Negare ai precari la Carta del docente è “in contrasto con il principio di non discriminazione di cui alla clausola 4 della direttiva 1999/70/UE oltre che con ulteriore normativa sovranazionale ed interna, anche di rilievo costituzionale”: a scriverlo è il Tribunale di Venezia, sezione per le controversie di lavoro, che ha accolto il ricorso di un’insegnante, difesa dai legali Anief, per avere lavorato tre anni come supplente (dal 2020 al 2023) senza ricevere la card da 500 euro annui, condannando dunque il ministero dell’Istruzione ad assegnargli i 1.500 negati.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, questa sentenza conferma ancora una volta che l’Ordinanza della Corte di Giustizia europea 450/22, come pure la sentenza 1842 del 16 marzo 2022 emessa dal Consiglio di Stato, non possono essere disattese. Fanno bene i precari o ex precari, dal 2016, anche gli educatori, a presentare con Anief il ricorso gratuito in Tribunale per chiedere i 500 euro annuali negati, in modalità singola oppure collettiva: le possibilità di accoglimento della richiesta sono altissime e non dico io ma le migliaia di sentenze finora emesse”.
LA SENTENZA DI VENEZIA
Secondo il Tribunale veneto “la discrasia rispetto alla direttiva 1999/70/CE è stata in effetti affermata recentemente dalla stessa CGUE (ordinanza 10.5.2022 nella causa C-450/2021) che, ritenuto preliminarmente che l’assegnazione della carta docente per le sue peculiarità e pur non costituendo retribuzione si configuri con “condizione di impiego” per la quale non vi può essere discriminazione tra personale assunto a tempo determinato e indeterminato che non sia fondata su obiettive ragioni”.
Nella sentenza viene rimarcato anche che “si impone dunque per il giudice nazionale il dovere di disapplicare la normativa interna per la parte in cui non attribuisce anche al personale assunto a tempo determinato il diritto al rilascio della carta docente per la fruizione dell’importo di € 500,00 per anno scolastico finalizzata alle iniziative formative indicate dalla L. 107/15”.
Ne consegue che “il riconoscimento dell’importo di € 500,00 per annualità scolastica da accreditare sulla carta docente spetta alla ricorrente per tutti gli anni scolastici azionati in giudizio (l’attività lavorativa prestata risulta confermata dalla documentazione in atti, si vedano i docc. sub 1 e 2 ric.), per complessivo importo di € 1.500,00”.
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