sulle carte le circoscrizioni, disegnando linee fasulle in mezzo alla vita quotidiana e alle case della gente – dicono che a Palermo la dispersione scolastica arriva al 12%, e in periferia c’è il 20% di posti vuoti fra i banchi. Si sfascia, la speranza, contro il muro di lettere e parole: giacciono le lettere, muoiono le parole. E se in terza elementare le lettere non si sono ancora imparate, allora non resta che trascinarle, come le pietre sulle carriole, fino alla quinta elementare, e poi su, su, con sforzo e indifferenza, fino alla terza media: perché a Palermo, la terza media, si può raggiungere anche con le lettere a pezzi tra i piedi. I picciriddi dell’Albergheria non ci vogliono andare più a scuola quando il foglio scritto diventa bianco, quando gli altri bambini scalano i muri dei fogli aggrappandosi con agilità agli appigli delle parole. Quando gli altri bambini volano sui muri dei fogli e corrono, i picciriddi della Albergheria restano soli e muti, e le maestre dicono che non si possono fermare con i picciriddi muti, dicono che devono far correre i bambini che volano sulle parole, dicono che non è giusto rallentare chi è veloce. Allora i picciriddi muti tornano a casa, tra i vicoli degli Arabi e sulle balatedelle genti. Tornano a casa dai genitori che la firma la sanno mettere, ma che restano in pigiama, con la notte addosso, per tutto il giorno, perché tanto la vita, con le sue possibilità, non ci passa sopra le balate. Eppure c’è la civiltà sopra le balate: ci sono le chiese e il palazzo del Re, con i mosaici tutti d’oro e Cristo Pantocratore. C’è la civiltà, visitata dai turisti a maniche corte pure in inverno – che si sa, a Palermo, l’Africa è vicina. E’ infame la scuola, come la guerra con le sue macerie. La scuola marca i confini tra la Palermo dei ricchi e la Palermo dei poveri: perché esclude, questa scuola, e non include. Lascia fuori i picciriddi figghi dei muti e i picciriddi degli extracomunitari; e accompagna, mano nella mano, i bambini con i genitori che il pigiama lo tengono addosso soltanto la notte, perché di giorno vivono e parlano e lavorano. Ma di bambini muti tra i banchi di scuola non ne vogliamo più. Tra i vicoli degli Arabi e le balate dei Normanni vogliamo vedere camminare a testa alta masculi e fimmini e picciriddi, tra li biddizzi della civiltà antica, e sui sentieri di nuove integrazioni e mescolanze di culture e lingue e tradizioni e musica e odori e sapori. E vogliamo trovare le parole per dire a cu’ cumanna che le macerie della scuola infame non si possono scaricare più al quartiere dell’Albergheria, e neppure al Capo, a Borgo Nuovo o allo Zen. Che venissero a prendere, con le loro carriole d’oro, tutti i pezzi delle vite perdute, e sparite nel silenzio. Che se le debbono caricare sulle spalle le macerie dei loro progetti senza fondamenta. Tra i vicoli del centro storico di Palermo bisogna fare spazio alle parole, alle lettere tutte in fila, da capire, da arrampicarcisi su per vedere cosa c’è oltre il muro. Le devono venire a raccogliere le macerie, perché tra i vicoli degli Arabi è tempo di imparare a leggere e scrivere, a usare le parole, e a costruire vite nuove con le pietre delle parole.

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - 17 febbraio 2012
“Profumo una ne pensa e cento ne fa: la pessima idea del reclutamento diretto dei docenti”.
░ Anche dentro il PD ci si accorge che con il ministro Profumo si viaggia sulle montagne russe: in alto alto (il consenso all’inserimento nelle GAE per 23 mila abilitati; le decine di migliaia di posti nell’Organico dell’Autonomia), e subito in basso basso (i ripensamenti addotti dai soliti motivi di cassa, come al tempo del duo Gelmini-Tremoni), adesso la sperimentazione del reclutamento diretto. L’On.Russo non la manda a dire.
Con il reclutamento diretto, i presidi-dirigenti della scuola dell'autonomia potrebbero arrivare a scegliersi gli insegnanti, come nelle scuole non statali. La sperimentazione proposta in Lombardia è su contratti annuali, si parla di concorsi differenziati per ciclo di studi con il docente che dovrebbe conoscere e condividere il progetto educativo della scuola che «assume». Questo, brevemente, il senso di questa strampalata proposta. A questo punto mi sembra importante segnalare alcune questioni. Primo: io credo che la scuola pubblica sia italiana e non lombarda o di un'altra regione. Per questo mi auguro che il ministro Profumo, prima di avviare pericolose e inutili sperimentazioni, voglia impegnarsi sui temi molto più delicati e importanti come, per esempio, gli scatti di anzianità dei docenti, la loro pensione, lo sblocco dei fondi per il tirocinio formativo attivo, l'apertura delle graduatorie agli abilitandi. Secondo: il Ministro prima di aprire tavoli con singole regioni su questo tema, dovrebbe chiedere alla Regione Lombardia il rispetto delle leggi nazionali e della Costituzione. Sul piano politico dunque è netta la contrarietà del PD che attraverso la sua responsabile scuola, Francesca Puglisi, ha dichiarato che la scuola “'non è materia sulla quale esercitare la fantasia o una cavia su cui fare esperimenti” e non ha esitato a giudicare la proposta, anche se sperimentale, “pura follia e incostituzionale”. Per queste ragioni, il 15 febbraio noi del gruppo abbiamo presentato alla Camera un question time proprio per chiedere le ragioni di una scelta tanto avventurosa. Credo sia arrivato il momento che il Ministro Profumo si fermi un attimo a riflettere capendo bene che sono altre le priorità sulle quali è necessario intervenire. La nostra scuola ha bisogno di serenità e non di inutili proclami.
“Graduatorie ad Esaurimento e Governo Monti:Gestione schizofrenica del ministero dell'istruzione”
░ L’On. Russo manifesta la sua delusione per il voltafaccia del Governo.
… E', davvero, grave la responsabilità che si è assunta il governo Monti, rimettendo in discussione l'emendamento del Pd approvato con larghissima maggioranza alla Camera che prevedeva il normale inserimento degli insegnanti abilitati e abilitandi. Cambiare radicalmente opinione da un ramo del Parlamento all'altro, in pochi giorni, non è spiegabile nè giustificabile. Tanto più se il governo viene definito tecnico e come tale dovrebbe mostrare e dimostrare lo scrupolo dell'approfondimento preventivo delle questioni ed il pudore della obiettività e della coerenza lungo il percorso. Purtroppo, nella casta dei rappresentanti istituzionali della politica, a qualcuno è concesso qualche privilegio di troppo: non rispondere ai cittadini-elettori e anche al buon senso. No! Non c'è alcuna concessione del governo Monti al Pd, che resta uno e, nonostante l'impegno di qualche sbadato, non ha succursali! Anzi, c'è un bel torto che, personalmente, non ho ancora digerito né penso possa essere archiviato come se nulla fosse. Naturalmente, noi continueremo la nostra battaglia senza lasciare spazi a chi vuol disconoscere diritti o provocare torti. In particolare pretenderemo il rispetto delle sentenze della Corte Costituzionale che non ammettono né code né nuove fasce aggiuntive. E siamo certi, se si dovesse tornare li, che il giudice delle leggi non ha l'abitudine di contraddirsi! La smetta, poi, chi spesso richiama la chiusura delle graduatorie dimenticando il piano di immissioni in ruolo di 150.000 unità previste dal governo Prodi che ne erano la premessa per esaurirle. Le graduatorie divennero ad esaurimento non certo per la loro chiusura, che comunque non era una cristallizzazione, ma per lo svuotamento che il piano di immissioni in ruolo doveva operare e garantire. Si ricorderà che la lega, il Pdl, la Gelmini ed il resto del governo non lo resero possibile con i tagli operati e il più grande licenziamento di massa posto in essere. Viene da chiedersi, poi, perché non siano stati chiusi i corsi abilitanti, ammesso e non concesso che davvero non servissero o non gli si volesse riconoscere più alcun valore. Aggiungo: non era chiaro che, non facendo partire il nuovo sistema di reclutamento in tempi ragionevoli, sarebbe nato il problema del valore di anni di studio e sacrifici economici di docenti e loro familiari ?

www.governarelascuola.it - 19 Febbraio 2012
“La Regione Lombardia dà scandalo”
░ Pietro Perziani, responsabile del periodico on line, riporta e commenta il progetto di legge regionale presentato da Formigoni.
Il Presidente Formigoni ha da poco presentato un progetto di Legge Regionale “Per la crescita lo sviluppo e l’occupazione”, dove si interviene anche in materia di reclutamento dei docenti, più esattamente dei docenti con contratto a tempo determinato, affidandone la competenza alle scuole. Questo il testo della proposta:
“Alla legge regionale 6 agosto 2007, n. 19 (Norme sul sistema educativo di istruzione e formazione della Regione Lombardia) è apportata la seguente modifica: a) dopo il comma 2 dell’articolo 3 sono aggiunti i seguenti commi: “2 bis-A partire dall’anno scolastico 2012/2013, le istituzioni scolastiche statali possono organizzare concorsi differenziati a seconda del ciclo di studi, al fine di reclutare personale docente necessario a svolgere le attività didattiche annuali.
2 ter-E’ ammesso a partecipare alla selezione il personale docente del comparto scuola che conosca e condivida il progetto e il patto per lo sviluppo professionale, che costituiscono parte integrante del bando di concorso di ciascun istituto scolastico. 2-quater Le modalità di espletamento del bando di concorso sono definite, nel rispetto dei principi di imparzialità, trasparenza e pubblicità, con deliberazione della Giunta regionale”. Non si esagera dicendo che la proposta ha indotto molti a gridare allo scandalo, ma è proprio così assurda? A parte il comma 2ter, che fa sorridere per non dire che fa pensare male (Che significa “condividere”?), la questione può essere affrontata da due punti di vista, uno che potremmo definire di metodo per quanto attiene alle competenze legislative della Regione Lombardia in merito al reclutamento dei docenti, uno per quanto attiene al merito, l’affidamento alle scuole del reclutamento dei supplenti annuali (Chiamiamoli così, per brevità e semplicità). La competenza legislativa della Regione. Almeno in prima battuta, va detto che la Regione Lombardia ha competenza a legiferare in merito al reclutamento dei supplenti annuali, come per la verità su qualsiasi altra materia, perché la Costituzione prevede, all’art. 117, comma 1: “La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali.” La potestà legislativa della Regione ha quindi natura primaria, non è sottoposta ad alcuna limitazione o autorizzazione esterna. Non si tratta però di una potestà illimitata, perché: -su alcune materie, la competenza è affidata in via esclusiva allo Stato; -su altre, la competenza è concorrente, tra Stato e Regione, nel senso che lo Stato stabilisce i principi fondamentali in base a cui la Regione legifera.
E’ evidente che la Regione Lombardia non può intervenire sulle materie di esclusiva competenza dello Stato, ma può intervenire sulle materie di legislazione concorrente, anche se lo Stato non ha fissato in modo esplicito i principi fondamentali, perché la Regione li può dedurre dalla vigente legislazione statale. Il problema quindi è: il reclutamento dei supplenti annuali rientra nella legislazione esclusiva dello Stato, nella legislazione concorrente o nella legislazione esclusiva delle Regioni? Non vogliamo qui risolvere il problema, lo vogliamo solo porre, anche perché nessuno lo può risolvere, se non la Corte Costituzionale; dalla Riforma del 2001, infatti, il Parlamento si è guardato bene dall' emanare delle norme che fissassero i paletti di confine tra i tre diversi di legislazione e, non meno importante, tra le competenze amministrative di Stato, Regioni, EE.LL. ed autonomie funzionali, tra cui anche la scuola autonoma. Di qui, una specie di far West, con continue invasioni di campo, dello Stato e anche delle Regioni; il fatto è che se la Regione Lombardia approverà questa legge essa entrerà in vigore e solo la Corte Costituzionale la potrà abrogare. Il reclutamento dei supplenti annuali. Lo abbiamo recentemente ricordato nel numero 3 della Rivista, già il DPR 275/1999 affida alla scuola autonoma il reclutamento del personale con rapporto di lavoro a tempo determinato, ma non se ne è fatto niente, al punto che ancora oggi soprattutto nei grandi centri le supplenze annuali vengono conferire da quell’obbrobrio giuridico che sono le “Scuole Polo”.
La Regione Lombardia non dice certo un’eresia quando vuole affidare alle scuole il reclutamento dei supplenti annuali; anche il DDL Aprea si muove in questa direzione, affidando alle reti di scuole il reclutamento dei docenti tout court: “Art. 13.- (Concorsi per il reclutamento dei docenti). 1. Il reclutamento dei docenti delle scuole di ogni ordine e grado avviene mediante concorsi per titoli banditi dalle reti di scuole, anche eventualmente costituite appositamente, secondo le esigenze della programmazione degli istituti afferenti ad ogni rete di scuole e al fine di coprire i posti disponibili e vacanti accertati dagli organismi competenti, nel rispetto delle disposizioni stabilite con regolamento nazionale del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca.”
Se si tiene poi presente che con il D.L. 5/2012 si va alla istituzionalizzazione delle reti di scuole, si apre una prospettiva diversa per il reclutamento dei docenti, dove le scuole possono e devono essere le protagoniste; questo dovrebbe essere ovvio, almeno per chi crede nell’autonomia scolastica. Affidando il reclutamento alle scuole autonome, sarebbe possibile prevedere anche un intervento delle Regioni a livello di legislazione concorrente, in considerazione delle competenze che la Costituzione assegna loro in materia di gestione dell’offerta formativa. Anche in questo campo forse qualcosa si sta muovendo, dato che le maggiori forze politiche che sostengono il governo Monti parlano di una rivisitazione dell’art. 117 della Costituzione.

www.corriere.it/cronache - 19_febbraio_2012
“La preside e quel bidello trasformato in autista.
░ Condannata dopo 7 anni, ma resta al suo posto. Il collaboratore scolastico usato per la spesa e le commissioni in banca. Gli insegnanti che hanno testimoniato chiedono il trasferimento. (Gian Antonio Stella)
Come pensa di spiegare, lo Stato, ai ragazzi di un liceo di Messina, che occorre rispettare le regole? La loro preside è stata condannata perché usava un bidello come autista e cavalier servente per la spesa al supermercato. Eppure la dirigente è ancora lì, al suo posto. E han dovuto andarsene gli insegnanti che avevano testimoniato contro di lei. Quella di Anna Maria Gammeri è una piccola storia esemplare. Che dimostra come, oltre ai contratti di lavoro di cui si discute in questi giorni, sia urgente mettere mano anche ad alcune storture inaccettabili nel mondo della giustizia (quasi sette anni per una sentenza di primo grado!) e della scuola. A partire dalle scelte del ministero della Pubblica istruzione: com'è possibile che, lanciando un messaggio omertoso agli studenti di quella scuola, di tutta Messina e dell'Italia intera, non si sia costituito parte civile nel processo contro quella sua dirigente che usava un bidello come lacchè? Ma partiamo dall'inizio. Siamo nel 2005 e i magistrati ricevono un esposto. È anonimo, ma così ricco di dettagli, date, circostanze…. La Guardia di Finanza, come spiegherà la sentenza, si apposta e nel giro di qualche giorno accerta che è proprio così: la preside Anna Maria Gammeri utilizza un collaboratore scolastico, Nicola Gennaro, come fosse un servitore personale messo dallo Stato a sua completa disposizione. Per cominciare, si fa venire a prendere a casa la mattina e riaccompagnare al pomeriggio… manda il bidello anche a sbrigare qualche commissione in banca e al supermercato… Gli investigatori vanno a vedere le tabelle degli straordinari e salta fuori che Nicola Gennaro risulta essere uno stakanovista infaticabile. Accumula ore su ore. … Insomma, c'è quanto basta per il rinvio a giudizio. A quel punto la Gilda chiede per la donna una sospensione cautelare. Macché: la lasciano al suo posto….Mentre le udienze vengono rimandate una dopo l'altra (sette rinvii per arrivare alla prima udienza dibattimentale!) tutti i professori e i collaboratori che avevano testimoniato a carico della preside, sentendosi a torto o a ragione esposti a ogni genere di ripicca, chiedono uno dopo l'altro il trasferimento in un altra scuola. E il ministero, come dicevamo, non si costituisce parte civile…. Finalmente, sei anni dopo la prima denuncia e cinque dopo il rinvio a giudizio, arriva la sentenza….Il giudice … condanna la preside a 10 mesi di reclusione e 400 euro di multa. Quanto al bidello, 7 mesi e 300 euro di pena pecuniaria. Pene evaporate per entrambi grazie al condono del 2006. La preside e il bidello sono ancora al loro posto. …

Il Nuovo Corriere Viterbese - 20 febbraio 2012
“Profumo promette: “Basta tagli, la scuola deve essere rivalutata”.
░ Un’intervista concessa dal Ministro a Monica Maggioni, nella puntata di “Speciale Tg1, l’inchiesta” dello scorso 19 febbraio.
“Questo non sarà un anno di tagli per la Scuola. Credo che questa fase sia terminata. Il Paese ha capito che il vero investimento per il suo futuro sia proprio la scuola”. I docenti “non hanno stipendi corretti. Non sono confrontabili con quelli di altri Paesi ma io credo che il corpo docente in questo momento chiede prima di tutto di essere rispettato e rivalutato. Tutta la scuola chiede di essere rivalutata per quello che rappresenta per l’intero Paese”. …

ItaliaOggi - 21 febbraio 2012
“Potenziare l’autonomia; margini stretti
░ Il dl Semplificazioni ha escluso l’istituzione di nuovi organici.
Potenziamento dell’autonomia di gestione, anche mediante l’organizzazione in rete; organico funzionale; regole contabili più semplici. Sono questi i principi cui dovrà attenersi il ministro dell’Istruzione per “consolidare e sviluppare” l’autonomia scolastica (art.50 dl 9 febbraio 2012 n.5) Dovrà farlo entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto… Si provvederà con decreto del Miur, di concerto con l’Economia e sentita la Conferenza Unificata. Non ci si può aspettare molto, perché su tutto si impone il rispetto degli organici, che restano quelli stabiliti dalla legge 133/2008. Né il Ministro Profumo potrà ignorare le leggi vigenti, che qualificano l’autonomia scolastica come “funzionale, essenzialmente declinata nelle forme dell’autonomia didattica e organizzativa. Riuscirà sicuramente a semplificare le norme di bilancio togliendo i vincoli ancora esistenti. Potenzierà le reti, già previste dall’art.7 dpr n.275/1999, cui saranno affidati compiti di gestione delle risorse umane, strumentali e finanziarie. Creerà l’organico funzionale di rete, ma in questo non sarà aiutato dal vincolo di lasciare immutati gli organici….Le scuole continueranno, quindi, a lamentare l’esistenza di organici collegiali obsoleti, non adeguati alla gestione di un’istituzione autonoma…

ItaliaOggi - 21 febbraio 2012
“La carica dei 23mila precari”
░ Il decreto Milleproroghe riapre le graduatorie, ma colloca i 23mila aventi diritto, “in coda”. Più fumo che… l’assunzione è un miraggio.
Le GE restano chiuse, come principio. Ma i precari che si sono abilitati dopo che il legislatore aveva chiuso la porta (2007), saranno inseriti nelle liste, anche se in una fascia aggiuntiva…. Lo prevede il disegno di legge Milleproroghe, come modificato dal Senato. Dunque, nulla di fatto per l’inserimento a pettine nelle GE, così come era stato previsto nella versione approvata in prima lettura alla Camera…. Un compromesso a cui ha lavorato anche il Governo… e su cui si sono registrate molte tensioni all’interno degli stessi democratici: non tutti erano favorevoli alla riapertura, tra i contrari, i popolari di Giuseppe Fioroni… L’ingresso è limitato ai “docenti che hanno conseguito l’abiltazione dopo aver frequentato i corsi biennali abilitanti di II livello ad indirizzo didattico (COBASLID), il secondo e terzo corso biennale di II livello finalizzato alla formazione dei docenti di educazione musicale delle classi di concorso 31/A e 32/A, e di strumento musicale nella scuola media della classe di concorso 77/A, nonché i corsi di laurea in Scvienze della formazione primaria negli aa.aa. 2008/2009, 2009/2010, 2010/2011”…
Il nuovo testo prevede che i 23mila neoabilitati rimasti fuori dalla porta delle GE entreranno nelle fasce aggiuntive dal prossimo a.s.

Il Riformista - 22 febbraio 2012
“Scuola digitale ? La rivoluzione è già in atto”.
░ In un articolo pubblicato lo scorso 12 gennaio su La Repubblica, Raffaele Simone – illustre linguista -ha scatenato una polemica, e l’ingresso della tecnologia a scuola sta diventando, come quasi tutto in Italia, problema ideologico.
Chiunque viva quotidianamente con gli adolescenti, li osservi e cerchi di farli lavorare, difficilmente può pensare che la scuola abbia la forza di opporsi a una rivoluzione che è ormai pienamente compiuta. … La maggior parte dei lettori forti, oggi, mescola tranquillamente libri cartacei a libri digitali… e non c’è nesun cortocircuito tra una sfera cognitiva e un’altra… I lettori forti, grazie alle nuove tecnologie, leggono ovunque e in più lingue facendo un uso pieno e creativo delle possibilità offerte dal web… Partire dall’analisi della realtà di fatto potrebbe risultare più utile a capire perché dotare la scuola di strumenti tecnologicamente aggiornati, e soprattutto insegnare ai ragazzi ad usarli a proprio vantaggio… Ci si chiede, inoltre, se nella discussione pubblica sul futuro della scuola non sia il caso di dare maggiore ascolto a chi vi insegna, ed è in grado di giudicare con esattezza quali siano i vantaggi di uno strumento come la LIM, e le priorità educative…. La mancata alfabetizzazione digitale equivale a non essere in grado di fare nulla di professionalmente utile…

ItaliaOggi - 23 febbraio 2012
“Scuole ai raggi X .
░ Da oggi sono disponibili online tre questionari della SOSE, in tema di fabbisogni standard degli EE.LL.
Scatta la terza fase dell’operazione “fabbisogni standard” degli enti locali. Da oggi sono disponibili sul portale internet dedicato (https:77onepdata.sose.it/fabbisogni standard) tre nuovi questionari, uno per i comuni e due per le province, progettati da SOSE con la collaborazione di IFEL e UPI. Per i comuni e le unioni di comuni, il focus è esclusivamente sulla spesa relativa alle funzioni di istruzione pubblica. Si tratta di un aggregato che, nell’anno di riferimento (2010), valeva oltre 5 miliardi di euro all’anno…. La novità più significativa è rappresentata dall’attenzione verso le forme associative: per ogni tipologia di servizio – scuola dell’infanzia; altri ordini di scuola… - occorrerà specificare se la gestione avviene mediante unione, comunità montana, consorzio o convenzione, indicando i dati relativi alla forma associativa di appartenenza… Per le Province… la rilevazione punta soprattutto ad acquisire le informazioni utili alla determinazione dei fabbisogni standard relativi alla istruzione secondaria e alla formazione professionale…
 

www.orizzontescuola.it - 6 febbraio 2012
“AIMC:Valutazione dell’insegnamento e qualità della scuola”.
░ Di seguito, riportiamo un esempio del “politichese” che caratterizza il vecchio modo di fare sindacato. In una lettera al Ministro, soppesata con il bilancino, il segretario della FLCGIL Domenico Pantaleo: - sottolinea la necessità di “assicurare alle scuole autonome una dirigenza stabile”; - invoca il “rispetto dell'interesse pubblico, al fine di assicurare che i nuovi dirigenti scolastici prendano servizio fin dal 1 settembre 2012. E' doveroso nei confronti dei docenti che si sono impegnati in questo difficile percorso di selezione” (come se i docenti esclusi per l’insipienza dei “docimologi” incaricati di preparare i quiz non si fossero impegnati altrettanto); - chiede un conciliabolo, in camera caritatis, nel vecchio stile. La lettera, notiamo con sconforto, non fa alcun riferimento al diritto e alla legalità, valori che sfuma con una ipocrita locuzione: “disagio di molti partecipanti per procedure che non hanno funzionato come dovevano”; cita, sì, la magistratura, ma per dire i “problemi che i pronunciamenti della magistratura potrebbero determinare”
Al Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Prof. Francesco Profumo
Oggetto: concorso ordinario a posti di dirigenti scolastici
Gentile Signor Ministro,
il concorso ordinario per dirigenti scolastici attualmente in svolgimento rappresenta uno strumento fondamentale per assicurare alle scuole autonome una dirigenza stabile ed efficace, all'altezza delle sfide che la scuola pubblica statale sta affrontando in questo momento di grandi trasformazioni che riguardano la scuola e la società. È importante che ogni concorso, nell'interesse pubblico, si svolga in tempi certi nella massima trasparenza e con la certezza delle procedure. Purtroppo nel concorso per dirigenti scolastici tutto questo non è avvenuto. È per questo che ci rivolgiamo a Lei quale massimo responsabile del Ministero dell'Istruzione affinché possa dedicare ai problemi che di seguito segnaliamo la necessaria attenzione. Fino ad ora, e siamo ancora allo fase di correzione delle prove scritte, sono stati presentati numerosissimi ricorsi alla giustizia amministrativa, segno del disagio di molti partecipanti per procedure che non hanno funzionato come dovevano. Abbiamo espresso critiche e formulato proposte in ogni momento in cui è stato possibile per contribuire ad evitare gli errori che sono stati commessi ed hanno prodotto un diffuso contenzioso, forti critiche e polemiche, anche sul piano della gestione politica. La responsabilità di questa situazione, che non è certamente dell'attuale Ministro, è da ricondurre interamente a chi ha gestito tutta la lunga fase di predisposizione e organizzazione del concorso. Crediamo che il nuovo Ministro debba garantire che le procedure concorsuali in atto proseguano nella massima trasparenza e nel rispetto dell'interesse pubblico, al fine di assicurare che i nuovi dirigenti scolastici prendano servizio fin dal 1 settembre 2012. E' doveroso nei confronti dei docenti che si sono impegnati in questo difficile percorso di selezione. Vanno inoltre considerate attentamente le numerose sentenze della giustizia amministrativa, tutte relative alla fase cautelare, per individuare le necessarie soluzioni ai problemi che i pronunciamenti della magistratura potrebbero determinare. Per tutte queste ragioni riteniamo indispensabile che sulla situazione del concorso per dirigenti scolastici sia attivato un confronto con le Organizzazioni Sindacali rappresentative dell'area V. In attesa di un positivo riscontro, porgiamo distinti saluti.
Il Segretario Generale FLC CGIL


www.asas.sicilia.it - La Letterina n. 310 - 9 febbraio 2012
“AIMC:Valutazione dell’insegnamento e qualità della scuola”.
░ Giuseppe Luca, direttore del periodico telematico, riporta dati emersi dall’indagine in materia di valutazione di sistema condotta da AIMC su un campione di 2000 docenti e dd.ss. I risultati sono stati presentati il 21 gennaio nell’ambito del Seminario nazionale “Valutazione de l’insegnamento”, che si è svolto presso il Centro nazionale AIMC a Roma.
Valutazione e qualità nei servizi sono due temi che prepotentemente continuano a dominare la riflessione pedagogica di questi ultimi anni con risultati, purtroppo, non sempre lusinghieri specialmente quando si confonde la valutazione con altre e diverse pratiche quali l’accreditamento, la certificazione, il controllo…..Il report finale dell’indagine “Valutazione dell’insegnamento e qualità della scuola”, basata sulla valutazione del lavoro degli insegnanti, esaminato attraverso quattro campi d’indagine: Valutare perché? Valutare che cosa? Valutare come? Chi valuta? … Valutare perché? Premesso che in questi ultimi anni si è acceso il dibattito sulla valutazione dell’insegnamento con diverse posizioni è stato chiesto di esprimere un’opinione a riguardo. Appena il 9% degli intervistati ha indicato che la valutazione dell’insegnamento deve essere finalizzata a premiare, con opportuni incentivi i docenti meritevoli mentre il 44% l’ha individuata nell’obiettivo di migliorare la qualità della scuola e dell’offerta formativa che dipende, comunque, dal miglioramento della professionalità dei docenti attraverso un’efficace formazione in servizio. Valutare che cosa? La maggioranza degli intervistati (21%) è del parere che l’elemento primario da valutare sia la competenza didattica per gli altri sono fondamentali la relazione educativa, la competenza disciplinare e la cura della formazione professionale. Valutare come? Per la grande maggioranza (74%) è necessaria l’interazione tra la valutazione interna e quella esterna, favorendo, per la valutazione interna, le griglie di autoanalisi dell’attività didattica e il sistema di autovalutazione di scuola. Sono in molti (43%), come detto, a evidenziare il collegamento tra valutazione dell'insegnamento e miglioramento dell'apprendimento degli alunni. Chi valuta? La risposta è quasi univoca: il 62% afferma che, chi valuta i docenti, deve essere un docente o comunque deve provenire dalla docenza, che sia un soggetto esterno non coinvolto nelle dinamiche degli istituti. Quanto sopra è un semplice accenno ai quattro campi d’indagine tutti, però, da approfondire analiticamente se si vuole fare chiarezza sulla problematica della valutazione dell’insegnamento che, perché collegata al miglioramento dell’apprendimento degli alunni, deve rendere concreto il dettato costituzionale che punta a garantire a ogni persona pari opportunità formative.

www.superando.it – 10 febbraio - 2012
“Perché lascia perplessi quella Sentenza in Sicilia sul sostegno”.
░ Riportiamo, in parte, la scheda n.317 pubblicata nel sito dell'AIPD e in quello di Superando, redatta da S. Nocera, vicepresidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap).
Assegnando il massimo del sostegno possibile a un alunno con disabilità, il Consiglio di Giustizia Amministrativa della Sicilia - confermando in tal senso un precedente provvedimento del Tribunale Amministrativo Regionale - lo ha fatto basandosi sulle indicazioni dell'ASL e non su quelle dei docenti. Questo - tenendo anche conto che da parte sua l'Amministrazione Scolastica continua a "tagliare" le ore di sostegno, senza fornire motivazioni di natura didattica - sta letteralmente snaturando la logica stessa dell'integrazione, fondata invece sulla presa in carico di tale progetto da parte di tutto il Consiglio di Classe, sostenuto dall'insegnante per il sostegno, al quale ne viene invece sempre più delegata l'intera formulazione e lo svolgimento. Il Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA) della Sicilia, ha rigettato, con la Sentenza n. 976 del 2 dicembre 2011, il ricorso d'appello del Ministero dell'Istruzione, confermando il precedente provvedimento del TAR (Tribunale Amministrativo Regionale), che aveva attribuito il rapporto di 1 a 1 con l'insegnante di sostegno, a un alunno con disabilità di scuola primaria privo della certificazione di gravità ai sensi dell'articolo 3, comma 3 della Legge 104/92. Il TAR si era basato sulla Sentenza 80/10 della Corte Costituzionale, secondo cui non può essere compresso dall'Amministrazione Scolastica il nucleo essenziale del diritto allo studio per motivi di riduzione della spesa pubblica. Alla base della sua decisione, il TAR aveva posto la Diagnosi Funzionale (DF) dell'ASL nella quale, pur non certificandosi la gravità, era stato indicato il rapporto di sostegno 1 a 1, confermato dal Piano Educativo Individualizzato, mentre la Commissione apposita dell'Ufficio Scolastico Regionale aveva assegnato undici ore, senza però motivare tale decisione.
Osservazioni….. La decisione del CGA siciliano lascia perplessi… sempre più le ore di sostegno vengono richieste sulla base delle indicazioni dell'ASL e non dei docenti, e che sempre più l'Amministrazione Scolastica si discosta da tali richieste, senza dare motivazioni di natura didattica. Il che sta letteralmente snaturando la logica stessa dell'integrazione scolastica, fondata invece sulla presa in carico di tale progetto da parte di tutto il Consiglio di Classe, sostenuto dall'insegnante per il sostegno, al quale ne viene invece sempre più delegata l'intera formulazione e lo svolgimento.

ItaliaOggi Sette – 13 febbraio - 2012
“Scuola, recupero in diverse mosse”.
░ Nel Piano di ammodernamento del patrimonio immobiliare sono previsti interventi di project finance e accordi pubblico-privati.
Un piano nazionale per ammodernare e razionalizzare il patrimonio immobiliare scolastico per ridurre le spese correnti; per gli interventi urgenti di messa in sicurezza delle scuole entro 60 giorni partirà invece un piano da 656 milioni, utilizzando le risorse sboccate dal CIPE il 20 gennaio scorso. Previsto anche il ricorso alla permuta per realizzare nuove scuole. E’ quanto stabilisce il dl sulle semplificazioni, che si pone l’obiettivo di avviare la procedura di adozione di un piano nazionale che dovrebbe rappresentare il momento di sintesi di una vera e seria programmazione… Sarà il CIPE, su impulso dei ministeri delle infrastrutture, dell’istruzione e dell’economia, a predisporre una proposta che dovrà essere approvata dalla Conferenza unificata entro 30 giorni… Un primo strumento per capire quali parti del patrimonio immobiliare potranno essere destinate all’attuazione del Piano sarà costituito dalla ricognizione del patrimonio immobiliare pubblico esistente…. Un secondo strumento sarà quello dell’attivazione degli interventi attraverso la costituzione di uno o più fondi immobiliari…. Un terzo strumento sarà quello della messa a disposizione di beni immobili di proprietà pubblica a uso scolastico suscettibili di valorizzazione e dismissione in favore di soggetti pubblici o privati, mediante permuta di immobili pubblici scolastici con immobili già esistenti o da edificare e destinare a nuove scuole.

ItaliaOggi – 14 febbraio - 2012
“Scoppiano le assunzioni dirette”.
░ La proposta della Giunta Formigoni: la scuola assuma i docenti per le attività aggiuntive: sindacati subito contro; possibilista il Ministro.
La giunta Formigoni vuole modificare il sistema di reclutamento del personale docente e autorizzare assunzioni dirette da parte delle scuole? … Ad aprire al progetto della giunta lombarda, il ministro dell’Istruzione… “Apriamo adesso un tavolo di confronto su questo tema, stiamo ragionando su una possibile sperimentazione nell’ambito di quella che possiamo definire un’autonomia responsabile delle scuole - ha detto Profumo – troveremo certamente una soluzione che sia per il Paese”. Parole che hanno subito scatenato la dura protesta di Cgil e Cisl scuola…. I Tirocini Formativi Attivi navigherebbero in cattive acque: i provvedimenti – secondo quanto risulta a ItaliaOggi – sono finiti sotto la scure della Corte dei Conti….

Corriere della sera - 15 febbraio 2012
“Se il posto non è fisso, il salario va rialzato”.
░ di Alberto Alesina, Andrea Ichino chiedono più salario per i lavoratori precari. Una richiesta di buon senso, suggerita dalla U.E. E i due celebri economisti notano anche: “i giovani precari non sono difesi dai sindacati”. E’ proprio ciò che l’Anief ha ben chiaro fin dalla nascita.
I benefici del posto fisso (per chi lo ha) sono ovvi. La domanda rilevante è: quanto costa la garanzia del posto fisso al singolo e alla collettività ?.... Un contratto di lavoro con salario fisso e sicurezza del posto è in qualche misura anche un contratto assicurativo…. Ma allora, perché in Italia sembra che i lavoratori precari abbiano non solo un posto insicuro ma anche una retribuzione inferiore ? Perché i lavoratori protetti, ossia i dipendenti pubblici e quelli nelle aziende sopra i 15 dipendenti sono difesi dai sindacati, mentre i giovani precari no. A loro sono lasciate le briciole in una specie di sala d’attesa in cui il giovane invecchia aspettando che qualche lavoratore protetto vada in pensione e liberi il posto sicuro.

La Repubblica (ed.Napoli) - 15 febbraio 2012
“La filosofia spiegata ai bambini”.
░ Alla FNAC, un laboratorio della docente Maura Striano che coinvolge gli alunni delle scuole
I filosofi in erba hanno dai 5 ai 14 anni. Ascoltano reading,seguono lezioni e, soprattutto, fanno tante domande. Si chiedono donve comincia e dove finisce l’universo, cosa c’è oltre la vita, se esiste Dio. A far luce nel labirinto di interrogativi e riflessioni ci pensa il progetto educativo “Philosophy for children”,…. Coordinato da Maria Striano, docente di Teorie e metodi delle Scienze umane e sociali, presso l’Università Federico II… Philosophy for children è un percorso d’introduzione al dialogo filosofico elaborato negli anni Sessanta dal prof. Americano Matthew Lipman… Con questo metodo, la classe si trasforma in una comunità di ricerca, un contesto stimolante che promuove il confronto e lo scambio di opinioni…. Materiali utilizzati sono racconti in forma dialogica con protagonisti ragazzini, adulti, animali, che si pongono domande su temi quali: verità, bellezza, natura, educazione, legalità. Testi quali “Mark” di Lipman, “Picoclo ma coraggioso” di Berrie Heesen, “Il re della foresta” di Stefano Nardone….

La Stampa - 15 febbraio 2012
“Una coda da rockstar per la tessera dei musei”.
░ Centinaia di giovani a Torino per l’abbonamento a prezzo ridotto:una convenzione per gli studenti universitari: pagano 10 euro.
Una coda da rock star. Sembrava la vigilia di un concerto, ieri davanti all’Info point della Regione, in Piazza Castello. Centinaia di giovani e un serpentone di mezzo km, dalle 10 di mattina fino al tardo pomeriggio… A radunare una folla stoica incurante del freddo è stato l’amore per l’arte e per i suoi capolavori… In poche ore sono andate a ruba 1050 tessere. Carte che danno accesso illimitato a tutti i musei della città e del Piemonte, in totale 200 tra residenze reali, castelli, giardini. In soli due mesi, 72 mila abbonamenti venduti…. A fine giornata qualcuno è rimasto a bocca asciutta. Ma tra le proteste i vertici del Senato Studenti si sono adoperati per accontentare tutti.

ItaliaOggi - 15 febbraio 2012
“Scuola, dipendenti al lavoro 3-4 anni in più”.
░ Brutte notizie per il personale scolastico che sperava di pensionarsi.
Nessuna scappatoia per i dipendenti della Scuola. Dovranno sottostare alla mannaia della riforma Fornero, anche se non è colpa loro che il servizio non sia calcolato in base all’anno solare ma all’anno scolastico. Per una differenza di pochi mesi dovranno restare al lavoro fino a tre o quattro anni in più…. ….I docenti pensionandi che dovranno rinviare l’uscita erano stimati dall’emendamento riparatore del PD in 4mila, per una copertura di circa 215 milioni di euro in tre anni… Le perplessità sono arrivate dalla Ragioneria generale: i docenti interessati sarebbero 6mila… Non bastano 215 milioni, ne occorrono 600…

Il Sole 24Ore – 16 febbraio - 2012
“Scuola e vigili, contratti liberati negli enti virtuosi”.
░ Concessa una deroga (a metà) per gli enti locali virtuosi.
Sopravvive a metà il rinvio al 2013 del dimezzamento obbligatorio per il personale a termine impiegato dagli enti locali nei servizi educativi e scolastici e nella polizia municipale. La commissione Bilancio del Senato, infatti, ha stralciato l’estensione della deroga anche agli enti che hanno sforato i vincoli di finanza pubblica, e che di conseguenza incappano nel blocco delle assunzioni. La possibilità di rinnovare per quest’anno i contratti a t.d. anche nei settori a più alta incidenza di personale a termine, quindi, è limitata agli enti in regola con gli obblighi finanziari: per gli altri resta in vigore lo stop totale alle assunzioni, a termine e non. … Rimane il fatto che, soprattutto nei settori educativi, l’incidenza dei contratti a termine è elevatissima, e il problema di fare funzionare questi settori con la tagliola del 50% è quindi destinato a riproporsi il prossimo anno.
 

www.governarelascuola.it – 5 febbraio - 2012
“Le novità per la scuola”.
░ Il IV numero della giovane rivista telematica è dedicato all’assetto delle scuole dal punto di vista giuridico-istituzionale;si articola in 4 saggi: Il Giano bifronte; Il vuoto di potere e le invasioni sindacali; Le figure di sistema; Le novità per la scuola. Riportiamo passi dell’ultimo.
Proprio negli ultimi tempi, anche nella scuola qualcosa si è mosso, e non si tratta di tagli; il 25 gennaio è ripresa alla Camera la discussione sul DDL Aprea, sulla base di un Testo Integrato del Relatore, che ha ripreso i DDL presentati da vari deputati; il 3 febbraio è stato presentato in CDM il Decreto Legge sulle semplificazioni, che prevede alcune disposizioni anche per la scuola…. Prendiamo in esame i due provvedimenti, senza pretesa di sistematicità… Il Decreto Legge “DISPOSIZIONI URGENTI IN MATERIA DI SEMPLIFICAZIONE E DI SVILUPPO” affronta moltissime questioni; le disposizioni riguardanti la scuola si trovano nella Sezione III… noi ci limiteremo all’esame dell’art.50…. Il DDL Aprea riguarda invece specificamente la scuola; si divide in tre Capi: -Governo delle istituzioni scolastiche; -Stato giuridico e reclutamento dei docenti; -Rappresentanza istituzionale delle scuole autonome… Procediamo nell’analisi per materie, considerando insieme Decreto Legge e DDL…
Il governo dell’autonomia scolastica. L’Art. 50 del Decreto Legge è rubricato “Attuazione dell’autonomia”; la finalità indicata è appunto quella di “consolidare e sviluppare l’autonomia delle istituzioni scolastiche, potenziandone l’autonomia gestionale secondo criteri di flessibilità e valorizzando la responsabilità e la professionalità del personale della scuola”;… Il DDL è molto più preciso, l’intero Capo I è rubricato “Governo delle Istituzioni scolastiche”…. all’art. 1, comma 2, alle istituzioni scolastiche è conferita la potestà statutaria, naturalmente nel rispetto delle norme generali indicate dalla legge… Se questa norma venisse approvata, sarebbe il primo passo avanti rispetto all’ attribuzione della personalità giuridica di cui alla Legge 59/1997; godere dell’autonomia statutaria significa per la scuola autonoma potersi auto-organizzare non solo a livello didattico, ma anche a livello di assetto gestionale. Le scuole hanno autonomia piena, la potestà statutaria non è sindacabile, salvo il potere di scioglimento del Consiglio di Indirizzo da parte dell’organo tutorio in caso di grave inadempienze. Le scuole diventano così delle vere e proprie istituzioni, molto vicine agli Enti Pubblici non economici; viene da domandarsi: perché non dire le cose con chiarezza, perché non dare finalmente una definizione “chiara e distinta” della scuola autonoma? Nelle bozze del Decreto circolate la scorsa settimana, c’era un comma che a leggerlo ci ha fatto sognare; per la verità, riguardava solo i Convitti Nazionali, ma basterebbe riesumarlo ed applicarlo alle scuole autonome tout court, non solo ai Convitti: “I convitti nazionali e gli educandati femminili dello Stato, ridenominati collegi italiani internazionali, sono istituzioni a ordinamento speciale con personalità giuridica di diritto pubblico e autonomia amministrativa, finanziaria e patrimoniale e con potestà statutaria, sottoposti alla vigilanza del Ministero dell’Istruzione”….
L’organico funzionale. Nel Decreto Legge viene istituito l’organico funzionale, non solo di scuola, ma anche di rete, organico che dovrebbe avere una stabilità triennale, a parte gli adattamenti annuali. E’ chiaro che siamo in presenza di uno degli aspetti fondanti dell’autonomia scolastica, ma il riferimento alla invarianza di spesa fa temere che si tratti di pure enunciazioni di principio; se però venisse anche solo delineato un nuovo sistema di definizione degli organici, sarebbe un grosso passo in avanti, in attesa di tempi migliori per quanto riguarda le risorse. Legato agli organici è il discorso del reclutamento del Personale; il Decreto Legge non ne parla, ma il DDL Aprea fissa un paletto fondamentale, all’art. 13, comma 1: “Il reclutamento dei docenti delle scuole di ogni ordine e grado avviene mediante concorsi per titoli banditi dalle reti di scuole”. Finalmente, si riporta nell’alveo della scuola autonoma il reclutamento del personale e compare di nuovo il concetto di rete, ben presente anche nel Decreto Legge.
Le reti. L’aspetto più innovativo del Decreto Legge è senz’altro quello della istituzionalizzazione delle reti, che non è finalizzata solo alla gestione di una parte dell’organico, ma è ad ampio spettro, come chiaramente detto nella lettera c) del citato art. 50 del Decreto Legge:
“…costituzione, previa intesa con la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, di reti territoriali tra istituzioni scolastiche, al fine di conseguire la gestione ottimale delle risorse umane, strumentali e finanziarie.” Per la prima volta viene stabilita una espansione territoriale dell’autonomia scolastica in modo formale ed istituzionale, con l’obiettivo di ottimizzare l’utilizzazione delle risorse disponibili nella gestione dell’offerta formativa sul territorio. Importante anche la previsione di un’intesa con la Conferenza Unificata, date le competenze che la Costituzione prevede in materia per Regioni ed EE.LL. A questo proposito, costituisce un netto passo indietro il Capo III del DDL Aprea, fatto del solo articolo 17, che affida la rappresentanza istituzionale delle scuole autonome a dei “Consigli delle autonomie scolastiche”, senza accorgersi di cadere in una vera e propria contraddizione logico-giuridica, perché un’istituzione non può essere rappresentata che da se stessa, non da fantomatici OO.CC. territoriali, sia pure eletti dai soli Dirigenti e presidenti dei Consigli di Indirizzo…..

TuttoscuolaNEWS n. 522 - 6 febbraio 2012
“Monti: il posto è mobile”.
░ Sulla parola “monotonia”, Tuttoscuola commenta con indulgenza.
C’era forse un sottile velo di amichevole ironia nella battuta (“che monotonia il posto fisso, è bello cambiare…”), che è costata a Mario Monti le rampogne quasi unanimi dei sindacati e di molti precari frequentatori dei social network, ma nei giorni successivi il dibattito ha finito per concentrarsi sulla  prima parte della frase pronunciata dal premier nell’intervista a Matrix, di cui la citata battuta era solo la parte finale: “I giovani devono abituarsi al fatto che non avranno un posto fisso per tutta la vita. Tra l’altro, che monotonia…”. Per evitare polemiche, anche strumentali, Monti ha poi detto di non sottovalutare affatto l’importanza del posto fisso, ma ha insistito, insieme alla ministra competente in materia di lavoro, Elsa Fornero, sul fatto che le tendenze evolutive del mercato del lavoro nazionale e internazionale portano a ritenere che la mobilità dei lavoratori sarà in futuro la regola, e non l’eccezione, come lo è stata in Italia per un lungo periodo….. Quanto alle obiezioni provenienti dal mondo della scuola, soprattutto dai precari, la cui primaria aspirazione è quella di avere un posto fisso, si potrebbe rispondere che anche per loro, una volta stabilizzati - come per il personale di ruolo - si porrà con urgenza un problema di mobilità, non più in senso territoriale ma professionale: alla scuola italiana serviranno sempre di più insegnanti a professionalità arricchita, figure di staff, specialisti in software educativo e valutativo, insomma una variegata tipologia di docenti, con funzioni e competenze differenziate, capaci di soddisfare le nuove esigenze formative dei giovani del XXI secolo. La mobilità ci sarà, auspicabilmente, tra queste diverse figure professionali.

Libero - 7 febbraio 2012
“Ma la figlia di Elsa lavora con Mammà”.
░ Predicano bene e razzolano male: si moltiplicano gli indizi deludenti. Da parte nostra una riflessione. E’ nota la correlazione positiva tra status socioeconomico dei genitori e qualità della posizione lavorativa dei figli. Nell’Egitto dei faraoni, scribi e sacerdoti se la passavano meglio ancora, sulla schiena del popolo; e così nel Medioevo. Poi c’è stata la Rivoluzione Francese… Ma in certe enclave della società non è arrivata. La detta correlazione suggerisce che una quota della sfiga di quelli che un giovin signore ha definito “sfigati” va addebitata al fatto che i loro genitori non esercitano potere, o perché non ne hanno o perché sono…. (ognuno completi secondo la propria visione delle cose). In questa fase di ristrettezza economica che minaccia di essere un trend, urge attivare strumenti di analisi che verifichino la correlazione statistica.
Silvia insegna nella stessa università del ministro e fa ricerca in una fondazione torinese… Silvia Deaglio, figlia del ministro del Lavoro Elsa Fornero e dell’editorialista della Stampa mario Deaglio… I ragazzi italiani, inguaribili bamboccioni, vogliono lavorare vicino mamma e babbo ? Sacrosanto. Infatti Silvia Deaglio lavora proprio accanto ai genitori. Stessa regione, stessa provincia, stessa città, stesso ateneo….La giovane signora…, classe 1974 è professore associato alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Torino. Guarda caso, il medesimo tempio del sapere in cui insegnano sia mamma Elsa che papà Mario. Per vincere la monotonia, laragazza si è ritagliata il tempo per un secondo impiego: quello di responsabile unità di ricerca della fondazione HuGeF…. La fondazione di cui sopra è sovvenzionata dalla Compagnia di San paolo, di cui mamma Elsa è stata vicepresidente tra il 2008 e il 2010…. Silvia Deaglio offre il destro per dare ragione anche a un altro esponente del governo, cioè Michel Martone, secondo cui chi non è ancora laureato a 28 anni è uno sfigato….Infatti, la bionda Silvia a quell’età aveva già accumulato una marea di diplomi…. Si è subito distinta per la capacità di ottenere fondi per la ricerca….Come ha documentato Thomas Mackinson sul Fatto Quotidiano…, quasi un milione di euro in due anni… Poi altro denaro dalla Regione Piemonte… Sempre tra il 2008 e il 2009, la Deaglio jr si è guadagnata 120mila euro in due tranche dalla Fondazione San Paolo….

ItaliOggi - 7 febbraio 2012
“Organici. Riecco il tetto di Tremonti”.
░ Al riesame in CdM, il Decreto Semplificazione e Sviluppo subisce una frenata nell’articolo sull’autonomia scolastica, in quanto il Tesoro ne impone la riformulazione. Così, almeno, dalle indiscrezioni di stampa. Riportiamo quella pubblicata su ItaliaOggi; secondo Alessandra Ricciardi, per l’a.s. 2012/13 il governo non autorizzerà incrementi di spesa.
Erano stati in molti a contarci. A sperare che attraverso la riforma dell’organico funzionale si potessero trasformare a t.i. molti più posti di quelli che saranno stati lasciati liberi con i pensionamenti già il prossimo anno. A farlo credere, le prime versioni del dl di semplificazione e sviluppo. Che venerdì scorso è tornato per l’approvazione finale in CdM. Modificato rispetto al primo via libera, tra altro, nella parte riguardante la scuola e l’università. Tra le norme riscritte c’è infatti l’art.50 del decreto, intitolato inizialmente “Autonomia responsabile” e ora “Attuazione dell’autonomia”. Un cambio di titolo a cui corrisponde anche un cambio sostanziale di quei contenuti che lasciavano intravedere la stabilizzazione di 70mila unità. Non è così. Il testo finale del decreto legge, che è atteso tra oggi e domani in G.U. per la pubblicazione, attenua la portata delle disposizioni sull’organico funzionale. E soprattutto ridà peso al dl 112/2008… con cui l’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti avviò la riforma della scuola di Mariastella Gelmini con un taglio di 11omila posti e 8 miliardi di risparmio…. Il tetto agli organici sui quali fare assunzioni anche a t.i., fissato da Tremonti, al netto dei tagli fatti, per il prossimo anno corrisponde a quello che si è riscontrato nell’organico di diritto dell’a.s. 2011/12. Il personale della scuola dovrà infatti garantire, come prevede il decreto 112, che a decorrere dal 2012 ci siano risparmi per 3.188 milioni di euro annui… E’ sparito, poi, dall’articolo finale, il riferimento ai 10mila posti in più proprio per l’organico funzionale….

ItaliOggi - 7 febbraio 2012
“Il TAR di Latina ha emesso la prima sentenza definitiva in materia di sostegno”.
░ Si riferisce di una sentenza del TAR di Latina in materia di sostegno scolastico e diritto allo studio dei ragazzi disabili.
Con sentenza n.1075 emessa il 3 febbraio, i giudici amministrativi hanno accolto il ricorso presentato da trenta famiglie pontine, sostenute dalla Gilda Insegnanti di Latina, riconoscendo che le ore di sostegno destinate ai loro figli, studenti diversamente abili, non sono abbastanza e vanno reintegrate. …. Erano stati i tagli imposti dal vecchio Governo a portare le famiglie a richiedere l’intervento del Tar visto che sono cambiate notevolmente le proporzioni di alunni disabili per docente, in alcuni casi si arriva anche a un docente per tre ragazzi. Queste trenta famiglie si aggiungono alle più di cento in provincia che hanno visto approvato il ricorso al Tar lo scorso anno. E al momento sono già pronti almeno altri 70 ricorsi, anche in questo caso con ogni probabilità, il tribunale amministrativo del Lazio darà ragione alle famiglie dei ragazzi disabili.

www.ilsussidiario.net/News - 8 febbraio 2012
“D’Oria: salute dei docenti a rischio, Monti e i sindacati non fanno nulla?”.
░ Il corpo docente rientra tra categorie le cosiddette helping profession, risultando esposta ad usura psicofisica. L’intervistato, il dott. Vittorio Lodolo D’Oria opera, in seno alla Fondazione IARD, nel campo della prevenzione del burnout dei docenti. Ottenuta l’attenzione e il riconoscimento del Miur (D.G.per il personale scolastico, Prot. 419/uff.VII, 13/12/05), è impegnato in progetti presso le scuole.
D. Se le conseguenze da stress lavoro-correlato sono difficilmente riconoscibili ad occhi non allenati a leggere segni e sintomi del disagio mentale professionale (Dmp), chi può stabilire quando preoccuparsi?
R. Il d.s., e non altri, è sempre colui che ha il compito di riconoscere il disagio e gestirlo di conseguenza. Le espressioni (sintomatologia e segni clinici) del Dmp sono abbastanza stereotipate e piuttosto facilmente riconoscibili se si è a conoscenza del fenomeno… Di fronte al sospetto di Dmp non si deve perdere tempo, ma valutare celermente tutti gli elementi a disposizione raccogliendo – con estrema discrezione – testimonianze e documentazione pregressa: ciò è utile a chiarire il quadro. Il conseguente invio alla Commissione medica di verifica (Cmv) per un accertamento medico d’ufficio deve poi essere corredato, a norma di legge, da una sintetica e significativa relazione d’invio al Collegio medico competente. Ogni elemento significativo riportato nella relazione deve essere suffragato da testimonianze e allegati alla relazione stessa…
D. Cosa pensa di ciò che il Miur sta facendo in merito…?
R. Né con la Gelmini né con l’attuale ministro la situazione sta migliorando. Le nuove tutele sulla salute dei docenti e sulla prevenzione dello Slc sono completamente inascoltate. A fronte del decreto 81/08 che contempla interventi di prevenzione contro l’usura psicofisica nelle cosiddette helping profession, nulla è stato fatto.
www.interdependence.eu - 8 febbraio 2012
“La mania divina di David Maria Turoldo”.
░ A vent’anni dalla morte di David Maria Turoldo, il periodico telematico “Interdipendence. Radici nell’umanità” dedica un numero monografico alla sua memoria. Riportiamo l’articolo di Ermis Segatti.
Tra i proclamatori di Gesù è senza dubbio da annoverare David Maria Turoldo. Di lui fu detto che aveva una sola e costante ispirazione: la fede o quella che egli stesso chiama ‘mania divina’ (Canti Ultimi, Garzanti, Milano 1991, p. 151). Perciò alcuni lo ritengono non indebitamente il poeta e lo scrittore per eccellenza della religione proclamata sui tetti della società secolare. Ma questa affermazione non deve trarre in inganno semplificando un profilo di scrittore che fu costantemente contrassegnato anche dal tormento del dubbio e dalle inquietudini della coscienza di fronte a Dio, tanto che egli potrebbe figurare opportunamente tra i cantori del Deus absconditus, come affiora in particolare nei suoi Canti Ultimi, ma non solo. Si veda, ad esempio, questa preghiera che irrompe improvvisa a commento della prima lettura della XXV Domenica del Tempo ordinario (anno A): “Dio, sei il mio respiro / e non so chi tu sia: / lo dica qualcuno, dica almeno / cosa è il respiro. // Dio, ho paura perfino di urtarti / tanto mi sei vicino: / e non dove tu sia, / dove incontrarti. // Dio, ho paura e ti amo / perché mi salvi da ogni paura: / Dio, mia pace, mia gioia... / E mia terribile notte. // Dio vicino assente lontano: / io ti parlo e tu muto come lapide bianca, / o infinito silenzio. // Eppure solo tu sai / il numero dei miei capelli / e il numero dei giorni miei : tu solo! / Ma chi sei?, Signore, Chi sei?” (Opere e giorni del Signore, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo, 1989p. 490). In Anche Dio è infelice (Piemme, Casale Monferrato 1992), scritto due anni prima della morte, si legge tra l’altro: “E’ il silenzio la parte più grande di tutto il mistero di Cristo. Il silenzio di Dio; il silenzio della creazione; e della notte: Il silenzio dei tabernacoli. Silenzio, grembo dei mondi... E poi: come dire Dio e che cosa dire? Dio che tace non è già un annuncio? Tanto più che è difficile dire se Dio sia un suono oppure il silenzio ... Di contro non stanno che le nostre parole sfocate; i nostri discorsi inutili e interminabili; e tutti uguali, questo gran dire, che poi non muta nulla, non trasforma, non fa soffrire nessuno.... Io penso veramente che Cristo abbia sofferto di più nel decidersi a parlare che nell’accettare la passione. Articolare un mistero dentro sillabe; dare un suono al silenzio; creare un’immagine a ciò che è al di là di ogni immagine: questa la grande impresa di Gesù” (pp. 21-24). Questi motivi trovano il loro punto culminante sia autobiografico (nella lucida consapevolezza della morte imminente) sia lirico lungo le poesie raccolte nella sezione centrale dei Canti Ultimi….
Egli parte da una dolorosa constatazione: dalla creazione in poi Dio ha scelto il silenzio, ha deciso di oscurare l’ onnipotenza di fronte al dolore del mondo: “... ogni creatura / ti muore tra le mani, / nel mentre che si forma / e fiorisce ... // ... tue gesta sono / il filo d’erba sulle macerie / il raggio d’una stella da millenni / già spenta e le perle / di rugiada nel prato all’alba.” E’ in questo ampio scenario cosmico che si inserisce organicamente la sequenza di brevi e serrati componimenti sulla passione di Gesù: “E pure il tuo figlio / il divino tuo figlio, il figlio / che ti incarna, l’amato / unico figlio uguale / a nessuno, anche lui / ha gridato / alto sul mondo: / ‘Perché ... ?’ / Era l’urlo degli oceani / l’urlo dell’animale ferito / l’urlo del ventre squarciato / della partoriente / urlo della stessa morte: / ‘perché?’ / E tu non puoi rispondere / non puoi.... / Condizionata onnipotenza sei! / pretendere altro è vano. // T’invocava con tenerissimo nome: / la faccia a terra / e sassi e terra bagnati / da gocce di sangue: / le mani stringevano zolle / di erba e fango: / ripeteva la preghiera del mondo: / ‘Padre, abbà, se possibile’ ... / Solo un ramo d’olivo / dondolava sopra il suo capo / a un silenzioso vento ... // Ma non una spina Tu / gli levasti dalla corona. / Trafitto anche il pensiero: / non può , non può lassù / il pensiero non sanguinare! / Oh, le ferite della mente! // E non una mano / gli schiodasti dal legno: / che si tergesse / dagli occhi il sangue / e gli fosse dato / di vedere / almeno la Madre / là / sola ... // Perfino potenti / e maestri di ferocia / e gente, al vederlo / si coprivan la faccia. ./ E lui a fluttuare / dentro una nuvola: / dentro / la nuvola del divino / Nulla! / E dopo / solo dopo / Tu e noi / a ridargli la vita.// No, credere a Pasqua non è / giusta fede: / troppo bello sei a Pasqua! / Fede vera / è al venerdì santo / quando Tu non c’eri / lassù! / Quando non una eco / risponde / al tuo alto grido / e a stento il Nulla / dà forma / alla tua assenza”. La parola poetica su Dio e su Gesù di David Maria Turoldo è pressoché sterminata e prorompe spesso all’interno della produzione in prosa, come del resto si sprigionava improvvisa nella sua comunicazione orale. Una delle imprese maggiori è la consegna in versi delle preghiere alla liturgia festiva (Opere e giorni del Signore), oltre al costante esercizio poetico sui Salmi, da lui splendidamente tradotti in collaborazione con G. Ravasi (I Salmi. ‘Lungo i fiumi...’). …Tra i vari momenti di irruzione poetica intercalati alla traduzione dei salmi, affiora questo commento al versetto 5 del salmo 26 (25) ‘In acqua purissima lavo le mani’, commento che presuppone il contesto liturgico dell’Offertorio, recitato in latino nella celebrazione della Messa secondo il rito romano prima della riforma del Concilio Vaticano II: “Mi sorprendono queste mani / protese in favolosi spazi; / costellazione di ori e di sangue. / Brilla la croce uguale a una spada / e la terra è tutta una ferita, / una montagna di marmo è l’altare / e la chiesa vuota, immensa. / Io ho gridato l’augurio al popolo / ma risposta nessuna è venuta / a sostegno del mio ardimento / assurdo: l’eco dei passi e la voce / infranta sotto gli archi muti … / Ora, dunque, la parola alle mani / che tracciano gesti indicibili”.

ItaliaOggi - 9 febbraio 2012
“Profumo ci ripensa: niente nuovi precari in graduatoria”.
░ Con Francesco Profumo, sulle montagne russe: in alto alto (i 23 mila abilitati che attendono di essere inseriti nelle GE; i 70mila docenti circa che avevano visto prospettarsi la stabilizzazione nell’organico dell’autonomia), in basso basso (il ministro ha ripensamenti: si adducono i soliti motivi di cassa, come al tempo del duo Gelmini-Tremoni). Riportiamo l’indiscrezione di fonte solitamente bene informata.
Per il momento è solo una voce…. Se le indiscrezioni saranno confermate, pare proprio che il ministro Profumo ci abbia ripensato: se alla Camera aveva dato il via libera alla proposta di modifica (PD) che riapre le graduatorie dei docenti precari aspiranti prof., al Senato no…. Il PD,alla Camera, aveva argomentato la necessità di dare uno sfogo anche a prof abilitati che rischiavano di restare ingiustamente fuori. E il governo, acquisito l’ok di Profumo aveva dato il via libera. Ora però sta emergendo che il ministro sarebbe di avviso contrario; si adducono anche ragioni finanziaria di mancata copertura della norma…..

Miur – Ufficio Stampa - 9 febbraio 2012
“Agenda digitale: la cabina di regia accelera il programma italiano”.
░ Tra marzo e giugno saranno definiti i principali interventi, in raccordo con le strategie europee
E-government, E-commerce e Smart communities. E ancora, Alfabetizzazione informatica, Ricerca e Investimenti, Infrastrutture e Sicurezza. Sono questi i sei assi su cui si articolerà l’Agenda digitale italiana, attraverso altrettanti gruppi di lavoro. Questo pomeriggio si è insediata la cabina di regia che avrà il compito di accelerare il percorso di attuazione dell’agenda in raccordo con le strategie europee, predisponendo una serie di interventi normativi da attuare tra marzo e giugno prossimi. Alla riunione erano presenti, tra gli altri, i ministri Corrado Passera (Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti), Filippo Patroni Griffi (Funzione Pubblica) e Francesco Profumo (Istruzione, Università e Ricerca). Presenti, inoltre, il sottosegretario all’Editoria Paolo Peluffo e i rappresentanti del ministero dell’Economia e delle Finanze e della Coesione Territoriale. I sei gruppi di lavoro, suddivisi in base ai principali obiettivi della strategia, agiranno in raccordo diretto con i ministri. Ognuno di essi sarà coordinato dai referenti del ministero che sarà maggiormente coinvolto, per quel determinato tema, ma vedrà la collaborazione di tutti gli altri dicasteri che partecipano alla cabina di regia. Inoltre, potranno partecipare anche esponenti di altri ministeri. In aggiunta, saranno organizzati gruppi di lavoro tematici che coinvolgeranno, di volta in volta, i principali attori del settore. Sia pubblici che privati. Nello specifico, i sei gruppi di lavoro riguardano: Infrastrutture e sicurezza, coordinato dal Mise; E-Commerce, coordinato dal Mise e dal Dipartimento per l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri; E-government e Open data, coordinato da Miur e Mfp; Alfabetizzazione informatica, coordinato da Miur e Mfp; Ricerca e investimenti, coordinato da Miur e Mise; Smart Communities, coordinato da Miur e Ministero della Coesione. Ciascun gruppo di lavoro dovrà, preliminarmente, censire le iniziative in corso. Quindi recepire l’agenda europea, individuare le migliori pratiche, ricostruire una visione strategica, definire il quadro finanziario di riferimento, predisporre le azioni normative e progettuali e valutare le relative ricadute.

AVVENIRE - 10 febbraio 2012
“Troppi stop, anno scolastico arischio”.
░ Il governo potrebbe “sanare” le situazioni in cui non si arriva ai 200 giorni di lezione per effetto delle pause imposte dal maltempo.
Ancora lezioni e attività didattiche sospese a causa della neve e del freddo record… Spesso i collegi dei docenti programmano almeno 4 giorni di riserva oltre i 200 minimi previsti dalla legge per il riconoscimento dell’a.s. In questo caso, però, sopratutto in alcune regioni, lo stop alle lezioni rischia di andare ben oltre questo “pacchetto” di sicurezza…
E il ministro si sta già muovendo… monitorerà, assieme agli UU.SS.RR. la situazione regione per regione… Al ministero sarebbero orientati a validare comunque l’a.s., anche laddove non è stato rispettato il tetto minimo…

 

www.asas.sicilia.it - La Letterina n. 308 - 26 gennaio 2012
“Concorso dd.ss. e Consiglio di Stato: una corsa a ostacoli”.
░ Sul delicato tema, di massima attualità, riportiamo - di una nota del d.s. Salvatore Indelicato - la parte conclusiva, nella quale il vicepresidente regionale ASASi evidenzia l’ingorgo giudiziario dinanzi il quale s’è venuto a trovare il ministro Profumo. Riportiamo, altresì, una nota redazionale dal titolo emblematico: “Che succede adesso ?”
…. il Consiglio di Stato da ragione a un gruppo di ricorrenti che erano stati esclusi nel primo grado e che invece andavano ammessi. Incredibile! E come la mettiamo ora che le prove si sono svolte e che quindi questi signori non vi hanno potuto partecipare? Facciamo una sessione suppletiva solo per loro come si fa agli esami di maturità? E se le ordinanze dovessero continuare a pioggia facciamo una prova suppletiva al mese sino a quando il Consiglio di Stato non esaurisce la batteria di appelli? Oppure si azzera tutto e si ricomincia daccapo come al gioco dell’oca? Leggete bene il dispositivo dell’ordinanza del CdS n. 67 dell’11.1.2012 che dice: “Considerato che, ad un primo esame, l’appello cautelare in epigrafe appare meritevole di parziale accoglimento laddove ha rilevato - per un verso - il carattere obiettivamente erroneo di alcuni dei quiz somministrati e - per altro verso - l’alta probabilità che, in assenza degli errori in questione, l’appellante dott. Cristofari avrebbe potuto accedere al prosieguo delle prove concorsuali. Considerato, tuttavia, che dall’esame degli atti di causa emerge che tale probabilità sussistesse solo per l’appellante dott. Cristofari (il quale aveva totalizzato 75 punti, a fronte degli 80 necessari per essere ammessi alla prova scritta), e non anche per gli altri appellanti, i quali avevano riportato punteggi inferiori. Tenuto anche conto del fatto che gli interessati hanno già partecipato alle prove scritte, in base al decreto cautelare del Presidente di questa Sezione; Sussistono giusti motivi per disporre l’integrale compensazione delle spese di lite fra le parti. P.Q.M. Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Sesta) accoglie l’istanza cautelare in epigrafe, e, per l’effetto, in riforma dell’ordinanza impugnata, accoglie l’istanza cautelare formulata dinanzi al T.A.R. in relazione alla posizione dell’appellante dott. Cristofari. Respinge l’istanza in relazione alle posizioni degli altri appellanti. Spese compensate. Il pallino passa ora al neoministro Profumo che si trova dinanzi a una scelta difficile e cioè mettere delle pezze continue alla procedura con le sessioni suppletive oppure azzerare tutta la procedura e rinnovarla ex novo. CHE SUCCEDE ADESSO?... questo concorso è nato male per la incredibile serie di “pasticci” fatte dal MIUR nell’organizzare i test; il Consiglio di Stato questa volta individua veramente il fumus boni iuris quando dice che il ricorrente poteva superare la preselezione se tutti i test fossero stati formulati correttamente. Chi aveva invece un punteggio troppo basso, per cui non avrebbe mai potuto superare la preselezione, viene escluso. Un’altra cosa: il concorso non può non andare avanti, le ordinanze e le sentenze vanno rispettate, la politica se ne deve stare alla larga, a meno che non debba intervenire per sanare situazioni assurde causate dalla magistratura (Sicilia docet …).

www.aipd.it - Scheda n. 361 - 26/01/2012
“Il TAR Molise aumenta le ore di sostegno, ma nomina un consulente tecnico per l'accertamento del danno esistenziale”
░ Riportiamo la scheda, opera di Salvatore Nocera, responsabile Area Normativo-Giuridica - Osservatorio Scolastico sull’Integrazione dell’AIPD
Il TAR Molise con sentenza n°970 depositata il 19 Dicembre 2011 ribadisce l’annullamento del provvedimento di una scuola primaria che in esecuzione di assegnazione di ore da parte dell’Ufficio Scolastico Regionale, aveva assegnato 6 ore di sostegno in luogo delle 24 richieste dalla famiglia sulla base delle risultanze del Profilo Dinamico Funzionale. La sentenza definisce in modo analogo altri due casi, ma mi soffermo su questo perché esso è più semplice e sintomatico. La sentenza, come già il TAR Molise aveva fatto in precedenza, è fondata sul “difetto di motivazione” del provvedimento annullato …, dal momento che, malgrado la richiesta conseguente al Profilo Dinamico Funzionale, le 6 ore sono state assegnate senza alcuna motivazione da parte né dell’Ufficio Scolastico né della scuola. Né può dirsi che la motivazione esplicita o implicita stia nella necessità di tagli alla spesa scolastica, dal momento che, come afferma -il TAR, la Sentenza della Corte Costituzionale n° 80/10 stabilisce che nessun vincolo di bilancio può comprimere il nucleo essenziale di un diritto costituzionalmente garantito come quello delle ore di sostegno indispensabili per il diritto allo studio degli alunni con disabilità. Ovviamente la sentenza del TAR condanna l’Amministrazione soccombente alla rifusione delle spese di causa sostenute dalle famiglie. Circa invece la richiesta di risarcimento dei danni biologici conseguenti al mancato numero di ore di sostegno, il TAR, distaccandosi da un orientamento che sembrava ormai consolidato, non ha stabilito equitativamente la condanna dell’Amministrazione ad una somma pecuniaria, … ; ha invece nominato un consulente tecnico di ufficio che dovrà accertare se, dato lo stato di salute indicato nella documentazione sanitaria agli atti, l’alunno ha subito un aggravamento a causa del comportamento omissivo dell’Amministrazione. In vero ciò, pur non pregiudicando l’immediatezza dell’aumento delle ore di sostegno, rende più gravosa la situazione delle famiglie che debbono anticipare le spese per il consulente d’ufficio e, se vogliono, anche di uno di parte; laddove il consulente tecnico d’ufficio ritenesse che non vi siano stati danni, per questa parte del ricorso le famiglie risulterebbero soccombenti, dovendosi non solo accollare le spese sostenute, ma anche quelle di giustizia. OSSERVAZIONI. Questo precedente dovrà fare riflettere le famiglie, prima di inserire in ricorso anche la richiesta di risarcimento del danno, se hanno prove sufficienti o se non convenga rinunciare a tale richiesta. Ciò mi sembra una riduzione della sfera di libertà di esercizio di azione giudiziale, dal momento che comunque un danno in se ipsa sussiste: la sofferenza dell’alunno per essere rimasto non sufficientemente sostenuto in classe; danno fin qui liquidato equitativamente, senza necessità di sottoporre a perizie il minore, cosa che comunque costituisce un’intrusione nella sfera più profonda della sua delicatissima personalità.

www.governarelascuola.it - 29 gennaio 2012
“Il programma annuale 2012. Alcune criticità”.
░ Riportiamo un passo della nota che apre il numero di questa settimana del periodico elettronico diretto da Pietro Perziani:valuta positivamente la proposta di organico “di rete” di cui al Decreto Semplificazioni.
Finalmente anche nella scuola qualcosa si muove e non si tratta di tagli. Alla Camera è ripresa la discussione sul DDL Aprea, sulla base di un Testo Integrato del Relatore senz'altro migliore del testo iniziale; si potrebbe dire che anche questo è uno dei buoni frutti del clima di maggiore collaborazione che si è venuto a creare tra le maggiori forze politiche dopo la nascita del Governo Monti. Nel Decreto Legge sulla semplificazione c’è anche la scuola, con una novità che per chi scrive è fondamentale: oltre all’organico di scuola, è previsto un organico di rete finalizzato “alle esigenze di integrazione degli alunni diversamente abili nonché di prevenzione dell’abbandono e di contrasto dell’insuccesso scolastico e formativo”. Non solo, è prevista una vera e propria istituzionalizzazione delle Reti: “Al fine di favorire la gestione ottimale delle risorse umane, strumentali e finanziarie, le istituzioni scolastiche costituiscono reti territoriali sulla base di linee guida definite a livello nazionale dal Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, d’intesa con la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.”

ItaliaOggi - 31 gennaio 2012
“Incidenti, Inail asso piagliatutto”.
░ Saltano gli attuali istituti giuridici, in primis equo indennizzo e pensione privilegiata. Il decreto applicativo del Salva-Italia svelerà perdite e benefici delle nuove procedure. (di Franco Bastianini)
Con un tratto di penna sono stati abrogati istituti giuridici in vigore da oltre 60 anni, ai quali facevano ricorso, in caso di infortunio in servizio o per causa di servizio o per avere contratto una malattia professionale, i pubblici dipendenti, ivi compreso il personale del comparto scuola. L’art.6 del dl 6 dicembre 2011 n.201, come modificato dalla l. di conversione 22 dicembre 2011 n.214, ha disposto, infatti, l’abrogazione degli istituti dell’accertamento della dipendenza dell’infermità dacausa di servizio, del rimborso delle spese di degenza per causa di servizio, dell’equo indennizzo e della pensione privilegiata. Per espressa volontà del legislatore, l’abrogazione non si applica nei confronti del personale appartenente al comparto sicurezza, difesa, vigili del fuoco e soccorso pubblico…..L’abrogazione non si applica, inoltre, ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore del decreto, ai procedimenti per i quali alla suddetta data non sia ancora scaduto il termine di presentazione della domanda, nonché ai procedimenti instaurabili d’ufficio per eventi occorsi prima della predetta data…..

Press-IN anno IV / n. 216 - 1 febbraio 2012
“Sostegno. Quella discutibile decisione del tribunale di Udine”.
░ Riportiamo alcune delle valutazioni fatte da Salvatore Nocera (Vicepresidente nazionale della FISH, Responsabile del Settore Legale dell'Osservatorio Scolastico dell'AIPD) in un scheda pubblicata nel sito dell'AIPD, e che ha avuto risonanza su www.superando.it; www.infohandicap.org; Press-IN).
Non è la stessa cosa avere sei ore di sostegno svolte dallo stesso docente specializzato e averle svolte, invece, da due docenti non specializzati: sta in questo l'aspetto più discutibile di una recente decisione del Tribunale di Udine, che ha capovolto il precedente provvedimento del giudice monocratico…. Da questa vicenda processuale, per altro, si possono certamente trarre alcuni utili insegnamenti. Una famiglia friulana viene a sapere solo nel mese di febbraio del 2011 che le ore di sostegno assegnate al figlio - frequentante la scuola primaria - sono state ridotte a sedici, rispetto alle ventidue assegnate nell'anno precedente e riconfermate nel PEI (Piano Educativo Individualizzato) per l'anno in corso. Decide quindi di reagire contro questa palese ingiustizia e scorrettezza di informazione, promuovendo un ricorso al Tribunale Civile per discriminazione, ai sensi della Legge 67/06…
Di fronte al giudice monocratico, la famiglia ottiene ragione, dal momento che la riduzione delle sei ore di sostegno crea discriminazione rispetto agli altri alunni che non hanno subito alcuna riduzione di orario di docenti… Conseguentemente, il Ministero dell'Istruzione viene condannato… E tuttavia l'Amministrazione soccombente decide di proporre reclamo al Collegio il quale, con l'Ordinanza n. 1245/11 del 12 gennaio scorso, capovolge il precedente verdetto… In sostanza, a capovolgere la decisione è la testimonianza resa da due docenti, secondo i quali all'alunno cui erano state tolte le sei ore di docenza specializzata, ne erano state comunque assegnate altre sei (quattro più due) di due docenti non specializzati… Se il ricorso fosse stato trattato avanti al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) - come la quasi totalità delle azioni derivanti dalla riduzione di ore di sostegno - tra i motivi del ricorso stesso sarebbe stato prospettato quello di violazione di legge - nella fattispecie l'articolo 14, comma 1 della Legge 104/92 e l'articolo 1, comma 75 della Legge 662/96 -, che assicurano il diritto alla continuità didattica, nonché la violazione dell'articolo 13, comma 6 della citata Legge 104/92, che stabilisce il diritto alla priorità di ottenere un docente specializzato rispetto a quelli non specializzati…. Nel ricorso per discriminazione, però, questi motivi non possono essere addotti… Personalmente, da questa strana vicenda processuale traggo la convinzione che l'azione antidiscriminatoria per riduzione di ore di sostegno, ai sensi della Legge 67/06, non offra tutte le garanzie processuali che può ottenere un normale ricorso al TAR, dal momento che il Tribunale Civile deve limitarsi ad accertare l'esistenza o meno della discriminazione, senza poter entrare nell'esame di vizi di legittimità dell'attività dell'Amministrazione…. Le famiglie sono costrette a rivolgersi alla Magistratura, per ottenere forzosamente ciò che la scuola dovrebbe spontaneamente fornire, conformemente alla sua natura pedagogica. Ma siamo sicuri che tale natura pedagogica non sia ormai inficiata da ragioni diverse, come quelle di riduzione - a tutti i costi umani - della spesa per la scuola pubblica?

Il Sole 24Ore - 1 febbraio 2012
“Stallo sulle semplificazioni”.
░ I tecnici del ministero della Pubblica Amministrazione e quelli della Ragioneria Generale dello Stato lavorando al testo del “Semplificazioni”, frenano sull’autonomia scolastica; e ci pareva…. E’ una pessima maniera, consueta per il due Tremonti-Gelmini, di delegare questioni di rilevanza politica prioritaria nella Scuola.
Ultime limature tecniche sul decreto Semplifica-Italia approvato venerdì scorso dal CdM…. Le novità contenute nella versione originaria del Dl non erano di poco conto, visto che puntavano a introdurre, per decreto, alcune modifiche dibattute da decenni. A cominciare dalla sostituzione degli organici di diritto e di fatto, oggi esistenti, con un nuovo “organico funzionale”. E proseguendo con la concessione alle scuole di una maggiore autonomia di budget e la creazione di reti di istituti che avrebbero potuto gestire uno staff ad hoc di personale. Complici le obiezioni dell’Economia, alla fine si è optato per una versione soft dell’autonomia scolastica, al cui interno l’organico funzionale, l’autonomia di budget e le reti compaiono solo come principi, rinviando per la loro codificazione a successive linee-guida, da emanarsi entro 60 giorni con decreto interministeriale. A parte questa disposizione, nella versione definitiva del decreto, alla voce istruzione si trovano solo il piano per il risparmio energetico, il nuovo programma di edilizia scolastica, il potenziamento del sistema di valutazione affidato all’Invalsi e la riorganizzazione dei principi che devono governare la gestione degli ITS….

www.aipd.it - Scheda n. 362 - 01/02/2012
“Il danno per insufficiente numero di ore di sostegno va provato (TAR Veneto Sent. 1907/11)”
░ Riportiamo la scheda, opera di Salvatore Nocera, responsabile Area Normativo-Giuridica - Osservatorio Scolastico sull’Integrazione dell’AIPD
Il TAR del Veneto con la sentenza n° 1907/11 ha fornito conferme ad orientamenti precedenti in tema di annullamento dei provvedimenti dell’Amministrazione scolastica a causa di insufficiente assegnazione di ore di sostegno e di conseguente richiesta di risarcimento danni. La decisione è interessante per talune affermazioni .In via preliminare rigetta l’eccezione dell’Amministrazione di ricevibilità del ricorso per difetto di notifica ad un qualunque alunno. In proposito il TAR, confermando un orientamento del Consiglio di Stato, chiarisce che nessuno dei compagni con disabilità di quella scuola può essere considerato controinteressato, poiché il ricorrente richiede un maggior numero di ore aggiuntive all’Amministrazione e non chiede, né potrebbe, di ridurre le ore di sostegno già assegnate ad altri…. Questo orientamento ormai consolidato deve essere tenuto presente da quei Dirigenti Scolastici i quali, appena ricevuta la notifica di una decisione che aumenta le ore di sostegno, invece di chiederle, come per legge all’Ufficio Scolastico Regionale (USR), le sottraggono ad altri alunni della scuola, commettendo un illegittimo abuso di potere; infatti così facendo, in conclusione il ricorrente non vincerebbe contro l’Amministrazione ma contro altri compagni con disabilità che non sono mai stati controparte nel ricorso e sarebbe assurdo che lo fossero. In secondo luogo la decisione conferma l’orientamento che annulla l’assegnazione di ore, non motivata sulla base di una corretta istruttoria e cioè l’analisi della Diagnosi Funzionale (DF) e del Profilo Dinamico Funzionale (PDF), seguita dalla formulazione del Piano Educativo Individualizzato (PEI) che deve contenere la precisa richiesta delle ore di sostegno corrispondenti alle “effettive esigenze dell’alunno” (L. n° 296/06 art. 1 comma 605 lettera b) e L. n° 122/10 art. 10 comma 5), operata dalla scuola all’USR. Nulla di tutto questo è stato fatto dall’Amministrazione scolastica e quindi l’atto di assegnazione di ore è illegittimo Quanto alla richiesta del massimo di ore di sostegno, trattandosi di un caso di grave disabilità, anche qui il TAR ha confermato un prevalente orientamento del Consiglio di Stato...; e cioè alla certificazione di gravità non segue automaticamente l’assegnazione del massimo delle ore di sostegno; occorre invece verificare tale esigenza con riguardo alla specificità della disabilità; in altre parole la gravità sanitaria non necessariamente coincide con la gravità ai fini dell’apprendimento e questa valutazione, dice il TAR rientra nella discrezionalità delle valutazioni tecniche della scuola….Il diritto ad ore di sostegno "in deroga" non comporta automaticamente il diritto al sostegno per l'intero orario di frequenza (TAR Campania Sent. 1640/11)). Come pure sul risarcimento del danno a causa delle ridotte ore di sostegno, dice il TAR occorre che il danno pecuniario sia dimostrato, cosa che il ricorrente non ha fatto e quindi per questa richiesta risulta soccombente. In conclusione, essendovi stata una vittoria sull’annullamento del provvedimento ed una sconfitta circa il risarcimento del danno, il TAR ha compensato le spese…..

MIUR – Ufficio di gabinetto - 1 febbraio 2012
“Conclusione della call pubblica avviata con avviso del 23 dicembre 2011 per l'acquisizione di candidature per il conferimento di incarichi di collaborazione presso gli Uffici di diretta collaborazione del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca per estranei alla pubblica amministrazione”.
░ Riportiamo, in parte, la comunicazione. Siamo lieti per i giovani.
Con avviso pubblico del 23 dicembre 2011, si è avviata una call pubblica per il conferimento di n. 6 incarichi presso gli Uffici di diretta collaborazione del Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca, per soggetti estranei alla pubblica amministrazione. Le candidature pervenute all'Ufficio di Gabinetto sono state complessivamente 596…. L'avviso prevedeva il conferimento di incarichi di collaborazione in quattro aree di competenza:
1. NUOVI MEDIA – nuove forme di comunicazione tra i cittadini e all'interno delle comunità allargate;
2. E-GOVERNMENT – modelli di governo aperto e dematerializzato in organizzazioni pubbliche, in processi decisionali e di servizio;
3. OPEN DATA – semplificazione e trasparenza delle pubbliche amministrazioni e accesso libero ai dati attraverso l'utilizzo delle tecnologie dell'informazione;
4. SOCIAL INNOVATION – le città intelligenti: modelli di sviluppo e coesione sociale.
….. Si è pervenuti a conferire in data odierna i richiamati incarichi di collaborazione a giovani dottori di ricerca di specifica ed elevata professionalità. In particolare per l'area NUOVI MEDIA i due incarichi, con trattamento economico annuo pari ad euro 24.000,00 lordi ciascuno, sono stati conferiti alle dottoresse:
• Bassoli Arianna nata a Carpi (MO) il 27/11/1977
• Milan Stefania nata a Castel Franco Veneto (TV) il 13/06/1979
Per l'area E-GOVERNMENT l'incarico, con trattamento economico annuo pari a euro 48.000,00 lordi, è stato conferito al dottore:
• Lanfrey Damien nato a Reggio Emilia il 26/09/1979
Due incarichi, con trattamento economico annuo pari a euro 24.000,00 lordi ciascuno, sono stati conferiti nell'area OPEN DATA ai dottori:
• Benussi Lorenzo nato a Verona il 15/05/1977
• Solda Kutzmann Donatella nata a Tricase (Le) il 12/10/1977
Nell'area SOCIAL INNOVATION è stato conferito un incarico, con trattamento economico annuo pari a euro 48.000,00 lordi, al dottore:
• Carrera Dario nato a Taranto il 16/12/1977
In caso di rinuncia da parte dei soggetti sopra indicati, si procederà all'individuazione di altri giovani dottori di ricerca di specifica ed elevata professionalità nell'ambito delle candidature presentate in risposta all'avviso del 23 dicembre 2011.

La Stampa - 2 febbraio 2012
“Una squadra under 40 al ministero dell’Istruzione”.
░ Dal ministro Profumo, una concreta prova di fiducia nei giovani: con una call pubblica (e non, dunque, per conoscenza personale) ha assunto al MIUR, per un anno, alcuni under 40, a formare un team di consiglieri che contribuisca a innovare la macchina ministeriale introducendo tecnologia.
Sono in 6, geniacci: non ancora quarantenni… Li ha voluti il ministro Profumo: saranno i suoi consiglieri e formeranno un pensatoio molto concreto a viale Trastevere, ma non solo… In tre lavoravano già in Italia ma gli altri rientrano dopo lunghi anni all’estero… Lunedì sono convocati al Ministero per il primo appuntamento. … Il 23 dicembre è stata avviata la procedura con un avviso rivolto a persone con meno di 40 anni e un dottorato di ricerca in alcuni settori specifici: Nuovi Media; E-government; Open data; Social innovation… sono arrivate quasi 600 risposte con curriculum e lettera di motivazione… E ora i sei prescelti hanno una missione difficilissima. “Dovranno disegnare un nuovo modello di Ministero dell’Istruzione – chiarisce il Ministro che ha ereditato le competenze che fino a qualche mese fa erano del Ministero dell’Innovazione retto da Brunetta – e sperimentarlo sul campo. Vuol dire trovare un modo per cercare un canale d’ascolto tra i 30 milioni di persone costituiti da famiglie, alunni e professori. Oppure come rendere pubblici e come usare il patrimonio incredibile dei dati della scuola. Oppure come rendere diversi gli uffici pubblici grazie alle nuove tecnologie, e come usarle a livello sociale”. Da lunedì, i magnifici sei saranno all’opera…..

Il Sole 24Ore - 2 febbraio 2012
“Stretta sulla scuola, senza deroghe”.
░ Respinte le richieste di modifica: l’accesso al pensionamento rischia di essere ritardato anche di sei anni, per effetto del combinato tra manovra di Ferragosto e riforma Monti.
Le novità introdotte dall’art.24 della riforma Monti non trovano deroghe nel dl Milleproroghe per il personale del comparto scuola. Nel testo approvato dalla Camera non c’è, infatti, traccia degli emendamenti che puntavano a introdurre il termine del 31 agosto 2012 per il personale della scuola che avesse maturato i requisiti di accesso e di regime delle decorrenze vigenti prima dell’entrata in vigore del dl Salva-Italia…. L’intreccio delle norme preesistenti con gli inasprimenti introdotti dalla riforma Monti potrebbe prolungare, per i soggetti che avrebbero maturato la quota 96 con i requisiti minimi nel 2012 (60 anni di età e 36 di contributi), l’attività lavorativa anche di 6 anni…

Ufficio Stampa del MIUR - 3 febbraio 2012
“Miur, nominati i Capi Dipartimento Istruzione e Università, AFAM e Ricerca”.
░ Due importanti nomine al Ministero.
Il Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro Profumo ha nominato stamattina due nuovi Capi Dipartimento del Miur. A dirigere il Dipartimento per l'Istruzione è stata nominata la dott.ssa Lucrezia Stellacci mentre al Dipartimento per l'Università, l'AFAM e per la Ricerca il dott. Raffaele Liberali. Lucrezia Stellacci, fino ad ora Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico della Puglia ha una lunga esperienza direttiva all'interno dell'amministrazione, dove ha diretto tra gli altri gli uffici regionali di Emilia Romagna, Calabria e Puglia. Raffaele Liberali, fino ad ora direttore per l'Energia presso la Direzione Generale per la Ricerca e l'Innovazione della Commissione Europea, ha invece una consolidata esperienza negli organismi dell'Ue. Il Ministro Profumo, proponendo queste due nomine, ha quindi voluto valorizzare da un lato l'esperienza maturata nei territori a contatto con le diverse problematiche del mondo della scuola, dall'altro portare nell'amministrazione un'esperienza europea, dimensione questa sempre più necessaria nell'attuale fase storica.

 

Corriere della Sera – 16 gennaio 2012
“Quasi la metà degli alunni disabili non partecipa ad attività extrascolastiche”
░ Quasi la metà degli alunni con disabilità non partecipa alle attività extrascolastiche organizzate dalla scuola. È quanto riporta l'Istat nella sua nota sull'integrazione scolastica degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di I grado, statali e non statali, nell’anno scolastico 2010/11. Lo scrive il sito redattore sociale.
LE DIFFERENZE TRA REGIONI - Secondo l’istituto di statistica, nelle regioni del Mezzogiorno si osserva una minore partecipazione rispetto alle altre due ripartizioni geografiche: nella scuola primaria: solo il 44,9% degli alunni con disabilità partecipa ad attività extrascolastiche, mentre nella scuola secondaria di primo grado è il 45,5% degli studenti con disabilità che prende parte a questo tipo di attività. Ancora più difficile, inoltre, la partecipazione ai campi scuola: riguarda solo il 16% degli alunni con disabilità. In questo caso le differenze territoriali sono molto evidenti: nelle regioni del Centro si registra la percentuale più alta di alunni che partecipano ai campi scuola (26,2% nella scuola primaria e 36,2% nella scuola secondaria), mentre nel Mezzogiorno si riscontra la percentuale più bassa (6,9% nella scuola primaria e 6,2% nella scuola secondaria di primo grado). SEMPRE IN CLASSE - Nel complesso, l’Istat valuta come gli alunni con disabilità passino la maggior parte del tempo in classe, in media 25,8 ore settimanali per la scuola primaria e 23,1 per quella secondaria, e svolgono attività didattica al di fuori della classe solo per un numero residuale di ore, in media 3,7 ore settimanali nella scuola primaria e 4,1 nella scuola secondaria di primo grado. Ore che salgono a oltre 5 nelle scuole del Nord, mentre scendono nel Mezzogiorno a poco più di 2 ore nelle scuole primarie e meno di 3 nelle secondarie. Nel caso di mancanza totale di autonomia, invece, secondo i dati Istat c’è una diminuzione delle ore di didattica passate in classe ed il conseguente aumento di ore nelle quali l’alunno svolge attività didattica al di fuori della classe. Sono gli alunni del Nord non autonomi in tutte e tre le attività indagate quelli che svolgono attività didattica al di fuori della classe per un numero maggiore di ore: 10,6 ore nella scuola primaria e 14,3 ore nella scuola secondaria di primo grado. Al contrario, sono gli alunni del Mezzogiorno a svolgere attività didattica fuori dalla classe per un numero minore di ore: 4,0 ore nella scuola primaria e 7,2 ore nella scuola secondaria di primo grado. 

La Sicilia – 18 gennaio 2012
“Insegnanti di sostegno: è caos. Il Tar impone il rapporto 1 a 1”.
░ In vista delle iscrizioni e dei prossimi organici, conferenza di sevizio tra dirigenti scolastici, uffici e azienda sanitaria di Catania.
Sta destando notevole clamore l'esito di alcune sentenze del Tar di Catania che ha riconosciuto il diritto degli alunni diversamente abili inseriti nella scuola media ad avere, se affetti da problemi gravi, un insegnante di sostegno a testa. Le sentenze sono state notificate agli uffici scolastici regionali e provinciali, oltre che ovviamente ai capi di istituto interessati. Quella del sostegno è una problematica spinosa. Gli organici vengono assegnati alle scuole attraverso la distribuzione del budget provinciale conferito dall'ufficio scolastico regionale. Accade pertanto che spesso non è possibile riscontrare tutte le richieste che scaturiscono dalle scuole, a seguito degli alunni con certificazione «h» che risultano iscritti…. La questione rischia di diventare la goccia che fa traboccare il vaso, dal momento che sono centinaia gli alunni diversamente abili in provincia di Catania che non vedono riconosciuto pienamente il loro diritto a fruire delle attività integrative di sostegno. … Il problema si pone proprio nel periodo delle iscrizioni per il prossimo anno scolastico in base alle quali verranno fatte le mappe per gli organici da far funzionare a partire da settembre. Di qui la richiesta di promuovere una conferenza di servizio che tratti con urgenza le modalità per l'integrazione degli alunni diversamente abili con un confronto chiaro tra dirigenti scolastici, USP e ASL.

ASASI - La Letterina n. 307 - 19 gennaio 2012
“Liberalizzare il servizio scolastico. Se non ora, quando?”.
░ La nota di Salvatore Indelicato, su una prospettiva di sistema che, trattandosi di materia complessa,offre il fianco a più soluzioni.
Nella bozza ufficiosa sulle liberalizzazioni del governo Monti si parla, all’art. 8, di promozione della concorrenza nei servizi pubblici e, all’art. 19, di privatizzazione dei servizi pubblici, ma non si affronta direttamente il problema della liberalizzazione del servizio di istruzione e formazione……… Liberalizzare la scuola, eppure, si potrebbe. Ma non lo si fa per paura e per veti incrociati. Il primo intervento è abbattere il monopolio. In Gran Bretagna nel 2003 ci era riuscito il socialista Blair che ha trasformato le scuole in fondazioni del territorio. Le ha, in pratica, tolte dalla pancia del ministero, e ha creato un mercato delle scuole, dando potere di scelta alle famiglie”. Liberalizzare la scuola significa dare possibilità di scelta alle famiglie di scegliersi la scuola. Si deve passare da un sistema di monopolio pubblico ad un sistema anche di concorrenza delle scuole. Ovviamente, si deve trattare di una concorrenza regolata. E non basta avere inserito le paritarie nel sistema pubblico di istruzione e formazione perché il sistema è ancora sbilanciato e non produce alcuna serie concorrenza virtuosa. Il secondo intervento è infatti sulla ripartizione delle risorse. Con il sistema della liberalizzazione, il finanziamento non viene dato alla scuola, ma direttamente allo studente, alle famiglie. Questo andrebbe a risolvere il problema della parità giuridica (ma non economica) delle scuole paritarie in Italia…. Il terzo intervento di liberalizzazione riguarda la piena realizzazione dell’autonomia delle scuole. Autonomia piena a tutto tondo e responsabile cioè con accountability verso gli utenti e la società. Autonomia nella piena gestione anche del personale e del reclutamento dei docenti… Il quarto intervento riguarda il personale e i concorsi. Non ci sono più le scuole di specializzazione, devono partire le lauree abilitanti, i Tirocini Formativi Attivi. È, quello dei Tfa, il blocco più grande: si ammettono al Tfa al massimo il numero di posti disponibili, più il 20 per cento. Il ministro Profumo ha sostenuto che bisogna pensare a due canali separati per selezionare i docenti: la graduatoria e il concorso. Con un percorso di velocizzazione dell’ingresso in graduatoria per i più giovani. Liberalizzando la scuola, come verrebbero scelti i docenti? Non c’è il rischio che, per contenere i costi, si scelgano insegnanti con meno esperienza? …. Il quinto intervento di liberalizzazione riguarda la piena realizzazione di un sistema di valutazione efficace ed efficiente che dia agli utenti la cifra di quanto e come si dispiega sul territorio il servizio scolastico. Meccanismi virtuosi che andrebbero a cozzare con un’altra questione, rimasta sul tavolo sin dai tempi della Gelmini: la valutazione esterna di docenti, studenti, dirigenti delle scuole. L’Invalsi, scelto perché era ritenuto impraticabile il metodo Ofsted degli inglesi, fondato sugli ispettorati, è partito con pochi fondi. E i dati delle scuole non furono mai resi pubblici. Una pubblicità necessaria per sviluppare la concorrenza. Questi pochi ma essenziali obiettivi sarebbero già esplosivi se inseriti all’interno del decreto delle liberalizzazioni. Vedremo.
Press-IN anno IV / n. 124 - 20 gennaio 2012
“Cosa cambia. Invalidità civile, tra nuove regole e vecchi disagi”.
░ Press-IN è un'iniziativa del “Progetto Lettura Agevolata” del Comune di Venezia. Si riporta un articolo di Maria G. Faiella (Il Corriere della Sera, 20 gennaio)sull’iter per i ricorsi (normativa vigente da 1°gennaio)
Nuove regole dal primo gennaio per i ricorsi in materia di invalidità civile, cecità e sordità civile, handicap e disabilità, pensioni di inabilità e assegni di invalidità. In pratica, se un cittadino vuole opporsi a un verbale dell’Inps e contestare, per esempio, il mancato riconoscimento dell’invalidità o la revoca di una provvidenza, non può più fare direttamente causa, ma è obbligato a presentare un’istanza di «Accertamento tecnico preventivo» (Atp) e depositarla presso la cancelleria del Tribunale di residenza. Lo prevede all’art. 38 la legge n. 111/2011: l'introduzione nel codice di procedura civile dell'art. 445 bis disciplina l’Atp obbligatorio per questo tipo di controversie.
SOLUZIONE AMICHEVOLE – L’intento del legislatore è ridurre i contenziosi favorendo una soluzione amichevole tra le parti, con un iter più rapido. Ma le associazioni dei disabili temono che possano ridursi le garanzie per far valere i propri diritti, non di rado messi a rischio da procedure burocratiche e farraginose…. LA PROCEDURA Dopo la richiesta di Accertamento tecnico preventivo da parte del cittadino, «il Giudice provvede a far effettuare subito la consulenza, nominando un medico iscritto all’albo dei periti del Tribunale che dovrà esprimersi sulla sussistenza dei requisiti medico-legali dell’invalidità - chiarisce Piccioni - . Le sue conclusioni, qualora siano accettate dalle parti, sono omologate con un decreto dal Giudice ed hanno quindi immediata efficacia legale. Se invece una delle parti non accetta l’esito del perito, dovrà farsi carico di promuovere la causa giudiziaria che verrà espletata secondo il consueto iter procedurale». SVANTAGGI - Il decreto del giudice è inappellabile, cioè non si possono più presentare ricorsi. CRITERI RESTRITTIVI - L’alto numero di ricorsi davanti al giudice da parte dei cittadini e l’elevata percentuale di loro accoglimenti da parte della magistratura (in circa la metà dei casi) si spiega «anche con l’aumento nel 2010 del numero di provvidenze respinte dall’Inps (più 22,1% rispetto al 2009), in seguito ai criteri restrittivi per l’assegnazione della percentuale d’invalidità e accompagnamento……

QN – 23 gennaio 2012
“Pronta la rivoluzione dei concorsi pubblici”.
░ Nel decreto Semplificazioni potrebbe darsi meno peso alla Laurea e più valore alle esperienze acquisite.
La fase due del Governo Monti comprende il capitolo semplificazioni e quello dedicato al valore legale dei titoli di studio. L’idea, che potrebbe tramutarsi in un decreto nel prossimo consiglio dei ministri di venerdì, è quella di modificare gli accessi ai concorsi pubblici. Per esempio, non sarebbe più vincolante la laurea in una determinata materia ma potrebbero risultare alternative altre lauree, o addirittura esperienze cumulate nel settore…. E’ un primo passo verso l’abolizione del valore legale della laurea, progetto già accarezzato dall’ex ministro Gelmini.

www.aetnascuola.it – 24 gennaio 2012
“I 276 Militi Ignoti dell’istruzione”.
░ Riportiamo, dell’articolo di V.Pascuzzi la prima parte (sollecita a “vigilare” sulla questione della riduzione a 17 anni del percorso scolastico-formativo), e quella sulla sperimentazione del merito.
Forse per la scuola è davvero “fernuta ‘a nuttata” gelminiana, si intravedono schiarite. La prima è che il ministro Profumo, dopo una settimana di surplace, ha fermato il “progetto” della riduzione di un anno del percorso di studi, la c.d. maturità a 17 anni. E non era un’indiscrezione dubbia ma un progetto con tanto di d.d.l. già pronto! Ma lo stop vale “per il momento”, perciò non c’è da stare tranquilli e bisogna vigilare almeno per due motivi: primo, l’esistenza - non smentita - del d.d.l. e, secondo, le modalità poco chiare con cui se ne è venuti a conoscenza. Su questo stop ministeriale hanno avuto importanza le posizioni contrarie esternate soprattutto tramite internet. Se è così, è un fatto nuovo e positivo: il ministro ascolta. …..Testardamente l’ex ministro Gelmini impose e portò comunque a compimento la sua sperimentazione sul merito: il c.d. progetto “Valorizza”. Un progetto-bonsai, un’iniziativa del tutto marginale, simbolica, non seria, non appetibile e non condivisa dagli interessati potenziali. Ciò non ostante, a giugno scorso furono individuati e premiati 276 insegnanti meritevoli, qualcuno venne convocato a Roma, uscì una notiziola sulla stampa. Però nessuna foto con il ministro Gelmini, nessun elenco dei premiati, nessun dato per poter conoscere le caratteristiche di questi prof meritevoli. Poi nessuna altra notizia. Motivi di privacy o cos’altro? Qualche mese fa, su un forum ma coperto dall’anonimato, qualcuno dei 276 meritevoli lamentava ancora la mancata corresponsione del premio promesso! Ora sarebbe opportuno che, in nome della promessa trasparenza, il ministro Profumo fornisse finalmente informazioni.

ItaliaOggi – 24 gennaio 2012
“Edilizia, pronti 556 milioni. Istituti come centri civici”.
░ Si tratta di somme già in precedenza autorizzate.
In arrivo una pioggia di milioni per ristrutturare scuole e costruirne nuove. Nella seduta del 20 gennaio scorso, il Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) ha sbloccato, tra altri, 556 milioni a favore di interventi per l’edilizia scolastica Il relativo piano… prevede che almeno 300 milioni vadano alla ristrutturazione delle scuole nel Mezzogiorno e 150 al resto d’Italia. I restanti cento milioni serviranno alla costruzione di nuovi edifici, la cui destinazione non sarà solo scolastica. Le nuove scuole si proporranno, nei comuni in cui verranno edificate, come centri di aggregazione per i cittadini consentendo lo svolgimento non solo di attività didattico-educative per gli alunni ma di iniziative educative e culturali rivolte a tutta la popolazione… destinate ai cittadini di tutte le età: corsi di informatica, attività sportive, università della terza età…...

ItaliaOggi – 24 gennaio 2012
“Quanti errori, il concorso a preside rischia ora di essere annullato”.
░ M.D’Amato riferisce della decisione con la quale il Consiglio di Stato ha ammesso un gruppo di candidati ricorrenti che erano stati bocciati con voti tra il 75 e il 79. E’ una decisione che conforta l’ANIEF.
Il CdS ha confermato i decreti cautelari di dicembre, del presidente della VI Sezione giurisdizionale, di consentire anche ai candidati che non avevano superato la preselezione a quiz del 12 ottobre di partecipare agli scritti del concorso a posti di dirigente scolastico. I giudici di Palazzo Spada hanno rilevato, per un verso per un verso, il carattere obiettivamente erroneo di alcuni dei quiz somministrati e, per altro verso, l’alta probabilità che, in assenza degli errori in questione, gli appellanti avrebbero potuto accedere al prosieguo delle prove concorsuali”. Hanno però circoscritto la conferma a quei candidati con punteggio da 75 a 79, a fronte degli 80 necessari per essere ammessi alle prove scritte, perché solo nei loro confronti è sembrato ai giudici sussistere tale possibilità…. Per sapere che fine farà questo concorso, bisognerà quindi attendere sia le decisioni di merito del Tar del Lazio sui ricorsi, sia l’esito degli inevitabili appelli al CdS…..

ItaliaOggi – 25 gennaio 2012
“Tutto da riscrivere il nuovo tirocinio (gratuito) per i praticanti”.
░ ItaliaOggi pubblica una tabella delle attuali forme di tirocinio nelle categorie professionali (agronomi e forestali; agrotecnici, architetti; attuari; avvocati; biologi;commercialisti; chimici; Consulenti del lavoro; geologi; geometri; giornalisti; ingegneri; periti agrari; periti industriali; notai e tecnologi alimentari), e prospetta quelle che saranno le nuove forme di tirocinio degli aspiranti professionisti.
La norma prevista nel decreto legge sulla concorrenza - (art.9 Dl Liberalizzazioni) che prevede per i giovani un periodo di pratica non superiore a 18 mesi, di cui sei svolti durante il corso di laurea – non trova applicazione nei principi contenuti negli attuali ordinamenti di ordini e collegi. Anche per quelle categorie, le economico-contabili soprattutto, che sulla normativa erano intervenute recentemente… Sono le categorie economico-giuridiche quelle che dovranno darsi più da fare per adeguare gli ordinamenti secondo i dettami del Dl. Fatta eccezione per i notai, infatti, il tirocinio per avvocati, consulenti del lavoro e dottori commercialisti è più lungo dei 18 mesi…. Sforbiciata in vista anche per gli avvocati, il cui praticantato è attualmente svolto alla conclusione del quinquennio …. Nessun tirocinio obbligatorio, fino ad ora, per i futuri ingegneri, architetti, biologi, chimici, geologi e attuari. Resta il dubbio se queste categorie dovranno prevedere una disposizione ad hoc…

Libero Quotidiano – 26 gennaio 2012
“Abolizione del valore legale dei titoli,Profumo tentenna”.
░ Una indiscrezione sull’O.d.g. del prossimo C.dei M. sollecita le proteste, contro il Ministro, di studenti universitari.
Nel Consiglio dei ministri di domani, accanto alla presentazione di un pacchetto di norme per “semplificare e sburocratizzare i finanziamenti dei progetti di ricerca”, Profumo potrebbe sottoporre ai colleghi un ulteriore provvedimento articolato in tre punti. Questi: peso del titolo di studio nei concorsi pubblici; revisione del criterio legato al voto di laurea; diverso accreditamento delle singole università. Il primo punto, ove mai venisse concretizzato in un testo legislativo, eliminerebbe il vincolo tra laurea e concorsi pubblici. Ad eccezione dei posti con specifiche competenze tecniche, per concorrere non sarebbe più richiesta una laurea specifica. E il voto incassato alle università non farebbe più parte degli elementi che servono alla definizione del punteggio concorsuale. Quanto agli atenei, non sarebbero più considerati tutti dello stesso livello…. … Le linee guida non sono piaciute agli studenti di Link. Che approfittando dell’uscita pubblica del ministro, hanno voluto lanciare un avvertimento a Profumo….”Il ministro scelga da che parte stare: non accettiamo che si utilizzi l’abolizione del valore legale del titolo di studio per legittimare quello che sempre più sta avvenendo: una svalutazione delle università pubbliche e la creazione di pochi centri di eccellenza. Privati, costosi e per pochi”….

Il Sole 24Ore – 26 gennaio 2012
“In 300 istituti parte la valutazione sui presidi”.
░ E’ per il Progetto “VALeS”, per la durata di tre anni. Il Progetto non prevede premi ma un finanziamento per sostenere il piano di miglioramento della singola scuola; al termine del triennio sperimentale di osservazione, i dd.ss. delle 300 scuole (150 tra quelle del precedente progetto VSQ e 150 del VALeS) saranno valutati – ai fini di un eventuale premio di produzione – in ordine ai risultati con riferimento a: Direzione, coordinamento e valorizzazione delle risorse umane; Promozione della qualità, processi interni alla comunità professionale; Attenzione alle famiglie e alla comunità sociale; Organizzazione e gestione delle risorse finanziarie e strumentali; Sviluppo delle innovazioni; Collaborazione con gli enti del territorio.
E’ il nuovo progetto sperimentale (la dizione corretta è: Valutazione e Sviluppo Scuola) per valutare le scuole, e per la prima volta i presidi. Durerà tre anni e coinvolgerà 300 istituti, di cui 150 situati nelle regioni dell’Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia), i cui fondi quindi (di provenienza FSE) finanzieranno parte della sperimentazione…. La novità è contenuta nella bozza di circolare che il ministro dell’Istruzione invierà alle scuole del I e II ciclo per illustrare l’implementazione dei progetti di valutazione del sistema scolastico italiano… Vales si affiancherà ai due progetti sperimentali (Valorizza e Vsq, costati 31 milioni di euro) per premiare docenti e istituti, già avviati lo scorso anno dal ministro Gelmini... La bozza di circolare sottolinea come il progetto “Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle scuole” (che prevede premi fino a 70mila euro a scuola) proseguirà il suo iter e si concluderà, come previsto, nel 2012/13. Le scuole che vi parteciperanno (su base volontaria) non potranno poi candidarsi a Vales. Il progetto Valorizza, invece, è terminato a giugno 2011, con 276 professori premiati con una mensilità in più in busta paga…

ItaliaOggi – 26 gennaio 2012
“L’Italia governante è formata da un milione di persone che vivono a sbafo su tutte le altre”
░ In un articolo di Francesco Arcucci, alcune considerazioni sullo sconfortante parassitismo della casta (l’obiettivo è sulla RAI).
I mali della pubblica amministrazione, la spreco di denaro pubblico, l’uso smodato del medesimo, la spesa pubblica fuori controllo hanno determinato l’attuale situazione per cui l’Italia è a un passo dal non essere più in grado di finanziarsi sui mercati internazionali… C’è oggi un’Italia governante formata da oltre un milione di persone (parlamentari, alti burocrati, consiglieri regionali, consiglieri provinciali, consiglieri comunali, amministratori delle migliaia e migliaia di enti pubblici o di nomina pubblica) che vivono con tutti i loro privilegi sull’Italia governata… I soldi che l’Italia governante riesce a ottenere dall’Italia governata rappresentano una percentuale che è forse la più alta del mondo… Si arriva al punto che la RAI, che è una società per azioni, si fa pagare il canone attraverso l’Agenzia delle Entrate… e nello stesso tempo ottiene gli introiti pubblicitari….

Corriere della Sera – 26 gennaio 2012
“Milleproroghe, sì alla fiducia Aumentano le sigarette”
░ Qualche contenuto del provvedimento approvato che la Camerà approverà martedì prossimo, in via definitiva.
Decreto milleproroghe, il governo autorizza le correzioni del testo in commissione e pone la questione di fiducia (si vota stasera, mentre il via libera definitivo della Camera è previsto per martedì) preparandosi, però, a un nuovo «assalto alla diligenza» organizzato dai partiti al Senato. Per ora, dunque, su indicazione del presidente Mario Monti salta la sanatoria che avrebbe messo a riparo i partiti per le violazioni di legge in materia di affissioni abusive… Aumenteranno poi le accise sulle sigarette per coprire le pensioni dei lavoratori «esodati» e «precoci» che avrebbero dovuto essere compensati grazie a un ritocco delle aliquote contributive dei lavoratori autonomi. … rientrano nei benefici solo i dipendenti che sono effettivamente usciti dalle aziende entro il 31 dicembre 2011. ….I tabaccai accusano: «L' aumento è un regalo alla criminalità e al contrabbando». …. Quest' anno il decreto legge milleproroghe - il tradizionale provvedimento di fine anno in cui è possibile infilare di tutto - è stato contenuto nei limiti della sobrietà: 29 articoli, appena 60 emendamenti … Ai senatori (che presto prenderanno in consegna il decreto in scadenza il 27 febbraio) viene segnalata in primo luogo la vicenda dei 4.000 docenti che non hanno maturato, con la riforma Monti di Natale, il diritto ad andare in pensione per il solo fatto che il loro anno solare coincide con il calendario scolastico (1° settembre-31 agosto).
 

http://www.cobascuolatorino.it - 11 gennaio 2012
“Breve vademecum sul nuovo sistema pensionistico italiano, dopo la cura Monti”
░ Del pregevole studio realizzato dai Cobas, riportiamo alcune valutazioni iniziali; per i dati e le tabelle, si consulti il sito Cobas.
Era abbastanza evidente a tutti che, una volta insediatosi, Monti avrebbe innanzitutto “rivisto”, peggiorandolo fortemente, il sistema pensionistico italiano. Un sistema che, se facciamo caso, ha subito riforme strutturali (fino a quella odierna) solo con Governi di centrosinistra e/o tecnici. E’questa una prima riflessione da fare: solo con la cosiddetta “pace sociale”, cioè con i sostanziale accordo con i Sindacati “concertativi”, si possono fare riforme radicali e tale pace è garantita se c'è l'appoggio parlamentare del cosiddetto “centrosinistra”. BREVE CRONISTORIA DAL 1992 AD OGGI. Inizia il Governo Amato('92), si passa a Dini('95) con la prima vera “controriforma”, cioè la suddivisione del sistema di calcolo in: RETRIBUTIVO…. CONTRIBUTIVO….MISTO…. La "controriforma Dini" apre, inoltre, la strada alla privatizzazione della previdenza favorendo la nascita della pensione integrativa privata per la quale la legge detta orientamenti generali. … Il Governo Prodi nel 2007 …
mette tutti d'accordo e tagliare ulteriormente il sistema pensionistico. E' la fase delle quote: per poter andare in pensione, per es. nel 2012, bisognava raggiungere quota 96 (60 anni anagrafici e 36 contributivi o 61 anagrafici e 35 contributivi). Restava la pensione di vecchiaia con 40 anni di contributi. Il nuovo sistema pensionistico D.L. 201/2011. La riforma della previdenza contenuta nella manovra di Natale può essere sintetizzata in quattro concetti chiave: il contributivo per tutti, la pensione di vecchiaia, la pensione anticipata e l’aggancio dei requisiti anagrafici e contributivi alla speranza di vita; scompare definitivamente la pensione di anzianità…. Dovranno smetterla con le solite menzogne: “la riforma pensionistica è stata fatta per garantire un futuro e un contratto a tempo indeterminato ai giovani”. Ma come troveranno un posto di lavoro i giovani se … è il sistema contributivo stesso che incentiva anche a posticipare il pensionamento ?... La pensione anticipata comporta anche una penalizzazione per coloro che vanno in pensione con un’età inferiore a 62 anni. Si tratta di un taglio dell’assegno per la quota di contributi maturati prima del 2012. Quindi, la penalizzazione sarà dell’1% e del 2%, rispettivamente, per chi va in pensione a 61 e a 62 anni. … l’obiettivo dichiarato dai legiferatori è proprio quello di convincere gli iscritti a non accedere al pensionamento anticipato e di ritardare il più possibile la cessazione dal servizio.

www.istat.it - 12 gennaio 2012
“L’integrazione degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di primo grado statali e non statali”.
░ L'Istituto nazionale di statistica, in collaborazione con il Miur e con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha realizzato tra il 26 aprile e il 10 giugno del 2011 una rilevazione sull'inserimento degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, statali e non statali, integrando le informazioni rilevate dal Miur. Le informazioni provengono da 22.808 scuole.
Nell'anno scolastico 2010-2011 in Italia sono 139 mila gli alunni con disabilità (il 3,0% del totale degli alunni), di cui circa 78 mila nella scuola primaria (pari al 2,8% del totale degli alunni) e poco più di 61 mila nella scuola secondaria di primo grado (il 3,4% del totale). Nelle scuole primarie il 13,9% degli alunni con disabilità non è autonomo nello spostarsi all'interno dell'edificio scolastico, una percentuale che scende all'11,4% nella scuola secondaria di primo grado. Nella scuola primaria si registra anche la percentuale più elevata di alunni non autonomi nel mangiare (9,9% il 6,4% di alunni della scuola secondaria) e nel recarsi al bagno da soli (20,1% degli alunni della scuola primaria contro i 13,2% della scuola secondaria di primo grado). Il ritardo mentale, i disturbi del linguaggio, quelli dell'apprendimento e i disturbi dell'attenzione rappresentano i problemi più frequenti negli alunni con disabilità di entrambi gli ordini scolastici considerati. L'84,5% degli alunni con disabilità della scuola primaria e l'82,1% della scuola secondaria ha la certificazione ai sensi della Legge 104/92. Sono poco più di 63 mila gli insegnanti di sostegno. Il 64,2% degli insegnanti di sostegno della scuola primaria e il 69,8% di quelli della scuola secondaria svolge l'attività a tempo pieno nello stesso plesso. La quota restante svolge la propria attività su più plessi scolastici sia all'interno dello stesso istituto sia su istituti diversi. La maggior parte delle famiglie incontra gli insegnanti curriculari al di fuori degli incontri d'istituto dei Gruppi di Lavoro sull'Handicap (GLH), meno di una volta al mese (43,4% nella scuola primaria, 52,6% nella scuola secondaria di primo grado); più frequenti sono invece i colloqui tra familiari e l'insegnante di sostegno: per entrambi gli ordini scolastici, poco più del 60% delle famiglie li incontra almeno una volta al mese.

ASASI - La Letterina n. 306 - 12 gennaio 2012
“Istruzione: Che cosa può fare il governo Monti ?”.
░ Riportiamo la prima parte di un articolo del professore Giorgio Israel, noto studioso; molta la carne al fuoco, e di pregio.
Tra i dossier aperti, il primo della lista è lo sblocco della formazione dei nuovi insegnanti. Nonostante da tre anni sia pronto un nuovo regolamento per la formazione, tutto è fermo da allora… Il pretesto principale per la paralisi è la richiesta di vincolare la formazione al reclutamento. Da questo punto di vista, va salutato con molto favore il proponimento espresso dal ministro Profumo di riavviare i concorsi per le scuole di ogni ordine e grado. Tanto più occorre evitare a tutti i costi che i ritardi del ministero blocchino il nuovo processo di formazione per un quarto anno, anche perché si rischierebbe di creare materia di contenzioso sui concorsi. Le nuove Indicazioni Nazionali per i licei furono ispirate al principio di fissare le conoscenze imprescindibili lasciando la massima libertà metodologica. È il modo di concepire correttamente l’autonomia… Preoccupano invece, e non poco, le nuove linee guida per gli istituti tecnici e professionali che hanno un ruolo strategico nel rapporto tra il mondo della scuola e il mondo della produzione. Difatti, esse sono state costruite pesantemente sulle idee postmarxiste di Edgar Morin circa la mente umana “ologrammatica” e “sistemica”; da cui la dissoluzione delle ripartizioni disciplinari, che ha prodotto l’idea di accorpare scienze della terra, biologia, chimica e fisica nelle cosiddette “scienze integrate”. Non è qui la sede per discutere le perplessità… Infine anche qui vi è il capitolo valutazione. È nota la tendenza a un ruolo crescente dell’Invalsi (Istituto per la valutazione del sistema dell’istruzione). Ma occorre intendersi: l’Invalsi può valutare il sistema nel complesso, essere usato per valutare gli insegnanti, e addirittura per valutare gli studenti, sostituendosi agli insegnanti. Sarebbe auspicabile che il ministro proceda con i piedi di piombo per il secondo aspetto e si astenga assolutamente dal terzo…. Per favore, ministro Profumo, difenda la cultura, la scienza, l’italiano e il buon senso. Evitiamo di sostituire l’insegnamento con l’addestramento ai test (“teaching to the test”)… Da decenni si parla di promuovere l’autonomia di scuole; l’esito è un dirigismo di rigidità mai vista. “Autonomia” dovrebbe significare lo spostamento delle verifiche da monte a valle: fate le vostre scelte liberamente, assumete chi volete (lo si propone anche per le scuole) e sarete valutati in base ai risultati. Ma le scuole e gli insegnanti sono sommersi da una valanga crescente di adempimenti e controlli preventivi, di prescrizioni tendenti a trasformarli in meri esecutori. Anche i meccanismi di valutazione man mano introdotti non sono tesi a verificare a posteriori, ma a prescrivere a priori. Ad esempio, la tendenza a sostituire le prove d’esame con test preparati dall’Invalsi non è innocua: l’Istituto di valutazione del sistema dell’istruzione travalica la sua funzione di valutazione di sistema surrogando la funzione dell’insegnante nella valutazione degli allievi, con la conseguenza grave di trasformare la didattica in addestramento a superare i test e di “valorizzare” gli insegnanti peggiori….

http://pressin.comune.venezia.it/ Anno IV n.67 – 12 gennaio 2012
“Istat: "Quasi la metà degli alunni disabili non partecipa ad attività extrascolastiche"
░ Press-IN, iniziativa del Progetto Lettura Agevolata del Comune di Venezia riporta alcuni dati dell'indagine sull'integrazione scolastica nelle scuole primarie e secondarie di I grado, statali e non statali.
Quasi la metà degli alunni con disabilità non partecipa alle attività extrascolastiche organizzate dalla scuola. È quanto riporta l'Istat nella sua nota sull'integrazione scolastica degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di I grado, statali e non statali, nell’anno scolastico 2010/11. Secondo l’istituto di statistica, nelle regioni del Mezzogiorno si osserva una minore partecipazione rispetto alle altre due ripartizioni geografiche: nella scuola primaria: solo il 44,9% degli alunni con disabilità partecipa ad attività extrascolastiche, mentre nella scuola secondaria di primo grado è il 45,5% degli studenti con disabilità che prende parte a questo tipo di attività. Ancora più difficile, inoltre, la partecipazione ai campi scuola: riguarda solo il 16% degli alunni con disabilità. In questo caso le differenze territoriali sono molto evidenti: nelle regioni del Centro si registra la percentuale più alta di alunni che partecipano ai c ampi scuola (26,2% nella scuola primaria e 36,2% nella scuola secondaria), mentre nel Mezzogiorno si riscontra la percentuale più bassa (6,9% nella scuola primaria e 6,2% nella scuola secondaria di primo grado). Nel complesso, l’Istat valuta come gli alunni con disabilità passino la maggior parte del tempo in classe, in media 25,8 ore settimanali per la scuola primaria e 23,1 per quella secondaria, e svolgono attività didattica al di fuori della classe solo per un numero residuale di ore, in media 3,7 ore settimanali nella scuola primaria e 4,1 nella scuola secondaria di primo grado. Ore che salgono a oltre 5 nelle scuole del Nord, mentre scendono nel Mezzogiorno a poco più di 2 ore nelle scuole primarie e meno di 3 nelle secondarie. Nel caso di mancanza totale di autonomia, invece, secondo i dati Istat c’è una diminuzione delle ore di didattica passate in classe ed il conseguente aumento di ore nelle quali l’alunno svolge attività didattica al di fuori della classe. Sono gli alunni del Nord non autonomi in tutte e tre le attività indagate quelli che svolgono attività didattica al di fuori della classe per un numero maggiore di ore: 10,6 ore nella scuola primaria e 14,3 ore nella scuola secondaria di primo grado. Al contrario, sono gli alunni del Mezzogiorno a svolgere attività didattica fuori dalla classe per un numero minore di ore: 4,0 ore nella scuola primaria e 7,2 ore nella scuola secondaria di primo grado.

 


ItaliaOggi - 13 gennaio 2012
“La scuola durerà un anno di meno”.
░ Annunziato come imminente un disegno di legge di riforma, firmato Profumo. Prospetta che già a 17 anni si sostenga l’esame di maturità e che si introduca l’organico funzionale in tutte le scuole. (A.Ricciardi)
Le voci si erano fatte insistenti da qualche giorno… Una riforma vera che incide sui finanziamenti agli istituti e sulle supplenze. E soprattutto sulla durata della scuola: un anno in meno, tutti all’esame di maturità non più dopo 13 anni sui banche, ma 12. Come del resto avviene in tanti Paesi europei, dalla Francia all Gemania…. Accorciare il percorso scolastico di un anno è materia assai spinosa, sulla quale inutilmente si sono esercitati già due ministri: Luigi Berlinguer, centrosinistra, e Letizia Moratti, centrodestra…. Sono dai sessanta ai settantamila i lavoratori che, secondo fonti ufficiose, rischierebbero di essere di troppo, con un anno in meno di scuola…. Ieri, alla vigilia del Consiglio dei ministri, sono arrivati i no della Flc-Cgil… e della Cisl-Scuola…. Mentre dal PD sono giunti, per bocca della responsabile scuola Francesca Puglisi, i primi timidi sì… Gli organici dei docenti diventerebbero “funzionali” garantendo così alle scuole o reti di scuole una stabilità triennale del personale cui attingere anche per le supplenze…

www.repubblica.it - 13 gennaio 2012
“Prof lo rimprovera, studente lo picchia a colpi di estintore”.
░ Il docente dell'istituto professionale Caterina da Siena è finito in ospedale con quattro denti rotti. Il sedicenne era stato richiamato perché aveva acceso un falò nel corridoio della scuola.
Ha rimproverato uno studente che si aggirava per i corridoi con un estintore in mano, nel tentativo di spegnere una fiammata che lui stesso aveva appiccato «per scherzo». Un rimprovero che a un professore dell’istituto professionale per la moda e la grafica Caterina da Siena è costato quattro denti rotti, un trauma facciale e una contusione al ginocchio. In risposta al richiamo del docente, il ragazzino si è voltato e gli ha scaraventato l’estintore in faccia, colpendolo con violenza e mandandolo in ospedale, dove è stato medicato e dimesso…… Al momento — da parte della scuola e dello stesso insegnante — non sarebbe stata sporta nessuna denuncia alle forze dell’ordine. Solo una segnalazione al commissariato Lambrate.

www.repubblica.it - 13 gennaio 2012
“Liberalizzazioni, ogni famiglia risparmierà novecento euro all'anno”
░ Il decreto sulla concorrenza verrà varato entro la prossima settimana. Soddisfazione delle associazioni dei consumatori. Secondo l'antitrust si guadagna un punto e mezzo di Pil.
"Finalmente il governo ha ascoltato i consumatori". Esultano tutte le associazioni - da Adusbef a Federconsumatori, da Altroconsumo ad Adoc, dal Codacons al Movimento di difesa del cittadino - dopo la diffusione della bozza di decreto sulla concorrenza. ….Motivo di tanto entusiasmo è il risparmio atteso dagli interventi a 360 gradi su benzina, farmacie, professioni, taxi, ferrovie, autostrade, servizi pubblici, treni, negozi. L'intera operazione di "deregulation" riporterebbe nelle tasche di ogni famiglia italiana almeno 900 euro l'anno grazie all'apertura dei diversi mercati e al conseguente abbassamento di prezzi e tariffe. Una ricaduta totale pari a 21,6 miliardi, un punto e mezzo di Pil, come confermato dall'Antitrust…. La vera, inaspettata, novità del decreto liberalizzazioni è l'articolo 6 della bozza sulla class action. La normativa viene potenziata con l'eliminazione di alcuni meccanismi insidiosi che spesso bloccano le cause collettive. Non sarà più necessario che tutti i ricorrenti abbiano una posizione "identica" (ad esempio uno stesso importo del danno da risarcire). Basterà la più logica "omogeneità". Solo un'apparente formalità, usata tuttavia dalle aziende come arma di difesa per ritardare i contenziosi. Viene anche reintrodotta una misura presente nella legge Prodi, poi annacquata dal successivo governo Berlusconi: la possibilità di aderire all'azione collettiva fino al giudizio di appello (oggi fino a 120 giorni da quando il giudice ammette la causa). … La misura più attesa dai consumatori era senz'altro quella sulla benzina, visto i continui rincari alla pompa che falcidiano i bilanci familiari. La possibilità per i benzinai (sia proprietari che non, ma in misura diversa) di acquistare benzina, gasolio o gpl in modo libero e dunque da grossisti e rivenditori diversi dal marchio dell'impianto, apre squarci di possibili ribassi. Così come la possibilità dei proprietari di trasformare l'impianto in self service. E quella di vendere giornali, tabacchi, caramelle e altri beni….. L'abbassamento del "quorum" consentirà una maggiore capillarità di farmacie sul territorio: una ogni 3 mila abitanti, dice la bozza di decreto. Contro i 4 mila attuali per i Comuni sopra i 12.500 abitanti e 5 mila per quelli al di sotto. Questo comporterà l'obbligo per le Regioni di mettere a bando, entro l'1 marzo 2013, 3.891 nuove sedi, di cui 882 nelle città più grandi (con più di 70 mila abitanti). Se almeno l'80 per cento di queste nuove aperture non saranno assegnate, perché la Regione non organizza i concorsi o li fa per una percentuale inferiore, allora la vendita dei farmaci di fascia C (quelli con obbligo di ricetta medica, ma a totale carico del cittadino) sarà liberalizzata e dunque possibile anche nelle parafarmacie e nei corner degli ipermercati, sempre alla presenza di un farmacista… Saldi liberi tutto l'anno, senza limiti di tempo, durata né ampiezza degli sconti praticati. E senza chiedere preventive autorizzazioni al Comune. La misura piace moltissimo ai consumatori e riguarda 750 mila piccoli negozi, 10 mila supermercati, 600 ipermercati. L'abolizione delle tariffe professionali (quelle minime erano state tolte da Bersani nel 2006, ma era rimasto il riferimento), accompagnata dall'obbligo per il professionista di produrre un preventivo, prima di ricevere il mandato, nel quale indicare sia la tariffa offerta secondo un "criterio di equità", sia l'esistenza di un'assicurazione per eventuali danni provocati al cliente, dovrebbero portare ulteriori vantaggi per il consumatore.

www.governarelascuola.it - 15 gennaio 2012
“Il programma annuale 2012. Alcune criticità”.
░ Riportiamo, su materia complessa e rilevante, parte di uno studio pubblicato sul settimanale elettronico diretto da Pietro Perziani; solleva questioni critiche all’interno delle istruzioni emanate dal Miur, per la predisposizione del Programma Annuale 2012.
LA FINANZA CREATIVA E’ FINITA ? In premessa, la Nota informa che la dotazione finanziaria ordinaria è stata determinata in applicazione del D.I. 44/2001 e del D.M. 21/2007… I parametri fissati dal D.M. 21/07 sono del tutto irrealistici, per cui si continuerà ad andare avanti con integrazioni della dotazione ordinaria che il MIUR continuerà ad assegnare non si sa bene in base a quali criteri…. Le scuole faranno un programma annuale, ma di fatto sarà un programma fino ad agosto, anche per le scuole che non sono oggetto di dimensionamento. La possibilità di ulteriori finanziamenti, inoltre, è prevista per: - ex LSU, CO.CO.CO, Ex Appalti Storici - legge 440/97 - alternanza scuola lavoro – mensa gratuita da parte del personale scolastico - misure incentivanti per progetti relativi alle aree a rischio - pagamento visite fiscali….
ASSEGNAZIONE PER GLI ISTITUTI CONTRATTUALI. In questa sezione… vengono presi in esame tutti gli emolumenti accessori che sono liquidati al personale con questa modalità di pagamento, sia di natura contrattuale che extra-contrattuale…. Segnaliamo in particolare la questione delle ore eccedenti per la sostituzione dei colleghi assenti, oggetto di molta confusione da diversi anni; facciamo una ricostruzione filologica della normativa, noiosa ma speriamo utile. Nella Nota si parla di “ore eccedenti per sostituzione dei colleghi assenti (art. 30 CCNL), compreso l’incremento disposto ai sensi dell’Intesa del 10.11.2011”;ora, nell’art. 30 del CCNL si parla di due cose, attività aggiuntive ed ore eccedenti:
“Art.30 – Attività aggiuntive e ore eccedenti. Le attività aggiuntive e le ore eccedenti d’insegnamento restano disciplinate dalla legislazione e dalle norme contrattuali, nazionali e integrative, attualmente vigenti all’atto delle stipula del presente CCNL.” Si dice altresì che restano disciplinate dalle norme contrattuali e dalla legislazione. Tradotto in italiano, questo vuol dire che le attività aggiuntive per l’arricchimento dell’offerta formativa sono parte del contratto, ivi compresi i relativi oneri, come chiaramente detto all’art. 88, rubricato “Indennità e compensi a carico del Fondo d’Istituto”, al comma 2:“Con il fondo sono, altresì, retribuite: … b. le attività aggiuntive di insegnamento. Esse consistono nello svolgimento, oltre l’orario obbligatorio di insegnamento e fino ad un massimo di 6 ore settimanali, di interventi didattici volti all’arricchimento e alla personalizzazione dell’offerta formativa, con esclusione delle attività aggiuntive di insegnamento previste dall’art.70 del CCNL del 4 agosto 1995…. Per tali attività spetta un compenso nelle misure stabilite nella Tabella 5;” Sono quindi escluse le “attività aggiuntive di insegnamento previste dall’art.70 del CCNL del 4 agosto 1995”, articolo che riportiamo di seguito: ART. 70 - Ore eccedenti
“1. Per il pagamento delle ore di insegnamento eccedenti l'orario d'obbligo non rientranti nelle attività aggiuntive di insegnamento di cui all'art. 43, comma 2, il cui finanziamento grava sul fondo d'istituto, si applica il criterio di calcolo di cui all'art. 88, comma 4, del D.P.R. 31 maggio 1974, n. 417. Ogni ora eccedente effettivamente prestata viene pertanto retribuita in ragione di 1/78 dello stipendio tabellare in godimento dell'interessato.” Finalmente, oltre alle attività aggiuntive, compaiono le ore eccedenti, che sin dal primo CCNL le OO.SS hanno scelto di non contrattualizzare, di lasciarle nel precedente regime pubblicistico, per l’ovvia ragione che in questo modo gli oneri rimanevano a carico della fiscalità generale. Per finire, va detto che attività aggiuntive di insegnamento e ore eccedenti vengono pagate con importi diversi, le attività aggiuntive d’insegnamento 35 euro l’ora (Tab. 5 all. CCNL 2006/2009) e le ore eccedenti 1/78 dello stipendio tabellare, equivalenti a 1/18 dello stipendio settimanale (Art. 88, comma 4, del D.P.R. 31 maggio 1974, n. 417). Di fatto, le ore eccedenti per la sostituzione dei colleghi assenti sono scomparse dall’orizzonte del MIUR; dalla Nota si potrebbe arguire che anche queste sono a carico del FIS, ma la cosa non ha senso, anche perché non si saprebbe con quale importo pagarle: 35 euro l’ora o 1/78 dello stipendio? Se le si fa rientrare nel FIS, andrebbero pagate 35 euro l’ora! Che fare? Non si sa che cosa consigliare a DS e DSGA; sarebbe assolutamente necessario un chiarimento, perché nella situazione attuale, qualsiasi cosa si faccia, si fa male.
LA QUESTIONE DEL DOCENTE VICARIO. Per quanto riguarda la questione delicatissima del docente vicario, nella Nota si arriva alla ufficializzazione dell’assurdo giuridico; andiamo per punti.“Per gli istituti contrattuali di cui all’art. 146 (CCNL), che non gravano sul FIS, non è prevista l’assegnazione di una risorsa finanziaria all’Istituzione scolastica.” Il MIUR dice due cose: - ci sono degli istituti contrattuali in base a cui i lavoratori hanno diritto di percepire dei compensi, nel caso naturalmente effettuino le prestazioni previste da tali istituti; - il datore di lavoro pubblico non intende onorare i suoi obblighi, dato che non assegna alle scuole i fondi necessari per liquidare tali emolumenti. Non c’è che una soluzione: fare in modo che le prestazioni di cui si sta parlando non vengano effettuate. Ma quali sono le “prestazioni” di cui si sta parlando? “In particolare, circa la sostituzione di un dipendente assente con altro soggetto cui si chiede di svolgere funzioni superiori, si richiama, tra l’altro, quanto disposto dall’ art. 52 del decreto legislativo n. 165/2001 in merito alla possibilità di adibire il prestatore di lavoro a mansioni proprie della qualifica superiore in caso di assenza del dipendente, fermo restando la necessità di disporre della copertura finanziaria, che per l’indennità in questione, come detto, non è assegnata a codesta istituzione scolastica.
Peraltro, a tal riguardo giova ribadire che la disposizione di cui al citato art. 52, comma 5, del D.Lgs. n. 165/2001, sanziona con la nullità l’eventuale assegnazione disposta al di fuori dei casi di cui al comma 2, con correlata responsabilità del dirigente che l’ha ordinata.” Si sta parlando del docente vicario; il MIUR dice che alla scuola non vengono assegnati i fondi per la corresponsione delle indennità di funzioni superiori e di direzione, per cui l’unica soluzione possibile per il Dirigente è di non nominare il docente vicario, o meglio di non nominarlo con delle modalità che prevedano la corresponsione delle citate indennità. L’unica possibilità di pagamento è quella legata al FIS e alla contrattazione di istituto: “Quanto sopra fatta salva naturalmente la possibilità per i dirigenti scolastici di avvalersi, nello svolgimento delle proprie funzioni organizzative ed amministrative, di docenti collaboratori, la cui attività è retribuibile, in sede di contrattazione di istituto, a carico del FIS (cfr. art. 34 CCNL).” In termini puramente teorici, la cosa sarebbe anche sostenibile: non ci sono i soldi, per cui non se ne fa niente, quanto previsto dall’art. 146 del CCNL rimane una possibilità non realizzabile per mancanza di fondi. C’è però qualche piccolo problema. Nei casi normali, la competenza e la responsabilità in merito alla nomina del docente vicario e al relativo trattamento economico ricadono sul Dirigente Scolastico, ma nel caso delle scuole date in reggenza… la “correlata responsabilità” ricade in capo ai Direttori degli Uffici Scolastici di tutte le regioni italiane…..Per un approfondimento di quest’ultimo aspetto, rimandiamo all’articolo “La nomina del docente vicario. La questione dell’art.52 D.lgs. 165/2001”….

www.superando.it - 16 gennaio 2012
“Tra le nuove attività delle mafie anche il comparto socio-sanitario per disabili”
░ Lo si legge nel XIII Rapporto di SOS Impresa - associazione nata nel 1991 a Palermo, nell'ambito di Confesercenti -, intitolato "Le mani della criminalità sulle imprese", recentemente presentato a Roma.
… Nel capitolo intitolato "I nuovi settori di investimento", si scrive che «gli interessi delle mafie si sono spostati anche in settori nuovi e per certi versi imprevedibili, come ad esempio nel comparto sanitario, ovvero nella gestione di cliniche private, di centri diagnostici, di residence per anziani, di servizi per disabili e nelle mense». … Come hanno infatti dichiarato i realizzatori del documento, «possiamo affermare che la Mafia Spa si conferma come il più grande agente economico del Paese, una grande holding company articolata su un network criminale, fortemente intrecciato con la società, l'economia, la politica, in grado di muovere un fatturato che si aggira intorno ai 140 miliardi di euro con un utile che supera i 100 miliardi di euro al netto degli investimenti e degli accantonamenti, e 65 miliardi di euro di liquidità». E ancora, «il solo ramo commerciale della criminalità mafiosa e non, che incide direttamente sul mondo dell'impresa, sfiora i 100 miliardi di euro, pari a circa il 7% del Prodotto Interno Lordo nazionale. Una massa enorme di denaro, quindi, che passa quotidianamente dalle tasche dei commercianti e degli imprenditori italiani a quelle dei mafiosi»…. «Gli interessi delle mafie si sono spostati anche in settori nuovi e per certi versi imprevedibili», come ad esempio, «nello sport (gestione di società dilettantistiche e semi-professioniste, impianti sportivi e scommesse clandestine), nell'autotrasporto e nella logistica, nei servizi di vigilanza dei locali notturni», ma anche «nel comparto sanitario, ovvero nella gestione di cliniche private, di centri diagnostici, di residence per anziani, di servizi per disabili e nelle mense».

ItaliaOggi - 17 gennaio 2012
“Spunta la riforma di Profumo”
░ Nel dl sulle liberalizzazioni, misure di sistema per la Scuola.
Più autonomia e fondi per le scuole. Test invalsi obbligatori, linee guida nazionali per raccordare l’istruzione con la formazione professionale regionale. E poi nuovi istituti nelle caserme dismesse della Difesa, e organico funzionale per tre anni. Sono le novità che, secondo ItaliaOggi, dovrebbero entrare nel decreto legge sulle liberalizzazioni… Al momento, la riduzione a12 anni del percorso scolastico… risulta essere stata accantonata…. Le risorse per l’istruzione, ad esclusione di quelle per la scuola non statale, confluiranno in due soli capitoli: il fondo per l’autonomia e quello per il personale. Nel primo andranno tutte le risorse che ad oggi vengono date indirettamente alle scuole e che così potranno essere gestite autonomamente senza vincoli. Ogni scuola, inoltre avrà un organico funzionale di durata triennale, con il quale fa fronte non solo alle esigenze ordinarie ma anche alle supplenze. Per consentire di costituire, a invarianza di spesa, nuove cattedre, si utilizzeranno anche gli spezzoni… Gli istituti avranno diritto, poi, a organici da utilizzare in rete con altre scuole per realizzare attività di recupero e di sostegno alle eccellenze, oltre che ai ragazzi diversamente abili.

ItaliaOggi - 17 gennaio 2012
“Corsa alla disoccupazione ridotta”
░ Non è necessario essere iscritti all’Ufficio di collocamento. Le domande entro il 31 marzo. (Antimo Di Geronimo)
I docenti e i non docenti che intendono percepire l’indennità di disoccupazione con i requisiti ridotti, hanno tempo al 31 marzo prossimo per presentare la domanda. L’istanza può essere presentata fin da oggi anche da coloro che attualmente stanno lavorando, a differenza della disoccupazione con i requisiti ordinari che presuppone l’assenza totale di rapporto di lavoro. La presentazione della domanda consente ai precari di ottenere un indennizzo per i periodi in cui non hanno lavorato nel 2011, a patto che siano in grado di vantare almeno 78 giorni di servizio, sempre nel 2011 e almeno un contributo settimanale versato entro il 31 dicembre del 2009 …(deve possedere cioè almeno un contributo settimanale versato prima del biennio precedente l’anno nel quale viene chiesta l’indennità). Nel calcolo delle 78 giornate sono comprese anche le festività e le giornate di assenza indennizzate (per es., maternità, malattia, permessi retribuiti). Per i primi 120 giorni, l’indennità giornaliera non può superare il 35% della retribuzione media giornaliera… nei limiti di un importo massimo mensile lordo di 844,06 elevato a 1.014,48 per i lavoratori che possono far valere una retribuzione lorda mensile superiore a 1.826,07. L’indennità è pagata dall’Inps con un unico assegno inviato a casa del lavoratore (o con domiciliazione su conto corrente bancario o postale), per un periodo corrispondente alle giornate effettivamente lavorate nell’anno precedente, e comunque non superiore a 180 giornate. La domanda va presentata all’Inps, su appositi modelli reperibili presso le sedi, oppure direttamente sul sito dell’Inps, nella sezione dedicata alla modulistica, entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello in cui si è verificata la disoccupazione. E’ necessario allegare anche il modello 86/88bis, la cui compilazione è a cura delle scuole doce si è lavorato nel 2008…. L’indennità di disoccupazione con requisiti ridotti è alternativa a quella con i requisiti ordinari, che si ottiene quando il lavoratore può fare valere 52 contributi settimanali negli ultimi due anni; fatto salvo il possesso di un’anzianità contributiva di due anni. Per accedere all’indennità con i requisiti ordinari, inoltre, è necessario presentare la domanda dopo il licenziamento, fermo restando la preventiva iscrizione al collocamento, e comunque entro 66 giorni dalla data del licenziamento. Questa indennità, dunque, è incompatibile con la costanza del rapporto di lavoro…

ItaliaOggi - 17 gennaio 2012
“Nuovi permessi sindacali. Ecco come fare”
░ Antimo Di Geronimo riprende, dalla Direzione Scolastica Regionale della Campania, un vademecum utile anche alle prossime RSU.
Permessi sindacali: a chi spettano, come chiederli, come registrarli e comunicarli al ministro della Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi. E’ un vero e proprio vademecum per i dirigenti scolastici e i sindacalisti, la circolare n.66 emanata dell’USR per la Campania l’11 dicembre scorso (sito:http://www.csa.napoli.bdp.it/pagine/circolari.htm). … La circolare reca anche i moduli per le rilevazioni che sono necessarie perché adesso è obbligatorio comunicare i permessi alla Funzione pubblica entro due giorni dalla fruizione. L’ufficio ha ricordato che i dirigenti delle organizzazioni sindacali rappresentative (Flc-Cgil; Cisl-Scuola; Uil-Scuola; Snals-Confsal; Gilda-Unams) non collocati in distacco sindacale possono fruire, ai sensi degli artt. 8-9-10, del contratto quadro del 7.8.98, di permessi sindacali giornalieri ed orari, per l’espletamento del loro mandato, per la partecipazione a trattative sindacali, o per partecipare a convegni e congressi di natura sindacale. Tali permessi non possono superare bimestralmente, per ciascun dirigente sindacale tenuto ad assicurare la continuità didattica, i cinque giorni lavorativi e, in ogni caso, i 12 giorni nel corso dell’a.s…..Il nominativo del dirigente sindacale che fruisca del permesso deve essere chiaramente specificato, a cura dell’associazione sindacale richiedente… E’ necessario specificare se si tratta di permesso per espletamento del mandato, o di permesso per partecipazione a riunioni degli organi statutari…. I dirigenti dei sindacati rappresentativi hanno diritto anche a permessi sindacali non retribuiti per la partecipazione a trattative sindacali o a congressi e convegni di natura sindacale. Per quanto riguarda i permessi spettanti alle RSU, il monte ore dei permessi va calcolato nella misura di 25munuti e 30 secondi per dipendente in servizio con rapporto di lavoro a t.i….

Il Messaggero - 19 gennaio 2012
“Milleproroghe, spiraglio sulle pensioni”
░ Deroghe per i lavoratori precoci. La modifica interessa i cosiddetti “esodati” e i professori di scuola.
Per colpa delle nuove norme sul sistema previdenziale varate a dicembre erano rimasti in mezzo al guado, con il rischio concreto di dover passare i prossimi 4-5 anni senza né stipendio né pensione. Ora questi ex lavoratori… possono tirare un sospiro di sollievo: un emendamento a firma PD-PDL al decreto Milleproroghe all’esame della Camera, consentirà loro di rientrare nelle vecchie regole, e quindi di arrivare alla pensione così come da piani antecedenti alla manovra Salva-Italia…. L’emendamento prevede per i cosiddetti “esodati” il mantenimento ancora per due anni delle vecchie regole…. Applicazioni delle vecchie regole pensionistiche anche per il personale della scuola che raggiungerà i requisiti entro agosto prossimo….
 

ASASI - La Letterina n. 305 - 5 gennaio 2012
“Attività ASASi. La sperimentazione per la valutazione degli insegnanti”.
░ Il qualificato periodico on line si schiera, con una nota redazionale, a favore della valutazione in itinere del personale scolastico.
… Occorre solo avere il coraggio di estendere a tutte le scuole la procedura Valorizza… Il MIUR affidò all’Associazione TreeLLLe e alla Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo il compito di redigere un Rapporto di ricerca sull’efficacia del metodo “Valorizza” che tenesse conto delle critiche e dei suggerimenti delle scuole. Il Rapporto ha cercato di verificare se il metodo è effettivamente in grado di identificare gli insegnanti di comprovata e condivisa buona reputazione. A questo fine l’ultima fase della sperimentazione è stata destinata a validare il metodo sperimentato… Nell’anno scolastico 2010/11, 33 scuole statali si sono rese disponibili per la sperimentazione in tre regioni: Piemonte, Lombardia e Campania. In ciascuna scuola, il Collegio dei Docenti ha eletto due insegnanti che, insieme al Dirigente Scolastico e al Presidente del Consiglio di Istituto (senza diritto di voto), hanno costituito il Nucleo di Valutazione deputato a scegliere i professori di comprovata e condivisa buona reputazione. I docenti si sono candidati, su base volontaria, per essere presi in considerazione dal nucleo, sapendo che solo uno su tre avrebbe avuto il riconoscimento. Per candidarsi, hanno compilato un questionario di autovalutazione presentato insieme al loro curriculum vitae. Alle famiglie e agli studenti delle superiori, è
stato somministrato un questionario nel quale è stato chiesto di indicare 3 nomi di docenti che meritavano d’essere riconosciuti come “eccellenti”. Ciascun membro del Nucleo ha predisposto una sua lista d’insegnanti meritevoli alla luce delle sue convinzioni e delle informazioni raccolte tra le componenti della comunità scolastica. Le tre liste sono state confrontate nelle riunioni del Nucleo, che ha infine scelto, come meritevoli di riconoscimento, i candidati che comparivano in tutte e tre le liste o in almeno due di esse. Ai docenti così individuati il Ministero ha dato un riconoscimento corrispondente a una mensilità di
retribuzione una tantum. In 11 delle 33 scuole due ricercatori delle Fondazioni hanno seguito passo passo, come osservatori, i lavori dei nuclei di valutazione e hanno effettuato interviste ad alcuni loro membri… Le interviste segnalano un’insoddisfazione sugli strumenti utilizzati per raccogliere informazioni sui docenti e una preoccupazione riguardo alla capacità delle famiglie, soprattutto in ambienti socio-economici disagiati, di giudicare correttamente la qualità degli insegnanti. Minori le preoccupazioni sulle capacità di giudizio degli studenti. D’altro canto è stata largamente apprezzata la possibilità che il modello offre di incrociare punti di vista diversi, dei protagonisti e degli utenti nel giudizio valutativo…. È stata apprezzata la possibilità di adottare una logica di valutazione tutta interna che vede protagonista la comunità scolastica.

AIPD Onlus – scheda n.359/2012 – 5 gennaio 2012
“Le iscrizioni a.s. 2012-2013. Norme relative agli alunni con disabilità”
░ Con riferimento alla C.M. n.110 del 29/12/2011, relativa alle iscrizioni nelle scuole di ogni ordine e grado, l’Associazione Italiana Persone Down Scuola propone osservazioni e consigli ai docenti di Sostegno e agli utenti. Riportiamo, in parte, la scheda redatta da Salvatore Nocera, Responsabile dell’Area Normativo-Giuridica dell’Osservatorio Scolastico sull’Integrazione dell’AIPD Nazionale.
Scuola-Asl-Enti locali: coordinamento e compiti. Insegnanti di sostegno.- Consigli ai genitori. Numero alunni per classe. Le domande di iscrizione sono accolte entro il limite massimo dei posti complessivamente disponibili nella singola istituzione scolastica, limite definito sulla base delle risorse di organico e dei piani di utilizzo degli edifici scolastici predisposti dagli Enti Locali competenti. Resta inteso, comunque, che l’Amministrazione scolastica deve garantire in ogni caso, soprattutto per gli alunni soggetti all’obbligo di istruzione, la fruizione del diritto allo studio attraverso ogni utile forma di razionalizzazione e di indirizzo a livello territoriale….Osservazioni. In proposito la C.M. non fa alcun riferimento al DPR n° 81/09 (ma del quale si dovrà tener conto) il cui art. 5 comma 2 prevede che, di norma, una classe con presenza di alunni con disabilità, non può superare il numero di 20 alunni, elevabile a 22 in forza dell’art. 4 stesso DPR, ma anche riducibile a meno di 20 in forza dello stesso art. 4 e anche dell’art. 8 del medesimo DPR. Ciò, unitamente all’insufficiente capienza di singole aule, può legittimare la richiesta di sdoppiamenti di classi e quindi di aumenti di organico ….. L’art. 4 riguarda espressamente gli alunni con disabilità. Si precisa che per l’iscrizione occorre la certificazione di disabilità di cui al DPCM n° 185/06 e il Profilo Dinamico Funzionale… Sulla base delle esigenze ivi indicate, vanno formulate nel PEI le richieste delle risorse necessarie (sostegno, assistenza per l’autonomia e la comunicazione, trasporto, assistenza igienica, eliminazione di barriere architettoniche e sensopercettive, etc.)…. Si precisa che gli alunni con disabilità frequentanti la scuola secondaria di primo grado che non hanno ancora compiuto 18 anni prima dell’inizio del nuovo anno scolastico e che conseguono agli esami solo l’attestato con la certificazione dei crediti formativi maturati, hanno diritto col semplice attestato ad iscriversi alle scuole superiori al solo fine di conseguire altro attestato agli esami finali. Osservazioni. Circa le certificazioni necessarie per l'iscrizione, è da ritenersi che nulla sia mutato a seguito della Direttiva n° 14 del 29/12/2011 del Ministero della Pubblica Amministrazione e della Semplificazione …, pertanto all'atto dell'iscrizione si deve continuare a consegnare alla scuola la certificazione di cui al citato DPCM n° 185/06 in originale. Quanto all'aggiornamento del Profilo Dinamico Funzionale (PDF) esso deve essere effettuato non dalla sola ASL, ma da tutto il GLHO composto dagli operatori della ASL che seguono l'alunno, da tutto il consiglio di classe dell'ultimo anno del grado di scuola e dalla famiglia come stabilito dall'art. 12 comma 5 della L. n° 104/92. Pertanto è evidentemente illegittima la prassi secondo cui molte scuole richiedono alle sole ASL l'aggiornamento della Diagnosi Funzionale in luogo dell'aggiornamento del PDF che non è di competenza della sola ASL. Tutto diverrebbe più semplice se si applicasse l'Intesa Stato-Regioni del 20/03/2008 che prevedeva l'accorpamento della DF con il PDF, ma che non ha trovato ancora attuazione (vedi scheda n° 255. L’Intesa Stato-Regioni del 2008 per l’accoglienza scolastica e la presa in carico degli alunni con disabilità).

www.repubblica.it – 7 gennaio 2012
“Italia, il lavoro si cerca tramite un intermediario”
░ Alcuni dati comparativi, dal Rapporto Eurostat ('Methods used for seeking work') su dati aggiornati al II trimestre del 2011): per trovare lavoro, in Italia il 76,9% dei candidati chiede aiuto a amici, parenti o sindacati (la media europea è del 68,9%); il 63,9 % invia il curriculum; il 31,4% segue gli annunci che compaiono sulla stampa o sul Web.
In Italia oltre due persone su tre in cerca di lavoro si affidano a un intermediario che può essere un parente o anche un sindacato….Nell'Unione europea, inoltre, si fa molta pubblicità del proprio curriculum, del proprio percorso di studi, (68,8% Ue 17 e 71,5% Ue 27), una modalità che viene anche seguita in Italia ma con una percentuale inferiore (63,9%), tra le più basse… L'Italia risulta anche tra i Paesi che meno fanno affidamento agli annunci di lavoro che compaiono sulla stampa o sul web, con solo il 31,4% che si rende disponibile a una precisa prestazione o risponde a un'offerta di impiego. Insomma, gli italiani credono poco nei contatti a distanza e privilegiano di gran lunga gli approcci diretti e informali. Non a caso è anche al di sotto dei valori medi europei la quota di coloro che si rivolgono ad operatori istituzionali, come i centri pubblici per l'impiego (31,9%), addirittura l'Italia è penultima nell'eurozona… Tornando alle preferenze degli italiani, la seconda via scelta per trovare un'occupazione consiste nel chiedere direttamente al datore di lavoro; sempre secondo le tabelle di Eurostat oltre sei persone su dieci in cerca si rivolge al principale. Molto probabilmente si tratta di una modalità favorita dalla struttura produttiva del Paese, con tantissime piccole e medie aziende, dove, quindi, è più facile entrare in rapporto con i 'capi'.

www.governarelascuola.it/notizie – 8 gennaio 2011
“L’autonomia scolastica e la dirigenza. Un incidente di percorso ?”.
░ Dal n.3 del periodico on line riportiamo alcuni passi del primo saggio.
Recentemente, abbiamo definito l’autonomia scolastica un’incompiuta; forse è anche peggio, forse dobbiamo dire che si è trattato di un incidente di percorso. Per evitare fraintendimenti, precisiamo che stiamo parlando dell’assetto istituzionale e gestionale dell’autonomia scolastica e del sistema di istruzione più in generale, non dell’autonomia funzionale; anzi, le scuole hanno acquisito una pratica dell’autonomia organizzativa e didattica che costituisce un punto fermo….
Adesso ci rendiamo conto fino in fondo di come l’autonomia scolastica sia nata debole, perché non è nata come una riforma di sistema, discussa nell’opinione pubblica e condivisa dalle forze politiche e sociali, è stata invece frutto di un provvedimento che potremmo definire “incidentale” nell’ambito della Legge 59/1997… Infatti, dal 2001 tutto si è fermato, eppure, poteva non essere così, se solo si fosse voluto. Con la Legge 59/1997, Bassanini ha dato inizio ad un processo di decentramento amministrativo che si è mosso lungo due assi portanti, due forme diverse di sussidiarietà: - la sussidiarietà verticale, una specie di devolution amministrativa, consistente nel decentramento di competenze dall’apparato ministeriale centrale a quello periferico e soprattutto in un passaggio di competenze dallo Stato alle Regioni ed agli EE.LL.
- la sussidiarietà orizzontale, consistente nel trasferimento di competenze dagli enti politici generalistici alle “autonomie funzionali”, intese come “enti gestori” di servizi di natura specialistica.
Senza voler sottovalutare l’aspetto del decentramento amministrativo, l’aspetto più innovativo della Bassanini sta proprio in questo secondo aspetto; lo stesso passaggio di competenze dallo Stato alle Regioni e agli EE.LL. può essere considerato non solo un semplice decentramento, ma anche una forma sussidiarietà orizzontale, quello che già in Costituzione troviamo nella forma di valorizzazione delle autonomie locali. L’autonomia scolastica è a pieno titolo frutto di questo “doppio movimento” di sussidiarietà: - da una parte è un decentramento di competenze all’interno del MIUR, in quanto la gestione del servizio di istruzione passa dall’Amministrazione scolastica centrale e periferica alle singole istituzioni scolastiche; - questo passaggio di competenze però non è un semplice decentramento amministrativo, perché a tutte le istituzioni scolastiche viene conferita la personalità giuridica e viene attribuita l’autonomia i campo organizzativo e didattico, le scuole diventano cioè “autonomie funzionali”…. Questa netta e forte caratterizzazione dell’autonomia scolastica come autonomia funzionale in campo organizzativo e didattico, nel campo cioè della definizione e della gestione dell’offerta formativa, è la sua forza e al contempo debolezza.
Cos’è una scuola autonoma? Qual è la sua natura giuridico-istituzionale? Qual è il suo assetto gestionale interno? Quali sono i suoi rapporti con il Miur, le Regioni e gli EE.LL? Domande senza risposta…. A livello generale, la Riforma Costituzionale del 2001 rimane inattuata, tra tentativi di devolution, riforme costituzionali, federalismo fiscale….
L’autonomia poteva diventare il principio base del sistema di istruzione e formazione, a tutti i livelli e in tutti i campi, applicando il principio di sussidarietà sia in senso verticale che in senso orizzontale. Si potevano esplorare strade ampiamente praticate in altri settori, si poteva andare ad un’espansione dell’autonomia scolastica sul territorio, nella forma giuridica di un Consorzio/Associazione di natura istituzionale tra scuole di un determinato territorio, oppure di un’Agenzia sul modello di quelle definite proprio dalla Legge 59/1997. La Protezione Civile, l’Agenzia delle Entrate si, l’Autonomia Scolastica no. … Viene da pensare che effettivamente l’autonomia scolastica è stata “appioppata” ai dirigenti e al personale della scuola, ma il vero dominus del servizio di istruzione rimane il buon vecchio Ministero, non solo a livello centrale, ma anche sul territorio. Di pari passo con la messa in un angolo dell’autonomia scolastica abbiamo assistito allo svilimento della figura professionale del Dirigente delle Istituzioni Scolastiche: non solo la perequazione con le altre dirigenze è rimasta lettera morta, ma si è venuta addirittura a creare una sperequazione all’interno della categoria; del resto, autonomia scolastica e dirigenza sono nate insieme, la debolezza dell’una comporta la debolezza dell’altra. Delle figure di sistema e della carriera docente meglio tacere, per carità di patria….

Il Gazzettino – 9 gennaio 2012
“Pittoni: insegnanti, ecco il nuovo reclutamento.”
░ La Lega Nord – per bocca del suo esperto per la Scuola, il senatore Mario Pittoni, ripropone la vecchia formula: albi regionali, per bloccare nelle sedi di origine i precari che hanno scarse prospettive di lavoro.
Un criterio meritocratico di valutazione dei nostri studenti, che metta ordine sulle degenerazioni evidenziato dal Rapporto della Fondazione Agnelli che premia il Veneto ? Il senatore Mario Pittoni, capogruppo Lega Nord in Commissione istruzione del Senato, l’ha già individuato: “E’ nel progetto di riforma del reclutamento degli insegnanti che abbiamo appena consegnato al nuovo ministro dell’Istruzione, Profumo, e sul quale i sindacati (CGIL esclusa) e arti sociali si sono già dichiarati disponibili a discutere –sottolinea. Se passa, avremo creato il precedente per rivoluzionare su basi di merito tutto il sistema di assunzione nel settore pubblico”. Il nuovo sistema prevede che per l’assegnazione dei posti, ogni regione faccia riferimento a due liste. “Una, cosiddetta a esaurimento, nella quale entreranno gli attuali iscritti nelle graduatorie provinciali della stessa regione conservando i diritti acquisiti, ed una aperta, alla quale potranno iscriversi tutti i docenti in possesso di abilitazione. I vantaggi del meccanismo sono sostanzialmente quattro: 1. Funge da calmiere agli spostamenti dalle zne con meno opportunità di lavoro ma valutazioni generose; 2. Toglie appetibilità ai corsi on line più o meno fasulli o allo scambio di favori tra strutture private e docenti. 3. Mette in competizione gli aspiranti all’insegnamento iscritti ai vari albi regionali spingendoli a migliorarsi. 4. Crea le condizioni per poter allargare le maglie dell’ingresso ai corsi di abilitazione.

 

Superando.it – 9 gennaio 2011
“Revocato quel contestato bando sulla formazione”.
░ L’articolo pubblicato su “Superando” si chiude con un ringraziamento a Elena Duccillo, dell’ANIEF, che molto e tempestivamente si è spesa per il buon esito (l’abrogazione del decreto Ansas n.273/2011) della vicenda.
Anche la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), tramite le parole del proprio vicepresidente Salvatore Nocera, aveva chiesto ai responsabili dell'ANSAS (Agenzia Nazionale dello Sviluppo per l'Autonomia Scolastica, ex INDIRE) e ai referenti del Ministero, di rivedere quel recente bando sulla «creazione di graduatorie regionali di tutor per i corsi inerenti il progetto di riqualificazione/riconversione professionale sul sostegno», ritenendo inaccettabile «una tale superficialità nella formazione dei futuri docenti per il sostegno» e «lesiva della qualità dell'inclusione scolastica». Ebbene, qualche giorno fa, la stessa ANSAS ha deciso di revocare quel bando, ciò che è stato accolto con soddisfazione anche dall'ANIEF, (Associazione Professionale Sindacale), distintasi a sua volta per una dura protesta. … La stessa ANSAS, il 5 gennaio scorso, con il Decreto n. 10, ha deciso di «revocare in autotela» il precedente provvedimento, «per sopravvenuti motivi di pubblico interesse e di nuova valutazione dell'interesse pubblico originario», determinando quindi «la caducazione in via automatica di tutte le candidature inoltrate». Soddisfazione è stata espressa anche dall'ANIEF(Associazione Professionale Sindacale), organizzazione distintasi a sua volta per una dura protesta e che in una nota ufficiale rileva di voler «continuare a vigilare, nell'interesse di alunni e docenti, su ogni azione che verrà intrapresa sulla formazione degli insegnanti».

ItaliaOggi - 10 gennaio 2011
“Giallo sugli Stati generali dei tecnici e professionali”.
░ Rinviati sine die dal ministro, le scuole annullano i viaggi
Rinviati a data da destinarsi. La pidaria la nota con cui nei giorni scorsi il Miur ha annunciato l’annullamento degli Stati generali dell’istruzione tecnica e professionale, indetti a Roma per il 12 gennaio. Una manifestazione nazionale al Palazzetto dello Sport per valorizzare questi percorsi di studio secondario e i nuovi istituti tecnici superiori ITS, con una parte congressuale e una espositiva delle migliori esperienze didattiche realizzate dagli studenti di tute le regioni…. Mesi di preparazione… poi in piene vacanze di Natale, il Miur annulla tutto…. Nel frattempo rimangono aperti nodi importanti proprio dell’istruzione tecnico-professionale, come le modalità del nuovo contratto di apprendistato con cui i 15enni possono assolvere l’obbligo d’istruzione, e le opzioni per gli indirizzi degli studenti del III anno degli istituti tecnici e professionali.

ItaliaOggi - 10 gennaio 2011
“Boom di TFA nel Lazio”.
░ Il Ministro della Funzione pubblica accetta il piano di ripartizione dei corsi proposto dal MIUR.
Sono bastate al ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi le risposte date dall’Istruzione per dire sì alla richiesta di 20mila TFA e 2800 lauree magistrali per il 2012. Il decreto di autorizzazione ora è all’esame dell’Economia per il via libero definitivo. OK a 15700 TFA per le Superiori, 1500 posti in meno – secondo quanto risulta a ItaliaOggi – rispetto alle richieste degli atenei, e 10mila in più del fabbisogno stimato dal Ministero. Il boom nel Lazio, con 2700 unità da formare alle superiori (quasi 4 volte in più del fabbisogno). Segue la Lombardia.
ItaliaOggi - 10 gennaio 2011
“I dubbi previdenziali di chi ha appena maturato i requisiti”.
░ Si attende ancora, e non se ne ha notizia, il decreto ministeriale che fisserà le modalità e i termini di scadenza per la eventuale presentazione della domanda di cessazione dal servizio con effetto primo settembre 2012, e si attende la circolare applicativa in materia di quiescenza; resta da capire, ad esempio, se sarà possibile chiedere la permanenza in servizio e il part time.
C‘è attesa tra il personale del comparto scuola di conoscere, dopo l’entrata in vigore delle nuove disposizioni in materia di trattamenti pensionistici contenute nell’art.24 del d.l. n.201/2011, la posizione sia del Ministro che dell’Inpdap su alcune questioni strettamente collegate all’applicazione delle nuove norme. L’attesa si riscontra, soprattutto, tra il personale che alla data del 31 dicembre 2011 poteva fare valere i requisiti per accedere al trattamento pensionistico di anzianità e/o di vecchiaia, quali richiesti dalla normativa in vigore antecedentemente al 6 dicembre 2011, e che per effetto di quanto dispone il comma 3 del citato art.24, possono farli valere anche in futuro. I requisiti erano… il possesso della quota 96 (60 anni di età e 36 di contributi; oppure 61 anni di età e 35 di contributi) oppure, indipendentemente dall’età anagrafica, 40 anni di servizio e/o di contributi e, solo per il personale femminile, 61 anni di età con almeno 20 di contribuzione. Per il personale femminile rimane, inoltre, in vigore fino al 2015 la possibilità di accedere al trattamento pensionistico anticipato, a due condizioni: che possano fare valere non meno di 57 anni di età e 35 di contribuzione, e che opti preventivamente per il sistema di calcolo contributivo. Per accedere al trattamento pensionistico di vecchiaia, uomini e donne dovevano poter fare valere un’età anagrafica di 65 anni e almeno 20 anni di contributi. … Le più aggiornate rilevazioni sulla consistenza del personale della scuola in servizio con contratto a t.i. che possiede i requisiti per accedere, fin dal primo settembre, alla pensione di anzianità o di vecchia secondo la normativa in vigore prima del 6 dicembre 2011 indicano in 60/65mila unità, di cui oltre 50mila docenti….

Corriere della sera – 11 gennaio 2012
“Il capitalismo ha assunto un volto disumano”
░ E’ Carlo Azeglio Ciampi l’autore della lettera pubblicata sul prestigioso quotidiano. Aggiungo(cultore di filosofia Ciampi, filosofo Abbagnano, e docente di filosofia lo scrivente) sommessamente che, dinanzi allo spauracchio del comunismo dal volto disumano, il capitalismo dal volto disumano covato in seno all’economia nei paesi industrializzati si faceva scudo delle classi politiche al governo; da quando lo spauracchio sovietico è finito, non ha freni alla propria ingordigia, né ha bisogno alcuno dell’usbergo di una volta che può adesso ridicolizzare. La casta dei politici inetti (ché hanno permesso questo) lo merita, ma non ha senso inferire, da ciò, l’impossibilità della democrazia politica.
Libertà e giustizia sociale sono i principi che non riducono l’uomo a strumento dello Stato (…) o del Mercato (…). In questo mi riconosco nella riflessione allarmata e allarmante, di Nicola Abbagnano, secondo il quale “il Capitalismo , seguendo il cammino dell’economia, è andato assumendo a sua volta il vlto assolutizzante e disumano dei mostri incarnatisi negli assolutismi politici e istituzionali radicati nelle ideologie di matrice hegeliana”. Ancora una volta abbiamo assistito alla degenerazione di un pensiero, di una dottrina, il liberismo, che ha avuto l’incommensurabile merito di aver spalancato le porte allo sviluppo dell’economia, al progresso della società, liberandone le forze che hanno spazzato via i residui del sistema feudale. Il liberalismo economico ha anche “prodotto” una ideologia che rifiuta qualunque modello sociale che affidi allo Stato interventi volti a programmare le sue scelte al fine di distribuire equamente beni e oneri all’interno della collettività. I cardini di tale interpretazione sono l’interesse individuale, come fattore determinante la razionalità umana, e il calcolo dei costi e benefici come criterio guida di ogni attività umana….

Il secolo XIX – 12 gennaio 2012
“Così i nativi digitali sfogliano l’IPAD”
░ Aiutano ad apprendere l’ordine e l’organizzazione: a quali condizioni ?
Le recenti dichiarazioni del ministro Profumo hanno riportato il dibattito su una scuola “più moderna e visionaria”, più vicina al web e ai nativi digitali. Una scuola che offra il sapere e le informazioni attraverso strumenti innovativi. E propone il tablet al posto dei libri di testo, un’unica tavoletta elettronica per contenere in un centimetro di spessore le migliaia di pagine dei volumi che accompagnano gli studenti nell’arco della carriera. Al Salone dell’educazione ABCD, in Fiera a Genova, l’associazione Disal, Dirigenti Scuole Autonome e Libere, ha presentato una di queste iniziative promossa dalla scuola di primo grado di Mele, l’I.C. Voltri… I docenti hanno accolto la sfida degli IPAD convinti che questo sia uno strumento agile e adatto al nostro tempo, ma che non sostituisce il processo didattico….

ASASI - La Letterina n. 306 - 12 gennaio 2012
“Lettera al ministro Profumo sulle elezioni per le RSU”.
░ Roberto Tripodi, Presidente regionale ASASI e Consulente della V Comm. Legisl. A.R.S., è stato nominato, adesso, presidente della FNASA. Così si rivolge al ministro Profumo (riportiamo passi dell’articolo-lettera).
Caro Ministro, è necessario, nella scuola statale, ridare centralità alla didattica e agli apprendimenti. I dodici organi collegiali esistenti in ogni scuola (consiglio d’istituto, giunta esecutiva, collegio dei docenti, consiglio di classe, assemblea sindacale, assemblea studentesca d’istituto, assemblea studentesca di classe, assemblea dei genitori, comitato dei genitori, comitato studentesco, assemblea ATA, RSU) ai quali si sommano altri organi come i Revisori dei conti, i Responsabili dei
Lavoratori per la Sicurezza e i terminali associativi sindacali, costituiscono una selva di poteri sovrapposti e contrastanti, se non altro d’interdizione della normale attività didattica e amministrativa, difficili da coordinare e da gestire. Se oggi in Italia siamo potuti arrivare all’istituzione di 10.300 scuole paritarie e di sole 10.100 scuole statali, forse ciò vuol dire che l’utenza più avveduta abbandona l’istruzione pubblica (perché tale è la sola istruzione statale, al di fuori degli infingimenti), di cui non si fida più…. In occasione delle prossime elezioni delle RSU (a scuola non si fanno che elezioni; quest’anno ne abbiamo già fatte quattro: per gli organi di durata annuale, per la consulta biennale, per il comitato studentesco, per il consiglio d’istituto), la preghiamo di decretare l’incompatibilità dei componenti il consiglio d’istituto con la carica di RSU. Forse lei non lo sa, ma a scuola succede anche questo: i sindacalisti si candidano nel consiglio e portano la mentalità sindacale in un organismo che, invece che l’interesse di categorie d’impiegati, dovrebbe tutelare l’interesse pubblico, quello del servizio reso all’utenza. È chiaro che affidare il governo della scuola, pagata con i soldi di tutti i contribuenti, agli impiegati che hanno interesse concreto a lavorare di meno e a non essere controllati, non può che portare all’inefficacia dei processi d’istruzione…..


 

www.repubblica.it – 28 dicembre 2011
“La Regione Sicilia fa 1600 assunzioni. Alt del commissario alla legge-strenna”.
░ Bloccata una spesa da 100 milioni. "Non ci sono i fondi". Maretta nel governo di Lombardo: l'Udc esce dalla maggioranza (di EMANUELE LAURIA)
PALERMO - È arrivato ancora una volta il commissario dello Stato a chiudere il cancello dello stipendificio Sicilia. E lui, il prefetto Carmelo Aronica, l'uomo chiamato a giudicare la legittimità costituzionale dei provvedimenti varati dalla generosa Assemblea regionale, in questa occasione è andato giù duro. Bloccando, in un colpo solo, 1.600 assunzioni. Tante ne aveva deliberate l'Ars nella seduta prenatalizia, con una legge-strenna che prevedeva la stabilizzazione in via amministrativa di circa 800 precari e una corsia preferenziale per altri 400 all'interno di un maxi-concorso da 800 posti. Un pacco dono che aveva premiato catalogatori dei beni culturali come tecnici della Protezione civile, esperti di dissesto idrogeologico come di emergenza rifiuti. L'ultimo regalo, però, si è risolto in un'illusione durata appena quattro giorni, troncata dal commissario dello Stato con un ricorso alla Consulta scritto in nome di un quesito: chi metterà, e saranno comunque sufficienti, i 100 milioni di euro necessari in tre anni a sostenere questo faraonico progetto? … Ora però gli stessi deputati sono in ansia, perché costretti a trovare un rimedio legislativo per garantire almeno una proroga ai precari che in Sicilia alimentano il consenso elettorale. L'anno prossimo, in 150 Comuni dell'Isola, si tornerà a votare. E il sospetto è che lo stipendificio siciliano, malgrado l'affondo del commissario e la crisi economica, sia tutt'altro che in disarmo: nei giorni scorsi, d'altronde, era stata annunciata un'altra infornata. Sotto forma di un accordo per la stabilizzazione di 2.234 lavoratori socialmente utili in servizio nella Sanità: 1.500 di loro si sono detti disponibili pure ad abbassarsi i compensi. Sacrificio accettabile, per ottenere l'agognato posto fisso.  

www.didaweb.net/fuoriregistro -29-12-2011
“Per un made in Italy dell'istruzione”
░ Al cospetto del presente, qualcuno spera in un futuro in cui sarà possibile insegnare e apprendere nel rispetto di ogni singola persona fruendo del patrimonio culturale specificamente italiano. Riportiamo parte delle riflessioni di Claudia Fanti, ampiamente pubblicate nel web.
…A qualcuno di noi piace ancora pensare a un futuro auspicabile nel quale sarà possibile insegnare e apprendere nel rispetto di ogni singolarità, umanità. Un rispetto che tenga conto dei volti delle persone che ci guarderanno dai banchi, nei corridoi spogli, nelle aule, nei laboratori. Ecco, mi piacerebbe che quando si scrive o ragiona di scuola, lo si facesse senza definire per categorie la cosiddetta utenza: i giovani, le famiglie, i disabili, gli stranieri...mi piacerebbe che si decidesse di "vedere" le persone e le loro infinite modalità di approccio all'esistente, al sapere, al quotidiano vivere…. Per reggere i sacrifici ci vuole una solida base culturale costruita con sapienza ed equilibrio. E questo saper reggere non si impara dall'oggi al domani. Si apprende strada facendo con l'attitudine al lavoro di squadra, alla riflessione, con l'amore per il bello che si oppone al bello imposto dai consumi. Perfino per incassare senza reagire con violenza a una manovra finanziaria durissima ci vuole una scuola che alleni in modo colto e arguto all'argomentazione, all'ironia, alla critica, al pensiero divergente. Questa scuola non c'è da nessuna parte, né in Germania, né in America, né In Francia... e...neppure in Italia. Ma in Italia ci potrebbe essere eccome: si pensi ai secoli di cultura, arte, bellezze, creatività che abbiamo alle spalle. Abbiamo mai veramente tenuto in seria considerazione ciò che siamo stati, le nostre origini? Ogni governo che si è succeduto, ogni ministro della pubblica istruzione non ha incentrato il proprio lavoro sul patrimonio e sulla storia specificamente italiana. Nessuno. Ci si è limitati a costruire programmi, Indicazioni, a trovare obiettivi e finalità per formare un cittadino al passo coi tempi contestuali guardando sempre a modelli esterofili. Eppure non è così che si crea qualcosa che vada a sostenere la peculiarità italiana e la sua esigenza di far emergere la propria diversità in Europa…. Dovremmo pensare a qualcosa di spiazzante che includa il valore che diamo quasi soltanto noi in Europa alla persona, qualsiasi siano le sue potenzialità…
Insegnare a diventare maestri di se stessi ad ogni persona con la quale ogni insegnante viene a contatto dovrebbe essere lo scopo di qualunque ricerca pedagogica, ma anche di scelte ministeriali, affinché ciascuna persona possa trovare dentro di sé la forza e le energie per dare qualcosa di prezioso alla società tutta…. abbandonando proprio gli idoli contemporanei della meritocrazia, andando verso una dinamica di classe e di istituto che apra la propria visione e con ampio respiro dia l'accesso alle proposte culturali che emergono sia dagli stessi alunni, sia dal mondo esterno dei media, dei quotidiani, dei musei, di Internet, ecc...
Occorre che gli insegnanti prendano atto di essere sapienti mediatori, accompagnatori, esploratori della realtà mutevole insieme con gli alunni e le alunne…. Le generazioni a confronto non si devono fronteggiare, bensì incontrare sul piano delle diverse competenze… Lo studio oggi è dinamico, fluido, in movimento. Oggi, la scuola può introdurre a qualsiasi mondo del sapere, in maniera più immediata con l'utilizzo sapiente di Internet…. Ma non basterebbe fornire di un tablet ogni banco! Assolutamente non basterebbe, … Volere una scuola italiana, in stile storicamente italiano invece vuol dire renderla simile alle botteghe artigiane nelle quali l'apprendista si misura con la materia e con l'esperienza dei vecchi maestri per poi rielaborare, ricreare, arricchire….

http://www.orizzontescuola.it – 29 dicembre 2011
“Sostegno: docente di ruolo "riconvertito", alunno dei docenti precari specializzati”
░ Riportiamo una nota emanata da Usb Scuola Sicilia, su una questione di massima attualità e gravità: per ragioni di cassa, e senza considerare il danno didattico, il Miur si accinge a dare attuazione al progetto Gelmini per l’attivazione di corsi “sul sostegno”, di riqualificazione/riconversione professionale dei docenti in sovrannumero, a.s.2011/2012. L’Ansas (ex INDIRE) ha il compito di cercare i tutor.
… Il Miur, con una trovata surreale, istituisce un corso di riconversione, "quasi tutto online" (il tutor svolgerà 120 ore on-line e 12 ore in presenza), dal ridicolo valore formativo e didattico, in cui il docente di sostegno  precario potrà svolgere l'attività di insegnante in un corso di "autolesionismo professionale" che avrà come effetto quello di espellerlo dal mondo della scuola)…. Non possiamo non evidenziare come gli insegnanti-tutor specializzati, invece, abbiano seguito un percorso formativo universitario (di 400 o 800 ore), con esami di didattica speciale e per l’integrazione, di area psicologia, psicomotoria, linguistica, psicopatologica e dello sviluppo, nonché corposi approfondimenti nell'area normativa dedicata alla disabilità, affrontando numerosi laboratori applicativi e svolgendo un percorso di tirocinio in aula. Sullo stile dei "tre-puntifici" on-line, l'ANSAS (ex INDIRE), che dovrebbe garantire il pieno sviluppo dell'autonomia scolastica, si mette al servizio della controriforma Gelmini cercando di mettere "una pezza" all'ondata di soprannumerari… in totale disprezzo delle esigenze didattiche di quella platea, sempre più consistente nella scuola italiana, di discenti diversamente-abili…. Dopo le restrizioni al riconoscimento della legge 104, dopo i corposi tagli al sostegno che hanno visto le famiglie combattere contro il dimezzamento delle ore di sostegno ai propri figli (prontamente restituite dopo i ricorsi  al Tar), ora l'espulsione di migliaia di docenti-specializzati sostituiti da docenti-riconvertiti. Questo è il livello di considerazione che lo Stato Italiano ha dei disabili, delle loro famiglie, dei loro insegnanti e della loro scuola?

http://pressin.comune.venezia.it/ – 29 dicembre 2011
“Insegnanti per i disabili, ministero condannato”
░ Press-IN anno III/n.3360 riporta un articolo pubblicato su “Corriere di Viterbo”. Il Tar del Lazio accoglie il ricorso delle famiglie contro i tagli che assicuravano solo 6 ore di educazione invece di 18. Il “Santa Rosa” (Viterbo) dovrà avere tutti i docenti necessari. Press-IN è un'iniziativa del Progetto Lettura Agevolata del Comune di Venezia.
Il diritto all’educazione è sacro. Anche e soprattutto per i disabili. Non ci sono manovre, tagli o problemi d’organico tali che possano far mancare loro gli insegnanti di sostegno, necessari per almeno 18 ore settimanali. Lo ha stabilito il Tar, con una sentenza che, accogliendo il ricorso presentato, per i genitori, dall’avvocato Massimo Pistilli, ha ribadito importanti principi di diritto, condannando, in concreto, il ministero dell’Istruzione alle spese, e imponendo all’autorità amministrativa di provvedere il numero di insegnanti di sostegno necessario agli studenti diversamente abili del magistrale Santa Rosa. “Alla luce del quadro normativo nel quale si inscrive la vicenda - afferma il Tar -, non potrebbe dubitarsi della illegittimità del provvedimento impugnato con il quale, nonostante l’handicap del minore sia qualificato grave, l’amministrazione dichiara l’impossibilità di garantirgli assistenza di sostegno per un numero di ore pari almeno ad un’intera cattedra”. A ogni studente, per effetto dei tagli al personale, si era arrivati a garantire, mediamente, 6 ore di insegnamento, invece delle 18 necessarie. A emanare la sentenza, depositata il 19 dicembre scorso, è stata la sezione Terza bis del Tar del Lazio. “L’esiguità dell’organico - si legge tra l’altro nelle motivazioni - non potrebbe pregiudicare il diritto fondamentale all’istruzione del disabile grave”, in quanto l’Istruzione scolastica, ribadiscono i giudici, “è tenuta a soddisfarle - in deroga al rapporto ordinario docenti-alunni - attraverso contratti a tempo determinato con insegnanti di sostegno; come già prevedeva - si ricorda - la legge 449 del 1997, con norma che - si legge - non è suscettibile di modifica da parte del legislatore ordinario e che sancisce un ineludibile dovere da parte dell’amministrazione scolastica”. Il Tar dispone, quindi, che “le amministrazioni scolastiche avviino e perfezionino con ogni tempestività le iniziative necessarie per assicurare l’adeguata integrazione del personale di cui trattasi in relazione al concreto fabbisogno dell’istituzione scolastica”. Condanna, infine, “l’Amministrazione al pagamento delle spese. E ordina che la sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa.

La Sicilia – 2 gennaio 2012
“Le novità in tema di iscrizioni”
░ Il Ministro Profumo dà impulso (circolare n. 108 - 27 dicembre 2011) al progetto “Scuola in chiaro” che, dal prossimo 12 gennaio 2012, metterà a disposizione degli utenti, sulla homepage del sito www.istruzione.it, le informazioni del sistema informativo, e che consentirà ad ogni scuola - a partire dal 4 gennaio 2012, di pubblicare le proprie, attraverso una funzione presente sul portale SIDI.
…La prima novità di rilievo rigiuarda il progetto Scuola in chiaro: si tratta della diffusione on line dei dati di tutte le istituzioni scolastiche. I cittadini, attraverso il sito del Miur, potranno accedere a tutte le informazioni per ricercare e localizzare le scuole di proprio interesse. Ogni scuola è tenuta a fornire le informazioni relative al tempo-scuola, alla mensa, agli altri servizi indicati nel Pof. Le scuole hanno l’obbligo di acquisire al protocollo le domande presentate e di comunicare, per iscritto, agli interessati l’eventuale mancato accoglimento delle stesse…. Attualmente, l’obbligo di istruzione concerne la fascia di età tra i sei e i 16 anni, tuttavia il diritto-dovere si estende fino al 18mo annodi età, o comunque fino al conseguimento di una qualifica professionale di durata almeno triennale. Da qui scaturisce che la modalità di assolvimento si può realizzare attraverso la frequenza nelle scuole superiori, nella formazione professionale o tramite la stipula di un contratto di apprendimento per la qualifica o per il diploma professionale. Per coloro che hanno compiuto il sedicesimo anno di età vi è anche l’opportunità di frequentare i centri EDA….

Il Mattino – 3 gennaio 2012
“Dal Sud un progetto pilota per tutta la scuola italiana”
░ Il Mezzogiorno può diventare il vero elemento di traino per lo sviluppo del Paese, dice il ministro Profumo, intervistato. Tanta carne al fuoco, nelle risposte del Ministro a una intervista (con i tempi realizzativi consueti, sarebbe il programma di una legislatura): prolungamento dell’obbligo scolastico fino a 17 anni attraverso lo stretto rapporto con istituti professionali regionali; formazione degli studenti innovativa; concorsi per i giovani docenti; scuole come centri di aggregazione.
… D. Un progetto ampio; e i soldi ?
R. La base di partenza è unmiliardo dei fondi europei destinati al Sud (350 i milioni destinati alla Campania). Cerchiamo, però, risorse aggiuntive e complementari…
D. Qual è la condizione della scuola nel Sud ?
R. … C’è una mappa della povertà che sta crescendo, nel nostro Paese, a cui corrisponde un aumento dell’abbandono scolastico. L’obiettivo è di evitare che i ragazzi lascino la scuola in età precoce, un traguardo che può essere raggiunto prolungando il percorso dell’obbligo scolastico con le qualifiche professionali…
D. Tenerli più a lungo a scuola insegnando loro un mestiere. Ricetta semplice, ma anche realizzabile?
R. L’obiettivo si può raggiungere con una più stretta connessione, anche fisica, tra scuole dell’obbligo e scuole professionali regionali…
D. Entro il 1212 sarà indetto un concorso per i docenti. Ma dove sono questi nuovi posti di lavoro ?
R. Ci sono graduatorie con circa 200mila persone in attesa, e altri 20mila giovani che non sono in graduatoria. L’età media dei nostri insegnanti cresce… credo sia ragionevole proseguire con lo svuotamento delle graduatorie ma al contempo pensare ai giovani. Immagino due canali: uno più grande che attinge alle graduatorie, un altro più piccolo che fa riferimento ai nuovi concorsi.
… D. Il tempo dei tagli può dirsi finito ?
R…. Pur nelle difficoltà ritengo che il periodo dei tagli sia chiuso. Anche in mancanza di risorse aggiuntive, molto può essere fatto utilizzando meglio i fondi disponibili.
…D. Non c’è tempo per le grandi riforme, ma se ce ne fosse quale vorrebbe realizzare ?
R. Vorrei che la scuola diventasse ciò che in alcuni Paesi si definisce “civic center”, il centro civico della città… centri di aggregazione del quartiere: biblioteche aperte tutto il giorno, palestre utilizzate anche dai cittadini, luoghi per le feste dei bambini. In questo modo anche gli aspetti economici potrebbero essere affrontati diversamente perché il Comune, i provati potrebbero investire nella scuola stessa…

ItaliaOggi – 3 gennaio 2012
“Sanzioni, se la difesa è per pochi…”
░ Carlo Forte spiega come sia più dispendioso, adesso, per i docenti colpiti da censura ricorrere davanti ai Tribunali ordinari, rispetto a quanto lo fosse il ricorrere davanti ai Consigli di disciplina; in molti preferiscono rassegnarsi a incassare le sanzioni disciplinari. Siamo in presenza dell’arretramento delle tutele democratiche costituzionali del docente che (ove questi preferisca derogare ai propri convincimenti piuttosto che rischiare di entrare in conflitto con il d.s.) si traduce nella rinuncia, di fatto, all’esercizio della libertà di insegnamento.
L’attribuzione ai dd.ss. del potere di infliggere le sospensioni fino a 10 giorni, decisa con la Riforma Brunetta, insieme alla cancellazione della possibilità di impugnare le sanzioni davanti ai consigli di disciplina, ha lasciato i docenti praticamente senza tutela. Va detto che è sempre possibile ricorrere dinanzi al giudice del lavoro; ma la lunghezza del procedimento e i costi dell’azione impediscono di fatto di difendersi efficacemente. Basti pensare che tra la data di presentazione del ricorso e l’emissione della sentenza di primo grado possono passare anche 2/3 anni, e che in ogni caso il procedimento necessita del patrocinio di un legale…. Quanto ai costi materiali, l’azione costa mediamente dai mille ai 2mila euro…. La “sospensione”, di competenza del d.s., determina la cessazione della retribuzione nel periodo di riferimento ma è compensata dall’assegno alimentare, che è pari al 50% della retribuzione. Poi c’è il ritardo di un anno nella progressione economica… L’avvertimento scritto e la censura, invece, praticamente non hanno alcun effetto oltre quello, rispettivamente, dell’avviso e del rimprovero… L’effetto più nefasto, però, è quello di ingenerare un meccanismo di autocensura… rinunciando quindi ad esercitare l’autonomia professionale a tutela della quale l’art.33 Cost sancisce il principio di libertà di insegnamento…

ItaliaOggi – 3 gennaio 2012
“I giovani bocciano il 70% dei professori”
░ Brutte notizie, per la categoria degli insegnanti, dal rapporto EURISPES- Telefono azzurro “XII indagine conoscitiva sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza 2011” (www.eurispes.it). Per di più: un alunno su tre considera noiose le lezioni; gli alunni e loro famiglie lamentano che la scuola ha pochi agganci al mondo del lavoro.
Gli insegnanti dovrebbero essere più preparati e aggiornati. Ne è convinto il 59% degli studenti e l’80% dei loro genitori, intervistati da Eurispes e da Telefono azzurro per la XII indagine conoscitiva sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza 2011. Realizzata tra 1496 studenti 12-18enni di 21 scuole, e 1266 genitori…. Il 58,8% chiede più rigore e severità con i compagni violenti e nella lotta contro le discriminazioni….

ItaliaOggi – 3 gennaio 2012
“Nessun futuro per la riammissione in servizio”
░ Vita dura per i pensionati della Scuola che vorrebbero tornare a lavorare: sono troppi i colleghi in servizio che risultano in esubero.
Dirigenti, docenti e personale Ata sono andati in pensione di anzianità ad un’età compresa tra i 55 e i 58 anni… Alcuni, soprattutto tra i dirigenti e i docenti, aspirano a tornare in servizio… Lo strumento giuridico che possono utilizzare a tale fine è l’istituto della riammissione in servizio previsto dall’art.132 DpR 10 gennaio 1957 n.3…. Può essere richiesto dai dd.ss., dai docenti e dal personale Ata collocati in pensione di anzianità per dimissioni volontarie, perché dichiarato decaduto per alcune specifiche cause, per dispensa per motivi di salute o per avere superato il periodo massimo di assenza per motivi di salute o per infermità non dipendente da causa di servizio. Non è invece utilizzabile da coloro che entro il primo agosto 2012 avranno compiuto il sessantaseiesimo anno di età, o che all’atto del collocamento a riposo svolgevano le funzioni di preside, direttore didattico o di responsabile amministrativo… Il termine ultimo per presentare la domanda rimane quello del 15 gennaio. Quello della riammissione in servizio è comunque un’operazione che l’amministrazione scolastica può porre in essere in via residuale… sembra essere, di fatto, in via di estinzione a causa dell’aumento dei docenti in esubero….

ItaliaOggi – 3 gennaio 2012
“Elezioni, sindacati pronti al via”
░ Il 19 gennaio partono le procedure per eleggere le RSU, le rappresentanze sindacali nelle scuole. I risultati saranno decisivi per determinare il gradi di rappresentatività nazionale delle singole sigle.
… La tornata elettorale si svolgerà dal 5 al 7 marzo, e riguarderà tutti i comparti del pubblico impiego. Dunque anche la scuola…. Le votazioni serviranno a calcolare la rappresentatività delle organizzazioni sindacali, così da verificare chi ha diritto a partecipare alla contrattazione, e chi no. La soglia al di sotto della quale non si viene ammessi ai tavoli negoziali del pubblico impiego è fissata al 5%. Il calcolo tiene conto di due elementi: il numero delle deleghe e il numero dei voti riportati alle elezioni delle RSU. Per delega si intende l’autorizzazione rilasciata dal dipendente al datore di lavoro affinchè questi possa trattenere una somma dal trattamento economico di spettanza del lavoratore e la versi ad un’organizzazione sindacale… La percentuale è calcolata, per il dato associativo (al 31 dicembre 2011) facendo il rapporto tra il numero delle deleghe in favore del sindacato e il numero complessivo di tutte le deleghe sindacali del comparto. Per quanto riguarda, invece, il dato elettorale, la percentuale viene calcolata facendo il rapporto tra i voti riportati dal sindacato e il totale dei voti espressi. Il livello di rappresentatività sarà pari alla media di questi due elementi così calcolati. La normativa di riferimento è contenuta nell’art.43 d.lgs 165/2001…
TEMPISTICA. - 19 gennaio 2012, annuncio delle elezioni e contestuale inizio della procedura elettorale. – 20 gennaio 2012, le amministrazioni mettono a disposizione l’elenco generale alfabetico degli elettori. Inizia la raccolta delle firme per la presentazione delle liste. – 30 gennaio 2012, termine per l’insediamento della Commissione elettorale. – 8 febbraio, termine per la presentazione delle liste elettorali. 24 febbraio, affissione delle liste elettorali all’albo dell’amministrazione. 5-7marzo 2012, votazioni. 8 marzo, scrutinio.

www.repubblica.it – 3 gennaio 2012
“Stipendi, nelle Regioni speciali le gabbie ci sono già”.
░ Le retribuzioni degli insegnanti sono già sperequate:a Bolzano un insegnante guadagna 800 euro in più, rispetto alla media nazionale, a Trento 500 in più.
Come c’è sempre un sud che sta più a sud di un altro sud, c’è pure un nord che sta più a nord di un altro nord. Così, mentre l’Italia s’infiamma per il dibattito sulle gabbie salariali, scaturito dalla constatazione che nel Mezzogiorno il costo della vita è assai più basso che nel Settentrione, il Veneto si ricorda che non occorre scendere di mille chilometri per scoprire di avere un potere d’acquisto relativamente debole. Basta salire fra i monti appena oltre confine, dove un insegnante guadagna anche il cinquanta per cento in più della media nazionale. Al di là dell’indennità per il bilinguismo, concessa dalla legge italiana ai docenti aostani, goriziani e altoatesini, le Province autonome di Trento e Bolzano sono le uniche della Penisola ad offrire agli operatori scolastici un forte integrativo…. In questo modo un maestro elementare trentino in servizio da venticinque anni guadagna 2.100 euro lordi al mese, contro i 1.600 di un suo collega veneto con pari anzianità….

ItaliaOggi – 4 gennaio 2012
░ Lo scorso 3 gennaio, ItaliaOggi titolava allarmata: “Bufera sui tirocini: sono troppi”, ipotizzando che l’avvicendamento dei ministri, al Miur, avrebbe comportato(su sollecitazione della Funzione Pubblica) di venire meno agli impegni presi dalla Gelmini (vedi la polemica tra la Gelmini e l’on. Lupi) sul numero dei corsi TFA da attivare: Semplicemente sono troppi. Vanno ridotti. I posti autorizzati dal Miur, uno degli ultimi atti firmati dal ministro Gelmini, vanno riportati al fabbisogno reale di nuovi docenti. E’ con questa motivazione che il ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, ha rispedito al mittente il decreto che avrebbe autorizzato l’avvio in questi giorni di 23mila TFA…”. Riportiamo la replica dell’Ufficio stampa Ministero Funzione Pubblica.
“Con riferimento all’articolo di ieri, in ordine al preteso blocco, da parte del Ministro Patroni Griffi, del decreto sui 23mila TFA, si precisa che con nota del 29 dicembre 2011, il ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione ha espresso parere favorevole all’ulteriore corso del decreto del ministero dell’istruzione, che individua in 2802 il numero dei posti disponibili, a livello nazionale, per le immatricolazioni al corso di laurea magistrale per l’insegnamento nella scuola di primo grado. Parere favorevole è stato inoltre espresso, con nota del 30 dicembre 2011, sul decreto del Ministro dell’istruzione con cui, in materia di programmazione degli accessi ai percorsi formativi per l’insegnamento nella scuola secondaria di primo grado e secondo grado, si dichiarano disponibili, a livello nazionale, 4275 posti per le immatricolazioni al TFA per l’insegnamento nella scuola di primo grado, e 15.792 posti per le immatricolazioni al TFA per l’insegnamento nella scuola di secondo grado.”.

QN – 4 gennaio 2012
“Scuola. In aula fino a 17 anni per le qualifiche professionali”
░ Come il Ministro Francesco Profumo vuole raccordare scuola e lavoro.
Tra i banchi di scuola fino a 17 anni, prolungando il percorso scolastico con qualifiche professionali, consentendo così ai giovani di entrare nel mondo del lavoro. E’ una novità, insieme alla sicurezza nelle scuole, alla formazione dei giovani docenti e alle risorse per il sud, del piano scuola voluto dal ministro dell’Istruzione. L’obiettivo – ha detto il ministro – è di creare professionalità per i nostri studenti, per esempio, cuochi, idraulici ed elettricisti.
A prova della grande importanza che il nuovo Ministro dell’Istruzione attribuisce all’area dell’istruzione tecnica superiore, segnaliamo che nel sito MIUR è tornata (4 gennaio 2012) in evidenza la brochure che vi era stata pubblicata su iniziativa dell’ex Ministro Gelmini. La si introduce con queste parole: Gli Istituti Tecnici Superiori costituiscono un canale di istruzione terziaria non universitaria che integra istruzione, formazione e lavoro secondo i modelli internazionali più avanzati, quali le SUPSI svizzere, le BTS francesi e le Fachschulen tedesche.

L’eco di Bergamo - 5 gennaio 2012
“Dietro front per le iscrizioni a scuola: non più solo on line”
░ Il quotidiano di Bergamo conferma che, per le iscrizioni scolastiche (da effettuare tra il 12 gennaio e il 20 febbraio),gli utenti potranno avvalersi della vecchio procedura o della nuova.
Dopo aver annunziato nella circolare del 27 dicembre che per le iscrizioni alle prime classi della scuola primaria e secondaria di I e II grado la procedura che le famiglie avrebbero dovuto seguire sarebbe stata solo on line, in una nota si concede la possibilità di procedere alla vecchia maniera: Ci si potrà quindi recare alle segreterie delle scuole per compilare il modulo cartaceo…