La pandemia da Covid ci ha insegnato che la didattica a distanza è una risorsa preziosa in circostanza di forza maggiore che obbligano gli studenti a non frequentare la scuola: tutti i docenti l’hanno portata avanti, perché però solo quelli di ruolo hanno potuto contare sul bonus annuale della formazione di 500 euro? A farlo notare è stato il giudice del lavoro del Tribunale di Treviso che ha per questo motivo assegnato 5 annualità di Carta del docente, ad un’insegnante, pari a 2.500 euro. Nella sentenza, emessa il, si legge che “la Corte di Giustizia sez VI n.450 del 18/5/22 a seguito di domanda pregiudiziale ex art. 267 TFUE ha ritenuto che la carta docenti rientri tra le “condizioni di impiego” di cui alla clausola 4 accordo quadro in quanto indennità versata per sostenere la formazione continua dei docenti che è obbligatoria anche per i docenti non di ruolo, valorizzando, altresì, il dl 22/20 che, in relazione all’emergenza Covid, nel prevedere la didattica a distanza, ha ricordato che i docenti per potevano acquistare i supporti tecnologici necessari mediante “le risorse di cui alla Carta” ex art. 1 comma 121 L.107/15”.
Nella sentenza di Treviso si cita anche l’illustre parere del Consiglio di Stato (pronuncia 1842/22), il quale “ha affermato che tale sistema collide –anche- con il principio di buon andamento della PA in quanto “è evidente la non conformità ai canoni di buona amministrazione di un sistema che, ponendo un obbligo di formazione a carico di una sola parte del personale docente (e dandogli gli strumenti per ottemperarvi), continua nondimeno a servirsi, per la fornitura del servizio scolastico, anche di un’altra aliquota di personale docente, la quale è tuttavia programmaticamente esclusa dalla formazione e dagli strumenti di ausilio per conseguirla”.
“Si tratta di due pareri rilevanti che – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - non hanno anche spinto il Consiglio dei Ministri a prendere atto della dimenticanza della Legge 107 del 2015, includendo una importante modifica nel decreto legge Salva-Infrazioni, ora all’esame del Parlamento, che ha però allargato la Carte del docente solamente ai precari dell’anno in corso e con supplenza fino al 31 agosto. Sarebbe bene, quindi, presentare ricorso con Anief per vedersi assegnata la Carta del docente e assolvere in questo modo, il diritto-dovere dell’aggiornamento professionale”. Chi volesse maggiori informazioni o per aderire all’impugnativa Anief, in modalità singola o collettiva, può cliccare su questo link.
LE CONCLUSIONI DELLA SENTENZA
Il Tribunale di Treviso, dunque, “condanna il Ministero convenuto a mettere a disposizione della ricorrente l’importo di €2500,00 tramite Carta elettronica per l’aggiornamento e formazione del personale docente e, compensate per la metà le spese processuali, a corrispondere al restante parte delle spese che per la frazione 975,50 oltre oneri di legge per competenze professionali con distrazione a favore dei procuratori dichiaratisi antistatari”.
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